Sostituzione dei veicoli inquinanti, quando scatta l’esenzione dal bollo  

La Giunta Regionale, nella seduta del 20 dicembre, ha deliberato i criteri e le modalità applicative per l’esenzione dal pagamento della tassa automobilistica regionale 2014 in caso di sostituzione di veicoli inquinanti con nuovi mezzi (ad uso trasporto persone e commerciali).
La misura – annunciata e prevista dal Piano Regionale degli Interventi per la Qualità dell’Aria – consentirà un’esenzione dal primo gennaio 2014 al 31 dicembre 2016 in caso di rottamazione nell’anno 2014 di veicoli Euro 0 benzina/diesel, Euro 1, 2 o 3 diesel e contestuale acquisto di un veicolo nuovo. Sono inclusi i veicoli da destinare alla rottamazione con alimentazione doppia benzina/metano o benzina/Gpl, purché omologati all’origine nella classe emissiva Euro 0-benzina. Ai fini dell’agevolazione non sono previsti limiti di cilindrata per le autovetture destinate alla rottamazione. Il veicolo demolito deve appartenere alla stessa categoria (M1 – veicoli destinati al trasporto di persone, aventi al massimo otto posti a sedere oltre al sedile del conducente o N1 – veicoli destinati al trasporto di merci, aventi massa massima non superiore a 3,5 t) di quello di nuova immatricolazione.
Il nuovo mezzo, intestato al medesimo proprietario, dovrà appartenere ad una delle seguenti categorie tecniche:
veicoli destinati al trasporto di persone: bifuel (benzina/GPL o benzina/metano) o ibrido fino a 2.000 cc di cilindrata; benzina Euro 5 o superiore fino a 1.600 cc; diesel Euro 6 fino a 2.000 cc;
veicoli destinati al trasporto merci max. 3,5 t: bifuel, ibrido, benzina Euro 5 o superiore, diesel Euro 6.
La consegna del veicolo al demolitore autorizzato deve avvenire nel periodo compreso fra l’inizio del mese precedente e la fine del mese successivo a quello di immatricolazione del veicolo nuovo. In ogni caso non può essere precedente al primo gennaio 2014. L’immatricolazione deve ricadere nel periodo compreso fra il primo gennaio 2014 e il 31 dicembre 2014, secondo le risultanze della carta di circolazione. Saranno esclusi dal beneficio i veicoli immatricolati dopo il 31 dicembre 2014, anche in presenza di contratti di acquisto perfezionati prima di tale data. Ad ogni veicolo demolito può essere associato un solo veicolo di nuova immatricolazione.
Possono usufruire dell’agevolazione tutti i soggetti che hanno residenza o sede in Lombardia, siano essi persone fisiche o giuridiche. Sono escluse le imprese che esercitano l’attività di commercio di veicoli nuovi o usati.
I contribuenti-imprese che vogliano beneficiare dell’ecoincentivo, dovranno inviare tramite posta certificata all’indirizzo ambiente@pec.regione.lombardia.it l’apposita dichiarazione (allegata alla delibera), corredata dal documento d’identità del legale rappresentante. Regione Lombardia, in presenza dei requisiti previsti, invierà ai soggetti interessati una comunicazione di riconoscimento del beneficio.




Università, consegnati a 4 studenti i premi in memoria di Piero Rodeschini

Nella foto: Il Rettore dell'Università di Bergamo, Stefano Paleari (a sinistra) e Ivan Rodeschini

La celebrazione dei cento anni dalla nascita di Piero Rodeschini – fondatore della Figli di Pietro Rodeschini Spa, azienda di Gorle attiva nel commercio all'ingrosso di casalinghi e giocattoli e nel settore del riscaldamento e del risparmio energetico – è stata un gesto concreto a favore di quattro studenti dell’Università di Bergamo. Lo scorso 23 dicembre, nella sala Consiglio di via Salvecchio in Città alta, alla presenza del Rettore Stefano Paleari, il figlio Ivan e la famiglia Rodeschini hanno consegnato quattro premi di studio da mille euro l'uno a quattro studenti meritevoli iscritti ai corsi di laurea del dipartimento di Economia, nell'ambito della sezione Top Ten Student di Adotta il talento. I premi sono andati a Michela  Locatelli,  studentessa  del  secondo  anno  della  laurea  triennale  in Economia aziendale nell’anno accademico 2012/13; Claudia Svanoni, laurea triennale in Economia nella sessione di ottobre 2013; Elena Passerini, primo anno della laurea magistrale in Economia aziendale, direzione amministrativa e professione nell’anno accademico 2012/13 e Paolo Manzoni, laurea magistrale in Management, finance and international business nella sessione di ottobre 2013. Nato a Valtesse il 24 dicembre del 1913 da una famiglia originaria della Valle Imagna, Piero Rodeschini ha dato vita all’azienda con i fratelli nel 1935. «Mio padre ha sempre considerato fondamentale la conoscenza e la formazione personale ed aveva una mentalità molto aperta sull’argomento – ha ricordato Ivan Rodeschini, presidente della storica società -. Ora viviamo altri tempi ma il sapere e l’istruzione continuano a rappresentare il vero patrimonio di una persona e di un territorio, per questo abbiamo pensato di sostenere, in suo nome, alcuni studenti della nostra Università». La modalità scelta è stato il programma “Adotta il talento”, che permette a privati, aziende e istituzioni di investire in progetti condivisi. Si possono sostenere con un contributo a scelta studenti meritevoli secondo tre differenti modalità di partecipazione: Top ten student program (dedicato agli iscritti degli anni successivi al primo dei corsi di laurea dell'Università degli Studi di Bergamo, che mira a esentare dal pagamento delle tasse universitarie fino al 10% degli studenti meritevoli), Porte aperte al merito (per gli studenti iscritti al primo anno che si sono diplomati con una votazione non inferiore a 95/100) e Aiuta uno studente nel suo percorso di studi (che permette al donatore di aiutare alcune categorie di iscritti).




Locazioni temporanee, il gruppo “Halldis” sbarca a Bergamo  

Nella foto: Alberto Melgrati, amministratore delegato di Halldis

Anche a Bergamo le seconde case, tra Imu e tasse varie, sono un costo. Per non dire della difficoltà di venderle visto l’andamento del mercato degli immobili. Tuttavia le proprietà rimangono una ricchezza, in particolare se si riescono a mettere a reddito, non vendendole, ma sfruttando la crescente domanda di affitti brevi. E’ con questa premessa che Halldis, operatore italiano leader in Europa nelle locazioni temporanee e nella gestione di immobili per conto dei proprietari, già presente nelle principali città italiane (Roma, Milano, Napoli, Firenze, Bologna, Torino, Venezia), tramite un partner locale avvia la propria attività nel capoluogo orobico e presenta i dati sulla richiesta di soggiorni brevi in città.
Secondo il Rapporto dell’Osservatorio Turistico della Provincia di Bergamo, nel 2012 complessivamente si sono registrate poco più di 1 milione e 870mila presenze a fronte di 955mila arrivi. La permanenza media si colloca a 1,9 giorni. Per quanto riguarda la provenienza dei turisti esteri, ciò che colpisce è la varietà dei paesi di provenienza. A fare la parte del leone per presenze è la Germania, seguita dalla Spagna, dal Regno Unito e dalla Francia. In crescita le presenze dei paesi dell’Est Europa tra cui spiccano Russia, Polonia e Romania. Significativo il dato degli Stati Uniti d’America.
Cresce la domanda di affitti brevi. Il quadro bergamasco riflette l’indicazione nazionale. Secondo dati Istat riportati nel Rapporto ONT – Osservatorio nazionale del turismo, degli oltre 48 milioni e 700mila stranieri arrivati in Italia nel 2012, oltre 9 milioni e 800mila (+4%) hanno scelto il soggiorno puntando su affitti brevi. A fornire il dato è l’Osservatorio indipendente PhocusWright, secondo cui nel 2011 il 25% dei viaggiatori europei ha scelto per i propri soggiorni appartamenti, case, ville. Da sottolineare l’ aumento dei manager-viaggiatori che gravitano intorno al fitto tessuto imprenditoriale, per non dire delle numerose istituzioni finanziarie. Se è vero che gran parte delle aziende sorgono in provincia, i manager, che magari devono fermarsi per più giorni, chiedono di risiedere in appartamenti e case nel centro della città bassa o nella città alta. In evidenza (sempre secondo l’Osservatorio della Provincia) il turismo congressuale, con 299.441 partecipanti presso i vari spazi nel 2012: Centro Congressi Giovanni XXIII, Seminario Vescovile, Ente Fiera Bergamo Promoberg, Casa del Giovane, Università degli Studi, Centri Congressi di Castione della Presolana e di Selvino. Questo settore ottiene un fortissimo incremento (+37,3%). Non solo, da sottolineare l’incidenza del segmento internazionale (dall’1,8% al 2,8%) e il quasi raddoppio di quello nazionale (dal 17,2% al 36,3%). A determinare la nuova domanda in affitti brevi è anche lo sviluppo dell’aeroporto di Orio al Serio, di cui tanta parte dei passeggeri in transito, in particolare quelli provenienti dal Nord Europa, optano, magari per un soggiorno di uno/due giorni, per l’appartamento in città invece dell’albergo.
Le potenzialità dagli affitti brevi sono dunque notevoli. Tuttavia in Italia c’è ancora molto ritardo. Improvvisarsi gestori della propria casa non è però semplice, considerato anche il mercato di riferimento internazionale. “Proponiamo – afferma Alberto Melgrati, amministratore delegato di Halldis, che dal 1996 è specializzata nella gestione di immobili per conto dei proprietari rivolgendosi in particolare al mercato estero – un processo professionale di gestione delle proprietà che consente di gestire le unità immobiliari per conto dei proprietari, con un servizio a 360 gradi: promozione attraverso canali fisici e online, affitto e contrattualizzazione, manutenzione, pulizia e controllo delle unità, accoglienza dei clienti e creazione di servizi ad hoc. I proprietari hanno diversi vantaggi: si assicurano la gestione completa dell’appartamento, ma in modo flessibile, possono cioè utilizzare le proprie unità per periodi determinati in caso di necessità. Soprattutto ottengono un reddito, andando a coprire gli oneri e maturando una certa redditività. Da un lato – conclude Alberto Melgrati – intendiamo sfruttare il patrimonio immobiliare che c’è già, usarlo al meglio, renderlo volano dell’economia senza dover obbligare a ulteriori investimenti, dall’altro lato contribuire a modernizzare l’offerta ricettiva, adeguandola maggiormente alle più evolute realtà internazionali e dare una sferzata al turismo, con notevoli vantaggi economici complessivi per tutta l’area”.




Gelmi: «Sul mercato da oltre 130 anni, ma è sempre più difficile»

Nella foto: Silvio Gelmi, 72 anni, titolare dell'omonimo negozio
di giocattoli a Treviglio. è stato tra i fondatori dell'associazione "Botteghe del centro" nel 1981

Dietro al bancone nel negozio più antico di Treviglio, c'è un signore che vende giocattoli di ogni tipo. Si chiama Silvio Gelmi, ha 72 anni, è stato uno dei fondatori delle Botteghe del centro nel 1981, e non ha nessuna intenzione di abbandonare l'attività di famiglia. In quelle mura, in via Verga, è cresciuto, ha passato l'infanzia e una vita intera. Duecentocinquanta metri quadri nel cuore del paese che traboccano di balocchi e una vetrina che è una tentazione per qualunque bambino. A dare inizio all'attività, pochi metri più avanti, è stato il nonno, dal quale Gelmi ha preso il nome, nel lontano 1879. Vendeva stufe, carbone e articoli di ferramenta. Nel 1905 si è spostato nel locale dove è tuttora. Nel 1927, dopo la sua scomparsa, è stata la nonna Ginevra a raccogliere il testimone dal marito. E' allora che inserisce articoli casalinghi, chincaglieria e i primi spartani giocattolini.
Signor Gelmi, la sua esperienza fotografa l'evoluzione dei costumi. Come giocavano una volta i bambini?
“Passavano i pomeriggi all'aria aperta, invidiavo i miei compagni che dopo la scuola si ritrovavano a giocare a pallone nei cortili, io dopo le lezioni correvo qui ad aiutare la nonna e poi mia mamma che è subentrata nel 1950 nel negozio. Ricordo che vendevano bambole di pezza, mentre quelle da ricchi erano in ceramica. Poi c'erano i cavallucci a dondolo e i trenini in legno”.
Nel 1974 rileva l'attività con le sue sorelle, Sandra e Silvia, elimina del tutto la  ferramenta, ma aggiunge oggetti per liste nozze e caccia e pesca. Dal 1989, da solo e con l'aiuto di sua moglie, si concentra solo sui giochi. Come vanno, oggi, gli affari?
“Non è un momento facile, pesa la concorrenza di grossisti e supermercati che si fanno la guerra tra loro a chi fa il prezzo più basso. Spesso il cliente viene da me, osserva, si informa sulle caratteristiche di un prodotto, ma poi sceglie di acquistare dove trova il prezzo inferiore. Senza considerare l'assistenza e l'esperienza di chi fa questo mestiere da una vita e ci tiene a soddisfare i propri clienti. I supermercati vendono sotto costo, la loro è una concorrenza spietata, giocano sulla quantità. Ma io resisto, ce la metto tutta”.
Si stima che nel periodo delle feste sia stato venduto il 50 cento dei giocattoli che si smerciano in un anno, lo conferma?
“Eccome. Tuttavia, c'è stato un calo, anche se contenuto. Si aggira attorno al meno 15%. Fino a dieci anni fa, invece, per tre-quattro giorni non andavo neanche a letto a dormire tanta gente affollava il mio negozio”.
Facciamo l'esempio di uno tra i giochi più ambìti: il Furby, pupazzo interattivo della Hasbro che, complice la forte pubblicità, è andato a ruba. Lo tiene in negozio?
“No, non mi conviene. A me costa 57 euro più Iva, i centri commerciali lo vendevano, sotto Natale, a tutti i prezzi del mondo, dai 39 ai 48 euro. Può essere che lo acquistino in grandi stock direttamente in Cina, paese dove viene prodotto. Resta il fatto che sette-otto anni fa, i primi pezzi avevano problemi. Io, se posso, riparo i giochi. E se un bambino viene con un aeroplanino o una macchina telecomandata rotta, cerco di accontentarlo, magari dandogliene una nuova. Non credo che in un grande entro commerciale accada lo stesso”.
Veniamo ai giochi che vanno per la maggiore: quali sono?
“Tutto ciò che è legato al mondo di Walt Disney, come Violetta, dal microfono ai trucchi. Per i maschietti le macchine di Flash & Dash, per i più piccini i giochi di Peppa Pig che sono sbarcati sul mercato lo scorso luglio. Poi non tramontano mai il mito della Barbie, che ha più di cinquant'anni, e i Lego”.
Nel suo magazzino, so che lei custodisce un segreto che le sta a cuore…
“Ho uno scatolone con trecento letterine che i bambini negli anni hanno inviato a Babbo Natale. Le leggo tutte e alcune mi commuovono. Ricordo una bambina che vent'anni fa scrisse che desiderava che tornasse a  casa il fratello partito per il servizio di leva perché soffriva nel vedere sempre piangere la sua mamma. Alla fine, aggiunse: caro Babbo, se vuoi, portami qualcosa. Oggi le letterine sono solo liste, anche da 200 euro. Sogno di esporle tutte, in una grande mostra”.
Se tornasse indietro rifarebbe tutto da capo, aprirebbe oggi un negozio?
“Con la crisi, la concorrenza, le tasse, non credo. Ma devo dire che ho tentato con le mie figlie, ho sperato che seguissero le mie orme, ma hanno preso altre strade, Giusy, 44 anni fa la psicologa, Flavia, 36, è avvocato.  E dire che io qui sono nato e invecchiato, lavorando, con passione, fino a dieci ore al giorno”. 
Si immagina come giocheranno i bambini del futuro?
“Ahimé saranno sempre più soli e si ritroveranno parcheggiati davanti alla tv, a smanettare con la playstation. Io vorrei che tornassero a correre e divertirsi, spensierati, per le nostre strade. E che quando fossero in casa ritrovassero gli stupendi giochi in legno e senza pile”.




Pos, l’obbligo scatta per gli importi sopra i 30 euro

 Dal 1° gennaio scorso sarebbe dovuto partire l’obbligo di accettare i pagamenti in moneta elettronica tramite carta di credito per i pagamenti oltre i 30 euro e per esercenti con ricavi che superano i 200 mila euro. Secondo la legge 221/2012, devono essere installati Pos, terminali abilitati a scaricare i pagamenti e parcelle dalle carte di credito (bancomat ma anche carte convenzionali e prepagate) direttamente sul conto corrente con l’obiettivo di  aumentare la tracciabilità delle transazioni. Al momento la disposizione non è ancora operativa e non esiste una sanzione per chi non fosse in grado di provvedere.  Confcommercio, anche attraverso Rete Imprese Italia ha chiesto al governo di rinviare la misura. Per Rete Imprese Italia, infatti, la nuova normativa “imporrà nuovi gravi oneri alle imprese, in quanto, oltre all’obbligo di pagamento delle spese di attivazione del Pos, queste subiranno gli ulteriori costi di gestione che andranno ad aggravare i loro costi fissi. A ciò si aggiungeranno, ovviamente, le commissioni su ogni transazione la cui riduzione, peraltro, era un impegno preciso che avrebbe dovuto concretizzarsi in un decreto di cui si è persa traccia”. L’installazione immediata di milioni di Pos per negozi e imprese di servizi è insostenibile. E’ questa la posizione assunta da Rete Imprese Italia in merito all’entrata in vigore della normativa. “Nonostante i ripetuti appelli al presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia, dal primo gennaio i soggetti che effettuano attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, compresi quelli professionali dovranno accettare pagamenti effettuati attraverso moneta elettronica. Un obbligo cui è impossibile adeguarsi, vista l’insostenibilità dell’installazione immediata dei milioni di POS necessari”.
La nuova normativa imporrà nuovi gravi oneri alle imprese in quanto, oltre all’obbligo di pagamento delle spese di attivazione del POS, subiranno ulteriori e nuovi costi di gestione che andranno ad incidere pesantemente sui costi fissi. “A questo andranno ad aggiungersi le commissioni su ogni transazione, la cui riduzione  era un impegno preciso che avrebbe dovuto concretizzarsi in un decreto di cui si è persa traccia”, ha evidenziato Rete imprese, “siamo consapevoli che la modernizzazione dei sistemi di pagamento rappresenta uno degli strumenti importanti per aumentare l’efficienza del sistema produttivo italiano, ma rimane il fatto che l’utilizzo della moneta elettronica avrebbe dovuto, almeno, essere diffuso tramite una distribuzione equilibrata fra costi e benefici a carico dei soggetti interessati”.
La soglia: 30 euro e 200 mila euro di ricavi. Il ministero dello Sviluppo economico ha fissato i limiti per l’obbligo, da parte di imprese e professionisti, di accettare anche pagamenti effettuati con bancomat, dovendo dotarsi dunque di POS. L’obbligo dovrebbe scattare per chi esercita attività di vendita di prodotti e prestazioni di servizi, anche professionali, con fatturato nell’anno precedente di oltre 200mila euro; la soglia minima per i pagamenti è di 30 euro; l’obbligo dovrebbe scattare per pagamenti superiori alla soglia minima di 30 euro. Il decreto attuativo è stato spedito dal Ministero alla Banca d’Italia, corredato da una segnalazione d’urgenza, per ottenerne il parere.  Per quanto riguarda i terminali POS, il testo inviato a Bankitalia prende in considerazione l’accettazione di strumenti di pagamento attraverso differenti tecnologie, non solo quella a “banda magnetica” o a “microchip”.




Asconfidi Lombardia, una società di servizi rafforza i consorzi di garanzia

Nella foto: il presidente della Fogalco
Riccardo Martinelli

È un bilancio positivo quello che Asconfidi Lombardia ha tracciato al termine del 2013 nel corso dell’assemblea ordinaria, tenutasi a Colico (Lecco). Il confidi di secondo grado che riunisce 13 organismi di garanzia lombardi – tra i quali la cooperativa Fogalco di Bergamo – ha dimostrato, pur in un periodo non facile come questo, di aver raggiunto, a tre anni di distanza dall’avvio dell’attività, una sua rilevanza e solidità, confermata dall’analisi effettuata dalla società di consulenza specializzata PricewaterhouseCoopers, su incarico della Regione Lombardia. Nel dettaglio, è stata sottolineata la sostanziale solidità patrimoniale di Asconfidi Lombardia e dei propri soci, comprovata dai parametri di riferimento. Attualmente sono garantiti dal sistema finanziamenti per un miliardo di euro ad un totale di circa 55mila imprese lombarde, che accedono al supporto attraverso ciascun confidi territoriale. «Nonostante il momento particolarmente delicato per il sistema finanziario e per le imprese nel trovare il credito, Asconfidi Lombardia – ha sottolineato il presidente del Consiglio di gestione Enzo Ceciliani – ha tutti i numeri per affrontare l’attuale difficile scenario economico e per continuare a essere un punto di riferimento per il credito agevolato alle piccole e medie imprese lombarde e, principalmente, a quelle appartenenti ai settori del commercio, turismo, artigianato e servizi».
Il 2013 ha segnato anche l’inserimento di Asconfidi Lombardia nell’elenco speciale degli intermediari finanziari tenuto dalla Banca d’Italia (articolo 107/T.U.B. D.Lgs. 385/1993), passo fondamentale per qualificare la propria garanzia. «Il raggiunto riconoscimento quale intermediario vigilato – ha rimarcato Carlo Alberto Panigo, presidente del Consiglio di sorveglianza – rappresenta il punto di inizio perché la società e i confidi soci nel futuro possano ancor meglio sostenere il sistema economico regionale: impegno costante e attenzione alle imprese sono le carte vincenti».
Tra i soci fondatori di Asconfidi, la Fogalco, cooperativa di garanzia dell’Ascom di Bergamo, ha un ruolo attivo nell’organismo, con il presidente Riccardo Martinelli che siede nel Consiglio di sorveglianza e nel Comitato di controllo e il direttore Antonio Arrigoni componente del Comitato di gestione con delega alle relazioni con gli istituti di credito presenti in tutta la regione. Se il quadro generale visto dal confidi regionale è ancora di contrazione degli importi finanziati e garantiti, oltre che di un incremento delle partite deteriorate, per la realtà bergamasca si è innescata una ripresa. «Avremo dati più precisi a breve – afferma Martinelli -, ma per quanto riguarda la Fogalco possiamo parlare di un ritorno alla crescita dell’erogato. Ciò dipende sia dal fatto che sono cresciute le imprese che si rivolgono a noi per ottenere supporto, sia dal giudizio positivo da parte delle banche sulle richieste che sottoponiamo, legato anche al maggior peso della garanzia collettiva». La scelta dell’aggregazione sta, quindi, dando risultati. «L’evoluzione degli scenari – fa notare Martinelli -, ma anche le istituzioni stesse, hanno sollecitato il mettersi in rete confidi, così da superare la frammentazione e da dare vita a realtà più strutturate, organizzate e con sistemi di controllo più stringenti. Il riconoscimento di Asconfidi tra gli intermediari vigilati dalla Banca d’Italia, avvenuto lo scorso 28 maggio, è un ulteriore passo in questa direzione, che, se da un lato aumenta gli impegni per la struttura, dall’altro migliora le valutazioni degli istituti di credito e quindi le possibilità di accesso da parte delle imprese. Le banche infatti possono contare su maggiori garanzie patrimoniali e controlli».
A rendere interessante l’esperienza di Asconfidi è anche il modello organizzativo, impostato sull’equilibrio fra autonomia e sinergia con l’unità centrale. «Un sistema che oggi è preso ad esempio anche da altre regioni – ricorda Martinelli -. Viene infatti mantenuta la presenza sul territorio di ogni singolo confidi, assicurando così interlocutori vicini alle aziende e in grado di leggerne con attenzione esigenze, merito e potenzialità, mentre si rafforzano il peso specifico della garanzia e i livelli di efficienza nelle attività». Proprio per realizzare azioni sempre più efficaci ed incisive, l’Assemblea ha dato mandato al Consiglio di gestione di dare avvio al progetto che prevede la costituzione di una società che si occuperà di fornire una serie di servizi in vari settori. «Il percorso che ha portato alla nascita di Asconfidi Lombardia e al suo riconoscimento come intermediario vigilato – evidenzia il direttore della Fogalco Antonio Arrigoni – è stato impegnativo, ma ha anche fatto crescere professionalità e specializzazione, che ora possono essere messe al servizio dei confidi soci così come di realtà esterne. Parliamo di supporto nel risk management, nella compliance e nell’internal audit, ma anche della possibilità di occuparsi direttamente del recupero crediti, sino ad ora svolto dalle banche. Asconfidi, insomma, guarda al futuro in un’ottica di crescita, verso una rete sempre più efficiente ma anche più ampia, si punta infatti ad aggregare, con modalità e criteri precisi, anche altri confidi».




Il 2014 delle imprese bergamasche «Lavoro e consumi le priorità»

Nei primi giorni del nuovo anno, quattro presidenti delle principali associazioni di categoria bergamasche tirano le somme di un 2013 difficile e guardano al 2014 con le necessarie cautele, ma non senza un briciolo di ottimismo. Lavoro e ripresa dei consumi sono i temi al centro dell’attenzione di ogni impresa e delle associazioni che le rappresentano. Nella capitale dell’edilizia messa in ginocchio dalla crisi si attende una ripartenza dalla casa, affrontando la questione da ogni punto di vista, senza trascurarne l’importanza sociale.

Paolo Malvestiti / Ascom e Camera di Commercio
«Expo può essere la svolta per il nostro territorio»

«La discesa in picchiata sembra essersi fermata, anche perché la sensazione era quella di aver raschiato il fondo – esordisce il presidente dell’Ascom e della Camera di Commercio Paolo Malvestiti -. La conferma arriva dai dati dell’ultimo quadrimestre, all’insegna della stabilità: il crollo inesorabile degli ultimi tre anni si è arrestato e a dicembre sono arrivati segni, anche se timidi, di una piccola ripresa». I primi mesi dell’anno sono un cruciale banco di prova per le imprese: «Il primo appuntamento di importanza vitale è quello con i saldi. Gli sconti elevati proposti nei negozi, con tagli ai prezzi di cartellino tra il 30 e il 40%, e la professionalità degli operatori sono un segno significativo della volontà di mettercela tutta per dare una mossa alla ripresa. Non è certo il massimo per il commercio affidarsi alla buona sorte dei saldi, ma il contesto in cui le imprese si trovano ad operare è davvero difficile e gli imprenditori stanno investendo ogni energia possibile».
Al nuovo anno Malvestiti chiede una svolta nella gestione della cosa pubblica: «Dallo Stato devono arrivare segnali forti, che attendiamo sin da troppo tempo – rimarca -. Ci aspettiamo una svolta del governo all’insegna di una riappropriazione della credibilità e di una maggiore attenzione alla progettazione e alla programmazione. Solo così si crea un contesto favorevole, che possa essere da stimolo ad una ripresa dei consumi». L’instabilità politica affossa tutto. Gli scenari di nuovi aumenti non fanno certo partire il 2014 con il piede giusto, ma, sottolinea Malvestiti, non è tempo di piagnistei: «Non serve a nulla guardare indietro, non bisogna fare altro che reagire e mettere in campo tutta la determinazione e la volontà possibile. Ognuno però deve fare la sua parte e il governo deve venire incontro alle imprese che hanno dato sinora prova della loro tenacia e della loro capacità di fare sacrifici». Il 2014 è anche l’anno decisivo per prepararsi ad Expo: «Sono fermamente convinto che l’Esposizione Universale possa rappresentare una svolta per il nostro territorio. Bergamo si misurerà presto con l’Expo, ospitando a fine febbraio in Fiera 350 delegati provenienti dai 70 Paesi cluster. È una chance fondamentale per tessere relazioni e per promuovere il nostro territorio, valorizzando il nostro patrimonio culturale e artistico, le nostre strutture ricettive e ristoranti e pubblici esercizi. Grazie alla regia della Camera di Commercio in stretto raccordo con le istituzioni e con Turismo Bergamo il nostro territorio attiverà una forte campagna di promozione. Le imprese bergamasche si prepareranno ad affrontare il grande evento tutto dedicato all’agroalimentare che si svolgerà al Kilometro Rosso». Strategie e risorse sono concentrate già sul 2015 e sulla preparazione ad Expo: «L’innovazione e l’internazionalizzazione continueranno a guidare anche per il 2014 l’associazione che, grazie al contributo dell’azienda speciale della Camera di Commercio, Bergamo Sviluppo, accompagnerà le imprese nella loro evoluzione per stare al passo con i tempi».
 

Angelo Carrara / Confartigianato Bergamo
«Il sistema-casa ha bisogno di una nuova visione»

«Non si può avere una ripresa se non ci sono programmazione e orientamento politico. La politica non è mai stata così lontana dal mondo reale e questa distanza non ha fatto che provocare anno dopo anno danni al nostro Paese. Quando vado all’estero per lavoro percepisco chiaramente la differenza di visione, strategia e progettazione tra il nostro Paese e il resto del mondo. È un gap che fa partire le nostre imprese in svantaggio con i competitor stranieri. La nostra zavorra di imposizioni fiscali, burocrazia e cavilli pesa più delle difficoltà congiunturali». È il pensiero del presidente di Confartigianato Bergamo Angelo Carrara, che ricorda come il 2013 abbia messo in ginocchio tante imprese: «Il nostro mercato interno è sempre stato legato all’auto e alla casa, due settori che sembrano arrivati al capolinea, con una contrazione senza precedenti. Il 56% delle imprese dell’artigianato sono legate al settore della casa e delle costruzioni. Ora servirebbe una politica che aiuti il sistema casa ad uscire dall’impasse». La proroga degli incentivi per le ristrutturazioni non basta: «È un ottimo provvedimento, ma servirebbe un ulteriore sforzo per mettere a sistema le modalità di operare nel settore. Il mercato basato sugli incentivi alla lunga non funziona, serve dare una direzione e una visione al settore che possa rappresentare un volano per l’economia».
La sensazione è quella di essere arrivati in un punto di non ritorno: «Abbiamo toccato il fondo e quindi tutto ciò che verrà non potrà forse che essere meglio. La selezione tra le imprese non è mai stata così forte, ma la crisi offre agli imprenditori più reattivi anche nuovi sbocchi e occasioni. Ci sono aziende che operano nello stesso settore che hanno sorti molto diverse; ad avere la meglio sono sempre le imprese che hanno mostrato di avere una visione e di programmare la loro attività, attrezzandosi al meglio ad affrontare un mondo che cambia. È l’ennesima dimostrazione che serve uno sforzo per rimettersi in gioco ed alzare la testa, guardando oltre i problemi». Non mancano gli auguri di rito: «Per non smentire la nostra proverbiale cultura del fare, auguro a tutti meno parole e più azioni. L’augurio è che ogni imprenditore possa mettere da parte la negatività e sappia rimboccarsi le maniche per difendere ciò che ha e costruire nuove opportunità. Il modo migliore per resistere è investire nel cambiamento, per questo spero che ogni imprenditore sappia sfruttare al meglio ogni sfida e opportunità che ci viene offerta». 

Giuseppe Guerini / Confcooperative e Imprese & Territorio
«Un nuovo modello di welfare
e housing sociale le sfide per il futuro»

«Il 2013 è stato un anno molto difficile per il sistema imprenditoriale e per le cooperative, in particolar modo quelle legate all’edilizia. Anche le cooperative di consumo sono state messe a dura prova da una crisi che va al di là dei numeri», commenta il presidente di Confcooperative Giuseppe Guerini, attualmente alla guida anche del Comitato unitario Imprese & Territorio.
Nonostante tutto il sistema delle cooperative si è dimostrato un modello di gestione vincente: «Le cooperative hanno una maggiore capacità di tenuta rispetto ad altre forme di impresa: in controtendenza con gli ultimi cinque anni il saldo è infatti positivo, come il dato relativo all’occupazione. Le cooperative rappresentano di fatto un modello economico che non fa pagare il prezzo più alto della crisi ai lavoratori». La crescita delle cooperative sociali impone un nuovo modello di welfare, che rappresenta la vera sfida per il futuro: «Nel corso del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, Confcooperative sta concentrando gli sforzi attorno ad un grande evento organizzato a Milano che intende gettare le basi per un nuovo modello di welfare di respiro europeo», anticipa Guerini, che è membro del Comitato Economico Sociale Europeo di Bruxelles. Per ripartire bisognerà tornare alle origini di Confcooperative, affrontando il tema della casa: «La domanda di abitazione non è mai stata così elevata e il mercato immobiliare è fermo. Il tema dell’housing sociale è tutto da sviluppare. Le politiche della casa devono essere al centro dell’attenzione di tutti». Ed è auspicabile una nuova evoluzione al passo coi tempi sul fronte socio-sanitario: «Grazie all’azione di Confcooperative e alla sensibilità del Governo Letta sono stati scongiurati gli aumenti Iva relativi alle prestazioni socio sanitarie. La speranza è che le cooperative capitalizzino questo piccolo e grande successo sapendo investire in innovazione». L’augurio per tutti e per le cooperative che operano nel settore è che nel 2014 si registri una ripresa dei consumi. «È questo l’indicatore fondamentale del benessere generale che racchiude e regge tutto» sottolinea Guerini. Il 2014 è un anno cruciale per molti aspetti: «Dal rinnovo della politica a livello locale con l’appuntamento con le elezioni amministrative al nuovo assetto delle province, alle elezioni europee, il 2014 è un anno da seguire con grande attenzione, anche sul fronte del credito». 

Ercole Galizzi / Confindustria Bergamo
«In primo piano le politiche attive del lavoro»

«Il 2013 si è chiuso con un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi due anni, contraddistinti da un’inesorabile caduta. Il dato è positivo e l’augurio per il 2014 è che questo cambio di rotta possa proseguire e consolidarsi. Ora non resta che stare a vedere come sarà il nuovo anno: i centri studi indicano un indice di crescita del Pil che oscilla tra punti compresi tra lo 0,4 e lo 0,8. Lo zero davanti continua a preoccupare, specialmente considerando le perdite registrate negli ultimi anni» commenta Ercole Galizzi, presidente di Confindustria Bergamo. L’obiettivo per il 2014 è incentrato al recupero della produttività: «L’indicatore da tenere in maggiore considerazione e sotto controllo è senza dubbio il Clup, il costo del lavoro per unità di prodotto. L’indice è sempre negativo, ma in Germania, ad esempio, il dato è in miglioramento e racchiude la competitività del sistema. Le manovre finanziarie hanno stabilizzato una situazione precaria e la speranza è che questi sforzi trovino presto una risposta nella riduzione dello spread. Le risorse vanno destinate alla competitività delle imprese per poter così avere ripercussioni positive nel mondo del lavoro».
Il consumo interno rappresenta un asset fondamentale. «Negli ultimi anni l’export ha mitigato la crescita negativa del Pil, ma la ripartenza dei consumi interni è un fattore imprescindibile per una ripresa solida e duratura nel tempo. Non ci si inventa esportatori dall’oggi all’indomani e in questo momento l’export riserva rischi elevati, con investimenti importanti di risorse e competenze. L’export non può essere l’unico traino per le imprese, bisogna guardare al nostro Paese. Purtroppo in Italia la burocrazia è, se possibile, ancora più soffocante e i quattro livelli di amministrazione, Comune, Provincia, Regione e Stato, rappresentano un fardello pesante per ogni impresa». Dalla politica si attende un cambiamento: «La nuova classe politica dovrà affrontare questioni importanti e provare a traghettarci fuori dalle sabbie mobili. Non dobbiamo farci illusioni: il mondo tra tre o quattro anni sarà diverso da quello che conoscevamo. Mentre il commercio mondiale sarà cresciuto del 4-5%, l'Italia è ferma e saremo noi ad inseguire gli altri». Gli ingredienti della ricetta di Confindustria – Innovazione, Internazionalizzazione, Capitalizzazione – restano i pilastri della competitività necessaria ad ogni impresa, ma il tema del lavoro è sopra tutto: «Al centro della nostra attenzione ci sono accordi per favorire una nuova occupazione giovanile e la promozione di politiche attive del lavoro, in un sistema che purtroppo finora ha puntato su politiche passive. Anche i rapporti con la pubblica amministrazione e tutto ciò che ne consegue rientrano nelle sfide prioritarie di quest'anno». La speranza è che l’apertura del sistema scuola al lavoro dia presto importanti risultati e porti a benefici occupazionali. «Nel 2015 avremo i primi risultati in termini di benefici occupazionali, per ora non resta che salutare con favore percorsi formativi più rispondenti alle esigenze occupazionali». Nonostante le difficoltà, non mancano gli auguri di rito: «Spero che il 2014 porti ad ogni imprenditore e ad ogni lavoratore una maggiore serenità e fiducia».




Decolla l’e-commerce, in due anni web shopper cresciuti del 55% 

Non c’è crisi, in Italia, per il commercio elettronico. A sostenerlo è l’osservatorio B2c del Politecnico di Milano che nel 2013 registra una crescita del 18% e un giro di affari superiore ai 10 miliardi di euro. I web shopper sono passati in un anno da 12 a 14 milioni, il 50% degli utenti online, in crescita del 55% negli ultimi due anni.
Sullo stato dell’arte degli strumenti fruibili dall’e-commerce manager e su quelli in sviluppo lo scorso 18 dicembre, al Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso, s’è tenuto un workshop organizzato da LION lab, laboratorio di ricerca dell’Università di Trento in collaborazione con le società leader nel campo dell’informatica, The Vortex e Reactive Search.  Roberto Battiti, professore Ordinario di Informatica presso il Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento e Mauro Brunato, professore assistente presso il Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università degli Studi di Trento, hanno presentato le potenzialità offerte dagli strumenti che consentono di profilare e prevedere trend di consumo.  La spesa media annua rilevata pro-capite è di 490 euro nelle assicurazioni, 280 nel turismo, 240 nell’informatica ed elettronica di consumo, 195 nell’abbigliamento, 125 nei beni alimentari, e poco più di 40 nell’editoria.
Gli italiani acquistano sempre più anche attraverso smartphone. Il mobile commerce, gli acquisti tramite smartphone via APP o direttamente sul web attraverso PC, infatti sono cresciuti del 255% negli ultimi mesi e, unitamente alle transazioni effettuate via tablet, hanno conquistato quest’anno  il 12% del mercato eCommerce. Si tratta di risultati che sono il frutto anche di un’attività sempre più raffinata e sofisticata di marketing sui prodotti posti in vendita e l’immediata disponibilità per il consumatore; la possibilità di confrontare prezzo e prestazioni rimanendo comodamente seduti in poltrona è indubbiamente un ulteriore fattore fondamentale.
I commercianti del web, denominati “merchant” dagli addetti ai lavori, si avvalgono di formidabili tecniche di ricerca e di marketing che consentono loro di offrire alla persona giusta, o meglio al profilo dell’utente web più promettente, il prodotto adeguato ai suoi gusti, alle esigenze, ai desideri spesso dedotti analizzando i precedenti acquisti dei singoli o di gruppi di utenti con caratteristiche simili. L’attività d’Intelligence così condotta consente di aumentare la probabilità che l’utente proceda ad un acquisto online. Oggigiorno le tecnologie informatiche e la statistica offrono agli operatori l’opportunità di esplorare ed interpretare l’enorme quantità di dati provenienti da fonti diverse: interne all’azienda, acquistati da società specializzate in ricerche di mercato, web, ecc. Le informazioni utili a profilare il consumatore sono tipicamente gli acquisti e la loro dinamica, le interazioni con il servizio clienti, le ricerche web e le eventuali connessioni sui social media. “Profilare”, declinabile anche come “prevedere le tendenze”, è un’esigenza imprescindibile per chi opera nell’e-commerce.
“Sono dati utilissimi per comprendere il comportamento dei consumatori e per realizzare campagne promozionali di successo. – spiega Battiti -. La possibilità di personalizzare i contenuti, comprendere, interpretare le navigazioni web ed essere in grado di prevedere le tendenze dei consumatori è vitale per la strategia on-line perché quanto più rilevante per il visitatore è la pagina in cui arriva, tanto più è probabile che la visita si converta in vendita. Questi dati,inoltre, facilitano l’approccio al cliente fedele, perché a quest’ultimo piace essere riconosciuto come cliente importante, al quale vengono offerte occasioni, proposte e trattamenti perfettamente tagliati sulle sue esigenze, e per il venditore è più facile vendere più volte allo stesso cliente che vendere a nuovi clienti”.




“Fai conoscere il tuo paese”, premiati gli istituti di Sovere e San Pellegrino

Sono i ragazzi della classe 2B della scuola media "Daniele Spada" di Sovere e quelli della 5 HT dell’ Ipssar di San Pellegrino Terme, i vincitori del concorso “Fai conoscere il tuo paese” promosso dalla Provincia di Bergamo e curato da Turismo Bergamo nell’ambito del progetto “Video Scuola Discover Bergamo 2013”. La cerimonia di premiazioni è avvenuta venerdì scorso al Centro Congressi Papa Giovanni XXIII alla presenza del presidente della Provincia, Ettore Pirovano, e del presidente di Turismo Bergamo, Luigi Trigona.
I ragazzi di Sovere hanno presentato il filmato "In mezzo scorre il fiume. Sovere tra arte, storia e natura"; a tema il paese di Sovere, dagli aspetti geografici e geologici alle sue bellezze artistiche, culturali e naturalistiche. Varie le attrattive trattate: Borgo San Martino, il fiume, le antiche fucine, le chiese, i palazzi signorili, le torri medioevali, il rifugio e il museo Malga Lunga. Nel filmato gli alunni interpretano un dialogo con l’ipotetico visitatore, che pare essere accompagnato per mano alla scoperta del territorio.
Gli studenti dell’Ipssar hanno presentato il filmato dal titolo "1001 passi tra storia e natura"; a tema la Via Priula e la via Mercatorum, con il percorso a piedi da Oneta a Cornello dei Tasso e alcuni focus sugli aspetti naturalistici della mulattiera e sulle attrazioni turistiche dei luoghi, come la casa di Arlecchino e il Museo dei Tasso. Il video presenta un vero e proprio percorso alla riscoperta delle antiche vie di comunicazione della bergamasca.
Il concorso aveva l’obiettivo di far realizzare ai ragazzi – improvvisati giovani reporter – un video di 10 minuti per raccontare curiosità e angoli nascosti artistico-culturali, paesaggistico-ambientali del paese o del territorio limitrofo alla sede della loro scuola.  Dodici le scuole che vi hanno partecipato: sette istituti secondari di secondo grado – Cfp di San Giovanni Bianco, Ipssar di San Pellegrino Terme, Isiss Betty Ambiveri di Presezzo, Isisa Fantoni di Clusone, Isis Zenale e Butinone di Treviglio, Liceo Linguistico Capitanio di Bergamo e il Patronato San Vincenzo di Clusone – e cinque istituti secondari di primo grado – Istituto Comprensivo di Azzano San Paolo, Istituto Comprensivo Daniele Spada di Sovere, Istituto Comprensivo di Dossena, istituto Sacro Cuore di Villa D’Adda e Scuola Media Maria Regina di Bergamo.
I filmati vincitori saranno pubblicati sul portale di Turismo Bergamo ( www.turismo.bergamo.it) mentre tutti saranno inseriti nei siti internet degli uffici IAT della provincia di Bergamo.




Malvestiti: «Risparmi sulle prestazioni sanitarie. Non è un bel segnale»

Base stabile di soci, diminuzione della richiesta di rimborso delle prestazioni e scelta di cure meno costose. E’ questo il quadro della Masec, la Mutua assistenza volontaria dell' Ascom di Bergamo che negli ultimi dieci anni ha sempre registrato un trend positivo nel rimborso di visite specialistiche e di esami di laboratorio e un alto ricorso al settore delle prestazioni private.
Rispetto a quanto avvenuto nell’ultimo decennio, dal 2012 la Mutua Volontaria ha registrato un cambio di direzione con una diminuzione di rimborso delle prestazioni sanitarie e da quest’anno anche del loro costo medio. Da gennaio a fine ottobre, rispetto al 2012 il numero dei rimborsi di visite ed esami di laboratorio è sceso del 14% rispetto e il totale di euro erogati è diminuito del 19,4% (19 mila euro in meno rispetto al 2012), il rimborso medio è sceso da 60 a 57 euro (Masec rimborsa l’80% della prestazione). Il numero degli iscritti è pressoché costante: 1.100 (-2,6%).
«Quest’anno, per visite e ricoveri abbiamo rimborsato da gennaio a fine ottobre oltre 1.500 prestazioni, la spesa complessiva è stata di quasi 130.000 euro, con un calo del 19,4% che evidenzia una difficoltà “palpabile” tra gli imprenditori bergamaschi – afferma Paolo Malvestiti, presidente dell' Ascom e della Masec -. Questo dato ci preoccupa. Non vorremmo che i nostri associati si curassero di meno e ricorressero a visite ed esami solo se strettamente necessari, cercando di ridurre le spese. A confermare questo posso affermare che è il primo anno in cui registriamo una diminuzione della spesa media per prestazione, segnale che le persone ricorrono maggiormente al Servizio Sanitario Nazionale e sono più attente al costo di parcelle e onorari».
Per Malvestiti i dati registrati da Masec lanciano un segnale preoccupante sull’economia e sul welfare bergamasco. «La vera spada di Damocle per i nostri imprenditori è la fine di un modello di welfare, in particolare pensioni e sanità – continua Malvestiti -. Questo perché il sistema costruito negli ultimi quarant’anni, potremmo dire sul debito pubblico, non tiene più sia sul piano della previdenza, cioè della pensione per i giovani, che su quello dell’assistenza sanitaria per tutti. L’opinione pubblica è pressante su alcuni temi, come l’eliminazione dell’IMU sulla prima casa, ma è sul welfare e in particolare sul tema dell’assistenza sanitaria che bisogna porre un’attenzione specifica».
Secondo i vertici di Masec, le difficoltà sul versante delle cure saranno presto evidenti, oltre che per le fasce più deboli della cittadinanza anche per i piccoli imprenditori e i loro familiari che non godono dei fondi contrattuali dei dipendenti. «Curarsi è sempre più costoso per i cittadini in un momento nel quale le famiglie hanno meno denaro, spesso perché sopravvivono con gli ammortizzatori sociali. Inoltre per i lavoratori autonomi non esiste l’istituto della malattia. Chi è in proprio deve spesso lavorare anche con l’influenza per mandare avanti l’azienda! Sul welfare sono necessarie quindi risposte certe ed immediate da parte di tutti – spiega Malvestiti -. Noi con la nostra mutua cerchiamo di fare il possibile, ma le soluzioni vere devono giungere dalla politica. Potersi curare al meglio è certamente un diritto sacrosanto degli italiani ed un’esigenza ben più importante del pagare l’IMU sulla prima casa. Altrimenti saranno dolori per tutti».