Treviglio, “Inaccettabile la chiusura del Teatro Filodrammatici”

Egregio Direttore,
Con la rappresentazione de “La leggenda di Redenta Tiria" si chiudeva sabato scorso la stagione di prosa 2012/13 del Teatro Filodrammatici della mia città, Treviglio. Mentre si smorzavano gli applausi seguiti alla magistrale interpretazione di Corrado D'Elia, e cominciavano gli "a rivederci alla prossima stagione", si dispiegava sul palcoscenico un grande telone bianco, e tra la costernazione dei presenti veniva comunicata la definitiva chiusura dei battenti dello storico Teatro agli spettacoli. Motivazione di questa decisione: "Mancano i fondi, fine dei finanziamenti: colpa della crisi". Sbigottiti restammo tutti in silenzio, poi seguirono i commenti, i "perché" e soprattutto le proteste per la fine di una manifestazione culturale di cui questa città reca vanto da oltre venticinque anni.."CRISI". Parola tragica che mi riporta lo sgomento in cui, ancora bambina, mi sentii precipitare alla
comunicazione della dichiarazione dell'ultima guerra. Forse sovrastata dalla tensione di tutta la famiglia, raccolta intorno a una radio, scoppiai in un pianto disperato.E' un paragone personale, ardito, quasi irragionevole. Allora ci aspettavano giorni di sacrifici, privazioni, tragedie. Adesso, almeno speriamo, non sarà la stessa cosa.Ma anche se dovremo rivedere il nostro tenore di vita, esasperato da un consumismo sfrenato, come privarci di un bene come la cultura, forma di civiltà di cui il teatro è parte importante fin dai tempi più antichi? E' la domanda di uno spettatore qualunque , per chiedere a chi di dovere che venga riveduta questa decisione estrema, con l'invito a ridurre, se mai, ben altri inutili sprechi. E la speranza che gli storici sostenitori del nostro Teatro Filodrammatici – a cui hanno dedicato passione e impegno tanti trevigliesi e bergamaschi, col sostegno della stampa locale – continuino ad esserne i meritevoli artefici.
Con stima e fiducia,
Maria Valsecchi Fugazzola




Antiquari in allarme: “Perdiamo clienti ed è difficile avvicinare i giovani”

Gian Luca Andreotti, 44 anni, da 25 titolare di “Gla Antichità” in via Sant’Orsola, a Bergamo, è il nuovo presidente del Gruppo Mercanti d’arte dell’Ascom. Andreotti, che nel precedente mandato aveva ricoperto la carica di vicepresidente ed ha fatto parte del consiglio direttivo sin dalla costituzione del Gruppo, succede a Gabriele Previtali dell’omonima Galleria di via Tasso, che resta nel consiglio. Il mondo dell’arte e dell’antiquariato continua ad essere un mercato legato soprattutto agli investimenti, che in questo periodo sono praticamente al palo: “Da anni abbiamo perso la clientela di fascia media ed è sempre più difficile avvicinarsi ai giovani, già alle prese con la difficoltà di avere accesso a mutui e più portati a dar peso alla funzionalità e all’estetica che non agli investimenti. Tiene invece, nonostante l’inevitabile legame con l’andamento della Borsa, la fascia alta, dall’opera d’arte importante al gioiello o all’orologio d’epoca. Nonostante il periodo, è sempre  più difficile trovare pezzi di pregio ed interessanti”. Nel mercato degli estremi, tengono modernariato ed art Decò: “Non tramonta la richiesta di mobili di design dagli anni Cinquanta agli anni Settanta e di accessori ed elementi d’arredo, oltre che gioielli, dell’Art Déco”. Ma gli investimenti maggiori sono tutti incorniciati alle pareti: “Il dipinto importante non perde il suo richiamo e continua ad essere, assieme ai gioielli, il bene preferito per gli investimenti più ingenti”. Quanto ai progetti e alle iniziative da mettere in atto in questo mandato, il neo-presidente sottolinea la necessità di aprire il Gruppo all’esterno, a partire dal web: “Il mercato attraverso internet non conosce sosta nella sua crescita e rappresenta un’opportunità da cogliere per ogni impresa che operi nel settore. L’obiettivo è quello di creare una piattaforma web che rappresenti un veicolo di promozione del Gruppo e dell’antiquariato di qualità e garantito”. Andreotti intende riproporre l’iniziativa “Segreti Svelati” – che l’anno scorso non si è svolta, interrompendo la tradizione  di un appuntamento che accompagna il Gruppo sin dal 2007- nell’ambito di Bergamo Antiquaria, la fiera di riferimento per il settore: “L’iniziativa rappresenta un’occasione per svelare un mondo fatto di miti, leggende, segreti, curiosità ed avvenimenti che, spesso, solo gli addetti ai lavori  nelle loro singole specializzazioni conoscono, e che  invece vengono così  condivise con i collezionisti, gli  appassionati d’arte e  chiunque mostri curiosità intellettuale. Segreti Svelati rappresenta un momento importante di confronto nell’ambito di Bergamo Antiquaria, che continua a rappresentare la vetrina bergamasca più importante per il settore”. La sfida da cogliere per il Gruppo è quella di creare un evento che colleghi la città alla Milano dell’Esposizione Universale, sulla scorta del binomio inscindibile che da sempre lega l’arte all’Expo, sin dalla prima edizione: “Ci separano poco più di 50 chilometri da un evento di richiamo planetario come l’Esposizione Universale. Expo 2015 può rappresentare una grande opportunità anche per il nostro territorio, oltre che l’occasione di creare interesse attorno ai nostri negozi e preziosi manufatti”.




Affari di Gola, nel numero di marzo riflettori puntati sul servizio in sala

Se è vero che un buon servizio salva un piatto mediocre, difficilmente un buon piatto salva un cattivo servizio. Partendo da questo assunto consolidato Affari di Gola approfondisce, nel numero di marzo, il ruolo della sala, troppo spesso in ombra rispetto a quello della cucina. Lo fa con i direttori più celebri e un light designer, incontrati al recente congresso Identità Golose. Nel nuovo numero si scopre anche che è opera di un bergamasco la prima enciclopedia on line dedicata allo Champagne e si esplorano le opportunità offerte dalla certificazione Halal, che identifica i prodotti realizzati secondo i dettami della religione islamica, in Italia sono ancora molto pochi. Due interviste – a Massimo Barbieri, esperto nel settore food, e Luca Gardini, miglior sommelier al mondo nel 2011 –  analizzano limiti e prospettive rispettivamente di formaggi e vino, ma si parla anche il boom dei distributori di latte self-service e si passano in rassegna le storie dei Maestri del commercio premiati dall’Ascom per la lunga attività nei settori dell’enogastronomia. Il mensile è in distribuzione nelle edicole di Bergamo e provincia. 




Ubi, il dg della “Popolare” Masnaga indossa i panni del pompiere

Tra i due litiganti, il terzo gode? Dopo l’annuncio del varo della terza lista, “Ubi, Banca Popolare!”, un nome che è bel mix tra l’Unione di Banche Italiane e l’aggettivo popolare, non senza l’entusiasmo che denota il punto esclamativo finale, quali scenari si prefigurano per il 20 aprile, quel “dies irae” che, alla Fiera di Bergamo, vedrà convergere migliaia di soci chiamati a scegliere i nuovi vertici del terzo (o quarto, trattasi di stime contrastanti) gruppo bancario italiano? Difficile fare previsioni, anche se lo statuto dell’istituto, per via di una macchinosa ripartizione di voti e percentuali, mette già fuori gioco una delle tre liste. Comunque andranno le votazioni ad una delle tre non sarà riservato neanche uno sgabellino, mentre la lista maggioritaria avrà diritto ad un minimo di 18 poltrone fino ad un massimo di 22. Alla “minoranza” spetterà un numero variabile di rappresentanti da 5 a 1, se proprio la faccenda dovesse andare malissimo e la lista vincente dovesse incassare un consenso plebiscitario. Stando così le cose, un paio di “vittime sacrificali”, ci sono già, Graziano Caldiani (Lista Moltrasio) e Carla Maria Nelli (Lista Ubi Ci siamo) che, essendo in ventitreesima posizione, verranno inesorabilmente impallinati. Per i sostenitori delle compagini in lizza, in particolar modo per quella capitanata dal professor Resti, sono questi i giorni di passione, con un discreto anticipo sulla Settimana Santa. Sempre in virtù del regolamento statutario, le “squadre” – per concorrere validamente in assemblea – devono essere “sostenute e presentate” da cinquecento soci cui corre l’incombenza di sottoscrivere le candidature (o in alternativa detenere lo 0,5% del capitale). Il che, tra tagliandini da recuperare presso le filiali e le autentiche di firma presso un notaio o un delegato della banca, non è proprio un compitino agevole e i cinque giorni di una settimana lavorativa, come tempo utile per l’impresa, sono oggettivamente un po’ pochini (il termine ultimo, ricordiamo, scadrà il prossimo 25 marzo). Se la lista “Ubi Banca Popolare!” dovrà aggiungere accanto al nome un altro punto esclamativo preceduto dalle parole “mannaggia a te”, lo dovrà esclusivamente ai cincischiamenti del rettore dell’Università Stefano Paleari, pur sempre magnifico anche se tardifico nel comunicare la sua decisione di farsi da parte. In attesa di un “sì” che prima tardava ad arrivare e poi non è più arrivato, le terze forze hanno perso, oltre che la pazienza, anche del tempo prezioso. L’individuazione, quasi in zona cesarini, del professor Resti e il suo ok, hanno salvato capra e cavoli, anche perché l’accusa dantesca di Doriano Bendotti, “bergamaschi ignavi”, lanciata dalle colonne del Corsera Bg, ha rappresentato un piccolo capolavoro di astuzia mediatica, in grado di svegliare di soprassalto qualche bell’addormentato orobico e di rianimare un progetto tutt’altro che moribondo. Non nuoce ricordare, in tale frangente, il proverbio della miglior tradizione che recita come, per la gente bergamasca, certe apparenze ingannino: sota la sender (bruci) la brasca. A tal proposito, cioè di fuochi apparentemente spenti, il direttore generale di Banca Popolare di Bergamo ha provato ad indossare le vesti di pompiere per gettare acqua sui pissi pissi bao bao apparsi, la scorsa settimana, sulla stampa nazionale (Mf e Il Giornale) che hanno parlato di lui come di “animatore” della terza compagine. In una e-mail indirizzata ai principali collaboratori della Banca Popolare, Masnaga si è smarcato con decisione dall’idea di ambire ad altre e più alte cariche, ritenendosi onorato del ruolo attualmente ricoperto, smentendo di fatto ambizioni ma non azioni (o promozioni). Decisamente più tranquillo il versante “istituzionale”, con Moltrasio che, con una liturgica conferenza stampa, ha presentato lista, un programma in dieci punti (già due più di Bersani) e una sorta di motto papale: “Assoluta indipendenza e scrupolosa onestà”.
Nel frattempo è partito lo scorso venerdì a Vertova, l’affiancamento, da parte del Comitato Bergamo Popolare presieduto da Ondei, alla compagine istituzionale con un tour che farà tappa, al Centro Congressi giovedì sera, e che avrebbe anche l’appoggio di personaggi come Pierino Persico, Renato Ravasio e Piercarlo Ghinzani. Alla casa di riposo seriana, ha brillato per la sua assenza il neo presidente della Cdo Alberto Capitanio che ha ribadito: “Non staremo alla finestra, ma per il momento siamo equidistanti dai due schieramenti”, preannunciando la sua presenza al convegno di giovedì. C’è molta curiosità di sapere dove i “celestini” orobici (che quando si tratta di votazioni sono una macchina da guerra, vedasi Capelli alle regionali) volgeranno il loro sguardo (e voto) misericordioso
Donatella Tiraboschi




Distretti del Commercio, al via il quinto bando regionale

È stato pubblicato nei giorni scorsi sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia il  quinto  Bando dei distretti del commercio denominato “Distretti del commercio verso Expo 2015”.
“Il nuovo provvedimento perfeziona e potenziare la positiva esperienza delle Isole dello Shopping anche in vista di Expo 2015 – afferma Luigi Trigona, direttore dell’ Ascom di Bergamo -. Il provvedimento conferma le politiche di programmazione strategica regionale in tema di valorizzazione dei territori; in particolare consente di presentare progetti di consolidamento e sviluppo su tre aree d'intervento che sono: governance evoluta, attrattività del territorio e sostegno alle imprese di distretto. Tre aree che unite alla capacità di sviluppare sinergie pubblico-privato, legano i Distretti all'Expo 2015».
Le risorse messe a disposizione da Regione Lombardia ammontano complessivamente a poco più di un milione. Il contributo regionale a fondo perso verrà assegnato ai Comuni Capofila, in base alla graduatoria da un minimo di 5mila euro fino ad un massimo di 75mila euro, fino ad esaurimento delle risorse. Ulteriori 3 milioni di euro, attualmente accantonati presso Finlombarda, verranno destinati integrando il finanziamento dei progetti già in graduatoria.
Al bando possono partecipare i soggetti capofila dei distretti (Comune, Comunità Montana, Unione di Comuni); le associazioni, i consorzi e le cooperative e loro società operative che abbiano per oggetto la promozione ed il sostegno delle imprese commerciali; le imprese del commercio e del turismo operative nel distretto. Le domande possono essere presentate a partire dalle 9 del 22 aprile fino alle 16 del 31 maggio 2013. La richiesta di contributo, pena la non ammissibilità, deve essere obbligatoriamente inviata mediante il sistema telematico messo a disposizione da Regione Lombardia all’indirizzo https://gefo.servizirl.it
L’Associazione commercianti di Bergamo è disponibile per informare e seguire la compilazione dei bandi (035 4120111 – info@ascombg.it).
Nella provincia di Bergamo si contano 28 distretti, di cui 22 finanziati dalla Regione Lombardia, attraverso quattro bandi consecutivi, per un totale di 120 comuni coinvolti e più di 10mila attività imprenditoriali.
Dodici sono i distretti bergamaschi certificati con il marchio di qualità Tocema Europe: Bergamo, Treviglio, Val Gandino, Area di Zingonia, Asta del Serio, Dal Sebino all’Oglio, Fontium et Mercatorum, Honio, La porta della Val Brembana, Ville e Torri dell’Isola, Morus Alba.




Artway, sfida tra i giovani barman per il miglior cocktail analcolico  

Nell’ambito di Artway 2013, manifestazione che prevede all’interno di alcuni locali di Bergamo la realizzazione di progetti che favoriscano stili di vita e di aggregazione consapevoli, al motto di “No alcol, sì party!”, l’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Bergamo, in collaborazione con le associazioni di categoria dei pubblici esercizi e l’Asl di Bergamo promuove l’adesione di giovani barman ad un contest per la creazione di un cocktail analcolico targato “Artway”.
Il bando è rivolto a ragazzi dai 16 ai 25 anni, di Bergamo e provincia, che abbiano svolto o stiano svolgendo percorsi di formazione per operatori di servizi nei bar o con esperienza lavorativa come barman. La selezione iniziale avverrà tramite la presentazione della scheda di adesione e di un curriculum vitae agli uffici del Servizio Giovani del Comune di Bergamo (via del Polaresco 15)
Verranno selezionati al massimo 8 concorrenti che dovranno partecipare all’aperitivo Artway il 17 maggio sulla terrazza dell’Ostello di Monterosso, a partire dalle ore 19. I due giovani barman vincitori potranno partecipare gratuitamente ad uno dei corsi per barman organizzati delle associazioni di categoria del valore di circa 450 euro.
La candidatura va presentata entro il 22 aprile 2013. Per ulteriori informazioni www.giovani.bg.it




Italiani tradizionalisti, 7 su 10 affrontano la vita in modo convenzionale

Preferiscono non rischiare, ascoltano il parere degli altri prima di prendere una decisione, ma almeno una volta nella loro vita si sono trovati a fare scelte non comuni. Ben 7 italiani su 10 dichiarano di affrontare la quotidianità seguendo le proprie abitudini (69%), rinunciando quindi a fare scelte non convenzionali. Solo il 21% si dichiara più aperto alle sperimentazioni, dividendosi tra chi è proiettato a fare cose nuove o stimolanti (15%) e chi vive fuori dagli schemi (6%). Di fronte alle mode del momento, più della metà degli italiani (53%) confessa di seguirle, mentre il 39% le ignora. Nonostante questo, ben 4 italiani su 10 (42%) confessano di essere andati “fuori dal coro” sempre o il più delle volte, mentre la metà si dichiara abbastanza originale.
Gli italiani sono in controtendenza rispetto a un diverso approccio alla vita che, supportato da svariati studi e ricerche, testimonia come avere una propria visione delle cose e pensare fuori dagli schemi porti benessere personale. Si tratta dell’unconventional thinking: un modo di pensare fuori dal coro, teorizzato da oltre 30.000 life coach e psicologi al mondo e uno degli argomenti più trattati direttamente o indirettamente su oltre il 40% dei magazine globali, da circa 450 mila blog, da centinaia di best seller in tutto il mondo. (Dati monitoraggio internazionale Chinò Sanpellegrino, marzo 2013, su 200 testate internazionali, circa 150 best seller mondiali e 1200 siti Internet e blog).
Cosa significa fare scelte convenzionali per gli italiani? Il campione si divide tra chi dà una connotazione positiva (49%) e chi, invece, una negativa alla scelta di prendere decisioni convenzionali (51%). Per la maggioranza, fare questo tipo di scelte significa optare per la soluzione migliore perché è quella più seguita (37%), mentre per altri vuol dire adeguarsi alla massa, rinunciando ad un atteggiamento attivo e critico (29%). C’è poi un 11% che ritiene le scelte convenzionali sinonimo d’intelligenza e un 17% un atteggiamento che porta ad essere abitudinari.
All’opposto, quali problematicità incontrano gli italiani nel seguire scelte non convenzionali? L’attualità quotidiana fa vivere questo tipo di scelte principalmente come un rischio; più di 1 italiano su 3 (35%) ritiene che in questo periodo storico sia troppo azzardato sperimentare. Al 20% degli italiani spaventa l’insicurezza dovuta a tali scelte, mentre altri ammettono di temere il giudizio esterno (13%) e di aver paura di pentirsene (28%).
Come si comportano, invece, gli italiani quando devono prendere una decisione? Il 34% degli intervistati afferma di seguire l’istinto, mentre 2 italiani su 3 (66%) ascoltano il parere degli altri. Tra questi è possibile distinguere tra coloro che affermano che ciò non incide sulle decisioni (25%), chi ascolta solo le persone fidate (30%) e chi si rivolge agli altri solo se ha molti dubbi (8%).
Sempre di fronte ad una decisione, quanto conta l'approvazione degli altri? Per la maggioranza (55%) conta abbastanza, per 1 italiano su 3 (32%) non conta per niente, mentre solo il 13% confessa che l’approvazione altrui ha un ruolo importante.
Qual è l’approccio degli italiani alle mode e alle tendenze del momento? Solo l’8% degli intervistati confessa di essere anticonformista e non seguirle, il 39% le ignora, mentre ben il 53% confessa di seguire le mode, con il 47% che ammette di seguire solo quelle che si rivelano coerenti con la propria personalità.
Solo di fronte a un imprevisto gli italiani diventano meno abitudinari. Il 46% degli intervistati afferma di affrontare con coraggio le sfide della vita, mentre il 27% cerca aiuto da qualcuno. Solo il 4% infatti non ritiene opportuno rischiare, mentre il 10% cerca soluzioni originali. Gli italiani ritengono di essere originali? Il 34% degli intervistati pensa di non esserlo, mentre la metà (50%) afferma di essere abbastanza originale, e il 17% dichiara di esserlo molto e sempre.

LE TRIBÙ
ABITUDINARI
(convenzionali per scelta): rientrano in questo gruppo tutti coloro che nell’affrontare la quotidianità seguono le proprie abitudini e che hanno fatto scelte non convenzionali in poche circostanze o mai. Secondo loro, fare scelte convenzionali significa scegliere la soluzione migliore, perchè è la più seguita. Inoltre, i convenzionali per scelta preferiscono adattarsi alla maggioranza nelle situazioni di gruppo, amano passare le loro vacanze sempre nello stesso posto e temono di pentirsi di fare scelte non convenzionali.

INDECISI (vorrei…ma non posso): è la tribù di coloro che vorrebbero essere non convenzionali e sono proiettati a fare cose stimolanti, ma sono legati al giudizio altrui. Sono proiettati a fare cose stimolanti, credono di essere persone abbastanza originali, ma temono il giudizio esterno e quando devono prendere una decisione ascoltano il parere delle persone fidate. Inoltre, se la tendenza del momento impone di rinunciare all’attività preferita, continuano a fare  ciò che gli piace ma finge che non gli interessa più.

UNCONVENTIONAL (fuori dal coro): in questa categoria rientrano tutti coloro che nell’affrontare la quotidianità decidono di andare sempre fuori dagli schemi. Proiettati a fare cose nuove e stimolanti, secondo loro fare scelte convenzionali significa adeguarsi alla massa. Coraggiosi di fronte agli imprevisti, i fuori dal coro quando devono prendere una decisione fanno di testa propria e non ritengono importante l’approvazione degli altri.




Sale da ballo: «Accordi tra locali per condividere il personale»

Paolo Visinoni, 42 anni, architetto, titolare dal 2000 del Lifeclub di Rovetta, è  il nuovo presidente del Gruppo Sale da Ballo di Ascom Bergamo. Da venti anni nel settore, impegnato nella discoteca della Val Seriana fondata da papà Giuseppe nel 1972, che ha accompagnato generazioni di ragazzi dai mitici anni Settanta, passando per la musica commerciale per approdare all'house e ai dj-set. “Con il nuovo consiglio continueremo il percorso intrapreso da Zibetti sul fronte della prevenzione dell'abuso di alcol e droga, contando sulla sua collaborazione ed esperienza nelle vesti di consigliere” – ha tenuto a sottolineare Visinoni, ringraziando il presidente uscente, “una vera e propria istituzione nel settore”.
Diverse sono le problematiche  da affrontare per i gestori di sale da ballo, a partire dalla formalizzazione dei contratti di lavoro, diventata sempre più complicata con l'entrata in vigore della Riforma Fornero: “Per i contratti a chiamata, oltre alle note limitazioni, si è imposta la segnalazione nelle 24 ore precedenti via fax, ad un numero che tuttavia nei primi 15 giorni non risultava in funzione. I problemi  dall'entrata in vigore della nuova riforma del lavoro sono innumerevoli sia per la gestione del personale che per gli artisti in occasione degli eventi settimanali in programma: si è giunti al paradosso di arrivare ad assumere e licenziare una persona per una sola sera. La Riforma non si adatta ad un settore come il nostro, per sua definizione basato su occupazioni in larga misura saltuarie. Siamo così chiamati a gestire nuovi oneri burocratici ed ennesime complicazioni”. Per garantire una continuità di occupazione del personale nelle sale da ballo, Visinoni ha stretto da imprenditore accordi e sinergie con altri locali. Un'idea che intende proporre ai colleghi come modello virtuoso di gestione: “La crisi impone tagli al budget e ridimensionamenti. Da imprenditore ho sperimentato con successo sinergie ed alleanze con altri locali. Stringendo accordi tra sale da ballo e locali notturni incentrati sul divertimento estivo ed altri più orientati su un'offerta di eventi invernale, si può garantire maggiore continuità di lavoro per il personale, attraverso una vera e propria condivisione di barman, deejay, artisti e specialisti dell'animazione, che possono così contare su un impegno annuale e non stagionale, ad un minor costo per ogni singolo imprenditore”.

Il problema
“La Riforma Fornero ha complicato enormemente la gestione del personale, introducendo più di un elemento di rigidità ed imponendo nuovi oneri burocratici. Le nuove regole non rispondono alle esigenze di un settore, come il nostro, legato ad eventi settimanali e ad iniziative spot”.

Il progetto
“Continueremo a proporre iniziative e progetti legati alla prevenzione dell'abuso di alcol e droghe. Promuovere ed educare al divertimento responsabile resta anche per questo mandato tra le nostre priorità”.

La sfida
“La crisi invita a mettere in campo alleanze e sinergie. La sfida per i locali può essere rappresentata dalla condivisione di personale, dai barman agli artisti, tra locali estivi ed invernali, per garantire un'occupazione più stabile da un lato e contenere i costi dall'altro”.

Il Consiglio direttivo
Paolo Visinoni subentra allo storico presidente del Gruppo Angelo Zibetti di Caravaggio, che resta nel consiglio mettendo a disposizione della categoria la sua esperienza, frutto di una vita spesa nel mondo della musica, del divertimento e del ballo. Fa parte del direttivo anche Cinzia Moleri dello Scaccomatto di Predore.




Gelato, domenica la giornata europea. In 54 gelaterie gusto speciale ad un euro

Un gusto speciale ed un prezzo speciale. È così che le gelaterie di tutta Europa celebreranno la prima Giornata Europea del Gelato Artigianale, istituita ufficialmente nel luglio scorso dal Parlamento di Strasburgo per promuovere uno dei prodotti più amati e ricordare ai consumatori le sue qualità.
La golosa ricorrenza è fissata per domenica 24 marzo e prevede, accanto alle diverse manifestazioni nazionali e locali, una grande iniziativa in contemporanea nelle gelaterie di almeno 12 Paesi, europei e non solo, ossia quelli coinvolti da Artglace, la Confederazione delle associazioni europee di gelatieri artigiani, promotrice della giornata. In tutti locali aderenti si potrà infatti trovare lo speciale gusto “Fantasie d’Europa”, un fiordilatte con copertura di cioccolato e mandorle che sarà proposto in coni e coppette al costo di un euro.
Grazie al coordinamento del Co. Gel., il Comitato Gelatieri che fa capo all’Ascom, anche in Bergamasca sarà facile per grandi e piccini assaggiare la novità e approfittare del prezzo promozionale, salutando nel migliore dei modi l’arrivo della bella stagione. Sono infatti 54 le gelaterie di città e provincia che hanno aderito alla proposta, assicurando una buona copertura del territorio e permettendo perciò di trovare vicino casa un esercizio “al sapore d’Europa”. 
Per l’occasione il Comitato ha promosso altri due eventi che accendono i riflettori sul gelato artigianale: un convegno dal titolo “Gelato artigianale e Apprendistato”, realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Bergamoe il concorso “Gelato artigianale del territorio bergamasco”

*Il Convegno "Gelato artigianale e Apprendistato"
Il convegno si svolge venerdì 22 marzo nella sala conferenze dell'Università degli Studi di Bergamo in piazzale Sant'Agostino 2 a partire dalle 9.30. Il tema è “Gelato artigianale e apprendistato” e si apre con i saluti di Remo Morzenti, pro-Rettore per le relazioni con il territorio dell’Università degli Studi di Bergamo, e di Giuseppe Bertagna, direttore del Dipartimento in Scienze Umane e Sociali dell’Università degli Studi di Bergamo; a cui seguono gli interventi di Piera Molinelli, pro-Rettore per l'Orientamento, Tirocini Placement dell’Università degli Studi di Bergamo su “Orientamento e apprendistato”, di Stefano Tomelleri, del Dipartimento di Scienze Umane Sociali dell'Università degli Studi di Bergamo su "L’uomo artigiano e l'apprendista”, di Arnaldo Minetti, giornalista e opinionista di settore su "Unicità del gelatiere, unicità della gelateria, unicità del gelato artigianale", di Luciana Polliotti, giornalista, sulla storia del gelato, di Giancarlo Timballo, presidente Co.Gel-Fipe, su “Concretezza dell'impegno artigianale nel quotidiano”. Modera il convegno Massimo Bosio, presidente del Comitato Gelatieri Bergamaschi.
Per tutta la giornata, nell'atrio della sala del convegno, sarà posizionato un carrettino refrigerato per un assaggio gratuito di gelato artigianale offerto dai gelatieri bergamaschi agli studenti dell'Università, ai partecipanti al convegno e, più in generale, alla cittadinanza.

*Il concorso "Gelato artigianale del territorio bergamasco”
Il tema "Gelato artigianale del territorio bergamasco” è legato ai prodotti specifici del territorio: latte, panna, frutta, verdura, vini, formaggi, dolci. Vi hanno aderito 24 gelaterie e 7 studenti delle scuole alberghiere del territorio. Il gelato, confezionato in anonime termoscatole da 500 g, fornite dall'organizzazione ai partecipanti, sarà consegnato dai 31 concorrenti venerdì 22 marzo dalle 8,30 alle 9,30 prima dell'inizio del convegno. Dalle ore 14.30 una giuria di esperti si occuperà di valutare i gelati presentati e proclamare il vincitore.
A giudicare il prodotto artigianale sono stati chiamati: Giancarlo Timballo, presidente Co.Gel-Fipe e Coppa del Mondo della Gelateria; Enrico Cerea, chef Executive del ristorante "da Vittorio", Brusaporto (Bg); Pierpaolo Magni, docente, membro dell'Accademia Italiana Maestri Pasticcieri; Beppo Tonon, Maestro intagliatore e Campione 2006 della Coppa del Mondo della Gelateria; Elio Ghisalberti, critico enogastronomico. Coordinata la giuria Luciana Polliotti, giornalista e storica del gelato. A tre primi classificati andrà una coppa come riconoscimento del lavoro svolto




Pari opportunità e attenzione alla famiglia, premiate 12 aziende

Dal grande gruppo internazionale all’asilo nido, dall’azienda storica alla nuova impresa: la decisione di riservare qualche attenzione in più al proprio personale e alla sua famiglia accomuna il mondo imprenditoriale bergamasco. È quanto emerge dalla prima edizione del Premio “Aziende family friendly”, promosso da Camera di Commercio, Bergamo Sviluppo, Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile, Consulta delle Politiche Familiari del Comune di Bergamo, Provincia, Consigliera di Parità della Provincia e Asl e realizzato in collaborazione con il sistema associativo e le organizzazioni sindacali. L’iniziativa valorizza l’impegno delle aziende per le pari opportunità e la conciliazione tra i tempi della famiglia, della vita e del lavoro dando loro visibilità (potranno infatti utilizzare il logo “family friendly”, che è anche quello dello sportello Welfare della Provincia) con l’obiettivo, nel contempo, di spronare le imprese del territorio sul tema e favorire la diffusione di buone pratiche. Vi hanno preso parte 13 aziende, 12 della quali sono state premiate in almeno una delle sei categorie previste. La consegna degli attestati è avvenuta nella sala giunta dell’Ente camerale, alla presenza del segretario generale Emanuele Prati, del presidente di Bergamo Sviluppo Angelo Carrara, della presidente del Comitato per la promozione dell’Imprenditoria Femminile, Ida Rocca, e dei rappresentanti delle istituzioni e delle organizzazioni coinvolte.

Aeper Cooperativa sociale – Bergamo
C’è anche il servizio gratuito di baby sitting a domicilio

La cooperativa sociale, che si occupa di attività educative, socio assistenziali e socio sanitarie, ha cento dipendenti più una quarantina di collaboratori. Ha attivato servizi di orientamento (colloqui e corsi anche di tipo tecnico) per facilitare il rientro dopo i congedi, offre a proprie spese ai dipendenti, ai loro familiari e ai soci uno sconto sulle prestazioni di uno studio dentistico convenzionato ed ha siglato una convenzione con una cooperativa di Treviglio per l’acquisto di libri a prezzi scontati per i soci che hanno figli in età scolastica. Grazie ai finanziamenti messi a disposizione dalla Legge 53/2000 è stato attivato un servizio di baby sitting a domicilio, di cui i dipendenti possono beneficiare gratuitamente, ed è stata estesa ai figli dei dipendenti la possibilità di usufruire, nei periodi di chiusura delle scuole o in caso di festività e sempre gratuitamente, degli spazi per bimbi gestiti dalla cooperativa. «Il nostro prenderci cura di persone fragili – evidenzia Micaela Barni, consigliere di amministrazione – è diventato anche una mission interna all’azienda, abbiamo compreso che è importante occuparsi, anche con “azioni silenziose”, dei diversi aspetti della vita della persone che sono con noi. Questo atteggiamento ha generato anche una diversa attenzione nei confronti dei nostri utenti, al loro sistema di relazioni e di vita».

Asilo nido La Stellina – Azzano San Paolo
Attenti al benessere con pet therapy e psicologa

Con vittorie in ben quattro categorie, l’azienda si aggiudica – virtualmente – il primo posto in classifica della prima edizione del Premio camerale. Per quanto riguarda la valorizzazione del personale (le dipendenti sono sette), l’asilo organizza, oltre le ore di formazione obbligatoria, corsi personalizzati per favorire lo sviluppo del pensiero educativo, ogni anno con temi diversi e con costi sempre a carico della struttura. Le due maternità gestite fino ad oggi hanno comportato l’inserimento di due persone in sostituzione, a cui è poi stato trasformato il contratto da tempo determinato a tempo indeterminato. Inoltre, il bimbo di una dipendente frequenta il nido a costo zero nella stessa fascia oraria in cui la madre vi lavora. Le dipendenti possono anche usufruire dei servizi (lavanderia, cucina, salottino con tv e accesso a Internet) e del cibo della struttura. Sul fronte delle iniziative per accrescere la qualità della vita, c’è la possibilità per le dipendenti e i loro figli di accedere gratuitamente al progetto di pet therapy presente nel nido, allo sportello gestito da una psicologa e ai corsi serali (come cucito, narrazione, fotografia) rivolti a tutti gli interessati e gratuiti per le dipendenti. «Ci occupiamo di cura – evidenzia la titolare Giovanna Parimbelli – ed è per noi naturale pensare di farlo lungo tutta la vita di una persona, non solo nell’infanzia». Talmente naturale «che non ci eravamo nemmeno resi conto – confessa – delle buone prassi che mettevamo in atto ed è stato grazie alla segnalazione di una collaboratrice che abbiamo partecipato al Premio».

Autotrasporti Cappella Bruno – Osio Sotto
«Con il premio “autista dell’anno” valorizziamo la responsabilità»

Da tre anni, il primo sabato di settembre, l’azienda organizza una giornata dedicata alle famiglie e agli amici dei venti dipendenti chiamata “Family Day”, durante la quale si svolgono le “olimpiadi” con premi per i più piccoli e viene premiato l’“autista dell’anno” (tre premi in denaro da euro 1.500, 1.000 e 500). Vengono anche organizzati corsi durante l’orario di lavoro per aiutare la crescita personale e facilitare la gestione del quotidiano. «In un momento come questo – evidenzia il titolare Patrizio Cappella – si rischia di concentrarsi solo su come mantenere il lavoro e cercare nuove commesse perdendo il focus sulla formazione e il coinvolgimento dei collaboratori, che se sono cortesi e collaborativi nei confronti dei clienti possono fare la differenza. I premi che assegniamo ai nostri autisti vanno in questa direzione – spiega –. Non riguardano infatti la produttività, ma la cura del materiale e del mezzo, la puntualità e il rispetto del codice della strada». «Non è vero, del resto, che ai dipendenti importa solo della retribuzione – aggiunge -. Le indagini dicono che è solo al quarto posto tra le aspettative. Ai primi posti ci sono l’essere valorizzati, il coinvolgimento nei problemi aziendali e l’interesse nei propri confronti come persone».

Cattaneo Meccanica – Albegno di Treviolo
Un bonus per i bimbi dalla culla agli 11 anni

L’azienda, nata nel 1944, si occupa di lavorazioni meccaniche e dà lavoro a 46 dipendenti. Eroga un bonus nascita di 300 euro in busta paga per i neo-papà e le neo-mamme e il “Premio Santa Lucia”, ulteriore bonus in denaro riconosciuto nel mese di novembre ai dipendenti con figli dai 2 agli 11 anni. L’azienda effettua inoltre ogni anno assunzioni estive (stage, tirocini, percorsi di alternanza scuola-lavoro) privilegiando i figli o i familiari dei dipendenti che stiano frequentando corsi di studio affini all’attività aziendale. I ragazzi ricevono tutta l’attrezzatura necessaria, sia che stiano in officina sia negli uffici, possono usufruire della mensa aziendale, vengono seguiti da persone dedicate e al termine dell’esperienza ricevono un forfait per la disponibilità. Il clima famigliare è ben rappresentato dalla presenza alla cerimonia di premiazione di nonna e nipote. «Mio nonno – racconta Giovanni Cattaneo – ha introdotto l’abitudine di andare a trovare i collaboratori che avevano appena avuto un figlio. Quello che facciamo oggi è la prosecuzione di questa visione, nella consapevolezza che un’azienda è come una famiglia e funziona se c’è collaborazione».

Tenaris Dalmine – Dalmine
«Nel momento di maggiore crisi la scelta di investire sulla formazione»

Premiata in tre categorie, l’azienda ha, per i suoi 2.300 dipendenti in 5 stabilimenti, un programma di “Gender diversity”con l’obiettivo di allinearsi alle migliori pratiche in termini di parità e diversità. Per ogni area professionale sono inoltre strutturati percorsi di carriera, che orientano la crescita all’interno dell’azienda. Attraverso una politica ad hoc vengono diffuse informazioni in tema di pari opportunità, diritti e uguaglianza sul lavoro e sul portale sono caricate le policy e il codice di comportamento aziendale.
Sul versante degli strumenti per agevolare la gestione domestica e dei benefit, l’infermeria interna è aperta 24 ore su 24 e i dipendenti possono effettuare visite specialistiche preventive ed esami. Esiste un servizio navetta gratuito da Milano per gli aventi diritto in base ad un accordo sindacale. All’interno dell’azienda è inoltre attivo uno sportello bancario. Tenaris Dalmine è stata anche premiata per la partnership con il territorio: in qualità di socio fondatore della Gamec organizza per dipendenti e loro familiari visite guidate gratuite alle mostre, collabora con le scuole ed eroga borse di studio. Sono state anche siglate tre convenzioni con asili nido privati di Dalmine (25 posti riservati ai dipendenti che hanno anche uno sconto del 40% sulla retta). «Legame con il territorio e inclusione sono concetti sviluppati in tutto il Gruppo – rileva Paola Mazzoleni, responsabile delle risorse umane -, come testimoniano le Tenaris University, scuole di formazioni presenti in tutti i maggiori siti produttivi del mondo. Ed è stato proprio nel momento di maggiore crisi per la nostra azienda, nel 2009, che si sono potenziati gli investimenti in ricerca e sviluppo e formazione. Si è deciso di pensare al futuro e questo è stato percepito dai dipendenti, che si sono stretti nella collaborazione».

Euro-kemical – Covo
La candidatura al Premio presentata dai dipendenti

Da sempre l’azienda – 13 dipendenti, settore chimico – riconosce una remunerazione integrativa (quattordicesima) per tutti i dipendenti, non prevista a livello contrattuale. Ogni dipendente a Natale riceve inoltre un premio di 500 euro (entrambi vengono inseriti nella busta paga di dicembre). A dare più valore al riconoscimento camerale è il fatto che la domanda di partecipazione è stata presentata dai dipendenti, che volevano fare una sorpresa al proprio titolare ed hanno fatto pervenire in sala il loro messaggio di stima e gratitudine testimoniando la possibilità di lavorare «serenamente per obiettivi comuni e reciproci». «Ho costruito dal nulla questa società – commenta l’amministratore unico Giuseppe Lamera – e capisco le difficoltà del lavoro. Credo che per essere family friendly sia fondamentale mettersi sullo stesso piano del proprio collaboratore, in questo modo si instaura un rapporto di rispetto reciproco».

Filo di fate – Nembro
Da disoccupati ad imprenditori, «la nostra forza è nel gruppo»

«L’attenzione alle esigenze delle persone è parte della genesi della nostra azienda», ha ricordato Massimo Pomari, uno dei titolari della società, che si occupa di confezioni e dà lavoro a 14 persone, nata come risposta alla chiusura di una grande camiceria in Valle. «Siamo passati da disoccupati ad imprenditori – prosegue –. Non avevamo capitali alle spalle, ciò che ci ha fatto partire sono stati la consapevolezza della nostra professionalità e la forza del gruppo, conoscevamo infatti la storia delle nostre colleghe». Le azioni riguardano soprattutto la flessibilità negli orari, i part-time, ad esempio, sono studiati con la dipendente per agevolare il ruolo di figlia, mamma o nonna, cercando di combinare la turnazione con gli orari del marito o della famiglia. Per le dipendenti che invece lavorano full-time e che abitano vicino al posto di lavoro è stato creato un “orario base” per permettere loro di organizzarsi nella gestione domestica a seconda delle esigenze (rientro a casa in pausa pranzo prima dell’arrivo dei familiari e rientro al lavoro posticipato). «Con queste attenzioni abbiamo cementato il gruppo – sottolinea –, le dipendenti sono interessate all’andamento dell’azienda ed hanno la possibilità di dare il proprio contributo creativo. Se infatti mettono a punto un modello interessante lo adottiamo e gli diamo il nome di chi l’ha ideato. Oggi lavoriamo per conto terzi, ma per il futuro ci piacerebbe realizzare una linea nostra. È con l’apporto di tutti che si mantiene l’azienda viva».

Fonderie Mario Mazzucconi – Ponte San Pietro
Dall’azienda supporto in caso di speciali difficoltà

L’azienda (parte del Gruppo Mazzucconi, che conta complessivamente mille dipendenti in 5 stabilimenti) dà la possibilità di trasformare il contratto da full-time a part-time per i primi tre anni del bambino, per impiegati e quadri offre una flessibilità oraria su base settimanale e per il personale extracomunitario una banca ore utilizzabile nei periodi di ricongiungimento familiare per la fruizione di ferie lunghe (30-45 giorni). Tra le azioni di sostegno ci sono una donazione economica straordinaria, da parte dell’azienda e dei colleghi, alla famiglia del dipendente in caso di decesso improvviso e sottoscrizioni per assistenza/supporto domiciliare o spese per interventi chirurgici destinati a dipendenti o familiari gravemente malati. Ha svolto anche un’indagine sul clima aziendale e organizza periodicamente eventi per coinvolgere le famiglie e il “Premio studio” per i figli dei dipendenti. Alta è anche l’attenzione alla salute, con campagne antifumo e di prevenzione e convenzioni. «L’azienda è nata nel 1905 ed ha sempre creduto che le persone rappresentano un valore in più – ha evidenziato Michele Mazzucconi, amministratore delegato, quarta generazione della famiglia alla guida dell’impresa – e sono certo che tante altre aziende bergamasche lo fanno. Questo Premio offre ora la possibilità di confrontarsi e mettere in comune esperienze ed è importante perché c’è sempre qualcosa da imparare e mutuare».

Italian Cable Company – Bolgare
«Prossimo passo far conoscere i servizi presenti sul territorio»

La società – 240 dipendenti – si occupa di cavi per l’industria ed il trasporto di energia. È stata premiata per le strategie di valorizzazione del personale e per la flessibilità e l’organizzazione del lavoro condivisa. Dalla valutazione delle competenze e dall’identificazione dei fabbisogni viene definito il “Piano formativo annuale”, che prevede lo svolgimento di corsi di formazione, oltre gli obblighi di legge, per la crescita professionale dei dipendenti. Nel 2012 sono stati organizzati 33 corsi che hanno coinvolto 78 persone, per un totale di oltre 1.000 ore di formazione, svolte all’interno e all’esterno dell’azienda. Tra le azioni di flessibilità, il personale dell’ufficio amministrativo-contabile, costituito da sole donne, può usufruire di un orario flessibile, che prevede “flessibilità in accumulo” nel periodo dicembre-aprile, quando cioè c’è un picco di lavoro, e “flessibilità in scarico” nel periodo maggio-novembre, quando l’ufficio ha meno lavoro. «Tutto parte dalla volontà di rispondere ai bisogni, espressi e non, delle persone – rileva il responsabile delle risorse umane Mario Belotti -. Dalla collaborazione con la Provincia e gli Ambiti territoriali è nata ora l’idea di cablare in un sistema informatico tutte le opportunità già esistenti, come le convenzioni con gli asili nido, i servizi per le neomamme, per rendere visibile alle persone della nostra azienda quello che già c’è».

Ivs Italia – Seriate
La dipendente: «L’asilo nido è un messaggio positivo in questi tempi difficili»

Da ottobre 2011 a Pedrengo, nelle vicinanze delle filiali di Pedrengo e Seriate è attivo dell’asilo nido aziendale “I vispi sorrisi”, con 19 posti. I figli dei dipendenti hanno la precedenza, seguono i familiari dei dipendenti e poi tutti gli altri interessati. Il servizio è gestito da una cooperativa ma la costituzione è stata voluta dai soci fondatori dell’azienda, che sostengono anche i costi di gestione della struttura (affitto, riscaldamento, luce, ecc.). La retta per i figli dei dipendenti è scontata del 20%. Ivs si occupa di ristorazione automatica ed ha mille dipendenti. «Un’azienda che pensa al futuro – ha evidenziato Diana Poloni – deve pensare anche a quello dei suoi dipendenti, da qui nasce l’asilo nido aziendale, che vuole essere un ambiente eccellente da tutti i punti di vista». Laura Rodriguez, approdata sei anni fa da Madrid alla direzione commerciale, è un’utente del servizio: «È un supporto importante – dice – ma lo è ancor di più la sensazione di solidità che con questa iniziativa l’azienda trasmette: investire sui nostri figli ed è il miglior messaggio che si può dare di questi tempi difficili».

Sidip – Isso
«Con i social network ogni dipendente dà il meglio di sé»

Attiva nel settore delle pulizie civili ed industriali, l’azienda punta sulla valorizzazione dei dipendenti (47), realizzando corsi di formazione, durante i quali viene anche presentato e condiviso il sistema di valutazione trimestrale delle prestazioni, che tiene conto di una serie di aspetti, alcuni dei quali valutati anche dai clienti committenti. In azienda sono presenti delle “cassette fucsia” per la raccolta delle proposte di miglioramento. L’insieme delle valutazioni trimestrali e le eventuali proposte di miglioramento genera premi ai dipendenti. L’azienda si è dotata di un Regolamento aziendale/Carta dei diritti e utilizza spazi web (sito, wiky, web 2.0) per comunicare con i lavoratori, grazie alle possibilità offerte da Google Drive e Google Group. Daniele Lo Sasso ha 31 anni ed è amministratore delegato dell’attività di famiglia: «L’utilizzo dei social network – rileva – è determinante, crea un fil rouge tra i dipendenti e tira fuori il meglio di ognuno». Tra gli strumenti innovativi c’è la pubblicazione on line del calendario con la possibilità di programmare autonomamente ferie e permessi. «è una modalità che responsabilizza le persone – dice ancora -, che diventano collaboratori e non dipendenti, e facilita il compito di chi amministra». Sul versante dei corsi, ci sono anche quelli per l’autostima e la gestione del tempo.

Soltur – Dalmine
«La sfida è far comprendere all’esterno il valore di queste azioni»

Il contratto part-time rappresenta l’83% del totale, perché l’azienda (30 dipendenti di varie nazionalità nel settore delle pulizie) propone ai clienti orari di intervento in base alla disponibilità del lavoratore. È stato creato uno sportello di ascolto delle problematiche dei dipendenti, attivo una volta alla settimana, e per rapportarsi con la direzione i dipendenti utilizzano una piattaforma web, attraverso cui possono presentare proposte di miglioramento che, se accettate, generano un premio in denaro. È anche attivo un sistema di valutazione condiviso che funziona a punteggi: chi ne ottiene, riceve un premio in denaro che entra nel premio di produzione. Poiché la maggior parte dei dipendenti va al lavoro a piedi o in bicicletta si cercano clienti anche in funzione della residenza dei dipendenti, calcolando attentamente i tempi di percorso casa-lavoro. C’è inoltre la possibilità per i dipendenti di usufruire delle condizioni bancarie applicate all’azienda. «La nostra attenzione si è rivolta anche al ricollocamento degli invalidi – sottolinea il presidente e amministratore delegato Sergio Turolla – e pure gli obblighi in tema di medicina del lavoro, spesso considerati solo un peso, possono diventare un valore. Se tutte queste iniziative hanno migliorato il clima aziendale, ciò che manca è il riconoscimento da parte della clientela, che, anzi, spesso teme ripercussioni sul prezzo del servizio. Mi auguro che questo Premio ci aiuti a far passare questo messaggio».