Perché serve fantasia per mettere a reddito la cultura 

Nel maggio del 2009, un ministro della Repubblica ebbe occasione di affermare che “con la cultura non si mangia”. e che, però, a ben pensarci, svelava un suo deficit relativo alla capacità di immaginare scenari economici alternativi a quelli tradizionali. La cultura, infatti, può essere, eccome, fonte di sostentamento per le persone e, nonostante la crisi economica che ha caratterizzato questi ultimi quattro anni, è in grado di produrre valore e creare posti di lavoro.
Non a caso, secondo le previsioni di Unioncamere e del Ministero del Lavoro, nel 2012, sono state circa 32.500 le assunzioni, delle quali il 70% non stagionali e il 30% stagionali, da parte di imprese italiane che competono grazie alla qualità e alla cultura, pari al 5,6% del totale delle assunzioni realizzate dalle imprese di industria e servizi. Nonostante la crisi, le imprese legate alla cultura hanno dimostrato una specifica tenuta occupazionale, visto che il numero di occupati del settore, dal 2007 al 2011, è cresciuto a un ritmo medio annuo dello 0,8% (complessivamente circa 55mila posti di lavoro in più), a fronte di una flessione media dello 0,4% all’anno che, nello stesso periodo, ha caratterizzato l’intera economia nazionale. Un dato di tenuta che si è manifestato anche nel 2012: pur arretrando sotto i colpi della congiuntura (-0,7% il saldo occupazionale rispetto al 2011), le aziende della cultura hanno evidenziato una maggiore resistenza rispetto al complesso delle altre imprese.
Valorizzare la cultura, in termini economici, nello specifico, può significare, anche, la scelta, da parte di un’azienda, di sviluppare attività di sponsorizzazione di eventi o beni culturali. Sponsorizzazione è il termine che descrive una relazione tra uno sponsor e un evento, un’istituzione o un bene: lo sponsor interviene finanziariamente o fornendo beni/servizi, in cambio della possibilità di sfruttare il potenziale commerciale associato all’evento, all’istituzione o al bene. Nel nostro Paese, sponsorizzare eventi o beni culturali implica il rapportarsi, da parte delle aziende, al sistema degli Enti locali. Ciò determina che il bisogno di un’azienda di migliorare i propri fatturati, grazie alla sponsorizzazione di eventi e beni culturali, mediante l’associazione del proprio nome o logo con gli stessi, s’incroci con l’esigenza, da parte degli Enti locali, in tempi di patto di stabilità, di realizzare fund raising, ovvero un reperimento di risorse finanziarie, necessarie allo sviluppo delle attività tipiche della loro mission. 
E’ vero, d’altronde, che, nel mondo angloamericano, sia diffusa l’attività di cause related marketing (marketing delle cause di interesse sociale) con la quale s’intende, invece, uno sforzo promozionale, che sia stato pianificato strategicamente, volto a produrre un aumento delle vendite di un’azienda o a migliorare la sua posizione di mercato, tramite azioni che vanno, anche, a beneficio di un’organizzazione non-profit. Quanto affermato significa che, quando un consumatore acquista il prodotto o il servizio dell’azienda, generalmente, l’azienda effettua una donazione all’ente non-profit. Forse, il primo esempio di cause related marketing è stato il restauro della Statua della Libertà, nel 1983, grazie all’elaborazione di una strategia promozionale da parte di American Express e di Fondazione Ellis Island, un’istituzione pubblica di rilievo: ogni qualvolta un detentore della carta realizzava una nuova operazione, una percentuale del costo della stessa andava a finanziare il recupero di quel monumento. C’è da chiedersi se una storia di successo, come quella rammentata, non possa ispirare le scelte di coloro che hanno la responsabilità di mettere a reddito uno straordinario patrimonio di bellezza, come quello italiano e, nel suo piccolo, ma mica tanto, come quello bergamasco. Valorizzare la cultura, infatti, necessita di fantasia.  




Ubi, Resti lancia la terza lista “Difenderemo il modello cooperativo”

Da oggi fino al 25 marzo sarà solo una corsa contro il tempo. Per la terza compagine che, nella prossima assemblea del 20 aprile, andrà ad inserirsi tra la lista capitanata da Andrea Moltrasio e da Giorgio Jannone nel rinnovo dei vertici di Ubi, il rush finale al fatidico termine per la presentazione della squadra, si correrà sul filo del rasoio. Cinquecento firme da raccogliere e autenticare costituiscono un bel daffare. Confermato nel professor Andrea Cesare Resti – 47 anni, bresciano, docente alla Bocconi ma con trascorsi anche all’Università di Bergamo – il capolista, l'ultima settimana è stata contrassegnata da un valzer di consultazioni per la costruzione della compagine che proporrà non ventitré nomi, ma diciotto soltanto. Uno sfoltimento, per la lista denominata “Ubi, Banca Popolare!”, che non prevede i cinque riempi-lista (chi vince ha diritto sempre e solo a diciotto poltrone) e che non include i promotori, Doriano Bendotti e Gian Antonio Bonaldi.
Ecco, nell’ordine, i 18 nomi, attentamente vagliati dal professor Resti: Marco Gallarati (candidato vicepresidente vicario, lunga esperienza bancaria, anche in Popolare e Bpu), Maurizio Zucchi e Dorino Aghliardi (commercialisti), Luca Cividini (imprenditore), Laura Bertulessi (dg di Italtrans), Emilio Gramano (ex dirigente di Bankitalia a Bergamo), Marco Balzarini (ex dirigente della Popolare di Bergamo), Anna Cassina (consigliere della Fustiplast), Ignazio Bonomi Deleuse (avvocato), Marco Pesenti (ad della Rollon di Vimercate), Simonetta Mangili (commercialista), Giagiacomo Alborghetti (avvocato), Stefano Franchini (commercialista), Daniele Bonetti (ex dirigente della Popolare di Bg), Beatrice Mascheretti (commercialista), Luciano Pezzoli (imprenditore) e Marco Leali (avvocato civilista).
Una lista che ha già preso una posizione chiara: la difesa del modello cooperativo. “Non bisogna farsi attrarre dalla tentazione di far cassa – ha precisato Resti al Corriere della Sera di Bergamo -. Bisogna fare ogni sforzo per difendere la banca del territorio e puntare a una forte valorizzazione del modello cooperativo”. 
 
 
 
 




Credito, solo 2 imprese su 10 chiedono fondi per investimenti

Sono sempre meno le imprese che si rivolgono alle banche per chiedere un finanziamento (sono il 14% contro il 15,7% del trimestre precedente) e, tra queste, aumentano quelle che si sono viste rifiutare il credito o che lo hanno ottenuto per un ammontare inferiore alla richiesta (dal 35,4% a quasi il 40%). Nel frattempo, diminuiscono le imprese che, invece, si sono viste accordare il credito richiesto (dal 31,5% al 30%), un fenomeno  che si associa al permanere della difficoltà delle imprese di far fronte al proprio fabbisogno finanziario e che, per la prima volta dall'inizio della crisi nel 2008, ha colpito anche le imprese del Nord-Est. Sono i principali risultati che emergono dall'Osservatorio sul credito per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi nel quarto trimestre del 2012 realizzato da Confcommercio-Imprese per l'Italia in collaborazione con Format Ricerche.
La ricerca. Il dato rilevato nell'ultimo trimestre 2012 relativo alle imprese che sono riuscite a far fronte ai propri impegni finanziari, si attesta sugli stessi valori del trimestre precedente, arrestando un declino che era iniziato nel 2011, ma con una prevalenza di casi di difficoltà ancora una volta fra le imprese più piccole. In prospettiva, prevalgono le imprese che ritengono la loro situazione finanziaria stabile e solo quelle della classe 1-9 addetti (le micro imprese) formulano previsioni di peggioramento per il primo trimestre 2013. Rimane sostanzialmente stabile, infatti, sia la percentuale delle imprese che sono riuscite a far fronte al proprio fabbisogno finanziario senza difficoltà (30,6% rispetto al 30,8% del trimestre precedente), sia la quota di imprese che ci sono riuscite seppur con difficoltà (49,5% contro il 49,9%); in aumento, invece, il numero di imprese che non sono riuscite a fronteggiare il proprio fabbisogno (passate dal 19,3% al 19,9%). Fra i tre comparti presi in considerazione, quello dei servizi sembra avere le maggiori difficoltà finanziarie, anche se per l'immediato futuro le previsioni sono allineate a quelle del commercio e del turismo. Si conferma la dicotomia fra il Mezzogiorno e il resto del Paese, con le imprese del Sud più in affanno rispetto a quelle del centro e soprattutto del Nord Italia.
Domanda e offerta di credito
La percentuale di imprese del terziario che nel quarto trimestre del 2012 si sono rivolte alle banche per chiedere un fido, un finanziamento, o la rinegoziazione di un fido, o di un finanziamento esistente, è risultata più contenuta rispetto a quella rilevata solo tre mesi prima (14% rispetto al 15,7%). Nell'ambito di quel 14% di imprese che si sono rivolte al sistema bancario per ottenere credito, il 30,2% lo ha ottenuto con un ammontare pari o superiore rispetto a quello richiesto, il 17,2% lo ha ottenuto, ma con un ammontare inferiore rispetto a quello richiesto, il 21,4% ha visto rifiutata la propria domanda di credito, l'11,4% è in attesa di conoscere l'esito della propria richiesta ed il 22,9% ha dichiarato di essere intenzionata a formalizzare istanza di credito alle banche nel prossimo trimestre.In sostanza, diminuisce significativamente la percentuale delle imprese che ottiene credito dalle banche. Anche nel quarto trimestre 2012, infatti, l'area dell'irrigidimento (ovvero le imprese che hanno visto accordarsi il credito con un ammontare inferiore a quello richiesto sommate alle imprese che non hanno visto accordarselo affatto) pari al 38,6% ha superato l'area di stabilità pari al 30,2% (le imprese che hanno visto accordarsi il credito con un ammontare pari o superiore a quello richiesto) accentuando ulteriormente la divaricazione fra di esse. Da sottolineare il fatto che per la prima volta dall'inizio della crisi nel 2008 ciò avviene anche nelle regioni del Nord Italia, del Nord-Est in particolare.
Ragioni delle richieste di finanziamento
In merito alla situazione finanziaria delle imprese del terziario, nell'ambito del 14% delle imprese del terziario che si sono rivolte al sistema bancario per ottenere credito, il 70,7% lo ha fatto per esigenze di liquidità o cassa, mentre solo il 20,7% per effettuare investimenti e l'8,6% per ristrutturare i debiti esistenti.
Offerta di credito e costo dei servizi finanziari
Le condizioni del credito con riferimento ai tassi di interesse applicati dalle banche alle imprese del terziario, nell'ultimo trimestre 2012, sono leggermente peggiorate e ancor di più lo sono per quanto concerne le cosiddette "altre condizioni" (servizi bancari comunque legati ad un servizio di finanziamento, es. messa a disposizione fondi). Anche la situazione relativa al costo dei servizi bancari nel loro complesso, e quindi al di là del costo del credito in sé stesso, è peggiorata negli ultimi tre mesi del 2012 per un numero maggiore di imprese rispetto al trimestre precedente e sono soprattutto le imprese più piccole quelle più colpite, anche se in generale tutte le imprese hanno avvertito tale aumento di costo. L'aumento del costo dei servizi bancari è stato avvertito in modo particolarmente grave dalle imprese operative nel settore del commercio.Percezione peggiorativa, infine, anche rispetto alle condizioni del credito per "durata" e "garanzie" richieste dalle banche a copertura dei finanziamenti o degli affidamenti concessi.




Ubi, i nomi della “terza lista” guidata dal bocconiano Resti

Da oggi fino al 25 marzo sarà solo una corsa contro il tempo. Per la terza compagine che, nella prossima assemblea del 20 aprile, proverà ad inserirsi tra la lista capitanata da Andrea Moltrasio e da Giorgio Jannone nel rinnovo dei vertici di Ubi, il rush finale al fatidico termine per la presentazione della squadra, si correrà sul filo del rasoio. Cinquecento firme da raccogliere e autenticare costituiscono un bel daffare, non meno improbo dell'impegno sotteso alla composizione della squadra, che in un'altalena di ipotesi degli ultimi giorno, (si presenta o non si presenta?) potrebbe sortire un effetto sorpresa, modello grillini in assetto bancario. Confermato nel professor Andrea Cesare Resti il capolista, l'ultima settimana è stata contrassegnata da un valzer di consultazioni per la costruzione della compagine che proporrà non ventitré nomi, ma diciotto soltanto. Uno sfoltimento, per la lista Resti, chiamiamola momentaneamente così, che non prevede i cinque riempi-lista (chi vince ha diritto comunque a un minimo di diciotto poltrone). Tra i diciotto non figureranno i promotori, Doriano Bendotti e Gian Antonio Bonaldi, i quali, benché siano in possesso degli stringenti requisiti previsti, si chiameranno fuori. Top secret i nomi (attentamente vagliati dal professor Resti), anche se le indiscrezioni cominciano a trapelare a cominciare dagli avvocati Ignazio Bonomi e Marco Leali di Bergamo. Tra gli imprenditori figurerebbero i nomi di Luciano Pezzoli, Luca Cividini e Laura Bertulessi. In lista anche Marco Gallarati, ex dirigente bancario (al secondo posto), Daniele Bonetti, Dorino Agliardi, (commercialista), Marco Pesenti (imprenditore), Simonetta Mangili (commercialista), Emilio Gramano (ex dirigente di Banca d’Italia a Bergamo) e Anna Loredana Cassina.




Promoberg dà un sostegno alla Città della Scienza di Napoli

Nella serata del 4 marzo un devastante incendio doloso ha distrutto in poche decine di minuti la Città della Scienza di Napoli. Il museo interattivo con sede nell’area ex Italsider a Bagnoli, era uno dei fiori all’occhiello del capoluogo partenopeo, e richiamava in media 350mila visitatori l’anno. Tra le diverse sezioni, la Città della Scienza ospitava anche L’Officina dei Piccoli, centro scientifico interamente dedicato ai bambini under 9 anni, realizzato attraverso il coinvolgimento diretto dei bambini con il metodo della progettazione partecipata.
Promoberg, pensando al mondo dell’infanzia, ha ideato dieci anni fa “Lilliput”. Il Villaggio creativo-educativo organizzato dall’ente fieristico vuole valorizzare e diffondere una nuova cultura dedicata al mondo dei più piccoli. Una cultura che considera i bambini quali soggetti attivi, con importanti potenzialità e risorse proprie: una filosofia in linea con quanto portato avanti dalla Città della Scienza. E proprio il polo museale napoletano, tramite la Fondazione Idis che lo gestisce, è tra le realtà con le quali Lilliput ha stretto le sinergie più importanti e significative. Ciò ha portato alla partecipazione dal 2008 del museo napoletano agli appuntamenti di Lilliput alla Fiera di Bergamo. Il rapporto tra le due realtà si è sempre più consolidato negli anni, permettendo di far debuttare nel 2012 Lilliput a Napoli, presso la Città della Scienza: una “prima” contraddistinta da tante emozioni e grande entusiasmo.
Dato lo stretto rapporto tra le due realtà, Promoberg è rimasta fortemente colpita dalle gravi conseguenze del rogo di Bagnoli.
“Davanti a tale dramma – sottolinea Ivan Rodeschini, presidente di Ente Fiera Promoberg -, oggi più che mai Bergamo è vicina a Napoli. La sinergia tra Promoberg e Fondazione Idis si rafforza ulteriormente. Vogliamo dare tutto il nostro contributo per far sì che la Città della Scienza si rialzi il prima possibile. E il primo atto della sua rinascita avverrà proprio al prossimo appuntamento di Lilliput, la manifestazione organizzata da Ente Fiera Promoberg in programma dal 21 al 24 marzo presso il polo fieristico di Bergamo. La Città della Scienza sarà presente come sempre con una serie di laboratori interattivi, tradizionalmente molto seguiti e apprezzati. Quest’anno il pubblico di Lilliput avrà però un motivo in più, e molto importante, per visitare gli spazi del museo napoletano.  Presso lo stand della Città della Scienza sarà attiva una raccolta fondi a offerta libera, destinata alla sua ricostruzione. Un evento straordinario, in quanto è la prima volta che diamo l’assenso a una raccolta fondi: ma davanti a un così violento fatto di cronaca, abbiamo ritenuto doveroso fare uno strappo alla regola. La Città della Scienza, oltre ad essere un polo museale d’eccellenza a livello europeo, era uno dei gioielli di Napoli, e rappresentava, in particolare per i bambini, un simbolo di cultura, formazione, e innovazione. Tutto l’appassionato pubblico di Lilliput  – conclude Rodeschini – avrà quindi la possibilità di dimostrare concretamente la sua grande solidarietà verso una causa davvero meritoria”.
“Il nostro Villaggio creativo, da parte sua – prosegue Luigi Trigona, Segretario generale di Ente Fiera Promoberg – ha prontamente confermato il suo allestimento a Napoli, dal 30 aprile al 5 maggio. Il terribile incendio ha distrutto in poche ore 12mila metri quadrati di museo, ma non certamente i progetti da noi stilati in collaborazione con la Fondazione Idis. Chiaramente dovremo riorganizzare la manifestazione in base agli spazi a disposizione (utilizzando l’unica ala della Città della Scienza rimasta in piedi), ma questo non impedirà ai tanti bambini che interverranno, di mettere in mostra i loro saperi e il loro grande entusiasmo. La presenza della Città della Scienza a Bergamo, e l’allestimento della seconda edizione di Lilliput a Napoli – osserva Trigona -, sono due atti concreti per confermare, sia tutto il nostro impegno e la grande passione verso i temi dedicati all’infanzia, sia la forte volontà, che è tipica proprio dei bambini, di non arrenderci mai, neppure davanti alle più dure avversità”.
Tra i numerosi interventi registrati durante la prima edizione di Lilliput presso la Città della Scienza di Napoli, da ricordare quello del sindaco del capoluogo partenopeo, Luigi De Magistris. “Ben vengano iniziative come Lilliput – aveva detto il primo cittadino -, che guardano agli adulti di domani, e che sensibilizzano i più piccoli su temi importantissimi come l'educazione civica e ambientale, la scienza, l'arte. Tra le migliaia di lettere che ricevo giornalmente, quelle dei bambini restano le più belle e le più profonde. Capiscono meglio degli adulti argomenti fondamentali quali l'eco-sostenibilità e il riciclo dei materiali. Dobbiamo ascoltarli di più”. Durante le sue prime nove edizioni alla Fiera di Bergamo, sono state oltre 400mila le persone, metà delle quali bambini, che hanno varcato le porte del Villaggio creativo di Lilliput a Bergamo. 




Strutture ricettive, solo on line la comunicazione degli alloggiati

Con la pubblicazione del decreto del Ministero dell’Interno 7 gennaio 2013 sulla Gazzetta Ufficiale del 17 gennaio, è entrato in vigore l’obbligo della trasmissione telematica/informatica dei dati relativi alle persone alloggiate presso le strutture ricettive. Il sistema, che in Bergamasca è già stato attivato dalla fine del 2010, consentendo ai gestori di snellire le procedure, diventa ora il canale esclusivo di trasmissione, con la possibilità di utilizzare posta elettronica certificata e fax solo in caso di problemi tecnici al sistema web. La comunicazione va effettuata entro 24 ore dall’arrivo dei clienti direttamente alle questure attraverso il Servizio Alloggiati Web della Polizia di Stato e non più alle autorità locali di pubblica sicurezza. La Questura di Bergamo ricorda che sono tenuti alla comunicazione albergatori, affittacamere, proprietari o gestori di case e di appartamenti per ferie e vacanze, ostelli per la gioventù, rifugi alpini e rifugi escursionistici, bed and breakfast, bivacchi fissi, titolari di campeggi, case di cura e di salute dell’intera provincia. Chi non utilizzasse già il sistema deve produrre una specifica domanda alla Questura di Bergamo, che provvederà all’abilitazione. La modulistica per la richiesta delle credenziali di accesso al servizio web, il manuale operativo e tutte le informazioni necessarie possono essere consultati e scaricati dal sito della Questura di Bergamo all’indirizzo http://questure.poliziadistato.it/Bergamo/articolo-6-66-20329-1.htm. Per ulteriori informazioni è possibile contattare i seguenti numeri della Questura: 035 276581 – 035 276558 – 035 276527 dalle ore 9 alle ore 13, dal lunedì al venerdì. Nulla cambia in tema di sanzioni in caso di mancata comunicazione dei dati degli alloggiati.




Commercio, le donne ora hanno una marcia in più 

Nasce in Ascom il Gruppo del Terziario Donna. L’assemblea delle imprenditrice bergamasche del terziario ha eletto all’unanimità Claudia Marrone come presidente del Gruppo. Classe ‘73, amministratore della Leto Srl, Marrone gestisce in franchising una rete di negozi con insegna Intimissimo, Calzedonia e Tezenis; la neo presidente fa parte anche del nuovo consiglio del Gruppo Abbigliamento di Ascom. Due le vicepresidenti del Gruppo: Giovanna Pradella, titolare della Cidia Srl, ingrosso di specialità alimentari che si trova nel cuore di Bergamo, e Paola Rota, impegnata nel settore dell’ospitalità e titolare del Castello di Clanezzo di Ubiale Clanezzo. Del consiglio fanno parte sei giovani imprenditrici: Roberta Pizzigalli dell’Immobiliare Pizzigalli di Bergamo, Valentina Rodigari del Conad Almè – Princesses Srl, Paola Corna dell’ACM srl di Grumello del Monte che si occupa di commercio all’ingrosso di accessori per abbigliamento, Maria Teresa Lodi della Geakoiné di Bergamo, una tra le maggiori organizzazioni italiane specializzate nella traduzione e nella produzione di documentazione multilingua, Sabrina Milesi, titolare del Ritual Pub di Bergamo e Luna Gualdi dell’Editrice Bergamasca di Bergamo.
«Si è costituito un gruppo giovane e vivace che vuole replicare a livello locale la rappresentanza dell’imprenditoria femminile presente in Confcommercio – afferma Luigi Trigona, direttore dell’ Ascom di Bergamo -. Con questo gruppo desideriamo valorizzare il ruolo sociale e imprenditoriale delle donne che sono in numero cospicuo nel settore del terziario».
Il gruppo che si è creato in Ascom è composto da giovani imprenditrici che provengono da settori eterogenei. «Abbiamo creato un gruppo giovane perché desideriamo che il cammino sia lungo e che frutti negli anni. E’ inoltre un gruppo eterogeneo che rappresenta realtà imprenditoriali molto differenti – commenta la neo presidente Marrone -. Il nostro obiettivo è quello di portare avanti alcune iniziative per favorire l’imprenditoria femminile, da sviluppare lungo due direttrici. La prima è quella di far conoscere e approfondire le opportunità offerte a noi donne, come start up e consulenze, anche in collaborazione con l’Università. La seconda è quella di cercare di fare proposte che possano conciliare il lavoro con la famiglia, al fine di non porci di fronte ad un’alternativa ma di tentare di fare al meglio quello che siamo chiamate a fare sul lavoro e in famiglia».




Autosalonisti: “L’usato correrà?¢‚Ǩ¬® sempre più sul web”

Si è costituito in seno all’Ascom il Gruppo degli Autosalonisti, che nasce dopo lo scioglimento di Assoauto, l'associazione autonoma aderente ad Ascom e fondata nel 1998 come prima forma di aggregazione della categoria degli autosaloni plurimarca a livello nazionale.?¢‚Ǩ¬®Il Gruppo si propone come obiettivo quello di potenziare la rappresentanza del settore auto e di creare un coordinamento con concessionari e con le agenzie di pratiche automobilistiche. A presiedere il consiglio del neonato Gruppo è stato eletto Loreno Epis, 49 anni, titolare dell'Autosalone Epis di Scanzorosciate, già alla guida di Assoauto. Il settore degli autosaloni plurimarca in Bergamasca tiene. Si contano infatti 100 saloni, un numero costante nell'ultimo anno, che presenta una crescita dell'11,1% nell’ultimo quadriennio. “Nonostante le difficoltà, il settore tiene così come la domanda di auto usate, che non subisce fortunatamente le flessioni del nuovo – conferma il neopresidente Epis -. Il vero ostacolo oggi è rappresentato dalla difficoltà di reperire un usato di qualità. Con la crisi si tende a portare a fine corsa i mezzi. Le auto ad alto chilometraggio o piuttosto datate incontrano la domanda estera e sono così in crescita le radiazioni per esportazioni”.?¢‚Ǩ¬®Nel frattempo, il mercato dell’auto viaggia sempre più sul web: “Ormai internet è diventato lo strumento d’elezione per la ricerca dell’auto e la disponibilità all’acquisto prende forma da un sito all’altro. Il 70-80 per cento dei contatti oggi avviene attraverso la grande rete, che proietta le nostre imprese lontano, portandole ad operare in un contesto internazionale. Il web apre anche alla concorrenza soprattutto sul fronte del prezzo”. Una delle sfide che il Gruppo intende affrontare è la specializzazione nella vendita on-line: “Per rispondere alle richieste del mercato bisogna attrezzarsi a dovere. Internet rappresenta sempre più un’opportunità per la categoria, che può andare ad intercettare anche quel 60 per cento di privati che si affidano al fai-da te, garantendo un’assistenza professionale. L’obiettivo è dar vita ad una piattaforma web aperta, attraverso i social network, ad utenti e clienti. Il sito, il primo a livello nazionale,  riunirà tutti gli operatori associati e raccoglierà oltre alle auto in vendita in ogni salone, tutte le iniziative in corso o in programma per il Gruppo. Sarà a tutti gli effetti un “luogo” in cui instaurare un dialogo tra noi, i nostri clienti e i consumatori”.?¢‚Ǩ¬®La specializzazione e la professionalità del Gruppo sono i valori che gli Autosalonisti intendono portare avanti attraverso un percorso formativo ad hoc: “Vogliamo indicare a chi opera nel settore una strada chiara a livello normativo e professionale attraverso corsi di specializzazione ed aggiornamento, incentrati oltre che sulle tecniche di vendita, sugli aspetti normativi, in primis sul codice al consumo. Abbiamo predisposto un corso certificato che partirà a breve”.  Il progetto a medio termine per il Gruppo è la creazione di un marchio di qualità attribuito con l’approvazione dei consumatori: “L’obiettivo è iniziare ad intraprendere un percorso con i consumatori in collaborazione con le loro associazioni per stilare un protocollo d'intesa ed un sigillo di qualità delle nostre aziende per qualificare ulteriormente la nostra attività”.  




Assemblea Ubi, ecco i nomi della lista guidata da Moltrasio

Il Consiglio di Sorveglianza di Ubi banca ha deliberato all'unanimità la composizione della lista, che verrà sottoposta all'assemblea dei Soci, con le candidature alla carica di consigliere di sorveglianza per il triennio 2013-2014-2015

1)  Andrea Moltrasio, Presidente, Imprenditore
2)  Mario Cera, Vice Presidente Vicario, Avvocato Professore Universitario
3)  Armando Santus, Notaio
4)  Gian Luigi Gola, Commercialista
5)  Lorenzo Renato Guerini, Commercialista
6)  Alberto Folonari, Imprenditore
7)  Alfredo Gusmini, ex Dirigente Bancario
8)  Sergio Pivato, Commercialista
9)  Mario Mazzoleni, Imprenditore
10) Federico Manzoni, Commercialista
11) Marina Brogi, Professore Universitario
12) Enrico MinelliProfessore Universitario
13) Antonella Bardoni, Direttore Confidi
14) Pierpaolo Camadini, Avvocato
15) Ester FaiaProfessore Universitario
16) Alessandra Del BocaProfessore Universitario
17) Carlo Garavaglia, Commercialista
18) Letizia Bellini Cavalletti, Dirigente d'Impresa
19) Mario ComanaProfessore Universitario
20) Franco Bossoni, Notaio
21) Giacomino MauriniProfessore Universitario
22) Stefano Gianotti, Imprenditore
23) Graziano Caldiani, ex Dirigente Bancario

“Nella formazione della lista – si  legge in una nota diffusa dall’Istituto – si è ritenuto importante che i componenti della lista stessa potessero esprimere sensibilità e competenze verso le tematiche di interesse dei diversi stakeholders e in particolare di quelle del mondo del lavoro e degli investitori nazionali e internazionali.
La normativa in materia di equilibrio tra i generi ha di fatto rappresentato un'importante opportunità che il Consiglio ha inteso cogliere, grazie all'arricchimento delle competenze e delle esperienze, maturate anche in ambito internazionale, che le candidate individuate potranno portare al Consiglio di Sorveglianza.
In tale contesto si evidenzia come la lista predisposta sia caratterizzata da un significativo livello di diversificazione di esperienze di business, competenze funzionali, background professionali, esperienza internazionale, equilibrio fra i generi, con un'età media dei Consiglieri pari a 58 anni; ciò consentirà al Consiglio di esercitare una Corporate Governance efficace con processi, sistemi e comportamenti ispirati alle best practice internazionali nonché ai requisiti previsti dall'Autorità di Vigilanza”.
La lista proposta, così come tutte le liste presentate per l'elezione del Consiglio di Sorveglianza, deve essere supportata da almeno 500 Soci che abbiano diritto ad intervenire e votare nell'Assemblea chiamata ad eleggere il Consiglio di Sorveglianza, che documentino tale diritto secondo le vigenti normative, ovvero da uno o più soci che rappresentino almeno lo 0,50% del capitale sociale.




Aumentano inglesi e turisti dall’Est Europa negli IAT bergamaschi 

Gli IAT (Uffici di Informazione e Accoglienza turistica) sono sempre molto apprezzati dagli stranieri, in crescita nel 2012 inglesi e turisti dell’Est, ancora prevalenti gli spagnoli. E tra le informazioni maggiormente richieste, diminuisce la richiesta di Milano a favore di quelle sulla città di Bergamo e i laghi. È quanto emerge dalla seconda analisi dei visitatori degli uffici di informazione e accoglienza turistica della città di Bergamo, un lavoro svolto grazie alla collaborazione tra Comune di Bergamo e i suoi Uffici d’Informazione e Accoglienza turistica (IAT), Turismo Bergamo e curato dal Cestit, in collaborazione con il CASI dell’Università degli Studi di Bergamo partendo dai dati raccolti da ogni singolo ufficio (IAT Città Alta, IAT Città Bassa, uffici di Turismo Bergamo in Città Bassa e all’aeroporto di Orio al Serio).
Afferma Roberta Garibaldi, coordinatore per il Comune di Bergamo del progetto “I turismi a Bergamo”: “Nel 2012 i visitatori degli uffici d’informazione turistica presenti in città sono stati oltre 135 mila, di cui 100.209 per i due Uffici IAT. Il lavoro che viene fatto dai nostri operatori è prezioso per presentare la città a turisti ed escursionisti in arrivo. In Città Alta, ad esempio, offriamo il nostro servizio 365 giorni all’anno e dal 1° marzo anche con orario continuato. Il nuovo obiettivo è di far vivere la città in tutti i suoi molteplici aspetti: patrimonio storico artistico, ma anche eventi, enogastronomia e shopping.”
Lo studio ha fornito informazioni sul profilo generale del visitatore degli uffici, da un lato quantificando l’affluenza e la distribuzione mensile e settimanale, dall’altro analizzando le caratteristiche principali (età, nucleo e provenienza), le informazioni richieste (tipologia e meta) e il comportamento sul territorio (motivo e durata del soggiorno, mezzo di trasporto utilizzato per giungere a Bergamo); nel corso del 2012 sono stati compilati nei 4 uffici un totale di 57.704 questionari.
Nel 2012 i visitatori degli uffici turistici presenti in città sono stati oltre 135 mila, con picchi di maggiore afflusso nei mesi primaverili (aprile, maggio) e di fine estate (agosto, settembre). Se da una parte è diminuita la quota di visitatori all’ufficio in aeroporto di oltre cinque punti percentuale (dal 27,3% al 22%), di contro l’ufficio IAT di Città Alta ha visto un incremento di circa il 5% (da 30,8% a 35,6%). Stabile invece è la quota del polo turistico della città bassa, situato presso l’Urban Center (41,9% nel 2011, 42,4% nel 2012).
L’utilizzo del servizio offerto dagli uffici da parte di turisti, escursionisti e locali si concentra nei giorni del fine settimana (nell’ordine sabato, domenica e venerdì), i quali  raccolgono quasi il 55% dei visitatori. Fra i giorni infrasettimanali anche nel 2012 si registra una leggera prevalenza del lunedì, il quale risulta anche essere il giorno di chiusura di quasi tutti i musei cittadini e di molti negozi di Città Alta e della città bassa (prevalentemente al mattino).
I visitatori degli uffici turistici sono nella maggioranza coppie (41,7%) e persone singole (35,5%). Rispetto alla rilevazione effettuata nel 2011, che aveva evidenziato una sostanziale uguaglianza delle due componenti, si registra un aumento delle coppie e una flessione di coloro che entrano da soli.
La presenza di gruppi di persone risulta più bassa (15,3%) rispetto alle altre  componenti, pur mantenendosi agli stessi livelli dell’anno precedente; il minore afflusso negli uffici turistici è giustificato dal fatto che il responsabile del gruppo tendenzialmente recupera tutte le informazioni necessarie alla visita prima dell’arrivo in città.
Più significativa è invece la scarsa presenza di famiglie, le quali rappresentano solo il 7,1% di coloro che utilizzano il servizio offerto dagli uffici cittadini; il dato 2012 si mantiene in linea con quello dell’anno precedente.
Sono soprattutto gli stranieri (oltre 92mila) ad utilizzare questo servizio. Gli italiani sono solo un terzo (43mila c.a.) del totale dei visitatori, pur rappresentando il primo paese per provenienza, il che sembra indicare che gli italiani abbiano maggiore famigliarità con la città.
Spagna, Regno Unito e Paesi dell’Est Europa sono le tre principali aree di provenienza dei flussi stranieri. Italiani e stranieri richiedono principalmente informazioni relative alla città di Bergamo (oltre il 70% in entrambi i casi). Tra gli stranieri sono le aree più turistiche ad essere maggiormente richieste (valli e laghi); gli italiani, invece, continuano ad interessarsi anche ad aree meno note come la pianura.  Rispetto all’anno precedente si registra una forte diminuzione dell’interesse per la città di Milano, che scende di oltre 20 punti percentuale; Bergamo diventa sempre più la destinazione  finale anche per coloro che atterrano all’aeroporto di Orio.
Entrando nel merito della tipologia di richiesta, questi visitatori richiedono principalmente informazioni turistiche, tra cui materiale informativo (cartine e miniguide), e su come muoversi in città con i mezzi pubblici (autobus e funicolari) o con il mezzo privato. Fra le altre richieste – che rappresentano una quota minoritaria – gli italiani (soprattutto i locali) mostrano un maggiore interesse verso gli eventi organizzati in città; gli stranieri chiedono in generale più informazioni di natura generica anche se britannici, tedeschi e visitatori dal Nord Europa hanno mostrato un crescente interesse verso gli itinerari di visita della città e/o della provincia.
La maggior parte dei visitatori italiani e stranieri risulta avere un’età compresa tra i 36 e i 60 anni. La componente giovane (21-35 anni) è nettamente maggiore fra i primi (36,1% contro il 23,4%), come peraltro già risultava nel 2011. Si conferma bassa la presenza di ragazzi (<20 anni) e di bambini (0-12), mentre è in crescita rispetto all’anno scorso la quota degli ultrasessantenni, soprattutto fra gli stranieri.
La maggior parte dei visitatori degli uffici, in particolar modo stranieri, arriva a Bergamo in aereo, a riprova dell’importanza assunta dall’aeroporto come fattore di “attrazione“ per la città. Il mezzo privato (auto o moto) e l’autobus vengono utilizzati da quasi il 40% dell’utenza, mentre decisamente minore è l’utilizzo del treno (9,3%).
Se consideriamo la durata del soggiorno si rileva una leggera prevalenza degli escursionisti, ossia di coloro che visitano Bergamo in giornata senza pernottare. Questi sono più della metà, a riprova che la città è tuttora considerata da molti una destinazione di breve durata. Tra coloro che pernottano si registra una preferenza per soggiorni brevi (2 giorni, weekend). Il confronto con i dati 2011 evidenzia una minore propensione al pernottamento tra coloro che entrano agli iat, e una diminuzione dell’utilizzo dell’aereo a favore del trasporto su gomma, soprattutto dell’autobus, dato che la quota di coloro che utilizzano il mezzo privato è diminuita
Conclude Roberta Garibaldi: “I lavori di analisi come questo sono fondamentali per comprendere quale è il profilo del nostro turista e come si modifica di anno in anno. E’ attraverso l’analisi che è possibile fare le scelte migliori di politica turistica”.
La soddisfazione è per il costante aumento di turisti sugli escursionisti – afferma Silvano Ravasio, presidente di Turismo Bergamo -. Il lavoro a monte di promozione sta dando i suoi frutti. La sinergia di collaborazioni tra Comune e Turismo Bergamo porta a questi risultati”.
l documento si può scaricare dal sito: www.comune.bergamo.it , nella sezione “per il turista” da cui si accede cliccando sull’icona ”per il turista” dalle icone in basso.