Cristina Pontiggia è la nuova presidente dei Giovani Imprenditori

Rinnovato in toto anche il direttivo con i consiglieri entranti Matteo Mongelli, Carlo Allevi, Stefania Carissimi, Valentina Distaso, Roberto Nembrini, Michele Volpi e Filippo Pavesi

 

Cristina Pontiggia

Cambio al vertice dei Giovani Imprenditori di Ascom Confcommercio Bergamo: a guidare il Gruppo per i prossimi cinque anni sarà infatti Cristina Pontiggia, 36 anni titolare dell’Airport Hotel di Bergamo, che sostituisce Alessandro Capozzi. Rinnovato in toto anche il direttivo con i consiglieri entranti Matteo Mongelli, 27 anni, Carlo Allevi, 35 anni, Stefania Carissimi, 26 anni, Valentina Distaso, 26 anni, Roberto Nembrini, 38 anni, Michele Volpi, 23 anni, e Filippo Pavesi, 27 anni.

Il Gruppo Giovani Imprenditori di Ascom Bergamo è nato per sostenere la crescita professionale, istituzionale e sociale dei giovani imprenditori del terziario in un periodo storico difficile per le nuove attività imprenditoriali guidate da under 42: su circa 24 mila attività del terziario, infatti, le partite iva sono poco più di 4 mila, circa il 17%. A queste si aggiungono circa 7 mila persone tra soci di società e coadiuvanti famigliari. «Stiamo vivendo una fase di arretramento dell’imprenditorialità giovanile a causa anche di un deficit di competenze manageriali – sottolinea Pontiggia -. Dobbiamo lavorare insieme per attirare i giovani e avvicinarli al mondo dell’autoimprenditorialità, a cominciare dalle scuole dove Ascom è già stata presente per un confronto con gli studenti».

E sul passaggio di testimone Pontiggia raccoglie un’eredità importante: «Riattiveremo i progetti che si sono fermati a causa della pandemia e porteremo avanti quelli già avviati – conclude la presidente -. Il nostro è un consiglio ricco di competenze diversificate e questo ci consentirà di lavorare su progetti concreti e in presenza per affiancare e supportare l’imprenditorialità giovanile».

 

 




Diego Pesenti, presidente Fiva Bergamo, entra nella Giunta della Federazione nazionale

La nomina all’unanimità nel direttivo presieduto da Giacomo Errico Diego Pesenti, neo-presidente della Federazione Italiana Venditori Ambulanti su aree pubbliche- Fiva Bergamo, è stato eletto all’unanimità nella Giunta nazionale della Federazione, presieduta da Giacomo Errico. “Non posso che ringraziare i vertici della Federazione per la fiducia che mi viene accordata- commenta Diego Pesenti-. È un onore ricoprire il ruolo che appartenne a Mauro Dolci, storico presidente provinciale scomparso a maggio dello scorso anno. Cercherò di dare voce alle istanze dei commercianti bergamaschi con lo stesso impegno e passione. Gli ambulanti stanno affrontando con fatica la crisi: oltre al settore delle fiere che ha visto azzerare in questi due anni la propria attività, stiamo assistendo a un progressivo abbandono delle piazzole nei 260 mercati bergamaschi, con una riduzione dell’offerta commerciale e un calo della presenza della clientela”. Una crisi generalizzata del settore, che va affrontata, mettendo in campo nuove competenze e strategie: “Serve adottare soluzioni che possano conquistare anche quella grande fetta di consumatori che non è abituata a frequentare i mercati, anche attraverso soluzioni sperimentali, magari utilizzando gli strumenti digitali”.

Pesenti, 47 anni, originario di Madone, ricopre la carica di vicepresidente di Fiva Bergamo dal 2007. Svolge l’attività di ambulante nel settore del abbigliamento per bambini dal 1989 e lavora su alcune delle piazze più importanti non solo della provincia bergamasca: Osio Sotto, Brembate, Verdello, Urgnano, Trezzo sull’Adda e Pioltello.




Fipe, vertici a RistorExpo: “La ristorazione è ancora in affanno in Lombardia”

Rincari energetici e tensioni della guerra in Ucraina mettono al freno i consumi

Giorgio Beltrami

Un sospiro di sollievo per l’allentamento delle misure di contrasto al Covid-19, ma preoccupazione per i costi energetici e delle materie prime oltre che per le tensioni della guerra in Ucraina, nuove difficoltà che incidono in modo significativo sulle attività di ristorazione. E primi segnali di allarme sul fronte inflazione e sui bilanci delle famiglie, che saranno costrette a una riduzione dei consumi. È quanto emerge dalla Giunta Esecutiva del Comitato lombardo dei Pubblici Esercizi presieduto dal presidente Fipe Lino Stoppani, che si è tenuto a Lariofiere in occasione di RistorExpo. “La graduale eliminazione delle restrizioni Covid – dichiara Stoppani – è un altro passo in avanti verso la normalità per il settore, ma è evidente che il ritorno alle condizioni pre-pandemiche non avverrà da un giorno all’altro, considerati anche i rincari energetici e delle materie prime. Per questo motivo è fondamentale continuare a sostenere le imprese della ristorazione con misure concrete, sui temi della liquidità riscadenziando i termini di rimborso dei prestiti generati dalla crisi pandemica, favorendo la tenuta dell’occupazione ed evitando la dispersione di competenze, contrastando i fenomeni speculativi che interessano i prezzi delle materie prime, mantenendo la detassazione sui dehor che non solo si sono rivelati un grande aiuto per gli operatori, ma hanno contribuito a creare un nuovo modello di città, fatto di relazioni diffuse sul territorio e di una socialità sempre più vissuta all’aria aperta”. Il lungo periodo della pandemia, con i conseguenti lockdown, le quarantene e l’utilizzo massiccio dello smart working, hanno colpito duramente l’intero comparto della ristorazione. A rilevarlo è il Centro Studi di Fipe, che nel “Rapporto Ristorazione 2021” evidenzia a livello nazionale lo stato di crisi del settore, con forte impatto sui fatturati, sui livelli di occupazione e sui tassi di mortalità delle imprese, con un saldo negativo delle attività (- 14.000 imprese) e in Lombardia consumi alimentari fuori casa fermi a 11 miliardi di euro, rispetto ai 15,3 del 2019. Un riconoscimento dell’importanza economica e identitaria del settore arriva dalla Carta dei Valori della Ristorazione Italiana, documento che richiama i principi e i valori di un settore – economici, sociali, culturali, storici e antropologici – strumento fondamentale  per la promozione e la valorizzazione delle eccellenze della filiera enogastronomica e turistica, già firmata dal ministro del Turismo Massimo Garavaglia, da Attilio Fontana – primo Presidente di Regione a sottoscriverla – dal Sindaco di Milano Beppe Sala e da tanti altri illustri  rappresentanti delle istituzioni e della società civile. Carta dei Valori firmata dai componenti della Giunta del Comitato lombardo dei Pubblici Esercizi. “La Carta dei Valori non rappresenta solo un inno alla cucina italiana, alla tradizione e alla socialità – prosegue il Presidente di Fipe Lino Stoppani – ma un impegno concreto di tutela dei valori intrinsechi a questi elementi, parte integrante dell’immaginario collettivo nazionale e non solo. In Lombardia nei prossimi anni avremo la grande opportunità di far conoscere ancora di più al resto d’Italia, d’Europa e del mondo la nostra tradizione enogastronomica, grazie ad appuntamenti come Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 e le Olimpiadi Invernali del 2026”.
Tra le problematiche più sentite dalla categoria, la difficoltà nel trovare personale: “Viviamo il paradosso di riprendere finalmente a lavorare , ma non riusciamo a trovare camerieri, cuochi, baristi – commenta Giorgio Beltrami, vicepresidente regionale del coordinamento di Fipe Lombardia- . Per questo Fipe sta organizzando Talent day per favorire l’incontro tra domanda e offerta nel nostro comparto. La base associativa in questo momento si divide tra la difficoltà di reclutamento del personale e l’aumento verticale dei costi di gestione . Ciò porta alle esigenze, contrapposte, di assecondare un miglioramento delle condizioni lavorative dei dipendenti e la necessità di contenere i costi”.




Terziario Donna, Alessandra Cereda confermata alla guida. Francesca Bassi neo-vice

Il consiglio è stato completamente rinnovato: Francesca Fuselli, Norma Mazzoleni, Cristina Mora, Stefania Carissimi, Veronica Rota e Vincenza Carissimi nel direttivo

E’ stata confermata alla guida di Terziario Donna Alessandra Cereda che, al secondo mandato consecutivo, resterà in carica fino al 2026. Cereda, classe 1976, della “Mobil Cereda” di Zanica, è affiancata dalla neo vicepresidente Francesca Bassi di “Chapeau Cafè e Bistrot” di Bergamo.

Il consiglio è stato completamente rinnovato e vede la nomina di Francesca Fuselli di “Fuselli Sport” di Almè, Norma Mazzoleni di “Dif Spa” di Azzano San Paolo, Cristina Mora di “Ferramenta Mora Venanzio” di Pedrengo, Stefania Carissimi di “Maracuja Agency” di Bergamo, Veronica Rota di “Mobil Rota” di Almenno San Bartolomeo e Vincenza Carissimi di “Bar Commercio” di Osio Sotto.

I due anni di emergenza Covid-19 hanno visto crescere il numero di imprese femminili, che hanno dato dinamicità al fenomeno dell’autoimpiego, ma hanno anche segnalato la debolezza del nostro sistema economico e la necessità di rafforzare il supporto ai neo imprenditori. “La pandemia ha messo in evidenza tutti i limiti della conciliazione famiglia lavoro e le difficoltà sono state enormi in questi due anni- sottolinea Alessandra Cereda-. Tra quarantene e stop alla didattica, l’impegno delle donne, divise tra lavoro e famiglia, è stato davvero enorme e purtroppo non sempre riconosciuto”. L’impegno della categoria è quello di continuare a supportare le imprese al femminile: “Il primo passo è l’informazione e il costante aggiornamento su bandi, bonus e opportunità, anche sul fronte Pnrr. Contiamo di organizzare poi webinar e convegni sui temi più sentiti dalle nostre imprese. Prosegue inoltre, sul piano personale e welfare, l’impegno del Gruppo a fianco di Ente Mutuo regionale, con incontri mirati sulla salute femminile e sul ruolo insostituibile della prevenzione e sensibilizzazione”.

Quanto ai numeri, si contano in città e provincia 13.884 donne con funzioni imprenditoriali, di cui 4802 ditte individuali e 1082 legali rappresentanti di società, cui si aggiungono circa 8mila soci e coadiuvanti (dati Ascom su elaborazione fonte camerale al IV trimestre 2021).




Metodo classico, degustazione alla cieca allo Chapeau Bistrot

Appuntamento con il blind tasting giovedì 14 aprile 

Proseguono le serate di degustazione allo Chapeau Bistrot di Redona, il locale diventato un punto di riferimento e luogo di aggregazione della nuova piazza Don Sergio Colombo, di fronte alla chiesa del quartiere. Il prossimo appuntamento è per giovedì 14 aprile, con la prima spumeggiante degustazione alla cieca. La serata a tema celebra infatti le bollicine con metodo classico, con abbinamenti studiati dallo chef del locale Paolo Frisoli. Per i nasi e palati più fini che riusciranno a indovinare la provenienza di almeno tre tra gli champenoise serviti è previsto a fine serata un omaggio (per prenotazioni 331.6392660). Il menù si apre con carpaccio di salmerino con avocado e mais soffiato; segue la patata pavè con fonduta di pecorino e panna alle erbe. La cena prosegue con raviolo di rapa rossa con ricotta e finocchietto e filetto di maialino con cavolo nero e cremoso di fagioli. “Le serate, organizzate una volta al mese nel giorno di chiusura del locale, aperto normalmente la sera dopo cena solo dal venerdì alla domenica, stanno diventando un’occasione d’incontro per i nostri clienti più affezionati e rappresentano un’ottima occasione per chi ancora non ci conosce di gustare i piatti del nostro chef e scoprire le cantine e vignaioli con cui collaboriamo- commenta Francesca Bassi-. Con questa prima degustazione alla cieca festeggeremo Pasqua in anticipo con chi parte e ci prepariamo ad accogliere ai nostri tavoli chi resta con un menù speciale per l’occasione”. A Pasqua il locale propone due menù diversi, oltre a una carta studiata per i più piccoli ospiti. Tra i piatti in carta, crudo di manzo con branzi stagionato, lamponi e zenzero, a seguire, il fusillone di pasta fresca con fondo di melanzana e dragoncello. E ancora, lomo di baccalà con cioccolato bianco e salvia e, per chiudere, la colomba con mascarpone, crumble alle mandorle e agrumi canditi.
Il bistrot, inaugurato a novembre 2020, è ormai una meta per colazioni golose con brioche e torte di pasticceria, pranzi di lavoro, merende con gelato artigianale o cioccolate fumanti, aperitivi gourmet con mixologist per poi proseguire la sera con cene e cocktail.




Paolo Ghinzani alla guida dei Concessionari auto Ascom

Il nuovo presidente subentra a Marco Fassi. Entrano in consiglio Gianfranco Testa e Curzio Rota

Paolo Ghinzani è il nuovo presidente del Gruppo Concessionari Ascom Confcommercio Bergamo; subentra a Marco Fassi di “Az Veicoli” di Bergamo. Ghinzani, 57 anni, della “Cittadella dell’Auto” di Bergamo e delle sedi “Auto Ghinzani” di Calusco d’Adda e di San Paolo d’Argon, ricopriva già il ruolo di consigliere del Gruppo dal 2012. Il direttivo vede la conferma di Marcello Quadri di “Quadri Automobili”di Romano di Lombardia e Mirco Moioli di “Futurauto” di Stezzano. Entrano in consiglio Curzio Rota di “Auto Rota” Di Bergamo e Gianfranco Testa di “Azzurra Bresciani” di Verdello.
Il settore, dopo gli anni difficili della pandemia, sta affrontando costi elevati per i rincari energetici ed è alle prese con ritardi di consegne delle auto nuove. “Le richieste non mancano, ma sono le auto a scarseggiare. Le case madri devono far fronte alla carenza di microchip, essenziali per la componentistica di ogni autovettura e ora anche alla guerra tra Russia e Ucraina che coinvolge due Paesi importanti, oltre che sul piano energetico, per import-export e produzione auto.- commenta Paolo Ghinzani-. La domanda supera quasi l’offerta: i prezzi salgono e le promozioni scarseggiano. Se le case madri limitano i danni producendo meno e vendendo meglio, i concessionari restano l’anello debole della catena e si trovano a cercare con fatica nuovi equilibri tra costi fissi, sempre più elevati con i rincari energetici, e minori volumi di vendita”. La crisi pesa e rinvia in molti casi l’acquisto di auto o favorisce la scelta dell’usato: “Siamo agli sgoccioli, in attesa di conoscere i decreti attuativi, previsti nelle prossime ore, degli incentivi auto, per cui è stata garantita la proroga. Il mercato è in apnea e tanti potenziali acquirenti stanno aspettando il bonus. È stata appena diffusa l’ultima bozza del Ministero dello Sviluppo, confidiamo in tempi brevi”. I concessionari sono chiamati ad affrontare una vera e propria rivoluzione, in atto da un decennio nel settore, con una selezione nei mandati di vendita e una tendenza all’accorpamento dei dealer e riduzione dei saloni: “La vendita di usato e la gestione del post-vendita avranno sempre più un ruolo centrale e cruciale per il comparto, oltre che distintivo di ogni concessionaria– continua Ghinzani-. Negli ultimi anni le case madri hanno fortemente spinto alla creazione di gruppi, a danno delle realtà più piccole. Ora anche ai gruppi più strutturati, con gli aumentati costi, serve elaborare nuove strategie per stare sul mercato”.
Il numero delle concessionarie è passato dai 37 nel 2017 ai 31 attuali, di cui 8 in città (dati Ascom su elaborazione dati camerali al IV trimestre 2021), con un crollo del 16,2%. Le chiusure sono in larga misura imputabili alla revisione e revoca dei mandati da parte delle case madri in atto negli ultimi anni.




I grossisti alimentari scendono in campo per l’Ucraina a fianco della Provincia

Sono tre gli hub di raccolta- oltre allo stoccaggio a Calcinate- presenti sul territorio: Zanica, Treviglio e AlbinoI grossisti alimentari scendono in campo per l’Ucraina, partecipando alla raccolta di beni essenziali, a fianco della Provincia di Bergamo che ha attivato in questi giorni tre hub per gli aiuti umanitari. “Le richieste di aiuto sono molteplici e tanta è anche la generosità della gente bergamasca, ma perché ciascuna raccolta possa rispondere alle reali esigenze è necessario non frammentare le iniziative ma collaborare con le reti già esistenti- sottolinea Aurora Minetti, neo presidente del Gruppo Grossisti Alimentari-. Invito ogni grossista a scegliere dal proprio magazzino i prodotti da devolvere immediatamente a quella che è davvero un’emergenza anche alimentare, recapitandoli nelle piattaforme istituite. Un piccolo gesto che ognuno di noi può fare liberamente, ma che, moltiplicato per le nostre 328 imprese, può fare sempre e comunque la differenza”.
Damiano Amaglio, consigliere provinciale coordinatore del tavolo della Provincia dell’emergenza per l’Ucraina, accoglie con grande favore l’impegno dei Grossisti: “Il mondo del commercio bergamasco ha sempre mostrato grande generosità e saprà distinguersi anche stavolta. Ringrazio l’associazione per l’impegno e il lavoro di rete. Non possiamo che apprezzare il consenso e la disponibilità del territorio che ogni giorno allarga la propria rete solidale”.

Ascom Confcommercio Bergamo ha inviato a tutti i soci una comunicazione fornendo indicazioni utili sui prodotti prioritari, in particolare cibo a lunga conservazione, secondo l’elenco individuato dalla Provincia e pubblicato nell’apposita sezione del portale, e sugli hub di raccolta.

Si ricorda che in tutti gli hub periferici è possibile consegnare gli aiuti unicamente su appuntamento telefonando ai seguenti recapiti:

-Zanica, via Padergnone (Palazanica): tel. 334.6568.303 (consegna su appuntamento il sabato dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17);

-Treviglio, via Palazzo 29: tel. 335.7595656

– Albino, via Partigiani 2: tel. 035.759952 segreteriaoperativa@albino.it

Ai tre hub si aggiunge un hub centrale a Calcinate che ha la funzione di stoccaggio e invio del materiale.




Luca Bonicelli confermato alla guida dei Gastronomi e Salumieri

Lo affianca con il ruolo di vicepresidente Gianluca Pellegrini dell’omonima insegna di Berbenno

Luca Bonicelli

Luca Bonicelli è stato riconfermato alla guida del Gruppo Gastronomi e Salumieri Ascom Confcommercio Bergamo. 48 anni, titolare di “Bonicelli salumeria e catering” di Villa d’Ogna, ricopre la carica dal 2016 e fa parte del 2001 del direttivo. Lo affianca con il ruolo di vicepresidente Gianluca Pellegrini dell’omonima insegna di Berbenno. Fanno parte del direttivo con il ruolo di consiglieri: Mauro Rocchi di “F.M.G” di Bonate Sotto, Omar Mottini della gastronomia “Le delizie” di Osio Sopra, Nunzio Carrara di “Carrara Fratelli Snc” di Bergamo e Alessandro Marchesi della Macelleria Marchesi di Seriate. “Ringrazio tutti per la riconferma, un attestato di stima che ricambio perché ho la fortuna di guidare un gruppo coeso che negli anni ha sempre portato avanti in modo compatto diversi progetti e iniziative, dall’educazione al gusto rivolta ai più piccoli alle dimostrazioni in fiera, alle serate in collaborazione con il consorzio del Moscato di Scanzo”. La pandemia ha fatto riscoprire l’importanza dei negozi di prossimità per gli acquisti di tutti i giorni: “Nei giorni più difficili abbiamo sempre garantito l’approvvigionamento, sdoppiandoci tra consegne a casa e presenza in negozio- continua Bonicelli-. I clienti hanno riconosciuto la nostra professionalità e riscoperto la qualità del nostro servizio e dei prodotti. Ora registriamo una flessione post pandemia, imputabile anche al minore potere acquisto causato dai rincari energetici”. Fare leva anche sui prezzi diventa un asset importante per la competitività dei piccoli negozi, grazie alle economie di scala: “Dobbiamo cercare di fare davvero sinergia, spuntando accordi commerciali più vantaggiosi sui prodotti da scaffale. Se siamo uniti possiamo ottenere condizioni migliori non solo sulle forniture di prodotto ma anche sulle utilities, perché i rincari incidono pesantemente sulle nostre attività. Prezzi minori abbinati al nostro servizio e professionalità non possono che rappresentare un supporto per la spesa quotidiana. Confidiamo in un maggior ricorso agli acquisti sotto casa per ridurre gli sprechi, anche economici visto il rincaro dei carburanti”.

Sono 857 i negozi di alimentari, gastronomia e salumerie bergamaschi, di cui 114 in città. In 5 anni si sono perse 37 attività (-4,1 %); in città invece si è registrato un aumento di 4 unità, con una crescita del 3,6% (si è infatti passati dalle 110 insegne del 2017 alle 114 attuali). Nell’ultimo anno si è assistito a 14 chiusure (-1,6%), di cui 3 in città (-2,5%). il calo più importante si è avuto dal 2018: si contavano infatti 914 insegne, 126 in città.




Distretti del commercio, in arrivo 42 milioni 850mila euro. “Riconosciuto il ruolo delle associazioni”

Il 28 aprile in Ascom incontro aperto alle amministrazioni comunali che fanno parte dei distretti del commercio bergamasco ed ai responsabili di distretto per presentare il bando 

Regione Lombardia, su proposta dell’assessore allo Sviluppo Economico, Guido Guidesi, ha deciso di stanziare 42.850.000 di euro per i Distretti del Commercio. Lo prevede il nuovo bando presentato oggi in Regione dallo stesso assessore e dai rappresentanti di Anci, Confcommercio e Confesercenti e i cui criteri sono stati approvati questa mattina dalla Giunta con specifica delibera. La misura ha una duplice finalità, da un lato quella di promuovere e consolidare la ripresa delle economie locali nei Distretti del Commercio lombardi, sostenendo sia gli investimenti diretti degli operatori economici, sia gli interventi di qualificazione del contesto urbano e del territorio realizzati dagli Enti locali; dall’altro quella di premiare le eccellenze progettuali, ovvero i Distretti più innovativi e strutturati, capaci di elaborare a medio termine una strategia complessiva di sviluppo del territorio e di realizzare un piano di interventi coerente e articolato, favorevole allo sviluppo economico e alla qualità del servizio.

L’assessore allo sviluppo economico Guido Guidesi: «La novità più rilevante della misura rispetto al passato riguarda la dotazione finanziaria, raddoppiata e che passa da circa 20.000.000 di euro a 42.850.000 di euro. Un lavoro importante condiviso con le associazioni di categorie di settore e con i comuni. È il metodo lombardo, quello dell’ascolto e dell’impegno comune per valorizzare e sostenere concretamente le imprese lombarde, in questo caso i commercianti che stanno ancora duramente pagando le conseguenze della pandemia sanitaria, della pandemia energetica e della difficoltà del reperimento di materie prime. Come Regione vogliamo fare tutto il possibile per tutelare le aziende e quindi il lavoro».

I BENEFICIARI – I beneficiari diretti sono i Comuni, le Comunità Montane e le Unione dei Comuni aderenti ad uno dei Distretti già riconosciuti. I beneficiari indiretti sono le PMI e gli aspiranti imprenditori che soddisfano specifici requisiti (dettagliamene elencati nel bando). È inoltre facoltà del Distretto, in considerazione delle specificità del proprio territorio, ammettere come beneficiari anche: attività di commercio su area pubblica che soddisfino alcuni specifici requisiti (dettagliatamente elencati nel bando) e che, in luogo di una unità locale, dispongano di una concessione all’interno dell’ambito territoriale del Distretto; le attività di servizi alla persona che non soddisfino il requisito di avere vetrina su strada o essere situate al piano terreno degli edifici o all’interno delle corti.

AGEVOLAZIONI – Il bando finanzia diverse tipologie di progetti, come ad esempio quelli di imprese finalizzati all’apertura di nuove attività o alla riqualificazione e al rilancio di attività esistenti, oppure interventi realizzati dai Comuni per la qualificazione e l’adeguamento dell’area del Distretto e la realizzazione di servizi comuni per le imprese del Distretto. È prevista una sezione, definita ‘progetti di eccellenza’, in cui i beneficiari potranno ottenere un contributo economico pari a 630.000 euro, mentre per i progetti che non rientreranno in questa tipologia il contributo è pari a 165.000 euro.

PROGETTI DEI COMUNI – Per i Comuni, sono valutati positivamente i progetti che sanno individuare un’idea di sviluppo concentrandosi su una vocazione tematica e in un’area definita e omogenea; proporre soluzioni innovative, offrire servizi comuni e ancora proporre soluzioni per il riutilizzo di spazi commerciali sfitti per il presidio del territorio. Deve essere individuata la modalità di gestione dello stesso progetto. Si possono includere anche progettualità di rigenerazione, riqualificazione e di adeguamento dell’area, attività per la governance, attività di animazione e promozione e misure di agevolazione delle imprese del distretto, anche tramite l’azzeramento la riduzione dei tributi locali.

PROGETTI DELLE IMPRESE – Per le imprese, invece, è richiesta la riqualificazione e l’ammodernamento, l’avvio di nuove attività, l’accesso, il collegamento e l’integrazione dell’impresa con infrastrutture e servizi comuni offerti dal Distretto e la compartecipazione alla realizzazione di queste infrastrutture e servizi comuni.

INFORMAZIONI – Per tutte le informazioni complete consultare il sito dello Sviluppo Economico di Regione Lombardia, www.imprese.regione.lombardia.it

Il Presidente di Ascom Confcommercio Giovanni Zambonelli: «I distretti del commercio, che sono nati in Lombardia, rappresentano un modello virtuoso di partecipazione pubblico-privato, grazie al quale si favoriscono gli investimenti delle imprese e gli investimenti delle amministrazioni al fine di aumentare l’attrattività dei luoghi. In questo rapporto spicca il ruolo delle associazioni di categoria come elemento di raccordo. Va inoltre un riconoscimento a Regione Lombardia e all’assessorato allo sviluppo economico per aver creduto fortemente in questo strumento con grandi investimenti finanziari».

Il Presidente di Confesercenti Bergamo Antonio Terzi: «Esprimo un grande apprezzamento per l’iniziativa di Regione Lombardia: rilanciare i distretti, peraltro con risorse più consistenti del previsto, rafforza una politica per lo sviluppo del commercio urbano che in questi anni ha dato, anche grazie al lavoro delle associazioni, buoni frutti in bergamasca. Ci attende un lungo lavoro di relazione con il territorio in un momento davvero molto complicato per le grandi trasformazioni in atto».

Il prossimo 28 aprile Ascom Confcommercio e Confesercenti Bergamo organizzano un incontro aperto alle amministrazioni comunali che fanno parte dei distretti del commercio bergamasco ed ai responsabili di distretto per presentare il bando e le sue caratteristiche. All’incontro sarà presente l’Assessore Guido Guidesi.

L’incontro avrà luogo presso l’auditorium nella sede di Ascom, in via Borgo Palazzo 137 a Bergamo.

I DISTRETTI A BERGAMO – I Distretti del Commercio rappresentano una modalità di valorizzazione territoriale per promuovere il commercio come efficace fattore di aggregazione in grado di attivare dinamiche economiche, sociali e culturali. Attualmente in Lombardia ci sono 158 Distretti del Commercio, di cui 57 urbani e 101 diffusi (ossia riguardanti aggregazioni di più comuni). Dei Distretti fanno parte 678 Comuni, pari a oltre il 40% dei 1.506 comuni lombardi. L’esperienza bergamasca Anche grazie al lavoro delle Associazioni Ascom e Confesercenti, Bergamo rappresenta una delle province dove i Distretti del Commercio hanno trovato maggiore diffusione e successo.

Attualmente in provincia di Bergamo sono presenti 26 Distretti, 4 DUC e 22 DID, che complessivamente raccolgono 151 Comuni su 243. Con l’arrivo dell’ultimo Distretto (attualmente in corso di riconoscimento), il numero complessivo dei Distretti bergamaschi salirà a 27, e il numero di Comuni coinvolti a 156. Bergamo è la prima provincia lombarda per numero di Distretti diffusi e di Comuni coinvolti, ed è la seconda dopo Milano per numero complessivo di Distretti attivati. A Bergamo si parla di Distretti dal 2008, quando, con il Primo Bando promosso da Regione Lombardia, nacquero i DUC del capoluogo e quello di Treviglio e due Distretti diffusi. Negli anni la nascita di nuovi Distretti e la loro attività è continuata senza sosta. Grazie alla partecipazione a bandi regionali e di altra natura a oggi i Distretti bergamaschi hanno raccolto oltre 17 milioni di euro di contributi pubblici destinati alle amministrazioni comunali e agli operatori.

Negli anni sono stati migliaia gli incontri dei Comitati di Indirizzo e degli altri tavoli in cui Ascom, Confesercenti e le amministrazioni comunali si sono confrontate per realizzare progetti di sviluppo locale e sostenere il commercio di vicinato, le attività turistiche e artigianali e i pubblici esercizi, cercando di fare leva sulle numerose attrattive locali per far crescere tutto il territorio insieme al commercio. Il nuovo Bando promosso da Regione Lombardia per il triennio 2022-2024 vede pertanto i Distretti bergamaschi pronti a continuare questo lavoro, per sfruttare al meglio l’importante occasione proposta dalla Regione.

 

 

 

 




Cambio alla guida del Gruppo Elettrodomestici, Antonio Campana presidente

Dal 2013 nel direttivo, subentra ad Armando Zucchinali, storico referente del Gruppo sin dagli anni Ottanta

Antonio Campana

È Antonio Campana della “C&D elettronica” del Centro Galassia di Bergamo il nuovo presidente del Gruppo Elettrodomestici Ascom Confcommercio Bergamo, che subentra ad Armando Zucchinali, storico referente del Gruppo sin dagli anni Ottanta. Campana, 36 anni, ricopriva dal 2013 la carica di consigliere del Gruppo. Lo affiancano nel consiglio Marco Fumagalli della “Fumagalli G&C” di Bergamo, Giancarlo Busi di “Centro casa Busi”di Val Brembilla e il papà, fondatore dell’azienda, Mario Campana di Bergamo.

“La concorrenza delle grandi catene e dell’e-commerce continua a essere sempre più pressante, ma le nostre attività hanno investito molto negli ultimi anni sulle competenze per offrire un servizio in grado di fare sempre la differenza- commenta il neo presidente-. Anche le realtà più piccole hanno puntato con decisione sulla specializzazione, dalla progettazione all’assistenza post vendita, all’installazione. Un passo necessario per stare sul mercato e ritagliarsi una nicchia, in un mercato costellato anche nelle località periferiche e provinciali di punti vendita dei grandi store”. Sul fronte associativo, Campana punta a formare una squadra valida e motivata: “Cercheremo di allargare ulteriormente la base associativa per dare maggiore voce alle nostre istanze e continuare a crescere insieme, innalzando le competenze, anche attraverso l’organizzazione di corsi formativi e convegni”.

I numeri del settore (dati Ascom Confcommercio Bergamo su elaborazione fonte camerale al IV trimestre 2021) evidenziano la sofferenza del comparto: dal 2017 ad oggi si è scesi da 298 attività (di cui 77 in città) alle 256 attuali (di cui 64 in città). Un calo del 14,1% complessivo e del 16,9% in città. Il maggior numero di chiusure si è concentrato negli ultimi due anni, a seguito della pandemia.Da 290 attività nel 2020 (di cui 73 in città) si è infatti scesi a 256 (di cui 64 in città).