Grossisti, Aurora Minetti è la nuova presidente, Carlo Garletti vice

In 5 anni le attività sono cresciute di 12 unità ( +3,6%)

Aurora Minetti

Cambio alla guida dei Grossisti alimentari Ascom Confcommercio Bergamo. Aurora Minetti, 49 anni, amministratore unico di “Puntogel”di Bergamo, azienda di distribuzione specializzata per la gelateria, pasticceria e ristorazione, subentra a Giovanna Pradella. La affiancano nel direttivo con il ruolo di vicepresidente Carlo Garletti di “Garletti”, grossista ortofrutticolo, di Bergamo, Marino Lazzarini di “Lazzarini Dolciumi” di Azzano San Paolo e Maurizio Rovetta di “RCM Food” di Lallio.

Carlo Garletti e Aurora Minetti

“Il settore è chiamato ad affrontare nuove difficoltà, caro energetico in primis, con una pandemia che ancora non ci siamo lasciati alle spalle- sottolinea la neo presidente-. L’emergenza sanitaria ha evidenziato i limiti del non fare sistema: senza aiuti, ristori o normative per supportare l’uscita dall’impasse, ogni imprenditore ha messo in campo le proprie risorse, anche e soprattutto economiche”. La rappresentanza punta a rafforzare spirito di appartenenza e identità per portare avanti con maggiore forza le istanze del settore: “La capacità di fare rete è fondamentale. Dobbiamo rinsaldare legami e relazioni e rafforzare l’identità di gruppo” continua Minetti, che punta a intensificare i percorsi di formazione e informazione della rappresentanza. “Operiamo in un contesto di crescente complessità, diventa indispensabile dotarsi di strumenti che ci aiutino a surfare in un mare fuori controllo, tra alti e bassi. Digitalizzazione e ottimizzazione della logistica rappresentano le principali competenze su cui investire. Molto sentita dalla categoria anche l’informazione e l’aggiornamento su bandi per intercettare risorse messe a disposizione a livello regionale, statale e comunitario”. La complessità va vissuta come un valore, sottolinea infine Aurora Minetti: “È attraverso la soluzione a situazioni complesse e operando su più fronti che si fa impresa e si cresce. E in questo credo che il genere femminile possa apportare valore. Per questa ragione mi onora rappresentare la parte distributiva dell’alimentare, visto che il consumatore finale è anche, in larga misura, una consumatrice. Mi auguro di portare contribuire nel portare nel gruppo una visione e una sensibilità in più, capace di arricchire, circolarmente, anche quella del consumo”.

Quanto ai numeri, si contano 328 grossisti alimentari (dati Ascom su fonte camerale al IV trimestre 2021), di cui 98 specializzati nell’ortofrutta (in città sono 51 le imprese che operano nel settore, di cui 18 in quello ortofrutticolo). In 5 anni le attività sono cresciute di 12 unità ( +3,6%).

 

 

 

 

 

 




Caro carburante, i benzinai spengono le luci per protesta. Da lunedì 14 self service al buio

La categoria chiede misure urgenti, dall’accisa mobile a revisione contratti compagnie petrolifere

In attesa che vengano intraprese dal Governo azioni atte ad arginare l’aumento vertiginoso dei costi del carburante, a margini invariati, a partire dalla serata di lunedì 14 marzo i distributori di benzina spegneranno le luci durante le ore notturne. Non ci sarà alcuna illuminazione degli impianti in modalità self-service e il rifornimento avverrà al buio. Un segnale forte lanciato dalla categoria- compatta nelle tre sigle rappresentative del comparto Figisc Confcommercio, Faib Confesercenti e Fegica Cisl- che ha scelto di affrontare con metodi non tradizionali una situazione non più sostenibile da un comparto già fortemente provato dai rincari energetici, sommati dai crescenti costi legati alla componente fiscale- Iva e accise- e ai margini sempre più risicati previsti dai contratti con le compagnie. L’adesione all’iniziativa sarà accompagnata dall’esposizione di una locandina, dal titolo “Ecco dove finiscono i tuoi 50 euro” che mostra ai consumatori l’incidenza dei costi della benzina, attraverso la visualizzazione della banconota, che vede all’ultimissimo angolo il ricavo lordo dei gestori.

Renato Mora

“Il prezzo dei carburanti alle stelle ci sta mettendo in seria difficoltà- spiega Renato Mora, presidente dei Benzinai Ascom- . La stessa incidenza del crescente ricorso ai pagamenti elettronici sta diventando insostenibile: al crescere degli importi pagati dietro accettazione di carte di credito e bancomat crescono in proporzione le commissioni. A ciò si sommano aumenti per i rincari energetici insostenibili, che ci costringono a lasciare le nostre stazioni al buio”. La forte speculazione -a quantità di petrolio e gas pressoché invariate, spesso governate da contratti a lungo termine con prezzi fissati in altro periodo- e l’isteria che caratterizza questa fase del mercato hanno fatto schizzare i prezzi alle stelle. Bisogna tornare indietro di dieci anni per trovare, nel 2012, un prezzo della benzina a circa 1,90 euro al litro e quello del gasolio a circa 1,78 euro. E non c’era alcuna situazione di conflitto o sanzioni a gravare sul mercato. “Da sempre accisa ed Iva compongono la parte maggioritaria del prezzo, sfiorando il 60% di quello pagato dal consumatore e non si può far finta di ignorarlo- continua Renato Mora- . Ma, se questa situazione è insostenibile per i consumatori, lo è ancor meno per i gestori che -indipendentemente dall’andamento del prezzo- continuano a percepire 3,5 centesimi (lordi) su ogni litro di prodotto immesso nel serbatoio degli automobilisti, continuano ad assolvere un pubblico servizio essenziale pur in presenza di vendite in progressivo declino e a sopportare i relativi costi connessi”. Servono interventi urgenti per mitigare i costi del carburante: “Chiediamo con insistenza l’accisa mobile, meccanismo che consente di sterilizzare l’iva sugli aumenti, rinunciando al maggior gettito di imposta. Al Governo chiediamo di bloccare l’Iva sugli aumenti e alle compagnie di intervenire sui nostri margini, ridotti all’osso”. I Gestori, in attesa che si sciolgano i nodi dell’ammodernamento e del rilancio di un comparto che appare, oggi più che mai, essenziale al Paese e alla sua economia, chiedono che il Governo intervenga immediatamente dando applicazione a quanto previsto dalla L. 244/07, in tema di Accisa Mobile (o anticiclica) che consente , da una parte, di sterilizzare gli aumenti dell’Iva (già oggi maggiori di 7,00 centesimi a litro, rispetto solo a due mesi fa) e, dall’altra, di creare un minimo di stabilità per famiglie ed operatori economici.

La categoria valuta di intraprendere altre iniziative per salvaguardare il mantenimento dei livelli occupazionali degli oltre 22 mila distributori di carburanti, di un settore al servizio del Paese e dei cittadini che dà lavoro ad oltre 100 mila famiglie. Nella nostra provincia sono 218 le stazioni di servizio, di cui 40 in città (dati al IV trimestre 2021,elaborazione Ascom su dati camerali).

 

 

 




Marina Rodeschini alla guida dei Grossisti non alimentari, Sergio Pezzotta e Maura Misurini vice

Sergio Pezzotta, Marina Rodeschini e Maura Misurini

È Marina Rodeschini, 48 anni, della “Figli di Pietro Rodeschini Spa” di Gorle la nuova presidente (succede a Giorgio Corno) del Gruppo Grossisti non alimentari Ascom Confcommercio Bergamo. Un settore eterogeneo, chiamato a fare da cerniera tra produzione e vendita al dettaglio e ad operare in contesti estremamente competitivi e, in molti casi internazionali, acquistando grandi partite di merce all’origine. La affiancano con il ruolo di vicepresidenti Sergio Pezzotta, della “Ros” di Zanica e Maura Misurini di “Frigogelo” di Azzano San Paolo. Nel direttivo con il ruolo di consiglieri: Battista Azzola di “Alba Elettronic” di Pedrengo, Carlo Del Rosso di “Del Rosso Vernici” di Bergamo e Ulisse Poloni di “Cartaorobica Poloni” di Torre de’ Roveri.

“La pandemia ha rappresentato per le nostre imprese un duro banco di prova- sottolinea Marina Rodeschini-. Nel continuo susseguirsi di decreti e

Marina Rodeschini

nella giungla di codici Ateco, è emerso chiaro il limite di non fare sistema. Grazie all’associazione contiamo di rafforzare la rappresentanza e di portare avanti al meglio le nostre istanze. Le nostre imprese sanno più delle altre adattarsi al cambiamento e sin dagli anni Novanta hanno mostrato di saper rimodulare organizzazione e logistica. Mai come in questi anni supportiamo la nostra clientela con consegne e spedizioni puntuali e, con grandi sacrifici, riusciamo a dilazionare pagamenti”. Il momento non è dei migliori: “Con l’aumento del costo del petrolio abbiamo assistito a una escalation del prezzo del gasolio per autotrazione con conseguente aumento dei costi delle merci- continua Rodeschini-. La situazione sanitaria prima e il conflitto in Ucraina ora non hanno certo agevolato scambi e consegne. I costi energetici pesano sulle imprese, che contano su ampie superfici tra magazzini, uffici ed esposizione. Cercare di fare economie di scala e raggiungere accordi o convenzioni sarà sicuramente nell’interesse di tutte le aziende associate: contiamo di poter abbassare i costi attraverso un’azione comune”. Tra i progetti che il nuovo direttivo intende portare avanti, vi è senz’altro la formazione: “Le capacità richieste non bastano mai, come in ogni lavoro- continua Rodeschini-. Marketing e management aziendale rientrano tra le competenze comuni che possono aiutare settori e contesti così diversi ed eterogenei come quelli che rappresentiamo. Intendiamo inoltre organizzare con gli altri grossisti Ascom un convegno che possa fare il punto sul settore, per affrontare al meglio i grandi cambiamenti che siamo chiamati a compiere”.

Quanto ai numeri, sono 208 i grossisti non alimentari in Bergamasca (dato Ascom su elaborazione fonte camerale al IV trimestre 2021), numero in crescita rispetto al 2020, quando se ne contavano 194 (+6,7%). Sono tuttavia calate da 40 a 35 (2020 a confronto 2021) le attività in città, per effetto della ricollocazione per esigenze logistiche e viabilistiche nell’hinterland.




Libri per sognare, ultimi incontri con gli autori. Ci si avvicina alla festa conclusiva

“Viola e il blu” di Matteo Bussola, protagonista degli incontri dell’8 e 16 marzo 

Si sta per chiudere il calendario di incontri con gli autori della sesta edizione Libri per sognare, manifestazione nata nel 2017 e ideata dal Gruppo Librai e Cartolibrai di Ascom Confcommercio Bergamo, organizzata in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo e sostenuto da Intesa Sanpaolo.

Dopo l’incontro con Francesco D’Adamo, che aveva inaugurato il ciclo degli incontri il 3 febbraio, di oggi, 7 marzo, domani 8 marzo alle 10 (con replica il 16 marzo alle 10) i ragazzi incontrano (sempre virtualmente) Matteo Bussola, autore di “Viola e il Blu”, pubblicato da Salani Editore. Il libro affronta il tema dell’identità di genere e dei pregiudizi oltre che degli stereotipi che l’accompagnano, raccontando la storia di Viola, una bambina che gioca a calcio, sfreccia in monopattino e ama vestirsi di Blu.

Gli incontri con gli autori rappresentano uno stimolo in più per i giovani lettori, che possono avere un confronto diretto con chi ha scritto le pagine preferite e trarre ispirazione per la stesura delle recensioni del libro. Ci si avvicina così alla giornata conclusiva dell’iniziativa, in programma il 31 maggio alle ore 10, che vedrà la premiazione del libro e dell’autore più amato dai ragazzi tra quelli in concorso e delle migliori recensioni degli studenti.

L’iniziativa ha come obiettivo quello di promuovere la lettura ed è rivolta ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie della città e della provincia di Bergamo.

È un evento che favorisce il coinvolgimento attivo e creativo dei giovani studenti, chiamati al doppio ruolo di lettori e recensori di alcuni titoli di letteratura contemporanea per ragazzi, selezionati dalle librerie organizzatrici. Le classi che aderiscono al progetto invitano i propri alunni a leggere i libri selezionati, per poi recensirli ed esprimere la loro preferenza sul portale internet www.libripersognare.it.

All’edizione di quest’anno hanno aderito 34 istituti scolastici, 92 classi e 1893 alunni. Questi i comuni di provenienza: Bergamo, Adrara San Martino, Alzano Lombardo, Bagnatica, Casirate, Costa Volpino, Castel Rozzone, Chignolo d’Isola, Cisano Bergamasco, Ciserano, Clusone, Mapello, Medolago, Nembro, Romano di Lombardia, San Giovanni Bianco, Sorisole, Sant’Omobono Terme, Seriate, Sovere, Torre Boldone, Trescore Balneario, Treviglio, Valbrembo, Villa d’Adda, Vilminore di Scalve, Zogno

Fuori provincia: Cividate Camuno (Bs), Caravate (Va).

Il libro

Matteo Bussola, Viola e il Blu, Salani editore, 2021

Viola i colori li scrive tutti con la maiuscola, perché per lei sono proprio come le persone: ciascuno è unico. Ma non tutti sono d’accordo con lei, specialmente gli adulti. Tanti pensano che esistano cose ‘da maschi’ e cose ‘da femmine’, ma Viola questo fatto non l’ha mai capito bene. Così un giorno decide di chiedere al suo papà, che di lavoro fa il pittore e di colori se ne intende. È maggio, un venerdì pomeriggio, il cielo è azzurrissimo e macchiato di nuvole bianche, il papà è in giardino che cura le genziane. Le genziane hanno un nome da femmine, eppure fanno i fiori Blu. Però ai fiori, per fortuna, nessuno dice niente. Non è come con le persone, pensa Viola. Un fiore va bene a tutti così com’è.

Matteo Bussola è nato a Verona nel 1971.Ha conseguito la laurea in architettura a Venezia ma poi ha preferito dedicarsi alla carriera di fumettista. Lavora con diverse case editrici di fumetti, italiane e straniere. Nel 2011, insieme a Paola Barbato, crea il web-comic “Davvero”, poi pubblicato sotto il marchio Star Comics. Nel 2012 inizia a collaborare con Sergio Bonelli Editore, entrando a far parte dello staff di disegnatori della serie Adam Wild. Tiene una rubrica settimanale su “Robinson” dal titolo Storie alla finestra, e conduce con Federico Taddia un programma settimanale su Radio 24, I padrieterni, sul ruolo dei nuovi padri. Vive a Verona con la compagna, tre figlie e tre cani.

I libri in concorso per l’edizione 2022 sono:

Matteo Bussola, Viola e il Blu, Salani editore, 2021
Luigi Ballerini, Un sogno sull’oceano, San Paolo Edizioni, 2019
Francesco D’Adamo, La traversata, Il Castoro, 2021
Antonio Ferrara, Volovia, Einaudi Ragazzi, 2021
Teresa Radice e Stefano Turconi, Viola Giramondo, Ed. Bao Publishing 2020

 

 




Pubblici esercizi: “Stop ai controlli dei green pass, valga l’autoregolamentazione”

Fipe chiede che la categoria sia esonerata da controlli e relative sanzioni 

La Federazione italiana dei Pubblici esercizi sposa in pieno la linea espressa ieri dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, che auspica un progressivo e inesorabile ritorno alla normalità, in attesa del termine dello stato di emergenza sanitaria. Una normalità che dovrà, prima di tutto, come richiesto da tempo da Fipe-Confcommercio, coincidere con una revisione del sistema dei controlli dei green pass all’interno dei locali. Controlli che non dovranno più essere in capo al personale dei Pubblici esercizi, oberati in questi mesi da un lavoro che non è proprio, ma alle verifiche delle forze dell’ordine. Allo stesso modo le eventuali sanzioni per chi verrà colto in violazione della normativa dovranno ricadere esclusivamente sul responsabile e non, come accaduto fino ad ora, anche sull’esercente. “Per due anni, con sacrifici individuali e collettivi, i gestori dei pubblici esercizi hanno condiviso la responsabilità di mantenere il più bassa possibile l’incidenza dei contagi – sottolinea Roberto Calugi, Direttore generale di Fipe-Confcommercio –. Ora, in attesa del superamento definitivo del green pass, reso possibile dall’alto tasso di vaccinazione della popolazione, è necessario che si ritorni al principio dell’autoresponsabilità, restituendo a ciascuno il suo ruolo. La ripresa delle attività economiche e sociali passa anche da qui”.

I pubblici esercizi lombardi avevano già chiesto un allentamento delle restrizioni, poco prima dell’ingresso in zona bianca. Fipe Lombardia aveva infatti scritto al scorsi governatore Attilio Fontana

Giorgio Beltrami

chiedendo di avanzare in Conferenza Stato Regioni la proposta del settore che rilevava come “sussistessero le condizioni per escludere l’obbligo del green pass per accedere ai pubblici esercizi o, fermo il possesso della carta verde, chiede di introdurre il principio di autoresponsabilità, qualora si volesse mantenere in via cautelativa l’obbligo”. Di fronte a un controllo delle forze dell’ordine, in questo caso, Fipe chiede che solo l’avventore debba rispondere dell’eventuale mancanza della certificazione verde e non gli esercenti, gravati da responsabilità e oneri che pesano sull’organizzazione del lavoro di un tessuto formato in prevalenza da micro e piccole imprese.

Si andrebbero così a uniformare gli oneri in capo agli esercenti a quelli di altre categorie, dove il green pass o non è richiesto o i controlli avvengono a campione.

Siamo convinti che contribuire all’uscita da questa emergenza sia un dovere collettivo che ricade su ogni individuo e categoria economica, inclusa la nostra– ha sottolineato Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo Bar e caffetterie Ascom-. Tuttavia riteniamo che sia arrivato il momento per cui siano le attività preposte a esercitare funzioni di controllo e sia tempo che ognuno, con il progressivo ritorno verso una nuova e tanto sudata normalità, eserciti le proprie rispettive funzioni e si assuma le relative responsabilità”. Il comparto continua a soffrire: “Il 2021 è stato un anno fortemente negativo per i locali che non hanno beneficiato del turismo di prossimità, che è stata l’unica fonte di salvezza con l’assenza di turisti e visitatori stranieri- continua Beltrami-. Oggi è fondamentale allinearsi agli altri Paesi con il ritiro di tutte le prescrizioni per chi viaggia per evitare un’ecatombe del turismo primaverile ed estivo, l’unica vera fonte di salvezza per il nostro Paese, viste le grandi difficoltà e i sacrifici che le famiglie italiane affrontano ogni giorno. La situazione con i rincari e l’emergenza energetica non è mai stata cosi dura”.




Mobili, Lorenzo Cereda resta alla guida: “Buon momento per il comparto ma temiamo una frenata”

Veronica Rota e Cinzia Colleoni vicepresidenti. In consiglio entra Michele Bassini

Cinzia Colleoni con Lorenzo Cereda e Veronica Rota

Lorenzo Cereda, 72 anni, della “Cereda Mobili” di Zanica è stato confermato alla guida del gruppo Mobili e arredamento Ascom Confcommercio Bergamo, carica che ricopre dal 2009. Lo affiancano Veronica Rota della “Mobil Rota” di Almenno San Bartolomeo e Cinzia Colleoni di “Colleoni Arredamenti New” di Curno, entrambe con il ruolo di vicepresidente. In consiglio entra Michele Bassini di “Bassini Arredi” di Cividate al piano; confermato Gian Pietro Carminati di “Carminati e Sonzogni” di Zogno.

Lorenzo Cereda

Il settore sta vivendo un buon momento, complice la crescente attenzione destinata agli spazi domestici per effetto della pandemia, unitamente agli incentivi fiscali per ristrutturazioni e relativi bonus. “L’anno che si è chiuso è stato molto positivo per il comparto- commenta Lorenzo Cereda-. L’effetto bonus mobili unitamente alla riscoperta delle case, mai vissute tanto come negli ultimi due anni, ha contribuito al rilancio del settore arredo. Le cucine continuano a essere traino del comparto, unitamente alla zona living; oltre a salotti e divani c’è maggiore attenzione alle postazioni per lo smart working. E si ripensano anche le camerette dei ragazzi, anche per effetto della didattica a distanza“. Nonostante l’avvio positivo del 2022, con la proroga del bonus mobili e gli sgravi legati alle ristrutturazioni, le preoccupazioni non mancano: “Il caro energia incide pesantemente sui costi delle nostre imprese che contano su ampi spazi espositivi, con bollette sia per energia elettrica che gas più che raddoppiate- continua Cereda-. Il conflitto in Ucraina aggrava ulteriormente il quadro. La normativa più stringente legata al bonus 110 crea incertezza nei consumatori, a loro volta colpiti nel portafoglio dai rincari energetici. Se con le riaperture post lockdown si chiudevano i contratti in tempi brevi, ora si verifica un certo rallentamento nella decisioni. La voglia di riprogettare casa comunque non manca ed è in questo che confidiamo, anche se il timore di una frenata inizia a farsi sentire”. Pesano anche i ritardi nelle consegne: “La filiera della produzione lamenta ritardi nel reperimento materiali, che si ripercuotono sulle consegne – spiega Cereda-. Capita così di dover organizzare due o tre consegne a clienti al posto di una, con un conseguente innalzamento dei costi”.
Quanto ai numeri, i negozi di arredo sono 414, di cui 79 in città (dati Ascom su elaborazione dati camerali al IV trimestre 2021). Negli ultimi anni sono passati da 421 a 414 (con 7 chiusure, pari al-1,6%). In città il numero dei negozi è aumentato, passando da 71 a 79 insegne, una crescita imputabile all’apertura di grandi marchi.




Il commercio si tinge di azzurro e giallo per dire no alla guerra

Ascom aderisce alla campagna nazionale Confcommercio in solidarietà all’Ucraina

Il commercio esprime solidarietà all’Ucraina, scegliendo di esporre nei negozi un messaggio di pace. Un “no alla guerra”, che affianca i colori della bandiera italiana a quelli ucraini. Ascom Bergamo aderisce alla campagna nazionale Confcommercio per dare un segnale di partecipazione e vicinanza alle popolazioni colpite dal conflitto ucraino con una vetrofania da scaricare ed esporre sulle vetrine degli esercizi commerciali e da utilizzare sui social per dire convintamente “no alla guerra, sì alla pace”.

“La guerra in Ucraina rende chiara l’esigenza di scelte tempestive ed adeguate per riaffermare le ragioni della libertà, della democrazia e del diritto internazionale. All’Europa serve una compiuta e comune politica estera di difesa e sicurezza, così come una compiuta e comune politica energetica. Sfide straordinarie che metteranno ancora una volta a dura prova la nostra economia, le prospettive di crescita e la tenuta delle nostre imprese già duramente colpite da due anni di pandemia”, questo il messaggio che accompagna la campagna nazionale.

Tra le iniziative messe in campo, anche quella del Gruppo Librai e cartolai Ascom che aderisce alla campagna nazionale Ali- Associazione librai italiani, invitando a “vestire” le vetrine con i colori della bandiera ucraina. La proposta di Ali è quella di utilizzare le copertine dei libri per tingere le vetrine di giallo e blu.

“In questo momento drammatico Ascom intende riaffermare con decisione il valore della pace e dire no alla guerra a partire da ogni singola vetrina- commenta il presidente Ascom Confcommercio Bergamo Giovanni Zambonelli-. Invitiamo inoltre i soci ad aderire alla raccolta fondi della Fondazione Comunità Bergamasca Onlus a sostegno della popolazione ucraina in arrivo nella Bergamasca, per accogliere nel migliore dei modi chi fugge dalla guerra, vedendosi costretto a lasciare il proprio Paese”.

La vetrofania e il messaggio da condividere sui social si possono scaricare qui

Per partecipare alla raccolta della Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus è possibile effettuare un bonifico con erogazione liberale e causale “Emergenza Ucraina” alla Fondazione (IBAN: IT 58 U 03069 09606 100000185910; BANCA: Banca Intesa; Swift/Bic: B C I T I T M M) Le donazioni possono essere anche fatte on line sul sito della Fondazione(cliccando al link https://www.fondazionebergamo.it/news/un-aiuto-per-lucraina/).




Abbigliamento, negli ultimi 5 anni perse 403 insegne. Pedrali: “Fare gruppo è vitale”

Riconferma per Pedrali e Rota come vice. In consiglio entrano Paola Morandi e Guido Rossi

Diego Pedrali, 71 anni, titolare de “L’uomo più” di Torre Boldone è stato confermato alla guida del Gruppo Abbigliamento, calzature e articoli sportivi Ascom Confcommercio Bergamo, carica che ricopre dal 2001. Lo affianca con il ruolo di vicepresidente Gianfranco Rota, 60 anni, di “Rota Calzature” a Valtesse.

Il direttivo, allargato, raccoglie tutti i settori merceologici rappresentati, dall’abbigliamento alle calzature, dagli articoli sportivi agli abiti da cerimonia. In consiglio: Marisa Gamba di “Pigal” Abbigliamento da cerimonia di Almè, Andrea Provenzi di “Provenzi store” di Trescore Balneario, Lodovico Ruggeri di “Via Roma 8” di Costa di Mezzate, Paola Morandi di “Atelier Emè” di Bergamo, Guido Rossi di “Guido Confezioni” di Clusone e Luciano Zenoni di “Calzature Franca” di Clusone.

“Spero di poter continuare a rappresentare al meglio la categoria, grazie anche alle informazioni che raccolgo in Federmoda Italia– commenta Diego Pedrali, che ricopre anche la carica di vicepresidente della Federazione nazionale-. Mai come in questi due anni difficili i continui stop e riaperture hanno rappresentato l’occasione di dare valore alle relazioni, tenendo noi commercianti in costante contatto Avere un’attività nell’immediata periferia della città mi ha sempre consentito di cogliere le problematiche vissute sia nella provincia che in centro, e mi ha portato a rinsaldare i legami costruiti in questi anni con i colleghi. La prima azione del Gruppo sarà quella di rafforzare la presenza sul territorio, anche grazie alle delegazioni Ascom, e di fare così sentire la nostra vicinanza ai singoli negozi”.

Negli ultimi anni il settore ha pagato alto il prezzo della crisi. Nel nostro territorio si sono spente 403 insegne (-18,7%) negli ultimi 5 anni, di cui 50 in città (-11,9%). Oggi i negozi di abbigliamento sono 1743, di cui 367 in città (dati Ascom IV trimestre 2021 su elaborazione dati camerali).

Stare aperti è già una sfida con i tempi che corrono– ha continuato Pedrali-. In questi anni abbiamo purtroppo assistito a troppe chiusure, che non hanno risparmiato nemmeno imprese storiche e prestigiose e nemmeno nel centro della città. Il nostro settore merita più attenzioni e portare avanti le nostre istanze in questi anni difficili è doveroso e importante”. Grazie all’azione a livello nazionale di Federmoda Confcommercio sono arrivati i primi importanti risultati: “Abbiamo ottenuto il credito d’imposta al 30% sulle rimanenze in questi due anni di pandemia, che prima della nostra azione sindacale era riservato solo alle aziende produttrici- continua Pedrali-. Ora intendiamo opporci con decisione alla liberalizzazione delle vendite promozionali e dei saldi che, sommate agli orari liberi e alle aperture domenicali, non possono che andare ad esclusivo beneficio delle medie e grandi strutture di vendita, mettendo ulteriormente in croce le piccole imprese familiari”.




Benzinai, Renato Mora alla guida. “Settore in crisi, tra caro carburante e crisi energetica”

Ernesto Tironi confermato alla vicepresidenza, tre nuove nomine in consiglio

Renato Mora, 55 anni, titolare della stazione di servizio Eni di Dalmine, è stato confermato alla guida del Gruppo Distributori carburanti Ascom Confcommercio Bergamo, carica che riveste dal 2017, oltre a far parte del consiglio direttivo nazionale Figisc Confcommercio.

Renato Mora

Lo affianca anche in questo mandato con il ruolo di vicepresidente Ernesto Tironi, 59 anni di Mozzo. Il consiglio vede la conferma di Michele Caputo di Ciserano e Angelo Amissini e l’ingresso di tre nuovi componenti: Massimiliano Pagnoncelli di Grumello del Monte, Bismarck Flores Segalini di Alzano Lombardo e Ricardo Bustamante di Bergamo.

La categoria vive una crisi senza precedenti, tra prezzi alle stelle dei carburanti e caro energia: “Gli incrementi delle bollette dell’energia elettrica oscillano tra il 50 e il 100 %. Siamo davvero allo stremo- sottolinea Renato Mora– . Non possiamo intervenire sull’illuminazione, indispensabile per la sicurezza e per permettere il rifornimento nelle 24 ore. A differenza di altre categorie non abbiamo altre leve per risparmiare, con prezzi imposti, tassazione elevata e oneri contrattuali legati alle compagnie petrolifere. A livello nazionale la Federazione Figisc Confcommercio sta cercando un dialogo sia con il Ministero dello Sviluppo Economico che con i rappresentanti delle compagnie petrolifere per calmierare i prezzi e rivedere o rimodulare i contratti di fornitura alla luce dei considerevoli aumenti dei costi. A queste condizioni, senza contare poi le probabili ripercussioni del conflitto in Ucraina sul prezzo del greggio e del carburante, è davvero difficile stare in piedi”. I distributori di carburanti sono stati già messi a dura prova negli ultimi due anni: “Durante il lockdown abbiamo registrato un crollo dell’80-90% del lavoro, nonostante fossimo aperti per decreto in quanto attività essenziale, e il 2020 nel complesso ha segnato in media il 30-40% di perdite di fatturato– continua Mora. Con questi numeri abbiamo rischiato tutti di chiudere: i nostri margini di ricavi sono davvero minimi tra Iva e accise e oneri contrattuali con le rispettive compagnie petrolifere. Senza contare che all’inizio della pandemia, quando i dispositivi di protezione individuale erano irreperibili, moltissimi di noi si sono ammalati di Covid-19”. La crisi ha fatto però riscoprire lo spirito di squadra e il valore dell’associazione: “Non siamo mai stati uniti e compatti come in questi anni ed è stato bello ritrovarsi in occasione di questa prima assemblea annuale. L’associazione è stata fondamentale per orientarci in un mare di decreti, fornendo un’assistenza burocratica insostituibile. Grazie all’azione sindacale della Federazione sono stati inoltre ottenuti risultati vitali per le nostre imprese, a partire dall’ottenimento dei ristori da cui la nostra categoria era stata inizialmente esclusa”.

Quanto ai numeri, si evidenzia, nonostante tutto, una sostanziale tenuta del numero di impianti di distributore carburante. Sono 218di cui 40 in città (dati al IV trimestre 2021,elaborazione Ascom su dati camerali). Il numero nel corso degli ultimi cinque anni è stato pressoché uguale, è calato solo di 4 unità a livello globale, mentre in città non si sono registrare diminuzioni.

Resta tuttavia elevato il turn-over nelle attività: “Purtroppo assistiamo a continui cambi di gestione, in media ogni tre anni- spiega Mora. Il ricambio per fortuna c’è anche nell’associazione, che viene sempre più percepita come importante soprattutto tra le nuove leve. Per questo confidiamo di allargare ulteriormente la base associativa nei prossimi mesi”. 




No alla guerra in Ucraina, la vetrofania da scaricare ed esporre

Il manifesto Confcommercio per riaffermare le ragioni della democrazia e del diritto internazionale 

La guerra in Ucraina rende chiara l’esigenza di scelte tempestive ed adeguate per riaffermare le ragioni della libertà, della democrazia e del diritto internazionale. All’Europa serve una compiuta e comune politica estera di difesa e sicurezza, così una compiuta e comune politica energetica. Sfide straordinarie che metteranno ancora una volta a dura prova la nostra economia, le prospettive di crescita e la tenuta delle nostre imprese già duramente colpite da due anni di pandemia.

Confcommercio vuole dare un segnale di partecipazione e vicinanza alle popolazioni colpite dal conflitto con una vetrofania da scaricare ed esporre sulle vetrine degli esercizi commerciali e da utilizzare sui social per dire convintamente “no alla guerra, sì alla pace”.

La vetrofania da scaricare con un click