Sicurezza, pubblici esercizi virtuosi per il 92% degli italiani

I ristoranti sono luoghi sicuri, a confermarlo i loro stessi clienti. E’ quanto emerge da una recente indagine condotta da Format Research secondo cui per ben il 92% degli intervistati l’osservanza delle norme di sicurezza sanitaria da parte dei ristoratori è stata “molto o abbastanza” soddisfacente.
Esercenti virtuosi, dunque, in materia di norme anti-Covid. La tutela della sicurezza, dice la Fipe, è inoltre ai primissimi posti tra le motivazioni che inducono i consumatori a scegliere un posto piuttosto che un altro. L’aspetto più importante da valutare per il 47,4% dei consumatori è l’attenzione alle norme igieniche, a seguire ci sono il distanziamento dei tavoli (per il 35,2%), la dotazione di tavoli all’aperto (per il 34%), e l’attenzione al numero di persone all’interno del locale (per il 20%).

Ulteriore conferma arriva dall’analisi delle principali motivazioni che inducono a non mangiare fuori. A farla da padrone la paura del contagio per il 66,5% e la scarsa godibilità dell’esperienza dovuta alle rigide regole (per il 41,5%). Una larga parte degli intervistati, il 35%, non mangia più fuori a causa dello smart working.

”Bar e ristoranti sono luoghi sicuri sia per i clienti che per i lavoratori. Anche gli ultimi dati diffusi dall’Inail sui contagi da Covid-19 nei luoghi di lavoro, letti nel modo giusto, ne danno conferma. Al netto di un leggero e fisiologico aumento dell’incidenza dei casi nel settore del turismo dovuto ad effetti stagionali le attività di ristorazione restano tra i luoghi più sicuri. Come Federazione inoltre – conclude la Fipe – sosteniamo con convinzione la campagna a favore dell’utilizzo dell’app Immuni, che riteniamo possa essere uno strumento efficace per contrastare la diffusione del contagio. A questo proposito invitiamo tutti i nostri associati a esporre nei propri locali il QR code dell’app per consentire ai loro clienti di scaricarla”.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Luigi Taglienti re della cucina vegetale

Luigi Taglienti Lume Restaurant

Luigi Taglienti ha ricevuto il premio “Best Vegetable Restaurant” durante la 19° edizione degli Award organizzati da We’re Smart Green Guide, riferimento mondiale nel mondo culinario delle verdure. Chef Luigi Taglienti, del Lume Restaurant di Milano, 1 stella Michelin,  si è aggiudicato il premio – per il quale erano in competizione 13 Chef provenienti da tutto il mondo – grazie alla sua raffinata cucina vegetale. L’anno scorso la giuria di We’re Smart® ha visitato centinaia di ristoranti in tutto il mondo. Il team giudica i ristoranti in base alla proporzione di frutta e verdura nei menu, ma anche alla creatività culinaria, all’impronta ecologica e alle sorprendenti combinazioni di gusto. Ogni anno la giuria incorona anche le aziende che si impegnano in modo eccezionale a favore di cibi e progetti sani e sostenibili. “L’obiettivo della mia cucina è quello di conferire al mondo vegetale l’importanza di un piatto principale allo stesso livello di una carne, di un pesce o di un primo – conferma Chef Luigi Taglienti – Un linguaggio quasi inedito concepito sotto forma di protagonista di un intero menù: un percorso composto da sette piatti centrali ognuno rappresentato da declinazioni diverse, creati senza regole e con il massimo apporto di spontaneità e creatività. La possibilità di spostare una verdura dal suo luogo comune coniugarla attraverso nuove armonie del tutto insolite e inaspettate, ridandole la sua giusta dignità gastronomica: questa è la nostra ‘nuova’ avanguardia.” “L’Italia è sicuramente il Paese degli ortaggi – dichiara Frank Fol, The Vegetable Chef® e founder di We’re Smart® – ed Enrico Crippa di Piazza Duomo ne rappresenta perfettamente lo spirito. È più che evidente che nelle sue creazioni parte dalla verdura per poi pensare al corretto abbinamento non solo di gusto ma anche nutritivo. Pietro Leeman e il ristorante Joia – prosegue Fol – incarnano l’alta cucina vegetariana nel Belpaese: tutto ciò che è vegetale non ha più segreti in questo “vecchio tempio”. Luigi Taglienti, infine, ci ha conquistato con la sua cucina creativa alla cui base ci sono prodotti di qualità che vengono coltivati in modo etico e sostenibile”.




Marianna Vitale conquista il premio chef donna 2020

Marianna Vitale Ph©Andrea Moretti

Il 9 settembre 2020, nell’ambito della quinta edizione dell’Atelier des Grandes Dames, un network che ha lo scopo di celebrare il talento femminile nell’alta ristorazione voluto da Veuve Clicquot, Michelin assegna il premio Chef Donna 2020 a Marianna Vitale, Ristorante SUD, Quarto (NA), una stella Michelin dall’edizione 2012.

Marianna Vitale è stata selezionata degli ispettori Michelin per la tenacia con cui ha costruito un progetto di ristorazione di qualità al di fuori dei circuiti turistici della sua regione.
Con spirito d’avventura, rigore e leadership, Marianna ha creato un locale che rispecchia la sua personalità. Piatti “classici” del territorio e percorsi di gusto elaborati giornalmente si affiancano a nuove invenzioni, facendo del ristorante SUD una tra le realtà più interessanti del panorama gastronomico partenopeo e italiano.
Marianna, classe 1980, intraprende studi accademici e si laurea con lode nel 2004. Si accorge presto però che la sua vera passione è quella per la cucina, il prodotto e la volontà di valorizzare il proprio territorio. A maggio 2009 nasce così SUD, che in soli tre anni conquista la stella Michelin e oggi si aggiudica il Premio Michelin Chef Donna 2020 by Veuve Cliquot.
Marianna è una delle 43 chef italiane a capo di ristoranti stellati. In tutto il mondo sono 168.

Il premio speciale Michelin Chef Donna 2020 by Veuve Clicquot si inserisce tra i premi assegnati da Michelin in occasione della presentazione della 65a edizione della Guida Michelin Italia, lo scorso novembre, quale riconoscimento di storie di italiani di successo che contribuiscono all’eccellenza del patrimonio culturale della nostra nazione: il premio MICHELIN Giovane Chef 2020, è stato assegnato a Davide Puleio, L’Alchimia  , Milano, Il premio MICHELIN Chef Mentor 2020, è stato assegnato a Gennaro Esposito, Torre del Saracino, Vico Equense (NA), il premio MICHELIN Servizio di Sala 2020, è stato assegnato a Sara Orlando, Locanda di Orta, Orta San Giulio (NO), Il premio MICHELIN Passion for Wine 2020, è stato assegnato a Rino Billia, Le Petit Restaurant, Cogne (AO).

*la foto in cover è di Ph.©Andrea Moretti

 




Il lockdown annulla le ferie di agosto: commercianti, baristi e ristoratori non si fermano

Il lockdown annulla le ferie di commercianti, baristi e ristoratori. In città e nei centri della provincia nel mese di agosto le attività commerciali resteranno aperte. Secondo un sondaggio fatto da Ascom Confcommercio Bergamo il 90% di bar e ristoranti e l’80% dei negozi alimentari e non alimentari non chiuderà per ferie, sia in provincia che in città. «Non è tempo di fermarsi – afferma Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo – È questo quello che dicono i nostri associati, che sono stati segnati dall’emergenza sanitaria che ha stravolto il nostro territorio».Commercianti, baristi e ristoratori non si fermano nonostante la presenza limitata di turisti.

Chi chiude lo farà nella settimana dal 15 al 22 agosto e per molti le ferie si restringeranno ad fine settimana lungo: da sabato 15 a lunedì 17 agosto. «È un agosto diverso da quello degli anni precedenti – prosegue il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo – non solo per ragioni climatiche ma anche perché sono molte le persone che non sono o non andranno in ferie e molte sono ancora al lavoro. Questo significa che le attività commerciali saranno per lo più aperte e non ci sarà il pericolo di serrate. Otto negozi su dieci non chiuderanno e per quanto riguarda il mondo della ristorazione nove bar e ristoranti su dieci resteranno aperti. Tutti sono impegnati a cercare di recuperare quei mesi di inattività che hanno fiaccato i bilanci delle imprese».

 




Food Film Fest Bergamo, al via la settima edizione: quando il cinema racconta il cibo e il suo territorio

È stata presentata la settima edizione del Food Film Fest di Bergamo, l’unico evento in Italia che coniuga le migliori produzioni cinematografiche provenienti da tutto il mondo dedicate al food e i preziosi prodotti enogastronomici del territorio bergamasco.​ Dopo 6 anni dedicati ad affermare la propria identità, radicarsi sul territorio e fidelizzare un attento pubblico, Food Film Fest è pronto a dare il via a un’ambiziosa edizione ricca di contenuti che si terrà dal 20 al 24 agosto in Piazza Mascheroni, in Città Alta. In cabina di regia come sempre c’è l’Associazione Culturale Art Maiora e l’evento è promosso dalla Camera di Commercio di Bergamo in collaborazione con Coldiretti Bergamo e Slow Food Valli Orobiche Bassa Bergamasca, con il sostegno di ASM, Ubi Banca e Provincia di Bergamo.

I film in concorso        
Protagonisti come sempre i film provenienti da ogni parte del mondo. Non è stato un compito facile per la Direzione Artistica quest’anno valutare i 626 film candidati alla VII edizione di Food Film Fest. Documentari, film di animazione, movie e da quest’anno anche short pubblicitari, sono da sempre i veri protagonisti e il cuore della manifestazione. I 49 ritenuti i più compatibili per tematica rispetto al programma sono stati selezionati e si contenderanno la finale sul palco del Food Film Fest Village.
Accanto ai film in concorso, un fitto calendario di appuntamenti e nuove importanti collaborazioni con realtà del territorio e non. Durante le serate saranno presenti esponenti del Comitato Italiano per il World Food Programme, della Onlus Fondazione Banco Alimentare, geologi e scienziati e rappresentanti del festival cinematografico umbro Gecko Fest.

Le eccellenze della ristorazione: incontri con gli chef
Tra le novità di questa edizione l’occasione per il pubblico di incontrare alcune eccellenze nel campo del food; da Enrico e Roberto Cerea del ristorante Da vittorio a Roberto Proto chef de il Saraceno fino al giovane Cristian Fagone del ristorante Impronte, stelle Michelin del territorio che il nostro comitato artistico ha incontrato e osservato all’opera nelle loro cucine mentre realizzano piatti dedicati a Food Film Fest reinterpretando alcuni prodotti come il caffè, il peperoncino e il pesce, prodotti protagonisti di questa edizione.       
Tra gli appuntamenti da non perdere i Laboratori del gusto organizzati da Slow Food Bergamo Valli Orobiche e Bassa Bergamasca, dei veri e propri percorsi sensoriali in compagnia di esperti per conoscere meglio il mondo dell’olio e del miele. Oppure ancora l’aperitivo Letterario Vicende, avventure e personaggi nel cuore di Bergamo alla scoperta dei segreti e aneddoti legati allo storico hotel il Cappello D’oro e l’intervista a Claudio Cecchinelli per approfondire il ruolo di Bergamo come Città Creativa della Gastronomia Unesco. 
Ogni sera troveranno spazio sul palco del Food Film Fest gli approfondimenti tematici, a moderare gli interventi il direttore artistico del festival, nonché giornalista ed esperto di cinema, Luca Cavadini che ci condurrà in un viaggio fatto di interviste, video esplorazioni e incontri. Accanto a questo le proiezioni dei 49 film finalisti ma anche le degustazioni di prodotti locali offerte da Coldiretti Bergamo.

Per i bambini    
Ai più piccoli saranno dedicati, oltre ad una selezione di film d’animazione, anche due laboratori ludico educativa numero chiuso organizzati dalla Fondazione Accademia Carrara e due incontri ideati dall’Orto Botanico di Bergamo Lorenzo Rota. A chiusura della manifestazione una serata musicale Tributo a Ennio Morricone con Guido Bombardieri e Fabio Piazzalunga che eseguiranno alcune delle più celebri opere del maestro accompagnati dalla proiezione di scene di food tratte da film famosi e un tour guidato in compagnia dell’Associazione culturale guide turistiche della città di Bergamo alla scoperta dei luoghi dell’acqua della città.

Per il programma completo degli incontri e delle proiezioni: www.foodfilmfestbergamo.it




No alla mala movida, una guida al consumo consapevole di alcol

Comportamenti inadeguati, violazione alle regole e agli orari, consumi incontrollati e poco attenti alla qualità, eccessiva facilità di accesso all’alcol. Sono alcune delle concause che stanno dietro all’esplosione del fenomeno della “movida molesta”, o “mala movida”, che caratterizza le notti di molte città italiane, in particolare nei fine settimana. Un fenomeno preoccupante che oggi, con la necessità di coniugare il ritorno alla normalità dopo i funesti mesi di lockdown, con l’osservanza delle norme sul distanziamento sociale, deve essere tenuto ancor più sotto controllo. Anche per questo Federvini e Fipe-Confcommercio – associazioni di categoria che rappresentano rispettivamente il settore della produzione di bevande alcoliche e la loro somministrazione, da sempre attive nel promuovere un approccio responsabile e moderato, hanno deciso di realizzare insieme un vademecum per un corretto approccio al bere.

La ‘Guida al servizio per un consumo consapevole’ analizza il fenomeno del consumo di alcol sia dal punto di vista dei pubblici esercizi, che da quello dei consumatori, e punta a diffondere una serie di buone pratiche da adottare per scongiurare eccessi e patologie alcol-correlate. Un’azione congiunta ulteriormente significativa, se si considera l’impatto negativo che i mesi di pandemia hanno determinato su tutta la filiera dell’Ho.Re.Ca., pronta a ripartire, promuovendo un modello di consumo capace di esaltare l’approccio responsabile, fatto di equilibrio, giusto apprezzamento della qualità e contrasto agli eccessi.

“Il concetto di ‘consapevolezza’ accompagna la ‘responsabilità’ per dare un segnale di impegno ragionato ed emotivamente coinvolgente” ha dichiarato Sandro Boscaini, Presidente di Federvini. “Non è semplicemente una questione nominalistica: consapevolezza significa essere convinti nel profondo che una certa azione è giusta e porta benefici condivisi al di là di una norma o di un pungolo imposto dall’esterno, il quale può anche non essere né condiviso né sentito. Consapevolezza significa anche costruire una sorta di affinità elettiva con il prodotto, attraverso una profonda conoscenza delle sue caratteristiche organolettiche, ed empatia verso brand affidabili e storici nonché verso i territori di provenienza, facendo così convergere elementi razionali ed emozionali. Con questo abbrivio fatto di passione è quindi possibile contrastare gli eccessi ed il consumo errato, attraverso la comunanza di obiettivi da parte di produttori ed operatori. Questi ultimi, grazie ad un percorso formativo in grado di accrescere la propria competenza professionale, possono giocare un ruolo centrale in un’azione sistematica di prevenzione di abitudini sbagliate, le quali impediscono di assaporare, appieno, le nostre specialità”.

Il ‘consapevole’ rapporto con il vino, gli aperitivi, i liquori e i distillati è quindi un elemento positivo per tutti gli attori: i produttori hanno l’obiettivo di fare accostare i consumatori ai propri prodotti facendone apprezzare le qualità organolettiche, la storia e le tradizioni ed associandoli a preziosi ed indimenticabili momenti di socialità; il tutto attraverso un servizio che esalta l’esperienza della degustazione e della convivialità.

“Il settore dei pubblici esercizi da sempre punta sulla qualità e sulla responsabilità nella somministrazione di bevande alcoliche – dichiara Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe-Confcommercio – con il ruolo di principale attore per la diffusione delle buone pratiche per il bere consapevole, promotore di questo percorso virtuoso, capace, cioè, da una parte, di valorizzare la qualità e la storia delle bevande somministrate e, dall’altra, di coniugare esigenze commerciali con la responsabilità sociale in capo agli esercenti sui temi della prevenzione, sensibilizzazione ed educazione ad un consumo consapevole e responsabile. L’attenzione dei Pubblici Esercizi deve essere massima, perché il rischio è quello che diversamente si facilitino comportamenti pericolosi e dannosi per le persone e la società. Gli episodi di mala movida, certamente lontani dai valori e dagli interessi dei nostri imprenditori, sono spesso correlati alla carenza di adeguati requisiti professionali e morali, a una lotta contro l’abusivismo commerciale a volte debole e a un presidio del territorio da parte delle Forze dell’Ordine non sempre puntuale, anche per le tante incombenze che interessano la loro attività. Questi episodi finiscono poi con l’indebolire il comparto, danneggiandolo sia dal punto di vista commerciale che reputazionale”.

La Guida è strutturata in quattro parti: la disciplina normativa, alcol e fattori di rischio, caratteristiche delle bevande alcoliche, suggerimenti per il miglioramento del servizio. La filosofia che ha suggerito la guida è, infatti, un approccio olistico, nel quale proprio la cura e la disciplina nel servizio rendono l’esperienza di degustazione unica e ricca di emozioni. In questo senso, i trend più attuali come bartending e mixology si inseriscono in un solco di somministrazione consapevole, accentuando l’aspetto di ritualità del consumo e generando un concetto di divertimento improntato alla sana convivialità. A distribuire la guida a tutti gli operatori italiani provvederanno le Associazioni Territoriali di Fipe-Confcommercio, accompagnando anche una miniserie in 4 clip video, su ‘orari di somministrazione e vendita delle bevande alcoliche’, ‘alcol e guida’, ‘alcol e minori’, ‘il corretto servizio’ consultabili da subito sul sito della Federazione- Fipe (www.fipe.it) 

 




Dalla Regione 17 milioni di euro per la riqualificazione di alberghi, villaggi e campeggi

Poche prenotazioni e fatturati in calo. Contro il turismo in difficoltà Regione Lombardia scende in campo a sostegno del settore con un bando che rappresenta una vera e propria boccata d’ossigeno per alberghi e non solo. Pubblicato sul Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia il bando prevede uno stanziamento di 17 milioni per la realizzazione e la riqualificazione di strutture ricettive alberghiere e strutture ricettive non alberghiere all’aria aperta. L’obiettivo è promuovere progetti di eccellenza che possano migliorare l’offerta ricettiva di alberghi, hotel, residenze turistico-alberghiere, alberghi diffusi e condhotel, ma anche di strutture ricettive non alberghiere all’aria aperta come villaggi turistici, campeggi e aree di sosta.

Domande entro il 15 ottobre
Lo stanziamento di 17 milioni di euro è dedicato alle micro, piccole e medie imprese e le domande potranno essere presentate fino a giovedì 15 ottobre 2020. La misura finanzierà al 50% e a fondo perduto progetti per un investimento minimo complessivo di 80.000 euro, con la possibilità di ricevere un contributo massimo fino a 200.000 euro per progetti che rientrino nei seguenti macrotemi: enogastronomia-food experience; natura-green; sport-turismo attivo; terme e benessere; fashion-design; business congressi-incentive.
Le domande devono essere presentate esclusivamente in forma telematica, accedendo alla piattaforma www.bandi.servizirl.it e compilando l’apposita modulistica (per tutte le informazioni sul provvedimento è possibile consultare il link: bando turismo aree aperte).

Nessun click day ma la progettualità diventa fondamentale
Se il bando è aperto non bisogna affrettarsi come ha spiega Antonio Allievi, consulente Fogalco ed esperto di finanza agevolata, al webinair organizzato martedì 21 luglio per presentare il bando e le altre opportunità di finanziamento: “Si tratta di un bando a valutazione e c’è tempo fino al 15 ottobre per partecipare. Non bisogna quindi fare tutto di corsa quindi ma è importante pensare a un’attenta progettazione a monte nei tempi e nei modi. Si tratta, infatti. di un bando la cui tempistica permette alle imprese di affrontare l’ivnestimento una volta saputo se quel contributo verrà ottenuto. Oggi si possono presentare le domande e dal 15 ottobre per 120 giorni la Regione si occuperà di stilare la graduatoria e da gennaio l’imprenditore saprà se il suo progetto andrà a contributo”.

L’assessore Lara Magoni

L’assessore Lara Magoni: “Nuova linfa all’offerta ricettiva del nostro territorio”
“Questa misura garantisce nuova linfa all’offerta ricettiva del nostro territorio – sottolinea l’assessore regionale al Turismo, Marketing Territoriale e Moda, Lara Magoni -. Un ulteriore segnale mirato a far ripartire il comparto e guardare al futuro con maggiore ottimismo. Le montagne, i laghi e le città d’arte della Lombardia sono da sempre accoglienti e attrattive, siamo impegnati al massimo per continuare a far sì che questi luoghi siano sempre protagonisti. Oltre al bando, abbiamo in programma una campagna promozione del valore di 2 milioni di euro che andrà a sostenere tutti i territori a vocazione turistica della Lombardia. Oggi, infatti, l’offerta c’è ed è molto valida ma manca la domanda e come Regione abbiamo il dovere di sostenere il settore turistico”.

Il bando “Safe working – Io riapro sicuro”
Per aiutare ancora di più le micro e piccole imprese nella ripresa dopo l’emergenza Covid-19, la Giunta di Regine Lombardia, su proposta dell’assessore allo Sviluppo Economico, Alessandro Mattinzoli, ha approvato una delibera con cui si amplia la platea destinataria del bando “Safe working – Io riapro sicuro”. Vi potranno partecipare tutte le micro e piccole imprese la cui attività era stata sospesa dai provvedimenti delle autorità competenti per l’emergenza sanitaria e quindi anchge quelle del settore turistico-rivettivo: strutture alberghiere, ricettive, attività d’intrattenimento, artistiche, sale da concerto. Lo stanziamento complessivo della misura è di circa 16 milioni e il bando prevede un contributo per gli interventi che riguardano la messa in sicurezza sanitaria dell’impresa e i dispositivi di protezione individuale come mascherine, guanti, occhiali. Sono comprese quelle riguardanti i macchinari e le attrezzature per la sanificazione e disinfezione degli ambienti aziendali; apparecchi di purificazione dell’aria. Sono ammessi interventi strutturali per il distanziamento sociale all’interno dei locali, nonchè le strutture temporanee e arredi finalizzati al distanziamento sociale all’interno e all’esterno dei locali d’esercizio, termoscanner; strumenti e attrezzature di igienizzazione per i clienti. Le domande dovranno pervenire entro e non oltre il 10 novembre.

Giovanni Zambonelli

Giovanni Zambonelli: “Investire per ripartire”
Per ridare slancio al turismo la parola d’ordine è quindi una sola: investire. Come? “Cogliendo le opportunità do questo band – ha sottolineato Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo -. Le opportunità ci sono e vanno colte ed è nostro dovere imprenditoriale valutare tutte le possiblità che abbiamo per ripartire nel migliore dei modi. Dobbiamo guardare con sano realismo al futuro. È quindi ora di investire in questa opportunità, con tutta la prudenza del caso, e come imprenditori va valutata con attenzione. Colgo l’occasione per rilanciare l’invito all’assessore Magoni di rifinanziare il bando in futuro e se possibile con maggiori risorse. La selezione del mercato ricettivo e alberghiero in futuro dipenderà molto dalla qualità del servizio offerto e il bando va proprio in questa direzione”.
“Questo bando – aggiunge Riccardo Martinelli, presidente di Fogalco –  porta una ventata di ottimismo in tempi difficili per le imprese del settore turistico e come Fogalco siamo chiamati a dare tutto il nostro sostegno in campo economico alle imprese”. Infine, come ha ricordato il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo, Oscar Fusini, “questi due bandi non sono gli unici strumenti al servizio degli associati. Per chi ha un’esigenza di tipo finanziario legata ad investimenti e progettualità, Fogalco è a disposizione degli imprenditori con una rete di consulenti pronti a illustrare le misure più vantaggiose”.

 




Il Comitato Francesco Arrigoni devolve all’Ospedale di Bergamo il premio 2020

Il premio assegnato dal Comitato Francesco Arrigoni che riunisce familiari, amici e colleghi del noto giornalista gastronomico, prematuramente scomparso nel 2011, non andrà quest’anno a un agricoltore, un vignaiolo o un ristoratore che si è distinto per il valore etico del proprio lavoro.

Non si aggiungeranno, perciò, un nome e un viso nuovi ai premiati nelle precedenti edizioni: Don Ciotti di Libera Terra, i pescatori di Lampedusa, il casaro Guglielmo Locatelli, i rifugiati e richiedenti asilo di Maramao, i responsabili delle fondazioniFrancesca Pecorari ed Ernesto Pellegrini e gli olivicoltori del Pratomagno. O meglio, se ne aggiungeranno tanti: i visi e i nomi dei medici, degli infermieri, degli operatori e dei volontari dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, di tutti coloro che, quotidianamente, hanno fronteggiato l’emergenza covid-19, mettendo professionalità e dedizione al servizio della collettività.

«Quest’anno ci fermiamo, nel rispetto delle regole e, soprattutto, nel rispetto della sofferenza che riguarda tutti così profondamente. Abbiamo ritrovato comunque i principi ispiratori del Premio: la generosità, l’impegno civile e la montagna, intesa non solo come passione e coraggio, ma anche come determinazione nel superare le difficoltà per giungere alla meta»dichiara Antonella Colleoni, moglie di Francesco e Presidente del Comitato.

Una decisione che sottolinea il valore civile dei servizi offerti non solo dall’ospedale di Bergamo ma da tutte le strutture sanitarie italiane, per ricordare, con Francesco Arrigoni, altri due grandi uomini che recentemente ci hanno lasciati: Gianni Mura, geniale giornalista sportivo, grande amico di Francesco e componente del Comitato, e Vittorio Fusari, chef franciacortino, infaticabile sostenitore del premio.




Presto il via libera alle passeggiate, si riaccende la passione per il foraging

Tra poco verrà il tempo di uscire all’aperto e potremo finalmente tornare a godere delle passeggiate. Potrà essere l’occasione non solo di muoversi un po’ all’aperto e di godere delle natura ma anche di fare un po’ di foraging nei boschi e divertirsi, magari con i bambini, a raccogliere le erbe spontanee.

Per non farvi trovare impreparati, vi consigliamo questo libro: “La cucina delle erbe spontanee di montagna” di Giunti Editore. Un interessante e utile manuale firmato da tre appassionate ed esperte: le chef Mariangela Susigan del ristorante Gardenia a Caluso, Torino, e Alessandro Gilmozzi del ristorante El Molin di Cavalese, Trento; e la botanica Luisa Papponi. Il libro raccoglie  60 schede illustrate di erbe, con ricette e preziose indicazioni su come raccoglierle, conservarle e cucinarle.

 




Il Consumo di vino tornerà come prima del Coronavirus

 

Buone notizie per le imprese del vino. Il confinamento per l’emergenza coronavirus ha frenato i consumi di vino, ma nella cosiddetta fase 2 tutto tornerà come prima per l’80% dei consumatori, portafoglio degli enoappassionati e liquidità d’impresa permettendo.
Secondo la prima indagine a focus Covid a cura dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, i consumatori italiani di vino (l’85% della popolazione) si dichiarano fedeli alle proprie abitudini già a partire dalla fase 2, compatibilmente con la loro disponibilità finanziaria.

Il ‘dopo’ sarà come ‘prima’ per l’80% dei consumatori. O più di prima, con i millennials che prevedono un significativo aumento del consumo, in particolare di vini mixati (il 25% prevede di aumentarne la domanda), a riprova della voglia di tornare a una nuova normalità con i consueti elementi aggreganti, a partire dal prodotto e dai suoi luoghi di consumo fuori casa (ristoranti, locali, wine bar), che valgono una fetta di 1/3 del campione in termini di volume (il 42% tra i millennials).