Bergamo conquista la decima stella Michelin. Premiato il Florian Maison di San Paolo d’Argon

Florian Maison, il ristorante-resort a San Paolo d'Argon
Florian Maison, il ristorante-resort a San Paolo d’Argon

Il firmamento della cucina stellata bergamasca risplende ancora di più. Nel gotha della ristorazione baciato dalla Michelin entra anche il “Florian Maison” di San Paolo d’Argon. Lo chef Umberto Martino, partenopeo d’origine ma ormai bergamasco d’adozione, cattura la sua prima stella con la sua cucina raffinata, sempre pronta ad esaltare materie prime eccellenti, in particolar modo di mare.

Umberto De Martino
Umberto De Martino

Approdato al Florian Maison nel 2015, dopo aver collezionato diverse esperienze in Italia e all’estero, lo chef sorrentino porta in alto con il prestigioso riconoscimento il ristorante resort a ridosso del monastero benedettino di San Paolo d’Argon.

Con il Florian Maison Bergamo conta dieci indirizzi premiati dalla 63esima Guida Michelin.
Da Vittorio conferma le tre stelle e resta una delle cucine più blasonate d’Italia. Confermati anche gli altri otto ristoranti, dove brilla una stella anche per il 2018: “Frosio” (Almè), “Antica osteria del Camelì” (Ambivere), “Il Saraceno” (Cavernago), “Casual”(Bergamo), “A’anteprima” (Chiuduno), “LoRo” (Trescore), “San Martino” (Treviglio), “Osteria della Brughiera” (Villa d’Almè).

Tra le novità della nuova edizione della rossa, il massimo riconoscimento a Norbert Niederkofler, al ristorante St. Hubertus, di San Cassiano, che conta tre stelle. Si vede invece scivolare tra le dita una stella lo chef Carlo Cracco, che ne tiene stretta solo una.
In tutto sono 356 i ristoranti stellati in Italia, un nuovo “3 stelle”, tre con 2 stelle e 22 con una stella.




Da Albino al nuovo programma di Alessandro Borghese, Walter difende la cucina lombarda in tv

walter brambilla okLa Bergamo gastronomica torna protagonista in tv, nella trasmissione Cuochi d’Italia, il nuovo programma di Alessandro Borghese, che, nella circostanza, mette in sfida le cucine regionali e stuzzica il campanilismo gastronomico.

È infatti Walter Brambilla, titolare della trattoria “Come una volta” di Desenzano di Albino, il “campione” della Lombardia, selezionato per difenderne i colori – e i sapori – nel format che ha debuttato lunedì 13 novembre su Tv8 ed è in onda tutti i giorni da lunedì a venerdì alle 18.30 per 20 puntate.

Di scena 20 cuochi professionisti, ognuno da una diversa regione d’Italia, che si affrontano a due a due in sfide di andata e ritorno a eliminazione diretta fino ad arrivare all’assegnazione del titolo di Miglior Cuoco Regionale d’Italia.

Giudici (più sereni e aperti al sorriso rispetto ad altri programmi) sono Gennaro Esposito, lo chef di Vico Equense due stelle Michelin, e il viareggino Cristiano Tomei, indicato come uno dei modelli della nuova cucina creativa.

Le prove vertono sui piatti e i prodotti tipici dei concorrenti, chiamati da Borghese anche ad illustrare, mentre lavorano, caratteristiche e modalità di preparazione in una sorta di tutorial per il pubblico. Brambilla sarà ai fornelli nella trasmissione di venerdì 17 novembre e affronterà il rappresentante della Sicilia, Giuseppe Bonsignore dell’Osteria L’Oste e il Sacrestano di Licata (Ag).

Milanese come dice il cognome, Brambilla, 64 anni, lavora da una trentina d’anni a Bergamo, da sette nel piccolo locale di via Roma dove insieme alla compagna Susi Assolari porta avanti una cucina all’insegna della più schietta tradizione – dai casoncelli alla trippa, agli gnocchi – e del “fatto in casa” che il limitato numero di coperti consente.

Non è proprio un novellino ai fornelli e l’origine milanese gli permette di muoversi bene anche sui piatti meneghini. Ce la farà?

cuochi d'italia




Diventare pizzaiolo, futuro assicurato con il corso dell’Accademia del Gusto

Tiziano Casillo
Tiziano Casillo

L’Accademia del Gusto di Osio Sotto è pronta a sfornare nuovi pizzaioli. Torna anche quest’anno l’atteso corso professionalizzante “Vorrei fare il pizzaiolo” che offre una full-immersion dalle tecniche di impasto alla scelta delle materie prime, dal bilanciamento del topping alla cottura perfetta di pizze e focacce.

Il corso, che accompagna sin dalla sua nascita la scuola di cucina Ascom e che in 14 anni ha formato oltre 500 pizzaioli, è tenuto da Tiziano Casillo, tra i maggiori esperti del settore, maestro indiscusso dell’arte della pizza, impegnato in corsi e consulenze anche a livello internazionale.

Il percorso formativo della durata di 40 ore, suddivise in dieci incontri in programma dal 15 novembre al 4 dicembre (dalle 19 alle 23), consente ai partecipanti di acquisire tecniche e conoscenze per avvicinarsi alla professione di pizzaiolo o per affinare competenze e manualità.

Attraverso nozioni pratiche e teoriche il corso svela ogni segreto sui metodi di impasto, di cottura e di condimento delle pizze – sia al piatto che in teglia – e delle focacce. Il corso, dalla forte connotazione pratica, si contraddistingue anche per un solido impianto teorico, con particolare attenzione alle tecniche di produzione e alle tipologie di farine, conoscenze funzionali ad un’ottimale realizzazione di pizze. Non manca un approfondimento sul servizio al cliente, l’abc per ogni attività imprenditoriale di successo.

«Il corso si è sempre rivelato utile per chi cerca un’occupazione e vuole fare il pizzaiolo – commenta Daniela Nezosi, direttrice dell’Accademia del Gusto -. In questi anni abbiamo visto tanti partecipanti realizzare il loro sogno di aprire una pizzeria o di diventare degli ottimi pizzaioli. Se non manca chi ha deciso di rinunciare ad un mestiere che impone grandi sacrifici, la maggior parte dei corsisti non si è arresa alle prime difficoltà ed è riuscita con successo a trovare lavoro o a diventare imprenditore di se stesso, anche dopo i fatidici “anta”».

Il corso si tiene nell’Aula Dimostrativa dell’Accademia del Gusto di Osio Sotto, in piazzetta don Gandossi, 1. I dieci incontri, dalle 19 alle 23, sono in programma il 15, 16, 17, 22, 23, 24, 27, 29, 30 novembre e il 4 dicembre.

Per maggiori informazioni e iscrizioni: segreteria Ascom Formazione tel. 035.41.85.706/707 –info@ascomformazione.it. Per consultare il calendario dei corsi: www.ascomformazione.it




Mais e prodotti locali, l’Isola vuole prendere i turisti per la gola

isola bergamasca - mais - farina - prodotti

L’Isola Bergamasca gioca la carta dell’enogastronomia per sviluppare il proprio richiamo turistico. I prodotti della terra hanno messo d’accordo tutti e 21 i Comuni che compongono il Distretto dell’Attrattività dell’Isola Bergamasca, l’organizzazione che, secondo il piano regionale, riunisce le imprese, i Comuni, le associazioni nella realizzazione di progetti integrati per lo sviluppo commerciale e turistico.

Bene perciò il sito Unesco di Crespi d’Adda, il richiamo religioso di Sotto il Monte, le ville, i castelli, il percorso sul fiume e le altre mete storiche, culturali e architettoniche, ma per catturare l’interesse dei visitatori (e rinnovare l’attenzione al proprio territorio da parte dei residenti) si è deciso di puntare con decisione sulle bontà locali, argomento più che mai convincente nell’era dei food lovers e dei ricercatori del gusto. Tanto più che la zona può schierare un vero e proprio campione, il Mais Nostrano dell’Isola, varietà che fino agli anni Cinquanta era la scelta più diffusa per la preparazione della polenta “alla bergamasca”, consistente e profumata, autentico simbolo della cucina nostrana.

Il seme è stato conservato in purezza e grazie ad un progetto partito cinque anni fa è cominciata la rinascita, fatta di miglioramento genetico (con invii in Cile per sfruttare la controstagione e dimezzare i tempi di riproduzione), ripresa della coltivazione con tanto di protocollo, macinatura sul territorio e nascita di nuovi prodotti, come biscotti, dolci, gallette e birra. Attorno a questa riscoperta sono state aggregate le altre produzioni del territorio, dai vini alla carne, dai formaggi ai salumi, dalle confetture al miele. Un paniere che oggi è alimentato da 17 aziende e che vuole essere il punto di partenza per portare nei ristoranti, nelle strutture dell’ospitalità e nei negozi i sapori locali.

La presentazione ieri sera al castello Colleoni di Solza, dove non poteva mancare una cena “dimostrativa” delle potenzialità dei prodotti, utilizzati per elaborare ogni portata.

«Con questo progetto – ha spiegato Roberto Ghidotti, responsabile Ascom dei distretti – si vuole creare un brand dell’Isola, generare attrattività turistica attraverso i prodotti dell’enogastronomia. Si sta lavorando per valorizzare e mettere in rete le produzioni, il vero snodo è però rappresentato ora dal coinvolgimento della ristorazione e delle attività commerciali. È attraverso questi canali, infatti, che vini e cibi a chilometro zero possono arrivare ai consumatori e ai visitatori».

Il progetto è accompagnato da un programma di promozione nelle principali manifestazioni dell’Isola e della Bergamasca. «Un ulteriore sviluppo potrà essere la riqualificazione dei negozi sfitti – annuncia Ghidotti – con l’apertura di temporary store dei sapori dell’Isola, la partecipazione a bandi di finanziamento e pure la creazione di un ricettario».

«Cinque anni fa – ha ricordato Silvano Ravasio, presidente di Promoisola, l’associazione che da vent’anni si occupa di promozione del territorio – abbiamo cominciato a parlare di mais, ora abbiamo una bella lista di eccellenze che ci permette di partecipare alle iniziative che la Regione Lombardia dedica al turismo enogastronomico e di presentare la nostra offerta agli influencer del web, che sono stati in visita da noi la scorsa domenica. Sono inoltre nate collaborazioni importanti, come quelle con le scuole, l’Engim di Valbrembo con cui seguiamo il miglioramento genetico del mais e la Fantoni di Bergamo che invece ha curato il logo. E ci sono le basi per continuare a far crescere il coinvolgimento».

isola - consegna premio eccellenza a Marco Bertolini
La premiazione di Marco Bertolini. Da sinistra: Silvano Ravasio (Promoisola), Oscar Fusini (Ascom), Maria Carla Rocca (sindaco di Solza), Andrea Locati (Camera di Commercio di Bergamo), Guido Bonacina (Promoisola)

La presentazione del menù è stata anche l’occasione per premiare chi ha reso possibile il ritorno del Nostrano dell’Isola nei campi e sulla tavola, l’agronomo Marco Bertolini, per oltre quarant’anni al lavoro all’Istituto per la maiscoltura di Bergamo, che ha conservato il seme in purezza e ne sta seguendo il miglioramento genetico. A lui è andato il Premio eccellenza dell’Isola Bergamasca, giunto alla quinta edizione.

Lo chef Graziano Foresti, al centro, e i collaboratori al labovo al castello di Solza per il menù dell'Isola
Lo chef Graziano Foresti, al centro, e i collaboratori, al lavoro al castello di Solza per il menù dell’Isola

Il compito di fare assaggiare le specialità nostrane è stato affidato allo chef Graziano Foresti del ristorante La Corte del Noce di Villa d’Adda, che ha composto un interessante tour del gusto tra salumi, formaggi e carne delle aziende locali, piatti della tradizione come i capù e nuove proposte come lo scrigno dell’Isola, fagottino di farina di castagne, funghi porcini, patate e caprini.

Declinato in forma di polenta, crostino o biscotto, il mais Nostrano supera a pieni voti la prova, regalando il profumo e il gusto schietto del cereale “di una volta”. Del territorio anche l’accompagnamento nei bicchieri, con i vini della cascina Drezza, dell’azienda agricola Sant’Egidio e Tassodine e la birra Amais, realizzata dal birrificio Maspy con il mais dell’Isola.

Alcuni dei produttori coinvolti nel progetto
Alcuni dei produttori che partecipano al progetto

I produttori

  • Azienda Agricola LA COLOMBERA – Sotto il Monte Giovanni XXIII – formaggi, salumi, vini
  • L’ALVEARE di Bonacina Roberto – Sotto il Monte Giovanni XXIII – miele biologico e derivati, confetture, vini
  • Agriturismo CASCINA BACCIA – Filago – carne, salumi, farina
  • Agriturismo CASA CLELIA – Sotto il Monte Giovanni XXIII – confetture
  • Azienda Agricola MICHELI MORRIS – Sotto il Monte Giovanni XXIII – carni e salumi
  • Azienda Agricola SANT’EGIDIO – Sotto il Monte Giovanni XXIII – vino, olio, grappa
  • Azienda Agricola BOLOGNINI CRISTIAN – Mapello – salumi e vino
  • Vini PRESSIANI ANGELO – Villa d’Adda – vino
  • Azienda Agricola SCOTTI – Mapello – vini, farine e foiade, miele e marmellate
  • Azienda agrituristica CASCINA RIGURIDA – Villa d’Adda – salumi e vino
  • Azienda Agricola ENRICA TOSI – Filago – formaggi caprini
  • Azienda Agricola LA ROSSERA – Villa d’Adda – vino e olio
  • Azienda Agricola TASSODINE – Villa d’Adda – vino
  • Azienda Agricola LA CÀ – Villa d’Adda – vini
  • HAMMER BEER – Villa d’Adda – birra
  • BIRRIFICIO MASPY – Ponte San Pietro – birra con Mais Nostrano dell’Isola
  • MOLINO PENNATI – Medolago – farine

I Comuni dell’Isola

Ponte San Pietro (comune capofila del Distretto dell’Attrattività dell’Isola Bergamasca), Ambivere, Bonate Sopra, Bonate Sotto, Bottanuco, Brembate, Brembate di Sopra, Calusco d’Adda, Capriate San Gervasio, Carvico, Chignolo d’lsola, Filago, Madone, Mapello, Medolago, Presezzo, Sotto il Monte GiovanniXXlll, Solza, Suisio, Terno d’Isola, Villa dAdda.




Selvaggina, Bergamo verso una filiera tracciata. C’è anche il tour nei ristoranti

selvatici e buoni - con logoBergamo fa da apripista a livello nazionale per la creazione di una filiera tracciata della carne di selvaggina. Il progetto si chiama Selvatici e Buoni, è curato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano e la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva, è realizzato con il sostegno della Fondazione Una Onlus e raccoglie l’adesione di numerose realtà del territorio.

Ascom Bergamo, supporter del progetto, ha colto la sfida di coinvolgere i ristoratori per ridare valore ad un’eccellenza alimentare troppo spesso sottovalutata, ma che nel nostro territorio ha enormi potenzialità, considerata la presenza in Bergamasca di 13mila ungulati selvatici, tra cui cervi, camosci, caprioli e cinghiali. L’utilizzo di carni di selvaggina rappresenta una scelta sostenibile e a bassissimo impatto ambientale, volta a rivalutare il vero prodotto locale, gestendo al contempo eventuali squilibri dettati dall’incremento della fauna selvatica.

La selvaggina è una risorsa che va rivalutata sia dal punto di vista qualitativo che sanitario, riscoprendo anche tagli poco conosciuti che si prestano alle più svariate ricette. Le carni degli animali a vita libera hanno qualità organolettiche interessanti, dal basso contenuto di grassi e colesterolo alla ricchezza di ferro, zinco e vitamina B12.

La “bontà” dell’iniziativa potrà essere testata nel mese di novembre con “Selvatici e buoni a tavola…”, quattro cene in altrettanti ristoranti, ognuna con un menù dedicato ad una carne diversa accompagnato dai vini del Consorzio Valcalepio.

Si comincia mercoledì 8 all’Osteria Al Giganca di Bergamo con il cervo, per proseguire il 15 alla Trattoria gastronomica Selva di Gelso di Clusone con il daino, il 22 al ristorante Bellavista di Riva di Solto con protagonista il cinghiale e per chiudere il 30 novembre al ristorante Peccati di Gola di Vilminore di Scalve con il camoscio. Il costo è di 35 euro per persona (solo su prenotazione almeno due giorni prima dell’evento, contattando i ristoranti).

Oltre ad aver promosso il coinvolgimento dei ristoratori, Ascom partecipa al progetto di filiera con un corso per “persona formata” sugli aspetti normativi, sanitari e di promozione delle carni di selvaggina. Il percorso formativo della durata di 16 ore, è in programma il 17, 24 e 31 gennaio e il 5 febbraio all’Accademia del Gusto di Osio Sotto.

«La selvaggina ha fatto la storia della cucina e fa parte da sempre della nostra tradizione gastronomica – sottolinea Luigi Pesenti, vicepresidente del Gruppo Ristoratori Ascom -. Si presta a innumerevoli ricette e un adeguato trattamento delle carni ne esalta il gusto, a torto ritenuto dai più troppo intenso. La sfida della ristorazione è quella di fare scoprire materie prime eccellenti e di stagione come la selvaggina, che rappresenta tra l’altro una scelta sostenibile a differenza delle produzioni zootecniche intensive».

«Il progetto nasce dall’esigenza di trasformare un problema, quello dell’aumento esponenziale degli ungulati selvatici, in una risorsa – ha spiegato in occasione della presentazione Silvio Barbero, vicepresidente dell’Università di Pollenzo –. Il percorso di valorizzazione della filiera parte dai cacciatori e dalla loro formazione, mirata a trasformarli in produttori di cibo con tutte le conoscenze necessarie e relative responsabilità, prosegue con i macellai e infine con i ristoratori. Mettendo insieme questi saperi diversi si potrà creare un modello in grado di certificare provenienza e qualità delle carni».

>> Il programma delle cene




Agri yogurt, da podio quello di capra di Bariano

vincitori concorso agri yogurt 2017

Lo yogurt di capra dell’azienda agricola Cascina Aurelia di Bariano conferma la sua bontà. Già riconosciuto “ottimo” nelle precedenti edizioni del Concorso nazionale Agri Yogurt, in occasione delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona, ha ottenuto il secondo posto quest’anno, alle spalle dell’azienda agricola San Gregorio di Massimo Cipolat Padiel di Aviano (Pordenone), mentre al terzo posto è arrivata l’azienda agricola La Mascionara di Rinaldo D’Alessio di Campotosto (L’Aquila).

Il Concorso nazionale Agri Yogurt ha l’obiettivo di promuovere piccole realtà agricole, o artigianali, che uniscono alla produzione di freschissimo latte di vacca, capra, o bufala, la trasformazione e la vendita diretta al consumatore. Erano iscritti alla competizione 105 yogurt da 17 regioni d’Italia e 48 province. Gli yogurt sono stati esaminati da una commissione composta da 25 valutatori, con un’apposita scheda che ha preso in considerazione gli aspetti visivi, olfattivi e gustativi.

cascina aurelia BarianoL’azienda di Bariano condotta dalla giovanissime Gloria Colzani e Jennifer Patelli produce e vende direttamente, anche con un simpatico furgoncino personalizzato, oltre allo yogurt bianco o aromatizzato, formaggi freschi e stagionati, dessert, gelato e cosmetici, tutti fatti con il latte delle capre Saanen del piccolo allevamento.

Per la categoria yogurt da latte vaccino ha vinto l’azienda Gocce di Memoria di Marchionni Ugo & C. di Chiuro (Sondrio) con un punteggio di 88,2 punti; seconda l’azienda Affinito Anna Taverna Centomanni di Potenza; terzo il Caseificio Di Vagno di Conversano (Bari), mentre negli yogurt da latte bufalino il successo, con 86 punti, è andato al caseificio Casa Madaio di Castelcivita (Salerno), seconda l’azienda agricola Casumaro di Bomporto (Modena); terza l’azienda agricola Rinna Domenico di Amaseno (Frosinone).




Musica e dolci da sogno, il doppio talento di Marion

Marion Pessina con Francesco Gabbani ed Andrea Vittori 2
Marion Pessina festeggia il disco d’oro con Francesco Gabbani e Andrea Vittori

Torte e biscotti scolpiti come opere d’arte modellate con la glassa, perfette per celebrare ogni ricorrenza o festa e rendere magici i momenti speciali della vita.

altra torta marion - scegli tuL’esperta del cake design è Marion Pessina, 42 anni, originaria di Sarnico, un nome noto nella discografia nazionale e non solo, dal momento che gestisce insieme al socio e marito Andrea Vittori la Ma9 promotion, ufficio stampa per Francesco Gabbani, Tiromancino, Giorgio Conte, Chris Rea, Morrissey, Fergie dei Black Eyed Peas e Sananda Maitreya, conosciuto in passato come Terence Trent d’Arby. Ma la lista è lunga, proprio come quella delle sue dolcissime creazioni in vetrina sul suo blog “Le torte di Marion”: per Halloween le si possono commissionare camposanti, mani mozzate, teschi, scheletri, fantasmini e bulbi oculari, a Natale panettoni a forma di igloo con tanto di pinguini, paesaggi polari e pupazzi di neve, per San Valentino romantici biscottini a forma di bocca e cuoricini.

Il suo estro non ha, però, limiti quando si tratta di mettere in forno i cookies: teiere, culle e biberon, nuvolette e perfino spicchi di pizza in formato mignon. «Fin da piccola avevo due passioni, stare in cucina e la musica – conferma Marion -. Non mi piaceva tanto la pasticceria classica francese e italiana, preferivo quella anglosassone, dove puoi inventare, realizzare desideri, forgiare qualcosa di unico con le decorazioni, divertendoti».

Il primo dei due sogni l’ha realizzato nel 2004 fondando il suo ufficio stampa, dopo essersi laureata in Scienze della comunicazione, aver seguito un master in discografia e l’esperienza di uno stage in un’etichetta. «Siamo partiti dal nulla, seguendo i gruppi indipendenti come i Baustelle e poi gli Afterhours, io mi occupo della promozione attraverso stampa, web e tv, mentre Andrea delle radio, il passaparola ci ha premiati», racconta.

Tre anni dopo è partita alla volta dell’Inghilterra per seguire un corso dedicato allo zucchero nel Surrey, a 50 chilometri da Londra. «Compravo tutto ciò che mi serviva e da noi non esisteva, ancora quando non c’era il boom del cake design mi informavo sui siti anglosassoni e, se non trovavo, creavo io con le mani, senza aiutanti, né aver mai frequentato una scuola d’arte – precisa -. Ho scoperto che lavorare tortine e fiori di zucchero mi rilassava».

biscotti occidentali's karmaSuccede, a volte, che le due passioni si intreccino, come quando Marion ha realizzato la torta di compleanno per Gabbani e i biscottini con le lettere componendo la scritta “Occidentali’s Karma” per celebrarne la vittoria a Sanremo o ha realizzato una torta per Jacob Whitesides, l’idolo delle teeenager riproposto in pasta di zucchero per la gioia delle fan urlanti che l’hanno poi gustata con lui.

«Ci vuole solo tempo e pazienza, è come modellare il pongo, niente è impossibile», è l’opinione dell’esperta dalle mani d’oro, che spesso tiene dimostrazioni nelle pasticcerie. Ma qual è la prossima idea? «Preparo degli irresistibili biscottini vegani, vorrei deliziare Morrissey». Il cantante degli Smiths, autore dell’album e della canzone-inno “Meat is murder”, non potrà che apprezzare.

 




Osterie d’Italia, salgono a sei i locali bergamaschi

osterie-ditalia- 2018Tutte conferme e un ritorno per la provincia di Bergamo nella 28esima edizione della guida Osterie d’Italia, edita da Slow Food, che la presenta in Lombardia domani, sabato 28 ottobre, all’Istituto di Istruzione Superiore di Stato Andrea Mantegna.

Mantengono il simbolo della Chiocciola, che identifica i locali più in sintonia con i principi di Slow Food, l’Osteria Burligo di Palazzago e la Trattoria Dentella di Bracca. In totale sono 22 le insegne lombarde che hanno ottenuto il riconoscimento quest’anno. Restano segnalati anche Al Gigianca, a Bergamo, contrassegnato con i simboli del Formaggio (24 in Lombardia quelli che propongono una selezione di prodotti caseari di qualità) e della Bottiglia (37 in regione i locali dalla proposta di vini articolata, rappresentativa del territorio, con prezzi onesti);  Ai Burattini di Adrara San Martino (Bottiglia) e Taverna di Arlecchino a Oneta di San Giovanni Bianco.

Torna tra le pagine della guida la Trattoria Visconti di Ambivere che oltre al Formaggio e alla Bottiglia sfoggia anche il simbolo dell’Annaffiatoio per indicare la presenza di un orto di proprietà. La famiglia Visconti-Caccia cura anche il dessert del menù a più mani della presentazione in quel di Brescia: Maiassa di farina di mais rostrato rosso con uva americana.

Per gli acquisti e le soste golose sono inoltre segnalati, entrambi in città, La Marianna per il gelato e Ol Formager per i formaggi.

La guida in pillole

Osterie d’Italia 2018

Curatori: Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni – pagine 896 – prezzo 22 euro

1.616 osterie segnalate in guida
176 nuove segnalazioni
275 chiocciole, i locali che meglio incarnano il modello di osteria
207 osterie da visitare per la notevole selezione di formaggi
400 osterie consigliate per la carta dei vini attenta al territorio
347 indirizzi dove acquistare prodotti di qualità, gustare un buon gelato o fermarsi per un piacevole aperitivo
456 locali con un orto di proprietà
373 osterie che propongono un menù vegetariano
310 osterie con alloggio




Zogno, al via il mese delle castagne. È nato anche il percorso turistico a tema

Zogno Sapori e culturaPrende il via questa sera, venerdì 27 ottobre, al Museo della Valle di Zogno con lo show del comico di Zelig Giorgio Zanetti, la nona edizione della rassegna culturale-gastronomica Sapori&Cultura promossa dal comune di Zogno Assessorato al Commercio e al Turismo.

Fino al 26 novembre sono in programma appuntamenti culturali, visite guidate, escursioni, pomeriggi per bambini, feste nelle frazioni. Protagonista indiscusso la castagna declinata in mille sfumature, profumi e sapori.

Per il 2017 vengono riproposti appuntamenti imperdibili come la Festa dei Biligòcc nella contrada di Castegnone a Poscante e i menù a prezzo fisso per gustare il meglio degli ingredienti della tradizione locale autunnale nei ristoranti aderenti all’iniziativa, oltre all’escursione in una selva di castagni.

Non mancano i concorsi legati alla castagna e al territorio, quello fotografico e quello di torte, mentre gli incontri del venerdì sera ruotano attorno all’utilizzo e alla conservazione della castagna: si parlerà di farina e di spiriti alle castagne. All’ultimo incontro, il 24 novembre, in collaborazione con East Lombardy, patrocinatore della rassegna, si presenteranno le eccellenze gastronomiche del territorio.

Novità di questa edizione l’inaugurazione, domenica 19 novembre, del sentiero “La Via delle Castagne”, un percorso turistico finalizzato alla valorizzazione del patrimonio naturalistico e culturale legato alle castagne e della castanicoltura.

«Questo progetto si presenta come una testimonianza di un momento storico culturale delle contrade zognesi da trasmettere a tutti coloro che, a seconda delle stagioni, potranno scoprire come, per necessità, l’istinto umano si è adattato in passato a sfruttare i tesori del nostro territorio – spiega il titolare della delega al Turismo e al Commercio del comune di Zogno Giampaolo Pesenti –. Il progetto ha come target privilegiato le famiglie e grazie al sentiero didattico permetterà di riscoprire con occhi diversi un versante prealpino e il suo clima, una selva di castagne con il suo sottobosco».

A conclusione della lunga serie di appuntamenti (il programma completo su www.saporiecultura.org), domenica 27, dalle 10 alle 18, in centro a Zogno, la festa intitolata “CastagnAmo” con molteplici attività sempre legate al tema castagna e al territorio, esposizione di prodotti locali e artigianato di qualità.

Il coinvolgimento dei ristoranti promuove Zogno come patria del buon gusto e della cucina bergamasca. Sono 12 le insegne che partecipano alla rassegna e che sino a fine novembre offrono menù dedicati alla castagna e ai sapori d’autunno al prezzo fisso di 25 euro, inclusi bevande e coperto ed in alcuni casi le acque minerali “Bracca”, che hanno i loro stabilimenti nella frazione di Ambria di Zogno.

Dove trovare i menù Sapori&Cultura

  • Baita dei Saperi e dei Sapori
  • Antica trattoria Breve respiro
  • Casa Baggins
  • Casa Martina
  • Da Gianni
  • Da Tranquillo
  • Royal Wine ristorante bar
  • Trattoria del Maglio
  • La Staletta
  • Millenium pizzeria
  • Numero due
  • La Torre



I sommelier riscoprono i vini greci, serata degustazione a Villa Patrizia

villa patrizia - sorisole

Sono i vini greci i protagonisti della degustazione dell’Ais di Bergamo in programma giovedì 26 ottobre al ristorante Villa Patrizia di Petosino di Sorisole. Una scoperta o meglio una riscoperta, visto che la Grecia sin dall’antichità è una regione adatta alla produzione del vino e che negli ultimi decenni il comparto ha ritrovato vigore.

La serata sarà condotta da Guido Invernizzi, grande conoscitore e degustatore giramondo, che ha selezionato sei vini da ricordare: Assyrtiko Santorini Domaine Sigalas 2016, Retsina Tetramythos 2016, Vidiano Creta Domaine Lyrarakis 2016, Perivlestos Domaine Theodorakakis 2012, Macedonia Naousa Athina 2013, Unione Produttori Samos Moscato Anthemis 2012.

«Un elemento che ha significativamente influito sulla rivalutazione qualitativa dei vini greci è stato la corretta valorizzazione della vigna greca – spiegano i sommelier -. La geografia del territorio ha, infatti, facilitato la creazione di piccole zone vocate alla coltivazione della vite. Una delle caratteristiche del vigneto greco è il gran numero di piccoli territori dal particolare ecosistema (terreno-clima-esposizione-varietà di vitigni) dove vengono prodotti vini di qualità. In ciascuna di queste zone le condizioni del terreno e del clima sono eccezionalmente favorevoli alla coltura delle viti e, in special modo, di quelle varietà autoctone che, da secoli, per non dire millenni, si sono là acclimatate».

In accompagnamento, Antonio Lecchi, storico sommelier e patron del ristorante, proporrà une entrée, un piatto principale e un dolce.

Il costo è di 40 euro per i soci Ais, 48 euro per i non soci. L’appuntamento è alle 20.30.

Per informazioni e prenotazioni: Roberta Agnelli (roberta.agnelli@aislombardia.it – 3477321538), Luigi Mascheretti (mascherettiluigi@libero.it – 3492676432)