Birre alla frutta, a San Pellegrino debutta TuttiFusti

tuttifustiSan Pellegrino si conferma capitale delle birre artigianali. Dopo BeerGhèm, il festival delle produzioni bergamasche, e Beer in Black, quello delle scure, il birrificio Via Priula e la Compagnia del Luppolo lanciano una nuova festa. Si chiama TuttiFusti ed è dedicata alle birre alla frutta, prodotti freschi e dissetanti ideali per celebrare la voglia d’estate.

L’appuntamento è al ristorante Cà Bigio da venerdì 31 marzo a domenica 2 aprile. Sempre più numerose e apprezzate in Italia e all’estero, le birre aromatizzate alla frutta sono un fenomeno in grande crescita con solide basi nelle tradizioni di tante regioni del mondo. Ci sono Ale, Blanche, IPA, Stout, Kriek e molto altro. Nel Salone delle Cerimonie del ristorante saranno una quindicina quelle a disposizione alle spina, che potranno essere accompagnate dalla cucina studiata per questo tema dallo staff dello chef Pier Milesi. Non mancheranno le padrone di casa del Via Priula, “Rosa”, birra di frumento ai lamponi nata in occasione del passaggio del Giro d’Italia a San Pellegrino, “Morosa”, brown alle more, e una versione al mango della celebrata “Camoz”, e pure qualche sidro.

ORARI

Venerdì 31 marzo: 17 – 1
Sabato 1 aprile: 17 – 1
Domenica 2 aprile: 11 – 24




Salame di Montisola, nel fine settimana tornano le giornate del gusto

SALAME-MONTISOLA

Due giorni dedicati per intero al salame. Sabato 1 e domenica 2 aprile Monteisola dedica a uno dei suoi prodotti tipici, tra gli insaccati più rustici e apprezzati, la rassegna ‘Le giornate del gusto: sua maestà il salame di Monteisola’. La manifestazione si svolgerà in località di Cure, frazione in cui il salame vanta la stagionatura più vocata. La manifestazione, organizzata da Comune e Pro Loco, prenderà il via sabato alle 11 con l’apertura degli stand. Dalle 12 sarà attivo il ristoro; stessi orari domenica. 

Sabato, alle 14, ci sarà la gara del salame, che vedrà in sfida i norcini dell’isola. Il primo classificato riceverà in premio il Furù d’oro, un attrezzo utile a chi produce gli insaccati perché serve per bucare l’involucro di pelle. Testimonial d’eccezione sarà Giacomo Tiraboschi, produttore di Melaverde. Domenica la giornata sarà dedicata (la mattina alle 11 e  il pomeriggio alle 15), alla dimostrazione pubblica di come si produce il salame con la tipica lavorazione a mano. I ristoranti proporranno un menù a prezzo fisso e da Peschiera Maraglio ci sarà un servizio di navetta per la festa. A chiusura della manifestazione ci sarà il concerto del Coro Isca di Iseo. Parte del ricavato della manifestazione verrà destinato al santuario della Madonna della Ceriola che domina l’isola.

 




Parre rilancia i piatti delle nonne, torna la sagra degli Gnoch in Cola

gnoc in cola - ParreParre, alta Val Seriana, è uno di quei paesi dove le tradizioni sono mantenute ben vive, a cominciare da quelle gastronomiche. Non solo è la patria degli Scarpinòcc, i ravioli con ripieno di formaggio ed erbe entrati nel novero delle specialità tipiche bergamasche, ai quali dedica da oltre cinquant’anni un’attesissima sagra. Ha anche rilanciato i capù, gli involtini in foglie di verza che secondo la ricetta locale sono esclusivamente di magro, e promuove manifestazioni ed eventi spesso legati a vini e cibi.

Tra le ultime iniziative della vivace Pro Loco c’è la Sagra degli Gnoch in Cola, la cui seconda edizione è in programma sabato primo aprile al Pala Don Bosco dell’oratorio, in via Duca d’Aosta. È un appuntamento che nasce dalla collaborazione con il Gruppo Lampiusa e l’oratorio e che vuole valorizzare un’antica ricetta delle nonne, realizzata con pochi e poverissimi ingredienti, come avviene per lo più nella cucina di montagna, ma capaci di creare un mix gustoso. Gli Gnoch in Cola vengono preparati impastando solo farina e latte. Successivamente, grazie ad un cucchiaio, si ricava dall’impasto “uno gnoc” alla volta, che viene calato in acqua già a bollore. A fine cottura si condisce con abbondante burro, salvia e formaggio.

Si comincia alle con l’aperitivo alle 18, mentre dalle 19 saranno aperte le cucine per la cena che vede protagonisti gli antichi gnocchi.

La colonna sonora della serata è affidata, dalle 21, alla TriBrüt&üBel Band che affonda le proprie radici dalla tradizione popolare lombarda, con le canzoni cantate nelle osterie o proposte negli spettacoli di cabaret da cantautori che hanno fatto la storia della musica italiana. Nel vasto repertorio della band trovano infatti posto brani composti da Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Cochi & Renato, Nanni Svampa, Dario Fo, i Gufi, oltre ai classici dei grandi della canzone italiana d’autore (Paolo Conte, Lucio Dalla, Renzo Arbore, Adriano Celentano ed altri), rielaborati per adattarli al clima di festa tipico delle proprie travolgenti esibizioni.

Per informazioni: Pro Loco Parre – www.prolocoparre.com – tel. 331 7740890

parre - sagra degli gnoch in cola 2017




Via Priula raddoppia e apre un locale in città

birreria via priula in città

Il birrificio Via Priula di San Pellegrino raddoppia e apre un locale in città. Si chiama “BeerGhèm – Birreria Via Priula” e debutterà martedì 4 aprile in via Pitentino 2E, indirizzo che ha già ospitato l’insegna birresca “Fusti Ristoro” e prima ancora il pub Bertoldo e Bertoldino.

Il nome dichiara apertamente il tipo di proposta. Ci saranno infatti tutte le birre di produzione propria alla spina e una selezione delle migliori birre artigianali del territorio in bottiglia, proprio come accade a BeerGhèm il festival delle birre bergamasche che Via Priula organizza ogni anno a San Pellegrimo sul far dell’estate. Alle specialità brassicole il locale affianca cucina e pizzeria aperte fino alle due di notte, da martedì a domenica.

Avviato nel 2010, Via Priula è stato tra i primi birrifici artigianali della Bergamasca. Nato dalla passione per le birre di qualità dei due soci Giovanni Fumagalli e Mauro Zilli e dai loro successi come homebrewer, ha collezionato con le sue etichette, tutte ispirate al territorio, numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. Alla produzione (che non avviene con impianti propri) ha presto unito la somministrazione nell’omonimo locale di San Pellegrino sotto i portici di via Matteotti, dove non mancano piatti speciali abbinati alle birre.

Oltre a BeerGhém, è promotore di altri eventi dedicati al mondo artigianale, come Beer in Black, per le scure, e il prossimo (dal 31 marzo al 2 aprile) e nuovissimo TuttiFusti, dove protagoniste sono le birre alla frutta.




Gandino, alla Fiera di San Giuseppe c’è anche una “Cittadella del Gusto”

Spinetta Mais Spinato (2)

A Gandino la storica Fiera di San Giuseppe è anche un’occasione per riscoprire le tipicità. L’appuntamento – che risale al 1600 e cade puntualmente la quarta domenica di Quaresima – è per domenica 26 marzo, dalle 7 del mattino alle 7 di sera.

Le vie del borgo medievale saranno occupate da centinaia di banchi vendita con articoli di artigianato ed enogastronomia, cui si affiancheranno i negozi locali. Il Museo della Basilica (con ori, argenti, sete e merletti di pregio inestimabile) sarà aperto per visite guidate, mentre sul sagrato sarà attivo un mercatino con oggetti d’antiquariato.

Intanto nel Parco Comunale Verdi, a pochi passi dal Municipio, sarà allestita la “Cittadella del Gusto”, con prodotti tipici a chilometro zero e degustazioni all’insegna della tutela della qualità.

A farla da padrone sarà il Mais Spinato di Gandino, antica varietà che la comunità ha riscoperto e rilancia attraverso molteplici iniziative e prodotti: la classica farina da polenta, i frollini, «Camisocc» (ravioli), le gallette, il gelato, la birra e le chiacchiere, in vendita negli esercizi del paese. Proprio in occasione della Fiera di San Giuseppe vengono distribuiti i semi per la nuova stagione coltiva, con un’apposita area dove sarà possibile scambiare sementi fra hobbisti.

Presenti anche gli stand delle associazioni di volontariato e due aree luna park.




Il moscato di Scanzo incontra la pasticceria secca

salotto Moscato di Scanzo

Giovedì 23 marzo, alle 20.30, nella sede del Consorzio Tutela Moscato di Scanzo (a Scanzorosciate in via F.M. Colleoni, 38), si terrà la seconda serata della serie “Proviamolo!”. In questa occasione si degusterà il pregiato passito Docg, ottenuto da uve di Moscato a bacca rossa, con un classico abbinamento: la pasticceria secca.

I protagonisti saranno: l’Azienda Agricola Martinì con il suo Moscato di Scanzo Docg 2012, l’Azienda Agricola La Corona e l’Azienda Agricola Pagnoncelli Folcieri, entrambe con l’annata 2013 e la premiata pasticceria Bigio di San Pellegrino Terme.
I produttori assieme al mastro pasticciere guideranno gli ospiti in un percorso di esaltazione delle varie sfaccettature del Moscato, che solo dei dolci studiati ad hoc potranno far carpire.

Il costo è di 20 euro a persona. La prenotazione è obbligatoria (tel. 035 6591425 – info@consorziomoscatodiscanzo.it)




Nuove aperture, le “Impronte” di gusto di Cristian e Francesca

ristorante impronte - team

Inaugurato il 3 febbraio, senza troppi clamori, Impronte è, in ordine di tempo, l’ultima delle novità che riguardano la ristorazione bergamasca. Al timone del locale, in via Baioni, quasi di fronte alla pasticceria Krizia (anche quest’ultima è una recente novità nel panorama provinciale), ci sono due giovani intraprendenti e appassionati, Cristian Fagone e Francesca Mauri, rispettivamente 28 e 27 anni, che negli ultimi mesi hanno posto le basi per il loro futuro professionale e non solo. Nel giugno dello scorso anno si sono sposati e, quasi subito, dopo una lunga ricerca e un progetto ben concepito, hanno trovato il luogo ideale per far crescer la loro creatura, il loro locale.

Nasce così Impronte, sulle ceneri di un deposito di pullman della Zani Viaggi e con un’anima, quindi, molto industriale, nell’ambiente e nell’architettura. «Volevo un luogo accogliente – dice Francesca Mauri, che, con un passato lavorativo nel marketing dell’azienda di famiglia (il mondo è quello dell’illuminotecnica e dei componenti elettrici), si è trovata a suo agio nel creare un ristorante partendo da zero – ma non una casa, piuttosto uno spazio dai toni minimal, con oggetti ricercati come le opere di artisti locali, con il legno rovere che scalda, ma molto materico e pulito allo stesso tempo. Nessuna tovaglia ai tavoli e dettagli che colpiscono, come le maioliche siciliane che utilizziamo per appoggiare le posate al tavolo o le luci curate dal designer Renzo Serafini».

Cristian Fagone e Francesca Mauri
Cristian Fagone e Francesca Mauri

Se la sala è il regno incontrastato di Francesca, che si muove a suo agio tra i tavoli e svolge il ruolo della padrona di casa pronta ad accogliere i clienti, Cristian invece si destreggia tra i fornelli. Il suo background, va detto, non è esattamente quello tipico del cuoco di formazione classica. Non c’è nessuna scuola alberghiera alle spalle e l’animo è un po’ quello dell’autodidatta, che si è appassionato verso i vent’anni alla cucina e si è trovato prima a cucinare per gli amici in casa e poco dopo a muoversi tra le pentole di Giancarlo Morelli (altro bergamasco) all’Osteria del Pomiroeu di Seregno. E ancora, dopo solo qualche mese a curiosare tra i francesismi di Philippe Leveillé al Miramonti l’Altro.

«È stato un approccio tutt’altro che soft – ricorda oggi Cristian – ma che è servito per farmi capire immediatamente che questo era il mio mondo e volevo continuare su questa strada». Così, dai primi timidi approcci, Cristian si lancia nell’esperienza di un corso importante, ovvero il primo Master della cucina organizzato dai fratelli Alajmo in quel di Padova (del ristretto gruppo di partecipanti faceva parte, tra gli altri, anche Aurora Storari, ora in forze alla pasticceria del ristorante Trussardi alla Scala a Milano), in una decisa full immersion che ha portato il cuoco bergamasco a conoscere i guru della gastronomia italica e a capire meglio le dinamiche della ristorazione moderna. Alla fine del corso, dopo 800 ore tra pratica e teoria, a Cristian si è presentata l’opportunità di fermarsi proprio a Padova dagli Alajmo, per un anno, prima di aprire un ristorante stagionale estivo in Toscana, al Lido di Camaiore che ha gestito per tre stagioni, fino al 2015.

ristorante impronte - seppioline
Le seppioline al profumo di camino

La storia recente invece, e arriviamo quindi ai giorni nostri, lo porta alla ricerca di un luogo idoneo per aprire insieme alla moglie Francesca Impronte, e all’idea di non staccarsi troppo da Bergamo dopo molti anni trascorsi con la valigia in mano. Ma veniamo alla cucina. Lo stile di Cristian è decisamente eclettico e passa attraverso molte delle passioni che accomunano le giovani generazioni ai fornelli, con le acidità in bella evidenza, le affumicature a dare sferzate importanti al palato e alcuni giochi di contrasti da cogliere in punta di forchetta.

«Sempre però con la tecnica che è al servizio dell’ingrediente – ricorda Cristian – perché la mia è una cucina di facile approccio, ma vuole essere, in poche parole, personale, semplice e profonda allo stesso tempo. E spesso nasce da piccole sensazioni personali. Faccio un esempio: uno dei piatti che propongo nel menu è la Seppiolina al profumo del camino, un piatto nato durante una cena a casa, quando cucinando delle semplici seppioline sono passato vicino al camino e le sensazioni olfattive mi hanno convinto ad affumicarle utilizzando il legno di faggio. Cosa che poi ho replicato al ristorante».

ristorante impronte - triglia
La triglia di scoglio con carciofi

Il menù non presenta eccessi o particolari virtuosismi. Da Impronte la cucina è concreta, ma vive del bell’equilibrio tra gusto e sottili sensazioni, come nel caso della Triglia di scoglio con i carciofi (la cui crema nel piatto evidenzia piacevoli sentori agrumati), del Risotto al quinto quarto di vitello (una delle passioni del cuoco è quella di valorizzare le materie prime normalmente poco utilizzate), oppure con il morbido Maialino da latte con senape di Digione, cavolo cappuccio e polvere di caffè. Il menù, non particolarmente esteso, offre diciassette piatti tra cui scegliere, dall’antipasto al dolce, e gioca la carta della stagionalità, facendo quattro cambi annuali, anche se, vista la recente apertura, la carta cambierà di volta in volta approfittando anche di scelte istintive e delle possibilità offerte dal mercato e dai prodotti del momento. La carta dei vini offre etichette interessanti e verrà ampliata a breve, al momento punta molto su Italia e Francia, con, in bella evidenza qualche etichetta di Champagne e bollicine italiche.

La sala presenta una quarantina di coperti, ma le ambizioni future sono quelle di sfruttare in qualche modo anche lo spazio verde di accesso al ristorante, aumentando così il numero dei tavoli. Il ristorante – con un costo medio a pasto che si aggira sui 50/55 euro, vini esclusi – è chiuso il martedì e nel suo primo mese di apertura è rimasto aperto solo per la cena, invece dal primo marzo si può pranzare nei giorni di sabato e domenica.

ristorante Impronte - salaRistorante Impronte

via Baioni 38
Bergamo
035.0175557
www.impronteristorante.com

 




“Ristoranti Regionali – Cucina DOC”, protagonista anche il Posta di Gromo

Renato Malaman consegna l'attestato di partecipazione a Chicco Tonoli (a destra) del ristorante Posta al Castello di Trono
Renato Malaman consegna l’attestato di partecipazione a Chicco Tonoli (a destra) del ristorante Posta al Castello di Trono

Al Best Western Hotel Terme Imperial di Montegrotto Terme, s’è tenuta, di recente, la prima assemblea annuale di “Ristoranti Regionali- Cucina DOC”, associazione no profit che sostiene la valenza culturale dell’enogastronomia regionale. All’insegna del “Piacere di mangiare all’italiana”, questo lo slogan dell’evento, ristoratori provenienti da sei regioni e affiliati al gruppo guidato da Marinella Argentieri, hanno proposto in amichevole confronto le loro specialità. Alcuni riproponendo fedelmente ricette della tradizione, altri creando nuove proposte per valorizzare le eccellenze agroalimentari dei lori territori. Il ricco buffet approntato dall’ hotel, innaffiato dal Bera Brut metodo classico Alta langa DOC, ha dato il via al convegno. La cantina piemontese ha presentato diverse etichette della sua produzione in abbinamento ai piatti proposti. In sequenza sono stati serviti: gli Involtini di bresaola con formaggio di malga di Valbrona, specialità del ristorante Villa Giulia di Lecco; l’Imbrecciata Eugubina, succulenta zuppa di legumi già nota in epoca romana preparata dalla Taverna del Lupo di Gubbio; le quaglie disossate alla veneta, cucinate dallo chef dell’Hotel Terme Imperial, Angelo Colucci; la Treccia Mochena, dolce tradizionale dei Mocheni minoranza linguistica trentina proposto dall’antica Trattoria Due Mori di Trento.

Le bollicine del Trento DOC Ferrari Maximum Brut hanno dato il via alla seconda serata di degustazioni, accompagnando la creazione di Giuseppe Prencipe, executive chef del ristorante Da Pino di San Michele all’Adige: il Turbante di salmerino gratinato con topinambur e salsa all’aglio dolce. Da Gradara, il ristorante “Al soldato di ventura” ha proposto i ravioli di ricotta e radicchio in sugo di sogliola accompagnati dal Rosè di Alghero DOC delle Tenute Sella & Mosca. Il piatto forte del menù è arrivato da Alghero, portando con sé i profumi del mediterraneo: un croccante porcetto al mirto con patate al rosmarino, presentato dal ristorante Da Bruno di Fertilia, e accompagnato dal Dimonios Cannonau di Sardegna DOC riserva di Sella & Mosca. Un delizioso semifreddo all’arancia, preparato dal ristorante Posta al Castello di Gromo, abbinato al Moscato d’Asti DOCG di Bera, ha concluso il convegno enogastronomico.

 




“Cavaliere dello Champagne”, i francesi premiano il sommelier Oscar Mazzoleni

Oscar Mazzoleni
Oscar Mazzoleni

Nei giorni scorsi, a Firenze, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, si è tenuta la solenne cerimonia del Grand Chapitre de Florence dell’Ordre des Coteaux de Champagne, nel corso della quale Oscar Mazzoleni, titolare dell’enobistro Al Carroponte di via De Amicis, a Bergamo, e maître sommelier, è stato investito Chevalier de Champagne. L’Ordres des Coteaux, che dal 1656 si pone come obiettivo la promozione delle peculiarità degli champagne, attribuisce il cavalierato esclusivamente a figure eminenti del settore, selezionandole in Francia e nei chapitres europei, tra cui Firenze. Oggi nel mondo intero l’ordine conta quattromila membri, di cui un ristretto numero in Italia. Tra questi, stelle di prima grandezza del panorama enologico italiano, tra i quali Annie Feolde (Enoteca Pinchiorri a Firenze, uno degli otto ristoranti italiani che possono fregiarsi delle tre stelle Michelin), Matteo Zappile (Chef Sommelier e dai primi di Ottobre anche Restaurant Manager del ristorante 2 stelle Michelin Il Pagliaccio di Roma, premiato Sommelier dell’Anno per I Ristoranti d’Italia 2017 de Le Guide L’Espresso) e Federico Graziani (miglior sommelier d’Italia 2008, oggi titolare di Profumo di Vulcano e partner di Feudi di San Gregorio e della maison Boizel).

Il cavalierato è stato conferito a Mazzoleni dal Commandeur Antoine Roland-Billecart, che ha tenuto a ricordare ai presenti alla cerimonia le importanti esperienze del maître sommelier bergamasco: “Ha lavorato con alcuni tra i più importanti chef d’Italia, come Enrico Bartolini, con grande passione ha aperto nel 2014 il suo locale; ha una grande conoscenza dello champagne sul campo”. Il Commandeur ha infine sottolineato come la carta dei vini di Al Carroponte di Bergamo sia una delle più ricche e interessanti sul mercato, a testimonianza del grande lavoro di ricerca di Mazzoleni e dell’entusiasmo che ancora oggi, dopo vent’anni di carriera, non manca mai.

 




Torna il Convivium, ristoratori a pranzo Al Cambio di Torino con lo chef Matteo Baronetto

ristorante del Cambio

Tornano i Convivium dell’Accademia del Gusto, i seminari rivolti ai ristoratori che prevedono un pranzo degustativo in ristoranti stellati alla scoperta della filosofia dei grandi chef. L’appuntamento è per mercoledì 15 marzo al Ristorante Del Cambio a Torino con partenza dall’Accademia del Gusto di Osio Sotto alle ore 11 (piazzetta don Gandossi,1).

Il ristorante, che dal 5 ottobre 1757 si rinnova ciclicamente rimanendo fedele a se stesso, dal 2014 è sotto la guida sapiente ed esperta dello chef Matteo Baronetto, classe 1977. L’approccio rigoroso e coraggioso di Baronetto, che affianca ingredienti e piatti di stretta tradizione a tecniche e abbinamenti originali, è un omaggio all’alta cucina italiana e al luogo storico in cui questa prende forma.

Per informazioni www.ascomformazione.it; info@ascomformazione.it