Averara, la sagra della castagna raddoppia

 

sagra-della-castagna-redivo-averaraA Redivo di Averara, in alta Valle Brembana, la storica sagra della castagna raddoppia e fa il pieno di iniziative interessanti e golose. La manifestazione, che compie 42 anni, si terrà in due week end: sabato 1 e domenica 2 ottobre, sabato 8 e domenica 9 ottobre. Sarà un’occasione per fare festa, valorizzare i prodotti locali e per far conoscere questo angolo di Bergamasca davvero particolare.

Non è un caso che proprio a Redivo venga celebrato questo frutto: i boschi della località di Averara infatti sono tra i più ricchi di castagni. L’associazione Castanicoltori, che organizza la sagra in collaborazione con il Comune di Averara e con il contributo dell’azienda Soluna, negli ultimi anni ha recuperato alcuni castagneti abbandonati. Un tempo costituivano un’importante fonte di sostentamento per la popolazione, poi lo spopolamento ha contribuito a dimenticare questa risorsa, ora riscoperta.

sagra-della-castagna-redivo-avrerar-2Il programma della sagra prevede per sabato 1 ottobre alle ore 14 la distribuzione del materiale informativo sotto i portici di Averara. Alle 14.30 “Camminata al castagneto” con Stefano D’Adda. Alle 17 “Un castagno divino”, degustazione di vini bergamaschi. “Troviamoci all’osteria”, alle 19, apertura di tre osterie a tema: l’atmosfera e l’offerta ristorativa di un tempo con musica e racconti in spazi caratteristici di Redivo.

Domenica 2 ottobre alle 10 “Profumi di erbe” con Gianfranco Goglio che guiderà i visitatori in un gioco alla scoperta delle erbe salutari dell’azienda Soluna. Alle 11 “Tra i rami”, dimostrazione di tree-climbing e potatura eseguita da Alessandro Regazzoni. “Caccia fotografica”, alle 14, con Paolo Ferrante e Aramis Egman che condurranno i visitatori lungo un percorso tra gli alberi “giganti” del bosco. Le fotografie prodotte saranno esposte domenica 9 ottobre sotto i portici.

averara-castanicoltoriSabato 8 ottobre alle 10 “Madre natura e le sue magie” con l’apertura dei laboratori dell’azienda Soluna. Alle 11 “Camminata al castagneto” con Lorenzo Lego. Alle 15 “Passione nelle mani”, dimostrazioni di artigianato nella struttura-laboratorio a Redivo e alle 17 “Un salto in osteria”, due chiacchiere e un bicchiere prima della cena tradizionale con piatti a base di castagne.

Domenica 9 ottobre, alle 10 “Caccia ai tesori di Averara”: Simona Bellini accompagna i visitatori in un percorso alla scoperta della storia del paese. Alle 11 “L’alchimista brembano”, produzione e distribuzione di un distillato, con Gianfranco Goglio dell’azienda Soluna. Per chiudere, alle 15, “Lippa, cos’è?”: dimostrazione del gioco della lippa e giochi d’altri tempo con la partecipazione aperta al pubblico. Sempre domenica 9 ottobre dalle 10 alle 17 “Dire, fare, giocare”, animazione per i più piccoli con Barbara Stacchetti e Patrizia Geneletti del Teatro Prova.

Per tutta la durata della manifestazione alcune vie saranno chiuse al traffico. L’organizzazione consiglia di utilizzare i parcheggi segnalati in zona: ex asilo, campo sportivo, ditta Siga, Municipio, lungo fiume Mora. Sarà inoltre operativo un bus-navetta messo a disposizione per raggiungere la frazione Redivo partendo dai Portici.

È gradita la prenotazione agli eventi, telefonando ai numeri 366 9598725 – 333 3072758, ai quali ci si può rivolgere anche per ogni altra informazione.




Colletto, medaglia d’oro per il Rosso Barrique al Mondiale dei vini estremi

colletto-rossobarriqueAlla 24esima edizione del concorso internazionale “Mondial dex vin extrêms” dedicato ai vini di montagna,  l’azienda agricola biologica Colletto di Adrara San Martino ha conquistato la Medaglia d’oro con il Bergamasca Rosso Igp “Colletto Rosso Barrique” 2009. La competizione, organizzata dal Cervim (Centro di ricerca, studi, salvaguardia, coordinamento e valorizzazione per la viticoltura di montagna) e svoltasi in Valle d’Aosta, ha visto gareggiare 738 vini provenienti da 16 diversi Paesi: Italia e resto d’Europa in prevalenza, ma anche Argentina, Libano, Georgia, Kazakistan e Armenia. Obiettivo del concorso è valorizzare la migliore produzione vitivinicola portata avanti in contesti difficili, a volte addirittura “eroici”: la coltivazione di un vigneto ad alta quota, infatti, costa mediamente dieci volte di più rispetto a quella di un vigneto di pianura e quasi sempre dà vita a vini di grandissima qualità sotto il profilo aromatico e gustativo.

A conquistare la giuria di esperti sommelier nella categoria dei vini rossi sono stati proprio i profumi intensi e complessi di frutta rossa, confettura, erbe aromatiche e spezie del Colletto Rosso Barrique 2009, un blend di Cabernet Sauvignon e Merlot che riposa per 24 mesi in botti di rovere prima di affinare in bottiglia. Dal gusto pieno e appagante, è impreziosito da tannini vellutati e un finale piacevolmente persistente. “I nostri vigneti si trovano a oltre 450 metri di altitudine – raccontano Graziana e Duilio Picchi, titolari dell’azienda agricola Colletto – su terrazzamenti in forte pendenza dove spesso è possibile lavorare solo manualmente. Sono condizioni ambientali difficili, che tuttavia sono ripagate dal microclima di questa zona, capace di conferire grandi aromi e personalità ai nostri vini seguendo un regime biologico che esclude l’utilizzo di ogni sostanza chimica”.  La consegna della Medaglia d’Oro si terrà a Milano nel mese di novembre.

 




Osterie d’Italia, i locali bergamaschi sulla nuova guida

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La trattoria Dentella di Bracca

Le “vere” osterie in Bergamasca? Sono cinque e tutte conferme. È il responso della guida Osterie d’Italia 2017, la pubblicazione regina di Slow Food, giunta all’edizione numero 27. Ad aggiudicarsi la “Chiocciola”, il riconoscimento più significativo, assegnato ai locali con un’atmosfera che rispecchia appieno lo stile e la filosofia del movimento, sono ancora Burligo di Palazzago e Dentella di Bracca. Burligo ottiene anche una “Bottiglia” per le proposte eccellenti della cantina e viene segnalato per la presenza dell’orto, mentre Dentella riceve oltre alla Chiocciola il “Formaggio” che indica le osterie che propongono una selezione di prodotti caseari.

In città l’unico esponente è Al Gigianca, di via Broseta 111, premiato con la Bottiglia e segnalato per l’orto. La cinquina si completa con la Taverna di Arlecchino di San Giovanni Bianco, frazione Oneta, e Ai Burattini di Adrara San Martino,

«Abbiamo deciso di puntare sulla riscoperta dei locali autentici e, soprattutto, sull’accoglienza e l’ospitalità, il vero segno di riconoscimento che contraddistingue gli indirizzi presenti in Osterie d’Italia – hanno spiegato i curatori Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni in occasione della presentazione alla Reggia di Venaria -. Con questa nuova edizione desideriamo rimanere il più fedeli possibile al concetto di osteria, per questo abbiamo scelto di ridurre notevolmente le pagine della guida e raccontare, invece, tutti quei locali che racchiudono in sé l’idea tradizionale: luoghi informali, semplici, accoglienti e la cui cucina si rifà alla tradizione».

Sono 153 le novità recensite, di cui la maggior parte con un menù che non supera i 35 euro: «Abbiamo scelto di non inserire i ristoranti che per costi, spirito e proposte in carta non rappresentano il concetto tradizionale di osteria, togliendo la storica sezione Oltre alle osterie – hanno evidenziato Bolasco e Signoroni -. Abbiamo comunque mantenuto alcuni locali storici che propongono menù completi sopra i 35 euro, ma che continuano a essere vere e proprie osterie d’altri tempi». La guida è stata alleggerita anche dagli Inserti regionali: sono rimasti solo quelli che raccontano la cultura del cibo e le modalità di preparazione legate al territorio e alla tradizione, come i cibi di strada siciliani, gli arrosticini abruzzesi, il morzello di Catanzaro, i trippai di Firenze e le malghe del Trentino Alto Adige.

L’attenzione al prezzo è rappresentata anche dal nuovo simbolo del bollino con un euro e una freccia, che semplifica la consultazione, e la ricerca è agevolata dai tre indici organizzati per prezzo, luogo geografico e ordine alfabetico dei locali. Rinnovate anche le schede di presentazione delle osterie: divise in due sezioni, raccontano da una parte la storia del locale e dall’altra quella dei suoi piatti. Osterie d’Italia diventa così una guida interattiva con elementi digitali, come i simboli, gli indici e le schede, che facilitano gli avventori nella lettura. Segnalate anche le osterie con un’accessibilità agevolata per i disabili, i locali gluten free e quelli con l’orto. In evidenza anche gli chef che aderiscono al progetto dell’Alleanza Slow Food dei cuochi.

«Il futuro è l’alleanza tra ristoratori, mondo contadino e cittadini – ha affermato il fondatore di Slow Food Carlo Petrini -. E sono proprio le relazioni che Osterie d’Italia riesce a creare che distinguono “la gialla” dal resto delle pubblicazioni presenti. relazioni tra gli osti, relazioni tra i produttori e i cuochi, e soprattutto, relazioni tra clienti e ristoratori».

I numeri della guida

1.570 Locali segnalati
263 Chiocciole
199 Locali del Buon Formaggio
375 Locali celebri per i vini
479 Locali con orto di proprietà
428 Locali con menù vegetariano
277 Locali con alloggio
153 Nuove segnalazioni rispetto all’edizione 2016
340 Collaboratori

L’appuntamento con l’applicazione per i sistemi Android e iOs è per la fine di ottobre.




Capab, lunedì la festa dei pasticcieri bergamaschi

logo capab - pasticcieri confartignato bergamoÈ in programma lunedì 3 ottobre la Festa del Pasticciere Artigiano 2016, la tradizionale manifestazione organizzata dal Capab (Consorzio Artigiani Pasticceri Bergamaschi), riservata ai soci, maestranze, familiari, amici e ditte fornitrici, che costituisce un’importante occasione di ritrovo per gli oltre 80 pasticcieri aderenti.

Il programma della giornata prevede il ritrovo alle ore 16.30 al ristorante Il Pianone in Città Alta, la celebrazione della Messa e a seguire aperitivo e cena, durante la quale le autorità prenderanno la parola per un saluto.

Seguirà uno degli appuntamenti tradizionali più attesi: la cerimonia di consegna della “Rosa d’Oro”, premio che rende omaggio ad una donna pasticciera distintasi per professionalità e anzianità di lavoro a sostegno dell’azienda di famiglia.

La serata di festa proseguirà ancora con musica dal vivo, canti e balli ed estrazione dei premi offerti da alcune ditte fornitrici.

Per dettagli, iscrizioni e regolamento: segreteria del Consorzio (tel. 035 274295 – 331).




Regione europea della gastronomia, un’occasione che Bergamo non può perdere

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Il 2017 sarà un anno davvero importante per Bergamo: la città diventerà capitale del progetto regionale ERG (European Region of Gastronomy) che, a partire da Expo 2015, coinvolge quattro territori lombardi: Bergamo, Mantova, Cremona e Brescia.

ERG promette di funzionare come un vero motore per il turismo enogastronomico interterritoriale e questa è un’opportunità che Bergamo non può lasciarsi scappare. Il turismo enogastronomico è una risorsa che il nostro territorio deve valorizzare ulteriormente e in grado di coinvolgere un panorama davvero ampio: dall’area produttiva a quella della lavorazione, dalla ricettività alla ristorazione fino al turismo e al terziario.

Il progetto ERG ha già dimostrato di poter portare sui territori persone e fondi. Quello che lascia un po’ perplessi, tuttavia, è l’incertezza riguardo a come e in che comparti, tali risorse possano essere indirizzate e utilizzate.  Senza voler puntualizzare eccessivamente, quest’estate ho visitato Toledo (è una delle ERG del 2016): accattivante l’enorme telo posto sulle mura all’ingresso della città per evidenziare il titolo acquisito di Regione Gastronomica Europea per il 2016. Peccato però scoprire che i contenuti non erano poi così evidenti, anzi. È stato quasi impossibile accedere a un itinerario o proposta gastronomica realizzata per tale circostanza e mi sono chiesto dove fossero i contenuti di questo splendido contenitore. Impensabile quindi immaginare che fondi provenienti da un tipo specifico di turismo, come quello enogastronomico, possano essere investiti ed utilizzati a supporto di ambiti che nulla hanno a che vedere con la fonte originaria.

È il momento di essere chiari: il turismo enogastronomico è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, è giusto quindi che gli introiti che arrivano da questo tipo di ambito trovino sbocchi in investimenti destinati a supportare e incrementare l’offerta rivolta all’eno-gastro-turista stesso. Quello che è davvero importante tenere a mente è che mai come in questi casi è importante agire in filiera: non mi piace parlare di kilometro zero come filosofia di sviluppo. Qui si tratta di fare i conti e di parlare di economia: è importante che i fondi destinati a questo tipo di attività e i ricavi che arriveranno dal circuito del turismo enogastronomico vengano re-investiti sul territorio stesso a partire dall’area produttiva, fino ad arrivare all’offerta turistica e culturale del territorio, senza poi parlare di come tutti gli operatori, nessuno escluso, debbano contribuire in modo concreto a questa incredibile opportunità.

Non è pensabile che il turista che nel pomeriggio ha visitato dei vigneti in Valcalepio arrivi a cena in un ristorante locale e non trovi in carta il vino del territorio. Allo stesso modo è impensabile per un visitatore arrivato sul nostro territorio, per approfondire la conoscenza dell’ampio panorama dei formaggi orobici (non dimentichiamoci che deteniamo il primato europeo di formaggi Dop) non poterli apprezzare nei piatti che degusta durante la giornata.

Non si tratta di mera facciata o di filosofia della cooperazione spiccia; si tratta di economia: è giusto che il territorio aiuti il territorio e che le risorse a disposizione, nonché quelle create da questa opportunità, vengano reinvestite in quello stesso settore per poter alzare ancora di più il livello dell’offerta.




La birra Via Priula piace anche al Giappone. Due medaglie a Yokohama

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Non solo l’acqua. Ora è anche la birra di San Pellegrino a conquistare i palati internazionali. Al concorso The International Beer Cup 2016, svoltosi nei giorni scorsi a Yokohama, in Giappone, il birrificio Via Priula ha ottenuto due medaglie.

Quella d’argento con la “Camoz” nella categoria Imperial Stout in stile americano e quella di bronzo con “Rosa!”, tra le birre di frumento alla frutta.

birra-yokohamaLa competizione è storica. Si tiene infatti sin dal 1996 ed ha come obiettivo diffondere una maggiore conoscenza delle diverse birre del mondo. Raccoglie prevalentemente i prodotti dei birrifici giapponesi ma negli ultimi anni ha aperto le porte anche a produttori dalle altre parti del mondo, in considerazione dell’espansione nel mercato asiatico di prodotti artigianali diversificati e di qualità,

Quest’anno ha raccolto la partecipazione di oltre 600 birre da 25 Paesi, che sono state valutate da 60 giudici di 20 nazionalità diverse, che hanno assegnato medaglie d’oro, d’argento e di bronzo in 106 stili birrari.

Via Priula ha partecipato per la prima volta al concorso e non nasconde la soddisfazione per il bel risultato. Per festeggiare giovedì 28 settembre nel proprio locale di via Matteotti, dalle 18 alle 20, offre un aperitivo con birra Rosa! e assaggio di finger food giapponesi. Chi vorrà potrà fermarsi a cena e gustare i piatti Via Priula e una specialità dalla cucina giapponese, reinterpretata nello stile del locale.

Per info e prenotazioni: 338 6438705 oppure info@birrificioviapriula.it




Salone del Gusto, i prodotti bergamaschi in vetrina a Torino

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Lo Stracchino all’antica delle Valli orobiche, Presìdio Slow Food

Dal 22 al 26 settembre la ricchezza gastronomica del mondo intero è di scena a Torino per il Salone del Gusto, che da questa edizione – in cui si celebrano i 20 anni dalla nascita e i 30 anni di attività di Slow Food – si chiama Terra Madre Salone del Gusto, per sottolineare la centralità delle Comunità del cibo, ed esce dal polo fieristico per coinvolgere tutta la città. Il maxi evento, che ha per tema “Voler bene alla terra”, ospita chef, mastri birrai, vignaioli, produttori e bartender italiani e internazionali e riserva spazi anche a scuole e famiglie. Accanto al grande mercato internazionale, un calendario fitto di Laboratori del Gusto, appuntamenti a tavola, scuola di cucina, conferenze, forum.

Anche Bergamo è presente con i propri prodotti. L’Agrì di Valtorta e lo Stracchino all’antica delle Valli Orobiche, Presìdi Slow Food, i caffè della torrefazione Art Caffè di Fornovo San Giovanni, le birre artigianali di Elav di Comun Nuovo, ma anche le sementi Franchi Seeds di Grassobbio e la rete dei mais locali ad impollinazione libera con sede a Gandino.




A Bossico torna la festa dei formaggi e della pastorizia

Bossico torna a rendere omaggio ai formaggi e alla tradizione casearia. Sabato 24 settembre e domenica 25 si svolge la quarta edizione di “Staèla, motèla e staèl”. Due giorni di visite alle stalle delle aziende agricole locali, mostramercato, degustazioni, dimostrazioni di tosatura delle pecore, laboratori, menù a tema, soggiorni convenzionati e laboratori. Sabato alle 20, ad esempio, alle ore 10 si terrà una lezione sull’erborinatura del formaggio mentre per cena i ristoranti del paese proporranno il menù “Gustabossico. Formaggio che passione”. Domenica invece ci sarà una merenda a base di formaggi bossichesi, polenta e bergna (carne di pecora essiccata ed aromatizzata) e dalle 10.30 alle 18.30 vendita di formaggi tipici e prodotti a km zero. Per informazioni: Pro Loco Bossico: tel. 035 968365

la locandina

 




Nel borgo di Ogna di scena i piatti e le tradizioni di Romagna

villa-dogna-sapori-romagnoliSono i sapori della Romagna i protagonisti della nuova edizione della Festa della Natura di Villa d’Ogna, l’originale idea di sagra del C’entro parrocchiale di Ogna che, anziché replicare il clichè casoncelli-grigliata-liscio, va ogni anno alla scoperta di un territorio e seleziona con cura prodotti e ospiti che siano autentica espressione di tipicità.

L’appuntamento 2016 è nella bella piazza di Ogna il 24 e 25 settembre. Ci saranno le specialità gastronomiche, gruppi folkloristici e una nutrita schiera di artigiani che rappresenteranno lavori tradizionali e coinvolgeranno i visitatori con laboratori: il mosaico artistico con una scuola di Ravenna, le ceramiche dei maestri di Faenza, l’arte dimenticata degli intrecci d’erba palustre, il ricamo dell’ottocento di Savignano, fino al torniante che realizza le teglie terra di fuoco su cui in certe zone si cuoce ancora la piadina, ai piadinari e all’antica stampa su tela.

Il momento più atteso è quello del pranzo della domenica, con un menù interamente a base di prodotti e piatti della regione ospite. Si comincia con Capocollo e noce di prosciutto di rustichello, salame in filzetta di Mora romagnola (Presidio Slow Food), piadina, pecorino stagionato in foglia di noce e saranghina gratinata. I primi sono Risotto di Romagna con seppie e piselli e tortelli di patate al burro bianco, mentre per secondo sarà servito Coniglio in porchetta al Sangiovese con scalogno di Romagna Igp accompagnato da purè di marroni casolari e fagioli in giubba lunga. Per finire in dolcezza Mandorlato al cioccolato di Modigliana, biscotti di Romagna e pere in brodo di giuggiole.

Il rispetto delle provenienze è tale che anche acqua (Galvanina fonte antica) e pane arrivano dalla Romagna. Il costo è di 25 euro e comprende il caffè ma non i i vini che si possono acquistare allo stand espositivo in buona selezione, come Albana Docg Cantine Cadisopra consigliato per l’antipasto, Ceperano Docg Fattoria Zerbina indicato per i primi, Cadisopra Romagna Sangiovese Marzeno Cantina Cadisopra per il secondo e Arrocco Romagna Docg Albana passito Cantina Fattoria Zerbina per il dolce.

L’apertura della sala è alle ore 12.15. Info: centroparrocchialeogna@virgilio.it

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L’aperitivo Veg+ fa centro in Città alta

Uno scenario di assoluto fascino come il Relais San Lorenzo di Bergamo Alta, tra testimonianze archeologiche e design, e tanti snack e finger food insoliti. L’aperitivo Veg+ ha centrato l’obiettivo di far conoscere il gusto ed i valori della cucina vegana e i locali che la propongono in Bergamasca.

L’appuntamento è stato organizzato dall’Ascom e dalla Lav che insieme hanno dato vita al progetto di cucina certificata “Veg+”. Si tratta di un percorso formativo – sviluppato all’Accademia del Gusto di Osio Sotto con Sauro Ricci, chef del Joia di Milano, punto di rifermento della cucina naturale e vegana – che ha portato chef e ristoratori a mettere a punto piatti e menù che rispondono ai principi della dieta vegana, senza cioè l’utilizzo di ingredienti di origine animale ma al contempo attenta al corretto apporto nutrizionale e alla qualità delle preparazioni.

La prima edizione risale al 2014, quest’anno i locali certificati solo saliti a 19 e sono riconoscibili da una vetrofania con la scritta verde “Veg +. Qui mangi anche vegano 2016″. «L’iniziativa Veg+ è giunta al suo terzo anno consecutivo – ha ricordato il direttore dell’Ascom Oscar Fusini – e sta ottenendo buoni risultati. Anche nella nostra provincia la cultura del vegano si sta diffondendo e c’è una proposta di qualità e di livello anche per questo segmento di preferenza. Integrare il circuito vegano con la cucina tradizionale ci sembra una strada giusta per la ristorazione bergamasca».

«La proposta che abbiamo fatto è stata colta positivamente – ha aggiunto la presidente dei Ristoratori Ascom, Petronilla Frosio -. Anche se non tutti i ristoratori negli anni hanno confermato la loro adesione, è stata comunque per tutti l’occasione di conoscere il pensiero e la cultura vegana e dare ai nostri ristoratori la possibilità di soddisfare la richiesta della clientela, che è per noi è la cosa più importante. Così come è importante conoscere il pensiero che sta dietro una proposta come quella vegana e noi come Associazione abbiamo cercato di farlo nel migliore dei modi».

Per gli chef si tratta anche di uno stimolo. «È una cucina nella quale ci si può sbizzarrire e divertisti, proponendo piatti buoni e di qualità – ha sottolineato Antonio Cuomo del ristorante Hostaria del San Lorenzo, che ha curato la proposta dell’apertivo -. Sono contento di aver potuto dimostrare attraverso la mia cucina un percorso iniziato alcuni anni fa». Mentre Donato Ceci della Lav, ringraziando i 19 ristoranti che hanno aderito al circuito ha rilanciato la sfida: «Posso dire che è possibile cambiare abitudini, anche alimentari, e trovare prodotti gustosi. La cucina vegana è salutistica ed è un esempio di rispetto della diversità».