I quattro italiani che sfideranno i migliori pasticceri del mondo

Da sinistra Antonino Bondì, Paul Occhipinti e Diego Mascia
Da sinistra Antonino Bondì, Paul Occhipinti e Diego Mascia

Quattro giovanissimi pasticceri si allenano assiduamente in vista di una sfida tanto dolce quanto ardua: vincere i Campionati Mondiali di Pasticceria Gelateria Cioccolateria e quelli di Cake Design, organizzati dalla Federazione Internazionale Pasticceria che si terranno dal 24 al 27 ottobre all’Host di Milano. I pasticceri che si cimenteranno nelle due specialità (ovvero da una parte la “Pasticceria, cioccolateria e gelateria”, e dall’altra il “Cake Design”) sono giovani e agguerriti, hanno storie molto diverse tra loro ma sono accomunati da un’unica grande passione e da un forte e ambizioso obiettivo: conquistare il titolo di campioni del mondo.

Diego Mascia

31 anni, piemontese, vanta di preziose collaborazioni in Europa e in India, ed è parte integrante dello Staff della Cioccolateria e Gelateria di Cristian Beduschi al mercato centrale di Firenze. Si avvicina al mondo della pasticceria quasi per caso: finita la scuola dell’obbligo inizia la scuola professionale di panetteria e pasticceria, e da questa prima esperienza nasce quella passione che lo porta a intraprendere la sua professione. “Una volta decisa la linea giusta da seguire solo una cosa si può fare: provare, provare e riprovare ancora – spiega Diego – perché la parte più complicata della gara non è il giorno della competizione, ma sono gli allenamenti”.

Paul Occhipinti

classe 1992, nato a Marsiglia da genitori italiani e italiano nello spirito e nella sua arte. L’amore per la pasticceria è nato guardando la nonna alle prese con il tiramisù, così, a soli 15 anni già si destreggiava tra spatole, raschie, creme e impasti. Dal momento in cui si è avvicinato al mondo della pâtisserie non ha più potuto farne a meno e ora, a soli 23 anni, è consulente per scuole di alto livello in tutta Europa e ha già vinto numerosi premi in Francia. Specializzato nel creare dolcissimi cioccolatini, si allena quotidianamente: “Per ora sto lavorando sulla degustazione, poi passerò al lato artistico – dice Paul – l’importante è avere una visione di gruppo e un collegamento forte tra i nostri lavori”.

 Antonino Bondì

è il più giovane di tutto il team: siciliano, ha soli 21 anni ma già una grandissima esperienza maturata tra Palermo e New York. “La mia passione per la pasticceria nasce fin da piccolo nel laboratorio di famiglia, dove ho iniziato a imparare la base della pasticceria”, dice Antonino, che ora si allena con grande grinta per la degustazione della monoporzione di gelato. Il suo punto di forza è quello di rinnovare ricette classiche, come per esempio la torta al pistacchio, dando loro strutture e sapori differenti. Il suo asso nella manica è però la parte artistica e decorativa dei dolci.

Serena Sardone

27 anni, orgoglio femminile della Nazionale Italiana al Campionato Mondiale di Cake Design. Originaria di Cassano Murge, in provincia di Bari, vive nel mondo della pasticceria da sempre. Porta avanti infatti la pasticceria di famiglia, insieme a sua sorella gemella. Dai semifreddi alle torte strutturate per ogni occasione, Serena trasforma ogni dolce in una vera e propria opera d’arte. Ogni giorno si cimenta in ricette sempre diverse pensando al progetto ideale da presentare al mondiale e stupire così la giuria: “Ai mondiali avrò il supporto del mio coach e dell’intera Federazione – commenta Serena – il mio punto forte è il modelling, che unito ad altre tecniche e tanta fantasia mi permetterà di fare un bel lavoro”.

 

La nazionale di pasticceria, cioccolateria e gelateria è guidata dai team manager Cristian Beduschi e Rossano Vinciarelli, pasticcieri affermati e riconosciuti a livello internazionale. Il team di cake design avrà come mentore Christian Giardina, uno dei maggiori professionisti del settore.




Marcelle, la pioniera delle patatine fritte a Bergamo

Marcelle Gibert
Marcelle Gibert

«In Italia non vengo perché non ci sono le patatine fritte», aveva detto a mo’ di provocazione 47 anni fa la giovane Marcelle Gibert al marito che progettava di rientrare in patria dal Belgio, dove – lei belga, lui figlio di emigranti bergamaschi – si erano conosciuti e sposati.

Invece in Italia ci è venuta, ma ci ha portato anche le patatine fritte dalla sua terra, che si vuole (la disputa con i francesi è aperta) abbia dato i natali ai famosi bastoncini, oggi il più abituale dei contorni o degli snack ma una cinquantina di anni fa pressoché sconosciuti all’ombra delle Orobie.

Da quella battuta l’idea del lavoro che insieme avrebbero potuto fare nel nuovo paese. «Avevo 24 anni ed avevo studiato da cuoca, mio marito era perito meccanico – ricorda –, abbiamo intuito che poteva essere un’opportunità e ci siamo costruiti da soli il mestiere». Gli esordi sono stati su un furgone al Ponte del Costone in Val Seriana e, in Val Brembana, a Zogno ad intercettare il flusso di gitanti di ritorno dalla montagna la domenica (come non ricordare l’acquolina e la tentazione di una sosta?). Poi sono arrivati i mercati e la proposta si è ampliata con polli allo spiedo, wurstel e spiedini. Oggi Marcelle, la pioniera delle patatine, ha 71 anni e dirige con piglio deciso e la parlantina schietta di chi è abituato a vivere la piazza la rosticceria ambulante La Casalinga, con sede a Torre Boldone, che arriva ad impiegare anche sette persone, tra cui la figlia Fulvia Colombi, il genero e il socio Mario. Mentre il marito ha preso la via della Spagna portando anche lì le patatine on the road.

«Ora le domeniche non lavoriamo più – spiega -. Siamo presenti in sei mercati settimanali (nell’ordine da lunedì a sabato: Bergamo, Calolziocorte, Alzano, Nembro, Ponte San Pietro e Gazzaniga) e l’offerta si è moltiplicata. Abbiamo ben 56 prodotti diversi, tra polleria arrosto e fritti». Davanti al bancone c’è l’imbarazzo della scelta, tra polli, arrotolati di vario genere, cosce, spiedini, ali, anche piccanti alla messicana, quaglie. E sul versante dei fritti, accanto alle classiche patatine e crocchette, ogni sorta di verdura pastellata, bocconcini, fagottini, panzerotti. L’evoluzione del gusto e dei tempi ha portato anche le carni certificate halal, per rispondere ai dettami religiosi dei clienti musulmani.

«Si tratta di prodotti già pronti per la cottura, fresche le carni, surgelate le fritture, che poi cuociamo direttamente sul furgone e facciamo trovare sempre caldi – racconta -. La gamma si è ampliata grazie a ditte specializzate che offrono grande scelta e, per certi versi, semplificato il lavoro». Gli inizi, infatti, sono stati tutt’altra cosa. «Utilizzavamo patate fresche – ricorda Marcelle -. Siccome sul furgone non c’era l’acqua le pelavamo in sede, prima a mano, poi è arrivata una macchina, e le trasportavano in contenitori appositi immerse nell’acqua. Una volta sul posto le tagliavamo e le friggevamo». La tecnica è quella belga: una prima frittura, si levano dall’olio, si lasciano asciugare e si ributtano per alcuni minuti al momento di consumarle per ottenere lo speciale mix tra esterno croccante e interno morbido. Un procedimento che la signora consiglia a chi vuole prepararle in casa. «Nella ristorazione invece – evidenzia – non c’è più nessuno che parte dal fresco, le patatine surgelate hanno avuto la meglio. Sono una comodità ed è inutile negarlo. Tutto sta nello scegliere prodotti di qualità e nel friggerle al meglio».




Il gelato di Grom non è artigianale. Bosio (Ascom): «Inutile introdurre paletti normativi»

Il gelato Grom non è fresco, quindi non è artigianale. Lo ha stabilito il Codacons nei giorni scorsi. La gelateria più famosa d’Italia, con moltissimi punti vendita, uno anche a Bergamo, ha dovuto quindi togliere la dicitura “artigianale” da sito e pubblicità.

Rivendicare l’alta qualità del prodotto e la selezione accurata delle materie prime (spesso bio, Dop o Igp) non è bastato al brand per spuntarla di fronte all’obiezione di Codacons secondo il quale il gelato di Grom non è artigianale per due motivi: prima di tutto per le dimensioni dell’azienda, essendo una spa, non è una ditta artigianale. In secondo luogo, fatto ancora più importante, non è prodotto in loco, ma smistato nel mondo da un unico centro produttivo, e quindi non può considerarsi fresco.

Ma cos’è un gelato artigianale? In Italia una legge che definisca cosa è artigianale e cosa no, non esiste. Quindi nel settore, che conta 39mila punti vendita che si dichiarano artigiani e 90mila addetti, c’è chi, per velocizzare le lavorazioni, utilizza prodotti semi-artigianali o addirittura industriali. Per le gelaterie che rifiutano di prendere scorciatoie e si impegnano a produrre il gelato con latte e frutta fresca, la vittoria del Codacons parrebbe una buona notizia anche se la situazione, in mancanza di un provvedimento univoco, è lontana dal trovare una soluzione.

massimo-bosio.jpgPer il Comitato Gelatieri dell’Ascom di Bergamo il pronunciamento del Codacons appare come un appiglio. «Non si tratta di voler andare contro Grom e di mettere paletti normativi – dice il presidente Massimo Bosio -. Aumentare le norme non è utile, anzi farebbe il gioco dell’industria e penalizzerebbe i piccoli artigiani. L’iper-regolamentazione in tutti i campi favorisce le grandi aziende che possono sostenere le spese per adeguamenti sanitari e corsi di sicurezza alimentare. Si tratta invece di ribadire che il gelato artigianale è tale perché ci si mette qualcosa di più, non perché è il più buono e il più sano di tutti. L’artigianalità è data dalla personalizzazione del prodotto, dalla creatività che lo differenzia dal prodotto seriale delle catene. In ogni caso sono convinto che il giudice è il consumatore, è lui a dire se è migliore il mio gelato o quello di un altro».

Intanto, secondo le stime di Coldiretti, nell’ultima settimana si è registrato un aumento del consumo di gelato addirittura del 25% e le agrigelaterie, ovvero le fattorie che realizzano un prodotto di qualità a km 0 utilizzano il latte di alta qualità prodotto in loco, sono in crescita. Per riconoscere le gelaterie “doc” Confartigianato Gelatieri dà qualche dritta: diffidare dai colori troppo accesi, valutare la cremosità (i cristalli di ghiaccio non sono un buon segno!), preferire la vaschetta in acciaio. E fare attenzione anche al numero dei gusti: meglio pochi ma buoni.




Albino, fino a domenica la sagra degli gnocchi ripieni

Sono ormai diventati un piatto tipico e per questo tale da meritarsi una sagra. Gli gnocchi ripieni della Trattoria Moro da Gigi ad Albino, in località Perola, sono protagonisti da stasera a domenica 19 luglio nel piazzale antistante il locale della quinta edizione della festa a loro dedicata.

La ricetta risale agli anni Ottanta ed è stata messa a punto dalla mamma del titolare, Gianluigi Moro. Un sfoglia di patate racchiude un ripieno di prosciutto cotto e formaggi all’insegna del più classico ed appagante confort food.

La manifestazione è stata lanciata per festeggiare i cinquant’anni della trattoria e da allora è diventata un appuntamento consolidato, imperdibile per gli estimatori, occasione per chi vuole assaggiare la specialità. Agli gnocchi si affiancano altri piatti che esaltano tipicità e materie prime a chilometro zero, secondo una filosofia che il locale porta avanti da sempre.

A fare da contorno, come ogni festa che si rispetti, giochi e intrattenimento per tutte le età. Tra le novità di quest’anno la birra Bodibeer alla patata di montagna, perfettamente in tema con l’iniziativa.

Info: tel. 035 751296 – www.trattoriamoro.it




Alla Domus Bergamo i “Famosi del Vino” si raccontano

Alla Domus Bergamo Wine – il contenitore di iniziative in chiave Expo di piazza Dante a Bergamo – nei venerdì di luglio, settembre e ottobre arrivano “I Famosi del Vino”, rassegna dedicata ai grandi nomi dell’enologia italiana che raccontano le proprie esperienze e storie, fatte di territori, vitigni, calici, tradizione e percorsi familiari lungo la Penisola.

Christian Bellei Cantina della Volta
Christian Bellei

Dopo l’apertura, lo scorso 10 luglio, con il “re” del Sagrantino di Montefalco, Marco Caprai, il 17 luglio a presentare le sue produzioni sarà Christian Bellei, titolare della Cantina della Volta, una delle realtà più interessanti del modenese, nata per dare continuità alla produzione avviata negli Anni 20 del secolo scorso da suo padre, Giuseppe, che per primo produsse Spumanti Metodo Classico con il Lambrusco.

Il 24 toccherà a Mario Pojer, della cantina Pojer e Sandri, adagiata sulle colline di San Michele all’Adige, straordinaria fin dalle prime produzioni delle quali si ricordano il Palai Müller Thurgau ’75, seguito da uno Chardonnay e da una varietà autoctona quale la Nosiola per poi distinguersi, più recentemente, con la produzione dei distillati.

La ripresa dopo la pausa d’agosto è affidata, il 4 settembre, a Mauro Lunelli, anima delle cantine Ferrari. Il 18 sarà ospite Maurizio Zanella, volto e cuore delle cantine Ca’ del Bosco, e il 25 arriveranno Sergio Di Loreto e un mito dell’enologia italiana Marchesi de’ Frescobaldi, il più prestigioso produttore di vino della Toscana. Tre gli appuntamenti di ottobre. Il 16 con il Marchese Anselmo Guerrieri Gonzaga, patron della Tenuta San Leonardo, produttore di uno dei vini italiani più premiati al mondo; il 23 con Gianluca Bisol, direttore dell’omonima cantina e il 31 con Martin Foradori, proprietario della più grande cantina dell’Alto Adige, Hoeffstaetter, padre del rinomato Pinot Nero. Tutte le presentazioni sono gratuite e saranno accompagnate da una piccola degustazione.




“Estate Vegana”, il semifreddo tutto vegetale dei pasticcieri bergamaschi

Un semifreddo composto da una base di crumble ai cereali e vaniglia su cui si eleva uno spesso strato di invitante mousse al latte di mandorla abbinato ad un inserto di lamponi e cocco e decorato con rossi frutti di bosco e un invincibile cioccolato fondente. Una torta golosa e al tempo stesso delicata e fresca, che si adatta bene alle temperature di questa calda estate. Con un contenuto in più. È infatti un dolce vegano, realizzato cioè esclusivamente con ingredienti di origine vegetale, nel pieno rispetto dei canoni della cucina cruelty free.

Si chiama “Estate Vegana” ed è il coronamento – simbolico e ma anche molto concreto – del progetto “Dolcezze Veg+” ideato dalla Lav (Lega Antivivisezione) e dal Capab, il Consorzio Pasticceri Artigiani Bergamaschi aderente a Confartigianato Bergamo.

Il percorso è iniziato lo scorso marzo quando il Consorzio ha colto l’invito della Lav dando vita ad un corso di alta formazione  vegana, tenuto alla Gta di Azzano San Paolo. Sauro Ricci, chef del ristorante Joia di Milano, tempio stellato della cucina naturale e vegana guidato da Pietro Leeman, ha introdotto i pasticceri bergamaschi al mondo della pasticceria vegan.

Estate VeganaLe pasticcerie che hanno aderito sono 13 e oltre al semifreddo hanno messo a punto altre golosità vegane, che proporranno nei loro negozi e saranno riconoscibile sui listini tramite il logo “Dolcezze Veg+”, il medesimo che apparirà nella vetrofania all’ingresso.

A Bergamo proseguono perciò le iniziative per rispondere al crescente numero di consumatori che opta per la scelta vegana e, più in generale, in favore di una proposta gastronomica e alimentare più consapevole e sostenibile. Grazie ad un progetto simile nato dalla collaborazione tra Lav e Ascom è infatti già disponibile un elenco di ristoranti in città e in provincia che offrono nei propri menù piatti vegani approvati dall’associazione e contraddistinti dal marchio Veg+.

Per le pasticcerie si apre quindi l’opportunità di intercettare una nuova clientela e di confrontarsi con le esigenze ed i temi più attuali. In campo, infatti, non c’è solo la ragione etica di chi ha scelto di nutrirsi – e dare soddisfazione al palato – senza provocare sofferenza per gli animali, ma anche un’attenzione in più alla salute, visto il valore di una dieta più ricca di vegatali, e non ultimo l’aspetto ambientale: l’alto impatto degli allevamenti per la produzione di latte, uova e burro, ossia gli ingredienti fondamentali della pasticceria, provoca effetti ambientali assolutamente non trascurabili e che superano in larga misura quelli dipendenti per esempio dai trasporti.

Le pasticcerie aderenti al progetto “Dolcezze Veg+”

  • Pasticceria Bellicini – Ghisalba
  • Pasticceria Chiodini – Villongo
  • Pasticceria Dolcevita – Bergamo
  • Pasticceria 2G – Trescore Balneario
  • Pasticceria Giosuè – Montello
  • Pasticceria Giove – Ponte San Pietro
  • Pasticceria Guerini – Cividate al Piano
  • Pasticceria Melograno – Cisano Bergamasco
  • Pasticceria Melograno – Madone
  • Pasticceria Oscar – Stezzano
  • Pasticceria Silvio – Villongo
  • Pasticceria S. Marco – Urgnano
  • Pasticceria S. Stefano – Sovere



Albino, il cinema all’aperto prende anche per la gola

È legata al cibo la 18esima edizione di “Immagini di Notte”, la rassegna di cinema all’aperto che si svolge nel centro storico di Albino – chiostro dell’ex monastero di Sant’Anna -, dal 13 al 22 agosto.

Quest’anno, oltre a proporre alcuni tra i migliori film della stagione, il cartellone offre tre iniziative tra gusto, saperi e pellicole che prendono spunto dall’Expo in corso di svolgimento a Milano.

ratatouilleInnanzitutto per tre serate, di mercoledì, saranno proiettati altrettanti film a tema enogastronomico cui seguirà in abbinamento un buffet gratuito. Si tratta di “Ratatouille” (22 luglio) con degustazione offerta da Mercato e Cittadinanza, “Il pranzo di Babette” (29 luglio) con buffet condiviso in cui chi porta qualcosa da mangiare o bere entra gratis e “Totò Sapore e la magica storia della pizza” (5 agosto).

Due ristoranti pizzeria, invece – Al Bistrot di Albino e Vecchi Ricordi da Gimbo di Cene – propongo lo speciale menù “Cena & Cine”, che al prezzo di 15 euro comprende pizza, bevanda, dolce, caffè e buono per l’ingresso omaggio al cinema da utilizzare liberamente nel corso della rassegna.

Dulcis in fundo, ci sono i premi alla fedeltà degli spettatori. Come negli anni scorsi, chi colleziona da due a tre ingressi riceve in omaggio buoni consumazione e buoni gelato offerti dalla Gelateria Franca di Albino.

L’iniziativa è promossa dall’Amministrazione comunale di Albino nell’ambito delle proposte estive 2015 negli spazi messi a disposizione dalla parrocchia e dalla società Bergamoverde. L’organizzazione è curata dall’associazione culturale “Lo Scoiattolo”.

L’ingresso è di 5 euro, 4 euro il ridotto per bambini fino a dieci anni e studenti universitari

Ecco il programma

LUGLIO

  • Lun 13 e Mar 14 – IL NOME DEL FIGLIO
  • Mer 15 e Gio 16 – AMORE, CUCINA E … CURRY
  • Ven 17 e Sab 18 – I PINGUINI DI MADAGASCAR
  • Lun 20 e Mar 21 – AMERICAN SNIPER
  • Mercoledì 22 – RATATOUILLE a seguire buffet gratuito in collaborazione con Mercato & Cittadinanza
  • Giovedì 23 – FRANCESCO proposto dal  Vicariato Albino-Nembro (ingresso libero)
  • Ven 24 e Sab 25 – IL MIO AMICO NANUK
  • Lun 27 e Mar 28 – LA TEORIA DEL TUTTO in collaborazione con la cooperativa sociale GenerAzioni
  • Mercoledì 29 – IL PRANZO DI BABETTE a seguire buffet gratuito di condivisione … chi porta qualcosa (torta, stuzzichini, bevande, ecc.) entra gratis
  • Giovedì 30 – MARCELLINO PANE E VINO proposto dal  Vicariato Albino-Nembro (ingresso libero)
  • Venerdì 31 – TUTTO PUO’ CAMBIARE

AGOSTO

  • Sabato 1 – TUTTO PUO’ CAMBIARE
  • Lun 3 e Mar 4 – BIG EYES
  • Mercoledì 5 – TOTO’ SAPORE e la magica storia della pizza – a seguire buffet gratuito
  • Giovedì 6 – FUORI DAL MONDO proposto dal  Vicariato Albino-Nembro (ingresso libero)
  • Ven 7 e Sab 8 – BIG HERO 6
  • Lun 10 e Mar 11 – ANDIAMO A QUEL PAESE
  • Mer 12 e Gio 13 – INTERSTELLAR
  • Venerdì 14 – MALEFICENT
  • Lun 17 e Mar 18 – BIRDMAN
  • Mer 19 e Gio 20 – IL SALE DELLA TERRA
  • Ven 21 e Sab 22 – DALLAS BUYERS CLUB

Info: www.microfonoaperto.it




Pesce di lago, anche per la tinca è tempo di sagra

tinca al forno - clusaneMentre a Tavernola la regina dell’estate è la sardina – la cui sagra riprende, dopo il debutto nel weekend dal 10 al 12 luglio, da venerdì 17 a domenica 19 -, a Clusane, sulla riva bresciana del lago, il piatto celebrato, che ha fatto conoscere la località lacustre e i suoi ristoranti in tutta la Lombardia, è la tinca al forno.

Più di Amatrice con l’amatriciana o di San Daniele o Sauris col prosciutto, Clusane ha legato il suo nome a questo piatto già dalla fine dell’800, arrivando ad avere negli anni quasi trenta ristoranti con questo piatto al centro della loro proposta, uno ogni 50 abitanti e la maggior parte delle famiglie del paese coinvolte tra rifornimento, cucina e servizio.

Da più di trent’anni la terza settimana di luglio, il paese dedica a questo strano pesce che popola i bassi fondali del lago, la “Settimana della Tinca al Forno con Polenta”, una settegiorni intensa con un menù dedicato che richiama sul lungolago e nei ristoranti migliaia di persone.

L’appuntamento, promosso dagli Operatori turistici clusanesi (Otc) e attesissimo dagli amanti delle tipicità, è in programma dal 13 al 19 luglio: undici ristoranti proporranno questo gustoso piatto a un prezzo fisso di 22 euro, comprensivo di dolce, acqua, vino e caffè. In considerazione della grandissima affluenza di persone, le tinche arriveranno anche da altri laghi, ma la qualità – assicurano gli organizzatori – è garantita.

«La ricetta è la stessa in tutti e undici i locali ed è quella originale, che ci tramandiamo da almeno tre generazioni, solo un po’ alleggerita nei condimenti» dice Pierpaolo Martinelli, presidente di Otc -. «Con gli altri ristoratori abbiamo creato un gruppo molto unito e il grande successo della sagra è dovuto anche a questo, oltre ovviamente alla bontà e particolarità del nostro piatto tipico».

Info: www.clusane.com




Cascate del Serio, l’apertura in notturna è anche golosa

L’apertura in notturna delle cascate del Serio, in programma sabato 18 luglio dalle 22 alle 22,30, si accompagna ormai da tradizione ad una camminata gastronomica che unisce allo spettacolo del triplice salto d’acqua illuminato da potenti fari la possibilità di scoprire i sapori locali.

Quest’anno l’iniziativa prende il nome di “Cascata Sotto le Stelle, tra Gusto e Tradizione” e prevede degustazioni, intrattenimenti musicali, folcloristici, rievocazioni di antichi mestieri e tradizioni.

Il percorso ha come prima tappa l’antico borgo di Maslana, dove si potranno gustare l’aperitivo e l’antipasto a base dei “Sapori Seriani” a partire dalle ore 17. La serata proseguirà in località “Pià del’arda” dove verrà servito il piatto unico chiamato “la pietansa”. All’Osservatorio di Maslana sarà invece possibile gustare il dolce, proprio di fronte alle cascate, mentre per il caffè ci si potrà recare in una delle attività convenzionate.

La quota di iscrizione è di 15 euro per gli adulti, 10 per i bambini fino a 12 anni, gratuita fino a 3 anni. Il pagamento avviene all’atto dell’iscrizione tramite bonifico bancario.

L’iscrizione comprende gadget e buono pasto per ogni tappa. Per ritirare il materiale occorre presentarsi alle 15 all’Ufficio turistico di Valbondione. È inoltre necessario un abbigliamento da montagna ed è obbligatorio portare una torcia o una pila frontale per la discesa in notturna. (Ufficio Turistico Valbondione tel. e fax 0346/44665 e-mail info@turismovalbondione.it)

Un’altra opportunità per gustare la cascata ed i piatti di montagna la offre il rifugio Campel, che propone il ritrovo alle 17.30 alla partenza degli impianti e la salita al rifugio con la seggiovia. Seguiranno un aperitivo, la cena a base di casoncelli alla bergamasca fatti in casa e taglieri di formaggi tipici e l’osservazione nel cielo nei pressi del rifugio guidati da un esperto. Dopo aver assistito alla cascata, si tornerà in paese con la scorta di accompagnatore e continuando l’osservazione del cielo. All’arrivo saranno serviti tè caldo e vin brulè (Rifugio Campel 339 4948155).

Alte 315 metri, le cascate del Serio le maggiori d’Italia e le seconde in Europa. Dalla diga del Barbellino la massa d’acqua liberata in totale nella mezz’ora di apertura è tra gli 8 e i 10mila metri cubi.

Per assistere all’evento occorre arrivare a Valbondione, da dove si posso prendere due itinerari. Il primo (facile, della durata di circa 45 minuti) raggiunge la frazione di Grumetti, imbocca la mulattiera che porta a Maslana (frazione posta a 1.168 m s.l.m.) e prosegue lungo il sentiero che, attraverso il ponte della Piccinellae, porta nella zona dei grandi macigni. Il secondo (facile, 90 minuti) è il sentiero n. 305 che sale al Rifugio Curò.




Hell’s Kitchen Italia, Mirko Ronzoni è il vincitore

hells-kitchen-2-finale-40E’ Mirko Ronzoni il vincitore di Hell’s Kitchen Italia 2. Lo chef bergamasco si è affermato ieri sera nell’infernale cucina guidata da Carlo Cracco, in onda su Sky Uno. Ronzoni, 24 anni, di Osio Sotto, docente all’Accademia del Gusto, se l’è giocata in cucina con tre concorrenti: Chang Liu, 27 anni, aiuto cuoco di origine cinese, Chiara Pannozzo, 20 anni, aiuto cuoco di Latina e Eleonora Ricci, 29 anni,  romana, capo-partita. La sfida a quattro s’è fatta incandescente e alla fine in cucina si è arrivati al duello a due tra Ronzoni e Pannozzo. Sono state ore di tensione per lo chef “pret- a – portèr” orobico: in palio c’era un volo in Sardegna nell’esclusivo Forte Village Resort per diventare chef-executive nel nuovo ristorante di Hell’s Kitchen. Il sogno s’è avverato!