Un week end e mille modi per scoprire il Franciacorta

FranciacortaQuello del 13 e 14 giugno è il weekend di Franciacortando, l’appuntamento della Strada del Franciacorta per scoprire e riscoprire la cultura enogastronomica e la bellezza della natura, dei vigneti e degli antichi borghi del terroir. L’edizione 2015 è all’insegna dello slogan “Eat local & drink Franciacorta” con tanti appuntamenti diversi insieme ai protagonisti della Strada del Franciacorta: le cantine che propongono micro eventi (etichette rare e preziose in degustazioni speciali, giri in bici tra i vigneti, laboratori di prodotti tipici, le distillerie), le degustazioni guidate e ancora ristoranti e agriturismi che propongono i menù Franciacortando ispirati al tema della manifestazione.

La grande festa finale è in programma nella giornata di domenica a Palazzo Monti della Corte a Nigoline di Corte Franca che ospita il brunch pic nic “Eat local & drink Franciacorta”e l’Aperitivo Franciacortando 2015.

Il primo, dalle 11 alle 17,  è un brunch sul prato dedicato al Franciacorta e alla cucina di strada d’autore interpretata con i prodotti tradizionali franciacortini insieme a chef e maestri pizzaioli, vignaioli e produttori di specialità tradizionali del territorio. In programma ci sono degustazioni di Franciacorta a cura di una cinquantina di cantine, street food d’autore, abbinamenti tra pizza e Franciacorta e degustazioni di prodotti artigianali locali. A disposizione c’è un’area bambini e non manca nemmeno la musica.

Dalle 18 scatta invece l’aperitivo insieme a tutti i protagonisti di Franciacortando 2015. Ci saranno un grande banco d’assaggio di Franciacorta, un aperitivo con piatti con piatti dedicati alle specialità tradizionali del territorio, barbecue, musica e dj set.

Il brunch costa 15 o 20 euro a seconda della formula, l’aperitivo 15 (7 per la versione analcolica per i ragazzi fino a 17 anni).




De-Gustando, al via la kermesse dell’eccellenze agroalimentari

Zona KLunedì 22 giugno, allo spazio espositivo Zona K, in via Spalato 11 a Milano, si terrà la prima edizione di De-Gustando, un viaggio tra i vini, le birre artigianali e le eccellenze gastronomiche italiane in compagnia di piccoli e medi produttori.

L’evento coinvolgerà 22 aziende di vino, birra e cibo legate dal comune obiettivo di valorizzare il proprio territorio, diventandone idealmente gli ambasciatori del gusto nella città di Expo 2015. De-Gustando sarà aperto su invito agli operatori di settore e alla stampa dalle 14 alle 17, per i quali è stata prevista una selezione di prodotti e annate non disponibili al pubblico pagante, che accederà alle sale dalle 17 alle 22.

Durante l’evento aperto al pubblico verranno organizzati dei viaggi didattici e sensoriali guidati da un sommelier, dove sarà possibile assaggiare alcuni prodotti di punta di ciascuna regione per scoprirne le peculiarità e le caratteristiche organolettiche. A partire dalle 19 il Panificio Longoni terrà il corso gratuito “Introduzione alla lievitazione naturale: come si rinfresca il lievito madre”, durante il quale i partecipanti potranno letteralmente mettere le “mani in pasta” e imparare tutti i trucchi di questa antichissima arte. È previsto, inoltre, un divertente il contest FotoDe-Gustando, rivolto a chi posterà le immagini di tre banchi d’assaggio sul proprio profilo di Facebook.

“Questo appuntamento sarà l’occasione per far conoscere la filosofia che anima alcune delle eccellenze del nostro Paese, proprio nella città che ospita Expo – spiega Matteo Galiano, ideatore dell’evento e fondatore di Tibevo.it (www.tibevo.it), il portale dell’eccellenze italiane presentato durante i Tavoli Tematici di Expo 2015 -. Questo evento vuole essere una vetrina per quelle piccole e medie aziende dell’agroalimentare italiano, che per vari motivi non hanno potuto accedere a Expo 2015 come espositori. Il nostro intento è quello di valorizzare i loro prodotti e territori, dando loro l’occasione di farsi conoscere al grande pubblico italiano e internazionale”.




Oscar del Vino, la migliore enoteca è ancora Al Ponte

luca castelletti - oscar del vino 2015Brinda ad un altro successo l’Enoteca al Ponte di Ponte San Pietro. E trovare la bottiglia giusta per farlo non è certo un problema vista l’ampiezza delle etichette e le chicche storiche alle quali attingere. Lo scorso sabato 6 giugno ha ottenuto il suo secondo Oscar del Vino, il premio promosso da Bibenda e dalla Fondazione italiana sommelier guidata da Franco Maria Ricci che elegge i migliori rappresentanti di numerose categorie del mondo vino, tra prodotti, aziende, professionisti, ristoranti ed enoteche.

Al teatro dell’hotel Rome Cavalieri, la cerimonia in smoking e abito da sera – ripresa dalla Rai, che la trasmetterà il primo luglio – ha consegnato al patron Luca Castelletti il riconoscimento per la migliore enoteca, che bissa quello ottenuto nel 2012 e fa dell’insegna bergamasca l’unica enoteca ad aver ottenuto per due volte il premio. «La valutazione prende in considerazione la storicità, l’offerta dei prodotti, la professionalità – ricorda Castelletti -. Ricevere il premio per la seconda volta è un traguardo prestigioso e soprattutto una preziosa conferma».

A dare un significato in più alla premiazione la coincidenza con il giorno in cui papà Italo avrebbe festeggiato il compleanno. Tra i primi sommelier d’Italia, è stato infatti lui ad aprire l’enoteca nel 1959 trasformando la drogheria di famiglia, attiva dal 1937, e a promuovere con passione e competenza la conoscenza del vino a Bergamo, fondando negli anni Settanta delegazione dell’Ais, Associazione italiana sommelier, e organizzando iniziative quando degustazioni e corsi non erano certo “di moda”.

Su quell’impronta Luca prosegue nella ricerca di aziende in grado di produrre vini e distillati di grande qualità e nell’impegno per la diffusione della cultura enologica. Forte di un altro pezzo importante della sommellerie orobica, Nives Cesari, già presidente provinciale dell’Ais, l’Enoteca al Ponte si conferma quindi un punto di riferimento a livello nazionale per la selezione di vini provenienti da tutto il mondo, distillati italiani e francesi mentre nella cantina storica vengono custoditi vini antichi, alcuni dei quali sono vere e proprie rarità.

L’enoteca Al Ponte è in via Roma 9 a Ponte San Pietro (Bg) – tel. 035 611428




Valcalepio, nel Padiglione Vino al prezzo di qualche delusione

di Enrico Rota

Il Valcalepio a Expo è al Padiglione Vino, che sino alla fine di ottobre accoglie i curiosi e soprattutto gli operatori del mondo enologico. Il visitatore entra dapprima in una sala nella quale sono svelati i segreti e la storia di quella meravigliosa pianta che è la vite, dal suo genoma alle sue caratteristiche, da ciò che la rende così unica alle varietà di impianto e molto altro. Una seconda sala, invece, è interamente dedicata al prodotto che questa straordinaria pianta è in grado di produrre: il vino. Per raccontarlo al consumatore, Federdoc ha deciso di puntare l’attenzione sulle Doc italiane, vero fiore all’occhiello della nostra produzione enologica.

La scelta di Federdoc di concentrare l’attenzione del visitatore sulle Denominazione di Origine è lodevole non solo da un punto di vista tecnico e teorico, ma anche da un punto di vista comunicativo: infatti, una volta raggiunta la Biblioteca del Vino, al piano superiore, il visitatore sarà in grado di selezionare il vino che intende degustare chiamandolo con il suo nome, ovvero con quello della Denominazione di appartenenza.

Parlando per il Consorzio di Tutela Valcalepio, portare i nostri vini, quelli bergamaschi, dentro questo padiglione non è stato però per nulla facile. Anzi, ha avuto un percorso “travagliato”. La Regione Lombardia ha di fatto abbandonato i produttori di vino lombardi a se stessi, dando come unica indicazione quella di andarci da soli se proprio lo volevano. Non mi è molto chiaro però come la presenza di alcuni vini lombardi all’interno del Padiglione Lombardia – uno spazio di circa 40 metri quadrati offerto gratuitamente dalla Regione e concesso a rotazione giornaliera con altri produttori – possa sopperire alla curiosità di operatori internazionali che, molto probabilmente, il vino lo andranno a cercare nel padiglione dedicato e non in quello di chi ha organizzato l’Expo.

Ribadisco quanto il Consorzio Tutela Valcalepio ha già sostenuto in un documento pubblico, dove si evince che non abbiamo mai criticato la scelta, giusta e pregevole, compiuta da Regione Lombardia, di riservare un intero padiglione, quello della Lombardia, appunto, al comparto produttivo della regione. Quindi, nessuna polemica; solo la mia grande delusione nell’apprendere che non è possibile avere il “sistema Lombardia” all’interno anche del Padiglione Vino, come altre regioni chiamate Veneto, Toscana e Sicilia.

Abbandonato definitivamente il sogno giusto e auspicabile di avere la nostra Regione quale capofila nel comparto dedicato al mondo enologico, è stato solo grazie all’intervento e coordinamento del presidente del Movimento Turismo del Vino Lombardo, Carlo Giovanni Pietrasanta, se almeno una rappresentativa lombarda figura all’interno del Padiglione Vino. Bergamo è quindi presente, grazie alla volontà del Consorzio Valcalepio e di un’azienda di Scanzo. Non ci resta che darvi appuntamento alla Biblioteca del Vino di Expo 2015 dove il Valcalepio Doc, il Terre del Colleoni Doc e il Moscato di Scanzo Docg, sono presenti in rappresentanza dell’enologia orobica.

 




Lovere, i piatti e i dolci da provare

Perdersi tra le piccole stradine di Lovere è un vero piacere, al pari di una passeggiata sul classico lungolago. Nel piccolo borgo sono molte le opportunità di svago, come pure le piccole botteghe dove è possibile acquistare prodotti locali. In particolare, nei panifici è facile trovare una focaccia dolce tipica della valle Camonica: la Spongada. La vicinanza con le diverse valli si può percepire da diversi dettagli, anche quindi dalle specialità gastronomiche. I buongustai possono scoprire Lovere attraverso alcune golose preparazioni celebrate in occasione della sagra “Sapori d’ottobre”, organizzata dalla Pro Loco. Tra le proposte spiccano tre preparazioni tipicamente loveresi, ognuno con una storia che vi raccontiamo

Giuseppe Speranza

Il cuoco delle “sagre” che ha rilanciato il “Manzo alla moda di Lovere”

Giovanni Speranza ridGiuseppe Speranza abita a Castro e, nel corso della sua vita, si è sempre speso per la comunità: dall’attività calcistica alla promozione turistica e locale, operando all’interno dell’Associazione Pro Loco sia di Castro che di Lovere. È una di quelle persone molto conosciute in paese e che ora, raggiunti gli 81 anni, ha molto da raccontare. «Ho lavorato all’interno dell’industria siderurgica locale – spiega Speranza –, ma grazie alla mia attività calcistica e a precedenti lavori, ho avuto la possibilità di viaggiare un poco. Per questo motivo ho avuto l’opportunità di appassionarmi alla cucina». Questa passione lo ha portato dietro le quinte delle varie sagre popolari ad aiutare i cuochi che venivano chiamati a cucinare. «Ho pian piano appreso fino a quando – spiega ancora Speranza – mi son dedicato alla formazione, partecipando a diversi corsi di cucina”».

Ecco allora che Beppe diventa lo chef delle feste, collaborando a diverse sagre e feste popolari con i suoi golosi e sfiziosi menù.

Tra i tanti piatti proposti, è curioso il Manzo alla Moda di Lovere. «Quando nel 2008 è iniziata la festa della Pro Loco – dice Giuseppe – abbiamo fatto una ricerca storica rispetto all’esistenza di piatti tipicamente loveresi. Nella Storia sul bacino del lago d’Iseo, di Gabriele Rosa, si può leggere che a Lovere verso la fine del XVIII secolo si serviva un piatto a base di manzo, cipolla e sidro con contorno di polenta». Per questo motivo il piatto è stato preso in considerazione dalla Nuova Pro Loco e proposto alla sagra dei “sapori d’Ottobre”.

Il taglio di carne utilizzato è il cappello del prete che viene tagliato a bocconcini, passato leggermente nella farina bianca e messo a rosolare in olio extravergine di oliva e poco burro. Subito dopo si aggiunge la birra. Si procede alla cottura a fuoco basso per 1 ora. In un’altra padella si fa scottare la cipolla, per evitare che la più lunga cottura necessaria alla carne la disintegri totalmente, la si unisce alla carne e si fa cuocere il tutto ancora per 15/20 minuti. In ultimo si può aggiungere un poco di sidro oppure di vino bianco.

Questa è la ricetta di Beppe: «L’abbiamo riconsiderata al fine di rilanciare i piatti della tradizione gastronomica loverese». È possibile assaggiare questo piatto in occasione della sagra “Sapori d’Ottobre” che si svolge tutti gli anni ad inizio ottobre.

Bar Centrale

Quelle “Tagliatelle all’oscarino” che esaltano il pesce di lago

Giorgio Beltrami ridLe Tagliatelle all’oscarino nascono dalla fantasia e dall’intraprendenza di Giorgio Beltrami, titolare e chef del Bar Centrale di Lovere. Beltrami conduce il locale (la cui attività risale al 1881) da 40 anni. Attualmente è affiancato nella gestione dai figli Marco e Laura. Dal 1998, in una sala del bar, si riunisce il comitato organizzatore del festival internazionale del cortometraggio di Lovere: Corto Lovere. Fino al 2006 il festival stesso si chiamava l’Oscarino di Lovere.

«Nel 2004 dovevo cucinare per la serata di gala per i premiati del festival – racconta Beltrami -. C’erano persone da tutto il mondo e ho pensato di cucinare qualcosa che avesse a che fare con il pesce d’acqua dolce, del nostro lago appunto». Il primo piatto è nato proprio così. Vanta quindi una storia recente.

Questo piatto si può gustare durante la sagra “Sapori d’Ottobre” oppure presso lo stesso Bar Centrale, che lo propone in carta tutto l’anno. Gli ingredienti sono semplici ed essenziali, proprio come questo piatto: tagliatelle fresche all’uovo, pomodoro ciliegino, scalogno tritato, filetti di salmerino e di persico, capperi, olive del Sebino, prezzemolo e olio extravergine di oliva.

«Inizio con il far soffriggere lo scalogno e i capperi – spiega lo chef – poi aggiungo i pomodori e faccio cuocere il tutto per circa 10 minuti. Unisco quindi le olive e i filetti tagliati grossolanamente facendoli poi cuocere per pochi minuti. Infine aggiungo una bella manciata di prezzemolo fresco tritato. Nel frattempo lesso le tagliatelle che, una volta pronte, faccio saltare in padella con il sugo».

È un piatto davvero semplice, ma dai dettagli da scoprire e considerare: dalle olive locali, piccole e molto saporite, ai filetti di persico e salmerino cucinati quasi interi, permettendo così di assaporare e gustare al meglio il pesce di lago. Semplicità ed equilibrio.

Pasticceria Wender

Non solo “La Loer”, in vetrina anche i biscotti Baci e Pulintì

Pier Luigi Vender ridLa pasticceria Wender si trova nella pittoresca piazza di Lovere e, per i loveresi, rappresenta una vera autorità quando si parla di arte pasticcera. È nata nel 1929 dal volere di Luigi e Giuseppe, entrambi pasticceri. Attualmente l’attività è condotta da Pier Luigi Vender, figlio di Luigi. «Nonostante il mio cognome inizi con la “V”, la scelta di mio padre e mio zio era stata quella di chiamare la pasticceria Wender, con la “W” per sottolineare il fatto che fossero in due – spiega Pier Luigi -. Mio zio, nel 1977 ha lasciato l’attività e quindi la mia famiglia ha continuato. Ho 5 sorelle, che hanno scelto altre strade lavorative, quindi mi sono specializzato io nell’arte pasticcera nonostante la contrarietà di mio padre».

E dai risultati sembra che Pier Luigi abbia fatto una buona scelta nel continuare! Diverse sono le produzioni della pasticceria, da quelle tradizionali ad alcuni prodotti specifici studiati per la promozione territoriale. Ecco due tipologie di biscotti nati nel locale loverese: i Pulintì, soprannome anche dei loveresi, preparati con l’utilizzo di farina di mais e gocce di cioccolato, dei frollini che all’assaggio regalano una piacevole sensazione croccante data dall’utilizzo della farina di mais; i Baci di Lovere, frollini normali, oppure a base di cacao, con all’interno uno strato di cioccolato fuso fondente.

Da sottolineare la produzione della torta La loer, ricetta della Nuova Pro Loco locale. «È preparata da tutte e tre le pasticcerie di Lovere – spiega Pier Luigi – ed è nata in seguito ad un concorso indetto nel 2011 dalla Pro Loco; al concorso avevano presentato circa 15 dolci che sono stati valutati da una giuria formata dai pasticceri e altri membri». Èuna torta da forno molto semplice a base di mais e nocciole. L’utilizzo del mais è motivato dal fatto che esso sembra sia stato importato in terra bergamasca per la prima volta da Pietro Gaioncelli nel 1636 e sia stato poi impiantato nella vicina Costa Volpino. Le colline che sovrastano Lovere invece sono coperte da noccioli selvatici. È una torta senza creme, adatta anche al trasporto da parte del turista in visita al borgo.




La Valle Imagna mette in mostra i suoi sapori

formaggio - tesoro della brunaNel fine settimana dal 5 al 7 giugno la Valle Imagna mette in mostra i suoi gioielli gastronomici con “Valle Imagna in Gusto” che vede fianco a fianco come promotori l’Associazione di imprenditori Isot, la cooperativa agricola Il Tesoro della Bruna, la rete Agrimagna, il Comune di Corna Imagna, la Comunità montane e il Centro studi Valle Imagna.

Si comincia venerdì 5 giugno (ore 20.30 nella sala della Comunità della Parrocchia di Corna Imagna) con la presentazione del libro “Cibo e identità locale” edito dal Centro Studi Valle Imagna, studio articolato sui processi virtuosi innescati in sei distretti lombardi grazie alla riscoperta dei prodotti tipici dell’enogastronomia. I sei campioni sono la perla locale, ossia lo stracchino all’antica di Corna Imagna, il mais Spinato di Gandino, il grano saraceno di Teglio, il vitigno urbano Pusterla di Brescia, l’asparago di Mezzago e il bitto della Val Gerola. La serata farà incontrare gli autori – Stella Agostini, Michele Corti e Sergio De la Pierre – e i rappresentanti dei comuni da cui provengono le eccellenze e sarà seguita dalla degustazione dei prodotti caseari del Tesoro della Bruna.

Sabato 6 giugno sarà la volta della cena in piazza “Sapori e saperi di Valle”, sempre a Corna Imagna, dalle 19, a cura dei ristoratori di Corna Imagna, Isot e Agrimagna. Il menù si apre con salumi tipici e formaggi, prosegue con il primo piatto preparato dal ristorante Salvi, gnocchetti di pa e paruk e fonduta de strachì, le costine in cgausset del ristorante La Roncaglia accompagnate dalla polenta rimestata con la forza delle pedalate grazie ad un’originale e coreografica attrezzatura, per finire con il dolce. Il costo è di 15 euro per gli adulti e 7 euro per i ragazzi sotto i dieci anni. Sono compresi i vini, delle cantine Ca’ Verde e Oikos, pane, caffè e un simpatico gadget (è consigliata la prenotazione a agrimagna@gmail.com). Ci saranno anche balli e musica e lo schermo gigante per seguire la finale di Champions League tra Juventus e Barcellona.

Domenica 7 giugno sarà la volta del mercato agricolo di Agrimagna (dalle 9 alle 13 nella piazza di Corna Imagna) e dei festeggiamenti, alle 11, per i cinque anni di vita della cooperativa Il Tesoro della Bruna, che ha unito i produttori e rilanciato le specialità preparate con quello che viene identificato come un autentico tesoro, il latte delle mucche di razza bruno alpina. La celebrazione vedrà la partecipazione delle autorità, tra cui è atteso anche il ministro Maurizio Martina.




Oscar del Vino, Castelletti in finale

Luca CastellettiNon nasconde l’attesa Luca Castelletti. Domani, 6 giugno, sarà giorno della verità, quando saprà cioè se la sua storica Enoteca Al Ponte di Ponte San Pietro potrà fregiarsi anche nel 2015 dell’Oscar del Vino dopo averlo già conquistato nel 2012.

L’appuntamento, del resto, è di quelli solenni. Al teatro dell’hotel Rome Cavalieri la cerimonia che annuncerà i vincitori e consegnerà i premi di ogni categoria sarà in smoking e abito da sera, sarà condotta dalla bella Andrea Delogu e ripresa dalle telecamere di Rai Due, che la trasmetterà in seconda serata nei giorni successivi, riprendendo una programmazione che negli ultimi anni era stata interrotta.

L’Oscar del Vino è promosso da Bibenda e dalla Fondazione italiana sommelier guidata da Franco Maria Ricci e viene assegnato a numerose categorie del mondo enologico, tra prodotti, aziende, professionisti, ristoranti ed enoteche.

Felice per la candidatura Castelletti evidenzia che «se dovesse andare bene, Al Ponte sarebbe la prima enoteca  in Italia a ricevere due volte il premio». «La valutazione è fatta da una giuria qualificata e prende in considerazione la storicità, l’offerta dei prodotti, la professionalità e altri valori – ricorda -. Siamo nell’anno di Expo, sarebbe bello vincere anche per tutto il movimento del vino bergamasco. Portare il nome di Bergamo in una trasmissione Rai sarebbe infatti un riconoscimento anche per il lavoro fatto dei produttori bergamaschi per qualificare il nostro territorio».




Pasticcini o piatti salati? Gotti lascia di stucco i piccoli MasterChef

Lo chef bergamasco Francesco Gotti continua a stupire in tv. Dopo aver preparato qualche anno fa una frittata perfetta ad occhi bendati sul palcoscenico di “Italia’s got talent”- conquistando il plauso convinto dei giurati Maria De Filippi, Gerry Scotti e Rudy Zerbi – ha lasciato a bocca aperta i piccoli concorrenti di Junior MasterChef. Nell’ottava puntata, andata in onda ieri sera su Sky, l’executive del Bobadilla di Dalmine e manager della squadra Junior della Nazionale Italiana cuochi ha presentato in trasmissione quello che sembrava un bel vassoio di paste mignon, che al palato si sono invece rivelati veri e propri piatti salati.

Gotti MasterChef (1) Gotti MasterChef (2)Da qui è nato lo spunto per la sfida tra gli aspiranti chef, quella a creare piatti salati che sembrassero dei dolci. Le loro proposte, realizzate in un’ora, sono andate dallo stecco gelato di tartare di ricciola al tiramisù con melanzane, al gelato salato con crema al basilico e alla barbabietola, alla finta colazione con vellutata di funghi servita in tazza e biscotti al parmigiano.

Dell’arte di ingannare i sensi a tavola, presentando piatti e prodotti che alla vista appaiono consueti ma al gusto si rivelano tutt’altro, Francesco Gotti è un vero esperto, tanto da racchiudere le sue creazioni nel libro “Pensavo fosse… invece è! Giochi di percezione nel gusto”, realizzato con l’Accademia del Gusto dell’Ascom e pubblicato dalla Rassegna nel 2008.

La puntata di Junior MasterChef, che ha selezionato i semifinalisti, ha visto in scena anche un altro chef bergamasco. Lo stellato Giancarlo Morelli del Pomireau di Seregno, che ha dispensato consigli per la prova in esterna.

Gotti MasterChef (4) Gotti MasterChef (3)

le fotografie sono dell’Unione Cuochi Regione Lombardia



Col festival dei burattini arrivano i menù del Gioppino

Ha anche un volto goloso il Baraca Festival, prima edizione del festival internazionale dei burattini promosso dal distretto del commercio Morus Alba, che riunisce i comuni di Stezzano, Azzano San Paolo, Grassobbio, Orio al Serio e Zanica, paese, quest’ultimo, che secondo la tradizione popolare ha dato i natali alla maschera di Gioppino, personaggio centrale della manifestazione.

Accanto agli spettacoli, due in ogni paese a partire dal 5 giugno, le attività commerciali e della ristorazione si sono sbizzarrite nel creare il menù del Gioppino, che sarà possibile gustare nel corso degli eventi.

Ad Azzano San Paolo ci sono il Cocktail del Giopì, polenta e salàm, pà e strinù e gelato ai tri gòs (tre gozzi, caratteristica della famiglia di Gioppino). A Grassobbio si va dall’antipasto gioppiniano al piatto unico, dalla polenta condita alla bergamasca al dolce dei tre gozzi (bicchierino con polenta e osèi), fino alla pizza e a due tipi di biscotto ispirati alla maschera e alle tradizioni gastronomiche della bergamasca. A Orio al Serio si può spaziare dai fusilli zucchine e salsiccia ai casoncelli alla scatoléra, al brasato d’asino e ancora tra pizze, cocktail e pà e codeghì. Si potrà trovare inoltre la polenta pedalata, mescolata cioè attraverso uno speciale attrezzo alimentato dalla forza delle gambe, insieme a formaggi e salame.

La rassegna sia apre ad Azzano il 5 giugno, prosegue a Stezzano il 6 e a Grassobbio il 7. Il 13 giugno tornerà a Stezzano, mentre il  20 e 21 giugno farà tappa per il gran finale a Orio al Serio e Zanica.

Obiettivo dell’iniziativa è valorizzare la figura di Gioppino, protagonista di tante avventure del teatro di figura bergamasco, e le altre antiche maschere bergamasche, Arlecchino e Brighella, allo stesso tempo promuovere il territorio bergamasco, ricco di cultura e di tradizione popolare. La manifestazione si completa con incontri e convegni e una mostra (nei mesi di giugno e luglio a Zanica, al civico 15 di piazza XI febbraio) di oggetti da collezione, burattini, copioni, scenari, documenti e tante curiosità sul mondo dei burattini bergamaschi e lombardi.

Per i dettagli




A Bergamo l’inventore del sushi gelato

Filippo Novelli - campione del mondo gelateriaUn altro campione della gelateria sfila a Bergamo e presenta il suo lavoro. Dopo Leonardo Ceschin, a Expo Gelato arriva Filippo Novelli che con Ceschin stesso (ospite lo scorso venerdì), Francesco Falasconi, Ernst Knam e Pierpaolo Magni come team manager, si è aggiudicato la Coppa del Mondo della Gelateria nel 2012.

Torinese, diploma all’istituto alberghiero, esperienze internazionali, Novelli ha ideato e sviluppato nel 2014 il gelato che l’ha reso noto in tutto il mondo della gelateria: il gelato di sushi e sashimi, connubio tra il gelato e la cucina nipponica che unisce l’estetica orientale, fatta di precisione, colori accesi e armoniosi, con un prodotto squisitamente italiano come il gelato artigianale.

Nella ricetta del suo sushi sono compresi ingredienti come il riso, il cardamomo, lo zenzero, il sakè, il tè verde, mentre il tonno, che siamo abituati a veder adagiato su un letto di riso, è ricreato con gelèe di lamponi, l’alga nori con pasta da zucchero nera.

Novelli è anche andato oltre. Recentemente ha infatti creato il Sushi 2.0, ovvero la variante con il gelato gastronomico, che unisce, per esempio, il sorbetto al cioccolato con il cipollotto e le uova di salmone.

Il campione si esibirà giovedì 4 giugno dalle 17.30 alle 19 nel Lab di ExpoGelato (chiostro di Santa Marta – piazza Matteotti, angolo via Crispi) in uno degli showcooking proposti dalla manifestazione che fino al 30 giugno mette in mostra le aziende della filiera (in cui Bergamo rappresenta un’eccellenza), fa incontrare i protagonisti del settore e offre la possibilità di gustare il gelato preparato ogni giorno fresco nel laboratorio a vista.