Il pasticciere che ha dichiarato guerra al glutine

andrea bonatiLa tradizione non gli bastava. Andrea Bonati, 33 anni, erede dell’arte pasticciera di papà Tiziano in quel di Paladina, ha accettato la sfida di realizzare dolci senza glutine e adatti alle sempre più frequenti intolleranze alimentari, così da offrire anche a chi ha problemi di salute il piacere di entrare in una pasticceria e scegliere tra diverse bontà. Ha aperto un ramo tutto nuovo dell’attività, con tanto di marchio autonomo – “Pasticceria Bonati gluten free” – e spazi (spogliatoi, laboratorio, magazzini e punto vendita) completamente separati dalla pasticceria tradizionale, che escludono in partenza ogni rischio di contaminazione.

La specializzazione nel senza glutine non l’ha cercata, se l’è trovata davanti nel desiderio di rispondere alle crescenti richieste di prodotti adatti a questa o quella intolleranza. «Non accettavo l’idea che alla sua festa di compleanno un bambino al quale era stata scoperta da poco la celiachia non potesse mangiare la stessa torta dei suoi amici – ricorda -, così mi sono preso l’impegno di realizzare un torta che fosse buona per tutti. E ce l’ho fatta. La pasticceria è un piacere ed è diventato una sorta di dovere etico per me fare in modo che possa goderne anche chi ha particolari esigenze o problemi di salute».

Si è preso a cuore una fetta di mercato «che nessuno vuole» e vi ha dato una risposta personale, che non usa miscele già pronte, «dove spesso le alternative al glutine sono chimiche o hanno controindicazioni di altro tipo», ma combinazioni messe a punto in proprio, ricorrendo ad amidi, farine e addensanti naturali. «La base è in mix di otto ingredienti – spiega – che va ribilanciato per ogni ricetta. È il frutto di mesi di sperimentazione che ora intendo tutelare come segreto aziendale». La produzione “in casa” delle miscele permette anche di contenere i prezzi finali dei prodotti, «che sono solo leggermente più alti della pasticceria tradizionale – rileva – soprattutto perché le lavorazioni sono più complesse, ma che avrebbero costi ben più alti se utilizzassimo mix preconfezionati».

Nel punto vendita sfilano così golosità dolci e salate rigorosamente senza glutine. Dai pani, anche con farine alternative come quelle di grano saraceno, ceci o quinoa, ai grissini, ai cracker, alle pizze, alle focacce, alle torte salate. Sul versante dolce: biscotteria, torte da banco, muffin, pasticceria mignon e mousse. E siccome le intolleranze non sembrano mai finite, di alcuni prodotti gluten free ci sono anche le varianti senza zucchero e senza latte e, a richiesta, senza uova («l’ingrediente per il quale è più difficile trovare un sostituto all’altezza», ammette). «Ma non manca chi ha ulteriori richieste – svela –. Il lavoro artigianale mi permette di non dire di no a priori, ma di tentare, nei limiti del possibile, di soddisfare esigenze specifiche. Per rispetto del cliente, non propongo però prodotti che non rispondono ai requisiti di qualità che mi sono posto. La sfoglia, ad esempio, non la faccio perché dovrei usare la margarina e la chimica. Finché non avrò trovato alternative naturali, quindi, niente cannoncini senza glutine». L’approccio al “mondo del senza” rivoluziona l’intera visione del lavoro, «costringe a “deglutinarsi” – dice con un temine coniato da sé -, a non ragionare più nei termini consueti del pasticciere». Sua autentica passione è poi quella per i lievitati (sta anche lavorando ad un lievito madre senza glutine).

Per Pasqua è, quindi, assicurata la produzione di colombe senza glutine, ma anche senza zucchero e latte.

 




“Be Typical”, la tradizione bergamasca sale su un maxi furgone

Andrea e Matteo Gavazzeni - Be Typical - rid
Andrea e Matteo Gavazzeni

Ha saltato una generazione la vocazione per la ristorazione. Dopo il nonno, che ha gestito fino a metà degli anni Novanta sulle colline di Chiuduno la trattoria Bilofer, è riaffiorata nei fratelli Andrea e Matteo Gavazzeni, che hanno scelto di dargli una veste in linea con le tendenze del momento.

Puntando sullo street food nel senso più pieno della parola. Il loro è, infatti, cibo da strada non solo perché facile da consumare all’aperto o portar via, ma perché cucinato a bordo di un automezzo che si sposterà tra piazze ed eventi. «Non si pensi al furgone che attende i clienti all’uscita della discoteca – precisa Andrea -. Quello dei food truck è un movimento già affermato all’estero e in fase di espansione anche in Italia. Rispetto alle esperienze già in atto, abbiamo scelto di spingere sul pedale della qualità, intesa sia come selezione dei prodotti sia come nuova modalità di servire piatti classici». L’azienda si chiama Be Typical, denominazione che ben sintetizza la volontà di rileggere in chiave moderna la tradizione.

I due fratelli hanno cominciato a lavorare al progetto un anno fa e prevedono di essere “on the road” tra circa quattro mesi. Non è stato infatti semplice allestire un mezzo che rispondesse alla loro idea. «Ci sono tanti aspetti da coniugare – rilevano -, dall’organizzazione degli spazi alle attrezzature, che abbiamo voluto fossero tutte elettriche, meno rischiose rispetto a quelle alimentate con gpl, e naturalmente l’immagine, che è un punto chiave per attività come questa. È stata una ricerca e una sperimentazione continua di soluzioni. In attesa di mostrare il mezzo, quello che possiamo dire è che sarà qualcosa di particolare e innovativo per l’Italia».

Quanto alla proposta, si va dall’utilizzo di prodotti tipici della Bergamasca, come i salumi Ca’ del Botto e i formaggi Presidio Slow Food, a piatti ispirati alla tradizione ma serviti in forme e packaging nuovi. Le mete saranno il Nord Italia ma anche l’estero, il viaggio dei due fratelli diventerà, quindi, occasione per portare le specialità nostrane fuori dai confini provinciali. «Pensiamo di organizzare alcuni eventi mirati su strada, anche locali, per farci conoscere – annuncia Andrea – e di partecipare a fiere e manifestazioni di carattere internazionale con un pubblico interessato alla tipicità».

Andrea ha trent’anni e lavorava nella società edile del padre, Matteo, 27enne, è perito elettronico. Entrambi hanno frequentato corsi di formazione per mettersi ai fornelli della loro cucina itinerante e realizzare «la svolta e fare qualcosa di nostro». Non li spaventa la prospettiva di macinare chilometri, anzi. «Non siamo partiti con un locale – rilevano – e può sembrare insolito. L’idea di spostarci però ci affascina, perché ci dà la possibilità di entrare in contatto con un pubblico variegato e trasversale e con situazioni diverse ogni volta».




Fish & Chef, sul Garda parata di cuochi stellati

Aperitivo 01Non solo grandi chef europei alle prese con il pesce di lago, non solo le tradizionali cene stellate interpretate da alcuni dei più importanti nomi della cucina italiana: l’edizione 2015 di Fish & Chef, in programma dal 22 al 29 aprile a Garda, riserverà agli appassionati gourmet un vero e proprio evento nell’evento: si tratta di “Cuochi del Lago & Prodotti d’Eccellenza”, ovvero una settimana di cooking show sulla sponda del lago. Durante gli spettacoli di cucina, realizzati da alcuni dei più rinomati chef del Garda, il pubblico potrà assistere alle diverse performance per deliziarsi il palato e carpire i trucchi dei protagonisti ai fornelli. Sul lungolago di Garda, dunque, ogni giorno andrà in scena un’edizione diurna di Fish & Chef con “Cuochi del Lago & Prodotti d’Eccellenza”, otto appuntamenti di cooking show e degustazioni da non perdere.

Dalle ore 11.00 alle 12.00, uno chef gardesano presenterà  una sua ricetta con speciali finger food dedicati ai prodotti del Garda. Tutti i pomeriggi, invece, si terranno incontri-degustazione con le cantine del Custoza.  Oltre ai cooking show, la kermesse riserverà un’altra importante novità: per la prima volta, le cene stellate di Fish & Chef varcheranno i confini del veronese per toccare tutte località delle tre province che si affacciano sul Benaco, quella veronese, quella trentina e quella bresciana. Ad aprire le danze, il 22 aprile, sarà lo chef Moreno Cedroni del Ristorante Madonnina del Pescatore di Senigallia che proporrà la sua versione delle delikatessen del Garda all’Hotel Bellevue San Lorenzo di Malcesine. La sera successiva sarà la volta poi di Riva del Garda dove, nella suggestiva cornice dell’Hotel Lido Palace, è atteso Alessandro Gavagna, chef del ristorante friulano La Subida (Cormon). Il 24, dal Ceresio 7 di Milano, dove si è svolta anche l’anteprima dell’evento, giungerà sul Lago lo chef Elio Sironi, che si esibirà al Grand Hotel Fasano a Gardone Riviera. Una cena a quattro mani quella che si svolgerà invece il giorno dopo al Ristorante Capriccio di Manerba, con i due fratelli Portinari – Nicola in cucina, Pierluigi sommelier ─ dal Ristorante La Peca di Lonigo (VI). Il 27 aprile, a Garda, l’Hotel Regina Adelaide ospiterà uno chef che di lago se ne intende: Marco Sacco del Ristorante Piccolo Lago, locale affacciato direttamente sul Lago di Mergozzo (Verbania). Sarà invece un ospite internazionale – Dirk Holberg del Ristorante Ophelia sul Lago di Costanza – il protagonista in cucina per l’appuntamento del 28 aprile all’Hotel Aqualux di Bardolino. A La Casa degli Spiriti di Costermano, il 29 aprile, andrà in scena il gran finale: la conclusione dell’edizione 2015 è affidata a un’equipe d’eccezione, il Dream Team Lake Garda, composto da 15 top chef del Garda, che giocheranno in casa per interpretare i prodotti del loro territorio.

info: www.fishandchef.it




Via Priula, per i tre anni del locale birre a prezzo “anniversary”

Trattandosi di una birreria, il compleanno diventa Beerday. E, giusto per giocare ancora un po’ sul filo dell’ironia, anche sulla data – il primo aprile -, la rassicurazione è che non si tratterà di uno scherzo. È così che Via Priula, locale di San Pellegrino dove trovano spazio le creazioni dell’omonino birrificio artigianale, invita a festeggiare i tre anni dall’apertura. L’appuntamento è in via Matteotti 5 (portici Colleoni) a partire dalle 19 per un “aperitivo lungo” nel corso del quale tutte le birre di produzione propria saranno proposte a un prezzo “anniversary”, ossia 2,50 euro a bicchiere.

Sarà l’occasione per degustare le birre Via Priula che saranno proposte alla quinta edizione di Beerghèm, la rassegna espositiva dei birrifici artigianali della provincia di Bergamo, promossa dal birrificio stesso e in programma dal 29 maggio al 2 giugno. Hanno confermato la propria presenza i birrifici Valcavallina di Endine Gaiano, Endorama di Grassobbio, Del Lago di Sarnico, Kaos di Grumello del Monte, Della Ghironda di Trezzo sull’Adda e Hop Skin di Curno, Birra Orobia di Gorle e, naturalmente, Via Priula di San Pellegrino Terme.




A Curno apre “Il Ristoro”. I piatti? Si pagano a peso

il_sole_e_la_terraApre il 31 marzo “Il Ristoro” della cooperativa “Il Sole e la Terra” di Curno. La novità è che i piatti si pagano a peso. Più si mangia più si spende e viceversa. Il sistema permette al cliente di acquistare solo quello che gli serve. Chi vuole, può bere anche l’acqua pubblica. Tutti i piatti inseriti nel menù saranno serviti a 19 euro al kilo. Prezzo, dicono alla cooperativa all’interno del Centro commerciale Zebra, studiato per andare incontro ai soci, proponendoli ad un costo finale alla portata di tutti, ma anche per dare il giusto valore alle materie prime di alta qualità e offrire un fattivo contributo alla lotta contro lo spreco alimentare. In carta figureranno ricette classiche abbinate a piatti innovativi e originali con gli ingredienti che la coop seleziona dal 1980. Quindi largo al Km0 e valorizzazione della filiera corta, dei piccoli produttori del territorio. La scelta sarà varia: lasagne, insalate di cereali, piatti ricchi a base di legumi, proteine vegetali, verdure cucinate in mille modi. “Puntiamo soprattutto su ingredienti vegetariani e vegani – dicono a Il Sole e la Terra -. Al Ristoro si potranno assaggiare pietanze semplici e specialità tradizionali, locali ed esotiche. Tutti i piatti sono preparati con prodotti provenienti da agricoltura biologica o biodinamica, gli stessi che si trovano sugli scaffali”. La cucina de Il Sole e la Terra è riservata ai soci che condividono con la tessera i valori e le scelte della Cooperativa: tutti i giorni al banco gastronomia per portare a casa i piatti pronti o dal martedì al venerdì dalle 12 alle 14 e sabato dalle 12.30 alle 14.30 nel Ristoro.




Associazione Cuochi, Benussi confermato alla presidenza

Associazione CuochiNei giorni scorsi, si tono tenute le elezioni del nuovo Consiglio dell’Associazione Cuochi Bergamaschi. Alla presidenza è stato riconfermato Roberto Benussi. Successivamente, nel corso di una serata organizzata al ristorante da Giò di Seriate il nuovo direttivo ha assegnato le cariche ai nuovi membri. Gaetano Verri: vicepresidente e delegato per la pianura bergamasca; Fabrizio Camer, vicepresidente e segreteria; Valter Cervi, tesoriere; Gianfranco Lazzaroni, delegato Val Seriana; Santo Manetta, responsabile sviluppo Creattiva e concorsi scuole alberghiere; Pippo Lavelli, delegato Isola e Val San Martino; Fabio Sanga, responsabile corsi e concorsi; Alessandro Pilatti, responsabile corsi e concorsi; Elvio Beretta, responsabile contatto con le scuole e Andrea Ragazzoni, delegato Bergamo e Valbrembana.




Di Carlo: «I dolci restano il tallone d’Achille della ristorazione»

leonardo di carlo 2Dopo la cucina, è la pasticceria la nuova passione e il nuovo mito professionale. Ulteriore declinazione del desiderio di esplorare il mondo del gusto che caratterizza questi anni, ha trovato una sponda potente nel moltiplicarsi di trasmissioni tv, fino ai  talent show e ai programmi sulle maggiori reti nazionali. Un boom mediatico e con esso di appassionati e di aspiranti pasticcieri, conquistati da pan di Spagna, ganache, cremosi, croccanti e dalla sottile alchimia che permette di realizzare un dolce perfetto. Un fenomeno che Leonardo Di Carlo conosce bene. Campione del mondo di pasticceria nel 2004, ha scelto di fare il consulente e formatore ed è stato, insieme a Luigi Biasetto e Roberto Rinaldini, giudice del talent di Raidue “Il più grande pasticcere”. sarà docente di due corsi per professionisti all’Accademia del Gusto di Osio Sotto lunedì 30 marzo (“Ristorazione: il carrello dei dolci” – 8 ore) e martedì 31 (“La pasticceria salata” – 8 ore).

Ora tutti vogliono fare il pasticciere, la forza della tv?

«Senza dubbio, anche se si deve ricordare che dietro l’immagine serve sempre la sostanza. È proprio con questo obiettivo che io e i miei colleghi abbiamo partecipato alla trasmissione: far vedere cosa c’è dietro la giacca del pasticciere – ossia preparazione, competenza, sacrificio, confronto – e per valorizzare il più possibile la pasticceria italiana».

A che punto è la nostra pasticceria?

«Io credo molto nella nostra tradizione pasticcera e la mia missione è proprio quella di diffonderla in tutto il mondo. Abbiamo degli ottimi prodotti, delle ottime materie prime, nulla da invidiare al resto del mondo. Si tratterebbe piuttosto di trovare quella competenza e sicurezza necessarie a promuovere le nostre specialità. Anche lo Stato dovrebbe essere più presente, aiutare le pasticcerie, non chiedere solo, ma dare degli incentivi, promuovere l’aggiornamento, perché il pasticcere è un artista, un artigiano, ma anche un imprenditore».

Quali possono essere i prodotti vincenti?

Antonio Castellani Fotografo - 335 5261277 - www.castellani.name

«Penso ai mille modi in cui si può realizzare un tiramisù o una panna cotta e poi i lievitati classici, panettone, colomba, pandoro, i dolci della domenica, anche in formati più piccoli. Ce ne sono di possibilità…».

E il cake design dove lo mettiamo?

«Anche questo fenomeno è stato soprattutto importato in Italia, grazie alla tv! Personalmente lo considero frutto di una esteriorità che in generale abbaglia ma non conquista. Ovvero potrebbe anche essere accostato in pasticceria, ma il pasticcere che adotta il cake design nel suo laboratorio, se riesce a farlo bene, deve anche far pagare il dolce finito al prezzo giusto: tenendo presente che questo tipo di decorazione porta via molto tempo ed il tempo è un costo per l’impresa artigiana, possiamo decidere di far pagare al cliente un prezzo elevato, ma giusto per non rimetterci, o decidiamo di regalare il nostro prodotto, magari anche usando materie prime scarse. Per quanto mi riguarda, amo le decorazioni minimaliste, curate ed eleganti, in grado di catturare l’occhio e di far sognare ancora prima di degustare».

Quali sono, allora, le nuove tendenze?

«La ricerca è verso prodotti un po’ più leggeri, digeribili, attenti anche all’apporto calorico. Non che le pasticcerie debbano diventare delle farmacie, intendiamoci. I dolci sono dolci per definizione e lo zucchero resta uno dei ingredienti principali di tutte le preparazioni. Non va demonizzato, anche perché è un prodotto naturale, ma può essere utilizzato in maniera più accorta, salvaguardando il piacere».

Da consulente e formatore professionale richiestissimo, quali sono le principali criticità che ha individuato nelle pasticcerie?

«Le criticità sono date dall’imposizione fiscale per le piccole/medie aziende artigiane, che opprime con la tassazione e gli oneri. Ciò che si può fare per cercare di mettersi in tasca qualcosa in più è ottimizzare la produzione con le attrezzature necessarie, migliorando i processi e l’impiego della manodopera. Si può fare il dolce più bello del mondo, ma deve essere realizzabile e sostenibile economicamente».

I due corsi che terrà all’Accademia del Gusto sono dedicati alla pasticceria salata e al carrello dei dolci nella ristorazione, due aspetti solitamente poco considerati…

«La pasticceria salata è un’interessante opportunità, nell’ottica dell’ampliamento e dell’integrazione delle proposte, soprattutto ora che molte attività effettuano servizio nell’arco di tutta la giornata ed hanno l’esigenza di offrire prodotti anche per la pausa pranzo o l’aperitivo. Non si tratta di realizzare preparazioni complicate, io sono convinto che la genialità stia nella semplicità, senza però cadere nella banalità, ma occorre credere in quello che si fa e non accontentarsi di seguire gli altri. Sempre nella logica dell’ottimizzazione del lavoro e della fattibilità, ad esempio, da un panetto base si possono realizzare tipologie diverse di panini, aromatizzati con peperoncino, con origano, con olive e noci e altro ancora».

E dei dolci al ristorante cosa ne dice?

leonardo di carlo

«Sono sempre stati il tallone d’Achille, spesso non hanno alcuna coerenza con la proposta e passa quasi la voglia di ordinarli. Non è però solo un problema di costi e organico, perché si possono preparare dolci semplici, che non richiedono tante ore di lavoro, ma curati, come crème carmel, dolci da forno, crème brûlée. Non ci sono alibi per non proporre un buon dolce».

La sua filosofia della semplicità è tutto il contrario della corsa all’invenzione che sembra animare la pasticceria di questi tempi…

«Sono sempre stato controcorrente. Non ho mai seguito le mode, ho semmai cercato di crearle, ragionando sui fondamentali. È la stessa visione che ho adottato nel mio libro “Tradizione in Evoluzione”, che ha richiesto quasi quattro anni di lavoro ed ora è alla terza edizione e ha debuttato nella versione inglese da poche settimane. Non è un volume che vuole dimostrare quanto sono bravo, ma dare a chi lo consulta tutti gli strumenti per costruire un proprio modo di lavorare e di evolversi».




Domus Bergamo, così il centro diventa più saporito

Domus Bergamo1Venti milioni di visitatori, 6 milioni gli stranieri, 1 milione in arrivo solo dalla Cina. Tanto grande è il bagaglio di presenze che Expo2015 promette di portare con sé e che Bergamo intende intercettare proponendo iniziative di primo piano nel padiglione della Domus, la speciale struttura che porterà nel cuore della città tutta la magia del Fuori Expo 2015. A mettere a punto il connubio tra cultura, paesaggio, arte, enogastronomia e prodotti che incanterà gli Expo-viaggiatori, sarà Bergamo Wine 2015, la manifestazione che, grazie all’impegno dell’Associazione Culturale Signum di Bergamo, porta in scena l’unicità dell’enologia e delle produzioni gastronomiche italiane. Una kermesse che dispiega le sue numerose proposte attraverso la Domus Bergamo che nel cuore della città, in Piazza Dante, fa da punto di riferimento per gli eventi cittadini e da collegamento con Expo, iniziativa elogiata nel corso del Vinitaly anche dal Ministro Maurizio Martina secondo il quale “Bergamo sta diventando una delle piazze più vivaci e importanti per l’Expo”.

Oltre 500 eventi animeranno Bergamo, ma vero cuore del percorso culturale sarà la mostra Il Palma, dedicata alla genialità artistica di Palma il Vecchio e patrocinata dalla Fondazione Credito Bergamasco, che con conferenze a tema e un info point dedicato, farà la parte del leone nei primi mesi di programmazione. A ciò si aggiunge la riapertura della storica e prestigiosa Accademia Carrara, che sarà spunto per numerose conferenze e aperitivi con pillole di cultura, letture e piccoli eventi musicali. Non solo: la Domus ospiterà show cooking, degustazioni eno-gastronomiche a cura del Seminario Permanente Luigi Veronelli, corsi aperti al pubblico, laboratori didattici per i più piccoli, cicli di conferenze dedicate al comparto enogastronomico e produttivo.

Attraverso le storie dei protagonisti, inoltre, saranno raccontate le essenze di 100 vitigni autoctoni con la partecipazione dei produttori bergamaschi, coordinati dal Consorzio Tutela Valcalepio, e di quelli di 15 paesi stranieri e 8 regioni d’Italia.

A dare il benvenuto nella Domus Bergamo, al fianco dell’organizzazione di Alta Qualità, ci saranno anche gli studenti dell’istituto iSchool che, attraverso questa iniziativa, unica per Bergamo, avranno l’occasione per contribuire al grande evento di Expo 2015. Assiduo, infine, sarà il dialogo tra il centro della città e il territorio bergamasco, con rinvii e scambi da Astino, a San Pellegrino, da Scanzorosciate al castello di Malpaga, da Alzano sino a Treviglio, da Chiuduno sino a Zanica e Pontida rendendo il più possibile coordinata la proposta del Territorio, anche attraverso il Wine tour settimanale. Grande è infatti la voglia di promuovere il territorio in tutte le sue sfaccettature, mostrandone le bellezze architettoniche e le capacità degli uomini comuni che con il loro lavoro hanno contribuito a creare qualcosa di unico. La Domus sarà, dunque, la casa per eccellenza: culla ospitale per chi nella città dei Mille è nato e cresciuto, ma anche per chi vi giunge per la prima volta, con l’auspicio che, alla fine dell’esperienza, tanti abbiano la voglia di ricominciare a raccontare le storie più belle legate alla splendida terra bergamasca e a tutti i suoi prodotti. Per restare aggiornati sul programma e sulle iniziative: http://www.alta-qualita.it/




Slow Food, sette aziende orobiche in fiera a Stoccarda

Logo fiera SLOW FOOD - stoccardaSpecialità bergamasche in vetrina in Germania, a Slow Food, fiera del buon gusto dei prodotti alimentari artigianali che si terrà a Stoccarda dal 9 al 12 aprile 2015.

La manifestazione è ispirata ai principi del “buono, pulito e giusto” sui quali si basa la filosofia Slow Food ed è una grande mostra–mercato durante la quale i visitatori potranno acquistare, scoprire e degustare generi alimentari e gastronomici di provenienza mondiale.

Sette le imprese bergamasche presenti grazie al piano di partecipazione coordinato da Confartigianato Bergamo: il caseificio Latteria Sociale Valtorta, il salumificio Ca’ del Botto srl, l’Azienda Agricola Tenuta degli Angeli e l’Azienda Agricola Salera, la panetteria Bontà del Grano, il birrificio Hop Skin srl ed il Pastificio Orobico srl.

Ad arricchire la promozione dei prodotti enogastronomici ci sarà la presentazione in chiave turistica del territorio bergamasco, in particolare della zona del Lemine, grazie alla partecipazione presso lo stand del personale dell’antenna del Romanico. L’iniziativa rafforza la proficua collaborazione avviata già da tempo con la Regione del Baden-Württemberg e, nello specifico, l’accordo tra la Città di Ludwisburg e la Camera di Commercio di Bergamo assieme ad Imprese & Territorio, per promuovere una cooperazione bilaterale tra i territori di Bergamo e Provincia e della Regione di Stoccarda.

Confermando tale volontà, l’8 aprile a Ludwisburg, il presidente della Provincia di Ludwisburg, Rainer Haas riceverà la delegazione di imprese partecipanti alla Fiera.




Sapori bergamaschi, il Formaggio Nero della Nona strega le food blogger

foto di The Lovely Girl Blog
foto di The Lovely Girl Blog

Cosa ne pensano le blogger dei vini e dei prodotti dell’agroalimentare bergamasco? Lo si può leggere nei report e nelle fotografie scattate e postate per #ValcalepioBloggerTasting, iniziativa organizzata dal Consorzio di Tutela Valcalepio nel corso di Vinitaly, che ha proiettato per il secondo anno i cibi e i vini del territorio nel mondo della comunicazione social, creando, nella giornata di lunedì 23 marzo, un momento di incontro e confronto tra wine e food blogger, produttori e ristoratori, in collaborazione con l’Associazione Italiana Food Blogger.

In Piazza Valcalepio sono sfilati davanti alle appassionate gourmet Formaggio Branzi accompagnato dal pane Garibalda dell’Aspan, casoncelli alle pere piröle, pancetta croccante, formai de mut 2012 e coniglio di cascina, in un boccone senz’osso, stufato nel Valcalepio rosso Doc di Diego Pavesi del ristorante Della Torre di Trescore Balneario, per dolce polenta è osèi, praline e biscotti, il tutto accompagnato dai vini bergamaschi più adatti ai piatti.

A conquistare la curiosità delle invitate è stato il Formaggio Nero della Nona, prodotto da Attilio Perego, milanese trasferito per amore in Val di Scalve, che ha deciso di riportare in vita una ricetta trovata su un taccuino durante i lavori di ristrutturazione della baita di famiglia. «Crosta nera ricoperta di spezie che con la stagionatura penetrano nella pasta e la rendono aromatica e particolarmente saporita», scrive Isabella Radaelli su The Lovely Girl,  mentre di «formaggio dal sapore deciso e dall’aroma d’incenso» parla Maria Grazia Maineri su “Gli esperimenti di Mary Grace”.

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