Pranzo di ferragosto, bergamaschi indecisi e i ristoratori restano in attesa

ristorante

Per il pranzo di ferragosto gli occhi dei ristoratori sono puntati al meteo. Quest’anno ancora di più, considerate le bizze climatiche degli ultimi giorni, saranno le condizioni metereologiche a decidere il programma di bergamaschi e visitatori.

Petronilla Frosio
Petronilla Frosio

In città e in provincia, salvo qualche eccezione dove già si registra il “tutto completo”, la maggior parte delle prenotazioni arriverà al photofinish. «Ferragosto non è una festività particolrmante sentita, dato che ormai le gite fuori porta sono all’ordine del giorno – spiega Petronilla Frosio, presidente del Gruppo Ristoratori Ascom Bergamo Confcommercio -. Ci si organizza quindi all’ultimo e il meteo gioca un ruolo fondamentale. Difficile fare previsioni, le prenotazioni al ristorante sono ormai talmente last-second che quando arrivano anche solo il giorno prima possiamo dirci contenti. La gente decide all’ultimo momento dove andare e quindi dove e cosa mangiare e anche per noi stabilire il menù con i continui cambi climatici non è facile».

Non mancano malumori sul moltiplicarsi delle sagre che diventano alternative più informali al tradizionale pranzo al ristorante. «La legge regionale non ha cambiato le cose – dice Frosio -. Ormai raddoppiano, dato che fanno servizio anche a pranzo».

Quanto alla proposta gastronomica, si palesa la tendenza a puntare sulla scelta alla carta, anche se non mancano ristoranti che continuano a proporre menù guidati a prezzo fisso (che spaziano dai 30 ai 50 euro) e locali che puntano a un menù più leggero e veloce, come ad esempio il ristorante Gritti dell’Hotel Miramonti a Rota Imagna (menù fisso a 30 euro). «Da qualche anno abbiamo deciso di non fare più il menù fisso e i clienti mostrano di apprezzarlo perché si sentono più liberi sia su quanto spendere che sui cibi da mangiare», conferma Ivano Gelsomino della trattoria gastronomica Selva di Clusone, già sold out per la data.

Anche a Riva di Solto il Ristorante Zu punta sulla carta e su un classico menù degustazione a 50 euro senza vini e anche qui le prenotazioni sono a buon punto. Lo stesso vale per l’Osteria Al Gigianca di Bergamo dove «si sta lavorando bene». Tra quanti credono ancora nel pranzo di ferragosto e si aspettano il tutto esaurito, il ristorante K2 di Foppolo che propone un menù a 40 euro e Cucina Cereda a Ponte San Pietro con una proposta fissa a 50 euro per il pranzo e alla carta la sera, mentre il Ristorante Corona di Branzi con il suo menù di carni e primi della casa a 40 euro è già al completo.

I piatti proposti seguono la tipicità della cucina e spaziano da ravioli, casoncelli, arrosti, faraone e conigli con polenta ai piatti di mare e di lago.




Pagamenti elettronici, allarme sanzioni. Fusini (Ascom): «In molti settori i costi del Pos sono insostenibili»

pos - carta di credito

L’annuncio ha messo in allarme il mondo del commercio: il viceministro dell’Economia Luigi Casero ha anticipato alla stampa l’imminente introduzione di sanzioni per esercenti e professionisti che non accettino il pagamento elettronico. Si tratta di una multa di 30 euro per ogni “no”, che – insieme anche a misure “premianti” – dovrebbe essere varata entro settembre, dando così piena attuazione all’obbligo di dotarsi di Pos (gli apparecchi che leggono le carte), in vigore dal giugno 2014, e di accettare pagamenti a partire da 5 euro (secondo la legge di Stabilità del 2016 che ha abbassato la precedente soglia dei 30 euro).

Oscar Fusini

«La notizia preoccupa fortemente alcune categorie del commercio per le quali oggi, di fatto, i costi per la gestione degli incassi con carte di credito e di debito sono insostenibili – evidenzia il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo, Oscar Fusini -. Parliamo, su tutti, di edicolanti, tabaccai e benzinai, che hanno margini imposti che vengono irrimediabilmente erosi dai canoni e dalle commissioni previsti per i pagamenti elettronici. Poi ci sono tutte quelle attività che hanno scontrini medi di bassa entità, come i bar e le panetterie, che devono sostenere costi fissi su operazioni “ridicole”».

Ma il Pos è un servizio ai clienti e non offrirlo può penalizzare ugualmente le attività, non crede?

«I nostri commercianti lo sanno bene, tanto è vero che dove esiste un’effettiva richiesta le attività si sono prontamente attrezzate per offrirlo. Francamente ritengo che le spinte del mercato siano un indirizzo sufficiente verso la moneta elettronica, non ha molto senso che venga imposto per legge ciò che non ha reale riscontro e per certi tipi di aziende, lo ripeto, può essere molto penalizzante».

A che punto è la diffusione dei pagamenti elettronici?

«I dati della Banca d’Italia ci dicono che i Pos attivi in Italia sono cresciuti negli ultimi tre anni del 40,5%. A fine 2013 erano un milione e mezzo, a fine 2016 sono saliti a oltre 2.220.000, quasi 650mila apparecchi in più. Crescono anche i numeri delle operazioni, quelle con carta di credito del 20,6%, del 54,3% quelle con carte di debito, e aumentano pure le carte attive (+3,6% le carte di credito, +21,5% di debito). Insomma, se è vero che l’Italia, per tanti motivi, è in ritardo sull’utilizzo della moneta elettronica è altrettanto vero che si sta recuperando terreno».

A Bergamo com’è la situazione?

«L’andamento è in linea con quello nazionale e probabilmente la copertura è anche maggiore. In settori come alberghi, ristoranti, negozi di moda, gioiellerie, arredamento, elettrodomestici e nel commercio all’ingrosso possiamo parlare di una diffusione dei Pos del 90%, se non totale».

Ci sono però, ci diceva, anche settori in difficoltà nell’adeguarsi. Avete delle stime su chi è in ritardo?

«Sono numeri non da poco. In Bergamasca calcoliamo che siano circa 8.600 aziende che non hanno ancora il Pos. Tra queste, tabaccai, edicole, fioristi, bar e negozi alimentari per i motivi illustrati sopra e soprattutto una grande fetta, oltre 3.200 attività, data dagli agenti di commercio e immobiliari che gestiscono i pagamenti con altri strumenti e l’ampia categoria dei servizi vari, pari ad altre 2.800 aziende. Si comprende bene che l’introduzione delle sanzioni annunciata dal viceministro avrebbe, solo nella nostra provincia, un forte impatto».

Quanto costa avere il Pos?

«I fattori che determinano il costo sono numerosi. Le commissioni vanno mediamente dall’1,25 all’1,50% per le carte di credito e dallo 0,5 allo 0,8% per quelle di debito. A queste vanno aggiunte le spese di installazione e il canone mensile per l’utilizzo, talvolta sostituito da un minimo di commissioni che incide più o meno nella stessa misura. Poi ci sono eventuali costi fissi per transazione e le spese telefoniche e bancarie. Un’azienda con un fatturato di 50mila euro spende circa 1.500 euro l’anno per un Pos mobile, 1.200 per uno fisso».

Ci si guadagna però in sicurezza e efficienza gestionale…

«Oggettivamente, oltre al servizio al cliente, l’unico vantaggio, certo non trascurabile, è quello della sicurezza. Il miglioramento dei costi di gestione rispetto al contante invece può valere come impatto generale non certo per negozi e locali che scontano i costi più alti in Europa. Anzi, in certe attività, il Pos può anche appesantire la gestione».

Ci faccia capire…

«Pensiamo ad un bar all’ora di colazione, un conto è ricevere il pagamento in contanti, più lungo e laborioso l’incasso con le carte».

E il contrasto all’evasione fiscale?

«È una motivazione strumentale della politica. L’evasione fiscale presuppone un accordo tra chi vende e chi acquista, qui stiamo parlando semplicemente di modalità di incasso. Oggi, poi, ci sono già tutti gli strumenti per contrastare l’evasione».

Se non fosse per i costi non ci sarebbero, quindi, ostacoli all’utilizzo del Pos. Quali soluzioni individua per abbatterli?

«Potrebbero aiutare delle offerte a pacchetto con un costo fisso oppure l’applicazione di condizioni favorevoli anche alle imprese che hanno minori incassi, come è avvenuto per la telefonia dove le offerte si sono allargate anche a chi non ha un traffico elevato. Molto interessante è anche tutto il versante degli strumenti innovativi e alternativi, a portata di smartphone».




IL COMMENTO / Occupazione ai livelli pre-crisi, i “lati oscuri” di una buona notizia

colloquio-lavoro

di Oscar Fusini*

La notizia rimbalzata sui media qualche giorno fa relativa al recupero dell’occupazione in Italia non ci ha affatto rinfrancato. I giornali hanno pubblicato i numeri diffusi dall’Inps secondo i quali il mercato del lavoro in Italia ha pressoché recuperato i posti (ne mancano solo 230mila) persi nella doppia crisi 2008-2012 ed ha raggiunto il massimo storico di lavoratori in attività da aprile 2008. La disoccupazione, sempre secondo le stime ufficiali, è calata sotto i 2,9 milioni di unità, valore più basso da dicembre 2012.

Se la notizia è positiva, dal nostro osservatorio la situazione non è però così rosea.

Senza essere pessimisti ad ogni costo, siamo preoccupati per la graduale ma continua riduzione dei lavoratori indipendenti, che in Italia sono passati, dal 2008 ad oggi, dal 35 al 31%.

C’è quindi, e prosegue, il ridimensionamento del mondo dell’impresa, con calo di unità, volume d’affari e, insieme, del numero delle persone, titolari e collaboratori, che lavorano nell’impresa stessa.

Per qualcuno questa concentrazione potrebbe rappresentare una risposta al problema del nanismo delle imprese italiane, per noi il dato rappresenta soprattutto il ripiegamento di un modello economico e sociale che ha garantito crescita e prosperità nel nostro paese. Quel modello ha sostenuto l’imprenditorialità diffusa e la classe media con il suo innalzamento della qualità della vita. E l’elezione americana è lì a confermare quanto la frattura e l’impoverimento della classe media possa determinare esiti inaspettati anche nella politica.

L’impoverimento non è solo quantitativo. Se il lavoro era già pesante per il piccolo imprenditore ieri, oggi è addirittura estenuante perché, a fronte di un ridimensionamento economico e di status, non è corrisposto un effettivo aiuto nella diminuzione degli adempimenti e della burocrazia. Difficile pensare che la spinta al lavoro in proprio come ricerca di uno status e di maggiore guadagno possa mantenersi anche nella nostra provincia ai livelli degli anni del boom economico. I numeri tengono in forza di un turnover di nuovi imprenditori che aprono e chiudono alla ricerca di uno sbocco occupazionale o come risposta alla precarietà del posto di lavoro.

Anche per i lavoratori dipendenti la situazione pensiamo non sia affatto migliorata in questi anni. Crescita inconsistente se non riduzione, mancanza di prospettiva delle imprese unitamente a obiettivi più complessi e budget ridotti hanno imposto impegno più snervante e remunerazioni più contenute per i lavoratori dipendenti. D’altronde sembra quantomeno difficile che un imprenditore che perde o guadagna molto meno possa pagare di più i suoi dipendenti.

Senza una crescita effettiva, di almeno il 2-3% annuo, difficilmente potremo invertire una rotta che offre poche prospettive ai titolari di impresa ed anche ai loro dipendenti. Occorre snellire, sburocratizzare e in generale offrire prospettive di lungo termine e di largo respiro agli imprenditori.

La partita si giocherà sui giovani, la formazione e il loro inserimento nel mondo del lavoro.

Il sistema educativo deve intensificare la crescita delle competenze e i ponti tra scuola e impresa. Il Job’s Act ha dato un segnale di discontinuità rispetto al passato nel rompere il modello dei compartimenti stagni formazione/lavoro/pensione verso un processo più liquido che immette la formazione nell’intero percorso lavorativo della persona. Segnale di cambiamento che deve tradursi in leggi, incentivi, sgravi per non restare nelle intenzioni del legislatore.

Le istituzioni e le scuole devono compiere i passi necessari per rendere realmente appetibile l’assunzione dei giovani. Infine il cambio culturale è anche del mondo dell’impresa che, al di là degli incentivi, deve saper rileggere i propri modelli di alternanza e di inserimento lavorativo che non possono essere interpretati in una logica solo conservativa ma di cambiamento e miglioramento continuo.

Insomma, numeri in crescita a parte, c’è ancora molto, ma molto, da fare.

*direttore Ascom Bergamo Confcommercio



Trescore, ambulanti contro il Comune: «Illegittimo il bando per il mercato»

trescore balneario - piazzale mercato

Il bando per il rinnovo delle concessioni del mercato settimanale nel comune di Trescore Balneario (158 posteggi nell’area di piazzale Pertini, via Pertini, piazzale Comi/Poma, il martedì mattina), approvato lo scorso luglio, solleva energiche critiche da parte delle associazioni degli ambulanti. Anva e Fiva Bergamo ne chiedono l’immediata sospensione ritenendolo illegittimo e, soprattutto, fortemente dannoso per gli operatori ambulanti.

Per informare gli imprenditori delle anomalie del “bando Bolkestein”, le due associazioni hanno organizzato, martedì 8 agosto, un incontro alla Casa del Giovane (Patronato San Vincenzo) di Bergamo in via Gavazzeni, 13 (Sala Angeli).

Al centro delle critiche c’è anche il regolamento per il commercio su aree pubbliche, manifestazioni fieristiche, mercato agricolo (DCC 31 del 19.12.2016). Secondo Fiva e Anva Bergamo bando e regolamento sono illegittimi perché contengono criteri di assegnazione dei posteggi in contrasto con la normativa regionale di riferimento.

In particolare, sotto accusa sono i punteggi della graduatoria che rendono non più necessariamente prevalente la pregressa anzianità di posteggio dei prestatori uscenti e l’articolo 3 che stabilisce che ogni operatore può avere un solo posteggio nel mercato (mentre il dettato normativo del 23 co. 11 bis l.r. 6/2010 prevede che “nello stesso mercato o nella stessa fiera nessun soggetto può avere la titolarità o il possesso di più di due concessioni per ciascun settore merceologico nelle aree mercatali con meno di cento posteggi [..]”. e lo stesso limite dei due posteggi veniva riportato anche dall’Intesa del 5.7.2012).

Oltre a questi vizi di merito «che denotano palesemente come i due testi siano contra legem», accusano le associazioni ambulanti, entrambi i provvedimenti sono stati adottati senza aver sentito preventivamente, come invece previsto, le associazioni di categoria per un parere non vincolante.

Il presidente della Fiva di Bergamo, Mauro Dolci
Il presidente della Fiva di Bergamo, Mauro Dolci

«Chiediamo che il provvedimento venga ritirato perché lesivo degli interessi degli operatori. Non si tratta di una presa di posizione fine a se stessa, ma di una doverosa difesa di posti di lavoro – dice Mauro Dolci, presidente di Fiva Bergamo -. Nei criteri e punteggi da attribuire nella redazione della graduatoria, non è stato rispettato l’impegno concordato in sede di conferenza unificata Stato – Regioni che prevedeva una maggior punteggio per anzianità di iscrizione dell’impresa in modo da tutelare gli esercenti in attività da più tempo. Attribuendo punteggi da 2 a 4 punti per l’anzianità, il bando di fatto ha “sminuito” tale criterio con l’effetto che per esempio un giovane esercente (con meno di 5 anni di iscrizione) se munito di autonegozio (solo gli alimentari hanno un vero autonegozio) viene parificato ad un soggetto con anzianità di iscrizione sino a 10 anni dotato di un “semplice” banco».

Criticata anche la classificazione merceologica operata per la nuova area mercatale in cui i banchi sono riuniti secondo la tipologia di articolo: «Da evitare per evidenti ragioni di concorrenza tra i diversi esercenti se posti l’uno vicino all’altro con la medesima merceologia».

«Il provvedimento ci ha colti di sorpresa perché è seguito a mesi di confronti che sono andati del tutto disattesi – dice Giulio Zambelli, presidente Anva Bergamo – c’è persino un verbale di una seduta di commissione commercio di fine anno 2016 redatto dalla stessa Amministrazione di Trescore completamente disatteso e che cita testualmente: “Le parti presenti infine concordano di procedere mettendo a bando le concessioni in numero e tipologia pari alle attuali e di rinviare ad un secondo momento la fase di riorganizzazione dei posteggi, in funzione delle aggiudicazioni per tipologia per come si verranno a configurare dopo il bando”».

«Siamo consapevoli – prosegue Zambelli – che l’applicazione della normativa regionale è competenza e responsabilità di ciascun Comune, ma con l’obiettivo di tutelare i diritti dei nostri operatori abbiamo deciso innanzitutto di informare Regione Lombardia dei provvedimenti presi dal Comune di Trescore che contrastano con il vigente testo normativo, pregando l’ufficio legale di Regione Lombardia di prendere una posizione in merito; inoltre abbiamo inviato all’Amministrazione di Trescore Balneario una formale diffida a portare avanti i provvedimenti e auspichiamo che li rettifichi assicurando il previsto confronto con le nostre associazioni rappresentative per il commercio su area pubblica».




“Prenota direttamente”, campagna europea per sensibilizzare al contatto diretto con l’hotel

book_directly_windowsticker_600x600L’abolizione delle clausole di parity rate – che permette agli alberghi di offrire prezzi più bassi rispetto ai portali di prenotazione – favorisce il contatto diretto del cliente con l’hotel. Per far crescere la consapevolezza tra gli ospiti e gli albergatori dei vantaggi che questo comporta, Federalberghi, insieme ad Hotrec – la confederazione europea delle imprese alberghiere e della ristorazione – ed alle associazioni albergatori di tutti i paesi europei, promuove la campagna “Prenota direttamente / Bookdirect”.

Il messaggio viene lanciato su scala continentale e può dunque contare su un’enorme cassa di risonanza costituita da quasi 600.000 strutture, che hanno una capacità ricettiva di oltre 30 milioni di posti letto ed ogni anno accolgono 880 milioni di turisti, con un miliardo e quattrocento milioni di pernottamenti.

Tutti coloro che desiderano partecipare alla campagna possono ottenere gratuitamente il logo, richiedendolo alle associazioni albergatori aderenti a Federalberghi o scaricandolo dal sito internet www.hotrec.eu/bookdirect, sul quale è disponibile anche un’ampia gamma di materiali promozionali (adesivi, vetrofanie, depliant, bandiere, roll-up, blocchi per appunti, appendiporta, sottobicchieri, etc.) realizzati in 17 lingue (ceco, croato, finlandese, francese, greco, inglese, italiano, lettone, lituano, norvegese, olandese, polacco, slovacco, svedese, tedesco, turco e ungherese).




Agosto, anche i negozi si concedono qualche giorno di ferie

via XX Settembre

Ad agosto negozi, bar e ristoranti non si fermano. Alla vigilia del week-end del grande esodo, con migliaia di bergamaschi in partenza, Ascom Bergamo Confcommercio ha promosso la tradizionale indagine per informare i bergamaschi che rimangono in città e i turisti sull’offerta di prodotti e servizi.

Anche nei giorni più “caldi” di ferragosto saranno pochi i cartelli “chiuso per ferie“. Chi non parte potrà, quindi, fare acquisti e godersi colazioni, pranzi, cene e spuntini fuori casa, senza problemi.

Secondo i dati raccolti dall’Associazione commercianti, in Città Alta la percentuale di bar, ristoranti e negozi (alimentari e non) aperti sfiora il 100% per rispondere all’afflusso turistico; nelle vie centrali di Città Bassa otto negozi su dieci terranno la saracinesca alzata e il 90% dei bar e ristoranti farà lo stesso.

Nelle vie periferiche della città le aperture diminuiscono ma rimangono comunque elevate: 7 negozi su 10 saranno aperti e 8 ristoranti e bar su 10 continueranno a lavorare.

In provincia, nelle località turistiche, pubblici esercizi, negozi e botteghe alimentari saranno tutti aperti, mentre nei paesi fuori dalle mete dei visitatori la percentuale si abbassa: sarà aperto il 50% dei negozi e il 70% di bar e ristoranti.

La durata media di chiusura sarà di 7-8 giorni, la maggior parte si concentrerà dal 13 al 20 agosto, con diverse serrande abbassate anche dal 20 sino al 27, dopo la festa di Sant’Alessandro.

«Quest’anno le aperture agostane saranno in lieve calo: in media il 10% in meno nel periodo di ferragosto rispetto al 2016 – evidenzia però il direttore dell’Ascom Oscar Fusini -. Un dato in controtendenza, dopo diversi anni in cui sempre più commercianti ed esercenti sceglievano di tenere aperto e garantire anche ad agosto tutti i servizi. Quest’anno saranno più i bergamaschi ad andare in ferie, in linea con il resto d’Italia, e per questo le aperture di negozi e bar caleranno, ma non in Città Alta e nelle località turistiche. C’è anche chi si adegua al mercato ed evita di appendere il cartello con le date delle ferie perché spera che l’afflusso di turisti continui e decide solo all’ultimo di fare una pausa».




Il Ddl concorrenza è legge. Confcommercio: «Ok le misure su turismo, energia e trasporti»

senatoDopo due anni e mezzo dal varo da parte del governo e numerose interruzioni e riprese, il Senato ha votato la fiducia (146 sì, 113 i no) al ddl concorrenza. Il provvedimento, che ha sollevato un acceso dibattito e polemiche, è valutato positivamente da Confcommercio relativamente agli interventi nei settori dell’energia, del turismo e dei trasporti

L’organizzazione delle imprese del terziario esprime soddisfazione, in particolare, «per l’abolizione delle clausole di parity rate che consentirà alle strutture turistico-ricettive di offrire sconti maggiori rispetto ai prezzi praticati dalle piattaforme on line».

Sul fronte energia, i principali interventi riguardano la cessazione della disciplina transitoria per i prezzi di elettricità e gas e la confrontabilità delle offerte di energia e gas, che «garantiranno una maggiore trasparenza attraverso la predisposizione di un portale curato dall’Autorità dell’Energia». Positiva anche la norma sulle maxi bollette «che ne garantirà la rateizzazione per importi significativi».

In materia di trasporti, infine, «l’approvazione della delega apre la strada ad un percorso di riforma organica della normativa sul settore del trasporto pubblico non di linea, taxi e Ncc, a lungo attesa da imprese e cittadini. L’auspicio è che si possa perseguire una più netta distinzione tra le attività di taxi e ncc, una regolazione delle piattaforme tecnologiche nel rispetto delle norme che disciplinano le due professionalità ed un adeguamento del sistema sanzionatorio».

Le principali misure

RC AUTO, TORNA IL TACITO RINNOVO

È uno dei temi ritoccati nell’ultimo passaggio parlamentare. Un emendamento approvato in commissione Attività produttive reintroduce il meccanismo del tacito rinnovo delle polizze in scadenza del ramo danni.

RC AUTO, SCONTI OBBLIGATORI

Previsti sconti per i clienti che installano la scatola nera, accettano di sottoporre il veicolo a ispezione o di collocare un dispositivo che impedisce alla persona di accendere il motore se ha bevuto troppo. Tariffe più basse anche per gli automobilisti “virtuosi” che risiedono nelle aree a più alta sinistrosità e con prezzi medi maggiori. I criteri per applicare la scontistica saranno indicati dall’Ivass a cui spetta anche la verifica. Nel caso di mancato sconto sono previste sanzioni amministrative per le assicurazioni da 5.000 euro a 40.000 euro.

ENERGIA, SLITTA LA FINE DEL MERCATO TUTELATO

Slitta dal primo gennaio al primo luglio 2018 la fine del mercato di maggior tutela per l’energia elettrica e il gas. Arriva, inoltre, la possibilità di rateizzare le maxi-bollette causate da ritardi o disguidi dovuti al fornitore del servizio.

ELIMINATA L’ASTA FORNITURE ELETTRICHE

Viene eliminata la possibilità di mettere all’asta la fornitura di energia elettrica per quegli utenti che non avranno optato per un operatore alla scadenza del regime di mercato tutelato.

TELEMARKETING

Sono state abolite le norme che obbligavano gli operatori dei call center a dichiarare l’identità del soggetto per il quale avviene la chiamata, specificare la natura commerciale e proseguire la chiamata solo in presenza di assenso del destinatario.

ODONTOIATRI

Ogni società deve avere un direttore sanitario iscritto all’albo degli odontoiatri e possono operare solo i soggetti in possesso di titoli abilitanti. La norma è stata introdotta durante l’ultimo esame in commissione Attività produttive alla Camera.

UBER

Entro un anno dall’entrata in vigore del ddl il governo è delegato ad adottare un decreto legislativo per la revisione della disciplina in materia di autoservizi pubblici non di linea, come Uber e Ncc.

BANCHE, TETTI SUI COSTI PER CHIAMATE DI ASSISTENZA

Gli istituti bancari e le società di carte di credito assicurano che l’accesso ai propri servizi di assistenza ai clienti, anche attraverso chiamata da telefono mobile, avvenga a costi telefonici non superiori rispetto alla tariffa ordinaria urbana.

CAMBIO OPERATORE TV O TELEFONO

I clienti dovranno essere informati in partenza di quali spese dovranno affrontare in caso di cambio operatore per il telefono o l’abbonamento tv. Cambiare operatore e annullare un contratto (con il recesso) sono operazioni che il consumatore potrà fare anche per via telematica. Il contratto non potrà essere superiore ai 24 mesi. Semplificate le procedure di migrazione tra operatori di telefonia mobile.

PAGAMENTI DIGITALIZZATI

I pagamenti per l’ingresso ai musei o a eventi culturali potranno essere effettuati anche tramite telefonino.

AVVOCATI

L’esercizio della professione forense in forma societaria è consentito a società di persone, a società di capitali o a società cooperative iscritte in un’apposita sezione speciale dell’albo tenuto dall’ordine territoriale nella cui circoscrizione ha sede la stessa società.

NOTAI

Il numero dei notai sale a uno ogni 5mila abitanti (oggi sono uno ogni 7mila abitanti). Il registro delle successioni sarà tenuto dal Consiglio nazionale del notariato. Per la costituzione delle srl semplificate continuerà a essere necessario l’intervento del notaio.

FARMACIE

Le società di capitali potranno essere titolari di farmacie ma dovranno rispettare un tetto del 20% su base regionale. I titolari potranno prestare servizio in orari o periodi aggiuntivi rispetto a quelli obbligatori previa comunicazione all’autorità sanitaria competente e alla clientela.

HOTEL, STOP AL “PARITY RATE”

Gli alberghi saranno liberi di fare alla clientela offerte migliori rispetto a quelle dei siti Internet di prenotazione online come Booking.

BONIFICHE DISTRIBUTORI BENZINA

Approvato in Aula alla Camera un emendamento che ritocca la norma già modificata al Senato che riguarda le attività di dismissione degli impianti di distribuzione dei carburanti che cessano definitivamente l’attività di vendita. Si conferma che in caso di riutilizzo dell’area i titolari di impianti di distribuzione dei carburanti procedono alla rimozione delle strutture interrate ma, nel caso di accertata contaminazione, si precisa che si procede alla bonifica in ogni caso.




Uffici Ascom, il calendario delle chiusure estive

ascom-nuova-sede_ritGli uffici della sede cittadina (via Borgo Palazzo 137) di Ascom Bergamo Confcommercio saranno chiusi per le ferie estive da lunedì 14 a venerdì 25 agosto (compresi). Riapriranno con il consueto orario (dalle 8.45 alle 12 e dalle 14.15 alle 17) lunedì 28 agosto.

In provincia gli uffici di Albino, Osio Sotto, Lovere, Sarnico e Treviglio saranno chiusi da lunedì 14 a venerdì 1 settembre e riapriranno lunedì 4 settembre.

L’ufficio di Calusco sarà chiuso da lunedì 7 a venerdì 25 agosto e riaprirà lunedì 28 agosto.

L’ufficio di Clusone sarà chiuso da lunedì 14 agosto a venerdì 25 agosto (compresi) e lunedì 4 e martedì 5 settembre.

L’ufficio di Romano di Lombardia sarà chiuso da giovedì 10 agosto a venerdì 1 settembre e riaprirà lunedì 4 settembre, mentre gli uffici di Trescore e Zogno saranno chiusi da giovedì 10 a mercoledì 30 agosto e riapriranno giovedì 31 agosto.




Dettaglio alimentare, rallentano investimenti e occupazione. «Colpa anche dei nuovi voucher»

negozio alimentari

Consumi giù e ricavi in peggioramento. È il quadro che emerge dall’Osservatorio congiunturale sulle imprese del commercio al dettaglio dell’alimentazione realizzato da Format Research per Fida, relativo al primo semestre dell’anno.

Il risultato dei due fattori è un rallentamento di investimenti e occupazione: tra le imprese che hanno visto ridursi i ricavi, oltre la metà è stata costretta – secondo la rilevazione – a rivedere i propri piani di investimento o ad intervenire sugli organici, contribuendo all’immobilismo del quadro occupazionale, in rallentamento nella prima parte dell’anno.

Non aiutano le recenti disposizioni del Governo in materia di lavoro occasionale. Tra le imprese del comparto emerge infatti un malcontento dovuto, da una parte, all’eliminazione dei voucher, dall’altra alla “contromisura” adottata, i cosiddetti “nuovi voucher”.

Ad oggi, solo un’impresa su quattro sembra intenzionata ad utilizzare il nuovo istituto, accompagnato da un’ombra di scetticismo riconducibile alle caratteristiche dello stesso: l’86% delle imprese auspica l’eliminazione del tetto massimo di 5mila euro annui previsto dalla legge e il 70% spera nell’estensione della possibilità di utilizzo dello strumento a tutte le imprese, al di là della dimensione.

Resta stabile, secondo l’Osservatorio, la capacità delle imprese del dettaglio alimentare di far fronte al proprio fabbisogno finanziario. La tendenza resta comunque meno performante della media, anche a causa della pressione fiscale, giudicata in aumento dall’85,9% degli operatori.

Torna difficile, infine, il rapporto con le banche. Se da una parte è stabile la quota di imprese che si recano in banca per chiedere credito, dall’altra diminuiscono coloro che ricevono risposta positiva (il 68%, ma quasi la metà con un ammontare inferiore a quello desiderato).




Tavoli Ocse, accordo sulla riorganizzazione. Si riparte

Camera di CommercioTavoli Ocse, si riparte. Dopo il dibattito delle scorse settimane su ruoli e obiettivi, la Cabina di regia del Tavolo per lo sviluppo e la competitività di Bergamo, riunita quest’oggi, «ha concordemente deciso una riorganizzazione dei dossier tematici e delle attività dei gruppi di lavoro – scrive la Camera di Commercio, promotrice dello studio e del coordinamento – per dare nuovo slancio al progetto comune tra gli otto firmatari del Patto e di raggiungere gli obiettivi indicati dall’Ocse».

Nello specifico, il dossier Competitività delle Pmi confluirà nel dossier Innovazione. Vi sarà poi un migliore raccordo tra il dossier Education e il dossier Innovazione sul tema delle competenze digitali e, sempre all’interno di questi due gruppi, verrà attivato un tavolo specialistico sul “sistema della salute”. Quest’ultimo lavorerà sotto il coordinamento scientifico dell’Università di Bergamo, nella persona della direttrice del Dipartimento di Ingegneria, e sarà aperto a rappresentanti del mondo della sanità, della filiera della salute e ai coordinatori dei dossier Education e Innovazione.

Sul raccordo con la strumentazione e gli obiettivi del piano nazionale Industria 4.0, la Cabina di regia ha riconosciuto il ruolo di primo orientamento delle imprese che sarà istituzionalmente svolto dai Punti Impresa Digitale del sistema camerale e ha registrato la convinta volontà di dialogo tra Confindustria e Imprese & Territorio in materia Digital Innovation Hub. Il dossier Innovazione continuerà inoltre ad approfondire il vasto tema strategico ad esso assegnato a vantaggio delle imprese e dell’intero sistema Bergamo in tutte le sue diverse articolazioni, con un costante confronto con le migliori prassi a livello nazionale e internazionale.

«Con la riunione di oggi – afferma il presidente Paolo Malvestiti – la Cabina di regia ha ripreso la sua piena operatività. Sono state poste le basi per il lavoro che ci attende da qui alla fine dell’anno, sia per quanto riguarda la ridefinizione dei dossier, sia per quanto concerne la proposta delle azioni di sistema da attivare sul territorio».