A Ponte San Pietro “compri in saldo, voli al caldo”

notte turchese ponte san pietro 2Sarà un luglio pieno di iniziative a Ponte San Pietro. E tra i protagonisti ci sono i negozi, grazie anche alla rinascita dell’associazione locale “Noi commericanti di Ponte” che, insieme all’Amministrazione comunale, vuole riaccendere i riflettori sulla capitale dell’Isola bergamasca e renderla vivace e attrattiva.

Si cominicia sabato primo luglio con la Notte Turchese, ovvero la notte dei saldi. Nel giorno di apertura delle vendite di fine stagione le vie del centro storico si riempiranno, dalle 20, di musica, animazione, street food, birra. I negozi saranno aperti e prenderà il via il concorso “Compra in saldo, vola al caldo”. Facendo acquisti, fino al 7 luglio, nelle insegne aderenti (riconoscibili da un salvagente bianco e azzurro in vetrina, esplicito simbolo della vacanza), si riceverà un coupon per partecipare all’estrazione di quattro viaggi vacanza, in Egitto, Spagna, Capoverde e Grecia. L’estrazione si svolgerà sabato 8 luglio in piazza della Libertà durante la Notte Bianca.

Il secondo appuntamento è dunque quello di sabato 8 luglio, con la Notte Bianca organizzata dal Comune in collaborazione con le associazioni del territorio. Ci saranno concerti, balli, dj set, teatro, cultura, arte, stand enogastronomici. Da segnalare l’elezione di Miss Vespa, il tributo ai Rolling Stones, lo show Facciamo Radio con Teo Mangione, Ponteatro e i Madonnari Bergamo. Si comincia alle 20 e anche in questa circostanza i negozi resteranno aperti.

Al posto delle classiche sagre arriva, infine, un evento inedito in Lombardia. Da sabato 22 a lunedì 24 luglio sbarca in piazza della Libertà Napoli Pizza Fest che trasformerà Ponte San Pietro in una maxi pizzeria all’aperto con la presenza di dieci pizzerie veraci napoletane. A disposizione 2.500 posti a sedere per gustare le pizze all’insegna dei prodotti e della tradizione campana sfornate no stop da mezzogiorno a mezzanotte. Le degustazioni saranno accompagnate da spettacoli e musica live sul palco centrale, laboratori didattici e un’ampia area dedicata ai gonfiabili per il divertimento dei bambini. Si potranno anche assaggiare e acquistare prodotti enogastronomici della tradizione italiana nei 40 stand espositivi aperti dalle 10 alle 24.




Lavoro e impresa, anche i Giovani Ascom partecipano a Bergamo Incontra

bergamo incontra 2017Anche i Giovani Imprenditori dell’Ascom – insieme con il Movimento Giovani Artigiani di Confartigianato Bergamo e i Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo – collaborano a Bergamo Incontra, la manifestazione che dal 30 giugno al 2 luglio riempie il Sentierone di Bergamo di incontri, ospiti, mostre e spettacoli sui temi di maggiore attualità.

“Quid animo satis? Cosa basta al cuore dell’uomo?” è il tema di quest’anno che, partendo dalla frase di Sant’Agostino, vuole indagare sul desiderio di felicità inesauribile dell’uomo per scoprire tutta la sua profondità.

Il coinvolgimento delle associazioni giovanili d’impresa riguarda, in particolare, due appuntamenti, dedicati al lavoro e al fare impresa.

Venerdì 30 giugno alle 18.30, si tiene “Al cuore del lavoro. Impegnarsi per cosa, impegnarsi per chi?” con Maria Teresa Landi, senior investigator NIH. Introdotta da Mario Salvi, presidente di Bergamo Scienza, la ricercatrice di fama internazionale, che ha partecipato al mappaggio del genoma delle persone colpite da tumore del polmone e da melanoma e si è occupata di integrazione di dati complessi di origine genetica, clinica e ambientale, metterà a fuoco domande come cosa rende speciale il nostro lavoro? Cosa ci aiuta a coglierne tutto il valore, la dignità e l’utilità? Cosa vuol dire lavorare con gli altri e lavorare per gli altri?

Sabato primo luglio è invece in programma, alle 11.30, “L’esperienza dei padri, l’energia dei figli… Imprese e startup, insieme: le nuove vie dell’innovazione”, una conversazione imprenditoriale con Alessandro Benedetti, founder Almadom.us, e Mario Canziani, Ceo Sapra Elettronica, che approfondirà le opportunità dell’open innovation. Il confronto potrà proseguire a pranzo approfondendo in un contesto diretto e conviviale gli argomenti emersi durante la mattinata. (Per prenotazioni http://bit.ly/bgi-17)

www.bergamoincontra.com




Lovere, una galleria d’arte tra i negozi

Continua il viaggio nei comuni bergamaschi delle opere vincitrici del concorso “L’acqua come slancio vitale”, prima edizione del Premio Arte UniAcque.

Dopo Trescore Balneario e Sarnico, dal 28 giugno fino al 9 luglio, 29 opere saranno esposte in altrettante attività commerciali del comune di Lovere: Panificio & Pasticceria Musoni di via Grandi, 25; Art Restaurant & Pizza di via Matteotti, 8; Piruetas – abbigliamento 0-16 di via Tadini, 20; Botta – abbigliamento e intimo di via Tadini, 18; Libreria Mondadori Store di piazza 13 Martiri, 3; G.l. Hair Staff di piazza 13 Martiri, 9; Visionottica Alberti di piazza 13 Martiri, 12; Farmacia Arezzi di piazza 13 Martiri, 14; Spatti Calzature di piazza 13 Martiri, 23; Ruaro Gioiellerie di via Cavallotti, 5; Pasticceria Wender di via Cavallotti, 6; F.f. Tarzia – Foto e Video di via Cavallotti, 25; Coltellerie Collini – lista nozze, articoli regalo, arrotino di via Gramsci, 8; Koco’ abbigliamento di via Gramsci, 14; Zanetta abbigliamento di piazza 13 Martiri, 30; Bar Centrale di via Gregorini, 2; Volpi Abbigliamento di via Gregorini, 5; Magie d’Interni arredamenti di via Gregorini, 10; M. Capitanio – calzature, profumeria, articoli per la casa di via Gregorini, 11; Silini & Co. abbigliamento di via Gregorini, 13; La Primavera – abbigliamento, intimo, mare di via Gregorini, 23; Le Bianchi – Parrucchieri di via S. Maria, 37; Passo Dopo Passo – Glamour Shoes di via Marconi, 4/A; Le Terrazze bar, ristorante, pizzeria di via Marconi, 4; Tagliabue Centro Ottico di via Marconi, 45; Pizzeria Diego ristorante di via Marconi, 69; Hotel Belvedere di via Marconi, 69; Studio Dentistico Dott. Damiola di via Marconi, 93; Fata Turchina Centro Benessere di via Marconi, 97.

Dopo Lovere il viaggio delle opere di Uniacque continuerà nei comuni di Clusone (12-23 luglio), Castione della Presolana (26 luglio-6 agosto), Oltre il Colle (9-19 agosto), Zogno (23 agosto-3 settembre), Albino (8-17 settembre) e Romano di Lombardia (22 settembre – 1 ottobre).

L’iniziativa è nata in collaborazione con Provincia di Bergamo, Ascom Bergamo Confcommercio, Pro Loco Oltre il Colle e Castione della Presolana.




Saldi al via, Malvestiti: «Premesse per un week end di grande shopping»

Conto alla rovescia per l’inizio dei saldi estivi che, come da calendario regionale, prendono il via sabato primo luglio. Il caldo torrido delle scorse settimane ha deluso le aspettative sul fronte dei consumi che sembrano congelati. La speranza dei commercianti è che la voglia di capi estivi all’ultima moda e i tagli ai prezzi dei cartellini stimolino gli acquisti. Sarà comunque dura la rincorsa dei saldi per sollevare un’altra stagione difficile. Finora il bilancio è in negativo: almeno il 5-6% in meno rispetto alla stagione precedente, che segnava già un ulteriore ribasso rispetto al 2015, in un continuo trend negativo che stenta dal 2008 a vedere un’inversione di tendenza.

Paolo Malvestiti
Paolo Malvestiti

«L’estate arrivata in anticipo, con le temperature record dei giorni scorsi, non sembra aver invogliato gli acquisti, decisamente al di sotto delle attese – commenta Paolo Malvestiti, presidente di Ascom Bergamo -. Maggio e giugno sono stati mesi difficili e ora si spera in un week-end dedicato allo shopping d’occasione. Anche quest’anno la proposta dei saldi sarà di assoluto interesse, sia per assortimento che per i prezzi, con ribassi anche del 40%. I primi giorni saranno come sempre decisivi per le vendite di fine stagione. Speriamo in una buona partenza. I saldi possono essere un’attrattiva anche per i turisti in città e nelle nostre località di villeggiatura».

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Diego Pedrali

Come ogni anno, a guastare il clima di attesa per le vendite di fine stagione, si moltiplicano sms, vendite private e promozioni sottobanco, in barba alla legge regionale: «È un meccanismo distorto che danneggia chi rispetta e osserva le regole e al tempo stesso si ritorce contro gli stessi commercianti che ricorrono a questi escamotage – spiega Diego Pedrali, presidente del Gruppo Abbigliamento e Calzature e articoli sportivi Ascom e membro della Giunta di FederModa Italia -. I saldi perdono così anno dopo anno appeal e la concorrenza sempre più forte dell’e-commerce vanifica in buona parte gli sforzi dei commercianti che si impegnano ad animare le vie con notti bianche, aperture domenicali e quant’altro possa stimolare i consumi. La crisi sembra non avere fine e nelle vie dei paesi e dello stesso centro storico si soffre anche per la concorrenza dei nuovi poli commerciali. Abbiamo perso in questi anni troppe insegne, anche storiche, e chi resiste sul mercato lo fa in molti casi a fatica».

Il vademecum Ascom delle vendite di fine stagione

Come ogni anno Ascom ricorda i cinque principi base per i saldi. Cinque regole di trasparenza e di correttezza pensate per la tutela della concorrenza e del cliente: cambi, prova capi, pagamenti, tipologia dei prodotti in vendita e indicazione sui prezzi.

1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.

2. Prova dei capi: non c’è obbligo, è rimessa alla discrezionalità del negoziante.

3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione.

4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.

5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo iniziale di vendita e lo sconto in percentuale; è facoltativo, ma consigliabile, indicare anche il prezzo di vendita ribassato, mentre è vietato indicare qualsiasi altro prezzo.

Le sanzioni

Le violazioni alla norma sulle vendite straordinarie saranno punite con sanzioni amministrative da 500 a 3.000 euro, secondo la legge regionale 9/2009.




Il G7 dell’agricoltura sarà anche gourmet. Con East Lombardy

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Con la consegna delle giacche da chef e del materiale promozionale, East Lombardy – il progetto di rete che è valso alle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova il titolo di Regione europea della Gastronomia per il 2017- entra ufficialmente nei ristoranti di Bergamo.

Sono un centinaio le insegne di città e provincia che partecipano al “club” condividendo il valore della tipicità, della sostenibilità e del saper fare e l’obiettivo della promozione turistica. Ci sono gli stellati e le location di prestigio, ma anche le trattorie storiche, le giovani imprese, i ristoranti di montagna, quelli affacciati sul lago e gli agriturismo, tutti accomunati dalla proposta di qualità e dall’attenzione al territorio.

Il percorso ha preso ufficialmente il via a marzo di quest’anno, con la presentazione dei protagonisti dell’enogastronomia di tutte e quattro le province nel corso del congresso Identità Golose, a Milano. Sono seguiti eventi ed iniziative per far conoscere il progetto, tra cui la presenza nella food court dell’area partenze dell’aeroporto di Orio Al Serio con i prodotti e i piatti firmati dagli chef ambasciatori (tra i quali la bergamasca Petronilla Frosio, di scena a luglio).

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Ora tocca a voi fare in modo che quanto viene comunicato si ritrovi nella realtà, che chi entra in contatto con East Lombardy ne ritrovi i principi sulle vostre tavole e nei vostri locali», ha spiegato Christope Sanchez, amministratore delegato di VisitBergamo, ai ristoratori presenti nella sala conferenze dell’Ascom per ritirare il kit di materiali coordinati. «Siamo all’anno zero di un processo che può portare ad un autentico brand di riferimento per il turista gourmand».

I ristoratori hanno ricevuto la giacca da chef con il logo di East Lombardy, un accessorio fortemente simbolico, da utilizzare in tutti gli eventi ufficiali e nelle occasioni importanti; la vetrofania che identifica l’adesione sin dall’ingresso; i flyer che illustrano la filosofia del progetto e le mappe che mostrano dove trovare le diverse bontà della Lombardia Orientale, «materiali che identificano il vostro essere eccellenze», ha sintetizzato il presidente di VisitBergamo Luigi Trigona.

«Il titolo di Regione europea della Gastronomia è stato l’opportunità – aggiunge a margine dell’incontro Elena Viani, che segue la segreteria scientifica del progetto, di cui è direttrice la professoressa dell’Università di Bergamo Roberta Garibaldi – per impostare un lavoro di rete a lungo termine sulla valorizzazione dell’enogastronomia dei territori. Il passaggio più importante sino ad ora è stato far prendere consapevolezza di quello che sia ha e che si è capaci di fare. Ed è tanto davvero. Da analisi che abbiamo effettuato emerge che la Lombardia orientale non ha niente da invidiare a regioni più blasonate come Emilia Romagna o Catalogna in fatto di aziende e prodotti, uniti ad attrattive turistiche e alla possibilità di vivere esperienze uniche».

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Accanto all’attività di sensibilizzazione, messa in rete di operatori ed appuntamenti, comunicazione e promozione ci sono anche alcuni eventi-simbolo di East Lombardy, destinati ad accendere l’attenzione del grande pubblico. Sono uno in ogni provincia. A Cremona, lo scorso maggio, è stato scelto il teatro Ponchielli per imbandire una tavola d’autore con grandi chef. A Mantova prende il via il 23 giugno la kermesse Eat Mantua, che a palazzo Te fa rivivere l’atmosfera della corte dei Gonzaga.

A Bergamo, invece, l’appuntamento sarà nuovamente l’ex monastero di Astino, che aveva ospitato nel maggio 2016 il lancio di East Lombardy, ed avrà respiro internazionale. È stato infatti scelto di collocare la manifestazione gastronomica in concomitanza con il G7 dell’Agricoltura, il summit dei ministri delle sette potenze mondiali, che si terrà a Bergamo il 15 e 16 ottobre. «Tutta la settimana che conduce all’incontro – ha annunciato Sanchez – sarà interessata da iniziative. Ci saranno convegni, ospiteremo i cento produttori più importanti d’Italia, saranno coinvolte le scuole. Il tema è quello del diritto al cibo». Sul fronte gastronomico sarà invitato uno chef da ognuno dei Paesi G7 per un confronto internazionale e sarà organizzato un vero e proprio tour tra i sapori della quattro province di East Lombardy, con chef, ristoratori, pasticcieri, produttori e cantine che ruoteranno all’interno dell’ex monastero.

Chiuderà la serie degli eventi Brescia, a novembre.

L’adesione al progetto East Lombardy da parte degli operatori è sempre aperta e gratuita. Oltre ai ristoranti, possono partecipare alberghi, produttori, rivenditori e società di servizi (come guide e agenzie di viaggio). Basta compilare e inviare la scheda di adesione presente sul sito. Si verrà contattati dalla segreteria e, nel caso siano soddisfatti i requisiti per l’adesione, si potrà inserire sul portale la scheda dell’attività, fotografie e informazioni, che saranno tradotte in cinque lingue.




“Vorrei fare il pizzaiolo”: quando un corso ti cambia la vita

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C’è chi decide di cambiare vita, chi è costretto ad inventarsi un lavoro e chi semplicemente vuole apprendere l’arte e metterla da parte per quando potrà realizzare il suo sogno imprenditoriale.

Tiziano Casillo
Tiziano Casillo

Il corso “Vorrei fare il pizzaiolo” ha accompagnato l’Accademia del Gusto di Osio Sotto sin dalla sua nascita ed è tra i più gettonati, complice il fatto che a salire in cattedra ci sia un maestro indiscusso come Tiziano Casillo, che rimbalza come una trottola da un angolo all’altro del globo, conteso a livello internazionale. Anche se capita a volte che sia il mondo a venire ad Osio Sotto, come quando una classe di pizzaioli è arrivata da Taiwan nel 2015 per seguire un corso intensivo di Pizza Art.

Il corso è davvero trasversale per età e nazionalità e vede a fianco di Casillo, Oxana Bokta, che oltre a svolgere il ruolo di assistente dei docenti in Accademia, vanta una specializzazione nelle tecniche dei lievitati. «La soddisfazione più grande per noi è vedere tanti corsisti realizzare il sogno di aprire una pizzeria o diventare ottimi pizzaioli», spiega Daniela Nezosi, direttrice dell’Accademia del Gusto. In 13 anni, al ritmo di tre edizioni l’anno, il corso – che in 40 ore garantisce una full-immersion dalle tecniche di impasto alla scelta delle materie prime, al bilanciamento del topping- ha sfornato ben 500 pizzaioli.

Se non manca chi ha deciso di rinunciare ad un mestiere che comunque impone grandi sacrifici, la maggior parte dei corsisti non si è arreso alle prime difficoltà ed è riuscito con successo a trovare lavoro o a diventare imprenditore di se stesso, anche dopo gli “anta”. Ecco alcuni di questi casi.

“Del Vicolo” di Scanzo, da disoccupata a pizzaiola provetta insieme alla figlia

Emilia Persico e la figlia Elena
Emilia Persico e la figlia Elena

Emilia Persico si è ritrovata all’improvviso disoccupata nel 2006, a 44 anni e con due figli, dopo aver lavorato una vita come impiegata amministrativa. «Ho cercato quindi di seguire la mia passione per la cucina, che mi accompagna da sempre, da quando da ragazzina lavoravo d’estate in alberghi e ristoranti. Così ho trovato lavoro la sera in un ristorante-pizzeria, finché mi sono ritrovata per un imprevisto a sostituire il pizzaiolo. Io non amo l’improvvisazione, così mi sono iscritta al corso dell’Accademia del Gusto e sono stata catapultata in un mondo di grammature, lievitazioni e tecniche di impasto».

Dopo il corso non esita a investire liquidazione e risparmi nella sua pizzeria d’asporto “Del Vicolo” di Scanzorosciate: «Quando lavoravo in azienda passavo ogni giorno davanti a questo negozio in pieno centro con la saracinesca abbassata. Così ho chiuso in fretta il contratto», spiega Emilia Persico, che abita a Nembro.

La pizzeria ha anche una saletta con una ventina di posti a sedere per gustare pizze tradizionali e gourmet appena sfornate, come quella con Moscato di Scanzo o le più ricercate con tartufo, porcini e misticanza. Con la sua passione ha contagiato anche sua figlia Elena, laureata in Lingue e Letterature straniere, che vanta la partecipazione ai campionati europei di pizzeria e all’edizione Pizza in Rosa di Rimini.

È un locale al femminile: «Purtroppo c’è ancora l’idea che il pizzaiolo debba essere un uomo e capita ancora che qualcuno rimanga sorpreso nel vedere due donne a infornare e sfornare». Il sogno nel cassetto è quello di aprire una pizzeria nel Nord Europa, confessa Emilia, che però aggiunge con molta concretezza: «Per ora ci concentriamo sulla nostra attività che in questi 10 anni ci ha dato grandi soddisfazioni».

Nembro, al “Forno 89” la passione è più forte dell’allergia

Cristian Osio
Cristian Osio

La passione per la pizza è stata più forte dell’allergia agli acari della farina per Cristian Osio, originario di Brembate, che ha voluto coronare il suo sogno di diventare pizzaiolo. Una passione nata a Londra, dove si trasferisce a 19 anni e si arrabatta con lavori come lavapiatti e barista fino ad approdare a Brixton da “Franco Manca”, dove Giuseppe Mascoli ha sdoganato la pizza verace napoletana. Inizia con uno stage, ma sfornare pizze a centinaia scatena l’allergia e alla fine deve rinunciare al lavoro pochi mesi dopo l’assunzione.

Prova a passare in cucina, nel locale di Jamie Oliver a Piccadilly Circus, ma decide presto che i fornelli non fanno per lui: «Ho resistito tre mesi, non riesco ad immaginarmi che pizzaiolo – ammette Cristian, che si è tatuato sul bicipite una verace napoletana -. Per me fare la pizza è una magia: è un prodotto che cambia ogni giorno e il risultato non è mai scontato». Così è tornato in Italia dove ha iniziato una cura con tanto di vaccino immunologico per tenere a bada l’allergia e ha viaggiato per scoprire i segreti della vera pizza campana. Poi è stato in Finlandia, dove ha la fidanzata con la valigia pronta per l’Italia e ha fatto la stagione estiva in Grecia, a Samos. Da poco più di un mese ha inaugurato a Nembro “Forno 89”, pizzeria d’asporto con qualche tavolino. «Finalmente posso proporre la mia idea di pizza, a lunga lievitazione, con un buon cornicione ben puntinato, cotta nel forno a legna per eccellenza, realizzato con Biscotto di Sorrento. Ho scelto ottimi prodotti, dalla provola affumicata di Latina alla ricotta Dop, a pelati di qualità e propongo pizze della tradizione campana, da quella con cicoli e ricotta a quella con friarelli e provola affumicata. Spero che la mia pizza, senz’altro diversa da quella “bergamasca”, riesca a conquistare il paese».

Da Osio alle Canarie con le migliori pizze di Maspalomas

Mario Gritti con una delle figlie e la moglie Eliana
Mario Gritti con la figlia Elena e la moglie Eliana

Mario Gritti ha gestito per più di dieci anni il “Bar da Mario” di Osio Sotto, finché la crisi ha messo a dura prova l’attività e ha deciso di iscriversi al corso Ascom con il sogno di aprire un bar-pizzeria d’asporto alle Canarie. «Rimettersi in gioco a 50 anni non è facile, ma grazie al corso dell’Accademia del Gusto e ai preziosi consigli di Tiziano Casillo e Oxana Bokta sento di aver davvero imparato un mestiere. Con molti colleghi del corso ci scambiamo ancora oggi consigli sulle farine, sugli impasti e su altri piccoli dettagli che però fanno sempre la differenza».

Il tempo di trasferire la sua numerosa famiglia, che conta ben quattro figli – Elena, Alessandra, Matteo e Valentina – alle Canarie e ambientarsi e Gritti ha aperto con la moglie Eliana un ristorante pizzeria a Maspalomas, Las Palmas, dal nome “Pasion Loca”. «Mia moglie si occupa della cucina, io della pizzeria e mia figlia Elena cura il servizio in sala, mentre gli altri figli sono ancora impegnati negli studi e la più piccola va all’asilo».

Le soddisfazioni non mancano: «Il nostro locale è apprezzato e per me non c’è soddisfazione più grande nel ricevere i complimenti per la pizza, valutata tra le migliori della cittadina».

A Siviglia la pizza d’asporto di Claudio parla “El Italiano”

Claudio Previtali
Claudio Previtali

Claudio Previtali, originario di Albegno di Treviolo, si trasferisce otto anni fa a Barcellona per amore della moglie Mar, originaria di Siviglia, ma si scontra con la difficoltà di trovare un impiego in Spagna, dopo aver lavorato in campo metalmeccanico nella Bergamasca.

«Ho sempre avuto passione per la pizza e da ragazzino avevo lavorato anche una stagione in un bar pizzeria, così ho deciso di rimettermi in gioco a 49 anni e di tornare sui banchi di scuola all’Accademia del Gusto – racconta -. Conoscevo Tiziano Casillo dai tempi in cui aprì la sua prima pizzeria ad Albegno, ma vederlo all’opera mi ha davvero aperto un mondo e ha rafforzato la mia passione. In barba a chi diceva che non ce l’avremmo fatta, io e mia moglie abbiamo aperto una pizzeria d’asporto. Su consiglio di Casillo ho puntato sulla qualità e sull’italianità. E così è stato anche nel nome “El Italiano”, perché tutti qui mi han sempre chiamato così.È bello sentirsi dire dai clienti che gustando la mia pizza li ho riportati in Italia o entrare nel novero delle migliori pizzerie sivigliane».

Londra, l’ex operaio alla corte di Gordon Ramsay ora sogna lo street food con la pizza

Mattia Pasinetti
Mattia Pasinetti

Mattia Pasinetti, perito elettrotecnico, dopo sei anni di lavoro da elettricista e uno da operaio, decide, ancora giovanissimo, a 25 anni, di cambiare vita e di imparare i segreti che stanno dietro ad una buona pizza. Dopo il corso all’Accademia del Gusto decide di trasferirsi a Londra, dove dopo tre mesi riesce a trovare lavoro come pizzaiolo da Sua Maestà Gordon Ramsay in uno dei suoi locali, a “York and Albany” a Camden Town.

«Nel locale portavo avanti la pizzeria con un altro ragazzo italiano e poi davo una mano in cucina – racconta -. L’head-chef mi ha poi affidato quasi tutti i turni in cucina ed ho visto quanto lavoro ci sia dietro ad un grande piatto. Mi si è presentata l’occasione di lavorare nello street-food, tra catering e ricevimenti, per Born and Raised e così ho cambiato lavoro. Ogni giorno affronto un servizio diverso, dai party ai festival, dai compleanni al catering per il cinema, mi sposto di continuo e per me è davvero stimolante».

La passione per la pizza non l’ha mai abbandonato: «Il mio sogno è quello di aprire una mia attività nel settore dello street food, declinato però all’italiana, a partire ovviamente dalla pizza».

Enio Panzeri e la moglie Cristina
Enio Panzeri e la moglie Cristina

Cisano, l’impresario edile ora guida anche “La Locanda di Cri”

Il suo locale Enio Panzeri, impresario edile, l’ha costruito davvero mattone dopo mattone nel 2005 a Cisano Bergamasco. Dopo averlo dato in gestione, nel 2014 si trova all’improvviso con il locale sfitto e decide così, a 53 anni, di mettere a frutto la sua passione per la buona tavola e di tornare sui banchi di scuola all’Accademia: «A inizio anno mi sono iscritto al corso di cucina con Francesca Marsetti e poi ho appreso i segreti dell’arte pizzaiola con Tiziano Casillo. A dicembre 2014 ho inaugurato con mia moglie Cristina, che si occupa della sala, “La Locanda di Cri”, rinnovando completamente gli ambienti», racconta Panzeri.

“La locanda del locandèr ca sa fa ol so mester” come rivendica anche sul sito, è un tempio della buona cucina e un indirizzo rinomato per la pizza: «Ho deciso di puntare sulla qualità, a partire dalla scelta degli ingredienti, perché uscire a mangiare una pizza deve essere un piacere e non un ripiego. Così nascono le nostre pizze, dalla più semplice con fiordilatte, pomodoro e basilico alle ricette gourmet».




L’Ascom accende i riflettori sui “Ristoranti 2.0”

the_fork_ristoranti_spesa_italiani_2017-800x573“Ristoranti 2.0” è l’evento organizzato da Ascom Bergamo Confcommercio e rivolto a tutti i ristoratori di città e provincia. L’appuntamento è per giovedì 15 giugno, alle 15.30, nella sala corsi dell’Associazione per la presentazione di TheFork, applicazione per iOs e Android e sito web che consente di scoprire e prenotare migliaia di ristoranti in Italia ed Europa. TheFork, brand di TripAdvisor, è la piattaforma leader in Europa per le prenotazioni online di ristoranti, con un network di oltre 40mila ristoranti a livello globale e quasi 14 milioni di visite al mese.

La piattaforma mette in contatto utenti e ristoranti, permettendo ai primi cercare e prenotare il tavolo online e ai secondi di aumentare le prenotazioni e la fedeltà dei clienti. Attraverso TheFork (sito e app) gli utenti possono facilmente selezionare un ristorante in base alle loro preferenze (per esempio localizzazione, tipo di cucina e prezzo medio), consultare le recensioni degli utenti, controllare la disponibilità in tempo reale e prenotare all’istante online.

Per i ristoranti, TheFork fornisce un software che consente di ottimizzare le prenotazioni e le operazioni, e di migliorare servizio e ricavi, secondo i principi dello Yield Management, pratica utilizzata con successo nel settore turistico che permette di variare i prezzi a seconda delle disponibilità. Alla presentazione bergamasca, la prima nella nostra provincia, saranno presenti il direttore di Ascom Bergamo Confcommercio, Oscar Fusini, la presidente del Gruppo ristoratori dell’Associazione, Petronilla Frosio e il responsabile The Fork per l’Italia, Andrea Arizzi.

Per prenotazioni consultare www.ascombg.it




Imprese & Territorio in campo su innovazione e welfare

Imprese & Territorio

L’assemblea plenaria di Imprese e Territorio si è riunita ieri, lunedì 12 giugno, per accogliere i nuovi presidenti che hanno assunto recentemente la guida di tre delle dieci associazioni aderenti (Leone Algisi di Cna, Elena Fontana di Confesercenti e Giacinto Giambellini di Confartigianato) e il nuovo direttore di Confesercenti Filippo Caselli.

Il presidente Giorgio Ambrosioni ha relazionato sullo stato di avanzamento dei lavori del “Tavolo per lo sviluppo e la competitività di Bergamo”, istituito presso la Camera di Commercio, che vede costantemente impegnati numerosi componenti del Comitato Unitario e che sta arrivando alle definizione delle prime attività progettuali su importanti tematiche.

I cinque tavoli, risultato del percorso Ocse fortemente sostenuto da Imprese & Territorio, stanno concludendo la prima fase degli incontri che daranno alla Cabina di Regia un ventaglio di progettualità con tempistiche differenti sulle quali partire per il rilancio socio-economico del territorio.

Particolare importanza poi è stata data alla presentazione, effettuata dal coordinatore Edoardo Ranzini, delle linee strategiche del Progetto “Bergamo Pmi Innovation Hub” che prende spunto dalle importanti riflessioni emerse dalla ricerca del Consorzio Aaster del professor Aldo Bonomi sull’avanzamento del livello tecnologico ed innovativo delle Pmi del territorio. I driver del progetto saranno presentati nei prossimi giorni ad uno dei cinque tavoli Ocse, quello dedicato all’Innovazione.

Anche il tema del Welfare di territorio è stato affrontato per via delle attività che il Comitato Unitario ha attivato con i soggetti istituzionali locali preposti (Ats Bergamo) e con Ubi Banca, realizzatrice di un ricco portale sull’argomento. Prima della pausa estiva è previsto un incontro con i sindacati confederali territoriali per affrontare insieme possibili scenari futuri su questo importantissimo tema.




Federmanager, Colombo confermata alla presidenza. Ecco il nuovo Direttivo

Bambina Colombo
Bambina Colombo

Bambina Colombo è stata confermata presidente di Federmanager Bergamo. A rinnovarle la fiducia, per un secondo mandato, gli undici componenti del neo eletto Consiglio Direttivo dell’organismo di rappresentanza dei dirigenti delle imprese industriali della provincia di Bergamo, durate la recente seduta d’insediamento. Alla vicepresidenza è stato chiamato Davide Orabona (consigliere nel precedente esecutivo). Riconfermata nell’incarico di Tesoriera Silvia Gardini, mentre neo segretario provinciale dell’associazione è Ciro Ciaccio.
Del nuovo Direttivo di Federmanager Bergamo, che rimarrà in carica per il triennio 2017-2020, fanno inoltre parte i Consiglieri: Paolo Aquino, Stefano Capponi, Roberto Coretti, Pierluigi Gatti, Claudio Pesenti, Giovanni Pezzoli e Maurizio Vavassori. Mentre Orabona, Gardini, Aquino, Capponi e Coretti rappresenteranno i dirigenti in servizio, Colombo, Ciaccio, Gatti, Pesenti, Pezzoli e Vavassori daranno voce ai manager in pensione. Contestualmente, si è provveduto al rinnovo del Collegio dei Revisori dei conti. Sono risultati riconfermati: Atos Catò, Riccardo Locatelli ed Emilio Ludrini.

La presidente ha messo in evidenza la percentuale dei dirigenti in servizio, pari al 45% dei quasi 1500 aderenti, una fra le più alte in assoluto a livello nazionale. “E ciò lo si deve alle attività di coinvolgimento dei Colleghi durante la passata consigliatura”. A proposito della modalità di voto on line, adottata per la prima volta a Bergamo e tra gli ancora rarissimi casi a livello nazionale, Colombo esprime un giudizio più che favorevole: “Il consuntivo di questo esperimento ha fatto emergere tre aspetti positivi. Il primo: Federmanager Bergamo si conferma Territoriale d’avanguardia; il secondo: abbiamo registrato la miglior adesione in assoluto di candidati (16 rispetto agli 11 necessari); il terzo: la formula è decisamente piaciuta agli associati”.

Per quanto riguarda le prossime scadenze, la Presidente ne indica due: “L’Assemblea annuale, per l’approvazione del Bilancio 2016, è stata convocata per mercoledì 21 giugno nella Sala Conferenze dell’Università di Bergamo al Chiostro di Sant’Agostino, in Città Alta. Un seminario sul tema ‘Industry 4.0’, invece, sarà invece in agenda per ottobre”.

 

 




Bar, occhio ai conti!

Vuoi avere un locale di successo? La prima regola è saper fare bene i conti. È il mantra di Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo caffè bar dell’Ascom di Bergamo dal 2009 e titolare del bar Centrale a Lovere, insegna sempre sulla cresta dell’onda. L’abbiamo intervistato per capire quali sono oggi le difficoltà e le opportunità nel mercato dei pubblici esercizi.

Giorgio Beltrami
Giorgio Beltrami

«Sul mercato ci sono troppe attività, quindi la concorrenza è terribilmente elevata – esordisce -. In molti casi, direi nella stragrande maggioranza, ci sono gestori che applicano prezzi che non sono remunerativi. Ma scendere sotto certe soglie porta inevitabilmente alla chiusura. Proporre, come ho visto fare, un pranzo di lavoro a 6,70 euro per un primo, secondo, acqua, un quarto di vino e caffè significa vendere sotto costo. È un’offerta impossibile da sostenere. Bisogna saper fare i conti e capire i costi, sennò l’attività non ha futuro».

Un tempo nella nostra provincia c’era il listino dei prezzi, meglio allora?

«Fino al 2002 all’interno del Gruppo caffè bar Ascom c’era una commissione che decideva i prezzi da applicare ed entro un mese i locali si adeguavano ai valori indicati. Poi il Governo ha vietato di stilare il listino prezzi sostenendo che in quel modo si faceva cartello. I gestori hanno cominciato a farsi concorrenza abbassando il prezzo. È una strategia senza futuro: non è sostenibile nel tempo e rovina il mercato e l’immagine della categoria».

Ci sta dicendo che molti baristi non fanno bene i conti?

«Le faccio un esempio classico: una macchina del caffè di buon livello a tre gruppi costa circa 7mila euro. Per ripagare le macchine in comodato d’uso, di abitudine i torrefattori caricano il caffè di 8/10 euro al chilo. Considerato che una macchina del caffè ha una vita di circa cinque anni, se si fanno i conti, si capisce facilmente che la si paga almeno tre volte e che è più economico comprarla, eppure molti scelgono di non farlo. Se si hanno problemi di liquidità, basta rivolgersi ai canali che favoriscono la concessione del credito come Fogalco. Si può prendere un appuntamento agli uffici di Bergamo e insieme si determina il tasso di interesse. Per stare sul mercato non basta fare un buon caffè o un buon cappuccino, bisogna avere una gestione attenta».

bar-generico -aperitivoC’è un modo per calcolare i pezzi giusti?

«è indispensabile avere nozioni di contabilità. L’assistenza del commercialista non è sufficiente. All’Accademia del Gusto di Osio Sotto si possono frequentare corsi di alto livello che danno una preparazione manageriale e insegnano a gestire in modo corretto l’attività. Io ho una mia formula personale. Faccio la somma di tutte le spese generali del locale, senza gli acquisti. Poi faccio la somma delle spese degli acquisti. Quindi divido la spesa acquisti per le spese generali e ottengo un coefficiente. Dalla fattura verifico il costo di acquisto della bottiglia. Moltiplico questo costo per il coefficiente e ottengo il mio costo reale della bottiglia. Se risulta ad esempio 29 euro, significa che se la vendo a 30 euro, guadagno 1 euro».

Quanto conta la formazione?

«Continua ad essere la maggiore arma per restare sul mercato. Non ci si può improvvisare in questo mestiere. È importante che chi si affaccia al settore sappia esattamente cosa deve affrontare in ogni aspetto gestionale, dai rapporti con i fornitori alla selezione dei prodotti, dal servizio all’amministrazione contabile. Allo stesso tempo farlo da vent’anni non è un buon motivo per non aggiornarsi. C’è sempre spazio per migliorare e crescere»

Qual è l’errore più frequente tra i baristi?

«Molti sono convinti che basta aprire un bar per guadagnare. Nell’arco di un paio d’anni chiudono. Bisogna fidelizzare la clientela e per farlo non basta offrire la coca cola, occorre dare un prodotto proprio, che può essere un tipo di panino, di farcitura, oppure un cocktail, un gelato. Proporre qualcosa di speciale che porti il cliente a venire nel nostro bar».

Il suo locale non solo ha saputo resistere alla crisi ma negli ultimi anni è addirittura cresciuto. Quali doti bisogna avere per fare questo mestiere?

«Non può mancare la capacità lavorativa. Io ho 71 anni e sono al bar 13-14 ore tutti i giorni. Nella categoria vedo che manca la costanza. Molti partono entusiasti e poi quando si presentano le difficoltà non lottano, mollano».

I contratti di affitto di azienda in questo senso non aiutano…

«Purtroppo negli ultimi anni si è diffuso questo tipo di contratto: ha il vantaggio che quando si entra non si paga ma quando si esce non si prende niente. Chi sceglie questo tipo di soluzione di solito appena non quadra qualcosa rinuncia. Se invece si investe nella licenza d’azienda prima di mollare si lotta. In genere, poi, il proprietario dei muri e degli arredi difficilmente investe nell’attività quindi nel tempo il locale invecchia. Oggi invece è estremamente importante rinnovare gli ambienti, in questo modo si fidelizza la clientela».

Che consiglio darebbe ai baristi che si trovano in difficoltà?

«Di tenere duro. Se non lavoro devo chiedermi perché, andare dai colleghi che lavorano, vedere cosa fanno e riproporlo. La professionalità paga sempre».

espresso-caffèIl costo del caffè è giusto? C’è spazio per rivedere le politiche di prezzo nei bar?

«Gli autogrill sanno fare bene i conti. Già da anni hanno abbattuto la barriera dell’euro. Il caffè è sempre stato equiparato al giornale. Oggi il quotidiano costa 1,30 e il caffè ancora un euro: abbiamo perso il 30% degli utili».

Crede che i clienti capirebbero l’aumento?

«Io vendo il caffè a 1,10 euro da tempo e quando sono passato al nuovo prezzo non ho avuto un calo dei consumi, anzi le vendite sono addirittura leggermente aumentate. Forse i clienti hanno notato la differenza tra un caffè e l’altro».

Quindi aumento sì, ma solo se il caffè è molto buono?

«Alcuni gestori vanno negli ipermercati ad acquistare caffè da 7/8 euro al chilo. È una follia. Bisogna puntare alla qualità, al di là della congiuntura economica. C’è ancora gente disposta a spendere per averla. Si pensa che ridurre il prezzo ti porti più clienti ma non è assolutamente vero. Conosco un barista che ha proposto la colazione a 1,30 euro quando tutti sanno che il prezzo è di 2,30/2,40 euro. La sua fortuna è stata che l’offerta non ha funzionato! Bisogna capire che più si applicano prezzi stracciati e più si perde, così come bisogna comprendere che i soldi che ogni sera si trovano nel cassetto vanno accantonati per spese e tasse».

Cosa pensa dell’arrivo di Starbucks?

«Non credo che porterà alcun tipo di problemi. L’Italia è legata al caffè espresso. C’è spazio per tutti. L’importante è fare un buon caffè».

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I 10 consigli di Ascom per chi vuole aprire un bar

Per chi vuole avviare un bar ci sono alcune regole che si rivelano preziose per non sbagliare. Per Ascom Bergamo Confcommercio sono dieci. Eccole.

1. AVERE UN’IDEA PRECISA

Chiedersi che tipo di bar si vuole aprire. Avere, cioè, un progetto ben chiaro in testa.

2. CAPIRE SE È SOSTENIBILE

Creare un business plan facendo una precisa valutazione dei costi necessari per avviare e gestire l’attività (affitto, acqua, luce, gas, dipendenti, acquisto delle merci, imposte Tasi e Tari) e dei volumi di fatturato che si dovranno realizzare per ricavare uno stipendio. Attenzione: se il locale non è pronto, o bisogna pagare l’attività al proprietario, l’investimento iniziale può aumentare in modo considerevole.

3. SCEGLIERE LA LOCATION GIUSTA

Valutare bene il proprio business e analizzare con attenzione la zona dove si vuole aprire. Fondamentale che ci sia passaggio e nelle vicinanze ci siano negozi o uffici (meglio entrambi) e comunque luoghi di interesse. Se si sceglie un luogo super trafficato, la possibilità di fare incassi è più alta, ma anche le spese da sostenere lo saranno; se si opta per aprire in un piccolo paese i ricavi potenziali si riducono, ma si riducono anche la concorrenza e i costi fissi.

4. DIFFERENZIARSI DALLA CONCORRENZA

Aprire un bar originale, diverso dalle altre attività esistenti e in grado di rivolgersi a una clientela specifica. Bisogna conoscere l’offerta dei concorrenti e il loro giro d’affari, quindi chiedersi cosa si possa offrire in più ai clienti. Attenzione: sono da considerare concorrenti anche supermercati, panetterie e pizzerie al taglio, take away.

5. TARGET E OFFERTA SU MISURA

Impostare l’attività pensando a una specifica categoria di clienti e offrire una soluzione mirata ai loro bisogni.

6. CURARE LA COLAZIONE

Proporre caffè e brioche di qualità. I costi sono più alti, ma chi ha ottime colazioni di solito lavora e il passaparola vola.

7. OCCHIO A VETRINA E INSEGNA

Il cliente che passa deve capire all’istante che lì c’è un bar e che tipo di bar è.

8. FARE DELL’ACCOGLIENZA UN’ARTE

Selezionare con attenzione i collaboratori, anche in base al modo in cui interagiscono con i clienti. Il cliente non vuole solo il caffè, si aspetta di lasciare fuori i problemi e di avere cinque minuti di relax. Se si rende piacevole questa pausa, il cliente con molte probabilità tornerà. È l’Abc della fidelizzazione.

9. AVERE UNA GESTIONE ATTENTA

Fare massima attenzione alle spese e accantonare parte del cassetto per pagare i costi dell’attività e le tasse. Controllare il numero di scontrini emessi, i flussi di cassa, quali prodotti si vendono di più, su quali c’è più margine e in quale momento della giornata ci sono più clienti così da gestire il personale in modo flessibile e mirato.

10. FARSI CONOSCERE ATTRAVERSO I SOCIAL NETWORK

Scegliere il social più usato (Facebook) o quello che, sulla carta, risulta il più utilizzato dal target di clientela a cui ci si rivolge. Attenzione: la pagina va tenuta aggiornata e questo richiede tempo. Regola fondamentale: alle eventuali critiche virtuali si risponde sempre e in modo educato.

Per un espresso perfetto c’è la regola delle 5 M

È dimostrato, offrire una buona colazione, e in primis un ottimo il caffè, è il passepartout per conquistare una clientela fidelizzata. Ma quali segreti stanno dietro a un grande espresso? Giorgio Beltrami lo spiega in ogni dettaglio nei corsi per baristi proposti dall’Accademia del Gusto con la “regola delle 5 M”: miscela, macinatura, macchina del caffè, manutenzione, mano.

La partenza è utilizzare una miscela di qualità. Il secondo passaggio importante è fare una macinatura corretta che rispetti e segua il clima: in una giornata di pioggia, ad esempio, deve essere più sottile. Anche la scelta della macchina conta, ma ancora di più conta la sua manutenzione: ogni sera bisogna investire una ventina di minuti nella pulizia. È imprescindibile poi l’uso del depuratore per scacciare il nemico principale di un buon caffè: il calcare. La macchina non va mai spenta: si accende quando si compra e si spegne a fine carriera. La mano del barman, infine, conta moltissimo, almeno quanto la sua passione e sensibilità.