Natale, “consumatori molto cauti negli acquisti”

regali-natale.jpgSi prospetta un Natale con un po’ meno regali e con una spesa procapite inferiore rispetto allo scorso anno. Secondo la consueta analisi dell’Ufficio studi di Confcommercio emerge che ogni famiglia spenderà 1.331 euro da tredicesima, il 3,1% in più rispetto allo scorso anno, non per i regali ma per casa, per viaggi e per rimettere in sesto il bilancio familiare. Per i regali in senso stretto è prevista una spesa pro capite di 164 euro (166,1 nel 2015). «C’è molta cautela nel fare acquisti – afferma Paolo Malvestiti, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo -. Con l’effetto della tredicesima le nostre famiglie avranno un po’ più di reddito disponibile, ma lo useranno non tanto per i regali in senso stretto, la cui spesa dovrebbe essere in linea con quella dello scorso anno, quanto piuttosto per le spese per la casa, per gli alimentari e per le vacanze. Il clima di fiducia è in discesa e questo porta le famiglie a risparmiare. Ci sono alcuni settori che vanno meglio di altri, ma in genere la gente è attenta e, per esempio, nel settore dell’abbigliamento sia i negozianti che i consumatori attendono i saldi. Nel solo mese di dicembre abbigliamento calzature hanno avuto una perdita del 12% rispetto allo scorso anno, mentre volano gli acquisti on line, soprattutto da parte dei giovani. I nostri negozi sono diventati per loro solo una vetrina espositiva, dove si vede il prodotto, si prova, si scelgono i colori, ma non si compra».

Da un’analisi di Ascom Confcommercio Bergamo risulta che alcuni settori soffrono più di altri; tra questi il comprato dell’abbigliamento e delle calzature che spera in una ripresa nei giorni antecedenti il Natale e con i saldi invernali. Natale sottotono anche per i negozi di elettrodomestici, non tanto per il calo delle vendite, quanto per la diminuzione del budget che non va oltre i 100 euro. Poco vivaci i consumi nei negozi dei fioristi, dove l’articolo più richiesto è il centrotavola con un budget dai 15 ai 20 euro. Per il settore alimentare è presto fare previsioni, in quanto la corsa ai regali e agli acquisti avviene solitamente pochi giorni prima del Natale. La settimana prossima sarà decisiva, specialmente per comporre i classici cesti. Segnali positivi giungono dalle librerie e cartolerie, che stanno lavorando bene, soprattutto le insegne che organizzano eventi. Tra gli articoli più venduti: i libri e le agende, in particolare in pelle e tascabili. Il budget va dai 25 ai 40 euro, con punte di 100 per le agende fiscali e articoli di maggior pregio. Buono è anche il riscontro nel settore della ristorazione, dove arrivano prenotazioni per il pranzo di Natale e l’effetto aeroporto si fa sentire. Per Natale alcuni ristoranti sono già al completo e grazie agli stranieri crescono le presenze per la Vigilia. Non tramonta neppure la voglia di acquistare e regalare gioielli e orologi, con un attenzione al prezzo. Gli acquisti risultano ponderati e consapevoli, con una crescente attenzione a dettagli e qualità.




Gioiellieri / Riva: «Torna la voglia di acquistare preziosi»

Nel 2016 la percentuale dei consumatori che regalerà gioielli e bijoux a Natale risulta leggermente superiore rispetto al 2015, come evidenzia la recente indagine condotta da Federpreziosi- Confcommercio in vista del Natale.

Alessandro Riva
Alessandro Riva

A mettere sotto l’albero regali preziosi è il 10,8% contro il 7,8% del 2015. Una tendenza positiva, dopo anni di grande difficoltà, confermata anche a livello provinciale da Alessandro Riva, presidente del Gruppo Commercianti di Preziosi dell’Ascom di Bergamo. «Il 2016 ha registrato maggior interesse e vivacità rispetto allo scorso anno, anche se la ripresa sembra ancora lontana – afferma -. È stato comunque un anno difficile e purtroppo la crisi non ha risparmiato insegne storiche, con chiusure eccellenti sia in città che in provincia. La voglia di acquistare e regalare preziosi non tramonta nonostante la crisi, anche se si sta sempre, e comprensibilmente, più attenti a come spendere i propri soldi».

Il gioiello continua ad essere il regalo per antonomasia da scartare sotto l’albero. «Negli ultimi anni abbiamo sofferto molto la concorrenza dei gioielli “firmati” e di moda, ma sono sempre più i clienti che non cedono alle tendenze del momento e preferiscono la qualità artigianale agli status symbol e ad oggetti omologati – continua Riva -. Gli acquisti sono più ponderati e consapevoli, con una crescente attenzione a dettagli e qualità. Tornano ad essere ricercati gioielli antichi e particolari, che fanno stupire sempre».

Quanto agli articoli più venduti, secondo l’indagine Confcommercio, bracciali, orecchini e ciondoli hanno la meglio; non tramonta però il classico collier e c’è chi sceglie di regalare un anello di fidanzamento per rendere indimenticabili le feste. I diamanti continuano ad essere un bene rifugio durante la crisi: «E c’è anche chi li acquista per investimento e decide comunque di montarli per la moglie, tenendosi nel cassetto la certificazione della pietra preziosa – precisa Riva -. Senza dubbio per la categoria le certificazioni di diamanti rappresentano una nicchia se non in crescita comunque stabile e consolidata, perché è alla professionalità dei nostri gioiellieri che si affidano risparmi come investimento».

Office Concept, Gold bar and coinsCome gli altri comparti del commercio, anche i gioiellieri soffrono la concorrenza del web: «Il rapporto con la clientela è diverso da prima. Internet ha allargato la platea di clienti ed ormai è la prima vetrina per chi sceglie di fare acquisti, oltre che il punto di riferimento per i prezzi – rileva il gioielliere -. Da una parte abbiamo una clientela più informata su prodotti e più attenta, di contro si cerca sempre di spuntare qualche sconto, nonostante i prezzi imposti».

A livello nazionale, come mostra l’indagine Confcommercio-Federpreziosi, la gioielleria tradizionale è il luogo privilegiato per gli acquisti per il 74,6% degli intervistati, cui segue la gioielleria in un centro commerciale, il 53,7% (la somma delle percentuali è diversa da 100 perché nel questionario erano ammesse risposte multiple). Cresce il mercato on-line: ha dichiarato di acquistare su siti di e-commerce il 30,7% degli intervistati, sui negozi online di un marchio noto il 23,3% del campione, mentre il 17,9% fa acquisti con un click, ma solo dal sito web di una gioielleria tradizionale.




Rilancio del commercio, quattro progetti bergamaschi in lizza per i contributi regionali

affittasi-negozio rit ritPassano al “secondo turno” i progetti bergamaschi contro la desertificazione commerciale attraverso il recupero dei negozi sfitti presentati in Regione nell’ambito del bando “Sto@ 2020”. La misura interessa i Duc, ovvero i Distretti urbani del commercio, che nella nostra provincia sono quattro – Bergamo, Treviglio, Seriate e Romano di Lombardia – e sono tutti ancora in corsa per i finanziamenti. I progetti preliminari sono stati infatti giudicati meritevoli di accedere alla seconda fase della procedura, quella negoziale e di presentazione del progetto definitivo, che si concluderà entro il 14 febbraio prossimo e porterà all’approvazione dei progetti e all’assegnazione dei contributi.

Il bando “Sto@” (per esteso Successful Shops in Towncenters Through Traders, Owners & Arts Alliance, ovvero negozi di successo nei centri urbani grazie all’alleanza tra commercianti, proprietari e arti) ha l’obiettivo di sostenere e rilanciare le attività del commercio in aree urbane recuperando gli spazi sfitti.

Per questa iniziativa il Pirellone ha stanziato più di 3,2 milioni di euro, destinati a favorire l’introduzione di nuovi e più moderni servizi che rendano più vive e attraenti le vie commerciali delle città lombarde, progetti coordinati sui negozi sfitti e sull’arredo urbano. Come in altri bandi, la Regione fa leva sulla corresponsabilità dei Comuni, incentivando la creazione di nuove forme di aggregazione organizzate. Per ogni Comune è ammesso un progetto complessivo di dimensione minima di 40.000 euro e non superiore ai 100.000. I progetti dovranno avere una durata minima di 12 mesi e massima di 24. Il contributo è destinato a sostenere, tramite il Comune capofila, micro e pmi del commercio, del turismo, dell’artigianato e dei servizi.

Tutti i progetti ammessi alle seconda fase del Bando

CREMONA
  • Cremona, Crema
MONZA
  • Monza, Lissone
PAVIA
  • Vigevano
BRESCIA
  • Brescia, Chiari
MILANO
  • Parabiago, Pioltello, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo
MANTOVA
  • Vigevano
BERGAMO
  • Bergamo, Treviglio, Seriate, Romano di Lombardia
LECCO
  • Lecco
VARESE
  • Varese, Tradate, Saronno, Busto Arsizio

 




Alimenti confezionati, diventa obbligatoria l’etichetta nutrizionale

Dal 13 dicembre sarà più facile tenere sotto controllo l’apporto calorico e nutrizionale di ciò che mangiamo. Diventa infatti obbligatoria per gli alimenti preimballati l’etichetta con le informazioni nutrizionali, ultima tappa dell’applicazione del Regolamento Ue n.1169/2011, che aveva già introdotto nel 2014 l’indicazione di origine per le carni suine, caprine e per il pollame; la segnalazione degli allergeni; la grandezza minima dei caratteri; più chiarezza sugli oli e i grassi vegetali e reso più stringenti le indicazioni su alcuni ingredienti e metodi di lavorazione (ad esempio le diciture “decongelato” o “carne ricomposta” oppure l’aggiunta di acqua).

Da ora in poi sulle confezioni dovranno essere ben visibili e chiaramente leggibili, in tabella o in forma orizzontale a seconda dello spazio a disposizione, nell’ordine:

  • l’apporto calorico
  • il contenuto di grassi (con il dettaglio “di cui acidi grassi saturi”)
  • carboidrati (con la sottocategoria “di cui zuccheri”)
  • proteine
  • sale

il tutto riferito ai valori medi per 100 grammi di prodotto.esempio-etichetta-nutrizionaleÈ possibile integrare con le indicazioni, facoltative, relative a: acidi grassi monoinsaturi, acidi grassi polinsaturi, polioli, amido, fibre, sali minerali e vitamine. Non è possibile inserire altre voci.

Questo tipo di etichettatura non è una novità, era infatti già normato e utilizzato facoltativamente dai produttori interessati a rendere più chiaro il contenuto nutrizionale delle proprie proposte. Ora diventa invece obbligatoria per tutti gli alimenti confezionati, con l’esclusione di:

  • prodotti non trasformati che comprendono un solo ingrediente (ad esempio farina, latte, miele) o una sola categoria ingredienti (es. miscuglio di legumi)
  • prodotti trasformati sottoposti unicamente a maturazione
  • acque per consumo umano, comprese quelle addizionate di anidride carbonica e/o aromi
  • piante aromatiche, spezie, loro miscele
  • sale e succedanei
  • edulcoranti da tavola
  • caffè, infusi di erbe e frutta, tè, ecc
  • aceti di fermentazione, anche aromatizzati
  • aromi, additivi alimentari, coadiuvanti tecnologici, enzimi alimentari
  • gelatina
  • composti di gelificazione per confetture
  • lieviti
  • gomme da masticare
  • alimenti confezionati con imballaggi in cui la superficie maggiore è  inferiore a 25 cm2
  • alimenti confezionati artigianalmente forniti in piccole quantità direttamente dal fabbricante al consumatore o a strutture locali di vendita

Per le bevande con tenore alcolico maggiore all’1,2% la dichiarazione nutrizionale può limitarsi al solo valore energetico.

«La novità riguarda il mondo della produzione e, in particolare, gli alimenti confezionati – evidenzia Andrea Comotti, responsabile dell’area Gestionale dell’Ascom di Bergamo -. I commercianti devono comunque accertarsi che ciò che pongono in vendita risponda ai requisiti di legge e, a questo proposito, si ricorda che i prodotti immessi sul mercato o etichettati prima del 13 dicembre 2016 senza dichiarazione nutrizionale possono essere commercializzati fino all’esaurimento delle scorte».

«Non sono tenuti all’etichettatura nutrizionale – precisa – i prodotti venduti sfusi, come pane, pasticceria e gelati». E nemmeno, riprendendo testualmente il regolamento, gli “alimenti, anche confezionati in maniera artigianale, forniti direttamente dal fabbricante di piccole quantità di prodotti al consumatore finale o a strutture locali di vendita al dettaglio che forniscono direttamente al consumatore finale”. «Questa espressione piuttosto articolata – spiega Comotti – è chiarita punto per punto in una circolare del novembre scorso dei ministeri dello Sviluppo Economico e della Salute. In sintesi non sono tenute all’etichettatura nutrizionale le microaziende (ossia con meno di 10 dipendenti e un fatturato o bilancio annuo inferiore ai 2 milioni di euro) della produzione e della distribuzione che vendono, o somministrano, al consumatore finale nel territorio della provincia di appartenenza e delle province limitrofe».

Con il nuovo obbligo le etichette si arricchiscono di informazioni, andando incontro alle esigenze dei cittadini. Secondo un’indagine del Censis, il 56,4% dei consumatori, infatti, afferma di leggere le etichette con molta attenzione, mentre il 71,4% si dice sensibile al tema. Ma non solo: secondo un’indagine del ministero delle Politiche agricole il 96,5 % degli italiani vorrebbe anche conoscere l’origine dei prodotti. Su questo versante, il via libera dall’Europa è già arrivato per il latte e i suoi derivati – burro yogurt formaggi e latticini – che dal primo gennaio 2017 riporteranno in etichetta la provenienza delle materie prime impiegate, mentre si aspetta il risultato della richiesta già inoltrata per grano e semola.

Per maggiori informazioni in tema di etichettatura di prodotti alimentari le aziende possono rivolgersi all’area Gestionale dell’Ascom (tel. 035 4120181-129)




L’ “Abbraccio di Natale” accende il cuore di Bergamo. E c’è in palio una cena da “Vittorio”

Abbraccio di NataleBergamo, città degli abbracci. Il Distretto Urbano del Commercio ha lanciato l’ “Abbraccio di Natale”, il progetto che illumina la città fino all’8 gennaio e diventa occasione di attrazione per bergamaschi e turisti. Luci a led e cuori rossi luminosi scaldano le vie e le piazze di città alta e città bassa. Mentre via XX Settembre e Piazza Vecchia diventano il luogo degli abbracci. Luoghi da sogno, in cui giovani coppie, famiglie, gruppi di amici “accendono” la magia del Natale. Sotto un “tetto di stelle”, camminando su un tappeto rosso si sale su un podio e, stringendosi in un abbraccio, all’improvviso le luci si animano, un grandissimo cuore rosso luminoso si accende e una musica si diffonde. Di schianto si entra in un’atmosfera unica, carica di emozioni, che può essere immortalata da uno scatto fotografico che va a creare “l’Album del Natale di Bergamo”. Ma c’è di più, scaricando l’applicazione VisitBergamo Contest è possibile partecipare al grande concorso natalizio “Abbraccio di Natale” e vincere una cena stellata al ristorante Da Vittorio. L’Abbraccio di Natale scalda anche il cuore della solidarietà: partecipando al concorso l’organizzazione devolve 1€ al fondo comunale #amatricianasolidale. Le due installazioni sono aperte tutti i giorni dalle ore 17 e vedono la presenza di una trentina di volontari che assistono chi vuole diventare protagonista dell’evento. L’atmosfera natalizia e l’effetto luminoso del cuore rosso durano tanto a lungo quanto numerosi sono gli abbracci che lo accenderanno. Grandi cuori rossi popolano anche alcune delle piazze principali della città: Quadriportico del Sentierone, Piazza S.Anna, Borgo Santa Caterina, Propilei di Porta Nuova e Piazza Carrara davanti all’Accademia Carrara. Agli oltre 300 negozianti che hanno aderito al progetto è stata consegnata una vetrofania, e i loro clienti ricevono un priority pass per accedere ad una delle due installazioni. Il progetto “Abbraccio di Natale” è promosso da Duc Bergamo ed ha il patrocinio del Comune di Bergamo, di VisitBergamo, della Camera di Commercio di Bergamo, di Ascom Confcommercio Bergamo e di Confesercenti Bergamo; la direzione artistica è di Enzo Catellani. Il progetto è  coordinato da Beppe Acquaroli e Alessandro Riva, la strategia di comunicazione è curata dall’agenzia di comunicazione integrata NT Next Evolving Communication.




Pubblici esercizi / Un 2016 in ripresa. «Ma non mancano le difficoltà»

Si sta per chiudere un 2016 a due facce per il settore bar e caffetterie: i migliori locali registrano una crescita a due cifre, altri lamentano una crisi difficile da superare, tanto da rendere inevitabile la chiusura con la fine dell’anno.

Beltrami
Giorgio Beltrami

Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo Bar e Caffetterie dell’Ascom di Bergamo traccia un primo bilancio dell’anno che ci stiamo per lasciare alle spalle: «Direi che il 2016 è stato un anno positivo, migliore del precedente, che senz’altro è stato più duro. È cresciuta la clientela nel corso della giornata e a dare maggiori soddisfazioni è la pausa pranzo. Non mancano però locali in grandi difficoltà. Per molti esercenti investire è difficile se non impossibile dato che la maggior parte è in affitto e questo tarpa le ali ad ogni tentativo di rilancio».

Di contro locali all’ultima moda, dall’arredo perfetto funzionano solo per qualche stagione: «La crisi sta evidenziando la fugacità di mode e tendenze – evidenzia Beltrami -. I bar più trendy hanno successo e vita breve, a meno che sappiano reinventarsi e cambiare pelle ogni tre-quattro anni al massimo. Il bar tradizionale italiano che si trasforma ad ogni ora del giorno – dalle colazioni all’aperitivo, dal lunch al tè o al gelato al pomeriggio e ancora per l’aperitivo serale e il dopo-cena- continua a dare buone soddisfazioni. Il tempo dell’aperi-cena ormai è superato».

La formazione rappresenta la migliore arma delle imprese per restare sul mercato: «La crisi più grave è quella delle idee e della professionalità: solo con un aggiornamento costante si può continuare a competere. Fare un mestiere da vent’anni non è un buon motivo per non frequentare un corso di aggiornamento che allarga sempre e comunque il proprio orizzonte culturale. Per avere un bar di successo non basta saper fare un cocktail – ammonisce il presidente -. La gestione economica è l’abc di ogni attività imprenditoriale eppure molti non sanno fare i conti giusti. Accade così che ci sia chi applica prezzi stracciati e fuori dal mercato e non si accorge che più colazioni serve e più perde, così come chi non accantona per spese e tasse il denaro che ogni sera si trova nel cassetto».




Unione San Lucio, lunedì 12 la cena degli auguri

pacchi_san_luci.jpgIl tradizionale appuntamento per lo scambio degli auguri di Natale della Pia Unione San Lucio è in programma lunedì 12 dicembre alle 20.30 al ristorante Piccolo Mare di via Angelo Mai a Bergamo. Si tratta di uno dei momenti fissi del calendario della storica associazione che riunisce i dettaglianti alimentari della Bergamasca e che fa capo all’Ascom.

Nato nel 1938 tra i lattai di Città alta e dedicato al patrono della categoria, San Lucio martire, oggi il sodalizio ha tra i propri obiettivi la promozione di momenti di cultura, spiritualità e beneficenza. La cena di Natale è l’occasione per incontrarsi e rinnovare lo spirito di condivisione e amicizia che caratterizza il gruppo.

Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare Pierantonio Chiari (035 242982) o Dino Balduzzi (tel. 035 217522).




Sarnico, nuova piazza mercato nell’ex Stoppani. Intanto i banchi restano sul lungolago

A pochi giorni dall’annuncio via Facebook arriva la conferma. Il mercato di Sarnico traslocherà dal lungolago in un’area dedicata in zona ex Stoppani, a pochi passi dal centro. Se ne è parlato martedì nel corso di una riunione tra gli amministratori e le associazioni degli ambulanti. I tempi non saranno immediati. Per realizzare la piazza che ospiterà le bancarelle del giovedì ci vorrà circa un paio di anni.

Nel frattempo il mercato resterà dov’è. Per i prossimi mesi sono previsti lavori sul lungolago ma interesseranno solo qualche banco e l’Amministrazione ha mostrato la volontà di trovare soluzioni per limitare i disagi.

La decisione del trasloco e l’area individuata hanno trovato il consenso delle associazioni ambulanti «C’è massima collaborazione – dice Mauro Dolci, presidente della Fiva Ascom -. Avevamo qualche dubbio rispetto agli spazi ma l’Amministrazione ha sciolto le nostre riserve. Il progetto di riqualificazione dell’area è importante e, una volta terminati i lavori, tutti i banchi verranno ospitati nella nuova piazza».




Alberghi / A Natale Bergamo continua ad attirare turisti dal Nord Europa

Per le feste di Natale e Capodanno Bergamo ospiterà anche quest’anno turisti dal Nord Europa, i primi ad organizzare le vacanze sotto l’albero.

Nell’era delle prenotazioni last-minute è ancora presto per fare previsioni per il turismo nelle festività, ma non per indicare qualche tendenza di massima. Giovanni Zambonelli, presidente del Gruppo Albergatori Ascom, fa il punto sulle prime prenotazioni di dicembre: «Non sarà un Natale come quello di qualche anno fa – evidenzia -. L’embargo della Russia ha inevitabili ripercussioni su una clientela nuova come quella sovietica con un’elevata capacità di spesa e che optava per lunghi soggiorni durante le feste del Natale ortodosso, fino alla nostra Epifania. Fino ad ora il grosso delle prenotazioni arriva dal Nord Europa, dal Regno Unito alla Svezia, dalla Danimarca alla Norvegia. Si tratta per la maggior parte di famiglie che si fermano due-tre notti e che, oltre a visitare la città, si spostano per lo più a Milano. Al momento le prenotazioni sono in linea con quelle dello scorso anno».

Qualche turista italiano inizia ad apprezzare la nostra città: «Il turismo interno può crescere enormemente – prosegue Zambonelli -. Bergamo non è ancora percepita dagli italiani come destinazione turistica, nonostante chi la visiti ne resti piacevolmente stupito. C’è molto da lavorare in questa direzione».

L’ultimo scampolo del 2016 rappresenta l’occasione di fare un bilancio dell’anno: «Bergamo si sta sempre più affermando come destinazione turistica sia per quanto riguarda la città che l’hinterland. A tinte decisamente più fosche il turismo business, con la progressiva deindustrializzazione provinciale, con inevitabili ripercussioni sulle presenze».

Giovanni Zambonelli
Giovanni Zambonelli

Quanto alla categoria, il problema sempre più sentito è l’abusivismo, che non conosce crisi: «Ha volumi di affari mostruosi e a poco e nulla servono le nostre segnalazioni. Siamo nelle mani delle istituzioni». E non contribuisce ad una buona immagine turistica della città il declino del centro cittadino: «Il centro si sta spegnendo – rileva il presidente degli albergatori -: attendiamo il piano di rilancio annunciato dall’amministrazione, anche perché la sicurezza percepita è sempre più bassa. La nuova politica viabilistica è nata per disincentivare le auto senza però dotare la città di valide alternative ai mezzi privati. L’estensione del pagamento dei parcheggi la domenica per fare cassetto non contribuisce certo a rendere più vitale la città».

 




«Fuori norma e insicuro», il mercato di Sarnico verso il trasloco

sarnico-piazzaSe ne parla da anni, ma l’idea di spostare il mercato del giovedì a Sarnico sembra ora un progetto concreto. L’Amministrazione, tramite il suo primo cittadino Giorgio Bertazzoli, ha annunciato via Facebook di stare «lavorando per spostare definitivamente il mercato. Così non ci saranno più problemi e libereremo le nostre piazze». «Il mercato è fuori norma ed è insicuro. Non riescono ad entrare mezzi di soccorso né i vigili del fuoco», ha spiegato Bertazzoli.

L’idea è di trasferire il mercato dal lungolago all’area ex Stoppani, su una piazza servita da parcheggi, ben ordinata e con le adeguate norme di sicurezza. Ma i tempi non saranno immediati. «Stiamo cercando di far abbattere i capannoni della Stoppani e far dare una ripulita e sistemata. Ed è in corso la bonifica – informa il primo cittadino -. Dove è ora, il mercato è fuori norma e potenzialmente pericoloso, non ci sono vie di fuga, non si possono sistemare le piazze».

Il trasloco sembrerebbe raccogliere il consenso degli ambulanti che, scrive Bertazzoli, «sul lungolago non vogliono stare per il freddo e per lo scarso passaggio di persone», inoltre darebbe risposta alle annose lamentele dei residenti e dei commercianti per i disagi subiti dal mercato sulla piazza principale del paese.

In attesa del trasloco, l’Amministrazione sta valutando soluzioni temporanee per andare incontro alle diverse esigenze di utilizzo delle piazze e al contempo salvaguardare al meglio gli interessi dei commercianti. Martedì 6 dicembre, alle 17.30 è stato fissato un incontro con le associazioni ambulanti per valutare il progetto.

Siamo disponibili a valutare le proposte – dice il presidente di Fiva Ascom Bergamo Mauro Dolci -. Abbiamo qualche dubbio sul fatto che l’area individuata sia sufficiente e adeguata a ospitare il mercato, dal confronto con l’Amministrazione avremo comunque più informazioni».

Il mercato del giovedì di Sarnico è un appuntamento storico. Nato nel 1566 su decisione del Senato Veneziano nell’area di Fosio, da 440 anni si svolge sulla piazza e sul lungolago di Sarnico.