Igiene alimentare e sicurezza sul lavoro, in Ascom i corsi obbligatori

Sono ripartiti in Ascom Confcommercio Bergamo i corsi per adempiere agli obblighi di formazione in materia di igiene degli alimenti e sicurezza sul lavoro.

I corsi in tema di igiene degli alimenti sono rivolti agli operatori del settore alimentare. I corsi di prima formazione, della durata di 3 ore (dalle 14.30 alle 17.30), si svolgono nella sede di Bergamo in via Borgo Palazzo 137 (qui il calendario); i corsi di aggiornamento, della durata di 2 ore (dalle 14.30 alle 16.30), sono proposti nella sede di Bergamo e nelle sedi periferiche di Osio Sotto, Sarnico, Trescore Balneario, Zogno (in queste date).

sicurezza - antincendio - ufficioIn materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, sono in calendario i corsi obbligatori per tutti i settori di attività sia privati che pubblici, per tutte le tipologie di rischio e per tutti i lavoratori, con o senza retribuzione, subordinati e autonomi, compresi i soci lavoratori di cooperativa o di società, anche di fatto, che prestano la loro attività per conto della società e dell’ente stesso; associati in partecipazione; lavoratori a progetto; collaboratori coordinati e continuativi; lavoratori a domicilio; lavoratori a distanza – telelavoro -, tirocinanti, buoni lavoro – o voucher-, e via di seguito.

A disposizione i corsi e relativi aggiornamenti per “Responsabile del servizio prevenzione e protezione (Rspp) e aggiornamento” rivolto ai datori di lavoro, e “Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls)”. In materia di antincendio e primo soccorso, sono programmati i corsi: addetto antincendio basso rischio, addetto antincendio medio rischio, addetto al primo soccorso, aggiornamento addetto al primo soccorso.

In risposta agli obblighi previsti dall’Accordo Stato Regioni, siglato il 21 dicembre 2011, che impongono la formazione generica e specifica dei lavoratori (esclusi preposti e dirigenti), Ascom organizza inoltre corsi di Formazione Generale (della durata di 4 ore, con acquisizione di credito formativo permanente) e di Formazione Specifica rivolti ai lavoratori: 4 ore di lezione se si svolge una mansione a basso rischio e 8 ore se si svolge una mansione a medio rischio.

Si ricorda che l’Accordo Stato Regioni 21 dicembre 2011 disciplina anche i corsi di formazione per lo svolgimento diretto da parte del datore di lavoro dei compiti di prevenzione e protezione dai rischi (Rspp). L’Accordo prevede l’obbligo di aggiornamento della formazione per coloro che hanno frequentato i corsi conformi al D.M. 16/01/1997. Il termine di aggiornamento è fissato per l’11 gennaio 2017.

La durata del corso di aggiornamento per le attività classificate a basso rischio è di 6 ore da ripetersi con cadenza quinquennale. I corsi di formazione per i datori di lavoro per attività classificate a basso rischio si svolgeranno: lunedì 24 ottobre dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 16 (incontro unico); martedì 8 e mercoledì 9 novembre dalle ore 9 alle ore 12 (due incontri); lunedì 28 novembre dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 16 (incontro unico).

Infine, Ascom organizza il corso per addetti all’utilizzo dei carrelli elevatori semoventi (mulettisti), per tutti i lavoratori, compreso il datore di lavoro, che conducono tali mezzi. Il corso prevede 12 ore di formazione, suddivise tra 8 ore di teoria e 4 di pratica.

I corsi si tengono per lo più alla nuova sede di Bergamo, in via Borgo Palazzo 137.

Il calendario completo di tutti i corsi è disponibile sul sito www.ascomqsa.it.

Per tutti i corsi, ad esclusione di quelli di formazione generale e specifica e mulettisti, è previsto un contributo fino a esaurimento dei fondi rivolto alle aziende iscritte all’Ente Bilaterale del Commercio e Turismo. Per usufruire dei sussidi, la partecipazione al corso non deve essere soggetta ad altre forme di finanziamento.

Per maggiori informazioni e iscrizioni contattare la segreteria organizzativa dell’area Gestionale (tel. 035 4120181/ 035 4120129, gestionale@ascombg.it).




Giornata mondiale dell’Alimentazione, un pane in omaggio nei panifici bergamaschi

Un pane in omaggio per tutti i clienti nel giorno che ricorda la necessità di un’alimentazione sana, sicura e sufficiente in ogni parte del mondo.

È l’iniziativa dell’Aspan di Bergamo per la Giornata mondiale dell’Alimentazione indetta dalla Fao nonché undicesima Giornata mondiale del Pane, che si celebrano domenica 16 ottobre.

«Il diritto al cibo dovrebbe essere soddisfatto in ogni parte del mondo», è questa la riflessione che i panificatori bergamaschi vogliono rivolgere al pubblico, attraverso un’azione simbolica. Durante la giornata del 16 ottobre (per i panifici chiusi la domenica sarà sabato 15 ottobre), i clienti che entreranno nei panifici aderenti all’iniziativa riceveranno un pane in omaggio, un piccolo gesto che vuole rappresentare la speranza di un grande cambiamento. A chi riceverà ilo dono, si chiede di apportare una semplice firma nel “Pancerchiosolidale” che sarà appeso in negozio, dimostrando così il proprio appoggio alle Giornata e ai valori legati al “cibo per tutti”, che intende promuovere.

L’appuntamento è un’ulteriore trappa di “Stagioni di pane”, il percorso promosso dall’Aspan in collaborazione con l’Ascom di Bergamo, che con un evento al mese vuole coniugare coltura, cultura e alimentazione e rafforzare il legame tra i fornai e il pubblico




Distretto Urbano del Commercio, i negozianti eleggono i “re” e le “regine” dello shopping

centro-bergamoIl Centro, Città Alta, Borgo Palazzo e Borgo Santa Caterina sono le quattro aree cittadine che compongono il Distretto Urbano del Commercio (DUC Bergamo), organizzazione dove il commercio assume un ruolo centrale quale elemento di sviluppo locale, integrazione dell’offerta e coesione sociale. Il primo progetto è già in calendario: l’elezione del “Bergamo Shopping Master”. Dal 5 al 12 novembre i clienti dei negozi del Distretto aderenti all’iniziativa potranno essere eletti “re o regina dello shopping bergamasco”.  Come? Grazie al rilascio di un coupon, rilasciato dopo l’acquisto, che i clienti dovranno inserire in apposite urne nei negozi per l’estrazione finale. Ancora da definire il numero di clienti da premiare. Il fortunato “Bergamo Shopping Master” sarà il protagonista di una giornata da sogno in cui potrà vivere, in compagnia di un team di esperti, una serie di esperienze esclusive dedicate solo a lui. “Siamo felici della grande partecipazione al progetto: ad oggi hanno aderito circa  200 esercizi commerciali ma si tratta di un numero provvisorio e in continuo aumento. Bergamo Shopping Master è un’idea nata dai commercianti per i commercianti, per questo abbiamo deciso di prorogare di una settimana il termine per l’iscrizione all’iniziativa” spiegano i responsabili del progetto. Negozi e bar della città possono, fino al 22 ottobre, aderire al Bergamo Shopping Master scrivendo una mail a info@ducbergamo.com o chiamando il numero 035/218862.




Collocamento obbligatorio, i disabili al 60% entrano nella quota di riserva

disabile-lavoroI disabili non assunti tramite le liste di collocamento speciali possono essere computati nella riserva se la loro disabilità è pari o superiore al 60%, non quindi solo se maggiore a tale percentuale. Vanno computati nella quota di riserva i lavoratori, già disabili prima della costituzione del rapporto di lavoro ed anche se non assunti tramite il collocamento obbligatorio, purché abbiano una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 60% (prima la percentuale doveva essere superiore al 60%) o minorazioni ascritte dalla 1^ alla 6^ categoria di cui alle tabelle annesse al T.U. delle norme in materia di pensioni di guerra, approvato con DPR n. 915/78, o con disabilità intellettiva e psichica, con riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%, accertata dagli organi competenti.

Le sanzioni

Viene aumentata la sanzione che le aziende devono pagare (per ogni giorno e per ogni lavoratore). Chi non assume soggetti appartenenti alle categorie protette, entro 60 giorni dalla data in cui insorge l’obbligo, è soggetto a una sanzione pari ad una somma 5 volte maggiore la misura del contributo esonerativo di cui all’articolo 5, comma 3-bis, L. n. 68/99, al giorno, per ciascun lavoratore disabile che risulta non occupato nella medesima giornata. È applicabile la procedura di diffida ai sensi dell’art. 13, D.Lgs. n. 124/04, e la diffida dovrà prevedere, in relazione alla quota d’obbligo non coperta, la presentazione agli uffici competenti della richiesta di assunzione o la stipula del contratto di lavoro con il disabile avviato dagli Uffici.

 

 




Sicurezza in negozio, prorogata la scadenza del bando regionale

telecamere-nei-negozi1-500x332Negozianti e artigiani lombardi hanno tempo fino alle ore 16 del 15 dicembre per partecipare al bando “Impresa Sicura”, che eroga contributi per la sicurezza dei punti vendita. Anche a seguito della richiesta di Confcommercio Lombardia, l’assessorato allo Sviluppo Economico della Regione ha prorogato il termine per la presentazione delle domande, originariamente fissato al 13 ottobre, per consentire la più ampia partecipazione delle imprese interessate.

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto, fino a 5.000 euro, a copertura del 50% delle spese sostenute per l’acquisto di sistemi di video allarme, casseforti, sistemi antitaccheggio, vetrine antisfondamento, sistemi di pagamento elettronici (Pos e carte di credito) e di rilevazione delle banconote false, dispositivi aggiuntivi di illuminazione notturna esterna.

Il bando è indirizzato alle piccole e medie imprese del commercio al dettaglio di abbigliamento e calzature, tabaccherie, farmacie, orologerie, gioiellerie, distributori di benzina, bar, ristoranti, negozi di telefonia, e, nel settore artigianale, agli orafi e alla confezione di abbigliamento e pelletteria.

La richiesta di contributo va prenotata online sul portale http://webtelemaco.infocamere.it. Per informazioni sul bando e le modalità di accesso è possibile contattare lo Sportello del Credito di Fogalco, Cooperativa di Garanzia di Ascom Confcommercio Bergamo, al numero 035 4120210.

>> IL BANDO 




L’allarme di Federalberghi: «Sempre più sommerso nel turismo». Attacco frontale ad Airbnb (in crescita a Bergamo)

“Il sommerso nel turismo prosegue indisturbato la propria corsa ed è giunto a livelli talmente di guardia da generare una minor sicurezza sociale ed il dilagare indiscriminato dell’evasione fiscale e del lavoro in nero”. È quanto ha denunciato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, commentando i risultati di un monitoraggio che la Federazione ha realizzato con l’ausilio della società Incipit Consulting e che è stato presentato a Rimini Fiera in apertura di TTG/SIA GUEST/SUN, il più importante marketplace del turismo italiano e di riferimento per l’Europa. “Abbiamo censito le strutture parallele che vendono camere in rete sui principali portali – aggiunge Bocca – e mettiamo questo elenco a disposizione delle amministrazioni nazionali e territoriali, nonché delle autorità investigative competenti, che desiderano fare luce sul fenomeno”. L’esempio eclatante è costituito dal portale Airbnb che, in una giornata di agosto 2016, poneva in vendita in Italia 222.786 strutture (erano 234 nel 2009), con una crescita esponenziale alla quale non fa seguito una significativa variazione del numero di attività ufficialmente autorizzate (le strutture extralberghiere censite dall’Istat erano 104.918 nel 2009, oggi sono a quota 121.984 per una differenza di oltre 100mila unità). Tra le città italiane maggiormente interessate dal fenomeno troviamo Roma con 23.889 alloggi, Milano con 13.200, Firenze con 6.715, Venezia con 5.166 e Napoli con 3.040.

airbnb2016A Bergamo, nell’agosto scorso, risultavano censiti 448 alloggi su Airbnb: erano 6 nel 2010, 163 nel 2013 e 395 nel 2015. Una crescita esponenziale, quindi, in pochi anni. Degli alloggi censiti ad agosto, il 55% è rappresentato da abitazioni intere, il 44,4% da stanze private e lo 0,4% stanze condivise. L’81% degli alloggi è disponibile per più di sei mesi mentre il 64,7% delle inserzioni è pubblicato ha host che mettono in vendita più di un alloggio.

“Dall’analisi delle inserzioni presenti ad agosto 2016 sul portale Airbnb -enfatizza il presidente degli albergatori italiani – emergono quattro grandi bugie che smascherano definitivamente la favoletta della condivisione”.

* Non è vero che si tratta di forme integrative del reddito.

Sono attività economiche a tutti gli effetti. Oltre la metà (57,7%) degli annunci sono pubblicati da persone che amministrano più alloggi, con i casi limite di insegne di comodo quali Bettina che gestisce 366 alloggi, Daniel (293) e Simona (260).

* Non è vero che si tratta di attività occasionali

La maggior parte (il 79,3%) degli annunci si riferisce ad alloggi disponibili per oltre sei mesi l’anno.

* Non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare.

La maggior parte degli annunci (70,2%) si riferisce all’affitto di interi appartamenti in cui non abita nessuno.

* Non è vero che le nuove formule tendono a svilupparsi dove c’è carenza di offerta.

Gli alloggi sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali.

“Il consumatore è dunque ingannato due volte – sottolinea Bocca – in quanto viene tradita la promessa di vivere un’esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività e del mercato”. Si pone inoltre con tutta evidenza un problema di evasione fiscale e di concorrenza sleale, che danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza. Non è un problema solo italiano, ma l’Italia pur essendo un grande Paese turistico esita a prendersene cura. Gli altri Paesi invece si danno da fare: Amsterdam, Barcellona, Berlino, New York, Parigi e tanti altri si sono già mossi adeguando le proprie regole.

federalberghi-airbnb“Il Piano strategico del turismo – conclude Bocca – afferma a chiare lettere la necessità di definire un quadro normativo e regolamentare che contrasti efficacemente il fenomeno dell’abusivismo. Confidiamo che si passi presto dalle parole ai fatti e che un primo segnale venga già nei prossimi giorni in Parlamento con l’esame delle proposte di legge sulla sharing economy e sugli home restaurant”.

 

 




Confcommercio apre alle nuove professioni del terziario

di Oscar Fusini*

professioni1La presentazione della ricerca “Riavviare la crescita: il ruolo delle professioni nel terziario di mercato” – realizzato dall’Ufficio Studi Confcommercio e presentato nel corso del convegno “Competitività e crescita: il ruolo delle professioni del terziario”, organizzato a Roma da Confcommercio Professioni (il coordinamento delle Associazioni professionali del sistema confederale)  – è stata l’occasione per analizzare una serie di proposte a sostegno delle categorie. Ovvero:

– Definizione dell’autonoma organizzazione al fine di assicurare, con certezza, l’ esclusione dall’Irap dei professionisti

– Esclusione del sistema degli Studi di settore come strumenti di accertamento

– Riduzione dell’aliquota contributiva da equiparare a quella delle altre casse (24%).

– Normazione degli aspetti della contribuzione che riguardano la gratuità della ricongiunzione e gli anni minimi di versamento.

– Aumento della trasparenza nel bilancio Inps con la messa in risalto delle posizioni dei professionisti, offerta della garanzia sui rendimenti e montanti

– Agevolazione dell’accesso al credito dei professionisti anche attraverso il sistema dei Confidi

Il manifesto

Con l’annuncio dell’estensione della sua rappresentanza, Confcommercio ha realizzato un manifesto nel quale afferma che i professionisti sono e saranno protagonisti nella crescita del paese. Il manifesto in dieci punti qualifica i valori che sono alla base dell’attività di Confcommercio Professioni. Il tutto nella consapevolezza che è importante un cambiamento culturale nel contesto socio economico che punti sulla competitività dei professionisti nell’economia dei servizi. Nel grande cambiamento che caratterizza il nostro sistema, evolvono i bisogni dei consumatori, che chiedono e chiederanno sempre di più servizi professionali, sofisticati, integrati, personalizzati e soprattutto accessibili e a prezzi più contenuti. Servizi – costantemente influenzati dalla diffusione delle nuove tecnologie e dei nuovi domini di conoscenze – che cambieranno ulteriormente la natura stessa della prestazione, alle prese con un contesto competitivo dove nuove forme di concorrenza, spesso sleale e travestita da sharing ecnomy, sono in forte ascesa. Per questo il professionista che vive di competenze e abilità, sarà attore della nascente società post industriale della conoscenza, ricoprendo un ruolo centrale nella tenuta e nello sviluppo occupazionale. Occorre, tuttavia, rafforzare le capacità operative – basandosi su una reputazione misurabile e tracciabile – e, soprattutto, agevolare un cambio della mentalità d’approccio con cui vengono considerati i professionisti e i lavoratori autonomi così da creare regole del gioco e politiche di incentivazione a misura di professionista.

I numeri dei professionisti in Italia

L’ufficio studi di Confcommercio ha elaborato una ricerca che evidenzia come l’arretratezza del nostro paese – che all’inizio degli anni ‘60 era ancora un Paese a prevalenza agricola – abbia rallentato il processo di crescita dei posti di lavoro, aumentati in 50 anni (dal 1960 al 2015) solo del 17% (64.582 posti di lavoro) contro crescite di oltre il 30 per cento in tutti i principali Paesi europei ed addirittura del 120% negli Stati Uniti. In questo lasso di tempo, l’occupazione si è terziarizzata portando i lavoratori del comparto dal 33 al 73 % degli occupati totali. L’Italia ha un grande primato (terzo posto assoluto) nel numero degli occupati indipendenti( oltre 6,2 milioni), ma nonostante questo, tra costoro solo poco meno di 1,2 milioni sono professionisti, rispetto ai quasi 2,5 milioni della Germania ed oltre 2 milioni del Regno Unito. Paghiamo quindi un ritardo culturale che penalizza sotto diversi aspetti i professionisti che nonostante tutto, dal 2008 al 2014, sono cresciuti per numero (+ 2% gli ordinistici e + 48,8% i non ordinistici) rispetto alle altre categorie.

Il futuro del Paese

Spiegare oggi la crescita numerica dei professionisti in Italia parlando solo di sbocco occupazionale sarebbe riduttivo. E’ vero che la mancanza di posti di lavoro spinge molte persone, soprattutto i giovani, ad aprire una partita Iva, ma non può essere solo questo. Altrimenti non si capirebbe come siano nate professionalità così nuove, come personal trainer, coach, formatori, esperti di marketing, consulenti informatici e altri ruoli emergenti legati alle nuove tecnologie. Anche l’assimilazione, sempre e comunque della partita Iva, al precariato vale ma non per tutti. E nel nome di una difesa a priori, sono stati trascurati passaggi che avrebbero potuto aiutare la crescita professionale di molte persone. Le partite Iva non sono solo persone senza occupazione o precarie. In primo luogo perché alla facilità di apertura si contrappone una difficoltà enorme nel rispondere ai bisogni di conoscenze e competenze dei committenti. In altri termini, non basta aprire la partita Iva per lavorare, soprattutto in periodi come questi, ma occorrono risposte di qualità, competenze e risultati per le imprese o le persone clienti. In realtà, il bisogno di lavorare in autonomia – secondo schemi nuovi e diversi da quelli del rigido rapporto di lavoro subordinato – è ambito soprattutto dai giovani. Per molti, poi, il desiderio di trovare occasione di perfezionamento e crescita professionale prevale alla necessità del posto fisso. Certo, il sistema non aiuta. Perché il ritardo nell’ambito del credito verso i professionisti, della tutela previdenziale e della creazione di un sistema di norme di tutela impediscono nel nostro Paese un reale crescita quantitativa ma anche qualitativa dei professionisti. Con la tecnologia che corre, le imprese diventano sempre più “piatte”, più orizzontali e stanno sostituendo figure una volta solo interne (dirigenti e quadri) con professionisti esterni in grado di rispondere al meglio alle esigenze del momento. Allora questo Paese deve veramente fare un salto di qualità che è soprattutto culturale, evitando spinte generaliste come, per esempio, quelle contenute nel decreto Fornero che assimilava ogni rapporto di collaborazione a un rapporto di lavoro subordinato, mentre lo stesso Governo fissava per centinaia di migliaia di persone, con reddito molto basso, aliquote contributive molto più alte degli altri. Il tutto con l’obiettivo di fare cassa anziché tutelare e senza garantire trasparenza nelle posizioni contributive, aspetto invece assolutamente necessario in un Paese civile. In un mercato sempre più complesso, e in un sistema che vede un tessuto produttivo popolato soprattutto da micro e piccole imprese, bisogna allora essere coraggiosi nel ribaltare le presunzioni. Il professionista, quello vero, deve poter svolgere la propria professione. Serve la consapevolezza che i professionisti, quelli che imposteranno la loro attività sulla tecnologia e sulla competenza, saranno i veri protagonisti della crescita dell’Italia come imprenditori delle conoscenze e saranno in grado di aiutare a traghettare il nostro sistema economico verso lo sviluppo. Per questi professionisti servono innanzitutto una casa madre che li tuteli nei passaggi fondamentali della previdenza, dell’assistenza sanitaria e normativa di riferimento, li assista sul  fronte del credito e nell’accesso ai fondi strutturali e via a seguire. Confcommercio ha iniziato un percorso di approfondimento e di proposta sui temi principali che riguardano i professionisti attraverso un coordinamento nascente che potrebbe diventare Federazione e raggruppare moltissime delle sigle di rappresentanza già presenti e iscritti nell’elenco del ministero. Inoltre è allo studio il sistema della certificazione delle competenze per promuovere la crescita attraverso standard prefissati, corsi di formazione, attestazioni e crediti formativi. Questo anche per accrescere il valore della competenza e tutelare le professioni da concorrenze sleali. Per ora lo sforzo è solo nazionale e la partenza del progetto confederale. Eppure la novità delle professioni dovrebbe tradursi in una nuova integrazione tra centro e territori, che agevoleranno nuove collaborazioni tra associazioni di mestiere le strutture territoriali che vorranno aderirvi.

*direttore di Ascom Confcommercio Bergamo




Amministratori condominiali, l’Anaci: “Tempo scaduto, chi non è in regola non può esercitare”

Condominio-Settore-immobiliare-Appartamenti-ImcSono poco più di 250 i professionisti amministratori di condomini e gestori di proprietà immobiliari che hanno provveduto, presso Anaci, all’aggiornamento professionale previsto dalla legge (il D.M. 140/2014), secondo cui, entro il 10 ottobre di quest’anno, ogni amministratore deve aver partecipato a 15 ore di formazione e sostenuto l’esame finale di conferma idoneità per poter mantenere i propri incarichi e assumerne di nuovi. L’aggiornamento formativo in Bergamasca interessa oltre 2mila amministratori di condominio. Il tempo è scaduto, quindi, e per Anaci Bergamo i conti non tornano tanto che, l’associazione di riferimento per gli amministratori di condominio lancia l’allarme: la mancata frequentazione dei corsi di formazione iniziale e periodica porta infatti con sé l’impossibilità di assumere incarichi. «Tutti gli amministratori che non sono ancora in regola devono provvedere al più presto – spiega Agostino Manzoni, presidente di ANACI Bergamo –. In quest’ottica la nostra associazione sta valutando la possibilità di organizzare un ultimo corso di aggiornamento per tutti coloro, non associati compresi, che non hanno ancora ottenuto l’attestato come previsto dalla normativa».




Torna “Studi Aperti”, gli architetti aprono le porte al pubblico

studi-aperti_ph-stefano-tacchinardiIl 14 e 15 ottobre prossimi torna a Bergamo, su iniziativa dell’Ordine degli Architetti PPeC della Provincia di Bergamo, la seconda edizione di Studi Aperti, un evento diffuso in città e provincia nell’ambito del quale gli studi di architettura apriranno le loro porte al pubblico e che nel 2015 ha riscosso un grande successo registrando più di 3mila visitatori. Mutuato dall’esperienza francese, Studi Aperti è un’opportunità preziosa per far conoscere il mondo dell’architettura al grande pubblico e ai non addetti ai lavori. Un’occasione per entrare nei luoghi in cui si pensano, si progettano e si discutono gli spazi della nostra vita quotidiana. Per due giorni consecutivi cittadini, passanti, viaggiatori e semplici curiosi potranno accedere a 44 studi che presenteranno il proprio lavoro organizzando anche eventi, mostre o allestimenti per permettere ai visitatori di intrattenersi e conoscere i diversi settori in cui operano con le rispettive specializzazioni. Da botteghe a postazioni in contatto con il mondo, Studi Aperti è un affascinante viaggio negli atelier di Bergamo e provincia. L’obiettivo della manifestazione è far conoscere il valore dell’architetto come figura di impegno civile e culturale all’interno della comunità e di avvicinare un pubblico più vasto all’Architettura, mostrando quanto essa sia parte della nostra attualità e riconoscendo il ruolo del progetto attraverso il lavoro dei suoi protagonisti. Nello stesso tempo Studi Aperti si propone di stimolare gli architetti a promuovere e comunicare il proprio impegno e la propria attività.

Molte le novità dell’edizione 2016 che prevede un ricco calendario di appuntamenti, a partire dalle date scelte, ovvero il 14 e il 15 ottobre che coincideranno con la Dodicesima Giornata del Contemporaneo, la grande manifestazione organizzata ogni anno per promuovere l’arte contemporanea al grande pubblico e che quest’anno si svolgerà il 15 ottobre. Il programma di Studi Aperti farà parte del palinsesto della manifestazione quale evento che celebra “l’Architettura come espressione della Contemporaneità”. Gli orari di apertura saranno prolungati per l’intera giornata, dalle 10 alle 22, consentendo così a un maggior numero di visitatori di poter accedere agli studi; ogni studio aderente all’iniziativa potrà comunque scegliere la fascia oraria di preferenza, personalizzando la propria modalità di adesione. Tutti i programmi degli studi partecipanti sono consultabili alla pagina: www.architettibergamo.it/studi-aperti_for-all/

Tra le novità anche l’apertura straordinaria della sede dell’Ordine degli Architetti che sabato 15 ottobre, a partire dalle 17, ospiterà un evento collettivo denominato “Fuori” Studi Aperti dove gli architetti under 35 esporranno i propri lavori al pubblico. In serata, alle 18.30, nella  sede dell’Ordine e in contemporanea negli studi che aderiscono alla manifestazione, sarà proiettato il film “Xmas Meier” di Ila Bêka e Louise Lemoine, terzo film della serie “Living Architectures Marathon”, che gli autori Ila Bêka e Louise Lemoine hanno dedicato ad alcune celebri opere del nostro tempo.

Ecco gli studi partecipanti e le sedi degli eventi

*BERGAMO

3D STUDIOLAB Via A. Diaz 14 · 6AB ARCHITECTS&CO Via Borgo Santa Caterina 85 · AM10 ALESSANDRA MORRI ARCHITETTO Via Angelo May 18/a · ARCHISTREET Sede OAB | Passaggio Canonici Lateranensi 1 · ARCHITETTURA MASTROLEO Sede OAB | Passaggio Canonici Lateranensi 1 · ATRIO CASA Via F. Coghetti 6 · RALF BECKER ARCHITETTO Via C. Grismondi 11 · MARIO BELTRAME ARCHITETTO Via F. Coghetti 196 · ANGELA BETELLI ARCHITETTO Via SS. Nazario e Celso 6 · MANUELA BIFFI ARCHITETTO Via Broseta 8/Via San Lazzaro 1/O · MARIO BONICELLI ARCHITETTO AND PARTNERS Via Madonna della Neve 43/45 · ANDREA COLLEONI – COLLEONI PREVITALI ARCHITETTI Via Campi Spini 41 · ESPRIT ARCHITETTURA A.A. Via Moroni 310 · MARIA TERESA FRANCESCHIN ARCHITETTO Via Alcaini 12 · GRITTIARCHITETTI Via S. Antonino 11 · SILVIA GUARNIERI DESIGN Sede OAB | Passaggio Canonici Lateranensi 1 · ELENA MASSI ARCHITETTO Via Alcaini 12 · PAOLO MAZZARIOL ARCHITETTO Via F. Coghetti 196 · MIND IN ITALY Via T. Tasso 89 · CATERINA PILAR PALUMBO ARCHITETTO Sede OAB | Passaggio Canonici Lateranensi 1 · PIPARC PAOLA INNOCENTI PAESAGGISTA ARCHITETTO Via Fara · ANDREA ANGELO PREVITALI – COLLEONI PREVITALI ARCHITETTI Via Campi Spini 41 · R+TB ARCHITETTI ASSOCIATI Passaggio Canonici Lateranensi 4 · FILIPPO RUDELLI ARCHITETTO Sede OAB | Passaggio Canonici Lateranensi 1 · STUDIO CDCR – CHIARA RAFFAINI ARCHITETTO Sede OAB | Passaggio Canonici Lateranensi 1 · STUDIO DATEI NANI Via Alcaini 12 · STUDIO DI PROGETTAZIONE DANIELA E ETTORE FARINA Via D. Piccinini 2 · STUDIOGONELLA Via Bianzanella 12 · STUDIO HABILIS Via G. Quarenghi 13 · STEFANO TACCHINARDI ARCHITETTO Sede OAB | Passaggio Canonici Lateranensi 1 _

ALBINO

ANNA MOLOGNI ARCHITETTO Via Mons. Carrara 11

 

ALZANO LOMBARDO

ARCHITECNO SRL Via G. Acerbis 10 · GIANPIETRO PERICO ARCHITETTURE Via Roma 23

 

 BRIGNANO GERA D’ADDA

ARCHILAND – LANZENI DOLORES CAROLINA ARCHITETTO via Provinciale per Verdello 1

 

BOLTIERE

GIUSEPPINA VALDANI ARCHITETTO Piazza G. Marconi 5

 

CALOLZIOCORTE

STUDIO ARCHITETTO PIERGIORGIO DE FLUMERI Viale G. Marconi 1

 

CURNO

FB ARREDA DEBORA CAROLA ISENI ARCHITETTO Via R. Ruffini 7/9 · OKAMSTUDIO Via Trento 26

 

 MAPELLO

AR.TECH ARCHITETTINGEGNERI SRL Via Bravi 19

 

SOTTO IL MONTE GIOVANNI XXIII

CD2E – ARCHITETTI Via alla Guardina 1 · CN10ARCHITETTI Via case Nuove 10

 

TORRE BOLDONE

CELERI ASSOCIATI STUDIO DI ARCHITETTURA Via Rinada 7

 

TREVIGLIO

STUDIO ASSOCIATO SCARAVAGGI – ARCHITETTURA E URBANISTICA Viale C. Battisti, 8

 

VERDELLO

AAA LABORATORIUM – NUNZIO GIARRATANA ARCHITETTO Via Castello 7

 

 




Professioni, un settore anticiclico e in espansione

professioniIn Italia il settore delle professioni ha ampi margini di espansione. Alcuni dati significativi bastano a dimostrarlo: tra il 2008 e il 2014, ovvero gli anni della crisi nel corso dei quali l’occupazione complessiva è scesa di 800mila unità, il numero dei professionisti è salito di 130mila unità fino a quota un milione e 300mila circa, arrivando a rappresentare il 5,8% sul totale dell’occupazione, e l’85% di questa crescita è dipesa dai cosiddetti non ordinistici (circa 340mila persone,+49% in più rispetto al 2008). Il reddito complessivo prodotto da questi ultimi, sempre negli anni della recessione, è salito di quasi il 16%, passando dai 4,9 miliardi del 2008 ai 5,6 miliardi del 2014 a fronte di un reddito da lavoro e impresa che nel periodo ha accusato una flessione di oltre sei punti percentuali. Resta, comunque, che in termini aggregati il reddito individuale dei professionisti non ordinistici è stato pari a poco più di 16.600 euro nel 2014, circa un terzo di quello dei professionisti ordinistici e oltre quattro volte inferiore a quello medio di impresa. E’ quanto emerge dalla ricerca “Riavviare la crescita: il ruolo delle professioni nel terziario di mercato”, realizzato dall’Ufficio Studi Confcommercio e presentato nel corso del convegno “Competitività e crescita: il ruolo delle professioni del terziario”, organizzato a Roma da Confcommercio Professioni, il coordinamento delle Associazioni professionali del sistema confederale. Oltre il 99% dei professionisti non ordinistici, si legge ancora nello studio, lavora nei servizi: tra questi la maggioranza assoluta (il 53%, 180mila persone) è attivo nel comparto delle Attività professionali, scientifiche e tecniche, seguito da Sanità e assistenza sociale (15,3%, con la maggior variazione assoluta rispetto al 2008) e da Servizi di informazione e comunicazione (7,7%). In termini relativi, invece, il maggior incremento, +78% circa, è quella di sanità e assistenza sociale, la seconda comunque in ordine di numerosità (quasi 52mila professionisti), corrispondente ad una quota di oltre il 15% del totale. Sotto il profilo dei redditi individuali, invece, il primato spetta alle Attività immobiliari, con quasi 21mila euro pro capite nel 2014.