Negozi sostenibili, al via le iscrizioni al marchio camerale

losono-sost.jpgA settembre suona la campanella delle lezioni anche per i negozi e le attività artigiane del settore alimentare che vogliono migliorare e valorizzare la propria anima “green”.

È in partenza infatti la quarta edizione del progetto “Sono Sostenibile”, promosso da Bergamo Sviluppo, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Bergamo e realizzato in collaborazione con il sistema associativo locale. L’iniziativa si rivolge ai negozi di vicinato (con superficie di vendita fino a 150 mq nei Comuni fino a 10.000 abitanti e con superficie di vendita fino a 250 mq nei Comuni con oltre 10.000 abitanti), ai pubblici esercizi e alle attività artigianali del settore alimentare con vendita al pubblico di Bergamo e provincia. Vuole fornire, attraverso un percorso formativo in tre incontri, suggerimenti e spunti per migliorare la sostenibilità ambientale della propria attività.

Le imprese interessate possono aderire compilando la scheda di adesione scaricabile a questo link, entro venerdì 16 settembre.

Al termine del progetto, le aziende che saranno giudicate sostenibili in base alle misure realizzate nella propria attività otterranno il marchio di qualità camerale “Sono Sostenibile”, con validità per il 2017. Alle insegne sarà garantita visibilità attraverso vari canali, tra i quali il sito internet della Camera di Commercio, che avrà una sezione dedicata alle imprese green e alle azioni messe in atto da ciascuna (www.bg.camcom.gov.it/sonosostenibile/it). Sarà inoltre distribuito materiale promozionale (brochure, vetrofania ed espositore) utile a diffondere anche verso la clientela buone prassi e comportamenti “sostenibili”.

 




Fusini: «Senza negozi non c’è vita. Ecco perché dobbiamo sostenere il rilancio dell’economia colpita dal sisma»

di Oscar Fusini*

Bergamo sta rispondendo in modo straordinario alle richieste di aiuto che giungono dalle zone colpite dal terremoto. Alle numerose sottoscrizioni nazionali, promosse da giornali e televisioni, a cui stanno contribuendo fattivamente i bergamaschi, si stanno affiancando iniziative di solidarietà e di raccolta fondi anche a livello locale. Sosterranno il lavoro della Protezione civile, di Caritas e di tutte le organizzazioni che continueranno a prodigarsi per dare assistenza alle popolazioni colpite dal sisma o saranno finalizzati al recupero dei molti immobili distrutti.

C’è bisogno di tutti e ce ne sarà sempre di più, quando dalla prima emergenza si passerà alla ricostruzione. Non serviranno solo soldi, ma anche e soprattutto competenza per quella che dovrà essere una ricostruzione che si annuncia già discussa e complicata. Ciascuno dovrà contribuire nella fase di progettazione per evitare che piccole comunità già così marginali possano scomparire. Dramma nel dramma di quanto sta avvenendo in centro Italia è, tra l’altro, la distruzione del tessuto economico e sociale delle zone colpite. La delegazione di Confcommercio, in visita due giorni fa nella provincia di Rieti, ha verificato l’azzeramento di oltre 120 attività del commercio, turismo e dei servizi nei centri di Amatrice e Accumoli. In comunità così piccole e rurali ciò significa l’eliminazione quasi totale del servizio alla cittadinanza, del presidio dei borghi, dei luoghi di socializzazione e – ancor più grave – la perdita dei posti di lavori dei tanti titolari, coadiuvanti e dipendenti di queste attività che molto spesso costituiscono la stragrande maggioranza delle persone attive.

Oscar_FusiniÈ troppo forte l’esperienza negativa del terremoto de L’Aquila e delle sue conseguenze. A distanza di oltre sette anni dal sisma, la maggior parte delle piccole attività annientate non sono più ripartite, mentre lo spopolamento delle aree più colpite è sotto gli occhi di tutti. Città, o parti di essa, sono divenute fantasma senza abitanti, negozi e luoghi di incontro. Ora è il momento del dolore e del silenzio nel pensiero di coloro che hanno perso la vita e nella vicinanza alle persone che soffrono. Poi la comunità colpita dovrà reagire e con l’aiuto di tutti dovrà necessariamente ripartire. Allora sarà fondamentale agire per il recupero delle abitazioni, dei luoghi di istruzione, di culto e degli edifici pubblici. Non di meno sarà necessario proporre misure straordinarie per la ripartenza delle attività del commercio. Senza botteghe e pubblici esercizi un borgo non è vivo. La gente ha bisogno di normalità, di piccoli gesti di vita concreta: il caffè, il giornale, la spesa, due parole con il negoziante, la pizza e il bar con gli amici.

Servono quindi negozi e imprese, da riattivare o da costituire ex novo, tutte realtà che necessitano di finanziamenti, consulenze e assistenza per poter riaffacciarsi sul mercato. In questa fase, Confcommercio Rieti, con l’aiuto della Confederazione, sta attivando un camper mobile di aiuto alle imprese. Seguirà nei prossimi giorni la quantificazione dei danni e il supporto alla gestione dell’emergenza. Infine, con le istituzioni locali, l’apertura di un ufficio fisso di assistenza alle attività commerciali. L’obiettivo è quello di ricostituire un piccolo “zoccolo duro” di attività che riattivino il tessuto economico e produttivo della zona. Anche per questo progetto servono finanziamenti. Abbiamo pertanto aderito con convinzione alla richiesta di Confcommercio e aperto la sottoscrizione ad un fondo dedicato della Fondazione Orlando. Abbiamo invitato i nostri associati a fare la loro devoluzione, secondo le loro possibilità. È il nostro modo di offrire un aiuto concreto alle comunità colpite.

*direttore di Ascom Confcommercio Bergamo

 




Terremoto, colpite 120 attività commerciali. Dall’Ascom una raccolta fondi per farle ripartire

Sono 120 le attività commerciali colpite dal terremoto. È la stima fatta da una delegazione di Confcommercio, guidata dal vice presidente Renato Borghi, dal direttore generale Francesco Rivolta e dal presidente di Confcommercio Rieti Leonardo Tosti, in un sopralluogo nelle zone colpite dal sisma.

confcommercio terremoto riunionePer sostenere le popolazioni e aiutare la ripresa sociale ed economica dei comuni messi in ginocchio dalla catastrofe, anche l’Ascom di Bergamo, insieme alle proprie federazioni di categoria, aderisce e promuove la raccolta fondi avviata da Confcommercio Imprese per l’Italia a favore delle popolazioni e delle imprese colpite dal terremoto.

La sottoscrizione è libera e volontaria. I versamenti dovranno essere effettuati attraverso bonifico bancario sul conto corrente: Fondazione Giuseppe Orlando IT 45 K 08327  03247 000000000159 presso Banca di Credito Cooperativo di Roma Ag. 132 – Piazza G. G. Belli, 2 – 00153 Roma. Le somme raccolte saranno utilizzate, in accordo con la stessa Confcommercio delle zone colpite, le istituzioni locali e la Protezione Civile, per dare assistenza immediata alla popolazione, anche in riferimento alle famiglie di imprenditori in particolare disagio per i danni subiti a seguito del terremoto.

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Il camper adibito ad ufficio mobile della Confcommercio, primo punto di riferimento per il sostegno alle imprese colpite dal terremoto in centro Italia

«È un dramma nel dramma – dice Paolo Malvestiti, presidente di Ascom Bergamo -. Il terremoto, oltre ad aver duramente colpito la comunità, ha causato danni devastanti alle imprese che lavoravano in quelle zone azzerando il tessuto economico e sociale. La sottoscrizione costituisce una opportunità condivisa per una fattiva e concreta opera di solidarietà comune. Invitiamo a contribuire con generosità tutti gli imprenditori del terziario e tutti i cittadini che lo vogliano».

 




Macellai alla Fiera di Sant’Alessandro, «per non dimenticare il valore delle botteghe»

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Poco tempo per cucinare, pasti sempre più spesso fuori casa e la tendenza – dettata da scelte più o meno consapevoli e allarmi salutistici esasperati – a ridurre il consumo di carne stanno facendo dimenticare una figura centrale della tradizione gastronomica italiana, quella del macellaio. Per ricordare il valore delle botteghe, offrie i consigli giusti per portare in tavola un buon piatto, ma anche far conoscere il dietro le quinte dall’approvvigionamento alla lavorazione, il Gruppo Macellai dell’Ascom ha scelto la Fiera di Sant’Alessandro.

Domenica 4 settembre, all’interno della storica rassegna dedicata all’allevamento, all’agricoltura e ai prodotti tipici organizzata dalla Promoberg al polo espositivo di via Lunga a Bergamo, una decina di macellerie bergamasche allestiranno un banco frigo con un’esposizione delle principali varietà di carni e preparazioni e a partire dalle 16 si metteranno al lavoro mostrando ai visitatori le operazioni di disossatura e sezionamento di manzo, vitello, maiale e carni bianche. Illustreranno le caratteristiche e gli utilizzi più adatti per ciascun taglio per poi passare il testimone allo chef Darwin Foglieni, del ristorante Ol Giopì e la Margì di Bergamo, che proporrà alcune ricette per valorizzarli al meglio, raccolte in un promemoria che verrà omaggiato al pubblico.

ettore coffetti«L’iniziativa vuole fare riscoprire il piacere di entrare in macelleria – evidenzia il presidente del Gruppo Macellai Ascom, Ettore Coffetti -, il piacere del taglio fresco, della qualità di prodotti selezionati, il contatto diretto con chi sta dietro al banco e sa consigliare e rispondere ad ogni domanda». Quella dei macellai Ascom vuole essere una sorta di operazione verità. «Intendiamo mostrare da dove arriva la carne e in cosa consiste il nostro lavoro – prosegue Coffetti -. Oggi, in tempi di supermercati e confezioni già pronte, lo si è forse dimenticato. Il macellaio sceglie direttamente l’animale e lavora le carni, non siamo rivenditori di fettine o scatolette, ma professionisti con precise competenze ed esperienze». Insomma entrare in una macelleria ha ancora un senso, «per acquistare prodotti di qualità, controllati e con indubbi valori nutrizionali, a cominciare dall’apporto di proteine, fondamentale per la crescita dei bambini».

«L’allarme dell’Oms sulla carne rossa – spiega il presidente – è rientrato ed i consumatori hanno imparato a valutare bene le notizie, il problema per il nostro settore oggi non è tanto questo. A farsi sentire è semmai il fatto che le giovani famiglie non hanno tempo per dedicarsi alla cucina ed hanno rinunciato a preparare tanti piatti che fanno parte della nostra tradizione. Grazie alle ricette dello chef in Fiera vorremmo far ritrovare la voglia di cimentarsi in qualche proposta, da quelle più classiche a quelle più veloci ed attuali».

E dell’avanzata del movimento vegano che dice? «Sono scelte rispettabilissime ed ognuno è libero di farle – riflette -. Troppo spesso invece vengono esposti giudizi provocatori nei confronti di chi non segue questa visione, della nostra categoria e dei nostri prodotti. Il rispetto dovrebbe essere reciproco».




Amatriciana solidale, raccolti 172mila euro in favore dei terremotati

AmatricianaOltre 18mila partecipanti hanno trasformato l’Amatriciana solidale in un grande evento che ha confermato ancora una volta la generosità dei bergamaschi di fronte a tragedie come quella del sisma che ha colpito il centro Italia. Grazie alla grande tavolata allestita sul Sentierone – promossa dal Comune di Bergamo in collaborazione con la sezione provinciale della Federazione Cuochi italiani e con Slow Food – ieri sera sono stati raccolti oltre 172mila euro (172.069,54 per l’esattezza) che saranno devoluti alle vittime del terremoto.

Molti i volontari, oltre 500, che hanno prestato la loro opera per far funzionare al meglio l’evento gastronomico, ma tante anche le aziende e le associazioni che hanno offerto gratuitamente prodotti e servizi per dar corpo all’iniziativa solidale, come per esempio l’Aspan, l’Associazione provinciale dei panificatori bergamaschi, che ha offerto 15mila panini e il Consorzio tutela del Valcalepio che ha messo a disposizione 1.000 bottiglie di vino.

I numeri

Infografica amatriciana solidale




Clusone, un festival dello street food per rilanciare il centro

fiva street food

Clusone celebra i piatti da strada. Da venerdì 9 a domenica 11 settembre in piazza Manzù, debutta “Fiva Street Food and Show Festival”, appuntamento dedicato alle specialità gastronomiche da passeggio.

fiva street foodDurante i tre giorni del festival, dalle 10 alle 24, sarà possibile fare il giro del mondo gastronomico in 22 stand allestiti con piastre, forni, friggitrici, bollitori e griglie. Cuochi e gastronomi provenienti da tutta Italia proporranno piatti preparati al momento e legati alle grandi tradizioni regionali: supplì, arrosticini abruzzesi, gnocchi fritti, tigelle, piada romagnola, lampredotto, hamburger di chianina, pesce fritto, agnolotti alla zucca, pecorino arrosto, spianata modenese, ma anche tante specialità dall’estero, Argentina, Messico e Spagna come tapas, paella, enchiladas, moules frites, picanha, fish and chips. Il tutto accompagnato da Chianti, Lambrusco e un’attenta selezione di birre artigianali.

Oltre al buon cibo di strada sono in programma anche spettacoli d’intrattenimento. Sabato 9 andrà in scena l’umorismo del comico di Zelig Marco Della Noce e domenica 10 sarà protagonista la musica live con Jovanotte che farà un tributo a Jovanotti.

La manifestazione è promossa da Fiva nazionale, Fiva Ascom Bergamo, Associazione Clusonecentro e dal distretto del commercio Alta Valle Seriana Clusone e ha il duplice obiettivo di vivacizzare la cittadina seriana e di far conoscere i negozi e le bellezze di Clusone al grande pubblico. «La manifestazione nasce nell’ambito delle politiche dei Distretti del commercio con l’obiettivo di far fermare la gente per divertirsi e fare acquisti – spiega Roberto Ghidotti, coordinatore dei Distretti del commercio per l’Ascom –. Il festival sarà in perfetto stile urbano anglosassone. Lo street food è una realtà gastronomica viva, che mostra l’orgoglio di conservare il piacere del contatto umano con i clienti e la voglia di mantenere le radici con il proprio territorio. Ogni espositore proporrà pochi prodotti, così da assicurare un’offerta varia ma nello stesso tempo coordinata di prodotti freschi, cucinati a vista e serviti». «È  una sfida – dice Ghidotti -. Abbiamo raccolto il desiderio dei commercianti della associazione ClusoneCentro di vivacizzare il centro storico e abbiamo puntato su un festival di qualità, che dà risposta alla passione dilagante per il cibo di strada e valorizza il mondo degli ambulanti che sono lì tutti i giorni a fare il loro lavoro con passione e impegno. Ci auguriamo che la manifestazione sia un’occasione per i visitatori di scoprire i negozi e le bellezze culturali della cittadina».




Fiera di Sant’Alessandro, l’agricoltura fra tradizione e futuro

 

Fiera di Sant'Alessandro - 2016 - conferenza stampa

La presentazione della Fiera di Sant’Alessandro. Da sinistra: Aldo Marcassoli, direttore Confagricoltura Bergamo; Paolo Malvestiti, presidente Bergamo Fiera Nuova Spa e presidente della Camera di Commercio di Bergamo; Luigi Trigona, segretario generale Ente Fiera Promoberg; Mara Azzi – direttore generale Ats; Alberto Brivio – presidente Coldiretti Bergamo

Un weekend con il mondo contadino, l’agricoltura e le tradizioni. Da venerdì 2 a domenica 4 settembre al polo fieristico di Bergamo torna la Fiera di Sant’Alessandro, l’appuntamento dedicato alla filiera agroalimentare organizzato da Bergamo Fiera Nuova e Promoberg. La manifestazione, che da oltre dodici secoli richiama in città tutte le realtà legate al sistema rurale, coniuga i valori intramontabili del lavoro della terra con il meglio della produzione e dei servizi più innovativi. Nei circa 50mila metri quadrati l’esposizione offre una vetrina completa del settore primario, dall’agricoltura alla zootecnia, dai grandi macchinari 2.0 alle nuove tecnologie della filiera agroalimentare, dalle rassegne zootecniche ai concorsi, passando per l’ampia area dedicata all’enogastronomia.

Tra le novità di quest’anno, il cambio degli orari di apertura, modificati per ottimizzare l’operatività degli espositori e la visita del pubblico: venerdì dalle 15 alle 23, sabato e domenica, dalle 9,30 alle 20. Con l’obiettivo di sostenere concretamente le imprese e il pubblico è stato inoltre confermato l’ingresso gratuito per la giornata inaugurale di venerdì. Davanti alle tragiche conseguenze del terremoto che ha colpito il Centro Italia, Fiera Bergamo e Promoberg hanno inoltre deciso di donare il 10% degli incassi (ingresso fiera e parcheggio) alle vittime del sisma, versando il ricavato alla Caritas Diocesana Bergamasca. Un primo gesto concreto cui faranno seguito ulteriori iniziative.

La kermesse è un consolidato punto di riferimento per tutti gli operatori del mondo rurale, ma anche un appuntamento appassionante per il grande pubblico che può comodamente incontrare in città il meglio dell’agroalimentare, in una sorta di grande fattoria con le eccellenze della produzione e dei servizi. Lo scorso anno sono state 50mila le persone arrivate in fiera da tutta la regione, per un evento che ha il merito di rinnovarsi ogni anno, grazie ad un programma che abbina alla ricca area espositiva un lungo elenco di iniziative collaterali, ad aziende di qualità e alla capacità di intercettare i nuovi trend del mercato. La Fiera punta molto anche sulle nuove generazioni, che vedono nelle tante strade della filiera agroalimentare interessanti sbocchi professionali.

«La crisi della finanza ha fatto capire a tutti quanto sia importante l’economia reale – evidenzia il segretario generale della Promoberg, Luigi Trigona -. E in questo contesto l’agricoltura si sta rivelando come uno dei possibili affari del futuro. Al pari dell’acqua o dell’energia non inquinante, in un mondo a risorse limitate la produzione di ortaggi, di frutta, di cereali, o l’allevamento di mucche e pecore, se condotti con inventiva e metodi moderni, si avviano a diventare un’attività strategica. Come dire, è questa la vera “green economy”. E dunque non è un caso se fra gli imprenditori si stiano mettendo in luce con le loro idee e il proprio impegno nell’innovazione i giovani e le donne. Fattorie didattiche, energy drink campagnoli e birra artigianale. Ma anche pasta alle microalghe e “agriturismi beauty” pensati per il benessere psico-fisico; il volto dell’agricoltura, anche quella bergamasca, sta cambiando e la nostra Fiera di Sant’Alessandro ne è la testimonianza. Gli agricoltori sono sempre più spesso dei “farm manager”, con una professionalità che ha trovato nel tempo nuove declinazioni per esprimersi».

I numeri

Fiera di Sant'Alessandro - genericaSono 205 le imprese “tradizionali” protagoniste alla FdSA2016. Ben 15 le regioni italiane rappresentate, tra le quali spicca la Lombardia, con 165 espositori, 134 dei quali targati Bergamo. Dopo la truppa orobica, quelle più numerose arrivano da Brescia (11 aziende), Milano (7) e Lecco (6). Quattro invece le imprese straniere. Dati sostanzialmente in linea con quelli dello scorso anno.

A queste si aggiunge il movimento legato al Concorso per cavalli purosangue arabo, giunto alla quarta edizione e in continua crescita. Quest’anno sono 84 gli allevatori presenti a Bergamo, non solo per gareggiare ma anche per presentare le proprie professionalità. Netta la prevalenza degli allevatori italiani (55), ma colpisce il dato dei restanti allevatori, provenienti da ben 16 nazionalità straniere (Australia e Usa comprese).

Sommando le due realtà, sono quindi 289 gli espositori totali presenti alla Fiera di Sant’Alessandro 2016.

Per quanto riguarda gli animali, saranno circa 350 i capi di bestiame per il commercio portati in fiera, tra i quali saranno incoronate le attese tre “regine di razza”. Oltre 250 invece i cavalli coinvolti in gare ed esibizioni. Oltre che sui 13mila metri quadrati al coperto dei due padiglioni principali (A e B), la fiera può contare su altri 18.500 mq in area esterna per esposizione e area zootecnica e ulteriori 16.000 mq circa per l’area equitazione.

Tra i settori merceologici, al primo posto per numero di espositori i “Prodotti tipici e agro-alimentari” (67 imprese, il 33% del totale), seguiti dal settore delle “Macchine agricole e attrezzature” (52 aziende, il 25% del totale) e dal settore “zootecnico” (23 aziende, l’11% del totale). E poi i settori “Risparmio energetico ed energie rinnovabili” (6%), “Foraggi” (5%), “Equitazione – Country” e “Abbigliamento tecnico” (entrambi oltre il 4%).

Gli eventi

Fiera di Sant'Alessandro - cavallo. jpg

In primo piano c’è la storica rassegna bovina, tra le più importanti a livello regionale, con il concorso e la premiazione delle tre “Regine di Razza della Fiera”: Frisona, Bruna e Red Holstein. Poi, il Concorso Purosangue Arabi di Bergamo, Show E.C.A.H.O. categoria C internazionale, che, giunto alla quarta edizione, si è già imposto quale uno degli appuntamenti più seguiti tra gli operatori e gli appassionati del settore sparsi nel mondo. Quest’anno il programma si amplia ulteriormente, presentando due veri e propri nuovi eventi nell’evento, dedicati ai cavalli arabi egiziani e a quelli anagraficamente più anziani (Stallion e Maries over 13) ma che hanno mantenuto intatte tutte le caratteristiche che li rendono unici. Alla FdSA riflettori puntati poi sulla rassegna di ovicaprini, colombi ornamentali e colombi viaggiatori e sulla tappa del campionato nazionale Triathlon del boscaiolo, per la sesta volta consecutiva a Bergamo, promossa in collaborazione con Federboscaioli.

Sul versante dei sapori le proposte dell’Associazione Norcini Bergamaschi, le dimostrazioni di disossatura e lavorazione di carne bovina, suina e di carni bianche a cura del Gruppo Macellai dell’Ascom di Bergamo, alle quali si affiancano gli abbinamenti ai vini del territorio e tanti esempi di ricette e preparazioni realizzate da uno chef.

Con i propri laboratori Coldiretti e Unione Agricoltori, invece, metteranno in tavola temi quali la smielatura, degustazioni di formaggi e caseificazione, proporranno inoltre un teatrino con burattini e, per la gioia dei più piccoli e dei loro genitori, le amatissime “piscine di mais”.

A proposito di bambini, anche quest’anno la Fiera di Sant’Alessandro offre numerosi appuntamenti studiati per dare l’opportunità alle nuove generazioni di toccare con mano alcuni dei protagonisti del mondo agricolo. Oltre all’attesissimo battesimo della sella con i pony, ci sono ad esempio la didattica e il battesimo del guanto con i rapaci, gli incontri con i lama, i laboratori creativi manuali dedicati alla valorizzazione della lana.

Molto attesa l’area dedicata ai macchinari agricoli, a partire da quelli da campo aperto. Come da tradizione, tutto il padiglione B e parte dell’area esterna della fiera sono dedicati a questo specifico comparto, uno dei protagonisti in assoluto del made in Italy a livello internazionale. Macchinari che rendono più veloce e sicuro il lavoro nei campi, grazie a continue innovazioni che hanno trasformato totalmente in pochi decenni le attività agricole.

Tra gli eventi collaterali anche una fusion a stelle e strisce, con l’area dedicata al country nel padiglione A, a cura di Monstercountry Group, con dj set e stage di line dance. In galleria centrale i visitatori saranno accolti come sempre dalle note del gruppo Mismountain Boys, per una festa del folklore western. A far da contraltare, venerdì 2 settembre, dalle ore 19.30, nel piazzale antistante l’ingresso della Fiera, un raduno di auto americane storiche: Cadillac, Oldsmobile, Pontiac e altre ancora, tutte tirate a lucido per far sognare anche i più grandi.

ORARI APERTURA
  • venerdì: 15 – 23
  • sabato e domenica: 9,30 – 20
BIGLIETTI D’INGRESSO
  • venerdì: ingresso gratuito
  • sabato e domenica: intero 7 euro, ridotto (dai 12 ai 16 anni e over 65 anni) 5 euro.
  • parcheggio 3 euro.

www.fieradisantalessandro.it




Fusini (Ascom): «Ma ora servono educazione al consumo e buone prassi»

di Oscar Fusini*

È una buona legge quella contro lo spreco alimentare. Finalmente, grazie anche alle istanze avanzate da Confcommercio imprese per l’Italia e dai piccoli, si è riusciti a normare un tema di forte attualità, ancora soggetto a troppe interpretazioni. Il legislatore ha ben operato, privilegiando la logica della semplificazione, soprattutto a favore delle pmi. Sullo sfondo un concetto basilare: l’aiuto ai più deboli dev’essere una priorità per tutti. Anche della nostra comunità, che resta sì ricca, ma con sacche di povertà in evidente espansione. Come Associazione del commercio non potevamo chiamarci fuori da questa partita. Abbiamo pertanto contribuito con audizioni, proposte e relazioni alla stesura di una legge che reputiamo più che valida. Ora però dobbiamo rimanere vigili, presidiare il campo affinché alla legge facciano seguito sia l’effettiva semplificazione fiscale sia gli sgravi sulla Tari a favore di chi dona e dei più virtuosi, così come stabilito dalla legge. Ma dobbiamo anche esser pronti a offrire il nostro contributo per educare al consumo e fare di questo tema un aspetto qualitativo della relazione col cliente, così da favorire la diffusione di buone prassi, percorsi in rete e progetti di responsabilità sociale. L’argomento era già stato affrontato a Bergamo all’indomani dell’approvazione del disegno di legge da parte della Camera, nell’ambito di un convegno organizzato in Università dalla deputata bergamasca Elena Carnevali, con la presenza del ministro Maurizio Martina e della relatrice della legge Chiara Gadda. Con l’entrata in vigore del nuovo ordinamento, ci auguriamo si possano finalmente superare le tante difficoltà organizzative e amministrative che hanno reso effettivamente difficile l’applicazione della legge regionale del “buon samaritano” limitando di fatto il numero dei donanti a poche insegne della Gdo. Oltre a semplificare la procedura di donazione, la nuova legge interviene sul contrasto allo spreco e sull’educazione al consumo potenziando, per esempio, il tavolo di coordinamento o incentivando l’utilizzo dei programmi radiofonici e televisivi. Del resto, lo spreco è soprattutto frutto di una mancata attenzione. Occorre quindi agire sull’educazione del consumatore/cliente e sensibilizzare gli operatori, soprattutto i piccoli, che rappresentano la frontiera più lontana e più polverizzata da raggiungere, ma che sono quelli più vicini alla gente e agli indigenti.

Oscar Fusini
Oscar Fusini

Nel frattempo c’è ancora qualche mito che va sfatato. Ovvero, che dallo spreco qualcuno, produttori o commercianti che siano, possa trarre guadagni. Sbagliato. La drastica contrazione del carrello della spesa negli ultimi anni ha ormai reso chiaro che il cliente acquista principalmente là dove intravede una promozione e spende per alimenti che pensa realmente di consumare. Stesso discorso per le donazioni. Va compreso che donare non significa ridurre il proprio mercato e quindi le vendite. La legge, grazie anche al nostro contributo, impedisce infatti che quanto donato possa essere reintrodotto nei canali commerciali. Lo spreco esiste ed è ancora elevato, nel commercio ma soprattutto nella ristorazione dove il cliente spesso abbandona porzioni intere che potrebbero essere consumate in un altro momento. Lo spreco è imposto anche dal vasto sistema di assortimenti che il commerciante deve considerare per poter accontentare i clienti. Ciò è evidente soprattutto là dove il consumo è indipendente dalla spesa: nei villaggi turistici del “tutto incluso”, nell’offerta dei prezzi fissi e degli “all you can eat”, nelle mense. Nelle piccole e medie imprese della distribuzione, va sottolineato, lo spreco è limitato. Da una ricerca condotta dall’Ascom tra gli associati, prima del convegno di marzo, era emerso che nei piccoli esercizi c’è minore ampiezza e profondità di assortimento rispetto alle grandi dimensioni, maggiore attenzione del titolare alle date di scadenza, una maggiore relazione e servizi di assistenza al cliente e anche un fenomeno di autoconsumo da parte della famiglia del titolare che mangia prima di gettare. L’indagine evidenziava, di conseguenza, anche un numero basso di donazioni. Questo perché donare era organizzativamente complicato, fiscalmente non conveniente, non immune da rischi per il cedente e non sostenuto da adeguati incentivi. Soprattutto tra i piccoli dettaglianti, che è bene ricordarlo, rappresentano ancora una fetta importante (dal 50 al 60%) della distribuzione alimentare a livello nazionale. Sono loro, le piccole botteghe dei nostri centri storici a svolgere un ruolo di aiuto e di protezione sociale, spesso in collaborazione con sindaci, assessori e assistenti sociali. In molti casi, le loro donazioni avvengono in modo invisibile, per ragioni fiscali, per evitare eccessive richieste e per non urtare quei clienti che spesso storcono il naso a dover pagare quanto altri ricevono gratuitamente. In definitiva, sul fronte della lotta allo spreco le iniziative promosse sono tante, dallo spacchettamento al porzionamento (magari vietato per legge ma utile a favorire il consumo), dalla promozione sotto scadenza al consumo familiare e personale, dalla donazione al riutilizzo e riciclo fino al compostaggio. Non resta quindi che alimentare il circolo virtuoso.

 *direttore di Ascom Confcommercio Bergamo




Lotta allo spreco alimentare, ecco cosa cambia con la nuova legge in arrivo

sprechi-alimentariDonare le eccedenze per negozi di alimentari, panifici, ristoranti, farmacie e negozi di abbigliamento diventa più facile e chi non spreca verrà premiato.

Entra in vigore a giorni la legge per la donazione dei prodotti alimentari e farmaceutici e la limitazione degli sprechi, approvata dal Parlamento in via definitiva il 2 agosto scorso. L’obiettivo è ridurre i rifiuti alimentari e arrivare a recuperare un milione di tonnellate di rifiuti all’anno.

La nuova legge ridisegna l’intero meccanismo della donazione e la rende più facile, aumenta i possibili destinatari e semplifica la procedura amministrativa e fiscale per gli enti pubblici e privati che, senza scopo di lucro, decidono di regalare alimenti, farmaci e altri prodotti a chi è indigente.

Con l’entrata in vigore del nuovo provvedimento, i prodotti che vengono scartati per motivi diversi dalla sicurezza (o dall’efficacia nel caso dei medicinali), potranno essere donati a enti pubblici e privati purché questi li destinino, in via prioritaria, a favore di persone indigenti e non li rimettano in commercio. Non solo le onlus, quindi, ma anche gli enti pubblici, potranno ricevere donazioni.

I prodotti alimentari con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” potranno essere usati anche dopo la scadenza. Quindi, il pane invenduto entro le 24 ore dalla produzione, essendo ancora buono, potrà essere donato; allo stesso modo i clienti potranno portare a casa gli avanzi con una family bag, i prodotti agricoli che rimarranno nei campi potranno essere regalati.

Il provvedimento, arriva a soli sei mesi di distanza rispetto a un’analoga legge francese, ma a differenza della norma transalpina, quella italiana si regge sulla logica degli incentivi e non sulle contravvenzioni. Insomma, chi non spreca verrà premiato. Viene istituito infatti un fondo specifico di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018 destinato a progetti innovativi contro lo spreco, come ad esempio packaging antispreco e family bag. Inoltre viene data la possibilità ai Comuni di incentivare chi dona agli indigenti con uno sconto sulla tassa dei rifiuti (Tari).

Le procedure per donare diverranno inoltre più semplici. Se ora un’impresa, un ristorante, o un supermercato per donare le proprie eccedenze alimentari devono fare una dichiarazione preventiva cinque giorni prima della donazione, a breve basterà invece una dichiarazione consuntiva a fine mese. Al supermercato sarà sufficiente presentare il documento di trasporto, al panettiere gli scontrini.




Bergamo, ad agosto il commercio non va più in ferie. Molti i negozi aperti

 

negozio commessa shoppingDimentichiamoci la città fantasma, anche quest’anno la Bergamo del commercio non va in vacanza: molti i bar, i ristoranti e i negozi che hanno deciso di rimanere aperti anche ad agosto scongiurando il rischio per i consumatori di peregrinare tra le saracinesche chiuse. L’elenco delle attività e dei negozi che ad agosto non si fermano è nutrito. L’80% dei bar e ristoranti sono ancora aperti, mentre 6 negozi di elettrodomestici, cosmetici e casalinghi su 10 garantiscono l’acquisto. Anche in provincia il commercio non s’è fermato in questi giorni. Nelle località turistiche – montagne e laghi d’Iseo e di Endine – quasi tutti negozi, bar e ristoranti rimangono aperti, e negli altri paesi garantiranno il servizio un ristorante e un bar su due e il 40% dei negozi e degli alimentari. «I dati relativi alle chiusure sono in linea con quelli dello scorso anno – dice Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. I commercianti hanno ridotto i giorni di chiusura o resteranno aperti. Prima facevano quindici giorni di ferie ad agosto, ora fanno mediamente una settimana. La maggior parte delle chiusure si concentra dal 14 al 20 agosto, alcune attività chiudono questa settimana e una minoranza quella dal 21 al 27 agosto». «Bergamo – spiega ancora Fusini – ha un’offerta commerciale a ridosso della città pressoché sempre aperta ed esiste anche una dimensione turistica che sta crescendo, ma i clienti non vengono solo da fuori». Se bar e negozi sono aperti è anche perché c’è richiesta da parte dei residenti. «Agosto per la nostra città è un mese di lavoro, soprattutto nel settore dei pubblici esercizi e dei ristoranti che intercettano tanti bergamaschi che non vanno in vacanza. Complice la crisi, il periodo vacanziero si è accorciato e tanti cittadini decidono di trascorrere il mese di agosto a casa. Pertanto i commercianti si sono adeguati, tenendo aperto e garantendo, oltre ai servizi offerti, una città più sicura e vivace».