Sangalli sul Def, «non aiuta la crescita»

Carlo Sangalli
Carlo Sangalli

«Si conferma l’intenzione di non far scattare le clausole di salvaguardia nel 2017, e questo è un bene». «Ma le buone notizie finiscono qui, perché per il resto il Governo non incide sui problemi strutturali che frenano l’economia. Infatti nel 2016 il deficit non scenderà, si rinvia la riduzione della pressione fiscale che se rimane a questi livelli non favorirà, certo, la crescita ma soprattutto rimane molto timida la mano del governo nel taglio della spesa pubblica improduttiva. In sintesi, non aumenteranno le tasse ma della ripresa non beneficeranno concretamente imprese e famiglie». Questo il commento del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sul Def, il Documento di economia e finanza che contiene le previsioni sull’andamento economico dell’Italia, gli obiettivi di finanza pubblica e le principale riforme in cantiere per i prossimi anni, presentato venerdì dal governo.

Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha annunciato che la previsione del Pil per il 2016 è stata portata all’1,2%, dal +1,6% stimato nell’aggiornamento del Def 2015 del settembre scorso. Per gli anni successivi si indica ora un +1,4% per il 2017 (dall’1,6%) e un +1,5% per il 2018. L’Italia è reduce dal +0,8% del 2015 e alla luce di quel dato, Padoan ha rivendicato: «La crescita c’è, la trainano i consumi delle famiglie e gli investimenti, sia pubblici che privati, mostrano un’accelerazione». Una serie di elementi che gli fanno rivendicare «l’effetto positivo delle misure del governo».

Come indicato già nelle bozze che sono entrate a Palazzo Chigi, novità si registrano anche sul fronte del deficit. Per quest’anno, il governo sembra aver individuato un punto di incontro con la Commissione Ue indicando un indebitamento al 2,3% del Prodotto, ovvero a metà tra il 2,2% indicato in autunno e il 2,4% che si raggiungerebbe occupando tutto lo spazio legato alla ormai famosa “clausola di flessibilità” per i migranti (0,2 punti di Pil, circa 3 miliardi). Un risultato che si raggiunge grazie a un aggiustamento amministrativo: non servono manovre lacrime e sangue, bastano i risparmi sulla spesa per interessi (grazie alla Bce) e l’extragettito legato al rientro dei capitali (voluntary disclosure) per limare un po’ di indebitamento. «Non faremo manovre correttive, termine che abbiamo rottamato», ha assicurato il premier Matteo Renzi in conferenza stampa.

 




Il primo trofeo di “basket a cavallo” in Bergamasca lo firma il Dat

In Bergamasca arriva il primo trofeo di horseball, una disciplina equestre di squadra che consiste nell’andare a canestro effettuando almeno tre passaggi tra giocatori diversi. In pratica basket a cavallo, con una forte componente di spettacolarità ma anche un riconosciuto valore pedagogico e ludico.

La novità si deve al Distretto dell’attrattività del Brembo e dei Colli, il progetto che integra lo promozione e lo sviluppo del commercio e del turismo di 12 comuni (Dalmine, capofila, Treviolo, Sorisole, Curno, Mozzo, Ponteranica, Villa d’Almè, Almè, Osio Sopra, Lallio, Valbrembo, Paladina) e che punta, in particolare su sport e tempo libero.

Horse-Ball-7La sfida in sella è inserita, appunto, nel calendario delle “Olimpiadi del Brembo e dei Colli” ed è in programma sabato 9 aprile dalle 14.30 al Centro Ippico Le Colline di Villa d’Almè. Vedrà affrontarsi tre squadre: Pie’s Horses da Milano-Brianza, la Vallata da Magenta e gli emergenti de Le Colline di Villa d’Almè che giocano in casa.

Il tema equestre sarà protagonista anche domenica 17 aprile quando, sempre al centro ippico, si terranno una corsa ad ostacoli e il Battesimo della Sella, un evento pensato soprattutto per i più piccoli che vedrà il coinvolgimento delle scuole del territorio.

«Le giornate al Centro Ippico Le Colline – spiega Valeria Sana, assessore al Bilancio e Tributi del Comune di Villa d’Almé – vanno ad inserirsi in un quadro di eventi più ampio che intende elaborare progetti di sviluppo dei luoghi sulla base di risorse che già ci sono, andando a valorizzarle e creando attorno ad esse un continuo flusso di interesse e conoscenza. In tal senso, la presenza di un centro ippico nel territorio di Villa D’Almè, come è successo per altri comuni, ha portato ad individuare la struttura come potenziale centro di attrazione e aggregazione del pubblico e delle principali realtà rappresentative del territorio tra le quali spiccano anche gli esercizi commerciali che, per l’occasione, animeranno la giornata del 17 aprile».

In particolare, l’Acalp, Associazione Commercianti, Artigiani e Liberi Professionisti di Villa d’Almè proporrà una grande Caccia al Tesoro che, oltre a rappresentare un’esperienza divertente e di convivialità per tutte le età, porrà l’accento proprio su alcune eccellenze del territorio presentate dai suoi commercianti. A seguire, una speciale merenda accoglierà grandi e piccini con l’invito ad avvicinarsi alle tipicità gastronomiche del territorio che rappresentano la storia e l’identità di specifici luoghi.




Shopping di primavera, sul Sentierone la festa degli ambulanti

Gli ambulanti tornano nel centro di Bergamo per omaggiare la stagione dei fiori. Da venerdì 8 a domenica 10 aprile il Sentierone ospita “È arrivata la primavera”, appuntamento promosso dalla Comap, la cooperativa costituita dalle due associazioni provinciali dei venditori su area pubblica, tra cui Fiva Ascom. Per tutto il fine settimana, dalle 8.30 fino a sera, il viale ospiterà trenta stand che proporranno prodotti tipici, articoli di artigianato, e anche fiori, piante e prodotti per la casa e la persona. Oltre che per lo shopping ci saranno occasioni di intrattenimento per adulti e bambini.

«La festa di primavera è una delle iniziative che periodicamente, seguendo le stagioni e i principali appuntamenti dell’anno, le associazioni degli ambulanti organizzano in centro – spiega il presidente di Fiva Ascom Mauro Dolci -. È una manifestazione attesa e rappresenta una vetrina importante per la categoria. È un momento di festa per tutti, ma anche l’opportunità per far conoscere la realtà del mercato a chi non frequenta abitualmente gli appuntamenti settimanali, presentare le nostre proposte e il nostro lavoro quotidiano».

Le bancarelle, dopo l’appuntamento di Bergamo, saranno a Seriate il 24 aprile e l’8 maggio a San Pellegrino. Inoltre animeranno il centro di Zogno il 17 aprile in una nuova manifestazione, organizzata insieme al Gruppo commercianti locale.




Fioristi, il bergamasco Amadei in lizza per il titolo europeo

emiliano amadei

Emiliano Amadei, 41 anni, titolare, della Fioreria Amadei di Azzano, l’8 e il 9 aprile prossimi (ma già il 7 sarà al lavoro per la fase di preparazione) rappresenterà l’Italia al Florint Europa Cup 2016, campionato europeo dei fioristi di Genova. Il bergamasco, consigliere del Gruppo Fioristi e del Gruppo Giovani dell’Ascom, è risultato il migliore italiano vincendo prima il titolo lombardo, a Erba, e poi il titolo nazionale lo scorso maggio alla manifestazione Flora Firenze.

Sfiderà 22 maestri di composizioni floreali dei vari paesi d’Europa. La gara sarà articolata su cinque temi: “San Remo 500 d’epoca”, “pasta, pesto e fiori, picnic sulle montagne liguri”, “amore e lussuria”, “sposa in vespa anni Cinquanta” e “composizione di piante per l’allestimento di una vetrina fashion di alta moda maschile”, più un tema libero. Il vincitore della Coppa Europa sarà colui che raggiungerà il più alto punteggio complessivo.

«Già essere in sfida, comparire tra i primi fioristi al mondo è un traguardo – dice Amadei -. Sarà una competizione molto difficile, è organizzata dalle scuole. Rispetto alla gara mondiale che è su invito, questa te la devi guadagnare». «Come italiani, la prima cosa sarà fare bella figura, far capire che anche nel nostro Paese il mondo del fiore si è evoluto e il livello si è alzato. La strada è quella giusta, magari quest’anno non vinceremo il titolo, ma il nostro vivaio Federfiori sta crescendo sempre di più».

I concorrenti più difficili da battere saranno i fioristi del Nord, Norvegia, Belgio, Olanda. «Avrò contro i più grandi professionisti d’Europa – spiega -. Frequento le fiere in Europa e mi sono reso conto della forte struttura che hanno alle spalle, anche in termini di sponsor. Farò tutto il possibile per salire sul podio più alto. Poi ci dovranno essere diverse situazioni che porteranno al risultato. È da novembre che ci stiamo preparando. Ho un collega Emanuele Ponti della Fioreria Ponti di Grassobbio che mi sta coadiuvando. L’ispirazione l’abbiamo maturata con il Laboratorio nazionale, noi ci siamo occupati dello studio della realizzazione».

Amadei ha anche scritto una lettera al ministro per le politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, chiedendogli di fare il tifo per lui quando salirà “sul ring” dei Magazzini del Cotone di Genova per tentare di conquistare il titolo di campione europeo dei fioristi. E ha fatto giungere un messaggio a Tommaso Trussardi chiedendo che gli venga concesso l’onore di potersi ispirare, nella sfida professionale più importante della sua vita, al levriero simbolo della casa di moda, per poter realizzare la sua creazione floreale dedicata al più raffinato stile maschile, una delle prove previste per salire sul trono del vecchio Continente. Il ministro Martina, sulla sua pagina Facebook, ha già assicurato il suo sostegno.




Visioni possibili, “Ecco la Bergamo che sogniamo”

bergamo_accorpamento-funzioni-pubbliche-amministrative_1Il centro di Bergamo soffre da tempo una crisi conclamata. Nato negli anni ’20 del XX secolo sulla scorta del progetto di Marcello Piacentini, per decenni è stato fulcro della Città bassa. Ma, lentamente, nel nuovo millennio è scivolato verso un cronico declino, alimentando preoccupazione e dibattiti fra cittadini e amministratori. In attesa che il Comune bandisca il concorso internazionale sulla base degli esiti del programma di analisi e partecipazione svolto nei mesi scorsi, un gruppo di cittadini, coalizzati attorno ad associazioni ambientaliste e comitati di quartiere, ha intrapreso un percorso autonomo di partecipazione che ha portato a formulare una proposta, denominata “Visioni possibili”, selezionata per la 53° edizione del Congresso internazionale IFLA (International Federation of Landscape Architecture), in programma a Torino dal 20 al 22 aprile col titolo Tasting the Landscape. Per capire gli aspetti salienti della proposta, Marco Adriano Perletti ha intervistato su http://ilgiornaledellarchitettura.com l’architetta Mariola Peretti, presidentessa di Italia Nostra Bergamo e fra i principali promotori dell’iniziativa.

Com’è nata la vostra proposta per il centro di Bergamo?

“Visoni possibili” nasce da un processo allargato di partecipazione per ragionare sulla Bergamo contemporanea, a partire dal tema della rivitalizzazione del centro città: è una sperimentazione per fornire un contributo collettivo, dal basso, in vista di una città condivisa e sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale. I soggetti coinvolti sono Italia Nostra e Legambiente, insieme al Coordinamento dei comitati nati nel corso degli ultimi anni in 12 quartieri intorno a singoli progetti di trasformazione territoriale: si tratta di un percorso di cittadinanza attiva, di progettualità volontaria e auto-organizzata, per verificare un modello avanzato di partecipazione su temi di scala vasta che interessano l’insieme dei cittadini, in un rapporto d’interlocuzione costruttiva con le istituzioni”.

bergamo_Tribunale-da-terra-notturnaIn base alle analisi che avete sviluppato in questi mesi, quali sono le criticità più forti presenti oggi nel centro cittadino, ossia in una parte fondamentale di Bergamo?

“Abbiamo individuato due questioni fondamentali. Innanzitutto il centro è attualmente “inabitabile” per molti cittadini a causa dei costi troppo alti degli spazi, sia per quanto riguarda la residenza che per il commercio e le attività lavorative: possiamo girarci intorno ma è evidente che categorie di soggetti fondamentali per la vitalità dei luoghi si sono spostate altrove. In secondo luogo, è palese un netto sfasamento tra l’hardware e il software del centro piacentiniano: la città fisica è bella e compiuta, ricca di stratificazioni e spazi interessanti. Il tema è quello di lavorare sulle funzioni, sui valori e sul senso dei luoghi: fondamentale è un approccio spazio-temporale che consenta una ridefinizione vitale degli usi e dei flussi nell’arco dell’intera giornata”.

Come avete affrontato queste criticità nella vostra proposta e, in particolare, qual è la strategia che avete delineato per far uscire il centro dalla sua crisi?

“Nel centro sono presenti molti edifici pubblici che svolgono funzioni istituzionali e amministrative: il processo di riorganizzazione legato alle riforme nazionali della spending review e dell’agenda digitale c’impone di ripensare all’assetto generale di questi edifici che infatti, ora, sono male e sottoutilizzati, con flussi discontinui e intermittenti, chiusi e introversi per molte ore nell’arco della giornata. Funzionano come pile scariche. Questo ingente patrimonio è una carta preziosa da giocare nell’interesse pubblico, a partire dal fatto che già appartiene alla collettività che lo ha pagato con la propria fiscalità. La riorganizzazione dei servizi erogati libererà spazio prezioso da reimmettere in un circuito sociale e collettivo. Non possiamo rimanere in attesa che siano i privati e i loro interessi a dettare le regole della città, rincorrendo le loro proposte di “valorizzazione” frammentarie e contingenti, senza un’idea di città pubblica e socialmente sostenibile dentro la quale  bergamo_prima-e-dopo-_la-rigenerazione-pubblica-dei-piani-terracollocare i singoli frammenti: dobbiamo elaborare un progetto coordinato nel quale il complesso degli edifici pubblici sia il punto di partenza per ripopolare il centro cittadino con le funzioni che le leggi di mercato, non mediate da adeguate politiche pubbliche, hanno espulso. In particolare, “Visioni Possibili” focalizza l’attenzione sul recupero pubblico dei piani terra che attualmente vivono un processo di svuotamento e sottoutilizzo patologico: l’invito, sostenuto dalle diverse suggestioni elaborate, è di riconsiderare i piani terra degli immobili pubblici come luoghi privilegiati per l’insediamento di attività sociali, creative e intergenerazionali, capaci di generare nuovi flussi vitali e di riverberare effetti positivi anche sugli spazi aperti limitrofi, sulle strade, sulle piazze e sui cortili che rappresentano un tema particolarmente interessante per la rivitalizzazione della città. Sosteniamo inoltre la necessità di ripensare agli spazi verdi immaginandoli come “salorti”, luoghi entro i quali attivare nuove forme di agricoltura urbana, di socialità e di educazione ambientale, simili a quelle che abbiamo studiato in molte realtà europee e in continuità con la vocazione agroambientale del territorio bergamasco nel suo complesso. La categoria del “verde urbano”, che ancora riempie di astrazione fallimentare i piani urbanistici, non funziona più, va completamente ripensata”.

bergamo_prima-e-dopo_la-rigenerazione-pubblica-dei-cortiliDunque “Visioni possibili” non è un progetto, architettonico o urbano, quanto piuttosto un processo composito e in itinere: quali saranno le prossime mosse per accrescere l’attenzione e il dibattito attorno al tema del centro di Bergamo?

“Pensiamo che la trasformazione urbana debba essere l’esito di processi articolati e che sia necessario riavvicinare i problemi e le soluzioni ai cittadini, ristabilendo un clima di fiducia e di rispetto reciproco tra chi governa e chi è governato: la costruzione fisica della città non può prescindere dalla costruzione della polis. Pensiamo che sia necessario e urgente riprogettare la città pubblica. È nostra intenzione proseguire i ragionamenti iniziati proponendoli via via all’intera città e raccogliendo nuove istanze e proposte. “Visioni possibili” è un percorso di consapevolezza e di confronto. Stiamo cercando di far conoscere il nostro lavoro in varie direzioni, anche in contesti allargati e internazionali, partecipando ad esempio alla mostra organizzata in occasione del 53° Congresso mondiale dell’IFLA a Torino, nella sessione “Layered Landscapes”

 




“Fai un salto”: è il bufo bufo il marchio turistico di inValcavallina

inValcavallina marchioIl Comitato turistico inValcavallina ha fatto un salto. Anzi due. Fondato il 12 dicembre scorso per volontà dei 18 comuni della Valle Cavallina con la partecipazione di una cinquantina di soci privati, il Comitato si è dotato di una veste grafica, un logo territoriale, un segno distintivo che, in modo semplice e con tratto essenziale, rappresenta in sintesi la valle. Il tratto scelto si riferisce al simpatico rospo bufo-bufo, che in primavera dà vita a un raro fenomeno naturalistico. Dalle colline della Valle Cavallina, infatti, scendono migliaia di anfibi che vanno a deporre le loro uova in riva al lago per poi tornarsene nei luoghi di provenienza. Il bufo-bufo è stato disegnato e dipinto con tratti moderni dallo studio grafico Lino Olmo di Onore, vincitore tra i partecipanti al concorso lanciato sul territorio dal Comitato. “Fai un salto”, recita lo slogan che accompagna il logo, per invitare i turisti a venire in Valle Cavallina a scoprire le tante bellezze che ha da offrire, già a partire dal lago di Endine. Il Comitato si è dotato di una struttura di lavoro che abbracci i diversi ambiti del turismo, creando tavoli ad hoc con persone di relativa competenza. Così è già operativo il tavolo di Arte e Cultura (ArC), che sta mappando i siti di interesse culturale; seguito dal tavolo degli operatori turistici, che vede coinvolti ristoratori, albergatori, conduttori di B&B, produttori di vini e prodotti tipici. A breve partirà anche un lavoro sull’aspetto prettamente naturalistico. La mole di dati che verranno raccolti dai gruppi di studio presto prenderà forma in un portale ora in fase Beta, che si sta predisponendo per il lancio definitivo e operativo e che potrà gestire anche il servizio booking. L’operatività delle news e degli eventi proposti sul territorio dai vari enti, agenzie culturali o associazioni, è già social attraverso la pagina Facebook, che viene aggiornata più volte al giorno. Nel frattempo il Comitato ha dovuto superare alcuni ostacoli di tipo burocratico che potranno portare alla  riformulazione di una cartellonistica turistica di pregio e alla integrazione di fondi, acquisiti da alcuni bandi regionali e provinciali. Ora si attendono indicazioni attuative (non ancora espresse) rispetto alla nuova legge del turismo approvata l’ottobre scorso dalla Regione Lombardia.

Il presidente Andrea Vanini, già assessore alla Cultura del Comune di Trescore Balneario, si dice soddisfatto del lavoro sin qui compiuto e sottolinea che “il marchio turistico è stato il primo obiettivo che ci siamo posti, siamo contenti del risultato: la Val Cavallina è da sempre considerata una valle di passaggio, fugace, temporanea, ma questa soluzione ci permette di usare questa cosa a vantaggio del territorio”. Molte le risorse già recuperate dal comitato turistico “a dimostrazione che lavorare in rete permette di reperire più facilmente le risorse – bandi e finanziamenti”. Molto c’è ancora da fare. “Ci sono molte aspettative sul lavoro del comitato, che vogliamo mantenere. Ma il percorso è lungo: la promozione del territorio passa anche attraverso un diverso approccio culturale al turismo, al turista, e al senso di appartenenza territoriale. In questo dobbiamo essere pazienti, non ci sono scorciatoie che possiamo prendere, ma fare tutto il sentiero.”




Quanto ne sai di sport? Nei panifici scatta la gara

la presentazione allo stadio di Bergamo dello speciale Pane dell’Atalanta firmato dall’Aspan

 

Continua il programma di Stagioni di Pane, il progetto promosso dall’Aspan in collaborazione con l’Ascom di Bergamo, che vede coinvolti i panifici della Bergamasca in una serie di iniziative nel corso dell’anno dove il pane, alimento protagonista della quotidianità, cerca di raggiungere il consumatore in modo più intimo e personale, andando a ricercare luoghi e persone nelle loro vite contemporanee.

Dopo aver celebrato il valore del pane nella tradizione contadina a gennaio (in occasione della Festa di Sant’Antonio Abate, patrono dei panificatori), le passioni e gli innamorati a San Valentino, la creatività dei bambini a Lilliput a marzo, ora tocca allo sport.

Il 6 aprile, Giornata mondiale dello sport, i consumatori potranno infatti partecipare all’evento declinato da Stagioni di Pane, recandosi nei panifici che aderiscono all’iniziativa e compilando lo “Sportometro”, un simpatico quiz che mette alla prova la conoscenza dello sport e alla fine regala un allegro e divertente profilo delle proprie competenze. Qualche esempio? Si chiede che cos’è un “Hansoku” nel karate, di quali discipline è composto il biathlon, in quale sport si “cazza la scotta” e in quale c’è il ruolo del “pilone”.

I clienti potranno inoltre scrivere nel “Panalbo degli sportivi” che troveranno nel punto vendita, lo sport che praticano e il nome di un grande sportivo di quella disciplina, saranno inoltre invitati a partecipare al sondaggio su qual è lo sport preferito in Bergamasca compilando velocemente una locandina che sarà appesa in panificio, e scegliendo tra calcio, pallavolo, basket, nuoto, danza, sci, karate, rugby, golf, atletica, motociclismo e altro. Tutti i risultati saranno poi pubblicati e condivisi sulla Pagina Facebook “Stagioni di pane di Aspan”e per tutti i clienti sportivi che parteciperanno all’iniziativa, come sempre, è previsto un omaggio da parte del panificio aderente all’iniziativa.




Avis, da gennaio donazioni in crescita del 10%. Tra gli iscritti anche rumeni e indiani

Avis 2016 (2)Più che positivo il bilancio 2015 di Avis provinciale di Bergamo, e i primi mesi del 2016 promettono anche meglio. Lo ha illustrato ieri il presidente Oscar Bianchi, nel corso dell’assemblea annuale, che si è tenuta al Centro Congressi Papa Giovanni XXIII e coincisa quest’anno con le celebrazioni per il settantesimo compleanno dell’associazione. Innanzitutto i numeri relativi alle donazioni: si conferma positivo il trend che si assesta su 35.274 donatori attivi e 69.378 donazioni (53.058 di sangue e 16.320 di plasma da aferesi). Sono 3120 i nuovi iscritti nel 2015, (255 gli stranieri, in crescita rispetto al 2014, con prevalenza di rumeni e indiani). Un dato quest’ultimo che coniuga il dovere etico dell’associazione, sensibile a percorsi di integrazione, con la necessità trasfusionale dovuta alla richiesta di emocomponenti di gruppi sanguigni rari. Il 2015 è stato anche il primo anno di gestione in regime di accreditamento (Avis provinciale Bergamo è stata tra le prime realtà italiane a rispondere alla normativa europea) di tutte le 10 sedi di raccolta dislocate sul territorio provinciale: oltre al Centro del Monterosso a Bergamo anche le articolazioni organizzative periferiche (Aop) di Avis che si trovano presso gli ospedali di Calcinate, Gazzaniga, Clusone, Ponte San Pietro, Romano di Lombardia, Sarnico, San Giovanni Bianco, Trescore e Zingonia. E questo ha significato anche ingenti investimenti per un adeguamento delle strutture. Tra cui quella di Clusone tra le unità oggi più efficienti e funzionali. Nel corso del 2016 saranno migliorate e potenziate le strutture di Gazzaniga, Zingonia, Sarnico e Trescore. “Questi risultati -sottolinea Oscar Bianchi – collocano il modello organizzativo di Avis provinciale  Bergamo al centro dell’attenzione dell’intera associazione nazionale e del sistema trasfusionale italiano e europeo, come modello di riferimento ed eccellenza, sia per le sue caratteristiche organizzative di tipo associativo che per quelle relative alle attività di raccolta del sangue e degli emocomponenti”.Novità del 2016 anche l’intesa raggiunta con il Comune di Bergamo. “A partire dal prossimo 26 aprile – ha annunciato l’assessore comunale all’innovazione e semplificazione, Giacomo Angeloni – presso i nostri uffici anagrafe sarà possibile, oltre all’assenso alla donazione di organi, comunicare la propria disponibilità a ricevere informazioni da parte di Avis. Siamo il primo comune in Italia a rendere operativa questa forma di integrazione”.

Nel corso dell’incontro la responsabile sanitaria, Barbara Giussani, ha annunciato che sono stati innalzati i limiti di età per i donatori periodici: i donatori di sangue potranno donare fino a 70 anni (per un massimo di 2 volte l’anno) e quelli in aferesi fino a 67 (per non più  di 2/3 volte l’anno) ad esclusione dei donatori con situazioni a rischio cardiovascolare. In serata, parata di autorità per festeggiare il compleanno di Avis. Erano presenti i parlamentari Elena Carnevali, Giovanni Sanga, e Gianni Mancuso, coordinatore dell’intergruppo parlamentare dei donatori di sangue; i consiglieri regionali Roberto Bruni e Dario Violi; il presidente della Provincia, Matteo Rossi; il segretario generale della Curia, mons. Giulio Della Vite; il presidente di Avis nazionale, Vincenzo Saturni; il direttore sanitario Ats Bergamo, Giorgio Barbaglio e quello generale dell’Asst Bergamo Est, Francesco Locati. Per chiudere con la Guardia di Finanza rappresentata dal colonnello Miche Bosco e il presidente della Fondazione Comunità bergamasca, Carlo Vimercati.

 I PREMIATI

Durante la cerimonia sono stati assegnati tre premi speciali: Riconoscimento di Avis Provinciale ad Andrea Guerini per il lungo impegno dirigenziale ai vari livelli nell’assegnazione; Premio Gianni Civera al donatore Giuseppe Invernicci (Avis Comunale Bergamo – 229 donazioni) e Premio Cittadinanza Attiva Avis alla memoria di Luigi Gambarini, ex presidente Avis Chiuduno.I premi agli avisini benemeriti, segnalati dalle Zone in cui è articolata l’associazione, sono stati attribuiti: alla memoria di Gianni Lorenzi (Avis Colognola); a Luigi Mora (Avis Ranica); a Mario Scandella (Avis Albino); a Domenico Giupponi (direttore sanitario Avis S. Pellegrino e Presidente Regionale Avis); alla memoria di Rinaldo Carminati (Avis Solza); a Ottavio Perico (Avis Ambivere); alla memoria di Felice Donadelli (Avis Grassobbio); a Battista Suisio (Avis Tavernola); a Gianluigi Turani (Avis Telgate); a Angelo Roberti (Avis Osio Sotto); a Adriana Manzoni (Avis Gera d’Adda); a Giovanni Camozzi (Avis Sola); a Luigi Locatelli (Avis S. Omobono) e a Maria Teresa Lorenzi (direttore sanitario Avis Petosino e Ponteranica).




Al bar bimbi e disabili scelgono da soli. Dall’Ascom la tovaglietta in simboli

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La presentazione dell’iniziativa “Al Bar Scelgo io!”. Da sinistra: Gabriella Chisci (Armr), Giorgio Beltrami (Bar e Caffetterie Ascom), Daniela Guadalupi (Armr), Giorgio Lazzari (Ascom) e Luca Patelli (Associazione Angelman)

Nei bar di Bergamo arrivano le tovagliette in simboli che permettono ai piccoli clienti e alle persone con difficoltà cognitive di fare il proprio ordine in autonomia. L’iniziativa si chiama “Al bar scelgo io!” ed è promossa dal Gruppo Bar e Caffetterie Ascom Confcommercio Bergamo, con la collaborazione di Associazione Angelman onlus e il patrocinio di Armr, Fondazione Aiuti per la Ricerca sulle Malattie Rare onlus.

Le tovagliette da domani, giornata mondiale dell’autismo, saranno sui tavoli dei primi pubblici esercizi che hanno aderito all’iniziativa.

L’obiettivo è quello di rendere la pausa al bar un momento di inclusione e di relax per i più piccoli e per chi ha disabilità e di sensibilizzare le persone verso le malattie cognitive.

La tovaglietta riporta un piccolo menù e alcune richieste e valutazioni come “basta”, “ancora”, “mi piace”, “non mi piace”, “aiutami”, “bagno”, “per piacere”, “grazie”. Il menù è presentato attraverso illustrazioni semplici e colorate, così da risultare comprensibili ai bambini in età prescolare e a tutti coloro che hanno una difficoltà comunicativa, per disabilità o per mancanza di conoscenza della lingua. I simboli utilizzati sono mutuati dalla Comunicazione aumentativa alternativa, conosciuta anche come CAA, un approccio che sostiene la comprensione linguistica e la comunicazione. È nata per i bambini e i ragazzi affetti da autismo e da disabilità complesse, ma sta diventando uno strumento di forte inclusione, sviluppo e crescita anche per i bambini in età prescolare e per i bambini e ragazzi extra comunitari.

Sono state stampate 10.000 tovagliette e saranno distribuite gratuitamente ai bar di Bergamo e provincia che aderiscono alla campagna e tra i baristi che partecipano ai corsi dell’Accademia del Gusto. Ad oggi, i locali aderenti sono 23.

«L’iniziativa vuole essere un gesto di attenzione verso i bambini e le persone con disabilità e testimonia la volontà e l’impegno da parte dell’associazione e del gruppo nel migliorare sempre più l’accoglienza e l’inclusione nei locali pubblici di Bergamo – ha detto Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo bar caffetterie Ascom -. La tovaglietta si rivelerà molto utile per chi non può comunicare a voce le proprie richieste, ma sarà anche una gioia per i bimbi piccoli poter comprendere con facilità ciò che vi è rappresentato e fare il proprio ordine in autonomia divertendosi a riconoscere sulla tovaglietta i cibi preferiti. Rappresenta un gesto di apertura e di inclusione da parte dei pubblici esercizi. Inoltre può essere anche uno strumento utile per i turisti».

«Con questa iniziativa – ha sottolineato Giorgio Lazzari, responsabile relazioni esterne Ascom – vogliamo promuovere l’inclusione nei locali pubblici di Bergamo dando un gesto di attenzione ai piccoli clienti e alle persone con disabilità. La risposta da parte degli esercenti è andata già oltre le aspettative. I locali aderenti sono in continua crescita».

Per Daniela Guadalupi, presidente Armr, «l’iniziativa fa parte della nostra mission e avvicina la società alle persone affette da sindromi particolari. Il nostro compito è quello della ricerca sulle malattie rare, ma siamo aperti anche a progetti efficaci come questo, che declinano ancora di più i nostri obiettivi. Questa tovaglietta, nella sua semplicità, si può definire un uovo di colombo per le tante opportunità che apre. Credo che non si fermerà a Bergamo».

«Ringraziamo l’Ascom Confcommercio di Bergamo per aver accolto la nostra richiesta e aver promosso questa iniziativa che va nel senso di dare attenzione a una delle componenti più deboli della società, i bambini e ragazzi disabili – ha affermato Luca Patelli, presidente dell’Associazione Angelman onlus -. I locali dove ci sono tante persone sono fonte di agitazione ed emozione per i nostri bambini e spesso noi famiglie abbiamo timore di recare disturbo. Questo progetto da parte dell’Ascom e degli esercenti è un gesto molto bello e molto importante. Le tovagliette saranno un aiuto per rendere la pausa al bar più serena e per permettere ai nostri bambini di sentirsi accolti e partecipi. Siamo particolarmente felici anche perché in questo modo possiamo far conoscere la Comunicazione Aumentativa Alternativa, un approccio fondamentale che permette ai malati con disabilità cognitive di comunicare».

Per informazioni e per aderire alla campagna si può contattare la segreteria al numero: 035 4120304 (www.ascombg.it).

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I locali aderenti

A Bergamo
  • 30& Lode Cafè
  • Al Nuovo fermo posta
  • Art Cafè
  • Balzer
  • Bar Perry
  • Nikita
  • Rivareno Gelato
  • Sweet Irene
In provincia
  • Caffè Nuovo Centro – Albino
  • Bar Tabacchi Sorriso – Albino
  • Pausa Caffè – Almenno San Salvatore
  • Cioccolateria Principe Umberto – Bonate Sopra
  • Bar Grazia – Castelli Calepio
  • Piper – Clusone
  • Almadolce – Gorle
  • Bar Centrale – Lovere
  • Bar Seggiovie – Piazzatorre
  • Bar Willy&Lisa Internet Cafè – Romano di Lombardia
  • La Caffeteria 52 – San Pellegrino Terme
  • BarMocado – Treviglio
  • Caffè Trattoria Sangalli – Treviglio
  • Bar del Centro sportivo – Urgnano
Fuori provincia
  • Bar Imbarcadero – Paratico



Boccia vince, ma per Confindustria è tempo di profonde riflessioni

Vincenzo Boccia
Vincenzo Boccia

Quattro anni sembrano passati invano. Nel 2012 Giorgio Squinzi battè Alberto Bombassei 93 a 82. Stavolta, Vincenzo Boccia ha superato Alberto Vacchi 100 a 91. Confindustria spaccata era e spaccata è rimasta. “E’ segno di vitalità democratica” ha osservato qualcuno. Come a dire che gli imprenditori italiani si sono almeno risparmiati sia le false larghe convergenze del passato che le nomine dall’alto. Un voto che spacca a metà resta, tuttavia, un segno evidente di una difficoltà a vivere da protagonisti, con una linea d’azione chiara e condivisa, tempi in cui gli spazi per le associazioni di categoria, ancorché cariche di gloria, si sono terribilmente ristretti. Una fatica comune alle realtà del mondo economico, dal commercio all’artigianato, e che non risparmia nemmeno di certo i sindacati, a loro volta alle prese con una evidente crisi di rappresentanza che non si traduce ancora in un altrettanto vistoso calo di tessere solo perché le organizzazioni si sono trasformate in centri servizi fiscali e assistenziali.
Tornando a Confindustria, gli addetti ai lavori ci dicono che Boccia, grossomodo come il suo predecessore Squinzi, ha vinto grazie all’appoggio delle società pubbliche (Eni ed Enel in testa), dei colleghi del centro e del sud e di qualche sostegno guadagnato anche nel Nord est. Quella dell’industriale grafico salernitano era indicata come la soluzione nel solco della continuità, in contrapposizione ad una figura “nuova”, impersonificata dal bolognese Alberto Vacchi, imprenditore di successo nel ramo metalmeccanico. A questi, per inciso, è andato il voto (con una sola eccezione) dei colleghi bergamaschi. E su questo fronte si sono schierati anche personaggi del calibro di Luca di Montezemolo, Gianfelice Rocca e Alberto Bombassei. Non è bastato, seppur per soli 9 voti il Consiglio generale di Confindustria ha scelto Boccia.
Starà a lui dimostrare, a partire dal 25 maggio quando entrerà ufficialmente in carica, se gli imprenditori italiani si possono permettere di proseguire lungo il solco tracciato negli ultimi anni da Squinzi all’insegna del basso profilo e della sostanziale accettazione di un ruolo di mera testimonianza rispetto alla politica del governo (e di quello di Matteo Renzi, in particolare). Sia chiaro, nessuna nostalgia dei tempi in cui l’assioma era, per intenderci, “ciò che è bene per la Fiat è bene per il Paese”, ma come promotori di sviluppo e portatori d’ interessi, nell’ambito del confronto e della contrattazione tra le parti, gli industriali hanno il diritto-dovere di far sentire la loro voce. Di essere protagonisti, di incalzare chi governa a promuovere cambiamenti e riforme, di confrontarsi e scontrarsi con i sindacati. Di proporre al Paese idee e progetti che lo aiutino a mettersi al passo con il resto d’Europa e del mondo.
Il collateralismo, quando non la subalternità alla politica, specie quando la politica alza troppo la cresta e presume di essere autosufficiente, non paga. Asseconda, forse, qualche ambizione personale o regala a qualcuno l’illusione di poter sopravvivere. Non dà, invece, nessuna garanzia sul futuro. Ma detto questo, a chi, prima con Bombassei (il cui successivo ingresso in Senato non ha giovato) e ora con Vacchi, ha tentato la carta del cambiamento è doveroso chiedere una riflessione autocritica. Due sconfitte consecutive non possono essere derubricate come banali incidenti di percorso. Sì, avranno prevalso le solite logiche correntizie e, più in generale, le consolidate manovre di potere di cui gli industriali, certi industriali, non sono meno esperti dei politici che tanto criticano. Converrà però anche interrogarsi se l’auspicato rinnovamento possa concentrarsi solo nella pur fresca e intraprendente biografia di un candidato presidente.