Mediazione e conflitti d’impresa, Bergamo all’avanguardia in Italia

La mediazione funziona nei conflitti d’impresa. Lo dimostrano i dati del Ministero della Giustizi che registrano nel primo trimestre del 2015 il +22% nell’utilizzo dello strumento della mediazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre è salito al 43% il tasso di successo della procedura.  Alla mediazione, procedura snella, veloce, economica e riservata, chiave di volta per risolvere i conflitti d’impresa l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, ha dedicato il convegno «Conflitti d’impresa: la mediazione e altri strumenti di soluzione» tenutosi il 16 marzo al Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni di Bergamo. Intorno al tavolo Confindustria Bergamo, l’università di Bergamo, la Camera di Commercio e l’Ordine degli avvocati. «Mentre in passato era poco conosciuta e non si aveva chiara percezione della sua utilità, oggi, le richieste sono in costante aumento, anche a livello locale. Dopotutto, una tempestiva risoluzione delle controversie e l’adozione di procedure giudiziarie più efficaci contribuiscono a determinare un clima di fiducia generalizzata, presupposto fondamentale per lo sviluppo del sistema economico »  ha spiegato Andrea Pellizzari, presidente della Commissione Arbitrato e Conciliazione ODCEC Bergamo.

La squadra dell'Università di Bergamo vincitrice della Competizione Italiana di Mediazione
La squadra dell’Università di Bergamo vincitrice della Competizione Italiana di Mediazione

A determinare il successo della procedura: la breve durata – deve chiudersi entro tre mesi dal suo avvio, dunque molto inferiore ai circa quaranta mesi richiesti dal giudizio ordinario -, la totale terzietà dell’Organismo di mediazione che garantisce la correttezza formale del  procedimento, la neutralità del mediatore e la totale riservatezza dei fatti emersi, la certezza delle tariffe, determinate in maniera univoca, e la possibilità di rendere il verbale di conciliazione titolo esecutivo attraverso l’omologa. «Non solo: ulteriore aspetto positivo è costituito dalla possibilità di ricorrere alla procedura di mediazione anche per la risoluzione di liti transnazionali, vantaggio tanto più rilevante in un sistema economico globalizzato in cui le distanze effettive tra i Paesi sono nei fatti ridotte, soprattutto in alcuni settori, come il commercio elettronico» – ha aggiunto Pellizzari, evidenziando: «il contenzioso compromette fortemente l’immagine dell’impresa sul mercato, riducendo la competitività sia della stessa impresa che del sistema Paese nel suo complesso laddove il sistema giudiziario non garantisce efficienza, mentre la mediazione promette un riscontro positivo immediato anche in termini di attrattività sul mercato».

Fondamentale la collaborazione della Camera di Commercio di Bergamo, ente tra i primi in Italia ad aver scelto di configurarsi come punto di riferimento per l’offerta dei servizi di soluzione alternativa dei conflitti, avvalendosi di mediatori esperti e specializzati, selezionati fra i professionisti appartenenti alle categorie professionali – Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Ordine degli Avvocati, Consiglio Notarile – per offrire un servizio di elevata qualità e professionalità nella mediazione. Professionalità riconosciuta fin dai banchi universitari visto che l’Università degli Studi di Bergamo ha vinto l’edizione 2016 della Competizione Italiana di Mediazione tenutasi a Milano il 18 e 19 febbraio. Sedici le università italiane partecipanti alla competizione nazionale che misurava l’abilità degli studenti a negoziare nell’ambito del procedimento di mediazione civile e commerciale. Evento durante il quale gli studenti bergamaschi si sono messi in gioco, applicando sul campo le regole apprese all’Università, primeggiando rispetto ai colleghi di altri atenei. «Questo è un ottimo risultato, la nostra categoria ha bisogno di professionisti preparati che possano offrire consulenze di qualità proponendo ai clienti formule nuove, come quella della mediazione – evidenzia il Alberto Carrara, presidente dell’Ordine dei Commercialisti – I 35 commercialisti che oggi operano per l’organismo di mediazione della Camera di Commercio sono in grado di offrire un servizio dedicato a imprese e privati, puntando sull’ascolto, sulla sensibilità e sulla professionalità, che permette al mediatore di volta in volta di giungere all’obbiettivo finale della formulazione».




Pia Unione San Lucio, domenica la Pasqua dell’alimentarista

Come sempre organizzata la domenica delle Palme – e quindi il prossimo 20 marzo – la Pasqua dell’Alimentarista è l’iniziativa della Pia Unione San Lucio per lo scambio degli auguri in vista della Festività. Meta di quest’anno è il ristorante Il Giardinetto, nel centro storico di Orio al Serio, dove sarà prima celebrata la Santa Messa e poi servita la cena. La funzione, in programma alle 18.30, sarà officiata da Don Tarcisio Ferrari, assistente spirituale della San Lucio. Seguirà il menù concordato per la serata, occasione per rinsaldare i legami tra i colleghi e le loro famiglie.

L’appuntamento rientra tra quelli fissi del calendario annuale della storica associazione tra i commercianti del dettaglio alimentare che fa capo all’Ascom e che si dedica alla promozione di iniziative legate a spiritualità, cultura e solidarietà. «La San Lucio – ricorda il presidente Pierantonio Chiari – è stata fondata nel 1938 per aiutare i colleghi in difficoltà e tutt’oggi prosegue con lo stesso spirito, promuovendo l’incontro fra le categorie e gli operatori, ma soprattutto realizzando iniziative e raccolte fondi da destinare a progetti sociali. Anche quest’anno il nostro obiettivo principale è incrementare le donazioni per realizzare un intervento significativo».

Il Consiglio direttivo dell’associazione, che viene rinnovato ogni anno, è composto dal presidente Chiari e da Francesco Cortinovis, Don Tarcisio Ferrari, Dino Balduzzi, Giuseppe Capurro, Paolo Colombi, Alessandro Donadoni, Luisa Turati, Franco Meloncelli, Arturo Minuscoli, Giuseppe Oberti, Enrico Pinti, Franco Pulcini, Silvio Rozzoni e Andreino Trevaini. Consiglieri di diritto sono Luca Bonicelli, Ettore Coffetti e Mauro Rocchi.




Albino, un nuovo direttivo per le Botteghe. Duci presidente: «Ecco le nostre idee per il rilancio»

albino orizzLe Botteghe di Albino ripartono da un organizzatore di eventi. Dopo alcuni mesi in cui l’associazione dei commercianti è rimasta senza un direttivo “ufficiale” per la mancanza di candidati allo scadere naturale del mandato, i consensi sono confluiti su Beppe Duci, albinese doc e figura nota per le attività di animazione, musica e spettacolo di cui si occupa da sempre. È il presidente di un Consiglio tutto nuovo, composto da Ilario Busetti dell’omonima gioielleria, Silvio Zanga della gelateria Peccati di Gola, Grazia Gandossi della tabaccheria Rivellini, la parrucchiera Monica Tinti, Michele Carrara di Carrara Arredamenti e Danilo Pasini, come referente per i contatti con la frazione di Desenzano.

botteghe di Albino - emanuela poli - beppe duci rit
Emanuela Poli e Beppe Duci

Duci succede ad Emanuela Poli, della Caffetteria Mazzini, che ha guidato con impegno ed entusiasmo riconosciuti dai colleghi le Botteghe negli ultimi anni, e segna una novità nella rappresentanza e nella visione. «Non ho un negozio ma sono figlio di commercianti – spiega il neopresidente – ed ho il mio ufficio di organizzazione eventi e matrimoni in paese, ho inoltre già lavorato per l’organizzazione di alcune iniziative, in particolare ad Albino alta. Mi è stato chiesto di dare una mano a rilanciare le iniziative dell’associazione ed ho accettato insieme ad una squadra di persone affiatate e motivate. Diciamo che i commercianti ultimamente erano un po’ scoraggiati, avevano bisogno di qualcuno che li aiutasse a vedere le cose in maniera diversa ed io mi sono prestato a mettere a disposizione la mia esperienza».

Data la sua professione, punta sul consolidamento e lo sviluppo delle manifestazioni, su un’area che vuole però essere più ampia rispetto al centro storico, rappresentato da via Mazzini. «Vorremmo coinvolgere anche Albino alta e Desenzano – annuncia Duci – così da “allargare la cartina”, spalmare le iniziative e creare maggiore coinvolgimento. È vero, oggi i negozi di via Mazzini sono alle prese con i progetti per la nuova viabilità e l’istituzione della zona 30 promossa dal Comune, ma altre zone hanno altri problemi. Non vanno nascosti, ma non conviene nemmeno lamentarsi e basta. Il nostro approccio è molto pratico e tiene conto di ciò che noi per primi possiamo fare per animare il paese e portare gente. Il vero ostacolo da superare è una mentalità che guarda sempre e solo al proprio orticello, nostro obiettivo invece è fare iniziative che diano visibilità e facciano da richiamo di tutto il paese, toccherà poi ad ogni esercizio dimostrare di essere bravo in quel che fa e vendere il proprio prodotto».

Entro la metà di aprile il nuovo direttivo prevede di presentare alle attività imprenditoriali il programma delle iniziative e di raccogliere, quindi, le adesioni. «Saranno confermati appuntamenti ormai consolidati come lo Shopping festival estivo e l’Albino Christmas Village – evidenzia -, ai quali vorremmo aggiungere ancora uno o due eventi nel corso dell’anno, puntando anche sulla ricerca di fondi e sponsorizzazioni. Un altro importante versante su cui lavorare sarà il metodo ed i mezzi di comunicazione, in modo da dare la giusta vetrina ai commercianti».

Grazie a queste attività, e al suo curriculum super partes, al nuovo presidente piacerebbe anche abbattere quella frontiera, invisibile ma ben presente, che divide commercianti e abitanti. «A Natale non mi sono proprio piaciute le polemiche sugli addobbi low cost – sottolinea -. Non si devono avere delle pretese nei confronti dei negozi per il solo fatto che ci sono e che magari si fa la spesa da loro. So che è utopistico, ma lasciare da parte i battibecchi e le prese di posizione gratuite e pensare un po’ di più alla comunità in cui tutti viviamo sarebbe di certo più utile. Sono comunque dell’idea che la città di Albino meriti di più dei suddetti addobbi low cost!», puntualizza.

Quanto ai punti di forza dell’offerta albinese, Duci ricorda il difficile periodo storico che sta vivendo il piccolo commercio, ma cerca ispirazione nelle imprese grandi e di successo che si trovano sul territorio. «Realtà internazionali come Albini, Fassi, Acerbis, Persico – nota – e tante altre aziende eccellenti che vogliamo contattare anche solo per capire come a loro avviso possiamo avere successo nel nostro intento e ricevere consigli utili. Trarre, insomma, l’esempio e l’ambizione a crescere e guardare lontano».




Mercato immobiliare, i Notai bergamaschi: “Segnali di ripresa”

Condominio-Settore-immobiliare-Appartamenti-ImcRipresa del mercato immobiliare e diminuzione delle donazioni. E’ il quadro emerso all’assemblea annuale del notariato bergamasco che ha parzialmente rinnovato i componenti del Consiglio notarile distrettuale (sono entrati Marco Ruggeri e Raffaele Tartaglia, che resteranno in carica fino al 2019). La situazione attuale nel Distretto è la seguente: su 107 posti disponibili sono operativi 72 notai (67,2% %). Le donne sono 21 (1 in più dello scorso anno) e l’età media nel Distretto è di 49 anni. In calo il numero di dipendenti e collaboratori presso gli studi a quota 352, -14% rispetto al 2010 e nonostante il numero dei notai in esercizio faccia registrare un aumento del 12% rispetto allo stesso periodo considerato. Sostanzialmente stabile, anche se in leggera diminuzione, il numero degli atti: nell’anno 2015 sono stati 69.346 rispetto ai 71.861 del 2014 (-3,5%). Si riscontra tuttavia un aumento degli onorari complessivi, segno di una timida ripresa del settore immobiliare. Si registra un’ulteriore riduzione dei protesti che, nel 2015 sono stati 10.717 contro i 14.654 del 2014 (-26,8%).  Anche questo dato può essere letto in prima battuta come un segnale positivo, anche se non si esclude una lettura meno ottimistica: la riduzione dei protesti potrebbe essere anche dovuta ad una ulteriore riduzione dei consumi, e quindi delle insolvenze. L’andamento del lavoro ha conosciuto anni di gravissima crisi: dal 2006 ad oggi si è perso più del 50% del lavoro. I pignoramenti immobiliari presso il Tribunale di Bergamo continuano ad evidenziare numeri importanti. Nel 2015 sono stati 1.570, rispetto ai 1.345 del 2014 (+16,7%). A causa dell’invenduto aumenta il numero dei procedimenti pendenti: nel 2015 sono 6.701, rispetto ai 6mila del 2014 (+11,7%). Tuttavia si registra un aumento delle aste concluse positivamente, che passano da 224 nel 2014 a 292 nel 2015 (+30,3%), con conseguente aumento dell’importo totale ricavato dalle aggiudicazioni, da 13.425.355 a 18.912.023 euro: anche questo è un segnale di una lieve ripresa del settore immobiliare, seppure nel campo dell’edilizia da “sofferenza”. Le 1.122 pratiche (nel 2014 erano n. 1.100) affidate all’Associazione Bergamo, tra aste ed esecuzioni immobiliari nel 2015, si distinguono così:

creditori: banche 75% (in aumento rispetto al 57% del 2014), condomini 15%, altri 10%.

debitori: extracomunitari 55% (in leggera diminuzione rispetto al 57% dello scorso anno), società e imprese 15%, altri 30%.

Il numero degli atti di trasferimento di immobili aumenta di 1.025 unità rispetto al 2014: da 13.234 a 14.259 (+7,7%). Cala invece il numero delle donazioni che scende di 601 unità rispetto al 2014: da 3.180 a 2.579 (-23,3%), mentre il numero dei finanziamenti ipotecari cresce di 957 unità rispetto al 2014: da 6.314 a 7.271 (+15,1%). Il numero delle costituzioni di società sale di appena 3 unità rispetto al 2014 (da 1.866 a 1.869) mentre il numero degli scioglimenti di società scende di 84 unità rispetto al 2014 (da 1.120 a 1.036). Il dato è positivo: le nuove società superano in numero quelle che muoiono. Per il presidente Maurizio Luraghi “il trend che registriamo nella nostra provincia, attraverso la stipula degli atti, pur rimanendo sostanzialmente in linea con la perdurante crisi economica, fa sperare in una ripresa per il futuro, soprattutto nel settore immobiliare, e in questo la realtà bergamasca non si discosta da quella generale del Paese. Tale ripresa appare tuttavia troppo timida per far registrare un’inversione di tendenza, anche nel settore immobiliare, tradizionalmente trainante. Negli ultimi nove anni la mole degli atti si è ridotta del 50%, portando con sé una riduzione degli organici degli studi notarili, in linea con il trend degli studi professionali in generale. Subisce una battuta d’arresto la tendenza dei bergamaschi a pianificare la sorte dei propri beni attraverso lo strumento della donazione tra parenti (soprattutto da genitori a figli): infatti questo tipo di atti fa registrare nel 2015 una diminuzione del 23,3%, in controtendenza rispetto al 2014, che aveva fatto registrare un aumento di circa il 20% rispetto al 2013”.




Sebino e Valcavallina, «l’evento Christo grande opportunità per gli agenti immobiliari»

2.647 posti letto tra alberghi, campeggi, agriturismo, rifugi, ostelli, b&b e case vacanze. Sono i numeri del turismo del Sebino bergamasco, della Valcalepio e della Valcavallina, che dal 18 giugno al 3 luglio saranno interessati dal grande evento della passerella dell’artista Christo, che collegherà Sulzano e Monte Isola. Il conto alla rovescia è iniziato. Mentre si sta definendo la logistica (parcheggi e mobilità) per accogliere i visitatori, la corsa alla prenotazione in alberghi e b&b è a pieno regime e promette di far registrare il tutto esaurito nelle strutture ricettive del lago. In base ai dati trasmessi a Regione Lombardia e riferiti dall’Osservatorio turistico della Provincia di Bergamo nell’area si trovano 34 alberghi (20 sul Sebino e 14 in Val Cavallina), per un totale di 1.506 posti letto. Poi ci sono un campeggio, con 334 posti letto, i b&b (64, con la capacità di accogliere 357 turisti), 15 affittacamere per un totale di 115 posti e 12 case vacanze con 104. Negli ostelli – sono due, uno sul Sebino e l’altro in Val Cavallina – potranno trovare una sistemazione 102 persone. Un’altra opportunità sono i rifugi: sono 2, entrambi sul Sebino, con la capacità di ospitare 39 turisti. Ma non bisogna dimenticare la disponibilità di alloggi data dalle seconde case, soprattutto nelle località più turistiche.

Secondo le previsioni, i visitatori dell’evento Christo saranno 600mila da tutto il mondo e almeno 50mila al giorno passeranno in Bergamasca. Dati alla mano, l’offerta ricettiva del lago bergamasco rischia di non essere sufficiente ad accogliere tutte le richieste. E proprio le seconde case potranno risultare strategiche nel potenziare l’offerta di ospitalità.

Luciano Patelli
Luciano Patelli

«La gestione degli affitti, se ben fatta, può offrire delle grandi opportunità per l’evento e per il turismo futuro – dice Luciano Patelli, presidente di Fimaa Ascom Bergamo, la federazione degli agenti immobiliari -. Gli alberghi sono pressoché tutti già esauriti e vista la limitata offerta ricettiva, si apre un’occasione unica per la nostra categoria di valorizzare e incentivare il segmento “case vacanza”, come è accaduto a Milano in occasione di Expo». «La passerella di Christo rappresenta un’occasione unica da gestire al meglio affinché possa trasformarsi in una occasione di sviluppo per gli agenti e per il turismo del Sebino – aggiunge Patelli -. Per questo, pensiamo di organizzare un incontro formativo rivolto agli agenti del Sebino e della Val Cavallina per dare tutte le informazioni, le indicazioni e la contrattualistica per trasformare case e appartamenti sfitti in case vacanze per il periodo dell’evento».

La ricettività al 31 dicembre 2015

tabella ricettività Sebino e Valcavallina
fonte: Osservatorio turistico provinciale

 




Confcommercio, il grido d’allarme dei laboratori di orologeria

Dopo la riuscita manifestazione del 13 novembre 2015 davanti al Ministero dello Sviluppo Economico, l’Associazione Orafa Lombarda (aderente a Federpreziosi–Confcommercio) che ospita al suo interno la categoria nazionale degli Orologiai Riparatori, ha raccolto le Dichiarazioni dello stato di disagio economico di laboratori e magazzini di fornitura di orologeria a causa delle restrizioni distributive delle parti di ricambio messe in atto dalle case produttrici. Ben 267 (e si tratta di un numero in continua e costante crescita) tra laboratori e magazzini hanno dichiarato il loro attuale stato di collasso, preludio di prossime, se non imminenti, chiusure. E ciò, è strano a dirsi, in un contesto di forte domanda di lavoro e di assistenza orologiera. Negli ultimi mesi, poi, la morsa dei divieti e delle restrizioni delle case orologiere svizzere si è accentuata ancora di più.  L’Europa, invece di stare dalla parte degli artigiani orologiai europei, ha mostrato indifferenza e per ben due volte, nel 2008 e nel 2014, la Commissione Europea ha voltato la faccia dall’altra parte. Tuttora pende un secondo ricorso presso la Corte di Giustizia Europea. La posizione assunta dall’Europa e i tempi troppo lunghi della sua giustizia rischiano di cedere il campo al monopolio di fatto delle grandi multinazionali dell’orologeria svizzera che porta alla definitiva scomparsa dei laboratori orologiai indipendenti. Il ministero dello Sviluppo Economico, il governo italiano rappresentano per gli orologiai italiani l’ultima spiaggia di “resistenza” per non morire. orologi

L’Associazione Orafa Lombarda si appella alla più volte proclamata volontà del nostro governo di salvaguardare il lavoro, e in particolare quello artigiano, per scongiurare la scomparsa di un mestiere storico molto diffuso. La nostra convocazione, insieme con Confcommercio e Confartigianato, presso il ministero dello Sviluppo Economico il 15 marzo 2016 sia il primo passo per una soluzione equa e concertata del problema delle forniture che garantisca presente e futuro agli orologiai italiani. Si uniscono a questo appello le migliaia di orologerie distribuite sul territorio che pure subiscono, direttamente o indirettamente, il danno economico delle mancate assistenze e, ne siamo certi, dei consumatori italiani.




Agenti immobiliari, le novità 2016 e le opportunità per il mercato

agenti immobiliari corso mutuo soccorso

Da sinistra, il presidente provinciale della Fimaa, Luciano Patelli, ed i relatori Eugenio Magno e Daniele Mammani

 

Proseguono i momenti di aggiornamento professionale della Fimaa Ascom di Bergamo, l’associazione provinciale dei mediatori immobiliari. Martedì 8 marzo una sessantina di operatori si sono ritrovati nella sala Zaninoni dell’Associazione generale di mutuo soccorso a Bergamo per un convegno sulle novità 2016.

Sono stati illustrati, in particolare, sotto il profilo legale e fiscale nei contenuti pratici e operativi, i temi del leasing immobiliare abitativo – la cui disciplina è entrata in vigore il primo gennaio di quest’anno e prevede incentivi fiscali sull’acquisto e la costruzione di immobili da adibire a prima casa – e del prestito vitalizio. Gli argomenti sono stati trattati da Daniele Mammani e Eugenio Magno, rispettivamente consulente legale e consulente della Fimaa. Un’occasione per conoscere nuovi strumenti e opportunità per essere competitivi ed operare con competenza sul mercato.

agenti immobiliari corso mutuo soccorso 2 rit




Conflitti d’impresa, i commercialisti fanno il punto sulla mediazione

camera di Commercio (2)Risolvere i conflitti d’impresa senza ricorrere al giudizio ordinario. L’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo fa il punto su una procedura sempre più apprezzata dalle imprese: la mediazione. A occuparsene il convegno «Conflitti d’impresa: la mediazione e altri strumenti di soluzione» in programma mercoledì 16 marzo, dalle 14.30 alle 18, al Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni in via Petrarca 10 a Bergamo. Un momento di riflessione curato da Andrea Pellizzari, presidente della Commissione Arbitrato e Conciliazione dell’Ordine di Bergamo, da Stefano Lania, responsabile area fiscale di Confindustria Bergamo, da Daniela D’Adamo, professore aggregato di diritto processuale civile avanzato dell’Università di Bergamo, da Enrico Ginevra, professore di Diritto commerciale all’Università di Bergamo, da Vincenza Gizzo, Responsabile dell’Organismo di mediazione della Camera di Commercio di Bergamo l’ente che tra i primi in Italia ha scelto di configurarsi come punto di riferimento per l’offerta dei servizi di soluzione alternativa dei conflitti. Interverrà anche Arik Strulovitz, docente nell’ambito del progetto ADR e tecniche di negoziazione dell’Università di Bergamo e coach della squadra di Unibg vincitrice della Competizione nazionale di mediazione che parteciperà all’incontro.

La mediazione, in particolare, è una procedura sempre più diffusa: secondo i dati forniti dal Ministero della Giustizia, nel primo trimestre del 2015 si è registrato il +22% nell’utilizzo dello strumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ancora più incoraggiante è il tasso di successo delle procedure di mediazione: ben il 43% delle mediazioni in cui sono state presenti le parti hanno visto il raggiungimento dell’accordo. Dato che conferma quanto la mediazione possa essere uno strumento tagliato su misura per le parti, la cui presenza agli incontri si rivela spesso determinante ai fini dell’esito. «Il settore commerciale e quello delle imprese, infatti, fortemente influenzati dalla crisi mondiale dei mercati che non lascia prevedere una risoluzione in tempi brevi, non possono permettersi di sostenere inutili e costosi sprechi di tempo e di risorse generati dalle criticità del sistema giudiziario. Di conseguenza, diventa imprescindibile il ricorso alle procedure stragiudiziali di composizione delle controversie, prima tra tutte la mediazione civile e commerciale» – ha anticipato il dott. Andrea Pellizzari, presidente della Commissione Arbitrato e Conciliazione Odcec Bergamo.

Nel corso del convegno saranno, dunque, passati in rassegna i motivi del successo di tale procedura: dalla brevità dei tempi, nettamente inferiore rispetto al giudizio ordinario, alla riservatezza, alla validità per la risoluzione di liti transnazionali. Il tutto a partire dall’ascolto, elemento centrale di uno strumento pensato non per ricercare spasmodicamente e giuridicamente il torto e la ragione, quanto piuttosto per coinvolgere le parti al raggiungimento di un accordo che le appaghi e che contemporaneamente metta fine alla controversia. A Bergamo l’Organismo di mediazione, già esistente presso la Camera di Commercio, ha colto con estremo favore la collaborazione degli Ordini e Collegi professionali giuridico contabili, la quale ha preso vita dalla condivisa consapevolezza delle opportunità create dalle sinergie tra gli ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, degli avvocati e dei notai, sulla scorta della positiva esperienza nel campo dell’arbitrato. “La nostra categoria – spiega Alberto Carrara, presidente dell’Ordine dei Commercialisti – si è messa a disposizione di questo progetto sin dal suo nascere, riconoscendolo sia un’occasione importante per la categoria sia un servizio prezioso per la comunità. 35 i commercialisti che operano per l’organismo di mediazione della Camera di Commercio, in grado di offrire un servizio dedicato a imprese e privati che possono contare su uno strumento di definizione rapida ed efficace delle controversie, a favore del sistema produttivo e dell’intera comunità”.




Bergamo, raddoppiate in un anno le cooperative irregolari

Ben 62 cooperative irregolari, più del doppio rispetto all’anno precedente. Questo è il risultato più allarmante del rapporto fornito stamattina all’osservatorio provinciale permanente da Direzione territoriale del Lavoro, INPS e INAIL provinciali sulle ispezioni nel 2015 sul lavoro cooperativo. Le irregolarità più ricorrenti sono state il mancato pagamento delle retribuzioni, le violazioni contributive, gli “pseudo appalti”, la mancata fornitura di dati e documenti richiesti. Il 10% delle cooperative ispezionate ha lavoratori in nero, il 50% appartiene al settore logistica e trasporti. La DTL ha ispezionato in totale 68 cooperative. Di queste, solo 5 sono associate a centrali cooperative e sono risultate tutte regolari. Tra le “spurie”, solo 23 sono risultate “senza macchie”. L’ Inail ha ispezionato 12 cooperative dei settori autotrasporti e logistica, agricolo e servizi, mentre all’ Inps, su 26 accertamenti ben 22 hanno fatto emergere irregolarità ( ma gli accertamenti erano mirati).

Fuori dal campo cooperativo, le ispezioni della DTL hanno portato a 1974 controlli nelle aziende del territorio, dove sono stati trovati 834 lavoratori “irregolari” e 332 “in nero”. Infine, 611 lavoratori hanno fatto una richiesta d’intervento agli uffici della Direzione Provinciale: ne sono nate 382 conciliazioni, 230 concluse con esito positivo per il lavoratore, che a questi uffici, in alcuni casi, ci è arrivato dietro consiglio delle Organizzazioni Sindacali. La Cisl di Bergamo, tramite il segretario Giacomo Meloni, ha espresso “apprezzamento per il lavoro svolto dagli enti nel campo degli accertamenti del 2015 e per i risultati conseguiti, oltretutto in una fase di estrema difficoltà anche dovuta alla insufficienza del personale a disposizione per le ispezioni. Ci preme anche ribadire – ha continuato Meloni – la necessità di non abbassare mai la guardia sul versante della lotta alle irregolarità e al lavoro  nero di qualsiasi fonte o matrice, sia sul versante delle ispezioni che di un ruolo protagonista delle rappresentanze sindacali in azienda e della contrattazione”.




Negozianti alimentari, «non siamo antiquariato ma un settore che sa innovare»

Un nuovo concetto di negozio basato su una distribuzione innovativa degli spazi e dei prodotti e sull’uso strategico delle tecnologie, a partire dall’illuminazione, e poi iniziative in rete con i negozi vicini e studi georeferenziali per orientare le nuove aperture. E ancora: professionalizzazione, specializzazione e innovazione.

Sono queste le strategie vincenti per rilanciare il settore alimentare emerse a Gargnano sul Lago di Garda, nel corso della prima convention nazionale della Federazione dei dettaglianti dell’alimentazione (Fida) di Confcommercio, realtà che raccoglie circa 60mila imprese alimentari. Alla riunione sono intervenuti Carlo Sangalli, presidente confederale, Donatella Prampolini Manzini, presidente Fida e vicepresidente Confcommercio, i consiglieri nazionali della federazione.

La due giorni ė stata un momento di confronto tra gli operatori, provenienti dal Friuli sino alla Puglia, sul presente e sul futuro del settore alimentare e sulle sfide che il comparto deve affrontare. «Dai lavori è emerso l’orgoglio di essere alimentaristi e di essere ancora oggi la spina dorsale del commercio, un format destinato a restare un solido punto di riferimento per le città – ha detto la presidente Prampolini -. Il dettaglio alimentare non è stato mai così attivo come ora. Si comincia a intravedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel della crisi. Abbiamo fatto il punto della situazione su chi è sopravvissuto alla crisi e con quali strumenti ne è uscito. Tra questi, l’innovazione è sicuramente fondamentale come pure lo è la capacità di gestire il ricambio generazionale».

Prampolini ha evidenziato, come dal 2009 al 2015, la maggior parte dei negozianti che hanno chiuso non si era specializzata e ha parlato di una crescita culturale distorta che ha portato l’opinione pubblica a considerare il negozio specializzato come un oggetto da antiquariato. Quindi ha evidenziato le criticità rappresentate dall’arrivo della grande distribuzione e dei nuovi format distributivi, dai discount, ai farmer’s market, sino ai negozi “monoprodotto”, che vendono solo detersivi, cibo per cani, ecc, indicati come dei “category killer. Quindi ha puntato il dito contro la liberalizzazione delle licenze che «ha portato sul mercato poca professionalità». «Magari chiudono dopo pochi mesi – ha detto – ma nel frattempo creano danni e penalizzano il settore».

Convention Fida 2016 platea

Durante il convegno sono state presentate esperienze innovative nei diversi settori del food, con riferimenti anche al mondo dell’ortofrutta, nuovi concept in grado di affrontare la crisi, e un focus sulle strategie di sviluppo della rete distributiva in Europa e in Italia. «Per troppo tempo – ha spiegato Prampolini – ci hanno considerati un settore maturo, non più in grado di reinventarsi; invece gli esempi di innovazione del servizio di vicinato sono numerosi e possono servire per accompagnare il ricambio generazionale in un mercato sempre più competitivo».

Roberto Ravazzoni, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha sottolineato come oggi «vince chi è più veloce, non chi è più grande» e che «bisogna essere diversi dalla grande distribuzione. Copiare le idee brillanti e farle meglio. Essere semplici, flessibili e veloci». Per Fabrizio Valente di Kiki Lab «le acque in pochissimo tempo sono diventate agitate e molto veloci – ha sottolineato parlando del mercato – Come nel rafting, se qualcuno sbaglia cade in acqua e se cadono in tanti dopo un po’ il gommone affonda. Ma se impariamo a governare la barca in queste condizioni andiamo molto più veloce. È difficile, ma possibile». Alessandro Seravalli di Sis.Ter ha illustrato la novità degli studi georeferenziali, sorta di fotografie-mappe che indicano la presenza e l’ubicazione di esercizi commerciali in una determinata zona, e di come questi strumenti possono rivelarsi preziosi per orientare gli imprenditori nell’apertura di un nuovo negozio.

Tra i temi emersi, anche l’importanza dell’ecosostenibilità dei punti vendita con nuove tecnichee di refrigerazione, nuove modalità di gestione dei rifiuti e la possibilità di collaborare con i mercati ortofrutticoli per la gestione delle cassette in legno. Interessanti spunti sono venuti dai relatori tecnici che hanno presentato soluzioni e strumenti innovativi per il punto vendita: promozioni personalizzate in base ai clienti e tematiche in base a occasioni speciali e/o eventi, e iniziative di comarketing, ovvero sinergie tra negozi vicini per fare sistema e gruppo (Toshiba); l’evoluzione del mestiere in chiave moderna (Università dei Sapori), le tecnologie sostenibili per esporre (Isa), e l’illuminazione strategica del punto vendita (Philips).

convention fidaAl convegno hanno partecipato anche Livio Bresciani, vicepresidente Fida e presidente del gruppo dettaglianti ortofrutticoli dell’Ascom di Bergamo (a destra nella foto), e Giorgio Lazzari, responsabile relazioni esterne della Associazione e segretario del gruppo. «Abbiamo definito una strada comune e condivisa che porteremo avanti – afferma Bresciani -. Finora ci siamo mossi in ordine sparso. Il convegno ci ha dato l’opportunità di fare squadra, di mettere insieme e portare alla luce le criticità e tutte le nostre esperienze e capacità. Con l’assistenza di tecnici specializzati e di una struttura importante come è Fida, abbiamo finalmente lo strumento per affrontare tutti i nuovi scenari commerciali e fare tutti insieme comunicazione, per far vedere cosa siamo noi dettaglianti alimentari. Perché molte volte si tende a dimenticare quasi la nostra presenza, che invece i dati dimostrano essere importante, apprezzata e in alcune zone insostituibile».

Convention Fida - Lazzari rit
Giorgio Lazzari

«La vision della Fida è corretta e quanto mai reale – commenta Lazzari -. Condivido il pensiero della presidente Prampolini, quando dice che “Il futuro siamo noi dettaglianti alimentari”. Come rimarcato dal presidente Confcommercio Carlo Sangalli, il dettaglio alimentare è un servizio del, per e sul territorio, di cui difende le differenti tipicità, favorendo l’attrattività turistica come leva per lo sviluppo dell’economia locale, con importanti implicazioni legate all’identità sociale, alla vivibilità e alla qualità dei territori». «Attori protagonisti della partita saranno indubbiamente Governo ed Enti locali: se con l’Amministrazione centrale l’obiettivo è abbassare l’imposizione fiscale, intesa anche come giorni di lavoro persi dall’imprenditore per gli adempimenti burocratici, con i Comuni occorrerà sempre più instaurare un dialogo costruttivo per discutere le misure idonee a tutelare gli esercizi di dettaglio alimentare. Una saracinesca che viene sollevata è una vittoria per tutto il sistema, viene accesa una luce, si creano posti di lavoro, aumenta la qualità e migliora la vivibilità di un quartiere – conclude Lazzari -. Sono convinto che il dna della Fida consentirà di raccogliere e vincere le sfide presenti e future, con l’aiuto della presidente Donatella Prampolini, che sta portando avanti un grande lavoro, come avrebbe certamente voluto il compianto Dino Abbascià».