Dopo l’appello dell’Ascom, sequestrati a Bergamo 1.300 mazzi di mimosa

Mimose1.289 mazzi di mimose sequestrati, 34 di rose: è il risultato di una ampia operazione svolta dalla Polizia Locale del Comune di Bergamo il 7 e l’8 marzo per contrastare il commercio abusivo di fiori nella giornata dedicata alle donne.

Il Comando di via Coghetti ha in questo modo raccolto e recepito l’indicazione che Ascom ha rivolto la scorsa settimana, chiedendo più controlli sulle vendite abusive di fiori con l’avvicinarsi della ricorrenza.

Il Comando di Polizia Locale ha predisposto specifici servizi di prevenzione per limitare tale fenomeno. A poche ore dalla chiusura del pattugliamento sono stati identificati e sanzionati 12 venditori abusivi.

«In una giornata in cui il fenomeno della vendita abusiva di fiori raggiunge probabilmente il suo apice – spiega il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Sergio Gandi – abbiamo lavorato in questi giorni per contrastare un fenomeno molto diffuso e che giustamente le associazioni di categoria hanno segnalato e portato all’attenzione dell’opinione pubblica. Sappiamo però che il problema sta altrove e non nei disperati che stanno sulle strade».




Fusini (Ascom): “No alla shadow economy. Sì a un equilibrio tra ricettività alberghiera ed extralberghiera”

“La ricerca di un equilibrio sostenibile tra ricettività alberghiera ed extralberghiera”. Un titolo, quello dell’intervento all’incontro promosso dall’Università di Bergamo sull’“Ospitalità in appartamento a Bergamo”, ma anche un auspicio. Per il direttore dell’Ascom, Oscar Fusini, “si può dire sì alla sharing, ma no alla shadow economy”. “I nostri obiettivi, del resto – afferma -, sono noti: vogliamo contribuire alla tutela degli ospiti, degli operatori extralberghieri, degli albergatori e dei lavoratori del settore e, inoltre, promuovere la salvaguardia della qualità ricettiva, dell’immagine turistica. Il tutto contrastando l’illegalità e l’abusivismo. Insomma, stesso mercato, stesse regole!”. Per Fusini è importante che sul mercato si possa competere ad armi pari semplificando le regole attuali (quando possibile), imponendone l’applicazione da parte di tutti (in ogni caso). “C’è, per esempio, – annota il direttore – ancora una forte differenza nella pressione fiscale e pressione normativa tra ricettività alberghiera e non alberghiera”.

convegno Appartamento FusiniLa ricerca dell’equilibrio

Spesso, le regole esistono ma non vengono applicate. Gli organi di vigilanza devono essere dotati di poteri e strumenti adeguati e tutti gli stakeholders possono giocare un ruolo attivo. “L’equilibrio di lungo termine nella convivenza tra ricettività alberghiera ed extralberghiera – sottolinea Fusini – è possibile, ma in un sistema di integrazione e di completamento di offerte differenziate, basate su servizi diversi proposti da operatori imprenditoriali e non imprenditoriali entrambi qualificati e che competono sui servizi (uniformi per qualità, affidabilità e trasparenza del rapporto) e sul prezzo e soggetti alle stesse regole e imposizioni fiscali. Questo scenario – aggiunge Fusini – non è utopia, ma un sistema obiettivo ricercato con la regolamentazione nazionale e regionale e promosso con autodisciplina e codici etici in modo che le violazioni della legalità siano riconoscibili, controllate e sanzionate come in qualsiasi ambito civile ed economico”. “Oggi l’equilibrio – ammette il direttore dell’Ascom – è ancora lontano dal realizzarsi perché alla crescita del turismo e al cambiamento delle preferenze dei consumatori ci si è approcciati senza regole certe. Accanto all’offerta qualitativa e rispettosa delle regole si è sviluppata anche una parte speculativa di ricettività extralberghiera. In alcuni paesi europei, per lo più dell’area mediterranea, alcuni fattori come la crisi economica e l’assenza di sbocchi occupazionali, la pressione fiscale eccessiva soprattutto sulla casa, la difficoltà del mercato immobiliare residenziale hanno contribuito ad aumentare in modo esponenziale l’offerta parallela di stanze e appartamenti per il turismo. Lo sviluppo è avvenuto senza una precisa regolamentazione tanto che in alcuni paesi, come l’Italia, l’ordinamento non è in grado nemmeno di censire in maniera certa la dimensione del fenomeno con gravi rischi in tema di evasione fiscale e sicurezza. In alcuni casi è passato molto velocemente il messaggio come in questo settore sia possibile pagare meno tasse e guadagnare di più rispetto agli altri settori economici. La risposta non si è fatta attendere. Se così è avvenuto fino ad oggi la coscienza della necessità dell’aggiustamento sta velocemente diffondendosi a livello territoriale, nazionale e europeo. C’è però bisogno dell’aiuto di tutti”.

L’azione locale

“Noi, come Associazione del commercio, da ormai un decennio abbiamo avvertito il problema. E in questo periodo – afferma Fusini – abbiamo fatto la nostra parte per sensibilizzare sul tema e arrivare a una soluzione. Tra dossier sull’abusivismo, interventi contro la pubblicità ingannevole sul portale booking.com, impegni a livello regionale con Confcommercio Lombardia, abbiamo cercato di dare una scossa. L’abbiamo fatto anche attraverso Federalberghi, in particolare ottenendo che il CCNL si applicasse anche a b&b, ostelli e affittacamere. La stessa Federalberghi e gli altri soci di Hotrec – conclude il direttore dell’Ascom – hanno indicato i dieci principi per un corretto svolgimento della sharing economy. Il decalogo europeo va adattato alla realtà istituzionale e normativa di ogni Paese. Si tratta di uno strumento operativo, in continua evoluzione da arricchire con il contributo di tutto il sistema organizzativo”.

Il decalogo per la sharing economy

– Definire le locazioni brevi di alloggi privati come attività turistico ricettive;
– Stabilire procedure di registrazione e autorizzazione;
– Misurare il flusso turistico negli alloggi privati;
– Tutelare la sicurezza;
– Rispettare le normative fiscali;
– Verificare l’identità dei visitatori come previsto nella convenzione di Schengen;
– Tutelare i diritti dei lavoratori;
– Tutelare la qualità della vita dei residenti;
– Differenziare la proprietà ad uso residenziale dalla proprietà ad uso produttivo;
– Controllare la diffusione di locazioni brevi di alloggi privati.




Seriate, 70 volontari pronti a entrare nella Protezione civile

Protezione civile SeriateOltre 70 nuovi volontari entreranno nelle fila dei gruppi di protezione civile della provincia. Questo il numero di persone che hanno seguito il corso base volontari di Protezione civile organizzato dal gruppo comunale di Protezione civile di Seriate in collaborazione con la Provincia, i volontari dei gruppi Fipsas di Seriate, Gevs di Albino, Uor – Ser di Bergamo, prefettura e Croce Rossa Italiana. Il corso ha coinvolto i partecipanti in 17 ore per un totale di 6 lezioni, di cui 5 teoriche e una pratica, tenutesi all’auditorium della biblioteca civica di Seriate. E il bilancio di chiusura è positivo sia da parte dei partecipanti sia degli organizzatori.

È soddisfatto il sindaco di Seriate Cristian Vezzoli, tra i partecipanti al corso. Per normativa infatti il primo cittadino è l’autorità comunale di protezione civile che, in caso di emergenza nel territorio amministrato, assume la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza verso la popolazione colpita e provvede agli interventi necessari, comunicandoli tempestivamente al prefetto e al Presidente della giunta regionale. «Sono entusiasta per la qualità di informazioni ricevute, la competenza e professionalità dei docenti. Il corso base fa maturare le persone e forma i nuovi volontari. Solo superandolo si diventa operativi, ossia si può partecipare alle operazioni di protezione civile, che collabora con puntualità con l’Amministrazione comunale sia nella gestione delle emergenze sia nell’organizzazione della vita seriatese, supportando gli agenti di polizia locale e altri volontari durante le manifestazioni cittadine. Ringrazio il gruppo comunale di Protezione civile per l’organizzazione del corso e per aver stipulato la convenzione con il Parco del Serio per tenere puliti e in sicurezza gli argini del fiume e i percorsi ciclo-pedonali. Segnali apprezzati, sono indice di dedizione verso il territorio e la città».

Oltre al sindaco di Seriate, hanno partecipato altri due primi cittadini: Gabriele Gabbiadini di Pedrengo e Carlo Foglia di Cenate Sopra. Anche loro erano tra i corsisti (d’età anagrafica compresa tra i 70 ai 20 anni) arrivati da 35 gruppi di volontariato della Protezione civile disseminati sul territorio provinciale. Durante le lezioni sono state impartite nozioni sulle funzioni e compiti della Protezione civile, sui servizi sanitari, quali il posto medico avanzato o l’ospedale da campo, da attivare in caso di emergenza, sul ruolo della Prefettura e delle componenti statali, sui rischi naturali e antropici presenti sul territorio, sulle mansioni del volontariato e su come erogare alloggi provvisori e servizi alla popolazione colpita da disastri. Oltre alle lezioni teoriche anche una pratica dove i volontari del gruppo comunale di Seriate, del GEVS di Albino e del SER di Bergamo hanno mostrato concretamente come montare e smontare una tenda, quali e come attivare i dispositivi di protezione individuali e antincendio, come usare i sistemi di comunicazione e uso radio.




Betti (Ascom): «I voucher nel terziario? Sono un analgesico, non la cura»

Enrico Betti
Enrico Betti

Il 2015 ha registrato un boom di voucher lavoro. Secondo i dati Inps analizzati in un dossier della Uil, un voucher su due è utilizzato nel commercio, turismo e servizi. Bergamo non è nella top 10 nazionale per l’utilizzo dei buoni lavoro ma non è nemmeno tra fanalini di coda delle province che ne impiegano pochi: si attesta al 14esimo posto della classifica, con 2.224.376 voucher venduti. «I voucher hanno trovato terreno fertile in un’area di attività che non ha una risposta adeguata da parte della contrattazione nazionale o territoriale e Bergamo, purtroppo, non si discosta dall’analisi nazionale», spiega Enrico Betti, responsabile area Politiche del lavoro di Ascom Confcommercio Bergamo.

Quali attività utilizzano di più i voucher e che età hanno i “voucheristi”?

«Non sono nelle condizioni di supportare la mia risposta con numeri analitici e certificati, ma ritengo di non sbagliarmi nel dire che i voucher sono utilizzati in ogni mansione in modo trasversale e che i giovani sono un importante bacino da cui le imprese “pescano” per le attività svolte con questo strumento».

Quali sono le opportunità offerte dai voucher per il commercio, il turismo e i servizi? Crede che rispondano adeguatamente alle esigenze di flessibilità del comparto, soprattutto per i lavori stagionali?

«Sono certamente una risposta a un’esigenza che, a livello sindacale, abbiamo cercato di esaudire. Purtroppo non abbiamo trovato terreno di discussione con le organizzazioni che rappresentano i lavoratori. Il risultato è quello che vediamo: il legislatore si sostituisce, peraltro senza avere le adeguate competenze e conoscenze, al nostro mestiere».

Quali sono le criticità che intravede?

«Trovo i voucher un analgesico, non certo la cura per un settore e un imprenditore che ha necessità di regole chiare e non vuole incorrere in rischi di contenzioso. I voucher, inoltre, possono alterare l’equilibrio tra la necessità di flessibilità per le imprese e le tutele essenziali e minime per chi lavora. La risposta migliore sarebbe agire sui contratti di lavoro già in essere, come il part time, e renderli più fruibili in termini di elasticità e monte ore complessivo».

I voucher, con il tempo e per la dimensione che hanno acquisito, possono alimentare indirettamente il mercato irregolare?

«Se utilizzati con dolo e senza controlli sì».

Il presidente Insp Tito Boeri ha definito i voucher come possibile nuova frontiera del precariato…

«Ha ragione. 7mila euro di massimale significano almeno 700 ore di lavoro, più di 4 mesi a tempo pieno, se lo riportiamo a un part time a 24 ore settimanale sono più di 7 mesi di lavoro senza ferie e permessi».

Quali misure crede siano necessarie per meglio regolamentare questo strumento?

«Bisogna ricondurli alla loro origine che è bene ricordare. Il lavoro accessorio è stato introdotto nel nostro ordinamento dagli artt. 70 e ss., D.Lgs. n. 276/2003. Nella versione originale, l’uso dei voucher era previsto solo per attività lavorative di natura meramente occasionale rese da soggetti a rischio di esclusione sociale o comunque non ancora entrati nel mercato del lavoro, o in procinto di uscirne, nell’ambito di precise attività, ovvero: piccoli lavori domestici a carattere straordinario, compresa la assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con handicap; insegnamento privato supplementare; piccoli lavori di giardinaggio, pulizia e manutenzione di edifici e monumenti; manifestazioni sociali, sportive, culturali o caritatevoli; collaborazioni con enti pubblici e associazioni di volontariato per lo svolgimento di lavori di emergenza, come quelli dovuti a calamità o eventi naturali improvvisi o di solidarietà. È facile vedere la deviazione che il sistema voucher ha avuto nelle successive riforme del lavoro».

 




Conosci il tuo motore? All’ARTILaB quattro lezioni per adolescenti

Giovedì 10 marzo, dalle 20 alle 21.30, all’ARTILaB in via Borgo Palazzo 93, la vetrina dei mestieri artigiani realizzata dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Bergamo, si terrà la prima lezione del corso “Meccanicando: conosci il tuo motore” rivolto agli adolescenti che si stanno approcciando al ciclomotore o alla motocicletta.  Il corso, tenuto dal titolare di Emporium Motorcycles Garage Daniele Cremonesi (di Ciserano), intende presentare, in 4 lezioni,  i cenni storici del motore a scoppio per motociclette e i principi del suo funzionamento, fornendo qualche consiglio per una corretta manutenzione. Le successive lezioni si terranno nelle serate del 17-24-31 marzo, sempre all’ArtiLab, alla medesimo orario. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti previa iscrizione. Le adesioni si raccoglieranno fino ad un massimo di 8 partecipanti. Info: segreteria Gruppo Giovani – Carmelo Davì (tel. 035.274.340; e-mail: giovani.imprenditori@artigianibg.com).




Sea-Sacbo, Rocca: “La fusione avvenga in tempi rapidi”

“Noi abbiamo auspicato che questo avvenga rapidamente perché solo da un coordinamento stretto di almeno questi tre aeroporti”, Malpensa, Linate e Orio al Serio “si può realizzare qui in Lombardia un vantaggio”. Così il presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca, si è espresso a margine della giornata inaugurale della Mobility Conference in merito alla fusione tra Sea e Sacbo, la società di gestione degli aeroporti milanesi e quella di gestione dell’aeroporto di Orio al Serio. “Bisogna fare una politica coordinata per migliorare l’indice di accessibilità intercontinentale di Milano”.




L’Ascom: “La scelta del Comune porterà a un centro senza più negozi”

La decisione del Comune di Bergamo di far pagare i parcheggi in centro anche nei giorni festivi, nell’ambito di una più ampia revisione della sosta su strada, non incontra i favori dell’Ascom. Il direttore dell’Associazione, Oscar Fusini, ribadisce che il tema della mobilità cittadina “sta molto ai nostri commercianti” e attacca: “Temiamo che la scelta di Palazzo Frizzoni porti ad un centro senza più negozi. Bergamo diventerà, certamente, una città meno caotica, di grande pregio architettonico, ma di nessun richiamo commerciale e con una qualità della vita tutta da verificare per sicurezza, vivibilità e anche pregio, perché senza appeal commerciale gli investimenti in ristrutturazione degli immobili saranno fatalmente ridotti”. “Sul fatto che gli autobus saranno pieni siamo dubbiosi – aggiunge Fusini -, mentre è certo che l’operazione complessiva renderà qualche milione di euro in più all’Atb, almeno all’inizio. Il vantaggio economico si avrà nel breve termine, finché la città continuerà ad essere ancora appetibile. Nel lungo termine città bassa perderà l’appeal che ora molti gli attribuiscono, e di conseguenza gli afflussi si ridurranno così come gli stessi profitti dei parcheggi”.

Fusini
Il direttore dell’Ascom, Oscar Fusini

“Senza voler essere catastrofisti e senza essere contrari a priori alle proposte di maggiore pedonalizzazione del centro – puntualizza Fusini – , dobbiamo ribadire il concetto che su temi così delicati è necessario agire con criterio, rispettare e salvaguardare tutti gli interessi in gioco, anche quelli dei commercianti, e soprattutto avere obiettivi dichiarati e una strategia lineare. Dubito che a strappi e a tentoni si possa fare qualcosa di buono”. Fusini si dice preoccupato in merito al pagamento domenicale del parcheggio. “Razionalizzerà il traffico, ridurrà i disagi e farà cassetto (se gli stalli blu non saranno già pieni delle macchine dei residenti) nelle domeniche di pienone del centro, ma contribuirà a svuotarlo nelle domeniche in cui la gente viene solo per fare colazione, pranzare o una passeggiata, ma dovendo pagare il parcheggio sceglierà altre mete. Il clima e le manifestazioni saranno quindi ancor più determinanti nel decidere le sorti dell’afflusso domenicale”.

“Le nostre preoccupazioni – continua il direttore dell’Ascom – si concentrano anche sull’altro aspetto anticipato dai giornali, e allo studio in Comune, ossia alla possibilità di concedere ai residenti, previo pagamento, di parcheggiare oltre che negli stalli a loro dedicati – quelli gialli – anche a quelli blu e destinati alla rotazione e, generalmente, ai clienti dei negozi. I numeri dicono già tutto: se i permessi per i residenti sono oltre 5.000 – tanti quanti gli attuali spazi gialli e blu – allora il rischio è che in settimana, ma più spesso il sabato e la domenica, saranno sempre occupati. Il centro diventerà terra di parcheggio a raso dei soli residenti. Per la funzione commerciale non resteranno che i parcheggi in struttura e nei sotterranei. Ma attenzione, ci sono acquisti incompatibili con il parcheggio lontano e sotterraneo ossia tutti gli acquisti di alimentari e, in ogni caso, pesanti o ingombranti (carne, frutta, alimentari ecc.). Prepariamoci al definitivo addio di quei negozi alimentari che ancora sopravvivono in centro città”.

“La scommessa e i rischi esistono anche per tutti gli altri negozi. A pagare – conclude Fusini – saranno soprattutto le attività poste lontano dai principali parcheggi in struttura. Il centro perderà accessi di persone che arrivano in centro per fare acquisti, ossia di coloro che, dovendo comprare una camicia o un paio di scarpe, ancora oggi preferiscono il centro alle struttura commerciali extraurbane, mentre il maggior afflusso di visitatori con gli autobus pieni o vuoti è tutto da verificare.  Speriamo bene”.

 

 

 

 

 




Prezzo dei libri, «la legge è un flop». I librai chiedono correzioni

Era stata accolta come l’opportunità della svolta da parte delle piccole librerie. La legge sulla disciplina del prezzo dei libri, n. 128 del 27 luglio 2011, meglio conosciuta come Legge Levi, dopo un iter lungo e travagliato, ha introdotto una serie di paletti per frenare la corsa agli sconti e alle promozioni, leva ampiamente utilizzata dai grandi gruppi editoriali ma insostenibile per le realtà indipendenti. L’obiettivo era tutelare il mercato librario e garantire la diffusione del libro e della lettura, ma oggi, a distanza di più di quattro anni, il provvedimento non pare proprio aver raggiunto quel risultato. Lo denuncia l’Ali, l’associazione dei librai italiani Confcommercio, che lancia una raccolta firme per chiedere al Governo una ridefinizione dell’impianto normativo.

«L’applicazione della Legge 128/2011 nei fatti non ha raggiunto gli obiettivi per i quali era stata adottata – spiega l’Ali -. Infatti la situazione che si è determinata nel nostro mercato ha visto la chiusura di molte librerie, che in alcuni casi erano l’unico presidio culturale del territorio, la difficoltà di molte altre, il calo di lettori, e il dilagare di pratiche commerciali disinvolte in particolare da parte della grande distribuzione organizzata e del principale competitore on line. Diversamente, altri Paesi europei, in particolare la Francia e la Germania, che si sono dotati di normative più efficaci, hanno garantito lo sviluppo delle librerie indipendenti e il mantenimento o il consolidamento dei livelli di lettura già alti in quei Paesi».

Evidenziando le troppe scappatoie trovate alle legge, ampliando il concetto di promozione, ad esempio, o prevedendo ulteriori vantaggi oltre lo sconto, i librai chiedono, in particolare, una riduzione della percentuale di sconto al pubblico, un chiarimento interpretativo che definisca in senso restrittivo le singole modalità operative delle campagne promozionali, l’elimininazione di ogni dubbio sul divieto di sconti aggiuntivi alla percentuale massima di legge mascherati da benefit e la definizione di più efficaci strumenti di controllo e di sanzionamento.

L’associazione invita i librai a firmare e a diffondere tra i colleghi la petizione. Il testo e le modalità sul sito www.libraitaliani.it

Cosa prevede oggi la legge sul prezzo dei libri

15%

il tetto massimo di sconto al pubblico sul prezzo di copertina per chiunque venda libri al dettaglio (anche per corrispondenza e on line)

25%

lo sconto massimo in occasione delle campagne promozionali, che possono essere effettuate solo dagli editori, ad esclusione del mese di dicembre. Le campagne devono essere distinte fra loro, non reiterabili nel corso dell’anno solare e di durata non superiore ad un mese. I venditori al dettaglio hanno la facoltà di non aderire ma devono in ogni caso essere informati e messi in condizione di partecipare alle medesime condizioni

20%

la percentuale massima di sconto in occasione di manifestazioni di particolare rilevanza internazionale, nazionale, regionale e locale. E in favore di organizzazioni non lucrative di utilità sociale, centri di formazione e di ricerca, biblioteche, archivi e musei pubblici, scuole e università.

La norma per la definizione del prezzo di copertina e il tetto allo sconto non si applica a: libri per bibliofili (intesi come quelli pubblicati a tiratura limitata per un ambito ristretto e di elevata qualità formale e tipografica); libri d’arte (stampati, anche parzialmente, con metodi artigianali per la riproduzione delle opere artistiche, quelli con illustrazioni eseguite direttamente a mano e quelli che sono rilegati in forma artigianale); libri antichi e di edizioni esaurite; libri usati; libri posti fuori catalogo dall’editore; libri pubblicati da almeno venti mesi e dopo che siano trascorsi almeno sei mesi dall’ultimo acquisto effettuato dalla libreria o da altro venditore al dettaglio; edizioni destinate in via prioritaria ad essere cedute nell’ambito di rapporti associativi.

Spetta al comune vigilare sul rispetto delle disposizioni e provvedere all’accertamento e all’irrogazione delle sanzioni (di cui agli articoli 22, comma 3, e 29, commi 2 e 3, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114).




Musica in negozio, tariffe Scf scontate per gli associati Ascom

Scade il 31 marzo il termine per il pagamento agevolato da parte degli esercizi commerciali dei diritti Scf, il consorzio che gestisce in Italia la raccolta e la distribuzione dei compensi, dovuti ad artisti e produttori discografici, per l’utilizzo in pubblico di musica registrata, come stabilito dalle direttive dell’Unione Europea e dalla legge sul diritto d’autore. La scadenza riguarda gli esercizi commerciali ed artigianali – incluse panetterie, rosticcerie, etc – mentre per pubblici esercizi, strutture ricettive, acconciatori ed estetisti il termine è il 31 maggio e la raccolta è affidata alla Siae.

Agli associati Ascom che effettuano il pagamento entro il 31 marzo è riservato uno sconto sulle tariffe del 30%. Per poterne usufruire è necessario contattare l’ufficio Accoglienza dell’Associazione, nella sede di Bergamo, in via Borgo Palazzo 137 (tel. 035 4120304). Le modalità di pagamento sono due. È possibile sottoscrivere un modulo di licenza, che permette di ricevere direttamente la fattura con l’importo già definito ed effettuare successivamente il versamento, nonché di ricevere automaticamente negli anni successivi la fattura con le tariffe di miglior favore previste dalla convenzione associativa senza dover più compilare nulla e solo comunicando eventuali variazioni intervenute in corso d’anno. In alternativa è possibile effettuare il versamento tramite l’apposito bollettino postale con le tariffe scontate. Ai possessori della Confcommercio Card è riconosciuto uno sconto del 40%, anziché del 30%, esclusivamente per la sottoscrizione del modulo di licenza.

I titolari di più punti vendita riferiti ad un’unica partita Iva – lo si ricorda – devono compilare ed inviare un solo modulo di licenza; se i negozi fanno invece capo ad imprese diverse occorre sottoscrivere una licenza per ognuna. Per il pagamento tramite bollettino postale è sempre necessario effettuare un versamento per ciascun punto vendita.




Ospitalità in appartamento, anche l’Ascom al confronto in Università

Uno dei temi più dibattuti negli ultimi anni nel mondo del turismo è la crescita dell’ospitalità alternativa in appartamento. Anche nella provincia di Bergamo sono diffusi sempre più gli appartamenti affittati a turisti e inseriti nei siti di intermediazione on line ma che non rientrano ufficialmente fra le strutture ricettive (quali B&B, affittacamere, …). La nuova legge regionale introduce novità importanti che danno chiarezza sulle disposizioni da attuare. Di tutto questo si parlerà martedì 8 marzo, dalle 14 alle 16, con l’incontro “L’ospitalità in appartamento a Bergamo” in programma nell’aula 3 della sede universitaria di via Salvecchio, in Città Alta. L’incontro è gratuito, aperto a tutti, e cercherà di rispondere due domande: quanto è effettivamente diffusa a Bergamo questa realtà? E quali novità si stanno attuando a livello normativo per regolamentare la locazione degli appartamenti?

TurismoDopo l’introduzione di Roberta Garibaldi, direttore CeSTIT – Centro Studi per il Turismo e l’Interpretazione del Territorio dell’Università degli studi di Bergamo, Gianluca Rossoni, dell’Università di Bergamo parlerà della “Nuova legge regionale sul turismo: disposizioni in merito all’ospitalità extra-alberghiera”. A seguire l’intervento della studentessa Elisa Bonacina sull’ “Ospitalità in appartamento nella città di Bergamo: una mappatura”. Infine, sul tema “La ricerca di un equilibrio sostenibile tra ricettività alberghiera ed extraalberghiera” si confronteranno Oscar Fusini, direttore dell’Ascom Confcommercio Bergamo, Giacomo Salvi, direttore di Confesercenti e Chiara Brembilla, presidente dell’Associazione B&B and co. Bergamo.