I commercialisti bergamaschi: “Investire in Ungheria conviene”

BudapestUn Paese con aliquote fiscali ridotte rispetto all’Italia, che agevola gli investimenti di chi crea posti di lavoro e nel quale potrebbe essere molto conveniente per le imprese italiane investire. Se ne è parlato in occasione di «Ungheria: una prospettiva per l’internazionalizzazione delle imprese», il convegno organizzato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, ieri pomeriggio presso la sede di via Rotonda dei Mille. Occasione pensata per fare luce sulle potenzialità di investimenti delle imprese bergamasche in Ungheria, Paese dal Pil in crescita e con un trend positivo, in controtendenza rispetto al resto dell’Europa. Sebbene, infatti, il mercato ungherese non sia particolarmente esteso, esistono per l’Italia prospettive di sviluppo della propria presenza nel medio e lungo termine da non trascurare, soprattutto in campo manifatturiero. Vantaggi costituiti dalla posizione geografica strategica al centro dell’Europa, dalla possibilità di godere di incentivi fiscali e dal basso costo della manodopera qualificata. «L’internazionalizzazione – ha dichiarato Claudio Melegoni, consigliere dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, delegato della Commissione “Diritto e Fiscalità Internazionale” – è una delle vie che, stante l’attuale crisi, ha consentito e consente a tante aziende italiane di migliorare i risultati economici e di permettere nuove opportunità di crescita. Certo, la ricerca di nuovi mercati internazionali richiede la conoscenza di tutti quegli elementi strettamente necessari per l’imprenditore per valutare la più opportuna decisione in tema di investimenti».

Da qui, l’importanza del tenere sotto controllo le evoluzioni del mercato, ponderando gli investimenti nel modo più conveniente. Le buone opportunità di business per le Pmi italiane in Ungheria, ad esempio, sono confermate dal continuo aumento delle esportazioni nostrane nel Paese che, oltre a settori quali la metallurgia (al primo posto con il 19,3%) e meccanica strumentale (15,2%), sta realizzando performance positive anche per i comparti elettrotecnica ed elettronica (11,5% del totale delle esportazioni), in crescita nel 2010 di 20 punti rispetto al 2009. Non solo: negli ultimi anni, il governo ungherese ha avviato un piano d’investimenti volto a promuovere le fonti rinnovabili e in particolare le biomasse che dunque diventano aree di mercato molto promettenti. E anche l’Unione Europea sta contribuendo alla modernizzazione del Paese: nell’ambito dei fondi stanziati per l’ammodernamento degli Stati membri meno avanzati, infatti, la Ue ha stanziato un fondo da 308 milioni di euro per creare a Budapest il Centro europeo per l’innovazione.

«L’incremento del Pil ungherese nel 2014 è stato superiore al 3% –  ha specificato Melegoni –  La crescita dovrebbe proseguire nel prossimo quadriennio: tra il 2015 e il 2018 l’aumento medio previsto è del 2,6%. Inoltre, di recente, il Governo ha adottato diverse misure a favore delle imprese e degli investimenti produttivi e il nuovo ciclo di fondi strutturali 2014-2020 destina all’Ungheria 34 miliardi di euro. Dunque, guardare all’Ungheria come opportunità di sviluppo e per migliorare la propria competitività può rilevarsi molto interessante». L’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Bergamo, tramite la propria Commissione “Diritto e Fiscalità Internazionale” con il convegno di ieri ha proseguito la propria attività di formazione continua ai propri iscritti, che recentemente ha visto, dopo la pubblicazione della “scheda paese” relativa alla Repubblica Popolare Cinese, la proposta di un master sulle novità in tema di Fiscalità Internazionale.




Rifiuti e sterpaglie, a Seriate una domenica di grandi pulizie

Dopo la giornata di salvaguardia ambientale promossa settimana scorsa, il Comune di Seriate e le associazioni e gruppi di volontariato replicano domenica 21 febbraio, con la pulizia di alcune zone di Cassinone e Comonte.

L’iniziativa si inserisce nella collaborazione per tutela dei parchi cittadini, delle sponde del fiume Serio e delle zone critiche del territorio avviata sin dal 2010, che l’assessore all’Ambiente Achille Milesi definisce «preziosa per il controllo e per il mantenimento ordinato e pulito del territorio. A tutti loro va un sentito grazie per l’impegno e la costanza dimostrati negli anni».

Se la giornata sarà soleggiata sono attese un centinaio di persone. Per la zona di Comonte scenderanno in campo oltre 30 seriatesi tra gli aderenti al Gruppo cacciatori di Seriate Fidc, coordinato da Luigi Vezzoli, e alcuni volontari, che si incontreranno alle 8 al centro sportivo con una duplice missione: pulire e creare aggregazione. «Queste giornate servono sia per raccogliere l’immondizia lasciata ai bordi delle strade e nelle aree verdi, solitamente riempiamo 3 o 4 camioncini con sacchi di rifiuti, sia per trascorrere una mattinata animati da spirito di gruppo» dice Luigi Vezzoli che, da coordinatore dei cacciatori, aggiunge: «Siamo sentinelle dell’ambiente. Ci teniamo a mantenerlo pulito». Cacciatori e volontari ripuliranno la zona attorno al centro commerciale Alle Valli e lungo le vie Dolomiti, Madonna delle Rose e via Pastrengo in zona Bù.

Al Cassinone invece saranno operativi il Gruppo Anuu Cacciatori Cassinone, coordinati da Mario Longhi, quello degli Alpini e il Gruppo sportivo. Circa una cinquantina di persone, divise in 5 squadre, munite di altrettanti camioncini, si ritroveranno alle 8 nel piazzale vicino alla chiesa. I volontari puliranno via Paderno, via Levata e tutte quelle di Cassinone, quali via Lazzaretto e via Basse, oltre alle vie perimetrali e alle scarpate lungo la strada provinciale. Per Longhi «salvaguardare il territorio, con interventi di sfoltimento dei rami e rovi come quello fatto settimana scorsa lungo la pista ciclabile, e ripulirlo dai rifiuti sono gesti fondamentali nel rispetto dell’ambiente in cui viviamo. A questo uniamo anche l’educazione alla salvaguardia del territorio verso i giovani. Infatti il 29 maggio coinvolgeremo anche i ragazzi dell’oratorio in una domenica ecologica».




Borgo Palazzo, le Botteghe rinnovano il direttivo. Marchesi lascia la presidenza

Roberto Marchesi
Roberto Marchesi

È tempo di elezioni per le Botteghe di Borgo Palazzo. Lunedì 22 febbraio l’associazione dei commercianti terrà l’assemblea per il rinnovo del Consiglio direttivo, giunto alla scadenza dei due anni di mandato. L’appuntamento è alle ore 20 all’Artilab, lo spazio al numero 93 riaperto e riempito di iniziative dai Giovani di Confartigianato.

La serata suggellerà il cambio alla guida dell’organizzazione. L’attuale presidente, Roberto Marchesi, dell’omonimo panificio, non intende infatti riproporsi per la carica, rimanendo a disposizione per un eventuale ruolo da consigliere. La decisione risponde ad una linea ben precisa. «Penso che una rotazione sia necessaria – afferma Marchesi -, in questi due anni le attività ed i programmi sono sempre stati gestiti all’insegna della condivisione e collaborazione, siamo riusciti a darci una struttura e a definire strategie tali per cui il precorso possa comunque andare avanti. È giusto fare spazio a qualcun altro».

Marchesi ha presieduto la squadra giovane e in gran parte rinnovata che ha messo in campo molte nuove sfide per l’associazione, che interessa un’arteria commerciale di quasi 2 chilometri e 200 negozi. «Il bilancio del mandato è senza dubbio positivo – dice –. Siamo riusciti a ricongiungere la via, che si stava spezzando in due “fazioni”, abbiamo dimostrato qualcosa che sembrava impossibile, ovvero riaprire le vetrine sfitte, facendo spazio a degli artisti, abbiamo portato la prima notte bianca, siamo entrati a far parte del Distretto del commercio della città, abbiamo avviato la collaborazione con il Gruppo Giovani di Confartigianato».

Un fermento che sembra abbia anche stimolato la partecipazione e la volontà di mettersi in gioco da parte degli operatori. «Prevediamo un’assemblea partecipata – evidenzia -, l’invito è a farsi avanti, per infoltire il direttivo e dare nuova linfa all’associazione. Il concetto di fondo è che si può essere incisivi, attirare interesse e proporsi come alternativa ai centri commerciali solo se si ragiona come un unico insieme, non certo singolarmente».




Elezioni Enasarco, a Bergamo nasce il Comitato unitario

Da sinistra: Giorgio Lazzari (Ascom), Pierluigi Boschini (Fiarc- Confesercenti), Antonio Bellini (Usarci), Massimo Bottaro (Fnaarc –Confcommercio), Pierluigi Signorelli (Usarci), Alberto Citerio (Cisl Bergamo), Filippo Caselli (Confesercenti)

 

Si è costituito anche a Bergamo il Comitato Unitario a sostegno della lista “Insieme per Enasarco”, che riunisce le principali organizzazioni di categoria di agenti e promotori (Fnaarc, Usarci, Fiarc, Anasf e Fisascat-Cisl) e gode dell’appoggio di Confindustria, Confcommercio, Confesercenti e Confcooperative.

Per la prima volta, infatti, nella storia dell’Enasarco, gli iscritti sono chiamati a scegliere i nuovi organi di vertice dell’Ente, che ogni anno eroga oltre 100mila pensioni e 70mila liquidazioni.

L’elezioni si svolgeranno dall’1 al 14 aprile e gli elettori esprimeranno il proprio voto con la modalità elettronica on-line, attraverso credenziali personali ed altre misure idonee ad assicurare la personalità e segretezza del voto e la regolarità delle procedure elettorali. L’Assemblea dei delegati, una volta costituita, eleggerà il nuovo Consiglio di Amministrazione.

Il Comitato Unitario locale riunisce gli agenti di commercio e le imprese mandatarie associate a: Fiarc–Confesercenti Bergamo, Fisascat–Cisl Bergamo, Fnarc-Ascom Confcommercio Bergamo, Usarci Bergamo. Compito del comitato è quello di rilanciare l’attività di Enasarco sul territorio all’insegna della trasparenza e dell’efficienza gestionale e finanziaria, per far tornare protagonisti gli agenti e le imprese.

Entro finelogo insieme per enasarco marzo il Comitato organizzerà un convegno di presentazione della lista e delle modalità di voto.

«Dopo 40 anni siamo riusciti ad ottenere una diretta partecipazione al controllo e alla gestione dell’Ente da parte degli agenti – afferma Pierluigi Boschini, presidente Fiarc Confesercenti Bergamo – È una grande conquista perché potremo decidere direttamente sui temi che riguardano la nostra attività presente e futura».

Per Massimo Bottaro, presidente Fnaarc Ascom Confcommercio Bergamo: «È l’occasione che ci permette di mettere al centro la figura dell’agente con i suoi diritti e doveri. Ci auguriamo, con questo nostro impegno pubblico, di riuscire a sensibilizzare anche i più giovani, che devono diventare elemento trainante per la nostra associazione».

«È un momento importante – aggiunge Pierluigi Signorelli, consigliere nazionale Usarci Bergamo e candidato nella lista “Insieme per Enasarco – perché è un’opportunità unica che ci permette di far parte della gestione dell’Ente, rappresentando la nostra categoria».

Del Comitato locale fa parte anche il sindacato. «Il Comitato che si è costituito ha il valore di mettere insieme i rappresentanti degli agenti con le case mandanti per gestire il patrimonio comune del Fondo di previdenze e assistenza – rileva Alberto Citerio, segretario Fisascat Cisl Bergamo-. È la strada giusta per valorizzare un settore così importante per la nostra economia».

Gli agenti iscritti all’Enasarco sono oltre 250 mila e le ditte mandanti 100.000. Le pensioni e le prestazioni erogate sono rispettivamente 112.000 e circa 12.00.

In provincia di Bergamo si contano 3.775 agenti rappresentanti e 1.504 case mandanti. Bergamo è la quarta provincia lombarda per numero di agenti, dopo Milano, Brescia e Monza Brianza; mentre è la terza per imprese mandanti, dopo Milano e Brescia.

 




Agenti immobiliari, depenalizzate le sanzioni antiriciclaggio

agenti immobiliari - burocrazia - antiriciclaggio
Novità per gli agenti immobiliari in tema di antiriciclaggio. Tra le depenalizzazioni del decreto legislativo 15 gennaio 2016 n. 8 (dall’ingiuria alla coltivazione di cannabis per uso terapeutico, alla guida senza patente, per citare quelle che hanno avuto maggiore risalto nella cronaca) c’è anche quella che ha convertito le sanzioni antiriciclaggio penali, relative alle violazioni in materia di adeguata verifica della clientela e di registrazione, in sanzioni antiriciclaggio amministrative.

Dal 6 febbraio 2016, data di entrata in vigore del provvedimento, tali violazioni, perciò, non costituiscono più un reato, che era punito solo con una pena pecuniaria, ma sono soggette al pagamento di una sanzione amministrativa, sempre pecuniaria, che però viene in pratica raddoppiata.

Per gli agenti immobiliari sono due, fondamentalmente, le condotte che vengono depenalizzate: le violazioni in tema di identificazione della clientela (era prevista la pena della multa da 2.600 a 13.000 euro, ora la sanzione amministrativa è compresa tra 5.000 e 30.000 euro) e l’omissione degli obblighi di registrazione della documentazione che è servita per la verifica e l’identificazione (anche in questo caso la multa andava 2.600 a 13.000 euro, mentre la sanzione sarà compresa tra 5.000 e 30.000 euro).

La depenalizzazione si applica anche alle violazioni commesse anteriormente alla data di entrata in vigore del decreto, purché il procedimento penale non sia stato definito con sentenza o con decreto divenuti irrevocabili.

A seguito della depenalizzazione sarà, inoltre, consentito, ai sensi dell’art. 16 della Legge 689/81, il pagamento in forma ridotta della sanzione antiriciclaggio versando l’importo entro 60 giorni dalla contestazione o notificazione della violazione.

«Da sottolineare che nulla cambia per gli agenti immobiliari riguardo agli obblighi antiriciclaggio – avverte il presidente della Fimaa-Ascom Bergamo Luciano Patelli -. Il provvedimento li solleva dalle implicazioni penali, snellisce e semplifica il procedimento sanzionatorio, ma accentua il peso economico delle sanzioni, confermando la necessità di trattare con estrema attenzione tutte le procedure in materia».




Responsabilità sociale, premi per 11 aziende bergamasche. C’è anche l’Aspan

L'assessore Parolini (al centro) con i premiati bergamaschi
L’assessore Parolini (al centro) con i premiati bergamaschi

Sono 11 le imprese bergamasche premiate per la responsabilità sociale nel corso dell’evento in programma oggi – mercoledì 17 febbraio –  nell’Auditorium di Piazza Città di Lombardia a Milano, momento conclusivo della raccolta delle buone prassi promossa dalle Camere di Commercio della Lombardia e giunta alla sesta edizione.

Protagoniste sono tanto le piccole e medie imprese quanto le grandi aziende e le cooperative che si sono distinte per il loro impegno e comportamento virtuoso e responsabile verso la società, l’ambiente e gli stakeholder in generale (personale, clienti, fornitori, comunità locali). Queste imprese hanno scelto di rendere pubblico il loro impegno, facendo da esempio ma anche sottoponendosi al vaglio di tutte le parti interessate: consumatori, lavoratori, organizzazioni non governative, a testimonianza della loro serietà e trasparenza.

L’edizione 2015 ha preso il via il 15 luglio scorso. L’iter di adesione si è svolto tutto on-line sul portale www.csr.unioncamerelombardia.it con la chiusura delle iscrizioni a fine dicembre. È seguita un’accurata fase d’istruttoria per valutare richieste e documentazioni conclusasi con la lista definitiva delle aziende premiate.

Per la Bergamasca il riconoscimento va a: Asilo nido La stellina (Azzano San Paolo), asilo nido Starlight (Stezzano), Aspan Servizi (Grassobbio), cooperativa La Terza Piuma (Bergamo), salumificio Gamba Edoardo (Villa d’Almé), Il Susino (Caravaggio), Ivs Italia (Seriate), O.P. Raggio di Sole società agricola cooperativa (Gorlago), Orto Bellina (Gorlago), Politerapica (Seriate), Sidip World (Canonica d’Adda), realtà che hanno quasi tutte già scritto negli anni scorsi il proprio nome nel repertorio regionale delle buone prassi.

Espressione del mondo associativo, Aspan Servizi, società che fa capo all’associazione dei panificatori bergamaschi, ha messo sul piatto ben tre iniziative. Il progetto di filiera di territorio, oggi denominato “QuiVicino”, mira a garantire una continuità alla produzione di pane con grano coltivato localmente, contribuendo a valorizzare l’economia locale in termini di occupazione, impatto ambientale, valorizzazione del paesaggio, differenziazione colturale e attenzione agli aspetti nutrizionali (il grano tenero raccolto diventa farina di tipo “1”, più ricca in fibre). Si tratta di un’inizativa che ha raggiunto rilevanza regionale, avendo coinvolto agricoltori, dopo gli agricoltori bergamaschi, quelli di altre province lombarde.

C’è poi il percorso didattico che ruota attorno al personaggio di “Capitan Pan Pan” per parlare e far conoscere il mondo del pane nell’ambiente scolastico. Portato avanti fino all’anno scolastico 2014-15  – con i patrocini dell’Ufficio scolastico provinciale, dell’Assessorato all’istruzione della provincia di Bergamo e del Comune di Bergamo – ha coinvolto alunni e insegnati dalle scuole materne alle medie offrendo l’opportunità di approfondire tematiche legate all’educazione alimentare e, più in generale, alla crescita dei ragazzi, e promuovendo, al contempo, la conoscenza e la collaborazione con le imprese di panificazione del loro quartiere. L’associazione ha inoltre finanziato una Borsa di studio, in convenzione con l’Università di Pavia, per quattro anni a partire dal 1999/2000 per un progetto di sorveglianza sanitaria a favore degli addetti del settore e successivamente sostenuto il “Progetto stress lavoro correlato per il settore della panificazione artigianale” a beneficio di tutti gli operatori.

In totale le realtà premiate in Lombardia sono 136: oltre alle 11 della provincia di Bergamo, 14 di Brescia, 5 di Como, 3 di Lecco, 2 di Lodi, 11 di Mantova, 53 di Milano, 5 di Monza/Brianza, 10 di Pavia, 18 di Sondrio e 4 di Varese. L’evento vede la presenza del presidente della Regione Roberto Maroni, dell’assessore allo Sviluppo Economico Mauro Parolini e di Giandomenico Auricchio, presidente Unioncamere Lombardia.




Sangalli (Confcommercio): “Tagli alla spesa pubblica per sostenere le pmi”

Carlo Sangalli
Carlo Sangalli

“Una rete che funziona nasce da una scintilla, da un innamoramento tra imprese che vogliono fare un pezzo di strada insieme. Per fare una buona rete ci vogliono, anche, metodo, gli strumenti giusti. E, proprio, sugli strumenti, si sono concentrate le nostre attenzioni, in questi anni”. Lo ha detto il presidente di Confcommercio Milano e Lombardia, Carlo Sangalli, durante il suo intervento al convegno “Reti di impresa. Opportunità di sviluppo”, nella sede di Confcommercio, a Milano. “C’è chi si è mosso in rete per sopravvivere alla crisi, chi per cogliere opportunità per Expo, chi per seguire il cambiamento del mercato”, ha sostenuto Sangalli proponendo tre punti di riflessione, “con cui Confcommercio ha abbracciato, con convinzione, il metodo delle reti. Le reti sono ante in una logica manifatturiera ma funzionano, anche, nel terziario, dove, dal 2012, sono cresciute del 10%, con poco meno di 2.500 imprese del commercio, del turismo e dei servizi. Le reti sono, anche, un cambiamento culturale perché il problema delle dimensioni si supera con la collaborazione, sono strumenti di rilancio ma non bisogna creare reti fragili, e qui è il ruolo delle istituzioni e delle associazioni”. Il secondo punto riguarda “il boom delle reti di impresa, tra il 2012 e il 2013, quando Regione Lombardia ha investito risorse e le associazioni si sono impegnate a promuoverle. L’azione pubblica e delle associazioni e il successo delle reti dimostrano che, quando le istituzioni e le associazioni si muovono insieme, si ottengono risultati importanti. I corpi intermedi sono strumenti indispensabili, non una zavorra. Senza di loro, una società sana non può stare in piedi”, ha sottolineato. Terzo e ultimo punto, “la ripresa economica. Dopo sette anni di crisi che hanno indebolito il sistema produttivo e ridotto la ricchezza italiana, tornare a crescere è difficile, i segnali sono fragili, timidi e incerti: il Pil del quarto trimestre del 2015 è stato deludente. Il governo deve vincere la scommessa di trasformare la ripresa statistica in crescita duratura e stabile per il Paese. Il governo deve tagliare la spesa pubblica improduttiva per trovare le risorse necessarie per la riduzione delle aliquote Irpef. Abbiamo il triste primato della pressione fiscale tra le più alte del mondo, creando meno crescita. La ricetta per un Paese equo che torna a crescere e scongiurare il ricorso alle clausole di salvaguardia è meno spesa pubblica e meno tasse”, suggerisce. “Le imprese, mettendosi in gioco, accettano la sfida del cambiamento e i corpi intermedi devono supportarle e accompagnarle con gli strumenti giusti. Le istituzioni devono mettere in condizioni le imprese di lavorare bene”, ha concluso Sangalli.




Maroni: “Priorità all’innovazione, alla crescita e alle reti d’imprese”

Roberto Maroni
Roberto Maroni

“Sul tema delle reti d’impresa abbiamo fatto molto e vogliamo continuare. Il numero dei contratti di rete è triplicato tra il 2012 e il 2013, grazie al progetto ‘Ergon’. Abbiamo finanziato 75 progetti di rete, per un ammontare di 15,6 milioni di euro tra il 2010 e il 2014. Nel 2015 abbiamo attivato anche il progetto ‘manager di reti’, per consolidare le reti d’impresa. Sono stati approvati 28 progetti e i contributi concessi sono stati di oltre 1 milione di euro. Questa é la strada giusta che vogliamo continuare a seguire”.

Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo, insieme all’assessore allo Sviluppo economico Mauro Parolini, all’evento, promosso da Confcommercio, ‘Insieme protagonisti della ripresa – Storie di Reti del Terziario’. “Visti i tagli che vengono da Roma sulla spesa corrente e quindi su iniziative di finanziamento – ha aggiunto Maroni – io credo che sia giusto individuare le priorità. Le priorità sono il sostegno all’innovazione, alla crescita e alle reti d’impresa. Abbiamo investito molto anche sui 9 cluster tecnologici regionali, finalizzati all’innovazione, alla competitività e alla ricerca. Per il biennio 2014-2015 abbiamo stanziato 1 milione di euro a favore di questi cluster, che raggruppano oltre 700 soggetti. Questo è il modello della Lombardia: mettiamo insieme pubblico e privato, le università, le imprese e i centri di ricerca, finanziando la ricerca applicata, quella che dà i risultati”.

Maroni ha poi ricordato la Legge regionale sul turismo e l’attrattività’ del territorio lombardo, che ha lo scopo di “superare la frammentazione e la parcellizzazione, favorendo le reti e i partenariati tra imprese”. “Abbiamo messo 25 milioni per il biennio – ha aggiunto il presidente – e abbiamo lanciato l’iniziativa dell’anno del turismo. La Lombardia è nota per la manifattura, ma è anche la prima regione agricola d’Italia e quella che ha il maggior numero dei siti Unesco. Dobbiamo valorizzare questo enorme patrimonio. Dal 29 maggio partirà dunque l’anno del turismo lombardo, attraverso il quale vogliamo far conoscere le bellezze, le bontà gastronomiche, i luoghi della cultura e i paesaggi della Lombardia”. “Condivido – ha concluso Maroni – l’appello di Confcommercio al Governo a migliorare la spesa pubblica. Noi abbiamo una sanità tra le migliori in Italia e in Europa ed è quella che ha il costo più basso. Il presidente Renzi si era impegnato a introdurre il principio dei costi standard nella Legge di Stabilità, ma questo non è avvenuto. Ha prevalso la logica dei tagli lineari. Faremo fronte a questi tagli senza aumentare i ticket e le tasse regionali, ma, se passasse la linea dell’efficientamento della spesa pubblica, noi ne avremmo un vantaggio”.




Premiata a Milano la rete d’imprese promossa dall’Ascom

GoinBergamoÈ stato premiato oggi, lunedì 15 febbraio 2016, a Milano il progetto GoinBergamo, la rete di impresa promossa da Ascom Bergamo che riunisce, tramite l’ecosistema digitale E015, i distretti dell’attrattività, le loro attività commerciali, i punti di interesse e le manifestazioni promosse. Il progetto ha ottenuto un riconoscimento nell’ambito del convegno “Insieme, protagonisti della ripresa. Storie di Reti del Terziario”, promosso da Confcommercio Lombardia sul valore, le aspettative e risultati delle imprese che hanno intrapreso percorsi di aggregazione di rete.

GoinBergamo è il risultato di un anno e mezzo di lavoro messo a punto dal servizio digitale di Ascom E015 FOR SMART COMMUNITIES con lo scopo di creare un “luogo” virtuale dove far confluire in modo univoco e con uno stesso linguaggio tutte le informazioni utili per vivere e visitare il territorio: dagli aggiornamenti sui trasporti e sul traffico, alle informazioni sugli eventi culturali, sui servizi di pubblica utilità, sui principali luoghi di interesse e sulle attività commerciali. Al progetto hanno preso parte i dieci distretti dell’Attrattività della Bergamasca (Valli in Famiglia, Fontium et Mercatorum, La Valle dei Sapori, Lemine Valle Imagna, Isola Bergamasca, Brembo e Colli, Gate, Iseo Lake, Viaggio alla Scoperta della Pianura bergamasca tra il Serio e l’Oglio, Bassa pianura bergamasca) e i loro 177 comuni di appartenenza, che globalmente contano 731 mila abitanti e 7.670 attività commerciali. Tutte le formazione raccolte durante l’anno e mezzo di lavoro stanno confluendo, secondo un processo che durerà qualche mese, nel portale www.goinbergamo.it e tra breve anche in un App, che consentirà ai turisti ed ai visitatori, ma anche ai cittadini del territorio, di scoprire i lati più interessanti e nascosti dei luoghi bergamaschi semplicemente “guardandosi attorno” con la telecamera ed il display del proprio smartphone, su cui compariranno informazioni aggiuntive e di approfondimento relativamente al luogo, al monumento o all’oggetto che si sta inquadrando.

Sul portale i dati raccolti sono stati suddivisi in macroaree punti di interesse, itinerari, eventi e attività commerciali e promozioni. Il compito del portale non è solo quello di raccogliere dati per dare informazioni ai turisti e utenti del territorio, ma anche fare da collettore di tutti le informazioni provenienti dai dieci distretti dell’attrattività bergamaschi per metterli a disposizione di siti internet, APP già esistenti, info-Point. In tal modo tutte le informazioni relative al territorio bergamasco saranno fruibili in un unico formato standardizzato e a vantaggio di qualunque soggetto – pubblico o privato- che le potrà utilizzare per promuovere e generare interesse verso le proprie iniziative e attrattive territoriali.

A Milano a ritirare il riconoscimento per Ascom erano presenti: il presidente Paolo Malvestiti, il direttore  Oscar Fusini, insieme a Roberto Ghidotti e Giorgio Puppi, che hanno seguito il progetto e a Nicola Viscardi, imprenditore che ha collaborato alla realizzazione della rete d’imprese.




L’indagine / Imprese, la carica delle reti. In Lombardia crescono del 25%

Crescono in Lombardia le reti d’impresa. Nel 2015 sono state circa 500 le imprese lombarde che hanno stipulato un contratto di rete portando a 2.435 il numero complessivo delle imprese lombarde in rete (sulle 13mila italiane: la Lombardia è la prima Regione per numero di imprese in rete, doppia quasi l’Emilia Romagna).

Dopo l’agricoltura (+35%) è il settore dei servizi (+24%) ad aver registrato la crescita più intensa dei contratti di rete, secondo i dati Unioncamere. Milano è l’area con il maggior numero di imprese coinvolte (835). E proprio nella sede milanese di Confcommercio si è tenuto l’evento “Insieme, protagonisti della ripresa. Storie di Reti del Terziario” organizzato da Confcommercio Lombardia con la presentazione dell’indagine TradeLab sulle aspettative e i risultati delle imprese che hanno intrapreso percorsi di aggregazione di rete.

Evento aperto da Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, e dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Con gli interventi di Renato Borghi (vicepresidente vicario della Confcommercio lombarda) e Luca Zanderighi (professore ordinario di Economia e gestione delle imprese dell’Università degli Studi di Milano, che ha presentato i dati dell’indagine). Da tre imprenditori, poi, è arrivata una testimonianza diretta della propria esperienza di rete (Dario Bossi con la rete “Photop”; Luigino Poli con la rete degli albergatori “La Milano che conviene” e Diana Da Ros con “MB Circle” ed “MB Wedding”). L’incontro, moderato da Oscar Giannino, si è concluso con la consegna, da parte di Confcommercio Lombardia, di un riconoscimento alle 23 reti di impresa più attive di commercio, turismo e servizi. Tra queste anche l’Ascom di Bergamo per il progetto “GoinBergamo – I Distretti del Commercio in Rete”, che mette in rete i distretti dell’attrattività, le loro attività commerciali, i punti di interesse e le manifestazioni tramite l’ecosistema digitale E015 e la realizzazione del portale e della webapp www.goinbergamo.it.

L’indagine, invece, ha coinvolto imprenditrici e imprenditori del terziario che, nell’ultimo triennio, hanno costituito o sono entrati a far parte di una rete d’impresa: nel complesso 21 reti d’impresa.

Le aziende che fanno rete

Dall’indagine emerge come l’86% delle aziende inserite in una rete d’impresa operi in Lombardia: il 36% a Milano e area metropolitana, quasi il 30% a Monza Brianza. In prevalenza sono imprese che appartengono al settore del commercio (45%), seguite dai servizi (25%) e dal turismo (22%). E sono soprattutto pmi: il 56% ha meno di 5 addetti e il 19% occupa almeno 10 persone. Il fatturato dichiarato (dato 2014) è inferiore ai 500mila euro per il 51% delle imprese mentre il 28% dichiara un fatturato di oltre 1 milione di euro. Dal punto di vista della composizione giuridica, il 45% delle aziende nelle reti d’impresa è una società di capitali; il 33% una società di persone e il 22% è costituito da ditte individuali. La rete d’impresa coinvolge in maniera significativa le imprese più giovani: quasi il 40%, infatti, svolge la propria attività da meno di 15 anni e tra di esse il 14% ha iniziato ad operare dopo il Duemila. Nel 70% dei casi il titolare dell’azienda che fa parte di una rete d’impresa è uomo. Un quarto degli imprenditori ha meno di 50 anni e il 25% ha conseguito una laurea o un master: essenzialmente fra quelli più giovani. Ma che caratteristiche hanno le aziende che fanno parte di una rete d’impresa? Il 63% delle imprese è indipendente, il 37% partecipa o è partecipato finanziariamente da altre imprese. Chi opera in una rete d’impresa è in genere comunque già abituato ad avere legami con altre realtà del territorio: il 42% fa parte di un Distretto e il 16% di un consorzio.

Realtà giovani e “formalizzate”

Le reti d’impresa sono giovani: costituite per oltre il 90% tra il 2014 e il 2013 (l’adesione delle imprese a una rete ha di fatto coinciso con la costituzione della rete stessa). E sono “formali”: l’86% delle imprese ha infatti stipulato un contratto di rete (più del 62% di chi attualmente fa invece parte di reti “informali” non ritiene sia necessario stipulare nel prossimo futuro un contratto di rete). Poco più del 28% delle imprese fa parte di una rete d’impresa con un fondo patrimoniale comune e personalità giuridica; quasi il 22% a una rete con un fondo patrimoniale comune e il circa 36% a una rete “light” (senza fondo patrimoniale comune e personalità giuridica). Le imprese sono comunque più interessate a consolidare l’esperienza di rete con una maggiore condivisione di azioni e cultura manageriale piuttosto che a costituire un modello contrattuale più “hard” (con un fondo patrimoniale comune).

Le imprese che aderiscono al contratto di rete hanno un elevato grado di collaborazione: il 60% svolge attività in comune e il 31% ha comunque una frequente consultazione con le altre aziende. È ancora molto limitata la presenza di un manager di rete. Le reti d’impresa sono per lo più di piccole e medie dimensioni – il 47% con meno di 5 imprese e il 49% con più di 10 – e sono in particolare localizzate a Milano area metropolitana (quasi il 62%) e nelle altre zone della Lombardia (poco più del 27%).

Opportunità e difficoltà

Perché le imprese del terziario aderiscono a una rete d’impresa (risposte multiple nell’indagine)? Il 76% per politiche di marketing e di comunicazione in comune, il 54% per sviluppare nuovi prodotti/servizi. Molto importante anche la riduzione dei costi operativi (acquisti in comune, razionalizzazioni della struttura dei costi) sottolineata da circa un terzo delle imprese.

Le maggiori difficoltà che si incontrano nell’avvio della rete riguardano, da un lato, i diversi adempimenti amministrativi necessari (30%) e, contestualmente, reclutare e coinvolgere le imprese (28%). Un aspetto, quest’ultimo, sentito in particolare nel settore commerciale: bene, quindi (e importante, rileva Confcommercio Lombardia, può essere in questo senso il ruolo del sistema associativo) iniziative territoriali che favoriscano incontro e confronto fra potenziali partecipanti a una rete.

Il ruolo dell’associazione di rappresentanza e di categoria è importante, assieme alle imprese, anche nel predisporre un contratto di rete giudicato molto e/o abbastanza complesso da oltre l’80% delle imprese. Più del 56% degli imprenditori si rivolge alle associazioni per chiedere supporto nello start up della rete. Significativo anche il coinvolgimento di consulenti/figure professionali (più del 32%). Supporto in particolare per il contratto di rete (informazioni 40% e formalizzazione il 34%). Poi il matching tra imprese (19%) e la definizione degli obiettivi della rete (16%).

Funzionano le reti d’impresa?

Le reti d’impresa funzionano: oltre i due terzi degli imprenditori dichiara di aver ricevuto un beneficio effettivo con l’adesione alla rete. Il beneficio riguarda soprattutto l’aumento della gamma di prodotti/servizi offerti (42%) e la riduzione dei costi o la possibilità di accedere a nuovi segmenti di mercato (assieme il 28%). Per il 47% delle imprese l’adesione alla rete è stata in linea con le attese. Più del 23% ritiene di aver avuto effetti superiori alle aspettative mentre il 29% si attendeva di più. Con riguardo all’organizzazione aziendale interna e allo sviluppo di nuove opportunità di mercato, il giudizio positivo è di circa la metà delle imprese.

Il rapporto con le banche

È un punto ancora critico: solo 15% ritiene che l’adesione alla rete d’impresa abbia effettivamente migliorato il livello di solidità finanziaria e affidabilità nei rapporti con gli istituti di credito.

Gli sviluppi

Nelle azioni future emerge soprattutto l’esigenza di consolidare il livello di operatività delle imprese in rete (33%) ed è sentita l’esigenza di una maggiore visibilità esterna della rete stessa (quasi il 40%).

Il ruolo delle associazioni

Per Confcommercio Lombardia il giudizio sui dati emersi dall’indagine è complessivamente positivo: dopo una prima iniziale sperimentazione, gran parte delle imprese sembra pronta ad affrontare il consolidamento della rete d’impresa e del suo progetto strategico. Occorre, però, accrescere il livello di cultura manageriale e rafforzare la governance delle reti. E le associazioni d’impresa – conclude Confcommercio Lombardia – hanno, in questo processo, un ruolo decisivo.