Shopping di Natale, domenica a piedi in centro e in Borgo Santa Caterina

In occasione di Santa Lucia, il Comune di Bergamo, in accordo con le associazioni di categoria e il Distretto Urbano del commercio ripropone, domenica 13 dicembre, la pedonalizzazione del centro cittadino, con la possibilità di passeggiare in tutta tranquillità nell’area di piazza Matteotti, del Sentierone e di viale Roma.

Confermato l’orario di chiusura ormai consueto, dalle 10 del mattino alle 19. L’Amminisrazione propone a partire dalle ore 14 fino alle ore 19.30 un servizio di navetta gratuito, in collaborazione con Atb, per tutti coloro che decideranno di parcheggiare, al costo di 3 euro, nei 2.400 posti disponibili presso il polo fieristico di via Lunga. Grazie all’accordo tra Atb ed Ente Fiera Promoberg, la navetta in partenza dalla Fiera Nuova con direzione centro città effettua le fermate in via Paglia, Porta Nuova (Farmacia di viale Papa Giovanni XXIII) e al ritorno alla Stazione Autolinee (fermata linea 8 in direzione Seriate). La frequenza del servizio di collegamento è di una corsa ogni 15 minuti, in partenza dall’interno del parcheggio della Fiera, mentre l’ultima corsa prevista dal centro città è alle ore 19.30.

Attivo dalle 14 alle 19.30 anche il collegamento, al costo di un normale biglietto da una zona, tra il parcheggio gratuito della Croce Rossa di via Broseta a Loreto e la Stazione Inferiore della Funicolare di Città, con frequenza di una corsa ogni 20 minuti. Il collegamento Atb in partenza dal parcheggio della Croce Rossa, prosegue in via XXIV Maggio, via Statuto – dove vengono effettuate due fermate in Largo Barozzi e alle piscine – continua in Galleria Conca d’Oro, viale Vittorio Emanuele e arriva alla Stazione Inferiore della Funicolare di Città.

Tantissime le iniziative in città, a partire delle tradizionali bancarelle di Santa Lucia sul Sentierone organizzate dalla Comap, la cooperativa degli ambulanti bergamaschi.

Durante il fine settimana il Comune di Bergamo offre poi un calendario di iniziative per i più piccoli, coinvolgendo alcune delle sue istituzioni culturali più importanti: sabato 12 dicembre sono ancora disponibili posti per “Un regalo per Santa Lucia”, laboratorio per bambini di 4 e 5 anni, a cura dei servizi Servizi Educativi dell’Accademia Carrara, per costruire una speciale scatola, dove custodire il regalo per Santa Lucia. Alle 16.15, nel cortile della Carrara, appuntamento con una Suite teatrale sulla luce a cura dell’associazione di promozione sociale “Isabelle il Capriolo”, un’azione teatrale elaborata durante un laboratorio di teatro partecipato dedicato ai temi del dono, della luce e dell’infanzia. Piazza Carrara sarà chiusa al traffico per una festa che si preannuncia di grande interesse.

Tutto esaurito invece alla Gamec per “Aspettando Santa Lucia” a cura di Clara Luiselli e Laura Mola: un percorso divertente e creativo per entrare in contatto con le opere di Maleviè.

Nel giorno di Santa Lucia, domenica 13 dicembre, alle ore 16.30, per la stagione del Teatro Sociale (sezione Giocarteatro) andrà in scena invece “Il tesoro dei pirati” a cura della compagnia “Teatro Pirata” di Jesi: spettacolo per tutti, dai 4 anni in su, a ingresso libero.

Dalle ore 15 alle 19 di domenica 13 chiusura al traffico anche in via Borgo Santa Caterina per la festa di Santa Lucia organizzata dai commercianti nell’ambito del calendario di eventi di Natale del Distretto Urbano del Commercio, con musica natalizia, animazione e balli di gruppo, esposizioni dei negozi sulla via, vin brulè e tante iniziative per i più piccini.

Il Distretto Urbano del Commercio propone poi domenica 13 dicembre iniziative anche in altre zone della città, in collaborazione con le associazioni dei commercianti: spiccano alle ore 10 in piazza Vecchia “Natale Walking Town”, camminata alla scoperta dei boschi di Città Alta con guide specializzate, alle ore 16 la castagnata di Borgo Palazzo.




Seriate, scambio di auguri con la musica anni 60, 70 e 80

Baraonda RockabillyDifficile resistere di fronte ai grandi successi dei gruppi e dei cantautori degli anni 60, 70 e 80, musiche e parole conosciute pressoché da tutti, che riscaldano subito l’atmosfera. Ed è quanto auspicano l’Associazione Statale 42 e l’Avis di Seriate che per lo scambio degli auguri di Natale con gli associati e la città organizzano venerdì 11 dicembre al teatro Gavazzeni il concerto della Baraonda dei Rockabilly, formazione di nove elementi che annovera un nome storico, come il bassista Rudy Capitanio, ex Fedeli 44, autore del primo inno dell’Atalanta, la chitarra e voce di Alberto Micheletti, dal Tepa’Studio, e ancora Beppe Rovetta alla batteria, Roberto Zanchi al basso, Lino Righi tastiere, Alvaro Carboni all’Hammond, Carlo Gerelli chitarra solista, Bruno Finazzi chitarra e Angiolino Pedrini alla voce nonché ideatore di una serie di filmati per sorridere insieme.

La serata sarà aperta dalla compagnia teatrale La Leggera (nove donne, a controbilanciare equamente le quote maschili!), che proporrà delle letture sul Natale di Carlo Dal Lago, indimenticato protagonista della scena politica e sociale seriatese.

L’iniziativa si inserisce nel programma dell’Associazione Statale 42, nata poco più di un anno fa con l’obiettivo di ravvivare Seriate con iniziative che vanno dalla cultura all’informazione, all’intrattenimento e di sviluppare la collaborazione con le altre associazioni del paese.

Lo spettacolo inizia alle 20.45. L’ingresso è libero.




«Cari automobilisti, abituatevi a fare a meno dei benzinai»

A seconda dell’insegna si chiamano easy, matic, express, megaself e sono il nuovo volto dei distributori di carburanti. Non sono infatti solo impianti self service, ma cosiddette stazioni fantasma (ghost), dove il gestore non lo si vede proprio, se non per caso, incrociandolo nelle sue mansioni di manutenzione dell’area. La tendenza è evidente anche a Bergamo, esempi recenti in via Gavazzeni e Corridoni, e non passa inosservata perché il prezzo è solitamente interessante.

giuseppe milazzo 2Ma per il presidente del Gruppo benzinai dell’Ascom, Giuseppe Milazzo, non è che la conferma di un fenomeno denunciato da tempo, la progressiva marginalizzazione della figura del gestore fino a quella che ritiene sarà la sua scomparsa inevitabile. «Gli impianti ghost? Sono la vittoria delle compagnie sul gestore – afferma -. Queste impongono condizioni sempre più penalizzati e quando non ce la fa più il gestore molla. Viene rifatto l’impianto con il nuovo format e l’operatore si accontenta di un compenso fisso, decisamente esiguo, per continuare a curare la stuttura, di fatto con le stesse responsabilità di prima».

Un effetto sui prezzi però ce l’hanno…

«Sì, ma il risparmio è ottenuto solo ed esclusivamente sacrificando il gestore. E chi invece continua in una stazione di servizio tradizionale ha un bel daffare a spiegare ai consumatori che non è un ladro se ha prezzi più alti, ma che ha le mani legate perché prezzo di acquisto e vendita sono imposti, così come sconti e condizioni. Il gestore dovrebbe essere un imprenditore, perché si assume il rischio di comprare il prodotto e venderlo, ma di fatto non ha nessuno spazio per agire in maniera imprenditoriale. Nemmeno le attività collaterali riescono più a dare una mano ai bilanci. Per i bar, ad esempio, le compagnie petrolifere proprietarie delle aree chiedono canoni sempre più alti, mentre gli autolavaggi subiscono la concorrenza degli impianti fai da te».

Un altro elemento di novità sono le pompe bianche, gli impianti non legati alle grandi compagnie petrolifere. Anche loro hanno agito sui prezzi, possono rappresentare un nuovo sbocco?

«Le novità legislative oggi permettono a chi ha le possibilità economiche di costruirsi il proprio impianto, di approvvigionarsi dei carburanti e venderli. È un sistema che funziona, più si riesce a vendere più si guadagna, ed ha dato una bella scossa ai prezzi. In Veneto il fenomeno è dilagato e credo che sia destinato ad ampliarsi anche da noi. Ma per dare vita a questi nuovi impianti servono disponibilità e poi la gestione in genere è diretta, non si ricorre alla figura del gestore o comunque non ci sono contratti nazionali a regolare il rapporto».

Ma almeno c’è qualche gestore che resiste?

«Amaramente mi viene da dire che resiste chi non ha un’alternativa. Se capita qualcosa di meglio credo che non ci si pensi su due volte a cambiare strada, come ho fatto anche io. I conti, del resto, sono presto fatti: le spese ci sono sempre, a cominciare dal personale, i margini si riducono e grande aumento nel consumo di carburanti non ce ne sarà, anzi».

Dovremo perciò dire addio al benzinaio di fiducia?

«Quella del servizio era una prerogativa tipicamente italiana e pare piaccia ancora al 30% degli automobilisti. Ci si sta però abituando sempre più al fai da te, come negli altri Paesi europei».

Messa così, sembra che il prezzo dipenda solo dalla presenza o meno del gestore…

«È come viene interpretata la situazione dall’opinione pubblica, ma non è la verità. Il fatto è che le decisioni sono tutte in mano alle compagnie».

Vede possibilità di invertire la rotta?

«La base associativa è sempre più sfiduciata, è stanca di pagare di tasca propria, servirebbe più spinta dal livello nazionale, mentre per ora a vincere sono sempre le compagnie petrolifere».




Fimaa fa il punto sulla responsabilità urbanistica. Premio alla carriera a Trigona

Gli agenti immobiliari aderenti a Fimaa – Ascom si ritrovati giovedì scorso nella Sala Tremaglia del Teatro Donizetti per il convegno sulla responsabilità urbanistica dal titolo “Agente Immobiliare: un professionista che garantisce compravendite sicure”. L’occasione è stata propizia per fare il punto sul compito e il ruolo degli agenti immobiliari, che, secondo le nuove disposizioni, sono chiamati a verificare il percorso urbanistico dell’immobile in vendita per garantire una compravendita corretta. Il convegno – moderato da Oscar Caironi – ha visto la partecipazione di Oscar Fusini, direttore dell’Ascom di Bergamo e di Luciano Patelli, presidente Fimaa Bergamo nonché coordinatore di Fimaa Lombardia. Sono intervenuti Santino Taverna, presidente Fimaa Italia, che parlato dell’evoluzione del mercato immobiliare italiano; Ettore Freri, responsabile SUEAP del Comune di Bergamo, sulla verifica urbanistica e su come effettuare l’accesso agli atti; Daniele Mammani, consulente legale Fimaa Italia, che ha intrattenuto la platea sulla responsabilità urbanistica; Luca Gotti, direttore territoriale Città di Bergamo e Val Brembana della Banca Popolare di Bergamo. A lui il compito di parlare del sostegno all’acquisto e alla ristrutturazione della casa. A conclusione del’evento si è tenuta anche la prima edizione del “Premio alla Carriera”, un riconoscimento per chi “si è distinto in ambito lavorativo”, che Fimaa Bergamo quest’anno ha destinato a Luigi Trigona, per 36 anni direttore dell’Ascom.

(servizio fotografico di Maria Zanchi)




Il sindacato? Rischia una “frantumazione dei meccanismi di rappresentanza”

“Una CISL Bergamasca che vuole guardare al futuro adeguando il proprio modello organizzativo, le politiche sindacali contrattuali maggiormente capaci di cogliere le nuove istanze e bisogni di una realtà del lavoro profondamente cambiata. È l’obiettivo che la segreteria insieme a tutto il gruppo dirigente ha voluto perseguire per mettere in luce punti di forza e di debolezza dell’organizzazione,  per aprire percorsi innovativi  e progetti organizzativi da costruire per mettere l’organizzazione in grado di sviluppare al meglio il proprio ruolo di rappresentanza”.

Nando Pagnoncelli
Nando Pagnoncelli

Un migliaio di persone intervistate o incontrate per disegnare il profilo recepito della Cisl di Bergamo e della sua rappresentanza nella provincia. Questo è stato la ricerca che la segreteria di Piccinini ha affidato alla IPSOS di Pagnoncelli che, nell’arco di un anno ha portato a compimento l’incarico. Il progetto ha diviso i suoi interventi tra interviste a Opinion Leader, individuati tra i rappresentanti delle maggiori organizzazioni della società; delegati, lavoratori, immigrati, iscritti e cittadini in genere, tutti intervistati sulla reputazione del sindacato in generale e della Cisl in particolare, con un approfondimento sui temi della rappresentanza.

Ne esce l’immagine di un sindacato alle prese con la propria crescita: in un panorama devastato dalla crisi e radicalmente modificato dalla crescita tecnologica, in relazioni difficili con generazioni che si fatica e rappresentare. Tutto il sindacato, dice la ricerca, quando intervista gli Opinion Leader del territorio, rischia una “frantumazione dei meccanismi di rappresentanza che danneggia l’intera società. Sul piano dei valori, nella stretta economica, la solidarietà è entrata in crisi e se un tempo l’iscrizione al sindacato era motivo di orgoglio, oggi è semplicemente utilitarismo. In particolare i giovani, complice la crisi e i timori per il futuro, si battono solo quando possono ottenere un vantaggio personale, ma le responsabilità sono anche del sindacato che poco ha fatto per superare lo squilibrio tra lavoratori garantiti e precari – che in molti casi corrisponde al divario vecchi e giovani – troppo spesso arroccandosi in difesa di categorie privilegiate”. Ma se la Cisl vive le stesse contraddizioni e difficoltà del sindacato in generale, ha tuttavia almeno due carte a suo favore, dicono sempre gli Opinion Leader: “la maggiore adesione al «modello» bergamasco:  per quanto con qualche usura, la Cisl aderisce meglio alle caratteristiche costitutive della città. E’ un tratto da consolidare e rafforzare proprio in uno spirito di servizio. Pur non rinunciando a dare il suo contributo sui grandi temi, Cisl è un sindacato non ideologico, molto declinato sulla concretezza e quotidianità, capace di adattarsi ai cambiamenti. Un sindacato a bassa intensità ideologica e ad alta intensità operativa”.

“Emerge dalla ricerca una forte identità e consapevolezza del radicamento della Cisl di Bergamo nel contesto territoriale, un modello non ideologico ma declinato sul merito, sulla concretezza e sull’operatività nella quotidianità – sottolinea Ferdinando Piccinini, segretario generale del sindacato di via Carnovali -. Centrali sono in questo modello i delegati sindacali, gli attivisti, agenti sociali che si riconoscono nell’organizzazione e  svolgono un ruolo essenziale di costruzione di legami sociali attraverso azioni di servizio, tutela e rappresentanza”. Questa grande rete sociale che è la CISL Bergamasca “deve fare i conti con un processo di nuove soggettività e di individualizzazione che da tempo hanno coinvolto le diverse realtà del lavoro.  In questi anni hanno avuto sempre più rilevanza, nella risposta a bisogni sempre più personalizzati, i servizi sindacali che hanno saputo assumere un ruolo importante, come emerge in modo forte dalla ricerca.  Lo snodo  centrale da affrontare è collegare la risposta a bisogni sempre più soggettivi con la rappresentanza sindacale e contrattuale in grado di rafforzare e allargare la propria azione di tutela”.

L’evoluzione del sistema servizi sindacali va oggi verso nuovi  bisogni, soprattutto evidenziati dalla realtà giovanile sui servizi al lavoro, sull’orientamento, sull’incontro domanda/offerta, sull’alternanza scuola-lavoro. Un collegamento tra servizi e politiche contrattuali soprattutto sul versante che appare dalla ricerca più problematico cioè quello di ritornare ad essere in modo nuovo un punto di riferimento sul versante della professionalità, dei percorsi di carriera, della qualificazione, del governo delle flessibilità. “Oggi, e sempre di più in futuro – conclude Piccinini -, sviluppare nuove tutele significa costruire presidi sindacali sugli snodi più rilevanti che lavoratrici e lavoratori avranno nella loro vita lavorativa e sociale; molti di questi non hanno più il posto di lavoro tradizionale o la realtà di impresa come riferimento ma il territorio”.

“È questa una delle sfide più rilevanti che emergono dalla ricerca che devono essere giocate nella strutturazione di nuovi servizi e politiche contrattuali – dice Giacomo Meloni, che per la segreteria ha seguito le fasi della ricerca -. Il modello della CISL bergamasca potrebbe davvero avere un ruolo importante di sperimentazione in questa direzione. Occorre inoltre assumere il problema di rafforzare e valorizzare maggiormente l’adesione sindacale, che appare oggi più debole rispetto al passato, attraverso campagne informative più mirate utilizzando maggiormente i nuovi strumenti comunicativi e costruendo spazi di incontro e confronto aperti in grado di coinvolgere maggiormente i giovani lavoratori”

 

 

 

 

 

 

 

 




Il Collegio Notarile: “Il Listino? Strumento utile, per questo collaboriamo”

Durante la presentazione del “Listino dei prezzi degli immobili di Bergamo e provincia” sono intervenuti anche i rappresentanti dei consumatori, dei notai e dei geometri.

Marco Tucci, consigliere Collegio Notarile Bergamo

“Da quest’anno il Listino vede la collaborazione del Collegio Notarile di Bergamo che ha partecipato alla stesura del borsino con una scheda sulla tassazione degli immobili e sulle imposte legate all’acquisto della prima casa. Il prezzo di acquisto di un immobile non è solo il prezzo dello stesso, ma esistono altre spese collegate come onorari, provvigioni e imposte che chi compra casa deve sapere. Il Collegio  Notarile  ritiene il listino uno strumento utile e per questo ha voluto stringere la collaborazione”.

Eddy Locati, presidente Adiconsum Bergamo

“Adiconusm partecipa alla pubblicazione del listino con una Guida alle compravendite immobiliari, attraverso la quale offre consigli ai consumatori che vendono o acquistano casa, partendo dalla scelta dell’agente immobiliare, dal mutuo fino alla tipologia del contratto in modo da evitare che errori e far andare a buon fine l’affare. Notiamo che il mercato oggi è in leggera ripresa. Ci sono però ancora casi in cui si ha difficoltà a pagare un mutuo e quindi il consiglio che diamo a chi ha intenzione di acquistare casa con mutuo è di vincolare il contratto all’ottenimento del mutuo stesso”.

Mario Belotti, consigliere Collegio geometri e geometri laureati di Bergamo

“E’ da sei anni che collaboriamo con il Listino degli immobili di Fimaa e abbiamo assistito ad una evoluzione del mercato immobiliare e della gestione delle compravendite. Il Bollettino è per noi uno strumento utile perché serve a dare trasparenza, in quanto la raccolta dei dati sia da parte degli agenti Fimaa che dai nostri geometri dà garanzia della veridicità di quanto viene proposto”.

 




Il notaio Santus presidente della Fondazione Papa Giovanni XXIII

Fondazione Papa Giovanni XXIIIAvvicendamento alla presidenza della Fondazione Papa Giovanni XXIII. Il notaio Armando Santus succede al saggista Marco Roncalli, che resta membro del Consiglio di amministrazione, confermato in toto, insieme al direttore della Fondazione don Ezio Bolis, dal vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi. Il consiglio di amministrazione della Fondazione è altresì composto da monsignor Pasquale Pezzoli, Elisa Bortolato, Giuseppe Giovanelli e Luigi Roffia. La Fondazione Papa Giovanni XXIII è nata nel 2000 per volontà della Diocesi di Bergamo con l’intento di raccogliere, custodire, studiare e divulgare il prezioso patrimonio documentario di Angelo Giuseppe Roncalli, san Giovanni XXIII. Riversato dal suo segretario Loris Francesco Capovilla, tale patrimonio consta di oltre 10.000 carte tra fascicoli, foto e volumi. L’attività della Fondazione Papa Giovanni XXIII comprende la promozione di studi, seminari, convegni, mostre e iniziative culturali (in collaborazione con diversi enti fra i quali le Università di Bergamo, Pavia e Pisa) per approfondire la conoscenza di Papa Roncalli. La sede della Fondazione è a Bergamo in via Arena 26.




Il commento / Fusini: “Il settore degli immobili non residenziali segna il cambiamento di un’epoca”

Non sono ancora disponibili i dati definitivi del 2015, ma la discussione resta aperta, anche all’interno del comitato scientifico del Listino dei prezzi degli immobili, sul reale andamento delle compravendite immobiliari, in particolare per gli immobili industriali e commerciali, e sugli scenari che si prospettano alla luce dell’attuale mercato immobiliare. Questo perché si susseguono diversi Osservatori immobiliari spesso in contrapposizione tra loro quando da una parte qualcuno annuncia la ripresa del mercato immobiliare ed altri confermano la stagnazione.  Ma cosa sta effettivamente accadendo in Bergamasca? Non vogliamo contribuire al pessimismo nel dichiarare che il 2015 si chiuderà con un numero di transazioni che prevediamo leggermente in crescita per i negozi rispetto a quelle del 2014, e questo costituirebbe un inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni e un numero di compravendite ancora negativi sul versante degli uffici e degli immobili industriali. Mentre i prezzi continuano la caduta sia pur a ritmi più lenti potremmo anche sbagliare nel prevedere il segno più o il segno meno nel numero di operazioni, ma il punto non è questo. Non sono infatti trenta compravendite in più o in meno in un mercato asfittico a migliorare o aggravare di molto la situazione.

Oscar Fusini
Oscar Fusini

I numeri ufficiali ci possono soccorrere. In provincia di Bergamo, le compravendite nel 2014 hanno toccato quota 1.207: nel dettaglio,  256 uffici, 491 negozi e centri commerciali, 460 capannoni, 1 istituto di credito e 3 alberghi. Verrebbe da dire che se queste sono le cifre che avvalorano le scelte di investimento e la mobilità di sede di un sistema che si compone di oltre 92.000 imprese attive se non è paralisi poco ci manca. In ogni caso si tratta di numeri che segnalano lo sprofondamento di circa la metà delle transazioni dell’anno 2006, che ammontavano a 2.400. Sono passati solo 8 anni, ma sembra trascorso un secolo, e in questo frangente le vendite sono crollate del 50% e con i gli andamenti altalenati attuali difficilmente torneremo in fretta agli andamenti ante crisi. Eppure qualcosa di nuovo si è visto in questi anni. Qualcosa dal recupero di  immobili industriali dismessi, posti sulle arterie di grande scorrimento, grazie ai cambi di destinazione d’uso. Ma il grosso è stato soprattutto l’edificazione di nuovi insediamenti commerciali e artigianali nelle aree di Lallio, Dalmine, Orio al Serio e Grassobbio. Senza dimenticare aree come quella della Bassa dove altri investimenti imponenti si sono susseguiti. In concreto, dove è stato possibile, le aziende hanno preferito costruire nuovi immobili su terreni edificabili piuttosto che insediarsi o recuperare l’esistente. Si tratta di immobili completamente diversi da quelli esistenti. Di taglio grande, alti dodici metri, con parcheggi e aree di movimentazione degli automezzi, realizzati con tecnologie e servizi all’avanguardia. Quello che sul mercato non c’è o non è disponibile. In primo luogo sembra superato il modello del Nord-Est, ossia della villa a fianco del piccolo laboratorio o capannone. In ogni caso sembrano arcaici i capannoni nati da frazionamenti, di poche centinaia di metri, mal serviti e superati dalle esigenze delle imprese, che oggi sono cambiate.

Se la domanda, a seguito della crisi, costituisce il reale freno al mercato, esiste anche un problema soprattutto sul lato dell’offerta. Un forte divario tra il pregio, la qualità richiesta e quella offerta, soprattutto per il segmento del non nuovo, che incide sul ritardo nelle vendite e locazioni e spesso cade nell’invenduto a medio lungo termine. Questo mismatch tra domanda e offerta tocca tutti gli immobili non residenziali. Per il commercio si tratta di un cambiamento epocale di stili di consumo, mentre per gli altri immobili del terziario e produttivo  di modelli organizzativi del lavoro e della produzione che impongono standard diversi rispetto a quelli anche solo di dieci anni fa.  Visibilità, servizi, accessibilità e parcheggio sono ulteriori fattori che hanno  ridotto ulteriormente l’appetibilità di questi immobili. Non si tratta quindi solo di un eccesso di offerta o di un problema di prezzo, che con la ripresa auspicata e l’ulteriore limatura dei prezzi potrebbero  cambiare proprietario e tornare a vivere. Questi “spazi dovranno essere ripensati mentre serviranno proposte di legge e incentivi per il loro effettivo recupero o destinazione. Anche verso aree verdi, perché no?   La magra del mercato delle abitazioni costituirà infatti un ulteriore e oggettivo vincolo su come e dove effettivamente destinarli. Evitando anche da noi paurosi effetti “Detroit”.

* direttore dell’Ascom di Bergamo

 




Mercato immobiliare in leggera ripresa, ma non per i negozi

Listino Immobili
Un mercato immobiliare in leggera ripresa, con prezzi in diminuzione in città e provincia per il residenziale, mentre sono in diminuzione le transazioni per gli immobili industriali. Sul residenziale, in particolare, cresce la richiesta di appartamenti medio grande, tra i 100 e i 125 metri quadrati. E’ quanto emerge, a grandi linee, dalla 21° edizione del “Listino dei prezzi degli immobili di Bergamo e provincia”, edito da La Rassegna e in edicola da oggi, giovedì 3 dicembre, e realizzato dagli Agenti Immobiliari di Fimaa – Ascom Bergamo. Come ogni anno, il borsino degli immobili, stampato in 8 mila copie, offre un quadro completo sull’andamento del mercato, dando tutte le quotazioni per la compravendita e la locazione di appartamenti, box, uffici, negozi e capannoni della città e dell’intera provincia. La nuova edizione contiene le rilevazioni di tutti i paesi della Bergamasca. Le quotazioni in città sono suddivise per ogni via e quartiere, con 37 zone di rilevazione e relative mappe. La pubblicazione è curata dai mediatori immobiliari di Fimaa-Ascom, con la collaborazione di Adiconsum, Appe, Collegio dei geometri e geometri laureati di Bergamo e Collegio Notarile di Bergamo; e con il patrocinio di Provincia di Bergamo, Comune di Bergamo, Camera di Commercio di Bergamo, Università degli Studi di Bergamo. I dati raccolti per il bollettino fanno riferimento al 2015.

Abitazioni: prezzi in diminuzione in città e in provincia

Per quanto riguarda il mercato residenziale i prezzi sono in diminuzione del 3,8% in città e del 4,6% in provincia. In calo i valori del centrale e dei borghi, mentre si mantengono buone le richieste per il  centralissimo e città alta, dove si registra anche un assestamento dei prezzi. Il semicentrale registra una diminuzione dei prezzi ma non mancano valori stabili per gli immobili di qualità. Continua il calo dei prezzi delle abitazioni in periferia, pur a tassi inferiori rispetto agli anni scorsi.  Gli immobili di nuova costruzione evidenziano una maggiore tenuta rispetto alle altre categorie, inoltre si sta verificando la vendita “sulla carta” di immobili di costruzioni in classe energetica performante, in piccole entità di 6/8 appartamenti sia in città che nell’hinterland. L’invenduto del nuovo che non rispetta criteri “performanti” resta invece in grave difficoltà.Listino Immobiliare A volte la difficoltà di transazione è causata dalla mancanza di liquidità, dovuta alla difficoltà di vendere il proprio immobile prima di acquisirne uno nuovo. Nel complesso l’incrocio tra domanda e offerta è continuativo, grazie alla sensibilità dei proprietari di casa che propongono valori reali per la vendita dell’immobile, allineati ai dati del Listino degli immobili. Più vistosa la diminuzione degli immobili più vecchi e da ristrutturare, per cui è crollata la domanda, soprattutto da parte di cittadini stranieri. In provincia, i prezzi diminuiscono sia nei centri principali, dove si registra maggiore surplus d’offerta, sia nei comuni più piccoli. Tengono le quotazioni del segmento del nuovo e dell’offerta di qualità. In generale, l’atteggiamento delle famiglie verso la sostituzione è di selezione e di attesa. Le famiglie cercano per lo più case dalle metrature medio-grandi, 100- 125 mq. Le famiglie senza figli cercano trilocali ubicati nell’hinterland e vicini ai principali servizi,il cui costo si aggira su 160 mila euro; per le famiglie con figli la preferenza va ai trilo/quadriolocali nella zona centrale di pregio o borghi storici di città e provincia, con ingresso dipendente, giardino privato o piani alti con terrazzi e balconi in zone ben servite. Prezzo medio 190 mila euro. Diminuiscono le richieste dei single e degli extracomunitari. Resta ferma la domanda a scopo di investimento, travolta dall’inasprimento fiscale. In città le zone più costose rimangono città alta e i colli. In provincia gli immobili più cari si trovano nel centro di Lovere e Treviglio.

Locazioni: prezzi stabili in città, in discesa in provincia

A fronte di un’offerta che resta molto alta, si conferma in generale una crescita della domanda dei contratti di affitto, segnale di consolidamento della ripresa del mercato della locazione. Dopo una discesa durata oltre sei anni, da un biennio i canoni restano confermati in città. I prezzi degli affitti sono in diminuzione nei principali paesi della provincia, con una riduzione media tra l’ 1% e il 2%. In città la domanda di immobili in affitto sta crescendo. In controtendenza invece il mercato in provincia, dove il turistico fatica per ragioni economiche e la domanda espressa dalle famiglie di cittadini stranieri sta diminuendo. Resta prioritaria per i proprietari l’esigenza di selezionare conduttori affidabili e solvibili, anche riconoscendo sconti sul canone. D’altra parte, l’accresciuta pressione fiscale, spinge nel mettere a reddito gli immobili invenduti. Canone mensile in città va dai 450 ai 650 euro al mese; in provincia dai 500 ai 350 euro al mese.

Box, prezzi in calo

Il mercato dei box sembra avviarsi verso una stabilizzazione, con livelli di movimentazione molto bassi. In città e provincia calano i valori di compravendita (-4%), che avevano toccato punte significative negli scorsi anni. In diminuzione anche i valori degli affitti (-5,4%) che, per effetto della crisi, per molti resta un lusso insostenibile anche a fronte di un parco auto che sta invecchiando. In città il prezzo medio di un box va dagli 80 ai 34 mila euro; in provincia dai 26 ai 18 mila euro.

Mercato non residenziale

Il mercato del terziario resta in affanno. Nei primi sei mesi del 2015 ha visto un calo del 12,3% rispetto allo scorso anno.

I negozi: deboli le compravendite e prezzi in calo

Il commercio continua a restare debole per la crisi dei consumi e ciò riflette l’andamento dei valori immobiliari. La difficoltà dell’accesso al credito e le aspettative di scarso guadagno sconsigliano nuovi investimenti per gli imprenditori. La crisi spinge la diminuzione dei prezzi di compravendita dei negozi (-2,1% in città e -3,4% in provincia), sia pur con riduzioni meno marcate rispetto agli anni precedenti. Il mercato è ancora movimentato dalla domanda per negozi nuovi e di pregio commerciale (localizzati nelle aree primarie del centro storico e nei centri commerciali) e dalle ubicazioni di elevata visibilità poste sulle arterie principali. La crisi restringe però le aree di interesse: le zone malservite per mobilità e parcheggi, le ubicazioni secondarie scontano la riduzione della domanda per attività marginali, etniche e di servizi. Torna a crescere il mercato delle locazioni soprattutto per le piccole attività. Si consolida il segno meno anche nei canoni di locazione, con cali evidenti soprattutto in provincia (-2,4%) ed in periferia della città (-1,5%). E’ l’effetto della debolezza del commercio e della scarsa domanda per negozi tradizionali in affitto, soprattutto se mal ubicati. Tornano a crescere i tempi di vendita e locazione rispettivamente a 13 e 7,5 mesi mentre lo sconto medio praticato raggiunge punte del 18%.

Uffici: prezzi e canoni in calo e transazioni stabili

Per il mercato direzionale, l’anno appena trascorso conferma la tendenza degli ultimi con riduzioni che restano marcate. La domanda si è mantenuta esile a fronte di un’offerta di spazi crescenti che non riesce ad essere collocata sul mercato. Si consolida ormai da sette anni il calo dei prezzi di compravendita (-2.8% in città), che prosegue più marcata in provincia (-3,6%), soprattutto nelle aree del territorio a forte vocazione industriale. Stabili le transazioni dopo il sensibile calo registrato nel 2014. Calano i canoni di locazione soprattutto in città (-3,5%), dove avevano raggiunto livelli molto elevati. La bassa qualità degli immobili offerti in locazione riduce l’appetibilità per il trasferimento di imprese e professionisti. Il mercato regge per l’offerta di uffici di alta qualità, che resta molto ambita da imprese desiderose di una nuova localizzazione. Si tratta però di una domanda limitata e molto selettiva.

Capannoni: offerta non all’altezza delle richieste

Per le compravendite, l’offerta attuale non è all’altezza delle richieste. Stabile il numero delle locazioni. Da sei anni si registra una diminuzione dei prezzi (-1,2%) e degli affitti (-2,35). La riduzione è più marcata per i capannoni usati. In leggera ripresa il mercato delle strutture medio piccole, sotto i mille metri quadrati. Le medio grandi non rispondono alle esigenze del mercato, così che le aziende preferiscono cercare terreni su cui edificare strutture adeguate alle loro esigenze: edifici alti 10-12 metri, costruiti secondo le regole antisismiche, con aree esterne per carico e scarico per la circolazione di autoarticolati. La nuova tendenza è la costruzione di capannoni in acciaio. Le aree ambite che alimentano la domanda nel settore sono quelle prossime ai raccordi stradali, autostradali, all’aeroporto e le posizioni su strade di grande scorrimento.

 




Confartigianato, incontro con il maestro Trento Longaretti

Sarà presentato venerdì 4 dicembre alle ore 18.30, nell’Auditorium “Calegari” della sede di Confartigianato Bergamo (in via Torretta 12), il Primo Tomo del Catalogo Generale della Pittura di Trento Longaretti, a cura di Carlo Pirovano, opera omnia del grande pittore bergamasco che, in cinque tomi, racchiuderà per la prima volta tutta la sua vita artistica.

L’iniziativa è inserita nel programma della rassegna “Arte &’ Artigianato”, promossa da Confartigianato Bergamo con il patrocinio di Regione, Provincia, Comune di Bergamo, Camera di commercio, Confartigianato Lombardia e Scuola d’Arte Andrea Fantoni.

La serata sarà introdotta dal presidente di Confartigianato Bergamo Angelo Carrara, a cui seguirà la presentazione del volume da parte di Giovanni Valagussa, conservatore della Pinacoteca Carrara. All’incontro sarà presente il maestro Trento Longaretti che racconterà il rapporto che da sempre ha accomunato la sua vita artistica con il mondo artigiano.

Il Catalogo Generale della Pittura di Trento Longaretti, classe 1916, mira ad illustrare in successione cronologica la ricchissima attività dell’artista nativo di Treviglio, a partire dagli anni Trenta fino ai giorni nostri. Questo primo tomo, ad oggi l’unico dei cinque ad essere stato pubblicato, affronta l’inizio della carriera di Longaretti, negli anni 30, fino ad arrivare ai primi anni 70.

Durante l’incontro, inoltre, verranno presentate le iniziative che la rassegna “Arte &’ Artigianato” proporrà al pubblico nel corso del 2016 e che vedranno la fusione di mostre artistiche con esposizioni artigianali di alto livello.