Vini rossi dal mondo, fa centro la seconda serata dell’Ais

 

di Alberto Santini

Se ci chiedessimo quali sono le più grandi nazioni produttrici di vino al mondo, verrebbe naturale rispondere Italia e Francia. E forse lo sono. Ma se ci spostiamo fuori dal continente europeo, un po’ a ovest, un po’ a est, allungando lo sguardo verso sud, scopriamo che al centro del mondo enologico non ci sono solo i vini di casa nostra e dei cugini d’oltralpe, ma esistono altre realtà molto quotate a livello internazionale, che, storicamente o di recente, producono vini con risultati stupefacenti. A confermare tutto ciò, la serata organizzata dall’Ais di Bergamo presso il ristorante Villa Patrizia a Sorisole del patron Antonio Lecchi, perfettamente riuscita grazie alla consolidata esperienza della delegata orobica Roberta Agnelli, che ha selezionato rigorosamente tutti i vini degustati e che continua a viziare i tecnici e simpatizzanti del vino con percorsi esplorativi di grande interesse e successo. A presentare queste nuove, o meglio meno conosciute realtà vinicole, il Degustatore del Mondo per eccellenza, Guido Invernizzi, gran conoscitore dei vini del mondo, per una “…serata di curiosità…per migliorare la nostra educazione al vino… ” come lo stesso relatore dice orgoglioso alla platea presente numerosa anche in questa occasione. Infatti al centro del mondo non c’è solo Castiglione Falletto, patria del nebbiolo, o Castellina in Chianti, patria del sangiovese in purezza, ma anche la Valle della Bekaa in Libano o Valle Casablanca in Cile. Ed eccole le nazioni del “nuovo mondo”: Australia, Georgia, Cile, Israele, Spagna e Libano in rigoroso ordine di degustazione. Si comincia quindi con il paese dei canguri e il suo Coonawarra Shiraz Bin 128, del 2013, di Penfolds, casa vinicola fondata nel 1844 ed una delle più rinomate del continente australiano, già produttrice del Grange considerato uno dei più grandi vini Shiraz al mondo. Qui un terreno unico di terra rossa argillosa ricca di ossido di ferro, ottimamente esposto al sole ed influenzato dal clima marino, dona a questo vino in purezza, con possibilità di invecchiamento importante, un giusto equilibrio acido zuccherino ed una buona struttura (14,5%). La cena inizia con l’apertura d’Uovo alle terme al Parmigiano Reggiano su polentina e coste, riportandoci con i piedi ben saldi in terra nazionale, ma subito pronti per aprire le porte al secondo calice internazionale: il Kakheti Saperavi 2013 di Our Wine Anfora, prodotto in Georgia, culla storica del vino, le cui origini risalgono a ben 5.000 anni fa. Vinificato in Anfora (14,4%) dal gusto morbido, le cui viti poggiano su terreni fertili e terrosi, questo vino biodinamico si può ben definire spettacolare, grazie a 6 mesi di contatto con i raspi, ed una vinificazione a cappello. Il sapore ti prende, quasi secco alla fine denotando un gusto di olive nere in salamoia. Il colore violaceo denota un vino strutturato che, come dice Invernizzi , “..se per sbaglio ti finisce un po’ sulla camicia, la devi buttare perché le macchie non le togli più .. “ .

Volgendo lo sguardo a sud raggiungiamo il Cile, nazione che insieme all’Argentina, esprime il meglio del potenziale enologico sudamericano. Finita la dittatura degli anni ’90 energie nuove e iniziative imprenditoriali, finalmente libere, danno vita a una notevole produzione vinicola. Degustiamo un Cabernet Sauvignon di casa Lapostolle: il Cuvee Alexandre del 2012 ci viene servito con un delizioso e fenomenale Risotto Carnaroli con stracchino, radicchio rosso e arancia. Il terreno di questa regione a nord del Cile, la Colchagua Valley, calcareo, sassoso e vulcanico, risente della brezza montana delle Ande e del clima marino dell’oceano pacifico che uniti alla costante quantità di acqua piovana, contribuiscono a sviluppare un vitigno caratterizzato da un ciclo di maturazione delle uve straordinario. Ne scaturisce un vino dalle note erbacee, dal tono aspro ma con tannini equilibrati. Quanti sanno che si produce vino in Alta Galilea ? E quanti sanno che qui viene prodotto uno dei migliori vini del mondo ? La storia del vino in Israele è antica ed importante, con origini risalenti fino a 2000 anni fa. Se prima la produzione vinicola era più o meno legata a motivi religiosi, da qualche decennio si è data importanza anche alla qualità.

Yarden, cantina fondata nel  1983 ha saputo dare un’impronta importante in questo senso dando vita ad uno dei migliori vini bordolesi al mondo prodotto fuori dalla Borgogna, il Kela Merlot 2011. Un vino spettacolare con i suoi 15 gradi % vol., che nasce a ca. 1.000 m. slm sulle alture del Golan, in terreni di quarzo e tufo, in un territorio dalle forti escursioni termiche, con presenza di neve, ma influenzato anche dal clima del Mar Mediterraneo. Ne nasce un vino magnifico al naso, di una freschezza e pulizia impressionante. Nel ricordare il grande lavoro svolto dai sommelier di sala che hanno servito i vini ad una temperatura di servizio ottimale, rendendo questa degustazione davvero unica, la cena raggiunge l’apice con il piatto di carne: faraona su salsa di fegatini e coniglio, con cioccolato, mousse di carote e …pop corn. Una prelibatezza che ci riporta nel vecchio continente per scoprire in Spagna un vitigno molto importante: il Tempranillo, le cui uve hanno la tendenza a maturare precocemente. “Temprano” in spagnolo, vuol dire presto. Degustiamo il Tinto Pesquera 2012 e, diciamocelo, questo vino ha tutto: colore, corpo, grado alcolico, acidità e grandi potenzialità d’invecchiamento. Prodotto nella regione della Ribera del Duero, caratterizzata da forti escursioni termiche notte/giorno e stagionali, ai confini con i Pirenei, il vino all’assaggio denota subito la sua finezza, con un tannino ben gestito, delicato ma di grande struttura: “..un bel vino !” sottolinea Invernizzi. Eccoci giunti al gran finale: Signore e signori … entra in scena il Libano con il suo Chateau Musar del 2000. Sì, avete letto bene, dell’inizio del nuovo millennio! Già i Fenici furono grandi viticoltori e soprattutto grandi commercianti di vino in questo territorio montuoso vicino alla Siria. Tuttavia la consacrazione di questo territorio alla vite, si deve ai francesi ca. 100 anni fa. Questo rosso, 13,5%, alla vista, denota un colore meno carico rispetto ai vini degustati in precedenza, ma con una tonalità stupenda. All’assaggio si notano sentori di spezie e frutta sotto spirito. Un vino freschissimo che può dare soddisfazioni notevoli anche tra qualche anno, come disse Serge Hochar proprietario di Chateau Musar, tragicamente scomparso nel 2015: “Date maggior tempo al mio vino e il mio vino vi darà gioia !” Chiude la serata e così il nostro giro del mondo nei vini rossi, una torta al cacao fondente e gelato alla mandorla.

Infine due citazioni.

La prima di Guido Invernizzi: “Beviamo strano, famolo strano, non beviamo sempre le stesse cose, solo così potremo aumentare le nostre conoscenze e migliorare il nostro bere …”.

La seconda di Roberta Agnelli: “Non esiste un vino buono o cattivo, ma semplicemente ogni vino è diverso…”.

In Vino Veritas!

 

 




Elav lancia la birra con la polenta

Eval birrificioIl Birrificio Indipendente Elav di Comun Nuovo lancia la birra con la polenta. Una ricetta innovativa che si avvale delle croste del paiolo per arricchire il sapore della Vienna Lager, birra in stile austriaco, caratterizzata da un colore dorato, un gusto delicato e un buon grado alcolico. La sua invenzione risale al XIX secolo ma la diffusione è diminuita col tempo e oggi trovare una Vienna Lager è molto difficile. Al malto Vienna, la cui intensità di colore si pone a metà strada fra le Pilsner e le Munich, si aggiunge l’utilizzo del luppolo ceco Kazbek con la giusta abbondanza e in dry hopping, come da tradizione del Birrificio Elav. La Vienna Lager è in produzione al Birrificio di Comun Nuovo e presto questo tipo di birra, con l’aggiunta dell’ingrediente bergamasco della ricetta Elav, tornerà dopo molto tempo a riempire i bicchieri. L’idea di realizzare una birra con la polenta non deriva soltanto dalla volontà di omaggiare il piatto tipico della città del Birrificio. È soprattutto una questione di sperimentazione e di sapore.

Antonio Terzi, uno dei due titolari del Birrificio Indipendente Elav, spiega: “La scelta di realizzare una Vienna Lager deriva dall’attenzione che stiamo riponendo verso le birre a bassa fermentazione. Direzione che mi ha portato recentemente anche a reinterpretare due dei nostri cavalli di battaglia: la Indie Ale e la Grunge Ipa”. E sulla scelta di utilizzare un ingrediente particolare come la polenta: “Mi è stato chiesto di realizzare una birra utilizzando il mais ma l’idea non mi piaceva particolarmente in quanto è un ingrediente che non mi fa impazzire. Allora, inizialmente per gioco, mi è venuto in mente di utilizzare la polenta e quest’idea mi ha incuriosito sempre più. Mi piace sperimentare e, limitando il discorso al profumo, sembra che il risultato possa superare le aspettative.”




“Birra dell’anno”, due bergamasche sul podio

La premiazione del birrificio Valcavallina, di Renato Carro

 

Un secondo e un terzo posto, più due piazzamenti ai piedi del podio. Sono i risultati delle birre artigianali bergamasche all’11esima edizione del premio Birra dell’Anno, promosso dall’associazione Unionbirrai e punto di riferimento del settore per longevità e partecipazione.

La competizione ha vissuto proclamazioni e premiazioni nel corso di Beer Attraction, festa internazionale dedicata a birrifici e brewpub, specialità birrarie, tecnologie e materie prime, che si svolge fino al 23 febbraio alla Fiera di Rimini. In lizza sono scesi oltre 200 birrifici e più di mille birre, suddivise in 26 categorie e valutate da una giuria internazionale di esperti.

Il miglior risultato orobico per il 2016 è quello del birrificio Valcavallina di Endine Gaiano, che ha ottenuto il secondo posto con Alba Rossa nella categoria “Chiare e ambrate, alta fermentazione, basso/medio grado alcolico, luppolate, di ispirazione anglosassone (Ipa)”, alle spalle di Suburbia, della Fabbrica della Birra di Perugia, che si è aggiudicata – detto per inciso – il titolo di Birrificio dell’anno, assegnato al produttore con la migliore somma di punteggi.

Birrificio Valcavallina - Alba RossaCon il 6,4% di grado alcolico, Alba Rossa ha colore bruno con riflessi ramati e cappello di schiuma bianca, piuttosto persistente. Al naso presenta sentori di frutta matura, malto, sino al finale erbaceo di luppolo; in bocca, corpo medio, con lievi toni di nocciola e frutta matura accompagnati dall’amaro erbaceo dei luppoli inglesi. Il finale lungo è predominato dall’amaro erbaceo seguito da note maltate. È ritenuta ottima con carni rosse, agnello, pasta al ragù e con alcuni formaggi come parmigiano e grana.

morosa - birrificio Via PriulaLa Morosa del Birrificio Via Priula di San Pellegrino si è invece classificata terza tra le “Birre alla frutta, alta e bassa fermentazione”. Colore ambrato carico, 6,5% di alcol, nasce dall’incontro di more in frutto, un lievito belga e un mix di malti aromatici per un risultato di piacevole complessità aromatica: su tutto un bel fruttato, una leggera acidità che bilancia la morbidezza dei malti e nel finale una debole sensazione di amaro che accompagna il ritorno del gusto della mora.

Entrambi i birrifici hanno inoltre ottenuto un quarto posto. Via Priula con Dubec, nella sezione “Alta e bassa fermentazione, alto grado alcolico, di ispirazione tedesca” e Valcavallina con Darkside tra le “Affumicate, alta e bassa fermentazione”.

Già premiati nelle edizioni precedenti , con questi risultati i due produttori confermano anche per quest’anno la propria presenza nella selezione nazionale.

 

 




Franciacorta, i produttori si danno al cinema

 

https://www.youtube.com/watch?v=Ffjyk0YfhSU
Venti minuti di immagini di forte impatto, con i colori delle viti, del lago e il mondo del Franciacorta raccontato dai suoi produttori: Maurizio Zanella, Silvano Brescianini, Giulia Cavalleri, Riccardo Ricci Curbastro, Antonio Moretti; e ancora, Andrea Arici, Lucia Barzanò, Daniele Gentile, Gigi Nembrini.

C’è voluto un anno e mezzo di lavoro, ma la terra delle bollicine ora ha un film documentario che la celebra. Si chiama “F for Franciacorta” e racconta il lavoro dell’uomo nei vigneti durante lo scorrere delle stagioni,  le origini storiche, il metodo di produzione e il miracolo delle bollicine, ma anche la bellezza del territorio.

Il film è la realizzazione di un progetto voluto da tutti i produttori del Consorzio Franciacorta, è scritto e diretto da Massimo Zanichelli, affermato regista ed esperto di enologia, e avrà versioni in inglese, tedesco e giapponese. Per realizzarlo sono stati impiegati sistemi di ripresa e tecnologie di ultima generazione: droni con otto motori per riprese aeree, camera 4k raw per riprese video con lenti cinema e steady-cam stabilizzate elettronicamente di ultima concezione.

Il documentario, che ha richiesto tempo e investimenti, sarà un importante strumento di promozione del territorio.Dal girato del film sono stati realizzati anche altri prodotti video, come il backstage, il teaser e il trailer. http://film.franciacorta.net

film franciacorta

 

 




Settimana della Birra Artigianale, adesioni al via

birra artigianale people 2Sono ufficialmente aperte le adesioni alla Settimana della Birra Artigianale che ritorna da lunedì 7 a domenica 13 marzo 2016, per il sesto anno consecutivo, coinvolgendo birrifici, locali e negozi specializzati sull’intero territorio nazionale. Per sette giorni in tutta Italia si susseguiranno iniziative dedicate alla birra artigianale: degustazioni, promozioni, cene con abbinamenti, visite a birrifici, presentazioni di nuove birre, mini festival e molto altro ancora.

Come gli altri anni la partecipazione alla Settimana della Birra Artigianale è totalmente gratuita. Chiunque proponga o promuova la birra artigianale può aderire: quindi non solo pub e birrifici, ma anche beershop, ristoranti, bistrot, enoteche, associazioni di settore, siti di e-commerce, ecc. I soggetti aderenti dovranno lanciare almeno una promozione oppure organizzare almeno un evento dedicato alla birra di qualità nei sette giorni della manifestazione. L’adesione può essere effettuata online direttamente sul sito www.settimanadellabirra.it.

settimana birra artigianale Logo-fb-appLa Settimana della Birra Artigianale è un’idea del blogzine Cronache di Birra (www.cronachedibirra.it) nata con la finalità di sostenere un settore in forte ascesa. La manifestazione si rivolge sia agli appassionati sia ai semplici curiosi e, in generale, a chiunque voglia sfruttare un’occasione unica per conoscere meglio le meraviglie brassicole dei produttori artigianali. Lo scorso anno è stato superato il totale dei 600 aderenti e sono stati proposti 464 eventi e 353 promozioni: l’obiettivo per il 2016 è di superare queste importanti cifre.

Domenica 6 marzo si svolgerà un grande evento di presentazione dedicato a tutti coloro che condividono lo spirito dell’iniziativa.




Porto senza “segreti” all’Avalon

Luca Castelletti
Luca Castelletti

Il “Vinho do Porto”, o semplicemente Porto, è un vino portoghese prodotto nella valle del Douro, terza regione vinicola al mondo ad essere stata oggetto di protezione. Si tratta di un vino liquoroso che viene prodotto esclusivamente con uve provenienti dalla valle che prende il nome dall’omonimo fiume. Tra i vitigni più utilizzati, il Tinta Cão, il Tinta Barroca, il Touriga Nacional, il Touriga Francesa e il Tinta Roriz (detto anche Tempranillo). serata Porto

Sicuramente tra i più conosciuti e apprezzati vini da meditazione, il Porto è diffuso in svariate tipologie commerciali. Che piaccia lo si è visto anche lo scorso mercoledì, quando al circolo Avalon di via Angelo Maj, Luca Castelletti, patron dell’enoteca al Ponte di Ponte San Pietro, ha organizzato una serata di degustazione di Porto vintage, che ha fatto il pieno. Relatore, preciso nel descrivere nascita ed evoluzione del vino liquoroso, Lucio Lorusso. In mescita vini unici, di annate uniche, come, tanto per citare alcune etichette,  il Sandeman del ’78 e il Diez del ’74 o il Feist dell’81. Gli abbinamenti?  Classici, dal formaggio a pasta dura fino al cioccolato. Pubblico numeroso e coinvolto.




Con i sommelier alla scoperta dei vini rossi dal mondo

Il nuovo mondo enologico è una realtà con grandi potenzialità. È il chiaro concetto emerso dal primo incontro-degustazione dell’anno “Vini rossi dal mondo”, organizzato dalla delegazione di Bergamo dell’Associazione Italiana Sommelier. L’evento si è tenuto a Villa Patrizia di Petosino, il ristorante gestito da un sommelier “storico” come Antonio Lecchi.

Introdotto dalla delegata provinciale dell’Ais, Roberta Agnelli, Guido Invernizzi, docente Ais – alle spalle numerosi viaggi nel mondo per visitare i territori vinicoli – ha presentato i nuovi vini, le loro sensazioni olfattive e gustative.

Le produzioni servite sono state spiegate con il supporto video per far meglio comprendere anche il contesto geografico visto che le 6 cantine selezionate sono sparse in mezzo mondo. La degustazione ha confermato la qualità, anche a prezzi interessanti, di molte di queste nuove realtà, oltre alla tipicità unica di alcuni vitigni.

Abbinati ai piatti preparati dalla brigata di Villa Patrizia, sono stati serviti: Malbec Norton Barrel (Argentina), Karasi Areni (Armenia), Jura “L’ami  Karl” Domaine de la Pinte (Francia), Syrah Sula (India), St. Clair Pinot noir (Nuova Zelanda) e Diemersfontein Pinotage (Sudafrica).

 




La birra artigianale prende il volo. A Orio il primo pub monomarca, firmato Elav

Da una parte un aeroporto che scala le classifiche nazionali. Dall’altra un birrificio che di idee e progetti ne sforna a raffica. È così che per la prima volta in un aeroporto italiano apre un pub momonarchio di birra artigianale.

Succede nell’area imbarchi di Orio al Serio ad opera del Birrificio Indipendente Elav di Comun Nuovo, che ha siglato una partnership con la società che gestisce l’area per allestire e fornire lo spazio con le proprie birre e tutti i prodotti a marchio. Si tratta di  un pub tutto italiano dove i passeggeri in partenza potranno rilassarsi in attesa del proprio volo. Dieci spine offrono le birre cult del birrificio e a rotazione le speciali e stagionali, mentre sugli scaffali si trovano tutte le altre etichette Elav in bottiglia, da acquistare e portare anche in volo. In più i gadget Elav e tutti i prodotti dolciari della linea “Dissonanze di Elav”.

birrificio elav in aerporto orio al serio 2Forte di un incremento del 18,6% nel 2105, che ha portato a superare la quota dei 10 milioni di passeggeri (10.404.625), lo scalo bergamasco è impegnato a sostenere le potenzialità di traffico e a garantire al contempo la qualità dei servizi all’utenza, alle compagnie aree e agli operatori. Tra le azioni di adeguamento delle infrastrutture dedicate ai passeggeri, l’apertura di nuove attività nell’area imbarchi e da qui la possibilità di creare uno spazio unico nel suo genere con il primo pub di birra artigianale italiana a marchio.

«Un’importante novità che inaugura una nuova tendenza – spiega il Birrificio Elav -. Se infatti all’interno degli aeroporti siamo stati abituati a trovare prodotti di qualità e prestigio, perché così succede a moda e accessori e sempre più anche in riferimento al food&beverage, per il prodotto birra l’offerta si era fino ad ora limitata quasi esclusivamente a marchi industriali. Da parte sua la birra artigianale italiana ha raggiunto in questi ultimi anni livelli di qualità importanti, nonché un’ottima reputazione anche in ambito internazionale. Il posizionamento di Elav all’aeroporto di Orio risulta in questo senso come una naturale conseguenza di questo doppio movimento verso la qualità ed offrirà la possibilità al pubblico internazionale in transito ad Orio di godersi un’ottima birra artigianale Elav, sia prima che durante un volo. Oltre infatti a poter scegliere tra una vasta gamma di prodotti alla spina da godersi per ingannare l’attesa e l’ansia del volo, sarà anche possibile acquistare le bottiglie dallo scaffale o le stesse birre alla spina spillate con uno speciale sistema a pressione in bottiglie sigillate take-away da 1 litro».




Birrai emergenti, terzo posto per l’Hop Skin di Curno

Fabio Brocca del birrificio Lambrate è il birraio dell’Anno 2015. Nella categoria emergenti, il successo è per il duo Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani del marchigiano Mc 77, mentre i bergamaschi Paolo Algeri e Gioia Ravasio del Birrificio Hop Skin di Curno chiudono al terzo posto.

Questi i verdetti della settima edizione del premio dedicato agli artigiani della birra italiana, ideato da Fermento Birra, che ha vissuto le fasi finali a Firenze in una tre giorni che ha portato alla ribalta 25 birrifici, 100 birre, le cucine di strada, senza dimenticare incontri e degustazioni guidate.

Il riconoscimento al birrificio Lambrate arriva dopo un 2015 ricco di successi e novità produttive in un momento anche simbolico perché è quello dei vent’anni dell’attività (aperta nel 1996 nel quartiere milanese da cui prende il nome) e del movimento artigianale stesso.

In precedenza il titolo di birraio dell’anno se lo sono aggiudicato Simone Dal Cortivo (birrificio Birrone – 2014), Luigi D’Amelio (Extraomnes – 2013), Riccardo Franzosi (Montegioco – 2012), Gino Perissutti (Foglie d’Erba – 2011), Valter Loverier (Lovebeer – 2010) e Nicola Perra (Barely – 2009).

I giovanissimi titolari dell’Hop Skin hanno dato il via alla produzione nel dicembre 2013 e dopo qualche mese hanno aperto il pub annesso al laboratorio, dove le loro birre si accompagnano ad una cucina veloce. Si trovano in via Lega Lombarda, nei pressi del cinema Uci. In Borgo Santa Caterina hanno invece aperto il locale specializzato Beer Garage, che stasera dedica l’aperitivo proprio alla loro medaglia di bronzo.

 




Birrai emergenti, l’Hop Skin di Curno in lizza per il titolo

bittificio Hop Skin - Curno - Gioia Ravasio e Paolo Algeri - rit

Il Birrificio Hop Skin di Curno, dei giovani imprenditori Paolo Algeri e Gioia Ravasio, è tra i finalisti della settima edizione del premio nazionale “Birraio dell’Anno”, il riconoscimento che premia i migliori artigiani della birra italiana. L’evento, ideato e organizzato da Fermento Birra con la sponsorizzazione di VDGlass, si terrà a Firenze, da venerdì 15 a domenica 17 gennaio al teatro Obihall.

Il birrificio bergamasco figura tra i 5 candidati al titolo di Birraio Emergente 2015, che viene riconosciuto ai produttori con meno di due anni di esperienza, selezionati interpellando oltre 80 esperti del settore.

La kermesse fiorentina si annuncia come un vero e proprio tributo alla birra artigianale italiana, nell’anno dei festeggiamenti dei 20 anni dalle prime aperture, grazie ad un’offerta ultra-selezionata composta da 100 birre artigianali alla spina, prodotte dai migliori 20 birrifici artigianali e dai 5 migliori birrifici emergenti, servite e raccontate dai birrai stessi o dal personale qualificato di Fermento Birra.

L’appuntamento sarà accompagnato da street food di qualità, degustazioni-show e da incontri di approfondimento nell’area dedicata. I vincitori saranno proclamati dal noto degustatore Lorenzo “Kuaska” Dabove.

I candidati al titolo di Birraio dell’Anno 2015

Agostino Arioli del Birrificio Italiano di Limido Comasco (CO)
Alessio Selvaggio del birrificio Croce di Malto di Trecate (NO)
Bruno Carilli del Birrificio Toccalmatto di Fidenza (PR)
Donato Di Palma del birrificio Birranova di Triggianello (BA)
Emanuele Longo del Birrificio Lariano di Dolzago (LC)
Fabio Brocca del Birrificio Lambrate di Milano
Francesco Mancini del Birrificio del Forte di Pietrasanta (LU)
Gino Perissutti, birrificio Foglie d’Erba di Forni di Sotto (UD)
Giovanni Campari del Birrificio del Ducato di Roncole Verdi di Busseto (PR)
Jurij Ferri del birrificio Almond ’22 di Loreto Aprutino (PE)
Leonardo di Vincenzo del Birrificio Birra del Borgo (RI)
Lorenzo Guarino del Birrificio Rurale di Desio (MB)
Luigi “Schigi” D’Amelio del birrificio Extraomnes di Marnate (VA)
Marcello Ceresa del birrificio Retorto di Podenzano (PC)
Nicola Perra del birrificio Barley di Maracalagonis (CA)
Pietro di Pilato del birrificio Brewfist di Codogno (LO)
Pietro Fontana del Birrificio Birra del Carrobiolo (MB)
Riccardo Franzosi del Birrificio Montegioco di Montegioco (AL)
Simone Dal Cortivo del birrificio Birrone di Isola Vicentina (VI)
Valter Loverier del birrificio Loverbeer di Marentino (TO)

e quelli al titolo di Birraio Emergente 2015

Andrea dell’Olmo del birrificio Vento Forte di Bracciano (Roma)
Josif Vezzoli del birrificio Birra Elvo di Graglia (Biella)
Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani del birrificio MC 77 di Serrapetrona (Macerata)
Paolo Algeri e Gioia Ravasio del Birrificio Hop Skin di Curno (Bergamo)
Stefano di Stefano del birrificio Argo di Lemignano (Parma)