Il canone Rai non cambia per i pubblici esercizi. Rinnovo entro il primo febbraio

Il primo febbraio (dato che il 31 gennaio cade di domenica) andrà rinnovato l’abbonamento speciale alla Rai per gli apparecchi televisivi e radiofonici presenti negli esercizi pubblici.

La legge di Stabilità per il 2016 non ha infatti introdotto novità rispetto al pagamento del canone speciale per la detenzione di apparecchi fuori dall’ambito familiare. Pertanto, tale canone va versato nella consueta modalità del bollettino postale che la Rai invia alle imprese prima della scadenza.

Gli importi del canone speciale per radio e tv (comprensivi di Iva del 4%) sono scaricabili al seguente link: http://www.abbonamenti.rai.it/Speciali/IlCanoneSpeciali.aspx#due .
Per tutte le altre informazioni (modalità di pagamento, variazioni, disdette, ecc.) http://www.abbonamenti.rai.it/Speciali/Speciali.aspx .

La Fipe ricorda che, ai sensi del comma 2 dell’art. 16 della legge n. 488/1999, il canone speciale per la televisione ricomprende anche quello per la radio, pertanto i soggetti che hanno nel proprio locale sia radio che tv pagheranno solo il canone per la televisione, mentre i soggetti che hanno la radio ma non la tv, saranno tenuti al pagamento del canone speciale per gli apparecchi radiofonici. Inoltre, ai sensi dell’art. 17 del decreto legge 6 dicembre 2011 n. 201, le imprese e le società devono indicare, nella relativa dichiarazione dei redditi, il numero di canone speciale alla radio o alla televisione.

Per quanto riguarda gli abbonamenti domestici, invece, da quest’anno il canone relativo, che è stato ridotto a 100 euro, sarà addebitato nella bolletta elettrica della residenza anagrafica, a partire dal prossimo luglio (cfr. art. 1, commi 152-153, L. 208/2015 – Legge di Stabilità 2016).




Agenti immobiliari, focus sugli atti di compravendita e locazione

corso agenti immobiliari - sala 1La professionalità come fattore imprescindibile per operare nel mercato e conquistare la fiducia dei clienti. È un punto fermo della Fimaa Ascom di Bergamo, l’associazione provinciale dei mediatori immobiliari che non fa mancare le iniziative per l’aggiornamento costante della categoria.

Daniele Mammani
Daniele Mammani

Nell’aula corsi della sede Ascom di via Borgo Palazzo gli operatori si sono ritrovati per approfondire il tema “Atti di compravendita e di locazione immobiliare”, un incontro dedicato, in particolare, ad elencare ed illustrare il contenuto dei vari documenti (allegazione ACE / APE e clausole dedicate, conformità delle planimetrie, certificazione degli impianti, regolamento di condominio, condoni, concessioni, ecc.) che è buona regola procurare ed esaminare per procedere ad una corretta gestione della trattativa in caso di compravendita e/o locazione immobiliare, anche al fine di non incorrere in successive azioni di responsabilità.

Il seminario è stato condotto da Daniele Mammani, consulente legale della Fimaa.

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Aziende e web, come costruirsi una buona reputazione

seo

Avere una buona reputazione sul web è diventato un fattore cruciale per le aziende. Con il diffondersi dei sociali network, i commenti degli utenti sono ormai un parametro obbligatorio da tenere in conto se si vuole offrire un’immagine professionale e affidabile della propria azienda e del proprio brand. Lunedì 25 gennaio Ascom Formazione propone “Verifica la tua reputazione sul web”, un minicorso di tre ore che spiega come migliorare la propria reputazione sul web e come monitorare e gestire le opinioni che i clienti esprimono on line.

Il metodo utilizzato si chiama SEO (Search Engine Optimization) e si basa su più applicazioni concrete: l’analisi empirica dei ritorni dei clienti e l’utilizzo delle parole chiave, passando attraverso la pubblicazione di contenuti di qualità e la creazione di connessioni virtuose con i clienti grazie ai commenti.

«La web reputation – spiega Daniela Nezosi, responsabile di Ascom Formazione – se studiata bene, serve a crearsi un portfolio di credenziali che il possibile cliente può consultare ancora prima di contattare l’azienda. Il corso permette di scoprire se parlano bene di te nel web e, in ogni caso, a fare in modo che ne parlino».

Il corso è in programma dalle 15 alle 18 alla sede Ascom di Osio Sotto. Nelle tre ore si imparerà a creare una digital division interna, a organizzare una rete editoriale, a creare un sistema di monitoraggio e una comunicazione efficace sui media attraverso gli influencer online.

Per informazioni e iscrizioni: Ascom Formazione, tel. 035 4185706/707 o info@ascomformazione.it   (www.ascomformazione.it).




Centri storici, «per il rilancio cedolare secca sugli immobili commerciali»

affittasi-negozio rit ritIl rischio della desertificazione commerciale dei centri storici è sotto gli occhi di tutti, recentemente rilanciato dallo studio di Confcommercio che ha analizzato l’evoluzione delle attività nei principali capoluoghi di media dimensione negli ultimi sette anni, tornando ad avanzare, contemporaneamente, una proposta concreta, quella di introdurre la cedolare secca sulle locazioni commerciali per calmierare il prezzo degli affitti.

«Bisogna mettere in condizione i centri storici di produrre ricchezza» la sintesi del presidente Carlo Sangalli, la cui posizione è stata subito sposata da Santino Taverna, presidente della Fimaa, Federazione italiana mediatori agenti d’affari. «Condividiamo in toto la proposta d’introdurre la cedolare secca per le locazioni commerciali per dare nuovo slancio al mercato e calmierare il prezzo degli affitti – ha detto -. Una soluzione propositiva per il mercato immobiliare, che potrebbe giovarsi del recupero edilizio dei tanti locali commerciali in disuso o peggio ancora abbandonati, a vantaggio del decoro delle città. È un modo efficace per combattere la desertificazione aiutando nel contempo la ripresa immobiliare».«Oggi, paradossalmente, proprio a causa della chiusura dei locali commerciali nei centri storici- ha aggiunto -, gli stessi cittadini sono costretti a lunghe maratone in mezzo al traffico per raggiungere i centri commerciali ubicati nelle periferie. Inoltre, la desertificazione dei centri storici riguarda anche il tema della sicurezza. Le vetrine spente e le saracinesche abbassate dei negozi dei centri storici delle piccole e medie città sono spesso l’anticamera della criminalità, che alimenta l’insicurezza dei cittadini. Favorire il recupero attraverso la riqualificazione energetica del già edificato, permetterebbe molteplici vantaggi per la comunità, contribuendo nel contempo alla ripresa del mercato immobiliare».

E pure Confedilizia si è unita alla richiesta. «L’allarme di Confcommercio sulla desertificazione dei centri storici a causa della crisi del commercio coglie nel segno – ha rilanciato il presidente dell’associazione Giorgio Spaziani Testa -, così come la ricetta proposta, quella di estendere agli immobili non abitativi la cedolare secca sugli affitti». «Il fatto che gli operatori del commercio individuino nell’eccesso di tassazione sugli immobili locati la causa della crisi, è illuminante della gravità della situazione. Attendiamo dal Governo un segnale di risposta. La cedolare secca su negozi e uffici affittati sarebbe la mossa giusta per far sì che il 2016 sia, come evocato dal presidente Renzi, l’anno del rilancio dell’immobiliare».

carlo baretti - consigliere Fimaa Bergamo rid
Carlo Baretti

Anche a Bergamo l’intervento è visto con favore. Il direttore dell’Ascom Oscar Fusini lo ha inserito tra i punti del “Patto per la città” per la rigenerazione urbana e pure gli agenti immobiliari valutano positivamente la proposta. «In teoria, l’ostacolo potrebbe essere il fatto che con contratti 6+6 anni i proprietari rinuncerebbero alla rivalutazione dei canoni – afferma il consigliere della Fimaa provinciale Carlo Baretti -, ma con le difficoltà del mercato dei tempi attuali credo che sia una valutazione che passa in secondo piano rispetto alla possibilità di trovare affittuari con più facilità. Una minore tassazione permetterebbe infatti di contenere i prezzi degli affitti, agevolando chi vuole aprire un’attività commerciale e rilanciando il mercato». A confermare la bontà della misura il fatto che «la cedolare secca sugli immobili residenziali funziona», chiude Baretti.




I librai: «Ora il Governo approvi la detraibilità»

Alberto_Galla - presidente Ali - librai Confcommercio«L’Istat dice che nel 2016 torna a crescere la lettura in Italia. La notizia è confortante dopo molti anni di segnali negativi – afferma Alberto Galla Presidente dell’Ali Confcommercio -. Dalla lettura dei dati emerge il ruolo della famiglia quale fattore determinante per il collegamento tra maggiori indici di lettura e migliore status economico.  È fondamentale – prosegue Galla – che il Governo non si lasci sfuggire questa opportunità e approvi al più presto una normativa che garantisca la detraibilità per l’acquisto dei libri, come più volte proposto dall’Ali».

«Si tratta di un intervento all’interno dei diversi progetti di legge sulla promozione della lettura in discussione in Italia, che ha già trovato attuazione in alcune regioni attraverso il nostro impegno. Dobbiamo cogliere questa opportunità – conclude il Presidente dell’Ali – per sollecitare le Istituzioni a dare segnali concreti di sostegno alla lettura e portare il nostro Paese a livelli in linea col resto d’Europa».




Fusini: “Se il commercio arretra, arretra la città”

bergamo - negozi - xx settembreL’Ascom di Bergamo lancia il Patto per la città. Il direttore dell’Associazione commercianti, Oscar Fusini, intervenendo al convegno “Commercio: tra crisi e opportunità” promosso dall’Associazione Fare Città e svoltosi giovedì sera in Sala Galmozzi, a Bergamo, ha proposto un piano condiviso per il rilancio della città che deve coinvolgere tutti coloro che sono interessati al processo di rigenerazione urbano della città. Il progetto ricalca un protocollo che a livello nazionale Confcommercio imprese per l’Italia ha firmato con Ance, Unioncamere e il Consiglio nazionale degli architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. «Il patto che vogliamo proporre si articola su tre fattori: diminuzione della leva fiscale, introduzione della cedolare secca per calmierare gli affitti; e la possibilità di attingere ai bandi comunitari. Per un rilancio del terziario è inoltre necessario saper coinvolgere, grazie anche al contributo dell’Università, figure specifiche che si occupino di sviluppo urbano”. Per un processo di riqualificazione del centro, il direttore dell’ Ascom ha fatto riferimento anche al metodo dettato recentemente dallo studio Ocse, commissionato dalla Camera di Commercio: “Per il rilancio dell’economia bergamasca Ocse chiede di fare sistema e di avere una visione comune e azioni coordinante. Questo metodo non vale solo per il rilancio del manifatturiero ma anche per il terziario. Il Patto che proponiamo deve mettere al centro il vivere e l’abitare la città. Perché se il commercio arretra, arretra la città”.

Al convegno, moderato da Stefano Rovetta, presidente dell’Associazione Fare Città, erano presenti come relatori Filippo Caselli, vicedirettore di Confesercenti, Roberto Ghidotti, presidente del Distretto urbano del Commercio, e i consiglieri di minoranza Franco Tentorio, Danilo Minuti e Davide De Rosa. Sulla stessa lunghezza d’onda di Fusini anche il vicedirettore di Confesercenti Caselli. “Per dare slancio al commercio – ha sottolineato – è necessario ridisegnare lo spazio urbano, rivisitare il ruolo del turismo e dare valore al distretto urbano del commercio. Uno dei fattori per il piccolo commercio è la qualità urbanistica in cui il negozio è insediato. Bisogna guardare al tessuto urbano, comprenderne le peculiarità e attivare una serie di attività finalizzate ad una rigenerazione dell’area, che abbia il commercio come termine ultimo. Ci sono luoghi anche centrali della nostra città che hanno perso la loro capacità di attrazione, altri che garantiscono flussi di persone solo in alcuni momenti della giornata. I problemi sono quindi complessi e sono da affrontare tutti insieme. Così come è necessario rafforzate la domanda turistica e proporre un’offerta commerciale adeguata, anche attraverso nuovi percorsi turistici con progetti di differenziazione commerciale”.

Durante l’incontro si è delineato in modo chiaro anche il ruolo fondamentale del Distretto urbano del commercio: “Il DUC è la sede in cui si discute della politica del commercio della città – ha affermato il presidente Ghidotti -.  E’ lo strumento che deve dare all’amministrazione gli elementi più significativi per ridisegnare la città ed andare oltre la semplice animazione. Per sostenere questo lavoro ci vuole passione, volontà di fare insieme e discutere con un unico linguaggio. Il Distretto deve diventare la casa di tutti i commercianti. E’ necessario però innanzitutto per intraprendere un lavoro serio, riuscire a delineare quale sia la visone di commercio che abbiamo per la nostra città”. I temi trattati da Fusini, Caselli e Ghidotti hanno dato al via al dibattito, che ha toccato, grazie agli interventi dei consiglieri comunali e dei commercianti presenti, alcuni temi cruciali come il piano mobilità, il collegamento con Orio, la questione di Borgo Santa Caterina, la mancanza di un assessore al commercio, argomento sul quale sono uscite posizione diverse. Non sono mancati i racconti di esperienze virtuose, come l’iniziativa sui negozi sfitti che ha coinvolto Borgo Palazzo,  il lavoro instancabile delle associazioni di via e l’iniziativa estiva dei commercianti di Città alta.

Per tutti rimane vincente la proposta di coinvolgere le diverse parti in gioco per rafforzare il commercio . “Dedicare una sera di gennaio a parlare di commercio mi pare che sia un grande segno di maturità – ha esordito Franco Tentorio facendo la sintesi dell’incontro -. Che il commercio sia importante nella nostra provincia è un dato di fatto. Nella Bergamasca ci sono un po’ meno di 100 mila partite Iva e la metà sono relative ad attività commerciale. E’ un dato importante che da lo spessore del comparto per la nostra economia. Per una rigenerazione del settore e per predisporre un piano serio del commercio è necessario il coinvolgimento di tutti. Per esempio, il bando sul centro storico è delicatissimo e lì tutti gli attori in gioco sono chiamati a confrontarsi. Così come per redigere i piani di via è necessario che ci sia l’impegno di tutti gli assessori. Terzo fattore fondamentale è la necessità di trovare fondi per aiutare ad investire nel commercio, ed ora con l’allentamento del patto di stabilità, l’amministrazione ha un po’ di soldi in più che potrebbe indirizzare a questo settore”.




Grumello, niente funerale per i negozi. Il nuovo centro piace anche ai commercianti

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Non ci saranno funerali per i negozi di Grumello del Monte. I disagi per il cantiere che ha bloccato la strada centrale del paese per quattro mesi e la recente introduzione del senso unico non hanno fermato gli affari del commercio cittadino.

Rientrate le preoccupazioni e le polemiche – che avevano portato ad una serrata con vetrine listate a lutto nel maggio scorso -, qualche esercente si lascia addirittura sfuggire parole buone per il nuovo centro. «Le conseguenze sono state meno pesanti di quanto temevamo – dice Pierina Agnelli del negozio calzature Rebussi in piazza Camozzi -. Per i quattro mesi della chiusura della strada, da agosto a ottobre, abbiamo avuto un calo di vendite. Sono stati i mesi più negativi dell’anno. Soprattutto ottobre, che per noi è sempre stato invece un mese molto buono perché le persone fanno il cambio stagione. Con l’apertura della strada a un senso ora va meglio». «Abbiamo perso i clienti di passaggio – spiega Agnelli – per fortuna, abbiamo clienti affezionati che vengono da altri paesi. All’inizio erano confusi e disorientati, ora si stanno abituando. I nuovi parcheggi davanti alla piazza che permettono una sosta massima di 30 minuti vanno benissimo. Certo ora il paese è più bello non c’è niente da dire, ma si sa le persone cercano sempre la comodità. I centri commerciali vivono per questo».

Anche per il Bar Cristal il bilancio è tutto sommato positivo: «Abbiamo avuto un leggero calo per i pranzi di lavoro ma meno di quanto ci aspettavamo». E per la titolare dell’edicola in piazza «è ancora tutto uguale, non cambia niente».

«I quattro mesi di cantiere hanno provocato disagi ma gli affari sono andati abbastanza bene comunque – conferma Roberto Berardi del comitato Vivi Grumello che raggruppa più di 50 commercianti -. La striscia di nuovi parcheggi realizzati sulla strada dà un servizio importante e l’allestimento durante le feste di una pista di pattinaggio in piazza ha portato molte persone. È presto però per fare un bilancio. Stiamo a vedere come andranno i prossimi mesi. Speriamo che l’Amministrazione organizzi altre iniziative per vivacizzare il centro».

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Niente bistrot alla stazione di Paratico, ma potrebbe arrivare un negozio

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Non ci sarà nessun bistrot alla stazione di Paratico. Almeno per il momento. Il bando pubblicato dall’Amministrazione per la gestione dell’ex fabbricato viaggiatori è andato deserto.

Alla gara indetta dal Comune per trasformare la stazione in un piccolo bistrot o una piccola attività commerciale non si è presentato nessun imprenditore, società o associazione. E non è servito posticipare la chiusura della gara dal 23 novembre al 21 dicembre. Le condizioni che il Comune aveva posto erano del resto impegnative: l’eventuale affittuario avrebbe dovuto investire 360.000 euro per riqualificare la struttura (disposta su tre piani, con una superficie di oltre 360 metri quadrati) e pagare un canone di affitto annuo di 6.000 euro per i primi nove anni, con un aumento fino a 36.000 euro a partire dal decimo anno.

Ora l’Amministrazione, che si è data come impegno quello di vivacizzare la zona della stazione, dovrà decidere se riaprire il bando o, in caso sia possibile, assegnare la gestione dello stabile con trattativa privata. Intanto sembra ci sia un interessamento per trasformare il vecchio fabbricato viaggiatori in un negozio di prodotti della Franciacorta.




Sette anni di commercio a Bergamo. Ecco cosa è cambiato

Offerta turistico-ricettiva in crescita e negozi di vicinato stabili. È quanto emerge dall’analisi fatta dall’Ascom su come è cambiata la città di Bergamo e il centro città tra il 2008 e il 2015. L’analisi nasce dall’approfondimento con dati locali di uno studio presentato oggi in conferenza stampa a Roma da Confcommercio Imprese per l’Italia sull’evoluzione dei centri storici di 39 medie città italiane, tra cui è compresa anche Bergamo.

Dai dati analizzati dall’Ascom risulta che Bergamo è una realtà in crescita. Dal 2008 al 2015 il commercio è aumentato del 3,2% (+ 62 unità). Il boom si è registrato nelle attività di somministrazione e nella ricettività con un +9,2% (49 attività in più). Mentre restano stabili il commercio fisso alimentare (+ 1,1%) e il commercio fisso non alimentare (+0,9%).

Il terziario cittadino è composto per il 56,9% da negozi non alimentari, per il 29,4% da pubblici esercizi, ristoranti e alberghi e per il 13,7% da negozi alimentari.

Il rapporto tra densità demografica e attività è di 60 abitanti per esercizio commerciale nel 2015 e 61 nel 2008. I dati relativi al 2015 dicono che c’è un bar o ristorante ogni 204 abitanti, un negozio alimentare ogni 440 abitanti e un negozio non alimentari ogni 106 cittadini.

Oscar Fusini
Oscar Fusini

«Nei sette anni analizzati i numeri sono per lo più invariati – spiega Oscar Fusini, direttore Ascom Bergamo –, questo è dovuto in particolare all’aumento del numero di attività registrato nel 2015, anno in cui si sono colmate quelle perdite avute negli anni precedenti. L’analisi svolta a livello locale conferma i dati nazionali per quanto riguarda la crescita dei pubblici esercizi e la maggiore vocazione turistica di Bergamo, mentre presenta sensibili differenze rispetto ad altre città italiane per quanto riguarda il commercio in sede fissa alimentare e non alimentare».

Secondo lo studio di Confcommercio sui centri storici di 39 medie città italiane emergono sostanzialmente tre elementi: negli ultimi 7 anni, tutti i comuni analizzati, fatta qualche rara eccezione, hanno subito una perdita di esercizi commerciali più o meno significativa; nello stesso periodo, cresce l’offerta turistico-ricettiva; la riduzione dei negozi nei centri storici è quasi doppia rispetto alle periferie. «La differenza con le altre città è dovuta al fatto che a Bergamo l’avvento della grande distribuzione organizzata è iniziato un decennio prima rispetto alle altre realtà provinciali, che si sono trovate ad affrontare l’impatto della gdo solo in questi ultimi anni», spiega Fusini.

I dati

  • Ricettività e somministrazione

Pubblici esercizi e ristoranti sono aumentati in 7 anni del 9,2%, in particolare nel centro città sull’asse piazzale Marconi – porta Nuova e nella zona piazza Pontida – via Sant’Alessandro – Sant’Orsola. La crescita è l’esito delle liberalizzazioni totali che hanno interessato il settore. Fuori dai centri storici sono nati alcuni pubblici esercizi nella periferia cittadina.

  • Commercio fisso alimentare

Nel commercio fisso alimentare c’è stato un piccolissimo incremento di attività, pari all’1,1%. Il settore aveva già pagato pesantemente la perdita di attività nel decennio precedente a tra il          2000 e il 2010. Oggi questa stabilità è dovuta in particolare alla nascita di nuove attività che offrono consumo sul posto.

  • Commercio fisso non alimentare

Anche in questo settore si registra una stabilità. È avvenuta una trasformazione del settore con la riduzione di negozi di abbigliamento e calzature tradizionali, la cui offerta era particolarmente alta negli Anni 80 e si è andata ridimensionando anche per via del cambiamento degli stili di vita e di consumi; il calo dei negozi tradizionali è stato compensato da altre proposte, in particolare negozi etnici.

Le proposte

Confcommercio pone come elemento strategico per la crescita del Paese la rigenerazione dei centri urbani, nei quali confluiscono il maggior numero di abitanti e di imprese attive nel terziario. Nelle maggiori 100 città italiane si concentra il 67% della popolazione, l’80% del Pil e il 75% delle imprese attive. La Confederazione ha sottoscritto nei mesi scorsi un “Patto per le città” insieme al Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Ance e Unioncamere.

Ascom, prendendo spunto da Confcommercio, si propone di stringere un Patto per la città che riunisca i diversi attori presenti in città con l’obiettivo di sostenere e sviluppare il rilancio del territorio urbano. «Serve quindi un piano coordinato di interventi di riqualificazione e di rigenerazione urbana attraverso il quale necessario puntare sull’offerta culturale, turistica e commerciale – spiega Fusini-. Infine è fondamentale integrare le competenze anche di innovazione e di visione digitale della città (smart city e sostenere le reti d’impresa tra cui il nostro Distretto urbano del commercio».




Edicole e librerie, al via la richiesta di contributi

edicola.jpgSi apre lunedì 25 gennaio il bando “Voltapagina“, con il quale la Regione Lombardia stanzia un milione di euro di contributi per interventi di innovazione e valorizzazione dei punti vendita di libri, giornali, riviste e periodici.

Edicole e librerie (codici ATECO 47.62.10 – 47.79.10 – 47.61.00) possono richiedere un contributo a fondo perduto nella misura del 70% per le spese – relative ad arredi, attrezzature, opere murarie, acquisto di software, hardware o interventi di efficientamento energetico –  sostenute a partire dal 18 settembre 2015 o da sostenere nei successivi 18 mesi dall’approvazione della richiesta. L’investimento minimo ammissibile è di 2.000 euro, mentre l’importo massimo del contributo concedibile è di 10.000 euro per impresa.

Lo Sportello del Credito della Fogalco, la cooperativa di garanzia dell’Ascom, è a disposizione per fornire maggiori informazioni e l’assistenza necessaria alla predisposizione della richiesta, che è possibile inoltrare sino al 12 febbraio 2016.  (Matteo Milesi – tel. 035/4120210).