Consumi, cresce l’eCommerce. E tra i regali vince la tecnologia

e-commerce-cons.jpgSecondo Confcommercio, la spesa per i regali natalizi, quest’anno crescerà del 5% rispetto al 2014. Un segnale molto incoraggiante arriva anche dall’eCommerce. “Nei mesi di novembre e dicembre saranno spesi online oltre 3,5 miliardi di euro, oltre il 20% della domanda online annuale, con una crescita del 16% rispetto al 2014 – afferma Alessandro Perego, direttore degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano -. Per il periodo natalizio saranno 27 milioni gli ordini conclusi via Internet, a testimonianza di un utilizzo sempre più consapevole del canale da parte dei consumatori italiani”.  Questi dati sono emersi dalle previsioni dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano. L’online è scelto per diverse ragioni: in primis è possibile acquistare 24 ore al giorno e 7 giorni su 7, evitare code e ordinare articoli introvabili nei negozi fisici. E’ inoltre più facile contenere la spesa confrontando diverse offerte e accedendo a sconti speciali. In occasione del Black Friday e del Cyber Monday, le due ricorrenze “importate” dagli Stati Uniti che rappresentano l’apertura “ufficiale” dello shopping natalizio, sono numerosissimi gli operatori eCommerce italiani che hanno offerto ai propri clienti promozioni (sconti fino al 30%), offerte lampo (ossia disponibili per un breve periodo di tempo) e spese di spedizioni gratuite. Anche nel Bel Paese queste giornate dedicate allo shopping stanno acquisendo, sul canale online, sempre più importanza: alcuni operatori hanno realizzato in due giorni oltre il 5% del totale fatturato online, circa 10 volte il valore delle vendite registrate nello stesso intervallo di tempo in altri periodi dell’anno. Negli Stati Uniti il fenomeno è ancora più rilevante: quest’anno oltre il 50% dei consumatori americani ha fatto acquisti online e il valore delle vendite eCommerce in queste due giornate ha superato quello dei negozi tradizionali.

I regali, vince la tecnologia

“Nel nostro Paese, la gran parte degli regali riguarderà prodotti tecnologici (smartphone, ma anche smartwatch, tv e tablet), capi di abbigliamento e accessori (borse e gioielli in primis), oggetti di design e cosmetici – afferma Riccardo Mangiaracina, direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – Politecnico di Milano -. Sempre sull’online, andranno molto bene i libri (sia fisici sia ebook), i giocattoli e i prodotti enogastronomici di nicchia. Da quest’anno si ricorrerà sempre più al canale online per addobbare casa con decorazioni natalizie uniche e originali e per acquistare cibo legato alla tradizione (panettone, torrone, frutta secca) o vino (spumante), in vista del pranzo di Natale e del cenone di Capodanno”. Sul fronte dell’offerta, gli operatori prestano sempre più attenzione a garantire un’esperienza d’acquisto funzionale, piacevole ed emozionale. Sono numerosi i casi di operatori online che hanno creato selezioni speciali per il Natale, in cui il web shopper alla ricerca del regalo perfetto può navigare per categorie – per sesso (lui, lei), per età (bambini, ragazzi, adulti) e per fascia di prezzo. Inoltre sono diversi i siti eCommerce che hanno sposato progetti particolari per stimolare l’acquisto online. Tra le iniziative più apprezzate troviamo la possibilità di personalizzare gratuitamente alcuni accessori di abbigliamento – come borse, gioielli e penne – incidendo le iniziali del nome, il reso posticipato fino a fine dicembre anche per acquisti effettuati a novembre, la possibilità di acquistare gift card da regalare, le consegne lampo (in un giorno), l’offerta di confezioni regalo con messaggi d’auguri (cartacei o musicali) e la proposta di sconti speciali per ogni giorno dell’avvento.




«Cari automobilisti, abituatevi a fare a meno dei benzinai»

A seconda dell’insegna si chiamano easy, matic, express, megaself e sono il nuovo volto dei distributori di carburanti. Non sono infatti solo impianti self service, ma cosiddette stazioni fantasma (ghost), dove il gestore non lo si vede proprio, se non per caso, incrociandolo nelle sue mansioni di manutenzione dell’area. La tendenza è evidente anche a Bergamo, esempi recenti in via Gavazzeni e Corridoni, e non passa inosservata perché il prezzo è solitamente interessante.

giuseppe milazzo 2Ma per il presidente del Gruppo benzinai dell’Ascom, Giuseppe Milazzo, non è che la conferma di un fenomeno denunciato da tempo, la progressiva marginalizzazione della figura del gestore fino a quella che ritiene sarà la sua scomparsa inevitabile. «Gli impianti ghost? Sono la vittoria delle compagnie sul gestore – afferma -. Queste impongono condizioni sempre più penalizzati e quando non ce la fa più il gestore molla. Viene rifatto l’impianto con il nuovo format e l’operatore si accontenta di un compenso fisso, decisamente esiguo, per continuare a curare la stuttura, di fatto con le stesse responsabilità di prima».

Un effetto sui prezzi però ce l’hanno…

«Sì, ma il risparmio è ottenuto solo ed esclusivamente sacrificando il gestore. E chi invece continua in una stazione di servizio tradizionale ha un bel daffare a spiegare ai consumatori che non è un ladro se ha prezzi più alti, ma che ha le mani legate perché prezzo di acquisto e vendita sono imposti, così come sconti e condizioni. Il gestore dovrebbe essere un imprenditore, perché si assume il rischio di comprare il prodotto e venderlo, ma di fatto non ha nessuno spazio per agire in maniera imprenditoriale. Nemmeno le attività collaterali riescono più a dare una mano ai bilanci. Per i bar, ad esempio, le compagnie petrolifere proprietarie delle aree chiedono canoni sempre più alti, mentre gli autolavaggi subiscono la concorrenza degli impianti fai da te».

Un altro elemento di novità sono le pompe bianche, gli impianti non legati alle grandi compagnie petrolifere. Anche loro hanno agito sui prezzi, possono rappresentare un nuovo sbocco?

«Le novità legislative oggi permettono a chi ha le possibilità economiche di costruirsi il proprio impianto, di approvvigionarsi dei carburanti e venderli. È un sistema che funziona, più si riesce a vendere più si guadagna, ed ha dato una bella scossa ai prezzi. In Veneto il fenomeno è dilagato e credo che sia destinato ad ampliarsi anche da noi. Ma per dare vita a questi nuovi impianti servono disponibilità e poi la gestione in genere è diretta, non si ricorre alla figura del gestore o comunque non ci sono contratti nazionali a regolare il rapporto».

Ma almeno c’è qualche gestore che resiste?

«Amaramente mi viene da dire che resiste chi non ha un’alternativa. Se capita qualcosa di meglio credo che non ci si pensi su due volte a cambiare strada, come ho fatto anche io. I conti, del resto, sono presto fatti: le spese ci sono sempre, a cominciare dal personale, i margini si riducono e grande aumento nel consumo di carburanti non ce ne sarà, anzi».

Dovremo perciò dire addio al benzinaio di fiducia?

«Quella del servizio era una prerogativa tipicamente italiana e pare piaccia ancora al 30% degli automobilisti. Ci si sta però abituando sempre più al fai da te, come negli altri Paesi europei».

Messa così, sembra che il prezzo dipenda solo dalla presenza o meno del gestore…

«È come viene interpretata la situazione dall’opinione pubblica, ma non è la verità. Il fatto è che le decisioni sono tutte in mano alle compagnie».

Vede possibilità di invertire la rotta?

«La base associativa è sempre più sfiduciata, è stanca di pagare di tasca propria, servirebbe più spinta dal livello nazionale, mentre per ora a vincere sono sempre le compagnie petrolifere».




Il Natale porta regali a chi fa la spesa nel Distretto dei Colli e del Brembo

manifesto concorso Natale distretto dei Colli e del BremboFare la spesa nel periodo di Natale può riservare delle belle sorprese se si scelgono i negozi del Distretto dei Colli e del Brembo. Scatta infatti il 5 dicembre il “Grande Concorso di Natale, vinci con il tuo distretto” che dà la possibilità di vincere un premio in buoni acquisto da spendere negli 82 esercizi commerciali aderenti all’iniziativa.

Fino al 6 gennaio 2016, ogni 10 euro di spesa si avrà diritto a un coupon (massimo 5 per spesa), con cui partecipare all’estrazione di 50 premi acquisto spendibili entro il 31 marzo 2016, per un valore complessivo di 4.350 euro.

L’iniziativa rientra negli obiettivi stabiliti dal programma del Distretto dei Colli e del Brembo, le cui risorse e attività si rivolgono agli operatori del commercio, della somministrazione, del turismo e dei servizi, nei Comuni di Curno, Mozzo, Valbrembo, Paladina, Almè, Villa d’Almè, Sorisole e Ponteranica, con l’intento di produrre azioni per sostenere e rafforzare il tessuto commerciale e creare una rete di relazioni e collaborazioni durature.

Per il concorso i commercianti hanno acquistato 23.000 coupon e li mettono a disposizione del consumatore nei loro punti vendita fino ad esaurimento. Il progetto vuole essere un’occasione per far conoscere e promuovere la ricchezza dei territori e degli esercizi commerciali nelle diverse categorie merceologiche, dall’abbigliamento all’oggettistica, dalla ristorazione all’accoglienza, dal fitness al benessere, dagli alimentari all’utensileria e molto altro ancora, per rispondere in modo ampio a qualsiasi tipo di esigenza richiesta dal consumatore. Ma anche per far riscoprire il piacere dei rapporti diretti con i negozianti e tra cittadini.

«I vantaggi per la clientela – spiegano i promotori -, non si misurano solo nei buoni acquisto correlati al concorso, ma si manifestano in un processo ben più ampio messo in moto dall’iniziativa, tesa a invitare il consumatore alla conoscenza delle peculiarità del tessuto imprenditoriale locale e del territorio stesso attraverso i suoi prodotti tipici alimentari, artigianali e culturali. È questa infatti una preziosa chiave di conoscenza territoriale dove i protagonisti sono la cultura e le tradizioni dei luoghi».

L’invito è perciò di «lasciarsi trasportare dalla varietà delle proposte creative dei commercianti per sperimentare un Natale decisamente diverso dal solito, dove i regali per amici e parenti saranno marchiati da alta qualità, originalità e dal piacevole incontro con i commercianti del Distretto dei Colli e del Brembo».




Ponte dell’Immacolata, Federlaberghi: “In crescita gli italiani in viaggio”

foto bed & breakfastSaranno oltre 6,1 milioni (rispetto ai 5,4 milioni del 2014) gli italiani in viaggio nei prossimi giorni, che dormiranno almeno una notte fuori casa per turismo, segnando un +12,9%. Il dato assoluto equivale al 10,1% della popolazione tra maggiorenni e minorenni. Il 97,3%, pari a circa 6 milioni di italiani, rimarrà nel Bel Paese, mentre il 2,1%, pari a quasi 129 mila italiani, andrà all’estero, scegliendo per la quasi totalità le grandi capitali europee, evitando di conseguenza qualsiasi altra area ritenuta a rischio attentati. Saranno le località montane, quasi a voler rispettare la tradizione, quelle più frequentate durante questo ponte dell’8 dicembre. Il 36% (rispetto al 38,9% del 2014) di coloro che si muoveranno (pari a 2,2 milioni di italiani) le preferiranno ad altre mete. Il 31,8% (rispetto al 26,4% del 2014), pari a 1,95 milioni di italiani, andrà in località d’arte maggiori e minori, pur in presenza di un andamento disomogeneo.

I residence ospiteranno il 3,4%, gli agriturismo il 3,3% ed i campeggi l’1,1%. La spesa media pro-capite (comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti), si attesterà sui 267 euro (rispetto ai 262 euro del 2014, per un +1,9%), importo che genererà un giro d’affari lordo di 1,6 miliardi di Euro rispetto agli 1,4 miliardi di Euro del 2014, per un + 14,3%. Per chi rimarrà in Italia la spesa media si attesterà sui 261 Euro, mentre chi preferirà mete d’oltre confine la spesa media salirà a 693 Euro. La durata media, infine, del soggiorno durante questo ‘ponte’ dell’8 dicembre, sarà di 2,6 notti trascorse fuori casa. “È un segnale di inequivocabile voglia di reagire al clima di terrore che aleggia nel mondo intero quello che emerge dai dati previsionali sui consumi turistici degli italiani per il ‘ponte’ vacanziero dell’8 dicembre” commenta il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, alla lettura dei risultati dell’indagine. “Considerando infatti il momento di allerta sia del livello di sicurezza sia di tenuta economica internazionale – sottolinea Bocca – poter contare su oltre il 10% della popolazione che può permettersi una seppur breve vacanza approfittando della circostanza favorevole che il calendario ci riserva, è un raggio di sole in un cielo sicuramente ingombro di nuvole.




Fimaa fa il punto sulla responsabilità urbanistica. Premio alla carriera a Trigona

Gli agenti immobiliari aderenti a Fimaa – Ascom si ritrovati giovedì scorso nella Sala Tremaglia del Teatro Donizetti per il convegno sulla responsabilità urbanistica dal titolo “Agente Immobiliare: un professionista che garantisce compravendite sicure”. L’occasione è stata propizia per fare il punto sul compito e il ruolo degli agenti immobiliari, che, secondo le nuove disposizioni, sono chiamati a verificare il percorso urbanistico dell’immobile in vendita per garantire una compravendita corretta. Il convegno – moderato da Oscar Caironi – ha visto la partecipazione di Oscar Fusini, direttore dell’Ascom di Bergamo e di Luciano Patelli, presidente Fimaa Bergamo nonché coordinatore di Fimaa Lombardia. Sono intervenuti Santino Taverna, presidente Fimaa Italia, che parlato dell’evoluzione del mercato immobiliare italiano; Ettore Freri, responsabile SUEAP del Comune di Bergamo, sulla verifica urbanistica e su come effettuare l’accesso agli atti; Daniele Mammani, consulente legale Fimaa Italia, che ha intrattenuto la platea sulla responsabilità urbanistica; Luca Gotti, direttore territoriale Città di Bergamo e Val Brembana della Banca Popolare di Bergamo. A lui il compito di parlare del sostegno all’acquisto e alla ristrutturazione della casa. A conclusione del’evento si è tenuta anche la prima edizione del “Premio alla Carriera”, un riconoscimento per chi “si è distinto in ambito lavorativo”, che Fimaa Bergamo quest’anno ha destinato a Luigi Trigona, per 36 anni direttore dell’Ascom.

(servizio fotografico di Maria Zanchi)




Il commento / Fusini: “Il settore degli immobili non residenziali segna il cambiamento di un’epoca”

Non sono ancora disponibili i dati definitivi del 2015, ma la discussione resta aperta, anche all’interno del comitato scientifico del Listino dei prezzi degli immobili, sul reale andamento delle compravendite immobiliari, in particolare per gli immobili industriali e commerciali, e sugli scenari che si prospettano alla luce dell’attuale mercato immobiliare. Questo perché si susseguono diversi Osservatori immobiliari spesso in contrapposizione tra loro quando da una parte qualcuno annuncia la ripresa del mercato immobiliare ed altri confermano la stagnazione.  Ma cosa sta effettivamente accadendo in Bergamasca? Non vogliamo contribuire al pessimismo nel dichiarare che il 2015 si chiuderà con un numero di transazioni che prevediamo leggermente in crescita per i negozi rispetto a quelle del 2014, e questo costituirebbe un inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni e un numero di compravendite ancora negativi sul versante degli uffici e degli immobili industriali. Mentre i prezzi continuano la caduta sia pur a ritmi più lenti potremmo anche sbagliare nel prevedere il segno più o il segno meno nel numero di operazioni, ma il punto non è questo. Non sono infatti trenta compravendite in più o in meno in un mercato asfittico a migliorare o aggravare di molto la situazione.

Oscar Fusini
Oscar Fusini

I numeri ufficiali ci possono soccorrere. In provincia di Bergamo, le compravendite nel 2014 hanno toccato quota 1.207: nel dettaglio,  256 uffici, 491 negozi e centri commerciali, 460 capannoni, 1 istituto di credito e 3 alberghi. Verrebbe da dire che se queste sono le cifre che avvalorano le scelte di investimento e la mobilità di sede di un sistema che si compone di oltre 92.000 imprese attive se non è paralisi poco ci manca. In ogni caso si tratta di numeri che segnalano lo sprofondamento di circa la metà delle transazioni dell’anno 2006, che ammontavano a 2.400. Sono passati solo 8 anni, ma sembra trascorso un secolo, e in questo frangente le vendite sono crollate del 50% e con i gli andamenti altalenati attuali difficilmente torneremo in fretta agli andamenti ante crisi. Eppure qualcosa di nuovo si è visto in questi anni. Qualcosa dal recupero di  immobili industriali dismessi, posti sulle arterie di grande scorrimento, grazie ai cambi di destinazione d’uso. Ma il grosso è stato soprattutto l’edificazione di nuovi insediamenti commerciali e artigianali nelle aree di Lallio, Dalmine, Orio al Serio e Grassobbio. Senza dimenticare aree come quella della Bassa dove altri investimenti imponenti si sono susseguiti. In concreto, dove è stato possibile, le aziende hanno preferito costruire nuovi immobili su terreni edificabili piuttosto che insediarsi o recuperare l’esistente. Si tratta di immobili completamente diversi da quelli esistenti. Di taglio grande, alti dodici metri, con parcheggi e aree di movimentazione degli automezzi, realizzati con tecnologie e servizi all’avanguardia. Quello che sul mercato non c’è o non è disponibile. In primo luogo sembra superato il modello del Nord-Est, ossia della villa a fianco del piccolo laboratorio o capannone. In ogni caso sembrano arcaici i capannoni nati da frazionamenti, di poche centinaia di metri, mal serviti e superati dalle esigenze delle imprese, che oggi sono cambiate.

Se la domanda, a seguito della crisi, costituisce il reale freno al mercato, esiste anche un problema soprattutto sul lato dell’offerta. Un forte divario tra il pregio, la qualità richiesta e quella offerta, soprattutto per il segmento del non nuovo, che incide sul ritardo nelle vendite e locazioni e spesso cade nell’invenduto a medio lungo termine. Questo mismatch tra domanda e offerta tocca tutti gli immobili non residenziali. Per il commercio si tratta di un cambiamento epocale di stili di consumo, mentre per gli altri immobili del terziario e produttivo  di modelli organizzativi del lavoro e della produzione che impongono standard diversi rispetto a quelli anche solo di dieci anni fa.  Visibilità, servizi, accessibilità e parcheggio sono ulteriori fattori che hanno  ridotto ulteriormente l’appetibilità di questi immobili. Non si tratta quindi solo di un eccesso di offerta o di un problema di prezzo, che con la ripresa auspicata e l’ulteriore limatura dei prezzi potrebbero  cambiare proprietario e tornare a vivere. Questi “spazi dovranno essere ripensati mentre serviranno proposte di legge e incentivi per il loro effettivo recupero o destinazione. Anche verso aree verdi, perché no?   La magra del mercato delle abitazioni costituirà infatti un ulteriore e oggettivo vincolo su come e dove effettivamente destinarli. Evitando anche da noi paurosi effetti “Detroit”.

* direttore dell’Ascom di Bergamo

 




Mercato immobiliare in leggera ripresa, ma non per i negozi

Listino Immobili
Un mercato immobiliare in leggera ripresa, con prezzi in diminuzione in città e provincia per il residenziale, mentre sono in diminuzione le transazioni per gli immobili industriali. Sul residenziale, in particolare, cresce la richiesta di appartamenti medio grande, tra i 100 e i 125 metri quadrati. E’ quanto emerge, a grandi linee, dalla 21° edizione del “Listino dei prezzi degli immobili di Bergamo e provincia”, edito da La Rassegna e in edicola da oggi, giovedì 3 dicembre, e realizzato dagli Agenti Immobiliari di Fimaa – Ascom Bergamo. Come ogni anno, il borsino degli immobili, stampato in 8 mila copie, offre un quadro completo sull’andamento del mercato, dando tutte le quotazioni per la compravendita e la locazione di appartamenti, box, uffici, negozi e capannoni della città e dell’intera provincia. La nuova edizione contiene le rilevazioni di tutti i paesi della Bergamasca. Le quotazioni in città sono suddivise per ogni via e quartiere, con 37 zone di rilevazione e relative mappe. La pubblicazione è curata dai mediatori immobiliari di Fimaa-Ascom, con la collaborazione di Adiconsum, Appe, Collegio dei geometri e geometri laureati di Bergamo e Collegio Notarile di Bergamo; e con il patrocinio di Provincia di Bergamo, Comune di Bergamo, Camera di Commercio di Bergamo, Università degli Studi di Bergamo. I dati raccolti per il bollettino fanno riferimento al 2015.

Abitazioni: prezzi in diminuzione in città e in provincia

Per quanto riguarda il mercato residenziale i prezzi sono in diminuzione del 3,8% in città e del 4,6% in provincia. In calo i valori del centrale e dei borghi, mentre si mantengono buone le richieste per il  centralissimo e città alta, dove si registra anche un assestamento dei prezzi. Il semicentrale registra una diminuzione dei prezzi ma non mancano valori stabili per gli immobili di qualità. Continua il calo dei prezzi delle abitazioni in periferia, pur a tassi inferiori rispetto agli anni scorsi.  Gli immobili di nuova costruzione evidenziano una maggiore tenuta rispetto alle altre categorie, inoltre si sta verificando la vendita “sulla carta” di immobili di costruzioni in classe energetica performante, in piccole entità di 6/8 appartamenti sia in città che nell’hinterland. L’invenduto del nuovo che non rispetta criteri “performanti” resta invece in grave difficoltà.Listino Immobiliare A volte la difficoltà di transazione è causata dalla mancanza di liquidità, dovuta alla difficoltà di vendere il proprio immobile prima di acquisirne uno nuovo. Nel complesso l’incrocio tra domanda e offerta è continuativo, grazie alla sensibilità dei proprietari di casa che propongono valori reali per la vendita dell’immobile, allineati ai dati del Listino degli immobili. Più vistosa la diminuzione degli immobili più vecchi e da ristrutturare, per cui è crollata la domanda, soprattutto da parte di cittadini stranieri. In provincia, i prezzi diminuiscono sia nei centri principali, dove si registra maggiore surplus d’offerta, sia nei comuni più piccoli. Tengono le quotazioni del segmento del nuovo e dell’offerta di qualità. In generale, l’atteggiamento delle famiglie verso la sostituzione è di selezione e di attesa. Le famiglie cercano per lo più case dalle metrature medio-grandi, 100- 125 mq. Le famiglie senza figli cercano trilocali ubicati nell’hinterland e vicini ai principali servizi,il cui costo si aggira su 160 mila euro; per le famiglie con figli la preferenza va ai trilo/quadriolocali nella zona centrale di pregio o borghi storici di città e provincia, con ingresso dipendente, giardino privato o piani alti con terrazzi e balconi in zone ben servite. Prezzo medio 190 mila euro. Diminuiscono le richieste dei single e degli extracomunitari. Resta ferma la domanda a scopo di investimento, travolta dall’inasprimento fiscale. In città le zone più costose rimangono città alta e i colli. In provincia gli immobili più cari si trovano nel centro di Lovere e Treviglio.

Locazioni: prezzi stabili in città, in discesa in provincia

A fronte di un’offerta che resta molto alta, si conferma in generale una crescita della domanda dei contratti di affitto, segnale di consolidamento della ripresa del mercato della locazione. Dopo una discesa durata oltre sei anni, da un biennio i canoni restano confermati in città. I prezzi degli affitti sono in diminuzione nei principali paesi della provincia, con una riduzione media tra l’ 1% e il 2%. In città la domanda di immobili in affitto sta crescendo. In controtendenza invece il mercato in provincia, dove il turistico fatica per ragioni economiche e la domanda espressa dalle famiglie di cittadini stranieri sta diminuendo. Resta prioritaria per i proprietari l’esigenza di selezionare conduttori affidabili e solvibili, anche riconoscendo sconti sul canone. D’altra parte, l’accresciuta pressione fiscale, spinge nel mettere a reddito gli immobili invenduti. Canone mensile in città va dai 450 ai 650 euro al mese; in provincia dai 500 ai 350 euro al mese.

Box, prezzi in calo

Il mercato dei box sembra avviarsi verso una stabilizzazione, con livelli di movimentazione molto bassi. In città e provincia calano i valori di compravendita (-4%), che avevano toccato punte significative negli scorsi anni. In diminuzione anche i valori degli affitti (-5,4%) che, per effetto della crisi, per molti resta un lusso insostenibile anche a fronte di un parco auto che sta invecchiando. In città il prezzo medio di un box va dagli 80 ai 34 mila euro; in provincia dai 26 ai 18 mila euro.

Mercato non residenziale

Il mercato del terziario resta in affanno. Nei primi sei mesi del 2015 ha visto un calo del 12,3% rispetto allo scorso anno.

I negozi: deboli le compravendite e prezzi in calo

Il commercio continua a restare debole per la crisi dei consumi e ciò riflette l’andamento dei valori immobiliari. La difficoltà dell’accesso al credito e le aspettative di scarso guadagno sconsigliano nuovi investimenti per gli imprenditori. La crisi spinge la diminuzione dei prezzi di compravendita dei negozi (-2,1% in città e -3,4% in provincia), sia pur con riduzioni meno marcate rispetto agli anni precedenti. Il mercato è ancora movimentato dalla domanda per negozi nuovi e di pregio commerciale (localizzati nelle aree primarie del centro storico e nei centri commerciali) e dalle ubicazioni di elevata visibilità poste sulle arterie principali. La crisi restringe però le aree di interesse: le zone malservite per mobilità e parcheggi, le ubicazioni secondarie scontano la riduzione della domanda per attività marginali, etniche e di servizi. Torna a crescere il mercato delle locazioni soprattutto per le piccole attività. Si consolida il segno meno anche nei canoni di locazione, con cali evidenti soprattutto in provincia (-2,4%) ed in periferia della città (-1,5%). E’ l’effetto della debolezza del commercio e della scarsa domanda per negozi tradizionali in affitto, soprattutto se mal ubicati. Tornano a crescere i tempi di vendita e locazione rispettivamente a 13 e 7,5 mesi mentre lo sconto medio praticato raggiunge punte del 18%.

Uffici: prezzi e canoni in calo e transazioni stabili

Per il mercato direzionale, l’anno appena trascorso conferma la tendenza degli ultimi con riduzioni che restano marcate. La domanda si è mantenuta esile a fronte di un’offerta di spazi crescenti che non riesce ad essere collocata sul mercato. Si consolida ormai da sette anni il calo dei prezzi di compravendita (-2.8% in città), che prosegue più marcata in provincia (-3,6%), soprattutto nelle aree del territorio a forte vocazione industriale. Stabili le transazioni dopo il sensibile calo registrato nel 2014. Calano i canoni di locazione soprattutto in città (-3,5%), dove avevano raggiunto livelli molto elevati. La bassa qualità degli immobili offerti in locazione riduce l’appetibilità per il trasferimento di imprese e professionisti. Il mercato regge per l’offerta di uffici di alta qualità, che resta molto ambita da imprese desiderose di una nuova localizzazione. Si tratta però di una domanda limitata e molto selettiva.

Capannoni: offerta non all’altezza delle richieste

Per le compravendite, l’offerta attuale non è all’altezza delle richieste. Stabile il numero delle locazioni. Da sei anni si registra una diminuzione dei prezzi (-1,2%) e degli affitti (-2,35). La riduzione è più marcata per i capannoni usati. In leggera ripresa il mercato delle strutture medio piccole, sotto i mille metri quadrati. Le medio grandi non rispondono alle esigenze del mercato, così che le aziende preferiscono cercare terreni su cui edificare strutture adeguate alle loro esigenze: edifici alti 10-12 metri, costruiti secondo le regole antisismiche, con aree esterne per carico e scarico per la circolazione di autoarticolati. La nuova tendenza è la costruzione di capannoni in acciaio. Le aree ambite che alimentano la domanda nel settore sono quelle prossime ai raccordi stradali, autostradali, all’aeroporto e le posizioni su strade di grande scorrimento.

 




Malvestiti: “Tra i consumatori ora c’è più fiducia”

regali-natale.jpgE’ in arrivo una Natale finalmente  positivo, con una crescita complessiva dei consumi dell’1,3% rispetto allo scorso anno, grazie anche all’aumento dell’1,6% dell’ammontare delle tredicesime. Di conseguenza, la spesa per i regali (10 miliardi, 166 euro a persona), crescerà del 5% in più rispetto al 2014. Sono buone notizie, insomma, quelle illustrate  dal responsabile dell’Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella, nel corso della tradizionale conferenza stampa convocata a Roma per fare il punto sulle spese di fine anno. Certo, i livelli pre-crisi restano ancora lontani (per dire: i consumi saranno comunque inferiori del 3,5% sul 2008 e la spesa per i regali addirittura del 30% rispetto al 2009), ma i dati parlano comunque chiaro: anche se fragile, la ripresa c’è e l’incubo terrorismo non dovrebbe sconvolgere tutto, perlomeno nel breve termine.

Secondo l’Ufficio Studi, infatti, nel secondo trimestre dell’anno in corso il reddito disponibile e i consumi sono cresciuti rispettivamente di 134 euro  e di 65 euro rispetto al minimo toccato tra aprile e giugno del 2014, e se il trend in atto dovesse continuare si toccherebbero +435 e +460 euro rispettivi a fine 2016. Bene, in questo senso, anche i provvedimenti contenuti nella legge di stabilità, grazie ai quali sono disponibili circa 5 miliardi di maggiori redditi da spendere in consumi. Tornando alle spese per il Natale, da sottolineare alcune percentuali interessanti: resta alta, il 73%, la percentuale di quanti prevedono una festa dismessa, anche se l’86% effettuerà regali. E se il 52,5% ritiene i regali una spesa piacevole, ad aspettare gli ultimi giorni per farli sarà il 37,3% contro il 47,3% nel 2014. Infine, l’ICC relativo ad ottobre, che fa segnare un -0,3% rispetto al mese precedente  ma un +1,2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Bene turismo, mobilità e comunicazioni, male alimentari e bevande. Per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, “le condizioni economiche sono buone tra prezzo del petrolio, cambi e tassi favorevoli. La ripresa si sta lentamente concretizzando”. “La prudenza è d’obbligo – ha osservato il presidente – soprattutto alla luce dei recenti eventi terroristici, ma dopo sette anni, Natale potrebbe essere il primo con il segno più. Tuttavia – avverte Sangalli – il governo non ha ancora vinto la scommessa di trasformare una ripresa economica certificata dai dati in una ripresa reale. Per fare questo bisogna ridurre le tasse, la spesa pubblica improduttiva, il deficit di legalità e la cattiva burocrazia”. “Solo così – ha aggiunto il presidente di Confcommercio –  sarà possibile arrivare ad una crescita consolidata ed eliminare le clausole di salvaguardia nel 2017”.

Paolo Malvestiti, presidente dell’ Ascom

“L’aumento della spesa del 5% è confortante e dire in linea con le nostre previsioni. I settori che hanno sofferto negli ultimi mesi si stanno riprendendo, in particolare abbigliamento, calzature. Anche l’alimentare si sta risvegliando e già oggi si può parlare di un aumento delle vendite dell 1,5% rispetto ai mesi scorsi. Percepiamo una voglia di cambiare e di acquistare qualcosa di nuovo. La gente  ha sofferto economicamente e psicologicamente ma ci sono segnali di una ripresa di fiducia da parte dei consumatori, forse anche per la politica di Renzi, e trovo che dalle parole si sta andando verso i fatti.

 Diego Predali, presidente Gruppo Abbigliamento

“Le vendite sono leggermente in ripresa nel settore dell’abbigliamento, grazie anche al fatto che il freddo è arrivato e le giornate di sole invogliano ad uscire e a comprare. Negli ultimi dieci giorni c’è stato movimento che va ben sperare nelle previsioni di Confcommercio”.

 Luca Bonicelli, presidente dei Giovani Imprenditori

“Dopo un novembre in calo, negli alimentari ci si aspetta un dicembre in crescita, Una ripresa che si sta già prospettando  per quanto riguarda catering sia per cene aziendali che in casa”.

Livio Bresciani, presidente gruppo Ortofrutta

“E’ stato un anno abbastanza positivo e devo dire che Expo è stato trainante. E’ stata un’occasione di sprono a muoversi e ad uscire. Dal mio punto di vista posso dire che l’emorragia si è fermata, la gente ha ripreso ad acquistare  e credo che si andrà avanti su questa strada, non vedo dei motivi di impedimento. Penso che le previsioni di Confcommercio potranno essere rispettate e credo che si prospetti Natale positivo dal punto di vista dei consumi”.

Armando Zucchinali, presidente Gruppo elettrodomestici

“Non credo che sia realistico il 5% di Confcommercio, almeno nel nostro settore. In questi mesi invernali, proprio a causa del bel tempo, la vendita del bianco è andata a rilento, soprattutto per quanto riguarda essiccatori e asciugatrici. Per quanto riguarda l’elettronica posso dire che ormai i consumatori, soprattutto al Nord, non aspettano il Natale e la 13esima o 14esima per fare regali. Gli acquisti di elettrodomestici e di elettronica in particolare vengono fatti tutto l’anno, anche a rate e con finanziamenti. Le novità in campo dell’elettronica, Pc, Ipad. Iphone, sono solo per pochi che se le possono permettere. I più tengono i loro strumenti per molto tempo. Per Natale le vendite ci saranno ma non confermeranno le previsioni di Confcommercio.

 

 




Seriate, la festa di Santa Lucia accende le luminarie e dà il via allo shopping di Natale

A Seriate è Santa Lucia il simbolo delle iniziative natalizie e domenica 6 dicembre torna l’appuntamento più atteso con una giornata intera di festa nell’ambito della rassegna “Santa Lucia. La più bella delle tradizioni”, partita il 24 novembre e in programma fino al 6 gennaio.

L’appuntamento è dalle 9 alle 19 con giochi, laboratori, spettacoli, letture, idee regalo in biblioteca, per le vie e piazze del centro città, l’inaugurazione del presepe e l’accensione delle luminarie. In piazza Alebardi dalle 10 ci sarà “Suoni in giochi”: musica, passatempi, tamburelli e installazione di originali e artigianali “macchine sonore”. Alle 11, con tanto di accompagnamento musicale della Banda Città di Seriate, che avrà sfilato per le strade cittadine, sarà benedetto il presepe di legno a forma di stella, realizzato dagli ex Allievi della Scuola Edile di Seriate, con illuminazione progettata dai ragazzi del Majorana e le statue dall’istituto Sacra Famiglia.

La giornata vede anche l’apertura straordinaria della biblioteca civica Gambirasio dalle 9.30 sino alle 12.30 e dalle 15 alle 17 per proporre diversi laboratori per bambini e genitori. Dalle 10 alle 11 si terrà quello intitolato “Sogno di neve”, rivolto a tutta la famiglia, invita grandi e piccoli a giocare e sperimentare insieme il piacere del toccare e del sentire (è necessaria l’iscrizione telefonando allo 035.304.300 o scrivendo una mail a biblioteca@comune.seriate.bg.it). Il momento clou sarà alle 15.30 nella tensostruttura con la prima nazionale dello spettacolo per bambini “Neve”, in replica alle 17 e a cura de Il Teatro Prova. L’entrata è libera sino ad esaurimento posti.

Dalle 9 alle 19 in piazza Donatori di Sangue, l’incanto della giostra gratuita per tutti i bambini e lo spettacolo “La stella”, in programma ogni 15 minuti dalle 14 alle 18.30. Di cosa si tratta? Una sorpresa. L’invito è a scoprite la meraviglia entrando nella pancia della stella gigante, dove un cantastorie aspetta grandi e piccoli per stupire, emozionare e divertire.

Da via Italia a via Dante, dalle 9 alle 18.30, lo spazio è invece per le bancarelle delle associazioni di volontariato per l’iniziativa “Fare del bene… fa bene” e quelle con dolciumi, sapori e tante idee regali per la “Fiera di Santa Lucia”. Tra la biblioteca e piazza Donatori di Sangue sarà allestito il gazebo “Il Sindaco incontra” dalle 10.30 alle 12 e dalle 14.30 alle 18.30. E vicino alla santella di via Italia ci saranno caldarroste per tutti. La società alpinistica seriatese curerà la castagnata, il cui ricavato (offerta minima 2 euro) sarà dato in beneficienza alle associazioni di volontariato della città. Mentre sotto i portici di Galleria Italia andrà in scena il mercatino degli hobbisti in versione natalizia. E nel tardo pomeriggio l’accensione delle luminarie in collaborazione con Paola Raimondi, assessore al Commercio, e l’associazione delle Botteghe di Seriate.

Santa Lucia 2015 - Seriate - manifesto




Pagamenti col bancomat anche per piccoli importi. Confcommercio: “Ma le commissioni vanno ridotte”

posd.jpgPromuovere il pagamento anche di piccoli importi con il Bancomat. Lo prevede un emendamento del Pd alla Legge di Stabilità. “Al fine di promuovere l’effettuazione di operazioni di pagamento basate su carte di debito o di credito anche per i pagamenti d’importo contenuto” relativi a operazioni “il cui importo è inferiore a cinque euro” il costo di servizio “non può essere superiore ai costi che lo stesso beneficiario avrebbe sostenuto per l’accettazione di analoghi pagamenti in contanti”. L’emendamento del Pd, prima firma Boccadutri, alla Legge di Stabilità di fatto consente il pagamento con carta anche per piccoli importi. Sarà possibile utilizzare i pagamenti digitali anche per piccole somme: io penso sia un questione di libertà. Vogliamo che i cittadini siano liberi di scegliere come pagare, in qualunque situazione”, commenta il deputato Sergio Boccadutri, responsabile innovazione del Partito democratico.

Confcommercio interviene ribadendo che resta favorevole alla modernizzazione del sistema dei pagamenti nel nostro Paese. Rimane però cruciale la questione delle commissioni per l’accettazione dei pagamenti con bancomat e carta di credito. Per la Confederazione presieduta da Carlo Sangalli “sui i pagamenti di piccolo importo con bancomat la commissione fissa attualmente applicata dalle banche alle imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti resta elevata ed assorbe molto spesso i margini di profitto degli imprenditori. Prima di prevedere nuovi obblighi e vincoli per le imprese, è pertanto indispensabile procedere ad un generalizzato abbassamento delle commissioni bancarie che dovrebbero essere in ogni caso fissate in misura percentuale all’importo incassato, escludendo qualsiasi quota fissa a carico delle imprese”.