Seriate, un serpentone di bancarelle per la “Fiera d’autunno”

ambulnati - bancarelle - fiera santa lucia seriateDomenica 25 ottobre a Seriate torna la “Fiera d’autunno”, il serpentone di bancarelle con prodotti alimentari, artigianali e d’abbigliamento organizzato dalla Comap, la cooperativa per commercio su aree pubbliche di cui fa parte anche la Fiva Ascom di Bergamo.

La manifestazione si svilupperà lungo via Italia, dall’intersezione con via Paderno fino a piazza Giovanni XXIII, su piazzale Donatori di Sangue e via Dante. L’area sarà chiusa al traffico dalle 7 alle 21, il traffico deviato su via Paderno e corso Roma e istituito il divieto di sosta con rimozione forzata in via Partigiani, nell’area attigua all’ufficio postale, per consentire la fermata dell’autobus Atb in servizio di linea.

L’iniziativa, effettuata con il patrocinio dell’assessorato al Commercio, vuole dare visibilità al commercio ambulante e la possibilità di vivere una domenica diversa, tra shopping e incontri.




Caldara chiude, l’Ascom in campo per trovare un successore

caldara1Bergamo perde una delle sue insegne storiche. Dopo 63 anni chiude Caldara. Il negozio di giocattoli di viale Papa Giovanni a fine anno abbasserà definitivamente le saracinesche portando con sé un pezzo importante di storia commerciale della città.

L’attività era stata avviata dalla famiglia Caldara nel 1952. Con il suoi trenini, le costruzioni, le bambole e le macchinine Pierluigi Caldara ha fatto giocare tre generazioni di bambini. Per cinquant’anni è stato dietro il bancone, difendendo con passione e convinzione i giochi tradizionali dall’avanzata dei videogiochi e dell’elettronica, alternando il suo lavoro in negozio con viaggi per le fiere di tutto il mondo alla ricerca delle novità più emozionanti. Ora, la decisione di chiudere per godersi la meritata pensione e dedicarsi agli hobby finora trascurati, giacché i figli hanno deciso di percorrere altre strade professionali e gli affari con la crisi e la competizione della grande distribuzione non sono più quelli di un tempo.

La chiusura dello storico negozio di giocattoli di viale Papa Giovanni ha suscitato grande dispiacere nell’Ascom: «È  un fatto che ci rattrista molto – dice il direttore Oscar Fusini –. Non si tratta solo della chiusura di un negozio storico e del congedo di un imprenditore bravo e serissimo ma di un simbolo del giocattolo orobico che scompare. La chiusura di Caldara conferma due fatti da tempo sotto la lente di ingrandimento: la crisi dei consumi che prosegue e colpisce il commercio tradizionale, e il cambio di vocazione commerciale di parte della città, in particolare di viale Papa Giovanni  dove gli elevati valori degli immobili rendono più proficue le attività di bar e ristoranti piuttosto che i negozi. Infine, impone una riflessione sul passaggio generazionale che fatica ad attuarsi nei nostri settori».

«Il problema – denuncia Fusini – non è solo la chiusura di un punto vendita, ma la dispersione di competenze dell’imprenditore che lascia e chiude la propria attività. Per questo auspico che qualche giovane voglia riportare in vita l’attività, magari in un altro negozio (se l’attuale ha valori immobiliari troppo elevati) chiedendo al signor Caldara un aiuto. Saremo ben lieti di favorirne il passaggio di competenze, magari finanziandolo con il progetto Sviluppo».

Intanto, i locali saranno messi in affitto e da lunedì la merce sarà in vendita con sconti dal 20 al 50%.




Fusini (Ascom): «Ma resta una duplice preoccupazione»

commessa abbigliamento

Il commercio bergamasco è in crescita sia, e soprattutto in città, dove le imprese del terziario sono aumentate del 4,53% rispetto al terzo trimestre del 2014, sia in provincia con +3,64% e 810 imprese in più. In città le attività registrate sono 4mila, in provincia più di 23mila, numeri che non si registravano da prima del 2008. A trainare il comparto sono le imprese di servizi, aumentate del 5,8% : mediatori immobiliari, agenti e procacciatori di affari, assicuratori, broker, e le attività di servizi alle imprese in genere, un ‘mondo’ che oggi conta 1.903 attività in città e 8.434 in provincia, per un totale di 10.337 imprese, di cui 569 nate tra il 2014 e il 2015. Ma crescono anche ristoranti, bar, locali serali (+5,6% rispetto al 2014) anche se in misura minore rispetto agli ultimi 5 anni con lo sprint portato dalla liberalizzazione delle licenze. Riprende anche il commercio alimentare spinto, soprattutto in città, dai consumi sul posto che hanno favorito la nascita di negozi che lavorano soprattutto nella pausa pranzo.

In aumento, di poco, il commercio non alimentare, vivacizzato dall’apertura di negozi etnici. Segno positivo, infine, anche per i servizi, intermediari e agenti di commercio e per il settore degli ambulanti (+7,3%), che riprendono dopo anni di forte contrazione.

Secondo il direttore dell’Ascom Oscar Fusini la crescita del terziario è dovuta ad un’aumentata fiducia nella ripresa del mercato ma anche a quello che definisce effetto occupazionale: “La crisi che ha colpito le aziende ha portato a una emorragia di professionalità che si sono disperse sul territorio: per molti l’apertura di un’attività commerciale ha rappresentato la possibilità di un nuovo sbocco occupazionale”. “Rimane una comune e duplice preoccupazione – dice Fusini – quella di sopravvivere in un mercato sempre di più globale e competitivo e di capire se le aspettative positive nell’ aumento dei consumi sono ben riposte. Il mercato è ancora in affanno, i consumi rimangono deboli perché il reddito disponibile e quindi la capacità di spesa per molte famiglie sono ancora limitati. I dati rappresentano una conferma che qualcosa di positivo sta per riprendersi anche nella nostra provincia ma certo si tratta di numeri ancora lontani e che forse non raggiungeranno più quelli precedenti alla crisi: se si pensa che nel 2003, 12 anni fa, gli esercizi in provincia erano 25.763 circa 2.500 in più del numero attuale e in città 5.054, mille in più di oggi, ben si capisce il pesante contraccolpo subito dalle imprese”.

 




Sangalli (Confcommercio): giù Irpef o niente crescita

Carlo Sangalli 1“Sono due le Italie che emergono: una che riparte, quella degli ottimisti, delle famiglie che tornano a spendere in particolare in beni durevoli, come auto, mobili, elettrodomestici, l’altra è quella delle famiglie e delle piccole imprese che non hanno ancora toccato con mano la ripresa e che soprattutto nel Mezzogiorno non riescono a coprire tutte le spese con il proprio reddito né a effettuare nuovi investimenti”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, esorta “il Governo a tagliare con più coraggio e determinazione la spesa pubblica improduttiva liberando così le risorse necessarie per una riduzione generalizzata delle aliquote Irpef. Perché fino a quando non perderemo il triste primato di una pressione fiscale tra le più alte al mondo, non ci sarà vera crescita”. Sangalli ha concluso evidenziando che “nel 2016 il Pil potrebbe anche avvicinarsi al 2% ma a due condizioni precise: che il Governo riduca con maggiore intensità le tasse su imprese e famiglie e che la Legge di Stabilità esplichi in pieno i suoi effetti espansivi”.




Epis (Ascom): “Servono incentivi per svecchiare il parco auto circolante”

Si parlerà del mercato dell’auto e delle sue reali prospettive venerdì 23 ottobre all’Unione Confcommercio Milano nell’incontro dal titolo “Automotive, ripresa o ripresina? E’ il momento di dare sostegno al settore!”, organizzato da Federmotorizzazione-Confcommercio in collaborazione con Assomobilità e Quattroruote Professional a partire dalle ore 10 in Sala Colucci. Al centro del convegno ci saranno gli studi di settore e le indicazioni su Sistri – tassa dei rifiuti, la detraibilità e la fiscalità sulle automobili, il Registro Unico Automobilistico, il passaggio dalla tassa IPT a IRI, ma anche aspetti che riguardano direttamente la professione come la credibilità e la trasparenza del comparto. All’incontro interverranno il presidente di Federmotorizzazione Simonpaolo Buongiardino, l’onorevole Vincenzo Garofalo, vicepresidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni alla Camera e anche il bergamasco Loreno Epis, presidente degli Autosalonisti Ascom e membro consiglio direttivo di Federmotorizzazione che spiega: “Federmotorizzazione, forte di un bacino esteso di associati specializzati nel settore automotive, vuole svolgere un ruolo di riferimento in ambito nazionale e proporsi come primo interlocutore con le Istituzioni. L’obiettivo è creare un tavolo permanente con i ministeri interessati per la soluzione dei problemi più urgenti a livello nazionale”.  In Italia quasi tre quarti delle vetture vendute sono auto usate e il settore con tutta la sua filiera – autosaloni multimarca, concessionari, agenzie pratiche automobilistiche –Unasca, ricambisti, centri di assistenza e riparazione, ecc. – genera un indotto economico di pari livello a quello delle auto nuove. “Quest’anno – spiega Epis – i passaggi di proprietà al netto delle minivolture sono già oltre 2.500.000, quindi con le sole imposte IPT, a livello provinciale, e vedremo se poi confluiranno a livello regionale, generano un gettito di quasi 10.000.000 di euro diretto. La nostra proposta, che interessa un bacino di più di 5.000 Partite Iva dedicate al settore della vendita di autovetture usate – dice Epis – è di chiedere incentivi per la sostituzione di autovetture altamente inquinanti (benzina Euro: 0 – 1-2 diesel Euro 1-2-3: parliamo di circa 10milioni di autovetture su tutto il territorio nazionale), per le autovetture nuove, e per le autovetture usate di ultima generazione Euro 5 -6  (sia diesel che benzina). Accogliendo questa proposta si darebbe ulteriore impulso allo svecchiamento del parco circolante e si ridurrebbero notevolmente le emissioni nocive. Gli incentivi aiuterebbero inoltre le fasce più deboli dei consumatori, permettendo di acquistare l’autovettura con un minore impegno economico, coerentemente con il periodo di difficoltà economica che stiamo attraversando.




Farmer’s market senza regole, la Fida scende in campo

Farmers-MarketSull’esercizio della vendita diretta di prodotti in prevalenza propri da parte delle imprese agricole (così detti farmer’s market), una nota del ministero delle Politiche Agricole del 7 agosto scorso fornisce un’interpretazione diametralmente opposta a quella fin qui fornita, in più di un’occasione, dal ministero dello Sviluppo Economico.

«Il mondo agricolo cercava da tempo di arrivare a questo risultato – spiega Donatella Prampolini Manzini, presidente di FIDA, la Federazione Italiana dei Dettaglianti dell’Alimentazione – e lo ha fatto anche attraverso iniziative di tipo legislativo che fortunatamente sono naufragate in Parlamento. Poi il ministero dello Sviluppo Economico ha dato un’interpretazione che confermava le nostre posizioni tutelando il mercato e la concorrenza leale tra tutti gli operatori. Vi si stabiliva infatti che i farmer’s market sono possibili, sì, ma a condizione che si tratti di spazi all’interno di poderi o di aree mercatali con vendita diretta». «Ora la nuova nota del ministero delle Politiche Agricole apre la possibilità per ogni impresa agricola di esercitare la vendita diretta in qualsiasi spazio di cui abbia disponibilità, senza dover rispettare le regole che i negozi alimentari sono tenuti invece ad osservare. Questo – conclude Donatella Prampolini Manzini – è uno sgambetto alla concorrenza e al mercato. Voglio sottolineare che noi non temiamo la concorrenza, purché essa sia leale e preveda regole uguali per tutti gli operatori che servono lo stesso mercato. Questa nuova interpretazione del ministero delle Politiche Agricole, al contrario, favorisce una sola categoria di operatori, le imprese agricole, consentendo loro di operare sullo stesso mercato dei dettaglianti alimentari ma con regole semplificate: questo non è accettabile».




Gioco d’azzardo, le contraddizioni di uno Stato che ignora la “terza via”

Sul tema del gioco lecito la settimana appena trascorsa è stata segnata da grandi novità. Non ci impressiona molto, forse perché siamo abituati che parti diverse dello Stato, che dovrebbero muoversi all’unisono, o quanto meno con gli stessi obiettivi su temi importanti, prendano decisioni contrastanti. Ciò che imbarazza è che gli annunci in piena contrapposizione siano addirittura concomitanti. Ma andiamo con ordine. Il Governo infila nella Legge di Stabilità l’autorizzazione per 22.000 nuovi punti azzardo che serviranno per rastrellare altri soldi. L’aumento della fiscalità sui giochi dovrebbe portare circa un miliardo di euro di nuove entrate che serviranno per sostenere la Legge Finanziaria. Nonostante la presa di posizione delle associazioni e di molti parlamentari di schieramenti assolutamente bipartisan, sembra ormai che le sorti finanziarie dell’Italia si reggano solo sulle disgrazie di chi si rovina con il gioco d’azzardo.

Lo Stato preferisce il male minore: essere considerato “biscazziere” piuttosto che lasciare spazio a mafie e a gioco illecito o alle piattaforme on line, che potrebbero spostare i giocatori verso dimensioni domestiche non controllabili, e i proventi verso società dei paradisi fiscali d’oltreoceano. Nuove sale giochi o punti azzardo significheranno maggiore spesa dei consumatori – non osiamo immaginare con quali contraccolpi di tipo sociale – o minori introiti per tutti coloro che oggi vivono o sopravvivono di gioco. Quest’ultima ricaduta avrà l’effetto di indebolire ulteriormente un settore già in difficoltà. Intanto, in Regione Lombardia la Giunta inasprisce le sanzioni a carico degli esercenti che violano le norme in tema di accesso-separazione delle sale ed esposizione di cartelli e materiale obbligatorio, e rifiutano di accogliere gli educatori e collaboratori ASL preposti all’aiuto dei giocatori affetti da ludopatia. Insomma, da una parte si rende possibile il gioco in nuovi punti, dall’altro si bastonano coloro che non rispettano i numerosi obblighi e divieti in questo campo. Intravediamo un disegno combinato: limitare i giochi nei piccoli punti vendita e nei pubblici esercizi, che oggi nella maggior parte dei casi sopravvivono con questi ricavi, per portarli verso le grandi sale gioco, favorendone ancora di più l’apertura e la maggiore capacità di gestire obblighi e divieti.

La nostra Associazione è preoccupata per quanto sta avvenendo. Proviamo una profonda tristezza per i giocatori patologici e problematici, giacché siamo consapevoli che dietro a queste situazioni ci sono sofferenza, solitudine e più di un problema familiare. Molti sono anche nostri associati. Ci preoccupa l’aumento del gioco, soprattutto in Lombardia e nella nostra provincia. Secondo le stime dell’ASL di Bergamo, ci sono dai 5.500 ai 24.400 giocatori patologici, pari al 2,2% della popolazione, e dai 14.000 fino ai 42.000 problematici, pari al 3,8% della popolazione, per una spesa nella sola città di Bergamo di 2.400 milioni all’anno, 1.700 euro procapite, minori compresi. Per questo l’Ascom, pur difendendo il gioco lecito negli esercizi commerciali, da tempo condivide i progetti che mirano alla sensibilizzazione e prevenzione in tema di gioco. Quanto viene drenato da slot, giochi Gratta e Vinci, ecc. è solo in piccola parte appannaggio dei piccoli esercizi e comunque è nemico dei consumi perché chi spende nel gioco rinuncia ad altre spese, spesso anche a quelle essenziali. Lo spostamento dell’offerta dei pubblici esercizi dalla somministrazione di alimenti e bevande ai giochi è un impoverimento della qualità e una caduta della professionalità della categoria. Lo scenario che vediamo configurarsi è lo spostamento del gioco lecito dai piccoli esercizi verso le sale gioco e sale scommesse anche attraverso lo spauracchio di sanzioni sempre più pesanti per inadempimenti assolutamente formali come la presenza di cartelli e materiale obbligatorio che però nessuno legge.

Prima si sono indebolite le tasche e le capacità degli esercenti, ora gli si toglie l’ancora di salvataggio del gioco con il rischio di chiusura di centinaia di locali. Ma siamo certi che è questa la strada per far guadagnare di più le casse dello Stato e per assistere meglio le patologie del gioco? Ammesso che sia possibile, e non lo è, far convivere questi due obiettivi noi pensiamo che alla fine farà crescere solo la spesa dei giocatori, a danno del territorio. Vorremo che la situazione fosse affrontata in un altro modo. La maggior parte dei piccoli esercenti, anche coloro che ha all’interno le macchine da gioco, ha a cuore le sorti dei propri clienti. Forse può abbinare il gioco consapevole agli altri consumi, e comunque contribuire nell’attività di prevenzione e informazione dei propri clienti. E’ quella che noi definiamo la terza via, tra bar slot e locali no slot e tra bar e sale giochi, ossia mantenere il gioco nei pubblici esercizi con gestori attenti e collaborativi verso l’accesso al gioco, che deve diventare consapevole e misurato. Quel gioco che pensiamo possa restare un divertimento come tanti altri e convivere con l’offerta di bar e negozi senza rovinare le persone.

 




Rogno, da Comune e Dat contributi per commercio e turismo

Rogno_municipioLe imprese del commercio e del turismo con sede operativa a Rogno hanno tempo fino al 31 ottobre per richiedere i contributi messi a disposizione dal Bando del Distretto dell’Attrattività “Nel solco della Preistori@ dalle incisioni rupestri alla Smart Life”.

Il bando intende sostenere e incentivare gli interventi di miglioramento dell’attrattività degli esercizi commerciali in genere e dell’innovazione dei sistemi di offerta commerciale e turistica, con particolare attenzione all’utilizzo di tecnologie digitali.

La dotazione finanziaria è di 7.500 euro per gli interventi attuati nel Comune di Rogno. I contributi verranno assegnati in ordine cronologico di ricezione delle domande, sino a esaurimento delle risorse disponibili. Il finanziamento è possibile grazie ai fondi messi a disposizione dal Comune di Rogno.

Sono ammesse al bando spese per riqualificazione aree esterne (facciate e fronti strada); formazione; potenziamento area Wi-Fi; sistemi e tecnologie digitali per la promozione e vendita online dei prodotti; vetrine interattive, totem e smart poster; sistemi per la sicurezza.

Per i beneficiari il contributo a fondo perduto è pari al 50% della spesa ammessa e finanziata fino ad un massimo di 500 euro. Le domande di contributo devono essere compilate utilizzando l’apposito modello disponibile sul sito internet del Comune di Rogno e trasmesse al Comune di Darfo Boario Terme (ente capofila del Dat) a mezzo posta elettronica certificata (PEC)  all’indirizzo mail: comune.darfoboarioterme@pec.regione.lombardia.it (farà fede la ricevuta di accettazione). Per informazioni: info@comune.rogno.bg.it, tel. 035-967013.

 




Abbigliamento, la regina dello stile ai negozianti: «L’errore è sottovalutare internet»

Con savoir faire ed eleganza ha conquistato il pubblico di Real Time come conduttrice del programma televisivo “Ma come ti vesti?”. Tubino nero, tacchi a spillo e grandi occhiali da vista, la biondissima fashion coach Carla Gozzi è riuscita a stregare in pochi istanti anche i piccoli imprenditori bergamaschi del settore abbigliamento che lo scorso 19 ottobre sono accorsi numerosi all’Accademia del Gusto di Osio Sotto per seguire i suoi preziosi consigli di stile.

carla gozzi a Osio Sotto - Ascom FormazioneL’esperta di moda più trendy d’Italia – nota per le sue collaborazioni con Jean-Charles de Castelbajac, Thierry Mugler, Christian Lacroix, Calvin Klein, Mila Schön, Gabriele Colangelo, Yohji Yamamoto ed Ermanno Scervino – ha svelato ai commercianti trucchi intelligenti ed efficaci tecniche di vendita per difendersi dalla spietata concorrenza delle offerte che si rincorrono sul web.

«Una brava commessa deve saper anticipare i bisogni e i gusti del proprio cliente mettendolo a proprio agio, alla stregua di una psicologa – ha detto la Gozzi durante il corso organizzato da Ascom Formazione e dal Gruppo Abbigliamento Ascom –. In un periodo in cui noi consumatori possiamo acquistare tutto comodamente seduti a casa davanti al computer, la sfida per i retailer è grandissima. È l’essere umano che fa la differenza».

Ricoprire il ruolo del retail manager significa avere diverse abilità: è necessario pensare e agire velocemente, sapersi assumere rischi e responsabilità, negoziare con i clienti, tenersi aggiornati sui trend di mercato. Anche l’ambiente di un negozio è importante. Attenzione quindi alla scelta dei dettagli: colori, spazi, profumi e musica possono dire molto sullo stile di una boutique e sulla personalità di chi la gestisce. Carla Gozzi tornerà all’Accademia del gusto lunedì 26 ottobre per un secondo appuntamento in cui dispenserà nuovi consigli per essere glamour in ogni occasione.

Quali sono i principali errori che i commercianti di abbigliamento compiono nel gestire la loro attività?

«Spesso sottovalutano la competizione di internet. La tecnologia e l’e-commerce hanno cambiato notevolmente i nostri usi e costumi. Quindi anche il commerciante deve modificare profondamente il suo approccio. Tecnologia non significa che i rapporti umani si siano azzerati, anzi. Bisogna impegnarsi più di prima per avere un’attività di successo e attirare gente. Di qui l’importanza di saper accogliere, coinvolgere e coccolare l’acquirente. Se non lo si fa, il cliente diventa sempre più sfuggevole. E poi attenzione alle taglie: mai proporre una 44 a una taglia 42!»

Quali sono, invece, gli aspetti che un buon commerciante non deve mai trascurare?

«L’accoglienza, la confidenza, il trattamento. Se una boutique non ha qualcosa di speciale e di accattivante, un cliente non esce nemmeno di casa. Perché far fatica, consumare benzina, fare code, quando si può acquistare tutto in internet? Il servizio oggi deve cambiare rispetto a una volta. I capi di abbigliamento non sono beni di prima necessità, come il pane, il latte… sono sfizi, ovvero rappresentano tutto ciò che esula dal fondamentale. E per incentivare una persona all’acquisto è bene conoscerne sogni e aspirazioni prima ancora che ce li dichiari. Il commesso deve entrare in empatia con i clienti, regalando sogni, emozioni, storie…».

Nulla è affidato all’improvvisazione, quindi…

«No, mai improvvisare. Anzi, bisogna avere molta cura dei dettagli. Questo non significa che per rinnovarsi bisogna rifare completamente un negozio dalla testa ai piedi. Spesso basta partire dalle piccole cose».

Quanto conta sapersi promuovere attraverso internet o i social network?

«Ci sono ancora troppi negozianti che non hanno una fan page su Facebook. I E, se ce l’ha, spesso è scarna, priva di contenuti, non c’è coinvolgimento, non si suscita reazione in chi visita la pagina».

In Bergamasca, però, ci sono anche tante botteghe storiche gestite da persone di una certa età che magari sono poco avvezze all’uso dei social network…

«In effetti la rete è più immediata per i giovani, ma c’è comunque un ampio segmento di persone tra i 55 e i 75 anni che è molto attivo su internet. E poi c’è mia madre che ha 80 anni e proprio l’altro giorno è riuscita a condividere un video su Facebook!»

Parlando di moda, qual è il trend per l’autunno-inverno?

«C’è un grande ritorno del marrone e di tutti gli accessori in cuoio. Abiti cammello, rossi, marroni, tinte calde legate all’autunno sono colori che nel nostro guardaroba non si vedevano da tempo. C’è anche una macro tendenza hippy, dal pantalone a zampa alla giacca più sportiva, che ha caratterizzato l’estate, è presente nei capi autunno-inverno e continuerà anche nella stagione primavera-estate 2016».

 




Negozi storici, sette attività bergamasche premiate dalla Regione

Skandia
La premiazione di Foto Ottica Skandia

“Questo premio riconosce il vostro impegno, la vostra storia e il valore che conservano nel presente. Con la vostra laboriosità siete riusciti a durare nel tempo e, da più di cinquant’anni, avete saputo unire tradizione e innovazione, creando, con il vostro servizio, un valore duraturo per le comunità, i quartieri e le città in cui operate”. Lo ha affermato Mauro Parolini, assessore al Commercio, Turismo e Terziario di Regione Lombardia, durante l’evento di premiazione 2015 dei ‘Negozi storici’, questa mattina, a Palazzo Lombardia, a Milano. Il riconoscimento ‘Negozio Storico’ viene assegnato da Regione Lombardia per la capacità di preservare e valorizzare l’attività’ o il luogo oggetto dell’attività’ d’impresa da almeno 50 anni. “Rispetto all’anno precedente – ha aggiunto l’assessore – sono più che triplicati i riconoscimenti, a dimostrazione della capacità di mantenere la vostra competitività nonostante la crisi e i rapidi cambiamenti imposti dal mercato. E in questo contesto merita oggi una menzione speciale un pezzo di storia di questa città: il ‘Camparino’ di Milano che, pur essendo già un Negozio storico, festeggia con noi 100 anni di attività intrisi di valori ambrosiani, di bellezza e di dedizione”. “Per sostenere la capacità imprenditoriale dei negozi storici e favorire continuità e il ricambio generazionale alle attività – ha aggiunto Parolini – abbiamo recentemente lanciato un bando, che si e’ chiuso proprio in questi giorni, dal titolo ‘Innovare la tradizione’, che ha messo a disposizione 1 milione di euro per valorizzare ulteriormente queste attività storiche, finanziando progetti relativi ad interventi di innovazione, riconversione e sviluppo e trasmissione d’impresa e rilancio occupazionale”. “Quello dei luoghi storici del commercio, e dei negozi di vicinato in generale, è quindi un patrimonio che vogliamo continuare a valorizzare e sostenere. La scorsa settimana – ha annunciato infine Parolini – abbiamo, ad esempio, approvato i criteri per un bando nuovissimo, denominato ‘Negozi che creano valore” e finanziato con 120.000 euro, che andrà a premiare singole attività commerciali o reti di queste, che si distinguono per originalità e capacità di generare attrattività attraverso iniziative di marketing e strategia di vendita innovative”. “Al termine della selezione – ha concluso Parolini – verranno assegnati premi fino a 8.000 euro ciascuno per le dieci categorie previste, che vanno dalla costituzione di reti tra negozi e produttori locali nell’ambito di specifiche filiere di prodotto, a quelle finalizzate alla promozione di itinerari di shopping, passando per le Start up dinamiche e di successo, per arrivare a progetti di ecosostenibilità e interventi per migliorare vetrine e allestimenti”.

Questi le attività di Bergamo premiate:

Bergamo – Foto Ottica Skandia (1957), Storica Attività

Calusco D’Adda – Tessuti e Mercerie (1931), Storica Attività

Canonica D’Adda – Cazzaniga Elio – Quando la Carne E’…Doc (1918), Storica Attività

Carobbio Degli Angeli – Hosteria Del Vapore (1870), Storica Attività

Palazzago – Bar Trattoria Ca’ Sabi’ (1913), Storica Attività

Sedrina – Gimondi Gregis Confezioni (1954), Storica Attività

Zanica – Confezioni Castelli (1955), Storica Attività.