Pagamenti in contanti, verso l’addio al tetto dei mille euro

Il tetto di 1.000 euro ai pagamenti in contanti potrebbe avere i mesi contati. Nei giorni scorsi è stata presentata dal senatore di Forza Italia Paolo Galimberti una proposta di disegno legge ad hoc che prevede l’innalzamento del limite all’uso di contante a 3.500 euro.

Oggi il limite è fissato a 1.000 euro, una delle soglie più basse d’Europa. Da questa cifra in su scatta l’obbligo di pagare utilizzando carte di credito, bonifici bancari, assegni non trasferibili o qualsiasi altro strumento che consenta di tracciare la spesa effettuata.

La misura è stata adottata nel 2011 allo scopo di combattere il riciclaggio e l’evasione, permettendo al Fisco di controllare meglio le uscite e le entrate dei contribuenti. Secondo il senatore Galimberti «è stata una scelta inutile, ma soprattutto dannosa per l’economia, ha creato non pochi problemi nella vita quotidiana degli italiani, tenuto conto che in Italia ci sono 15 milioni di persone che preferiscono non affidare i propri soldi a un istituto bancario. Inoltre, ha fatto mancare il giusto sostegno ai consumi, componente principale dell’economia, influenzando, così, negativamente anche la crescita del Paese». «Un limite così basso – dice – ha influito negativamente anche sulla nostra capacità di concorrenza in Europa, in quanto, a differenza dell’Italia, ben 11 Paesi, tra cui Germania e Olanda, non hanno alcuna limitazione all’uso del contante e in altri, invece, come Francia e Spagna, vige un limite ben più alto del nostro», sottolinea l’esponente azzurro. 

Il disegno di legge raccoglie la battaglia di Federpreziosi Confcommercio, la federazione nazionale di orafi e gioiellieri, che da tempo chiede il superamento di questa soglia, e segna un nuovo step nella questione: in estate i giornali avevano pubblicato la notizia di un accordo in via di conclusione tra Governo e Parlamento per riportare, in tempi stretti, sopra i 1.000 euro la soglia sull’uso del contante. La mozione aveva trovato l’accordo del gruppo Area popolare con il Pd. Oggi anche Forza Italia si stringe al cerchio.

La proposta ha il pieno sostegno dei commercianti. Secondo Confcommercio, «il tetto vigente non ha portato risultati e ha prodotto difficoltà operativa e perdita di opportunità economiche per tutte le aziende». «Dall’introduzione del limite restrittivo c’è stato un pesante contraccolpo negativo sugli acquisti. Le gioiellerie e le botteghe sono state fortemente penalizzate – spiega il direttore di Ascom Bergamo Oscar Fusini –. Il fatto che le carte di credito e i bancomat siano soggetti a plafond giornalieri e mensili predeterminati ha spesso scoraggiato i consumatori dall’affrontare spese di importo elevato».




Ecco perché anche l’Ascom è scesa in campo per combattere le ludopatie

furto-slot20141.jpgAnche l’Ascom aderisce al progetto “Jackpot. L’importante è non partecipare” strumento con cui l’Ambito territoriale di Seriate ha deciso di combattere il gioco d’azzardo patologico. La nostra collaborazione a questo importante iniziativa, che vede coinvolti 11 comuni e molte istituzioni, non è né estemporanea né dovuta ad una sensibilità personale. Sul tema della ludopatia e del giusto consenso al gioco lecito da anni l’Ascom si sta muovendo. Tra i nostri associati, molti sono coloro che hanno deciso di non installare negli esercizi slot machine; altri invece, pur tenendole, sono molto sensibili al tema. Noi non siamo né a favore né contro il gioco, siamo per il gioco lecito!

Il tema delle slot machine è comunque complesso. Innanzitutto c’è da tener presente un aspetto fondamentale: l’eccessiva spesa per il gioco sta sottraendo ricchezze ad altre tipologie di consumo nei bar e nei negozi. Chi ci guadagna è solo lo Stato! La seconda sottolineatura da fare è sul valore dell’introito del gioco lecito per i pubblici esercizi. Nella Bergamasca ci sono circa 2.000 attività che hanno al loro interno le slot, di queste 1.200 circa sono bar e 600 esercizi commerciali. Purtroppo, molte vivono sui ricavi del gioco e quindi il pensare di fermare il gioco lecito significa far chiudere un buon numero di attività. Su questo è quindi necessario fare una riflessione. Secondo noi è innanzitutto fondamentale promuovere una formazione adeguata, perché le nostre attività commerciali possano sostenersi senza ricorrere esclusivamente al gioco lecito, mettendo in campo la loro creatività e professionalità. Questo è un primo passo importantissimo.

Il secondo passo, altrettanto importante, è diffondere una cultura della prevenzione contro il gioco patologico. La consapevolezza dei gestori di bar e esercizi non deve essere incentivata solo dallo sgravio Irap previsto dalla legge regionale, ma non ancora attiva, o attraverso un pacchetto di agevolazioni sulle tariffe locali, che comunque sarebbero utili. Serve anche in questo caso formazione. La nostra Associazione, grazie ad un protocollo firmato con l’Asl, negli ultimi mesi ha organizzato otto corsi e formato 180 gestori, ora ha in programma altri nove corsi da ottobre a fine dicembre e formerà altri 200 gestori. Nel giro di due anni stimiamo che mille piccoli imprenditori all’anno (essendo la cadenza dell’obbligo formativo biennale) possano essere sensibilizzati e quindi diventare attivi nella prevenzione delle ludopatie. I contenuti del corso devono essere ancora affinati con tutti gli attori in campo, al fine di favorire la conoscenza del fenomeno, aumentare la sensibilità al tema ed attivare il codice di autodisciplina messo a punto con l’Asl.

E’ uno sforzo che noi stiamo facendo e che stiamo chiedendo anche ai nostri imprenditori. Ci sembra quindi che questa sia la strada giusta e di sistema per reagire in maniera forte ad un grave problema che esiste e che non può essere affrontato solo a colpi di ordinanza e di sanzioni.

*direttore dell’Ascom di Bergamo




Sicurezza e legalità, l’Ascom interroga i commercianti

https://www.youtube.com/watch?v=LSrGfcDhQCo&feature=youtu.be

Il 25 novembre è in programma la giornata “Legalità, mi piace”, l’appuntamento annuale della Confcommercio contro ogni forma di illegalità e contro tutti i fenomeni criminali, che mobilita l’intero sistema associativo.

L’attenzione sarà incentrata sulle attività criminali che colpiscono le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti e la Confederazione intende descrivere le dimensioni del problema nella maniera più corretta, analizzando come sono cambiati i fenomeni criminali (furti, rapine, estorsioni, minacce, taccheggio, ecc.) negli ultimi anni.

Come lo scorso anno, i dati emergeranno da una ricerca condotta sugli imprenditori attraverso un questionario anonimo compilabile in poche semplici mosse on line. Anche l’Ascom di Bergamo ha predisposto il form sul proprio sito e invitato gli associati a fornire il prezioso contributo dell’esperienza diretta e quotidiana a comporre il quadro delle criticità e dei possibili interventi.

«È un piccolo gesto – sottolinea il direttore dell’Ascom Oscar Fusini – che richiede pochi minuti ma che è di particolare rilevanza perché ci darà modo di proseguire e rafforzare la nostra azione di sensibilizzazione nei confronti dell’opinione pubblica, delle Istituzioni e del Governo per prevenire e contrastare con maggiore efficacia questi fenomeni».
L’indagine è svolta in collaborazione con GfK Eurisko.




I ristoratori portano in tavola l’arte di Malevič

Kazimir Malevič stimola la creatività dei ristoratori bergamaschi. Sono infatti otto i locali – cinque in città e tre in provincia – che da oggi fino a gennaio propongono nei loro menù piatti  ispirati alla tradizione russa, in omaggio alla retrospettiva sul grande artista che la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ospita fino al 17 gennaio.

Le proposte comprendono piatti della tradizione russa rivisitati, menù ispirati alle opere dell’artista e impiattamenti originali.

L’iniziativa rientra nel progetto Tutti Pazzi Per Malevič, promosso dai Servizi Educativi della GAMeC con l’obiettivo di costruire una rete di collaborazioni tra istituzioni, associazioni, enti della Città e della provincia di Bergamo, a cui partecipano Ascom e Confesercenti.

La retrospettiva dedicata al pittore russo è curata da Evgenija Petrova, vice direttore del Museo Russo di Stato di San Pietroburgo, e da Giacinto Di Pietrantonio, direttore della GAMeC. È coprodotta dalla GAMeC e da GAmm – Giunti Arte mostre musei, in collaborazione con il Museo Russo di Stato di San Pietroburgo.

Il percorso espositivo copre 30 anni della produzione artistica di Malevič, dalle prime opere simboliste ai capolavori del periodo suprematista; dalla produzione legata al design e all’architettura ai bozzetti per costumi teatrali, fino ai lavori realizzati negli ultimi anni di vita. A queste si aggiungono lavori di importanti artisti russi di inizio Novecento, documenti e filmati relativi al periodo storico di riferimento.

Questi i ristoranti aderenti

In città
  • Enoteca Zanini Osteria – via Borgo Santa Caterina, 90/A
  • Gennaro e Pia – via Borgo Palazzo, 419
  • I sapori… di terra e mare – via Pitentino, 16
  • Da Mimmo – via Colleoni, 14
  • Mimì, la casa dei sapori – via Colleoni, 26
E in provincia
  • La corte del Noce – via Biffi, 8 – Villa d’Adda
  • Sorriso – via Enea Talpino, 79 – Selvino
  • Da Nano – via Pietro Cagnoni, 45 – Foresto Sparso

Per informazioni sulla mostra e sulle proposte dei ristoratori: www.mostramalevic.it




eBay e Confcommercio, patto per lanciare l’e-commerce tra le pmi

e-commerce.jpgConfcommercio, la più grande rappresentanza d’impresa in Italia, ed eBay, uno dei marketplace più dinamici al mondo, hanno annunciato una partnership per dare sostegno alle pmi che vogliono sbarcare sul mercato del commercio elettronico. Un’opportunità che molte aziende italiane non hanno ancora colto, a causa di alcune barriere, reali o percepite, che devono necessariamente essere superate per recuperare o accrescere la propria competitività in un mercato sempre più globale e dinamico. Una ricerca TNS sulle pmi che non vendono online mostra infatti come le piccole e medie imprese italiane siano state finora bloccate nella ricerca di nuovi canali di commercio da retaggio culturale, diffidenza e paura. Addirittura il 92% ha dichiarato di non aver mai preso in considerazione di utilizzare l’e-commerce nonostante più della metà (52%) dichiari di avere un sito internet. Questa chiusura, però, rischia di tenerle lontane da una domanda che invece è in forte aumento: le stime di mercato relative all’acquisto online di prodotti in Italia rivelano una crescita pari al 24% in termini di volumi e al 15% in termini di valori per il 20152. Ancora più evidente è la diffidenza e mancanza di lungimiranza di quelle pmi, l’88% delle intervistate, che ritengono l’e-Commerce poco o per nulla utile o di quelle, il 69%, che sono convinte non porti a un aumento di fatturato. Mentre invece solo su eBay.it nell’ultimo anno è stato registrato un aumento del 20% dei venditori italiani che ha realizzato un fatturato pari o superiore a 1 milione di dollari.

Dalla ricerca promossa da Confcommercio con eBay, emerge infine un’ingiustificata paura delle pmi di non essere adeguate alla vendita online: ecco quindi che il 72% pensa che l’e-commerce sia un canale complesso, il 56% ritiene che necessiti di investimenti considerevoli e il 43% è convinto che l’eCommerce sia adatto solo alle grandi aziende. L’esperienza degli oltre 26mila venditori professionali su eBay, la grande maggioranza dei quali pmi, dimostra invece che è possibile vendere online con successo, in Italia e all’estero (il 63% di loro fa export), indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda e con un investimento iniziale più che contenuto. La partnership tra eBay e Confcommercio ha già portato alla pubblicazione di una guida, “Vendere su eBay”, un focus che rientra nella catena “Le Bussole” di Confcommercio, nata quasi due anni fa per aiutare gli imprenditori a orientarsi all’interno delle diverse categorie del mondo del commercio. Il volume su eBay rappresenta un utile vademecum per tutti gli imprenditori e i venditori che vogliono aprire un negozio sul famoso sito di eCommerce. Inoltre, per gli associati Confcommercio che fino al 30 settembre 2016 apriranno un negozio su eBay è stata pensata una convenzione speciale che prevede 6 mesi gratuiti (prezzo normale: 33.91 euro al mese) di negozio premium, che consente anche di creare inserzioni per l’estero.

 




Ristorazione e abbigliamento spingono il franchising

abbigliamento uomoLe difficoltà e l’evoluzione dell’economia italiana stanno favorendo sempre più forme di lavoro in proprio e di auto-imprenditorialità. Di questa tendenza beneficia, nel settore del commercio, la formula del franchising. Aumentano gli italiani che aprono punti vendita in affiliazione e tra i settori preferiti, nei primi mesi del 2015, figurano quelli della ristorazione e dell’abbigliamento. “Il concetto vincente è quello della specializzazione – spiega Antonio Fossati, organizzatore il Salone del Franchising insieme a Fiera Milano – dunque funzionano le catene di ristorazione vegane, per celiaci, a chilometro zero, dedicate ai soli prodotti fritti o i ristoranti a tema come American Dinner. Oppure i negozi di abbigliamento specializzati come quelli per bambini, le camicerie, l’intimo e via dicendo”. Il Salone Franchising di Milano – in programma dal 23 al 26 ottobre – oltre ad essere luogo di incontri B2B tra franchisor e potenziali franchisee rappresenta anche un momento di formazione sul come entrare nel mondo del franchising, con Franchising Factory e Franchising School. La nuova edizione si presenta con un incremento del 15% degli espositori, 200 marchi – da Autogrill a Brico, e poi Camomilla, Carpisa, Divani& Divani, Celio, Rosso Pomodoro, Natura Si, Illy, Feltrinelli, Original marines, Piazza Italia, Tata Yamamay Yogorino – e 15 mila visitatori previsti e si terrà in concomitanza e in collaborazione con Host – Salone Internazionale dell’Ospitalità Professionale ed Expo2015 – Esposizione Universale Milano 2015. Nelle giornate del Salone, saranno presentate le statistiche di un settore che nel 2015 fa registrare un andamento positivo, in linea con i segnali di ripresa dell’economia, e che con un giro d’affari di 23 miliardi rappresenta già il 1,3% del Pil (950 franchisor, 51 mila franchisee, 180 mila addetti, secondo i dati 2014 del Centro Studi Rds & Company). Tra le novità, “Future retail space”, uno spazio che propone domande, stimoli e provocazioni sul come sarà il retail del futuro e il lancio di un nuovo strumento, ‘R+++’, primo sistema di rating dei format Retail e Franchising. Ma anche il “Franchising nei centri commerciali” con il supporto di Cncc, l’Associazione nazionale dei centri commerciali, offre un contatto diretto tra i retailer e i più famosi centri commerciali d’Italia, anche con workshop tecnici sulle richieste del centro commerciale al retailer. Nell’ambito della fiera sarà presentato, inoltre, un progetto pilota della Regione Lombardia finalizzato a favorire le aperture di negozi in franchising nei centri storici delle città lombarde.

 

 

 




Albano, al mercato arrivano i consigli antiscippo. Gli ambulanti: «Ma così si rischia di penalizzare le attività»

Al mercato di Albano Sant’Alessandro è scattata l’operazione “Occhio al portafogli”, una campagna di sensibilizzazione per prevenire furti e borseggi tra le bancarelle.

Dallo scorso venerdì, tutte le settimane accanto ai banchi degli ambulanti ci sarà uno stand dove alcuni volontari distribuiranno ai clienti del mercato un decalogo con i consigli per non cadere nella rete dei delinquenti, come ad esempio tenere la borsa nella parte anteriore e conservare i soldi lontano dai documenti.

Il servizio è nato su iniziativa dell’Assessorato alla sicurezza ed è curato dall’Associazione Poliziotti italiani, un gruppo formato da ex appartenenti alle Forze dell’Ordine.

L’obiettivo è far riflettere le persone che si recano in posti affollati sul tema della sicurezza e scoraggiare i malintenzionati. «Volevamo dare maggiore sicurezza ai cittadini nell’area mercatale e fare prevenzione senza impiegare le forze dell’ordine che sono impegnate in cose più importanti  – spiega l’assessore alla sicurezza Enzo Fiocchi -. Conoscendo l’associazione abbiamo pensato di integrare la loro attività sul territorio con questo progetto. Il mercato è una zona molto frequentata e come tutte le situazioni di affollamento, come anche i mezzi pubblici, è a rischio».

Allo stand ci sono dai 3 ai 5 volontari. Avvisano chi ha la borsa messa male, controllano grazie alla loro esperienza la presenza di eventuali persone malintenzionate o ambigue e, in caso dovesse verificarsi un borseggio, accompagnano i derubati alla stazione di polizia. «L’iniziativa – dice Fiocchi – proseguirà per un anno in convenzione, poi vedremo se proseguirla. Intanto le persone hanno già dimostrato di apprezzarla».

Qualche perplessità sull’iniziativa la sollevano però gli ambulanti.  «Un’emergenza borseggi ai mercati non c’è, né ad Albano né negli altri comuni, anzi, rispetto agli anni passati il fenomeno si è attenuato», dice Mauro Dolci, presidente della Fiva Ascom di Bergamo. «Furti e borseggi – spiega – sono un problema comune in tutti i luoghi affollati. Va bene dare informazioni alle persone ma l’iniziativa rischia di trasmettere un’immagine negativa del commercio ambulante e di danneggiare il mercato facendolo passare come un luogo pericoloso. Anziché sensibilizzare coloro che visitano il mercato, infatti, li può portare ad andare da un’altra parte». «Il mercato – sottolinea Dolci – non è un luogo pericoloso, bisogna solo stare attenti quando ci si accalca».

 

 




Orari dei negozi / Fusini: “Ben venga la nuova legge, ma evitiamo eccessi di centralismo”

La grande liberalizzazione di Monti non ha prodotto i risultati auspicati. A rimarcarlo è la Fisascat Cisl di Bergamo con una nota diramata in mattinata. “È vero – spiega il sindacato – possiamo permetterci di spendere i nostri soldi acquistando bistecche o profumi anche a mezzanotte di Ferragosto o Natale, ma l’occupazione nel commercio non è aumentata, anzi, il numero degli operatori non è aumentato, anzi…, la concorrenza non ha diminuito i prezzi, anzi… I risultati che questa disposizione del governo tecnico ha creato è stata quella di aumentare a dismisura i giorni di apertura di ogni Centro commerciale; di creare concorrenza letale nei confronti dei piccoli e medi operatori; di produrre una certa pressione nei confronti dei dipendenti delle catene di distribuzione i cui contratti, ultimamente, prevedono sempre clausole individuali in deroga ai contratti collettivi e alla legge, e in questi contratti si richiede, pena la non assunzione, la disponibilità a lavorare nei dì di festa e anche la notte. Apposta la firma, si trova il lavoro, ma si è persa la vita privata”.

Secondo la Cisl, “l’esagerazione deve essere consentita, dal momento che il lavoratore che entra in questo tunnel difficilmente riuscirà a combinare i propri tempi con quelli della famiglia, a maggior ragione se anche il partner lavora nello stesso settore. Così, l’Italia è diventata più economicamente libera non solo della patria del liberismo, la Gran Bretagna, ma anche di Germania, Francia, Spagna, Grecia e Portogallo, tanto da far scattare i vincoli del Parlamento, dove è in discussione un ddl restrittivo che impone la chiusura per almeno 12 giorni l’anno.

Bergamo, dopo Monti e il suo decreto, ha subito seguito la strada della deregulation, dietro il colosso OrioCenter, dilatando gli orari di apertura, le superfici di vendita nell’ordine del 27% in cinque anni, ma lasciando l’occupazione del settore quasi ferma. Addirittura, il saldo tra il primo trimestre di quest’anno e lo stesso periodo del 2014 è negativo per il 2%. Nello scorso anno – aggiunge la Cisl – il volume d’affari complessivo è calato dell’1,1%. La differenza nelle assunzioni tra 2013 e 2014 parla di 300 persone in meno. Ma, soprattutto, i dati dicono che, sempre parlando di giro d’affari complessivo del commercio (alimentare, non alimentare e non specializzato), dal 2008 il segno è sempre stato negativo nei vari trimestri rispetto all’anno precedente, eccezion fatta per il quarto trimestre 2013, dove c’è stato un progresso del 1.1%. Nell’alimentare, se possibile, le cose sono andate peggio (-3.0%)”.

“Questo – dichiara Alberto Citerio, segretario generale di Fisascat Cisl – smentisce ogni idea di Bergamo come isola felice del commercio. E soprattutto bolla l’iniziativa del “sempre aperto” come inutile a contrastare gli altri effetti della crisi che ha colpito queste latitudini. La nuova Legge, ormai in fase di approvazione definitiva al Senato (dopo il voto favorevole della Camera), sulla chiusura obbligatoria dei negozi e delle attività commerciali nei giorni festivi sta creando non poche polemiche tra la Grande Distribuzione, che vorrebbe continuare a tenere aperto tutti i giorni dell’anno e gli esercizi cosiddetti di vicinato che, in sintonia con la stragrande maggioranza dei lavoratori, vorrebbe la chiusura per almeno tutti i 12 festivi (Capodanno, Epifania, 25 aprile, Pasqua e Pasquetta, Primo maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1 novembre 8 dicembre, Natale e Santo Stefano). Guardiamo con favore a questa normativadice ancora Citerio -. Nella legge in discussione pare verrà data la possibilità al singolo operatore di derogare a 6 delle 12 festività. Equivarrebbe incitare a fare concorrenza su chi sceglie la festività più appetitosa per aprire. Questa cosa non l’accettiamo. Eventuali deroghe devono essere discusse sul territorio tra sindacati, associazioni di categoria e istituzioni e devono essere vincolanti per tutti gli esercizi commerciali. Solo così riusciremo a tutelare la vita dei lavoratori, ricreando una sorta di concorrenza leale e virtuosa che possa ridare tessuti commerciali nuovi e di qualità anche nei paesi, e non creare solo cattedrali nel deserto, pronte a chiudere quando un centro più grande si apre a poca distanza”.

L’Ascom: “Serve una nuova scossa per il commercio”

Oscar Fusini
Oscar Fusini

Anche secondo Oscar Fusini, direttore dell’Ascom – “da tempo Bergamo non è più un’isola felice del commercio. Questo però non riguarda solo i nostri settori ma tutto il tessuto legato a produzioni tradizionali e formato da pmi, che hanno pagato più di altri la difficile situazione economica che ha investito il nostro Paese negli ultimi setti anni”. “Per il commercio – evidenzia Fusini – c’è bisogno di una nuova scossa e forse anche di regole più certe. Credo che vada in questa direzione la nuova disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali che è nella parte finale del suo iter di approvazione. A livello nazionale, la nostra Confederazione sta contribuendo perché la nuova regolamentazione tenga conto dei molti fattori in gioco. Tra i primi la salvaguardia dei posti di lavoro attuali e l’accessibilità del servizio festivo ai consumatori. A questi si aggiungono, nell’interesse del sindacato la tutela del riposto festivo per i lavoratori; e nell’interesse della rappresentanza datoriale il diritto ad un giorno di chiusura settimanale per imprenditori e famigliari”. “Altro aspetto delicato – aggiunge il direttore dell’Ascom – è lo sviluppo equilibrato tra grande e piccola distribuzione e lo spostamento dei flussi tra centri storici e centri commerciali. È chiaro che il Governo sta cercando di fare sintesi tra tutti gli aspetti che possono interessare le singole parti e capiamo che non è cosa semplice. Noi ci auguriamo che possa trovare un accordo che accontenti la maggioranza, piuttosto che scontenti tutti”. “Quello che auspichiamo – annota ancora Fusini – è che si eviti un eccesso di centralismo, come si è verificato nella stesura di altre leggi, escludendo le parti sociali dalle decisioni da prendere”.

“In merito agli orari dei negozi – spiega -, la nostra posizione è quella di una regolamentazione minima e ragionevole che sia in linea con gli altri paesi europei. L’obiettivo è quello di arrivare ad avere deroghe certe all’interno di un chiaro quadro normativo. Solo così si può contribuire a consolidare il modello distributivo italiano, fatto di piccole, medie e grandi imprese, consentendo ai territori di valorizzare la propria vocazione turistica e commerciale. Allo stesso tempo si rispetterebbe il valore sociale di queste imprese, mantenendo un adeguato livello nell’offerta dei servizi ai consumatori”.

“Nella normativa in approvazione – conclude il direttore dell’Ascom – si parla di accordi territoriali, per i quali chiediamo che il ruolo delle parti sociali non sia solo di mera consultazione, ma che esse siano parti attive dentro una vera e propria cabina di regia per la programmazione delle giornate di apertura e chiusura degli esercizi commerciali”.




Settembre, prezzi in calo trascinati da trasporti e tempo libero

Nel mese di settembre, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), a Bergamo, registra una diminuzione dello 0,6% rispetto al mese scorso.
Il tasso tendenziale, la variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, si attesta a +0,2%, in aumento rispetto al mese scorso (+0,1%).

La variazione più marcata, in diminuzione, si registra, nella divisione di spesa dei “Trasporti” nella quale calano il trasporto marittimo e per vie d’acqua interne, i trasporti aerei, i carburanti e il trasporto ferroviario passeggeri.

In calo anche “Ricreazione, spettacoli e cultura” dove la discesa è influenzata dai pacchetti vacanza e dai prodotti informatici, solo in parte controbilanciata da crescite nelle quotazioni dei servizi di e-book download, dei supporti con registrazioni di suoni, immagini e video, giochi e hobby, macchine fotografiche e videocamere, riviste e periodici, giornali, libri scolastici e articoli sportivi. Seguono in diminuzione “Servizi ricettivi e di ristorazione” dove al calo dei villaggi vacanze, campeggi, ostelli della gioventù si contrappone, un seppur moderato aumento degli hotel e pensioni.

Diminuiscono nel complesso anche “Bevande alcoliche e tabacchi” con cali nei vini e aperitivi alcolici e aumenti delle birre e in misura più lieve “Abbigliamento e calzature”.

Tra le divisioni con segno positivo, si trova la divisione dell’“Istruzione” dove crescono le quotazioni dell’istruzione primaria e dei corsi di formazione. Segue quella delle “Comunicazioni” nella quale si riscontrano aumenti negli apparecchi per la telefonia sia fissa che mobile.

In crescita nel complesso i “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” dove aumentano i vegetali freschi e surgelati, i frutti di mare, prodotti a base di latte, i cereali, i succhi di frutta, il caffè, i pesci e frutti di mare secchi, affumicati o salati e lo zucchero; mentre calano le patate, il burro, la carne ovina e caprina, il sale, spezie ed erbe aromatiche, la farina, i vegetali secchi, le uova, il tè e il pollame.

Lieve apprezzamento per “Altri beni e servizi” a causa delle spese finanziarie e bancarie e degli articoli da viaggio.

Complessivamente invariata la divisione “Abitazione, acqua, energia elettrica, gas e combustibili”, così come quelle di “Mobili, articoli e servizi per la casa”, “Servizi sanitari e spese per la salute”.

indice prezzi consumo bergamo settebmre 2015




Dote scuola, finita l’attesa. «Voucher a disposizione»

libri scolastici - libreria

I voucher per l’acquisto di libri e dotazioni tecnologiche sono in distribuzione dal 25 al 29 settembre presso tutti i comuni della Lombardia, con l’eccezione di Lecco, Sondrio e Milano. Nelle province montane di Lecco e Sondrio la distribuzione sarà infatti completata entro il 2 ottobre, mentre a Milano parte dal 30 settembre e potranno essere ritirati nel punto segnalato nell’sms inviato agli aventi diritto.

Per le province digitalizzate di Monza e Mantova gli importi sono stati caricati sulle CRS e sono in partenza gli sms di avviso.

Si è così sbloccata una situazione che aveva messo in difficoltà le famiglie – che non hanno potuto contare sui contributi per acquistare il materiale didattico in tempo per l’avvio dell’anno scolastico -, e le stesse attività commerciali, in balia delle incertezze del sistema.

«Questo ritardo rispetto ai tempi normali – afferma Valentina Aprea, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia – è dovuto alla proroga del termine per la presentazione delle domande insistentemente chiesta dalle stesse famiglie a causa delle difficoltà riscontrate nel rilascio della certificazione Isee, in seguito alla nuova normativa che è stata introdotta in materia. Una proroga molto utile, in quanto ha permesso a 37.000 studenti in più di beneficiare del voucher, il 40% delle oltre 92.000 domande complessive pervenute in Regione».

E le richieste di assistenza e chiarimenti hanno fatto il resto. «Sono – prosegue Aprea – oltre 14.000 le email arrivate agli uffici regionali oltre alle innumerevoli telefonate per l’assistenza nella compilazione. A tutte è stato sempre risposto in modo da favorire il massimo accesso al beneficio economico». Inoltre nella fase istruttoria si sono rivelate spesso inesattezze, anche su dati essenziali come quello del codice fiscale: cosa che ha richiesto interventi manuali per la correzione o l’integrazione della domanda. Anche le autocertificazioni sono state verificate, accogliendo persino le richieste di modifiche giunte dopo la scadenza del termine proprio nell’ottica di favorire le famiglie nell’esercizio del diritto allo studio dei figli, evidenzia la nota dell’assessore.

«Gli uffici regionali – spiega – hanno concluso una pesante fase istruttoria in soli trenta giorni, quando, negli anni precedenti, ce ne volevano una novantina. Oltre a tutto la verifica è stata effettuata nel periodo che coincide con le ferie estive. Dal 7 settembre un numero elevatissimo di voucher è stato stampato e distribuito in modo capillare su tutta la Lombardia».

La validità dei buoni è stata prorogata al 30 settembre 2016 per «consentire alle famiglie di utilizzare eventuali buoni residui sino all’inizio del prossimo anno scolastico».

Oltre ai libri di testo, possono essere acquistati anche dizionari, libri di letteratura consigliati dalle scuole e strumenti tecnologici di vari tipo come PC, tablet, ebook, software, calcolatrici, strumenti per il disegno tecnico e artistico. Restano esclusi i soli prodotti di consumo (penne, matite, diari, quaderni, cartelle).

«La Dote Scuola – conclude l’assessore Aprea – è nella nostra Regione una modalità ormai consolidata per sostenere il diritto allo studio. Molti operatori commerciali, dalle grandi catene ai singoli negozi, hanno stipulato accordi con le famiglie, con diverse modalità operative, per anticipare la fornitura di libri e dotazioni in attesa dei voucher».