Borgo Palazzo, torna la festa che valorizza quartiere e botteghe

borgo-in-festa-1024x517Oltre 60 spazi allestiti e più di 200 tra botteghe e negozi aperti per l’occasione, concerti, djset, addirittura un jukebox umano, ma anche dimostrazioni di basket, arti marziali, tennis, scherma, tennis, pallavolo, infinite possibilità di mangiare all’aperto e svariate iniziative per i bambini.  La Festa del Borgo, la manifestazione promossa dall’Associazione Le Botteghe di Borgo Palazzo con il patrocinio del Comune di Bergamo, torna domenica 27 settembre con una proposta ancora più ricca. L’obiettivo è rivitalizzare il quartiere e far riscoprire le sue botteghe, aprendoli alla comunità e ai visitatori. Dalle 10 del mattino sino alle 20 di sera tutta Borgo Palazzo si trasformerà in una lunghissima isola pedonale: un chilometro e mezzo di iniziative e di possibilità di acquisti con ben 5 palchi per concerti, 10 aree sportive, 25 punti dove pranzare e fare degustazioni di prodotti tipici, ma anche etnici e di street food.
Tra gli appuntamenti da non perdere alle 11 – e in replica alle 16 – l’esibizione di arrampicata di Paolo Bugada che compirà l’impresa inedita di scalare il campanile della Chiesa di Sant’Anna.
Moltissime le attività pensate per i bambini che potranno divertirsi all’ospedale dei peluche, con truccabimbi, clow, giocolieri e scatenarsi nella grandissima area gonfiabili la cui attrazione maggiore sarà una carrozza a cavalli di 120 metri quadrati. Per i giovanissimi ci sarà anche l’Artilab, un progetto firmato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Bergamo per avvicinare alla cultura artigiana che permetterà di stampare in 3D le proprie invenzioni nella giocattoleria virtuale, imparare l’arte del cake design, impastare un vaso e persino costruire e dipingere un muro.
Non mancherà una proposta benefica. Nel corso della manifestazione gli artigiani locali realizzeranno una casetta per bambini che verrà poi donata all’Asilo Nido comunale di Borgo Palazzo. Anche quest’anno la Festa con l’apertura straordinaria dei negozi e delle botteghe, sarà l’occasione per far riscoprire uno dei luoghi storici più antichi e di tradizione di Bergamo. La manifestazione è stata presentata questa mattina a Palazzo Frizzoni alla presenza del sindaco di Bergamo e delle associazioni organizzatrici.
“Il quartiere di Borgo Palazzo – ha detto il primo cittadino Giorgio Gori – è una realtà peculiare nella nostra città; come poche altre è riuscita a mantenere un tessuto di attività commerciali e artigianali di vicinato che hanno saputo resistere alla crisi economica, anche grazie all’associazionismo e alla cooperazione. E’ davvero importante che i piccoli commercianti facciano rete e lavorino insieme. E’ un’iniziativa che nasce dai giovani e questo è un ottimo segno”.
“La festa è il risultato di mesi di lavoro sinergico ed è solo il punto più evidente di un profondo lavoro di analisi e valorizzazione del tessuto commerciale del nostro territorio – ha spiegato Roberto Marchesi presidente dell’Associazione Le Botteghe di Borgo Palazzo -. Oggi siamo in un momento di transizione. Il saldo tra aperture e chiusure è negativo. Si tratta di decidere se il commercio ha solo un valore economico o anche culturale e sociale. L’allargamento del distretto urbano del commercio voluto dal Sindaco e dalle associazioni di categoria permette di giocare bene il tema del commercio cittadino. Io sono ottimista”.
Oscar Fusini, direttore dell’Ascom, ha sottolineato l’importanza dell’impegno dei giovani imprenditori. “Veniamo da decenni in cui i figli dei commercianti proseguivano negli studi e si dedicavano alle professioni, oggi questo sta cambiando. Anche per il fatto che la sbornia per le professioni sta passando, stanno arrivando nuove leve che inaugurano un nuovo modo di fare impresa. Questa iniziativa dà un segnale positivo per il futuro. L’allargamento del Distretto urbano è stata un’intuizione vincente, la città di Bergamo non può progredire a marce diverse”. Angelo Carrara, presidente dell’Associazione Artigiani – Confartigianato di Bergamo ha infine rimarcato come “bisogna cambiare atteggiamento, superare le chiusure, le negatività e le stizze e ricostruire relazioni serie, far ripartire la voglia e la volontà di fare”.




I fioristi: “Finalmente più tutelati”

fiori vendita benefica“Finalmente vi saranno strumenti più precisi ed efficaci per poter regolamentare la miriade di iniziative, con l’allestimento di banchetti e gazebo per offrire piante e fiori a sostegno delle più diverse cause, che – troppo spesso per collocazione ed eccessiva ripetitività – di fatto influiscono negativamente sull’attività dei negozi di vicinato”: è il commento di Anna Lucia Carbognin, presidente dell’Unione regionale lombarda dettaglianti fiori e piante di Confcommercio, dopo l’approvazione odierna, da parte del Consiglio Regionale lombardo, della legge che disciplina le vendite temporanee di enti non commerciali. Con la nuova legge, i Comuni dovranno predisporre un “Piano comunale delle cessioni a fini solidaristici” con il quale saranno disciplinate le attività di raccolta fondi sulla scorta di apposite linee guida deliberate dalla Giunta Regionale: le iniziative temporanee di vendita dovranno avere un carattere occasionale e provvisorio; si dovrà favorire l’avvicendamento e la turnazione delle categorie merceologiche; andranno adottate distanze minime fra gli esercizi commerciali in sede fissa e le iniziative di raccolta fondi con la vendita di beni della stessa merceologia. “Il calo dei consumi – rileva Anna Lucia Carbognin – ha duramente colpito, in questi anni, le imprese del commercio al dettaglio di fiori e piante. Siamo soddisfatti per questa nuova legge: senza nulla togliere alla grande valenza sociale di alcune vendite a fini solidaristici, il nostro obiettivo, ed in questo senso abbiamo lavorato in stretto raccordo con Confcommercio Lombardia e Federfiori con il presidente Carlo Sprocatti, è sempre stato quello di trovare una soluzione condivisa che consentisse a tutti i soggetti di poter operare con equilibrio. Gli oltre 2.000 fioristi lombardi devono poter continuare a svolgere il proprio lavoro con la dedizione e la professionalità che da sempre li contraddistingue”.




Alimentari, in etichetta torna lo stabilimento di produzione. Ma alla distribuzione non piace

Il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di disegno di legge di delegazione europea che all’art. 4 contiene la delega per la reintroduzione dell’indicazione obbligatoria della sede dello stabilimento di produzione o confezionamento per i prodotti alimentari e per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento n. 1169/2011 in materia di etichettatura. Entrato in vigore a dicembre dello scorso anno, il provvedimento europeo, abolendo quest’obbligo, aveva suscitato le reazioni negative dei produttori e dell’opinione pubblica, che segnalavano un passo indietro nella trasparenza.

L’obbligo di indicare la sede dello stabilimento riguarderà gli alimenti prodotti in Italia e destinati al mercato italiano. Allo stesso tempo partirà a breve la notifica della norma alle autorità europee per la preventiva autorizzazione. Era stato il ministro delle Politiche Agricole, Martina a chiedere di tornare all’obbligo di indicazione dello stabilimento e ad annunciare l’intenzione del governo di lavorare anche sul fronte europeo per quanto riguarda le norme comunitarie. L’approvazione da parte del Consiglio dei ministri «è un passo importante – ha dichiarato Martina – che conferma la volontà del governo di dare indicazioni chiare e trasparenti al consumatore sullo stabilimento di produzione degli alimenti. Diamo una risposta anche alle tantissime aziende che hanno chiesto questa norma e hanno continuato in questi mesi a dichiarare lo stabilimento di produzione nelle loro etichette. Non ci fermiamo qui, porteremo avanti la nostra battaglia anche in Europa, perché l’etichettatura sia sempre più completa, a partire dall’indicazione dell’origine degli alimenti. Per noi si tratta di un punto cruciale, perché la valorizzazione della distintività del modello agroalimentare italiano passa anche da qui».

Di diverso avviso il mondo della distribuzione rappresentato da Confcommercio. «L’aver attribuito anche al ministero delle Politiche Agricole e Forestali la competenza in materia di etichettatura dei prodotti alimentari rischia di produrre una grave penalizzazione per tutto il sistema distributivo italiano – commenta l’organizzazione -. E la reintroduzione dell’obbligo di indicazione in etichetta dello stabilimento di produzione ne è il primo esempio. Infatti questo provvedimento non solo non è una misura che aumenta la competitività del made in Italy, ma rischia anche di tradursi in costi e oneri aggiuntivi per i soli operatori nazionali considerato che la norma si potrà applicare solo ai prodotti confezionati in Italia non essendo prevista a livello europeo e configurandosi, pertanto, come un chiaro caso di gold plating (l’introduzione, in sede di recepimento di direttive europee, di adempimenti ed oneri ulteriori rispetto a quelli definiti dal regolatore comunitario ndr.). Per questi motivi Confcommercio chiede che venga quanto meno assicurato a tutte le imprese della distribuzione italiana un congruo lasso di tempo per smaltire i prodotti già etichettati (senza l’indicazione dello stabilimento) e critica fortemente l’«ipotesi, peraltro non prevista nel regolamento 1169 del 2011, dell’ introduzione di un obbligo generalizzato di indicazione dell’origine degli ingredienti. Materia che, in ogni caso, impone un ampio confronto con tutti i soggetti interessati».




Zanica, i commercianti danno vita alla notte bianca

zanica notte biancaSi chiama “ReEstate svegli con noi” la notte bianca organizzata a Zanica dall’Associazione Esercenti il Commercio, Arti e Professioni e patrocinata dal Comune ed è un invito ad incontrarsi e godersi le vie del paese, animato per l’occasione da tante iniziative messe in campo dai negozianti stessi. L’appuntamento è sabato 12 settembre dalle 19 alle 2 di notte nelle vie e piazze del centro. Ci si potrà muovere tra musica dal vivo, balli, esibizioni, spettacoli, dj set con ospiti dalla movida milanese, karaoke. Per i bambini truccabimbo, gonfiabili e giostre, mentre sul versante gastronomico le immancabili salamelle alla griglia e la salsiccia con polenta si affiancheranno alle pizze speciali realizzate dai locali, ai taglieri e menù tipici, allo showcooking seguito dalla cena vegetariana, agli spedini di frutta e centrifugati, ai drink gelato. E ancora hamburger, patatine, fajitas, birra.

Si potranno anche ammirare esposizioni di auto, di modellismo e gli stand con i lavori degli hobbisti di Zanica.

La manifestazione si inserisce nei progetti di rivitalizzazione del centro e valorizzazione delle attività commerciali in una collaborazione tra l’associazione degli esercenti e l’Amministrazione comunale.

Ecco il programma

Via Roma

  • Pizza d’autore: musica tipica napoletana e servizio ristorazione
  • Gara di dama a cura del gruppo Dama Club Zanica
  • Fisiomedical center il torcicollo: prevenzione e cura delle cervicalgie di varia origine
  • L’isola della frutta propone spiedini di frutta, macedonie, centrifugati, assaggi di paté e vari prodotti provenienti dalla Sicilia
  • Bar Tasso: happy hour con ricco buffet pa e strinù, dj set con musica live by Fede M. & break dance crew
  • Cereda Casa: esposizione mobili e spettacolo artista di strada

Piazza della Repubblica

  • La Voglia matta: ottima pizza e, in esclusiva, gelato drink
  • Tango argentino in corte con la scuola Agarrate Catalina ed esibizione del campione del mondo Roberto Orru
  • Salamelle, salsiccia e polenta pedalata in bikini musica dal vivo con Daniele Boni
  • Truccabimbi e gonfiabili
  • Auto e moto by Cattaneo moto e Car Moroni

Piazza XXI febbraio

  • La Piazzetta: Spettacolo musicale con la partecipazione straordinaria del dj della movida milanese “dj nuby”; esposizione macchine sportive con un esemplare unico mondiale 4C corse “Romeo Ferraris”

Piazza Giovanni XXIII

  • Ortofrutta Valietti propone show cooking e cena vegetariana
  • Gonfiabili zucchero filato e dolciumi

Via Padergnone

  • Morlacchi: truccabimbi
  • Bar Bò: hamburger e salamelle, chupiti e djset

Via Serio

  • Giostre, dolciumi e intrattenimenti per bambini

Piazza Europa

  • AGZ: servizio bar e ristorazione, gonfiabili
  • ore 23 tributo a j-ax/articolo 31 con i Senza filtro
  • ore 23.30 pasta per tutti

Via Marconi

  • La Bottega di Zanchi Edgarda: intrattenimento musicale e taglieri

Via Libertà

  • Bar Pelis: serata danzante con ottima cucina in allegria
  • Damir: modellismo statico e dinamico
  • Never Give Up: esibizione Mhuay Thai
  • Caffetteria del Centro: birra e porchetta;
  • Delize di Natura, Cartolandia e Bar Portici: fajitas, birra, hamburger e patatine fritte
  • ore 20.30 gara di toro meccanico a premi
  • ore 22.30 concerto Radio Liga
  • ore 00.00 finale e premiazione gara di toro meccanico
  • Il Salumiere di Tolotti: Stasira an’và n’casina – menù tipico
  • Un giro di chiavi alla Ferramenta Salvetti
  • Il Salumiere e Happy Pizza allieteranno la serata con musica dal vivo

Via Aldo Moro

  • Ristorante Orchidea: karaoke e ballo latino americano

 




Buoni pasto, la spesa al supermercato è “salva”

L’annunciata rivoluzione nelle regole dei buoni pasto  non ci sarà. Gli italiani possono continuare a usare i ticket cartacei e a spenderli come hanno sempre fatto, cioè in bar, gastronomie, ristoranti e nella grande distribuzione, anche cumulandoli. Lo dice l’Anseb, società nazionale emettitrice di buoni pasto, intervenuta in questi giorni per fare chiarezza in materia. Nelle scorse settimane sono circolate molte informazioni parziali. Per questo la società è intervenuta a chiarire alcuni punti chiave: “Il Governo ha inteso sostenere la diffusione dei ticket elettronici per modernizzare il mercato, permettere la digitalizzazione della rete degli esercenti, favorire rimborsi più veloci e offrire maggiore protezione dalla falsificazione dei buoni. Per motivi di privacy e riservatezza della vita personale dei dipendenti, gli emettitori non dispongono delle informazioni in grado di tracciare le abitudini di consumo degli utenti”.
Riguardo all’utilizzo cumulato dei buoni, Anseb chiarisce che non c’è nessun cambiamento di regole: nella Legge di Stabilità non vi è alcun riferimento al divieto di cumulabilità e comunque l’uso di ticket cumulati non rappresenta una criticità di mercato.
A questo punto, sarebbe auspicabile un chiarimento normativo riguardo la materia in modo che lo strumento del buono pasto possa essere più fruibile, comprensibile e utile tanto ai lavoratori quanto ai bar-ristoranti e ai supermercati.
Intanto, da una indagine effettuata proprio dal Centro Studi di Anseb emerge che il buono pasto è tra i benefici più richiesti dai lavoratori, e che è usato nel 70% dei casi in bar, gastronomie e ristoranti e per il 30% nella grande distribuzione. Inoltre risulta che solo il 25% dei buoni pasto in circolazione è in formato elettronico. Il problema sono le alte commissioni che dovrebbero pagare gli esercizi commerciali che li accettano e i costi del Pos necessario per accettarli, costi che non tutti sono disposti a sostenere.




Nuovo Imaie, l’ennesima assurdità all’italiana

Ci mancava proprio. Dopo anni di stasi che erano serviti a far digerire, tra l’altro in un periodo di crisi, il compenso a SCF ecco arrivare l’ennesimo tributo o diritto connesso. Novità che andrà di traverso a tutti!

Il Tribunale di Roma ha stabilito che il Nuovo Imaie (Nuovo Istituto Mutualistico per la tutela dei diritti degli Artisti Interpreti ed Esecutori) – ironia della sorte, il precedente Imaie è in liquidazione – ha il diritto al pagamento dell’equo compenso per gli artisti interpreti ed esecutori di opere cinematografiche ed assimilate. E, sempre secondo il Tribunale di Roma, gli alberghi effettuano una utilizzazione “ulteriore e diversa” dell’opera cinematografica rispetto a quella effettuata dalle emittenti televisive, e pertanto devono versare un equo compenso . Attenzione! Nell’attuale ginepraio voglio sottolineare che questo riguarda solo il compenso degli artisti e interpreti delle opere cinematografiche, perché i compensi dovuti agli artisti, interpreti ed esecutori delle opere musicali sono già versati dalle strutture ricettive a SCF.

tv albergo 5Insomma, ci sarebbe da ridere se raccontassimo ad un cittadino straniero quanto avvenuto in Italia negli anni con SIAE e SCF! Senza pensare che il diritto al tributo è basato sulla legge del diritto d’autore del 1941 (legge del 22/04/1941 n. 633) emanata quando esisteva un’altra Italia e quando i televisori ancora non esistevano. Da queste parti, tra i nostri associati, dove i diritti e le tasse alla fine si pagano sempre, l’indignazione è forte. E’ infatti su queste cose che il nostro Paese frana, Expo e non Expo. E a pagare sono sempre i soliti noti. In questo caso gli alberghi. Che senso ha creare un nuovo consorzio, un nuovo tributo, una nuova scadenza amministrativa, far lavorare i Tribunali, i collegi arbitrali, le associazioni, le imprese quando sarebbe sufficiente fissare per legge un unico compenso ad un unico ente esattore? Questo peraltro a fronte di un unico servizio dell’imprenditore: la messa a disposizione del televisore agli ospiti di un albergo, per il quale il povero albergatore deve già pagare il canone RAI, la SIAE per il diritto d’autore e SCF Consorzio fonografici per i diritti degli artisti e produttori discografici. E poi si trova ad arricchire la proposta, integrando l’offerta con i canali satellitari, stante l’assenza di appeal delle televisioni in chiaro. Certamente fa comodo a tutti far valere il proprio diritto in modo autonomo rispetto a quello degli altri con lo scopo di ottenere di più. Questa storia, tutta all’italiana, racconta che il diritto connesso, riscosso autonomamente dal diritto principale (che è quello d’Autore) rende molto di più. Salvo per chi lo paga…., per il quale costituisce lacrime e sangue.

La nostra Federazione, Federalberghi, dopo aver giustamente frenato per anni, non ha potuto che fare la sua parte e sedersi al tavolo arbitrale stabilito dal Tribunale di Roma e definire il compenso. Ha fatto presente l’eccessiva onerosità del diritto e la difficoltà del momento e ha contenuto l’esborso peraltro mitigato dalla convenzione associati. Ma il punto non sta in questo e la colpa non è di qualcuno. E’ il sistema che è sbagliato, perché è costruito attorno ai palazzi e all’esattore di turno, chiamato a far rispettare tutti i diritti sanciti dalla legge e dai Tribunali, calando le sue giuste pretese a discapito di tutti e tutto.

Noi contestiamo l’importo, perché chiedere un ulteriore balzello che va da 28 euro a 161 euro all’anno sembrerà poco per una struttura alberghiera. Ma non dobbiamo dimenticarci che si aggiungono alle migliaia di euro pagate a SIAE e alle ulteriori centinaia per SCF per lo stesso servizio (riprodurre musica e immagini negli alberghi) e ad altre ancora. Le nostre strutture alberghiere, soprattutto quelle delle valli e del lago, già in grave difficoltà, fanno fatica a pagare gli stipendi, figuriamoci di nuovi diritti che nemmeno comprendono. Contestiamo anche il metodo, perché la legge italiana dovrebbe finalmente sancire una volta per tutte – in omaggio al diritto del contribuente che vale quanto quello del beneficiario – che ci sia un unico versamento ed un’unica scadenza ed un importo sostenibile. Non vogliamo negare il diritto al compenso del proprietario intellettuale (stabilendo le giuste pretese), ma certamente abbiamo il diritto che il suo prelievo avvenga in maniera coerente e sostenibile. Perché quanto sta avvenendo porterà alla morte le imprese. Chi pagherà i diritti di questi interpreti ed esecutori delle opere cinematografici? Forse i titolari e dipendenti che perderanno i posti di lavoro. Speriamo di no.

 

* direttore dell’Ascom Bergamo

 




Negozi storici, al via il bando “Innovare la tradizione”

Confcommercio Lombardia ha organizzato per lunedì 14 settembre, alle 15, nella Sala Turismo di Palazzo Castiglioni, in Corso Venezia 47/49 a Milano l’incontro di presentazione del bando “Innovare la Tradizione” destinato ai negozi storici lombardi e che aprirà il prossimo 24 settembre. L’incontro vedrà la partecipazione dell’Assessore al Commercio Turismo e Terziario di Regione Lombardia Mauro Parolini. Il testo del bando “Innovare la tradizione” è già stato pubblicato sito della Regione Lombardia e mette a disposizione un milione di euro per la valorizzazione dei negozi storici. Le domande di finanziamento potranno essere presentate solo on line attraverso la piattaforma www.siage.regione.lombardia.it,a partire dalle ore 12 del 24 settembre 2015 e fino alle ore 12 del 15 ottobre 2015, salvo esaurimento risorse. Beneficiari della misura sono gli esercizi commerciali iscritti nel Registro regionale dei luoghi storici lombardi, che hanno ottenuto il riconoscimento dalla Regione di “insegna storica e di tradizione” o di “negozio-locale storico” e di “storica attività”.

Tre gli ambiti di intervento:

  • Innovazione
  • Riconversione e sviluppo di impresa
  • Ricambio generazionale, trasmissione di impresa, rilancio occupazionale

I contributi sono a fondo perduto e coprono il 70% dell’investimento fino ad un massimo di 20mila euro. La spesa minima è di 8mila euro.

Bando Innovare la Tradizione




“E’ un quadro difficile, ma i commercianti non mollano”

Sangalli 1La luce della ripresa comincia a mostrarsi in fondo al tunnel. Non è forte come ci si aspetterebbe ma sicuramente è il segnale che la congiuntura comincia a cambiare verso. L’ufficio studi di Confcommercio, tradizionalmente prudente, si lascia andare a qualche considerazione positiva. Parla di «indizi di vitalità nell’ambito dei servizi» e mette in luce il timido aumento della domanda interna, anche se la cautela sull’intensità della ripresa in atto è d’obbligo. Per spingere più in alto la congiuntura sarebbe necessario un deciso taglio delle tasse. Ma sarà possibile e a quali condizioni?

Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio – intervistato dal Giornale di Sicilia – invoca il taglio delle tasse.

Quali sono le vostre previsioni per l’anno in corso?

«L’ufficio Studi di Confcommercio prevede una crescita del Pil dell’1,1% e dei consumi dell’1,2%. Una previsione che credo possa essere rispettata perchè una serie di indicatori vanno in questa direzione: mi riferisco alla favorevole congiuntura internazionale, alla fiducia di famiglie e imprese ai massimi degli ultimi due anni, al positivo andamento dell’occupazione, al costo del petrolio a prezzo di “saldo” e, soprattutto, alla crescita del fatturato dei servizi che ha fatto registrare il miglioramento maggiore dal 2011».

Questo quadro vuol dire che siamo usciti definitivamente dalla crisi?

«Sicuramente dopo sette anni di recessione durissima che ha colpito tutti i settori e tutti i territori e in cui ogni italiano mediamente ha perso 2.100 euro di consumi, abbiamo finalmente abbandonato il segno meno. Ma da qui a dire che abbiamo rimesso il Paese sui binari di una crescita robusta e duratura ce ne corre».

Qual è la vostra ricetta?

«Serve una politica fiscale che non sia un ostacolo al miglioramento della domanda delle famiglie, ma sia, invece, “distensiva” e che abbia come obiettivo quello di una riduzione generalizzata, certa e sostenibile del carico fiscale. Per far questo la via maestra è quella di attuare una doppia sottrazione: meno tasse, meno spesa improduttiva. Un terreno, quest’ultimo, dove, senza tagli lineari e indiscriminati ma con interventi puntuali e mirati, si possono ridurre sprechi e inefficienze che, a livello territoriale, ammontano oggi a 23 miliardi di euro».

Qual è lo stato di salute delle vostre imprese?

«Le imprese, soprattutto quelle del terziario, che vivono prevalentemente di domanda interna, continuano a soffrire. Nei primi sei mesi del 2015, infatti, hanno già chiuso 35mila esercizi al dettaglio che vanno ad aggiungersi agli oltre 64mila che hanno abbassato definitivamente la saracinesca nel 2014. Nonostante queste difficoltà i nostri imprenditori, gli imprenditori del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, non hanno perso la voglia e la determinazione di fare impresa. E oggi queste imprese rappresentano una parte essenziale del Paese che vale oltre il 40% del Pil e dell’occupazione».

E sul fronte del credito com’è la situazione?

«Il nostro Osservatorio congiunturale registra qualche segnale di miglioramento negli ultimi mesi: aumenta il numero di imprese in grado di far fronte autonomamente ai propri impegni finanziari e aumenta leggermente anche la quota di imprese a cui viene accordato il credito richiesto. Resta però ancora troppo basso il numero di imprese che accedono a nuovi finanziamenti: sono solo 7 su 100».

Un’ultima domanda: cosa ne pensa della promessa di Renzi di abbassare le tasse su famiglie e imprese nei prossimi tre anni?

«L’attuale pressione fiscale è incompatibile con qualsiasi prospettiva di ripresa e quindi mi pare che la scelta sia obbligata. E confidiamo nella piena realizzazione di questo annuncio».




“Dote Scuola”, il ritardo della Regione frena gli acquisti delle famiglie

Negozio-interno-1Si avvicina l’ora di tornare sui banchi di scuola. Questa settimana, archiviata quasi per tutti l’operazione libri di testo, si sono iniziati a fare i primi acquisti in cartoleria. «Fino alla fine di agosto le vendite di cancelleria erano ridotte ai minimi termini, ma con la riapertura delle scuole è iniziata la caccia al nuovo zaino, a quaderni e diari- fa il punto Cristian Botti, presidente del Gruppo Cartolibrerie Ascom- . Anche se è presto per fare bilanci, quanto alle spese, c’è sicuramente più attenzione, non solo da parte della clientela, ma le stesse scuole hanno ridotto le liste  del materiale da acquistare negli ultimi anni». Non incentiva i consumi il ritardo di Regione Lombardia nell’assegnazione del bando per la “Dote scuola”, i contributi regionali assegnati in base al reddito: «Le famiglie che ne sono beneficiarie non sono ancora in possesso dei buoni, a poco più di una settimana dall’inizio delle scuole. Questa situazione sta creando disagi dato che gli assegni non arriveranno prima di fine mese» spiega Botti. Oltre alla concorrenza – sempre più pressante- della grande distribuzione, cresce quella del web: «Ci sono siti che propongono libri di testo con sconti superiori a quanto consentito, e molti acquistano on-line anche zaini ed altro ancora». Quanto alle tendenze, gli zaini con i cartoon più amati dai bambini non conoscono crisi: “Frozen per le bimbe e Plane per i maschietti vanno ancora per la maggiore” continua il presidente di categoria Ascom. Nella scelta dei quaderni prevale lo spirito “green”: «Crescono le vendite di quaderni realizzati con carta riciclata, come delle stesse risme per la stampante» spiega Botti.
Ugo Spiranelli, titolare della storica “Cartoleria No Problem” da oltre 43 anni a Nembro, oltre che consigliere del Gruppo Cartolibrerie Ascom, tira le somme dei primi acquisti per la scuola. «Il periodo non è dei più facili ora che la concorrenza della gdo si è allargata anche ai testi scolastici, ma nonostante gli anni di crisi pesino inevitabilmente, l’attività resiste e contiamo di mantenere il fatturato dello scorso anno. Non aiutano i ritardi degli assegni “Dote scuola”:diversi clienti li aspettano e noi cerchiamo di venir loro incontro il più possibile , dando la possibilità di rimborsare loro gli acquisti fatti quando riceveranno gli assegni a fine mese». Quanto alle tendenze, anche i più piccoli cercano lo zaino firmato: «Negli ultimi anni lo zaino per antonomasia è l’Eastpak, che ormai hanno almeno il 60 per cento dei ragazzini. Quest’anno viene scelto anche dai più piccoli, che frequentano ancora le elementari, oltre ai personaggi da loro più amati: Masha e Orso e Violetta. Ma- per la gioia dei genitori che attendono con ansia il nuovo episodio della saga a fine anno- va forte anche Star Wars». Si acquista comunque meno materiale rispetto ad un tempo: «Le stesse scuole riducono all’osso il materiale da acquistare, perfino il Das per realizzare piccole sculture» continua Spiranelli. Quanto ai diari, sono sempre più gli uffici scolastici che stampano i “diari di istituto”: «Sembra un po’ un ritorno al “diario sovietico” uguale per tutti- commenta Spiranelli-. Le scuole li fanno stampare direttamente in tipografia, inserendo alcuni tra i principali appuntamenti in calendario e di fatto sono moltissimi ad acquistarli. Chi può ancora distinguersi dai compagni e scambiarsi battute e vignette , si affida al diario “Tua madre è una leggenda”, alla cara e vecchia Smemoranda che però quest’anno va di moda nella versione con i lacci delle scarpe da inserire in copertina, o a Comix».
Nella storica Cartoleria Mariani in centro, in Via Tiraboschi, le vendite devono ancora decollare: «Aspettiamo l’inizio delle scuole, con richieste specifiche degli insegnanti. Le mamme stanno iniziando a fare acquisti, soprattutto per le elementari, e i ragazzi iniziano a scegliere diari e quaderni, ma per ora le vendite sono sottotono. Del resto il mercato si è disperso ed oltre alla concorrenza della grande distribuzione, risentiamo anche di quella delle scuole private, che ormai hanno internamente il loro spaccio. Anche internet ha un peso crescente: c’è chi viene in negozio per vedere zaini e quant’altro e poi lo compra sul web»




Le telecamere in negozio? Vanno sempre segnalate

Niente telecamere negli esercizi commerciali a scopo di sicurezza se non si informano i clienti della loro presenza con un’adeguata segnaletica.

A stabilirlo è la Corte di Cassazione, che, con la sentenza 17440 depositata ieri, ha accolto il ricorso presentato dal Garante della privacy contro il Tribunale che aveva annullato una sanzione della stessa Autorità. Oggetto del giudizio una telecamera installata all’interno di una torrefazione, multata dall’Authority, dove il titolare aveva collegato l’occhio elettronico con un monitor, che, pur non registrando le immagini, gli consentiva di vedere chi entrava nel suo negozio quando lui si spostava al piano superiore

La sentenza afferma che l’immagine di una persona, anche se non permette l’identificazione immediata, deve essere considerata un dato personale e come tale soggetto a tutela. Alla legittima esigenza del titolare dell’esercizio di migliorare la propria sicurezza deve perciò essere affiancato il corretto trattamento della privacy.

Non è perciò lecita alcuna ripresa senza un’informativa, che può comunque essere realizzata in maniera semplice. Dove risulti impossibile informare oralmente ogni persona che può essere ripresa, la Corte dice che è sufficiente un cartello, a condizione che sia ben visibile come formato e posizione oltre che esplicito e di immediata comprensione. È necessario inoltre chiarire se le riprese sono solo guardate o anche registrate.