Borgo Palazzo, alla Festa anche un villaggio dell’artigianato

Logo La Festa del BorgoFervono già i preparativi in Borgo Palazzo per l’ormai tradizionale appuntamento con la Festa del Borgo, giunta alla settima edizione e in programma il 27 settembre. La festa pronta ad intrattenere dalle 10 alle 20 i visitatori prevede un’animazione per tutti i gusti, dallo sport alla musica, dai giochi alle degustazioni, dal civico 1 al 116, in un vero e proprio serpentone di eventi.

Tra le principali novità che quest’edizione porta con sé vi è la celebrazione dei mestieri artigiani, con la creazione di un vero e proprio villaggio dedicato alla riscoperta delle arti manuali. «Grazie alla collaborazione con l’associazione artigiani, intendiamo cogliere l’occasione della festa per dare alle maestranze più giovani la possibilità di mettere in vetrina le loro abilità e puntare i riflettori sul loro mestiere -spiega il presidente dell’Associazione Le Botteghe di Borgo Palazzo, Roberto Marchesi- . È questo un primo passo per la realizzazione di un progetto che abbiamo da tempo: la riqualificazione degli spazi commerciali sfitti attraverso attività artigiane, pronte a rialzare-  grazie anche ad una politica di canoni agevolati – saracinesche abbassate da anni».

La Festa del Borgo 2014 -7




Valle Brembana, apre il bando per le imprese del commercio e del turismo

valli-in-famiglia_54_900Dal primo settembre le imprese del commercio e del turismo con sede operativa in uno degli 11 comuni del distretto dell’Attrattività “Valli in F@miglia” – che raggruppa in un unico progetto Bassa Val Brembana, Val Taleggio, Val Brembilla e Valsassina – possono presentare domanda di contributo nell’ambito del bando per l’incentivazione di interventi di innovazione dei sistemi di offerta commerciale e turistica, approvato lo scorso 23 luglio dal Comune di Zogno, ente capofila del distretto.

Beneficiarie sono le imprese presenti dei comuni di Zogno, Valbrembilla, Sedrina, Taleggio, Ubiale Clanezzo, Vedeseta, Blello, Moggio, Cassina, Cremeno e Pasturo. Le risorse economiche destinate ai soggetti privati ammontano a 160.000 euro, la spesa minima rendicontabile è di 1.000 euro, mentre il contributo massimo non potrà essere superiore ai 5.000 euro e comunque non potrà superare il 50% dell’investimento.

Sono ammissibili le spese sostenute e documentate da regolare fattura sostenute nell’arco temporale compreso fra il 4 aprile 2014 e il 30 novembre 2015:

  • a) lavori e opere edili per la sistemazione di facciate e fronti strada pertinenti ad attività commerciali e turistiche;
  • b) costi per l’organizzazione di iniziative e di campagne di promozione organizzate o patrocinate dal Dat (non saranno ammissibili iniziative promozionali individuali di qualsiasi tipo);
  • c) costi per la realizzazione di brochure, materiali editoriali e strumenti web promossi o patrocinati dal Dat;
  • d) spese per l’erogazione di servizi di interesse collettivo funzionali alla fruizione degli spazi dell’attrattività turistica e commerciale e all’accoglienza dei visitatori nell’ambito del Dat;
  • e) spese per la formazione delle imprese turistiche e commerciali per il miglioramento delle competenze manageriali, linguistiche, organizzazione del punto vendita, tecniche del Visual merchandising, strategie di promocommercializzazione, customer satisfaction, CRM e tecniche di fidelizzazione;
  • f) sistemi di data analytics per conoscere il comportamento dei clienti; sistemi dinamici gestiti da software di fidelizzazione della clientela e di VIP treatment, sistemi real-time marketplace last minute e di marketing di prossimità; sistemi di web marketing, vetrine interattive, espositori innovativi, interfacce, vetrofanie, totem e smart poster con tag NFC, sistemi innovativi per la sicurezza;
  • g) spese delle imprese turistiche e commerciali per l’acquisto di sistemi e tecnologie digitali per la promozione e la vendita online di prodotti e servizi, per la gestione delle prenotazioni e della promozione dell’offerta turistica e commerciale. Inserimento e posizionamento di nuovi strumenti digitali promossi o patrocinati dal Dat.

Sono escluse tutte le operazioni commerciali svolte da commercianti per la promozione della propria attività commerciale non legate alla promozione del distretto dell’attrattività.

Non sono ammissibili le spese relative a:

  • acquisto di terreni e/o immobili;
  • materiali di consumo;
  • contratti di manutenzione;
  • acquisto di materiali e di attrezzature usati;
  • atti notarili, registrazioni, imposte e tasse;
  • lavori in economia;
  • leasing.

Non sono ammesse spese in auto fatturazione.

Le domande di contributo vanno presentate unicamente a mezzo PEC (posta elettronica certificata) al comune di Zogno. La scadenza è il 30 novembre 2015.

È previsto un incontro informativo nel mese di settembre, durante il quale verranno illustrate le finalità e le metodologie di partecipazione al bando. Chi volesse, già da ora, iscriversi all’incontro è pregato di inviare una mail a: segreteriasindaco@comune.zogno.bg.it.

Il bando e la modulistica si possono scaricare dal sito del Comune di Zogno




I consumi? Falciati dalle spese obbligate

consumi - CopiaNegli ultimi venti anni la spesa delle famiglie si è progressivamente spostata verso i consumi obbligati che oggi assorbono circa il 42% del totale; in crescita soprattutto la componente relativa all’abitazione, la cui spesa pro capite è passata da poco più di 1.900 euro del 1995 agli attuali 4.012 euro (+110%), arrivando ad assorbire oltre il 24% dei consumi complessivi; aumentata anche la quota destinata ai servizi il cui consumo rappresenta una libera scelta (dal 17,4% del 1995 al 21,4% del 2015) che indica la progressiva terziarizzazione dei consumi; crisi economica e aumento della pressione fiscale hanno fortemente limitato le disponibilità delle famiglie incidendo sull’aumento delle spese obbligate (il reddito disponibile reale è sceso, complessivamente, tra il 2007 e il 2014 del 10,6% e del 14,1% in termini pro capite); particolarmente penalizzate le spese relative all’alimentazione domestica (incluse bevande alcoliche e non) la cui incidenza è scesa di quasi tre punti percentuali; sul fronte dei prezzi gli aumenti più rilevanti hanno interessato l’abitazione anche per effetto della crescita dei prezzi di quei beni e servizi, quali l’acqua e lo smaltimento rifiuti, gestiti a livello locale (oltre il 130% tra il 1995 e il 2015). Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono da un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie negli ultimi 20 anni.

Nel valutare i mutamenti intervenuti nelle decisioni di spesa delle famiglie, sia in termini qualitativi sia quantitativi, la segmentazione tra spese obbligate e spese commercializzabili fornisce un’indicazione aggiuntiva di come le famiglie, al di là di quanto suggerito della diminuzione quantitativa dei consumi, abbiano sperimentato negli anni una sensibile diminuzione del benessere da loro fruito. Negli ultimi venti anni la spesa delle famiglie si è progressivamente spostata verso i consumi obbligati, inclusivi degli affitti imputati (che corrispondono alla spesa teorica per l’affitto attribuita alle famiglie che vivono in case di proprietà). Queste spese assorbono ormai il 42% circa delle spese familiari. Nello stesso periodo è aumentata la quota destinata ai servizi il cui consumo rappresenta una libera scelta (dal 17,4% del 1995 al 21,4% del 2015) fenomeno ascrivibile alla tendenza alla terziarizzazione dei consumi. Queste dinamiche hanno compresso l’area delle spese destinate ai beni cosiddetti commercializzabili in cui rientrano molte funzioni di consumo considerate mature (alimentari, abbigliamento, mobili ecc.). Se lo spostamento di quote di spesa da prodotti a servizi è un fenomeno fisiologico nelle economie avanzate, anche per l’emergere di nuovi bisogni “immateriali”, meno lo è l’avanzamento di quote di consumi che non rappresentano una libera scelta dei cittadini legata al soddisfacimento dei bisogni individuali e/o familiari.

La situazione, già evidente negli anni ’90 e nella prima parte dello scorso decennio, si è acuita con l’emergere della crisi economica e con l’adozione di politiche che hanno determinato un aumento della pressione fiscale, fattori che hanno fortemente limitato le disponibilità delle famiglie (il reddito disponibile reale è sceso, complessivamente, tra il 2007 e il 2014 del 10,6% e del 14,1% in termini pro capite). Con l’attenuarsi della fase recessiva la tendenza alla progressiva espansione della quota di spesa destinata ai consumi obbligati da parte delle famiglie sembra essersi arrestata segnalando, nelle nostre stime, una contenuta diminuzione tra il 2013 ed il 2015. Questa evoluzione sembra avvantaggiare gli acquisti di servizi commercializzabili. Analizzando più nel dettaglio quanto accaduto tra il 1995 e oggi si rileva come l’aumento della quota destinata alle spese obbligate sia ascrivibile in larga misura alla componente relativa all’abitazione, la cui spesa pro capite è passata da poco più di 1.900 euro agli attuali 4.012 (+110%), arrivando ad assorbire oltre il 24% della spesa. Per quanto riguarda la parte relativa alle spese che attengono alle scelte individuali e familiari la decisa riduzione della quota destinata ai beni, circa 10 punti percentuali in meno rispetto al 1995, è sintesi di andamenti molto diversificati. L’affermarsi di nuove forme di comunicazione ha sostenuto la spinta per i prodotti della telefonia, dinamica che, in un contesto di riduzione delle risorse a disposizione delle famiglie, ha determinato un’ulteriore compressione di consumi di prodotti più tradizionali. Tra questi, particolarmente penalizzate sono state le spese relative all’alimentazione domestica (inclusiva delle bevande alcoliche e non) la cui incidenza è scesa di quasi tre punti percentuali. Le dinamiche sopra descritte tengono conto sia di quanto avvenuto dal lato delle quantità sia da quello dei prezzi. Focalizzando l’attenzione sull’evoluzione dell’inflazione dei tre sottoinsiemi dei consumi presi in esame si rileva come parte dell’aumento dell’incidenza delle spese obbligate sia derivata dalle dinamiche dei prezzi. In tutto l’arco temporale osservato questa componente della domanda ha mostrato una dinamica decisamente più sostenuta rispetto a quanto rilevato per il complesso dei beni e servizi commercializzabili. Ponendo uguale a 100 i prezzi nel 1995, quelli delle spese incomprimibili si attestano nel 2015 a 182,8, a fronte del 136,7 dei consumi commercializzabili. Anche nel caso dei prezzi gli aumenti più rilevanti hanno interessato l’abitazione, non solo per effetto delle variazioni intervenute sul mercato immobiliare negli anni antecedenti la crisi, che si sono riflesse sia sugli affitti reali che su quelli imputati, ma anche per i prezzi di quei beni e servizi, quali l’acqua e lo smaltimento rifiuti, gestiti a livello locale e aumentati negli ultimi 20 anni di oltre il 130%. Particolarmente sostenuta è stata anche la dinamica dei prezzi relativi alle assicurazioni ed ai carburanti, segmento che sembra conoscere nei periodi più recenti un’attenuazione delle dinamiche inflazionistiche. La tendenza a una crescita più accentuata dei prezzi relativi alle spese obbligate attraversa tutti gli ultimi 20 anni e, rappresentata in forma grafica, evidenzia molto chiaramente il drenaggio di risorse operato da un’evoluzione inflazionistica dei beni e servizi obbligati nettamente superiore al dato medio.




Commercianti in campo, notti bianche a Zogno e Ranica

Un momento dell'ultima notte bianca a Zogno
Un momento dell’ultima notte bianca a Zogno

Dalla Val Seriana alla Val Brembana, sarà un sabato ricco di appuntamenti con le notti bianche organizzate grazie alla collaborazione tra comuni e commercianti.
Zogno saluta l’estate il 29 agosto con una grande  festa. La Notte Bianca, organizzata sabato 29 agosto dall’Associazione Commercianti Punto Amico e dal Comune, si conferma evento clou della bella stagione. Dalle 20 alle 2 è in programma un mix di eventi nel salotto cittadino e nelle diverse location con una serie di spettacoli per ogni gusto ed età. Dalla prima serata e sino a notte fonda un caleidoscopio di iniziative animerà il salotto del centro storico, per la gioia di migliaia di visitatori che già il 4 luglio, in occasione della notte di apertura dei saldi, hanno preso d’assalto le vie del paese. Alle promozioni commerciali nei negozi, aperti sino a mezzanotte, si affiancheranno l’animazione di trampolieri, artisti di strada, jazz, bande musicali, street bands, gruppi folk, gonfiabili, trucca-bimbi, toro meccanico, giochi di strada, esibizioni di ballo, schiumaparty e bancarelle. Non mancheranno proposte culturali con visite guidate a parrocchiale di San Lorenzo, al campanile e alle aree museali del paese. Alle 21 in piazza Garibaldi è in programma il monologo di Emanuele Turelli «Gleno 1 dicembre 1923» dedicato alla tragedia della diga che colpì la Valle di Scalve. Lo spettacolo fa parte del Festival dello Storytelling proposto dal Distretto dell’Attrattività  “Valli in famiglia” e prevede la partecipazione del cantante bergamasco Bepi, con canzoni e brani acustici a tema.
Notte_Bianca_RanicaA Ranica la notte bianca organizzata dal Distretto “Insieme sul Serio” in collaborazione con l’amministrazione comunale, segue ad un pomeriggio all’insegna della cultura con visite guidate di Villa Camozzi, realizzate in collaborazione con l’Istituto Negri. Dalle 19 l’atmosfera si scalda con l’aperitivo con dj set, la voglia di esibirsi al karaoke, ma c’è spazio anche per lo sport, con la parete d’arrampicata allestita nella piazzetta dell’ex-biblioteca e il bike e rollerblade park organizzati dal Totem Cafè al Park Zopfi. In Via Gavazzeni si svolgerà una rievocazione celtica, mentre in Piazza Europa ci sarà la manifestazione Dance for Love. Alle 21 nelle vie del paese si alterneranno musica e passi di danza con uno spettacolo musicale itinerante; in Via Adelasio ci sarà una sensuale esibizione di danza del ventre, mentre in Via Gavazzeni si terrà presso il Centro Culturale Gritti un concerto jazz. Alle 22 la danza del ventre si sposterà in Via Marconi al Centro Le Torrette, mentre la scuola di danza Attitude svelerà segreti e mosse al pubblico. In diverse aree del paese ci saranno espositori, dai maestri di karate agli arcieri, dalle motocross al tuning, alle Ferrari. In Via Gavazzeni si darà prova di pilotaggio dei droni. Per ogni gusto e per tutte le tasche i punti ristoro, dall’hamburgeria alla pizzeria, dall’osteria alla gelateria, dalla birra artigianale a golosità di pasticceria. I più piccoli potranno contare su uno spazio disegni in Viale Alpini e su innumerevoli gonfiabili e aree di intrattenimento dislocate  in diverse vie di Ranica.




Panificatori, è scontro con la Grande distribuzione

Ogni 24 ore in Italia finiscono nella spazzatura 13 mila quintali di pane sfornato, come denuncia una recente inchiesta della sezione Expo del Corriere della Sera. Colpa degli italiani, ancora troppo spreconi nonostante l’Austerity? Solo in minima parte. Sprechi e sperperi sono in grande misura colpa della grande distribuzione e delle sue logiche iper-produttive per mantenere gli scaffali sempre pieni, denuncia Assipan, Associazione Italiana Panificatori e affini della Confcommercio.

I panificatori forniscono la Gdo, ma devono sottostare ad accordi-capestro, che li obbligano a farsi carico del ritiro di tutto l’invenduto del supermercato di turno, a partire dallo smaltimento. Il pane rimasto sugli scaffali la sera prima sfiora in alcuni casi il 30% e la Gdo, oltre a non rimodulare gli ordini in base ai consumi effettivi, obbliga i panificatori a smaltire a loro spese l’invenduto. Assipan non ci sta: per questo a luglio ha presentato una segnalazione all’Antitrust denunciando l’ «abuso di posizione dominante della grande distribuzione» per «la pratica vessatoria» che obbliga i panificatori al ritiro del pane invenduto.

Roberto Capello
Roberto Capello

Roberto Capello, presidente di Aspan, alla guida dell’Unione Regionale Panificatori della Lombardia, nonché presidente nazionale della Federazione italiana Panificatori, fa il punto sulla situazione nella nostra provincia e in Lombardia. I bergamaschi restano nonostante tutto dei risparmiatori, ancora allergici agli sprechi inutili, ma soprattutto vogliono costruirsi da soli il loro mercato: «Grazie ad un’adeguata politica sindacale e ad una campagna di informazione e sensibilizzazione della categoria, i panificatori hanno sviluppato una cultura imprenditoriale che li ha fatti abbandonare forniture anti-economiche, con veri e propri ricatti finanziari e ritardi nei pagamenti commenta Capello. La fornitura di un prodotto quotidiano è poi soggetta a numerosi imprevisti, basta un ritardo nella consegna o un fenomeno meteorico che comprometta la qualità per vedersi contestare l’intera commessa».

E’ difficile ormai vedere siglare accordi insostenibili: «I contratti capestro si sono molto ridimensionati negli anni nella nostra provincia e in Lombardia – continua il presidente – . I panificatori sono ormai preparati e gli accordi che vengono stilati con la grande distribuzione non prevedono il ritiro degli avanzi se non in termini di decenza etica oltre che economica. E la sostenibilità si ha quando sono estremamente contenuti, nell’ordine del 2 per cento. In questi anni anche la stessa grande distribuzione si è organizzata per tamponare scaffali che si svuotano con cotture “just in time” di prodotti precotti surgelati. Certo, è tutt’altra cosa rispetto al pane fresco, ma comunque va a soddisfare un bisogno senza incorrere in inutili sprechi». Ma ad organizzare la produzione, contenendo al minimo gli sprechi sono gli stessi panificatori. «La scelta delle imprese più organizzate è quella di sfornare a ciclo continuo per ridurre gli sprechi, adattando la produzione ai consumi del giorno, lavorando prevalentemente il pomeriggio durante la settimana, dato che il pasto principale consumato a casa da lunedì a venerdì è ormai la cena. Oltre a ridurre drasticamente gli avanzi, si garantisce un prodotto di maggiore qualità e non si è più costretti alle levatacce notturne di un tempo. Ora si inizia tranquillamente alle 5 del mattino, motivo per cui l’arte della panificazione conquista sempre più giovani e donne».

Pensare ad una media di 13 mila quintali di pane al giorno buttati è davvero assurdo, sgrana gli occhi il presidente: «Fortunatamente nella nostra provincia e in Lombardia non si sfiorano nemmeno queste cifre. Il punto è che è sempre più facile piangere, lamentarsi e complicarsi la vita piuttosto che cercare soluzioni ai problemi. Grazie al progetto Ri-affermo, frutto della collaborazione tra Aspan Bergamo, Caritas e una società specializzata in software gestionali, le eccedenze di produzione del pane e dei prodotti da forno presenti nelle aziende di panificazione vengono, ad esempio, sempre recuperate. A fine giornata, i volontari dei centri di ascolto parrocchiali in accordo con i panificatori, ritirano gratuitamente le eccedenze invendute per destinarle alle famiglie bisognose. Ogni giorno, negli ultimi due anni, in tutta la provincia almeno 3-4 quintali di pane prendono la via della solidarietà». Quanto al cambiamento nei consumi e al fatto che la crisi spinga molti italiani – il 46% per l’esattezza, secondo un recente studio della Coldiretti – a mangiare il pane avanzato il giorno prima, Capello commenta: «I consumi di pane giornalieri sfiorano i 100 grammi a testa. Ma per ridurre gli sprechi non serve mangiare pane raffermo, basterebbe semplicemente fare una spesa più oculata. Acquistare sì dei piccoli panini che si è certi di consumare a breve e comprare anche una pagnotta per essere sicuri, in caso di avanzo, di avere anche l’indomani un pane ancora soffice».




Il “Bonus mobili” sarà rinnovato anche nel 2016

bonus23423.jpgDurante il Meeting di Rimini, il premier Renzi ha visitato lo stand di FederlegnoArredo, dove si è intrattenuto per alcuni minuti con il presidente Roberto Snaidero. E’ stata l’occasione per confermare il rinnovo del bonus mobili anche per il 2016 e mostrare piena disponibilità a sviluppare un nuovo provvedimento che possa offrire agevolazioni alle giovani coppie. Ed è intorno al mondo dei giovani che ha preso forma la presenza di FederlegnoArredo al Meeting di Rimini. Qui, attraverso vari momenti di incontro e la mostra “Benvenuti a casa nostra. Storie di passione, lavoro, educazione” è stato possibile presentare le attività del Polo formativo del legno arredo: un grande progetto di formazione professionale e inserimento nel mondo del lavoro che la Federazione ha avviato in Lombardia due anni fa.

L’obiettivo è creare opportunità di lavoro per i giovani che si avvicinano al mondo del legno arredo. Secondo dati del centro studi FederlegnoArredo, l’iniziativa si colloca in un fase in cui dalle imprese arrivano segnali sul tema del lavoro che inducono a un cauto ottimismo, come dimostrato dal fatto che il 37% delle aziende del settore dichiara di voler introdurre nuove risorse in organico entro fine anno.




La crisi rilancia l’usato. A Bergamo in campo 47 imprese

vestiti-usatiSono circa 3.500 le sedi di impresa attive nel settore dell’usato in Italia, dai libri all’antiquariato per arrivare fino all’abbigliamento. Un settore in crescita, con un +1,3% rispetto allo scorso anno. Tra le province, prime sono Roma con 381 attività (11,1% italiano), Milano con 260 (7,6%) e Torino con 205 (6%). Napoli è quarta con 199 imprese e Firenze è quinta con 161. In Lombardia si trova il 16% delle imprese (oltre 500) e si ha una crescita annua del 3,1%. Le imprese più numerose sono nel commercio al dettaglio di mobili usati e oggetti di antiquariato (234) e di indumenti e altri oggetti usati (220) che sono anche in settori in crescita in un anno, rispettivamente +2,2% e +8,4%. In regione, a Milano ha sede un’impresa su due nel settore, stabile rispetto al 2014. Seguono Brescia (79 imprese, +14,5%), Bergamo (47 imprese) e Varese (35 imprese). E’ quanto emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano su dati del registro delle imprese al primo trimestre 2015 e 2014 relativi alle sedi di impresa attive.




L’incertezza frena la fiducia delle imprese

negozioNel secondo trimestre del 2015 continua a crescere la capacità delle imprese del terziario di far fronte ai propri impegni finanziari (si trovano in questa situazione il 62% delle imprese rispetto al 54% di 6 mesi fa). Sebbene la congiuntura si confermi ancora di molto al di sotto della soglia di espansione; aumenta leggermente anche la percentuale di imprese che si recano in banca per chiedere credito (20,1% rispetto al 19,6% del I trimestre) con una quota di imprese effettivamente finanziate pari al 7,3%, percentuale ancora esigua sebbene sia la più alta registrata dalla metà del 2012; c’è, tuttavia, una consistente quota di imprenditori che, pur avendo bisogno di un finanziamento, rinunciano a recarsi in banca non avendo ancora fiducia nella ripresa o per timore di vedere respinta la propria richiesta, è la domanda «inespressa» che sfiora il 28% ma che al Sud, dove peraltro solo il 16,6% delle imprese ha chie sto credito, arriva ad oltre il 35%.

Questi, i principali risultati che emergono dall’Osservatorio Credito Confcommercio (OCC) sulle imprese del commercio, del turismo e dei servizi nel secondo trimestre del 2015 realizzato da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Research. Continua a crescere la capacità delle imprese del terziario di far fronte ai propri impegni finanziari, con un aumento di quelle che avvertono, complessivamente, una stazionarietà o un miglioramento della situazione (passate dal 54% di fine 2014 al 62%) e una diminuzione delle imprese che registrano un peggioramento (dal 46% al 38%). È aumentata leggermente nei mesi di aprile, maggio e giugno 2015 la percentuale delle imprese del terziario che si sono recate in banca per chiedere il credito del quale avevano bisogno (un finanziamento, un affidamento o la rinegoziazione di un finanziamento o di un affidamento esistente): tale percentuale è risultata pari al 20,1% contro il 19,6% del I trimestre. Esiste, tuttavia, una percentuale di imprese (27,9%) che pur avendo bisogno di credito evita di chiederlo in banca a causa della scarsa fiducia nella situazione economica o per il timore di vedere respinta la propria richiesta. Si tratta, di fatto, della domanda «inespressa». Tenendo conto di tale quota, la domanda «potenziale» complessiva di credito (percentuale delle imprese che hanno chiesto credito alle banche più percentuale delle imprese che non lo hanno chiesto pur avendone necessità) sale al 48%.

Preoccupante la situazione nel Mezzogiorno dove la quota di imprese che hanno chiesto credito è solo del 16,6% e quella inespressa arriva ad oltre il 35%. Sul lato dell’offerta, è aumentata leggermente la percentuale delle imprese che hanno ottenuto il credito richiesto senza alcun problema (dal 35% al 36,5%) portando la percentuale di imprese effettivamente finanziate al 7,3%, valore ancora esiguo ma che risulta il più elevato dalla metà del 2012 ad oggi. È in flessione la cosiddetta area di irrigidimento (imprese che il credito «non» lo hanno ottenuto e imprese che lo hanno ottenuto in misura inferiore rispetto al fabbisogno). Tale percentuale, nel secondo trimestre 2015, è stata pari al 52,5%, contro il 54,1% dei tre mesi precedenti.

 




Commercio e turismo, contributi al distretto “La Valle dei Sapori”

Clusone Piazza dell'OrologioE’ aperto il bando per la concessione di contributi a fondo perduto alle imprese del commercio e del turismo del Dat “La Valle dei Sapori”, Distretto dell’Attrattività che comprende i comuni di Clusone (capofila), Ardesio, Castione della Presolana, Cerete, Fino del Monte, Gandellino, Gorno, Gromo, Oltressenda Alta, Onore, Parre, Piario, Ponte Nossa, Rovetta, Songavazzo, Valbondione, Valgoglio e Villa d’Ogna. Il cofinanziamento complessivo messo a disposizione delle aziende con sede legale o operativa nel territorio del DAT, ammonta a 200mila euro e il contributo massimo che si potrà ottenere è pari al 50% delle spese ammissibili. I contributi potranno riguardare:

◾Interventi per la riqualificazione esterna delle strutture (facciate, insegne, vetrine, dehors e gazebo e relativi arredi, ingressi, parcheggi privati) esclusivamente per le parti fronte strada piano terra.

◾Interventi di innovazione tecnologica, attraverso acquisizione, estensione o rafforzamento degli strumenti digitali per la vendita e la promozione (es. sistemi di booking online per alberghi connessi al proprio gestionale interno, sistemi digitali di presa dell’ordine per i pubblici esercizi, Web App del Distretto).

◾Interventi di formazione dei titolari e degli addetti.

Saranno considerate ammissibili tutte le opere e le iniziative realizzate, fatturate dai fornitori e pagate dal beneficiario a partire dal 4 aprile 2014 e fino al 31 dicembre 2015 nonché tutte le spese comprovate da fatture e pagate con mezzi tracciabili (assegni bancari, bonifici, RIBA o altri eventuali mezzi considerati tracciabili dalle norme in vigore). Sono quindi esclusi i pagamenti effettuati in contanti e tramite assegno circolare. Le domande dovranno possono essere presentate fino alle 12 del 14 settembre. Per la presentazione fa fede la data di ricezione da parte del Protocollo Generale del Comune di Clusone.




Sentierone, i locali lasciati liberi dal “Ciao” nel mirino di Tiziana Fausti

Ciao SentieroneC’è fermento sul Sentierone, cuore cittadino in cerca di rilancio ma spesso teatro di ridimensionamenti, riorganizzazioni se non, purtroppo, di chiusure commerciali. Come, da ultimi, la pellicceria Marega o il ristorante “Ciao”.  Proprio quest’ultima location, occupata fino a qualche mese fa dalla società di ristorazione gestita da Autogrill, è ora al centro dell’attenzione. In questi giorni si registra un fitto via vai di operai e imprese che, a dispetto della calma agostana che regna sotto i portici del Sentierone,  sono alacremente al lavoro. Da indiscrezioni, pare che i locali siano finiti nel mirino della signora del lusso bergamasca, Tiziana Fausti, intenzionata ad espandere il proprio atelier negli spazi che dominano il Sentierone, Piazza Vittorio Veneto e Piazza Dante. Occupando già i locali sottostanti, Fausti avrebbe ampi margini per ampliare e ottimizzare l’ ambiente di lavoro e l’ offerta commerciale. Si tratta di indiscrezioni, per ora non confermate, ma che risultano in linea con le ultime dichiarazioni rilasciate dall’imprenditrice, che non fa mistero di voler continuare a credere sul Sentierone.