A cena ad Astino, per non tornarci più

Astino RistoranteEgregio direttore

S’è fatto un gran parlare di Astino, di questo gioiello recuperato, dell’offerta culturale ed enogastronomica. E così, nei giorni scorsi, per il mio compleanno, mi sono fatto tentare e ho scelto l’ex monastero per la cena di festeggiamento. Fatta la prenotazione telefonica al ristorante, arriviamo ad Astino verso le 20.15. In sala, un solo tavolo occupato dei circa 10-12 apparecchiati. Aspettiamo all’ingresso che qualcuno ci venga incontro e ci dica dove accomodarsi. Dopo 5 minuti, non vedendo nessuno (e non essendoci nessuno alla reception della sala) mi avvicino alla cucina; una ragazza, non in divisa, mi dice di rivolgermi ad un cameriere che sta prendendo le ordinazioni, il quale mi chiede di aspettare ‘un minutino’ che sarà subito da noi. Adocchio un tavolo, libero senza cioè cartellini col nome di chicchessia, per 4 persone sulla pedana. Appena si palesa il cameriere, gli chiedo se possiamo sederci là. Mi risponde che è già prenotato?!?! Ma anch’io ho prenotato…

Ci sediamo infine al tavolo assegnatoci. Noto, in controluce, che sul sottopiatto di mia figlia c’è qualcosa che somiglia a polvere; entrambi passiamo un polpastrello e abbiamo la conferma: è polvere. Ma passiamo oltre. Ordiniamo una bottiglia di bollicine. Arriva il cameriere, la mostra, la stappa, versa un po’ di vino nel mio bicchiere per l’assaggio; quando gli do l’ok, ripone bellamente la bottiglia nel secchiello e se ne va (non rabboccando il mio bicchiere e non versandolo agli altri). Nel frattempo, la sala si affolla: e vedo gente che aspetta 5-10 minuti all’ingresso prima di potersi accomodare ai tavoli che sono già apparecchiati…

Dopo una 20ina di minuti arrivano i due piatti di affettati ordinati (senza la prevista, dalla carta, marmellata di accompagnamento) e si fa loro spazio in mezzo al tavolo. Non arrivano, invece, i piatti da appoggiare sui sottopiatti; ne chiedo almeno due (per non rendere troppo complicata l’operazione). Alle 21.30 circa arrivano (finalmente) i due risotti e la carne di maiale. Risotti leggermente al dente, carne deliziosa. Dopo una breve pausa, chiediamo la lista dei dessert e ne ordiniamo due. Alcuni avventori alzano le braccia per farsi notare, altri chiedono alla cameriera appena arrivata che fine abbia fatto la loro ordinazione. Verso le 22.30 (cioè circa 2 ore dopo il nostro ingresso in sala) un cameriere si avvicina e dice che, a causa di non meglio precisati problemi, rischiamo di aspettare parecchio per vedere i dolci; e consiglia di andarli a consumare in un altro angolo del Complesso.

Sbigottito, a questo punto chiedo il conto. Dopo un po’ si palesa un altro cameriere che mi chiede conferma: ‘ha bisogno del conto?’. Che, quando arriva, noto che ammonta a 103,00 euro. Dico al cameriere che, dato il servizio, mi aspetto un adeguato sconto. “Se vuole seguirmi in cassa” la risposta. In cassa, di fronte ad una sconfortata cassiera (“Serata storta, abbiamo avuto un po’ di problemi”) elenco alcune delle note dolenti riscontrate e dico che mi aspetto un adeguato sconto. Dice che lo scontrino è stato battuto (anche coi due dolci richiesti ma non serviti), che lei non può fare niente, che lei è solo una semplice cassiera… Alla fine, dei 90,00€ che dovrei pagare mi propone di chiudere a 70,00 e poi ci accordiamo per 60,00.

Nel frattempo, davanti a me, il,cameriere del conto sta affrontando altri avventori evidentemente poco soddisfatti del servizio.

Per cercare di ‘addolcirmi’, la cassiera mi procura due fette di torta di mele (tiepida) per il mio piccolo. Che apprezza. E porta a sua scusante il fatto che c’è una nuova gestione da soli 2 giorni (domanda: ma un nuovo gestore non presidia adeguatamente il locale, almeno durante i primi giorni di attivià?). Ora mi chiedo: si parla di tanto turismo, si vuole rilanciare Astino, ma allora come possono accadere queste cose? per quanto mi riguarda non cenerò più ad Astino, ma spero vivamente che il livello si alzi, altrimenti ciao.

 

Lettera firmata

 

 

 




Il franchising resiste alla crisi. E l’Ascom apre uno sportello dedicato

cartello-franchisingIl franchising è una formula che non conosce crisi, oltre a godere di incentivi, come il recente bando rivolto a società di nuova costituzione. A dispetto del quadro economico negativo, la formula distributiva dell’affiliazione, inaugurata in Italia nel 1970, continua ad affermarsi soprattutto in Lombardia. La nostra regione conta ben 8.509 punti vendita in franchising  (+ 118 unità rispetto al 2012) e ha consolidato nel 2013 ulteriormente il primato nazionale grazie anche alla presenza di 244 reti (+ 11 reti rispetto al 2012). Ad attrarre imprenditori e aspiranti, la riduzione del rischio rispetto all’inaugurazione di un’insegna indipendente, unita alla chiarezza circa l’investimento iniziale e l’incasso minimo realizzabile, oltre all’esclusiva territoriale e ai servizi di assistenza e formazione. Dalla partnership tra Assofranchising e Confcommercio nasce anche a Bergamo in Ascom il nuovo servizio di consulenza gratuita dedicato agli imprenditori per l’apertura di un punto vendita in franchising, inaugurato assieme ad altri 41 sportelli sul territorio nazionale. Lo sportello Ascom  rappresenta un vero punto di contatto tra aziende affilianti dalla formula commerciale consolidata (franchisor) e una società o singolo imprenditore che vi aderisce (franchisee). «Lo sportello dedicato al franchising  garantisce una consulenza su misura delle esigenze di ogni imprenditore, dall’analisi del contratto con obblighi e diritti di affilianti e affiliati, alla valutazione di ogni aspetto burocratico- commenta Pietro Bresciani, referente del servizio -. Grazie all’accordo con Assofranchising, alla consulenza si affianca lo studio aggiornato su i diversi settori retail, con dati e trend, oltre alla possibilità di accedere a agevolazioni previste per l’affiliazione ai marchi soci Assofranchising.  Il tutto in tempi ridotti e con la garanzia di poter disporre di una valutazione accurata delle aziende franchisor. Il servizio si rivolge oltre che ai franchisee anche a quelle imprese che intendono fare il salto di qualità e replicare il loro modello di business diventando franchisor».
Per accedere al servizio è necessario prenotare un appuntamento telefonicamente o via mail: pietro.bresciani@ascombg.it 035.4120320.




Credaro perde ancora un negozio, chiuso il panificio

panificio 2

“Vendesi per cessata attività”. Qualche giorno fa, a sorpresa, i clienti del panificio “I sapori del Pane” di Credaro hanno visto comparire sulla vetrina del negozio questo cartello.

Poche settimane e i titolari hanno abbassato la serranda del negozio portandosi via tutto. Si conclude così, dopo circa due anni, l’ultima gestione di un’attività che ha visto alternarsi dietro al banco diversi commercianti. La chiusura non è isolata. In poco più di un anno sono state quattro le attività ad abbassare le serrande: tutte nel campo dell’alimentare.

Dopo il market “da Flo” sulla piazza della Chiesa: il bar “storico” sulla provinciale, ritrovo degli anziani del paese; la caffetteria “La Piazzetta” sulla piazza del Municipio, in sette anni alla sua quarta gestione; e ora il panificio.

A rendere meno pesante l’emorragia del commercio credarese in questi giorni sono ci sono due notizie positive: la nuova gestione della Tabaccheria sulla provinciale, rilevata dai titolari del locale Bar Corallo, e l’apertura del bar pasticceria all’interno della nuova Forneria Ferrari, che è la prima pasticceria a nascere in paese.

Una boccata di fiducia che non cambia granché la situazione. Sulla piazza del Municipio sono numerosi gli spazi commerciali sfitti. Delle attività aperte sei anni fa rimangono solo il ristorante e il salone di acconciature. Troppo poco per rendere viva la piazza come meriterebbe. Dice Fabrizio Alghisi, titolare del ristorante Almo: «Il problema è che Sarnico è troppo vicino e a Villongo a poche centinaia di metri c’è un supermercato Conad. La gente se vuole comprare un capo di abbigliamento o fare la spesa va lì, non si ferma in paese. Poi si sa, i momenti per il commercio non sono facili. Non credo neppure sia un problema di affitti troppo alti, risparmiare 4mila euro all’anno non ti permette comunque di sopravvivere se non lavori. Tocca rimboccarsi le maniche e impegnarsi». «A Credaro – afferma – credo possano lavorare solo bar e ristoranti o attività di nicchia che hanno una loro clientela, come era la boutique Vavassori».

In questi giorni sembra che ci sia l’interesse per uno dei locali sulla piazza. Voci parlano della possibilità che apra a breve un negozio di toelettatura per cani. Si vedrà.

 




Discoteche vietate ai minorenni, i gestori sono d’accordo

Per il mondo del divertimento è in arrivo una stretta di controlli sulla sicurezza. La chiusura del Cocoricò di Riccione, dove alcuni giorni fa è morto un ragazzino minorenne a causa dell’assunzione di ecstasy, ha messo le discoteche al centro del mirino e ha fatto emergere la necessità di una disciplina più rigorosa.

Il Governo ha annunciato tolleranza zero sulle irregolarità e l’introduzione di nuove regole più restrittive, la prima è il divieto di ingresso per i minorenni, con sanzioni adeguate in caso di mancati controlli da parte dei gestori.

L’Associazione dei locali da ballo (Silb) è concorde ma chiede al Ministro dell’Interno una serie di iniziative e soluzioni che tutelino il settore.

In particolare, che i locali notturni vengano classificati in base a criteri come la musica proposta e l’età dei frequentatori, così da aumentare i controlli in quelli frequentati dai minorenni; che l’età per la somministrazione di superalcolici venga alzata a 18 anni; che vengano intensificati i controlli da parte delle forze dell’ordine e che al personale dei locali addetto alla sicurezza venga riconosciuto il diritto di perquisire e selezionare la clientela all’ingresso del locale.

Le discoteche chiedono inoltre  l’eliminazione del divieto di somministrare bevande alcoliche dopo le ore 3 nei locali che consentiranno l’ingresso ai soli maggiorenni e la creazione di una cabina di regia presso il Ministero per la supervisione e il controllo dei locali in relazione al consumo di alcool e droga.

«Prendiamo  le distanze da coloro che in qualche misura favoriscono un accesso incontrollato delle persone e possono favorire lo sballo – dice Oscar Fusini, direttore dell’Ascom di Bergamo -, ma non si può demonizzare tutto il sistema del divertimento, la maggior parte dei locali serali e da ballo sono gestiti con coscienza. Se il divertimento resta sano è un’industria importante. Se si colpisce tutti si consegna il divertimento all’abusivismo».

Sulla chiusura delle discoteche l’Ascom è scettica. «Non risolvono il problema a monte – dice Fusini -. Anche se si chiude un locale ce ne sarà sempre un altro dove andare».

«Il problema dello sballo non riguarda solo i locali notturni ma tutte le situazioni che vedono grandi aggregazioni di giovanissimi – segnala Paolo Visinoni, presidente del Gruppo Sale da ballo Ascom -. Il divieto di ingresso in discoteca per i minorenni è una misura positiva e condivisibile perché poi quando i ragazzini sono all’interno dei locali è molto difficile limitare le loro consumazioni. Certo per molti locali significherà una perdita di clienti. In contropartita ci auguriamo che venga definito un orario di chiusura nazionale (oggi ci sono differenze di orari da un comune all’altro ndr.) e che la possibilità di vendere alcolici sia innalzata per tutti alle 4 di mattina».




Mercati estivi, la mappa per fare affari in villeggiatura

Per l’estate i paesi delle Valli si animano con i mercati che danno l’occasione di socializzare, fare qualche buon affare e passare un po’ di tempo con la famiglia.

Castione, Gromo, Carona, Selvino, Piazzatorre, Rovetta, Rota Imagna, San Pellegrino per citare solo le principali località montane bergamasche che offrono anche quest’anno ai propri visitatori un’estate ricca di occasioni di shopping.

I tradizionali appuntamenti con le bancarelle di prodotti locali, frutta e verdura, caramelle, abbigliamento, casalinghi, fiori, articoli per la persona moltiplicano le loro proposte e offrono ai turisti, ma anche ai residenti, la possibilità di fare acquisti convenienti e, in molti casi, a chilometro zero.

mercato san pelleginoL’appuntamento di maggiore richiamo e più caratteristico è il mercato serale del lunedì a San Pellegrino che quest’estate giunge alla ventesima edizione: fino alla fine del mese di agosto dalle ore 18.30 alle ore 23 via Belotti ospita circa 40 bancarelle dalle proposte più varie, tutte rigorosamente non alimentari; un percorso dedicato allo shopping che dà la possibilità di fare una passeggiata suggestiva sul viale illuminato e di fare acquisti con una spesa contenuta.

Gli altri appuntamenti sono tutti in versione diurna. Ognuno ha alle spalle una lunga tradizione.

Il lunedì le bancarelle del mercato sono a Carona in via Locatelli. Il martedì sono a Branzi, Valbondione, Aviatico, Roncobello, Santa Brigida; il mercoledì tocca a Serina, alla frazione Ama di Aviatico, a Castione della Presolana (dove il mercato tradizionale triplica le sue proposte da 10 a 35 banchi) e a Gromo che aggiunge una ventina di banchi ai suoi 15 invernali.

Il giovedì il commercio ambulante è a Selvino, Foppolo, Roncola, Rota Imagna e Bratto, dove le bancarelle salgono da 7 a 50. Il venerdì è la volta di Oltre il Colle e Schilpario che ospita ben 60 banchi. Infine, il sabato tocca a Piazzatorre, Costa Imagna, Lizzola e Rovetta che aumenta di 20 banchi rispetto ai 30 tradizionali; e domenica a Fuipiano Valle Imagna e Costa Serina.

«Il mercato di San Pellegrino è nato circa vent’anni fa per vivacizzare il paese in un giorno spento. Oggi è frequentato anche gente da altri paesi: ci sono persone che salgono a San Pellegrino apposta anche da Bergamo e dalla Bassa Bergamasca – spiega Mauro Dolci, presidente di Fiva Ascom Bergamo -.  Gli altri sono mercati stagionali, cioè delle versioni ampliate dei piccoli mercatini che si svolgono durante il resto dell’anno. D’estate la popolazione delle località montane con l’arrivo dei turisti aumenta in misura importante e quindi si cerca di ampliare l’offerta merceologica, anche per aiutare le attività locali ad affrontare le richieste dei villeggianti. È uno sforzo importante da parte degli ambulanti, alcuni devono lasciare il mercato che hanno per poterci essere».  

Tra le proposte delle bancarelle, le più gettonate sono i generi alimentari, soprattutto quelli tipici. «I villeggianti che frequentano queste località sono per la maggior parte alloggiati in appartamenti, quindi si appoggiano volentieri al mercato per comprare i prodotti alimentari. Ma anche i residenti dimostrano di apprezzare le offerte del mercato», conclude Dolci.




In crescita i consumi di acqua e bevande. La birra è regina

Non solo effetti negativi. Per alcuni settori il caldo record di questa estate è stato un volano per gli affari.

È il caso del settore delle acque e delle bevande, il cui consumo nel torrido luglio appena chiuso è aumentato del 20% a Bergamo.

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Giampietro Rota

«Il caldo di questi mesi ha aumentato i consumi legati alle bevande ed ha incentivato la gente ad uscire e frequentare i locali più dello scorso anno. Le zone che godono maggiormente degli aumenti sono le valli, grazie soprattutto al flusso turistico maggiore generato proprio dal bel tempo» spiega Giampietro Rota, presidente del Gruppo Grossisti vino e bevande di Ascom Bergamo.

Il positivo risultato di luglio si aggiunge ad un semestre che registra un fatturato del +12% rispetto al primi sei mesi del 2014. «Sono dati buoni, dove spicca la vendita di bevande analcoliche e di birra» continua il presidente Rota.

Nella distribuzione delle bevande, si distingue l’exploit delle birre che occupano il 38% del totale del fatturato, con un + 5,3% rispetto al primo semestre dello scorso anno; seguite da vini (15,3% e con +5,6% rispetto 2014), liquori (14,8% con + 6,6,% rispetto 2014), bibite (13,5% con + 6,1% rispetto 2014), acqua (11,8% e con +9,4% rispetto 2014 ), e a seguire aperitivi (3,3% con +2% rispetto 2014) e succhi (3,1% con -2% rispetto 2014).

Per quanto riguarda il quantitativo distribuito, al primo posto capeggia l’acqua che occupa il 50,2% del mercato, a cui seguono birra (24,5%), bibite (13,2%), vini (7,2%), succhi (7,2%) e liquori (1,9%). Rispetto allo scorso anno la vendita di acqua è aumentata dal 3% al 16,6% a seconda delle diverse tipologie di formato, le bibite monodose del 21,5% e la birra in fusto del 10,9%. Tra i liquori campeggia il gin con un incremento del 18,65%. È calato invece del 20% il consumo dei succhi.

«Per quanto riguarda le tipologie, si sta verificano un forte trend di crescita delle birre artigianali (sia in produzione che in consumo) e un boom nella vendita del gin che viene sempre di più utilizzato nei bar. Il gin negli ultimi mesi ha sostituito in parte la vodka e rappresenta l’ultima tendenza in fatto di liquori che costituiscono la base per aperitivi e cocktail».

Per vino, acque e bevande una gran fetta del mercato è costituita dalla distribuzione nei canali tradizionali, come pubblici esercizi e attività commerciali (49,9%) a cui seguono la ristorazione (31,6%) e i locali serali, come discoteche (19%).

I grossisti di vino e distributori di bevande sono oggi in bergamasca 144. È un mercato che tiene ma in trasformazione, in quanto i distributori tradizionali sono scomparsi e la vendita di acqua e bevande per uso domestico è stata acquisita dalla grande distribuzione, mentre nascono nuovi distributori specializzati per la vendita di birre artigianali e vino di qualità e destinati al mercato della ristorazione. «È un mercato in crescita perché non solo fa parte del settore alimentare che, nonostante tutto continua a tenere, ma anche perché è capace di generare determinate emozioni, soprattutto i prodotti del comparto enobirrofilo, capaci di determinare nuove tendenze – precisa Rota -. I protagonisti della filiera distributiva sono sempre più attenti alle richieste dei consumatori e puntano a ricercare produttori in grado di garantire, oltre la qualità e il giusto prezzo, la piacevolezza del gusto. Questa attenzione premia».

 




Dehors, «bene la semplificazione ma alla città serve un piano»

il-dehorsA Bergamo diventa più facile realizzare dehors fuori dai locali. Il Comune ha infatti semplificato le procedure burocratiche per avere l’autorizzazione e installarli.

Il documento va nella direzione indicata del progetto del sindaco Gori “Bergamo città semplice e low tax” che stabilisce la revisione di una serie di regolamenti comunali con l’obiettivo di semplificare il più possibile le procedure alle imprese cittadine.

Le novità previste sono tante: dalla presentazione di due sole copie del progetto (contro le sette attualmente necessarie) all’eliminazione dell’obbligo di presentazione di una lunga serie di documenti non strettamente connessi al progetto, dall’istituzione della figura del tutor comunale per la stesura e presentazione del progetto alla semplificazione della procedura per i progetti in zone di pregio.

Una delle più significative è l’aumento della durata della concessione che passa da tre a nove anni, in modo da garantire l’ammortamento dell’investimento da parte degli esercenti. Anche la procedura di richiesta e di rilascio della concessione avranno iter più brevi se si utilizzerà lo sportello online comunale per la presentazione delle domande.

Inoltre nei casi in cui sull’installazione dei dehors è necessario il parere della Soprintendenza saranno gli stessi uffici comunali ad occuparsi della trasmissione dei progetti. Le pratiche di richiesta saranno divise tra pratiche semplici (la sola collocazione in esterno di tavoli e sedie) e complesse (la collocazione di arredi e strutture, ma anche i soli tavoli e sedie in ambiti vincolati).

FusiniLa delibera passerà ora al vaglio del Consiglio comunale, intanto è positivo il giudizio delle associazioni di categoria che hanno condiviso con l’Amministrazione l’importanza di semplificare le procedure. «La normativa darà maggiore impulso ai dehors – dice Oscar Fusini direttore dell’Ascom -. Oggi è impensabile per un locale lavorare d’estate senza uno spazio all’esterno, anzi, la gente chiede di stare all’aperto anche fuori stagione. Inoltre i dehors migliorano l’estetica della città, fanno aggregazione e attrattività turistica».

Il nuovo provvedimento prosegue una strada già avviata da qualche anno che mira a favorire gli spazi esterni ai locali. «Oltre a procedure più snelle serve però anche un cambio di mentalità, altrimenti non si ottengono risultati importanti – segnala Fusini -. Di fatto chi poteva avere un dehors ce l’ha già, bisogna pensare che si può avere un dehors anche non attiguo al locale».

Secondo l’associazione commercianti di via Borgo Palazzo è importante anche stabilire un equilibrio tra dehors fissi e quelli temporanei ed estivi: «Si potrebbe pensare di contenere le occupazioni temporanee con somministrazione e gli estivi e di favorire maggiori investimenti da parte dei locali –  afferma il direttore dell’Ascom – Tutto quanto è stabile e duraturo migliora la città e la vita dei suoi cittadini e visitatori, per sempre. Su questo sarebbe auspicabile aprire un tavolo permanente di confronto, dati delle occupazioni alla mano».

Un altro nodo di grande interesse riguarda la possibilità di cucinare fuori dai negozi: «Gli eventi di street food sono occasioni importanti per promuovere gli esercizi e anche per animare la città e i centri storici. L’Expo ha accelerato le tendenze soprattutto su questo versante – spiega Fusini -. Il regolamento del Comune prevede il divieto di installare nei dehors attrezzature per la cottura e la produzione in via permanente, ma l’Amministrazione si è impegnata a rilasciare le autorizzazioni per queste iniziative, come è previsto nel regolamento Cosap per le manifestazioni in genere».

Palafrizzoni in questi giorni sta lavorando al regolamento di occupazione del suolo pubblico che sarà pronto per fine agosto e che metterà un altro tassello verso la semplificazione delle procedure relative ai nuovi dehors. Con molta probabilità rimarrà aperto il nodo più critico: per le aree del centralissimo e di Città Alta la competenza delle autorizzazioni infatti non spetta al Comune ma alla Soprintendenza i cui tempi sono lunghi e incerti (90 giorni per l’espressione del parere di competenza). «Il vero nodo della burocrazia si annoda lì», sintetizza Fusini.

 




Pubblici esercizi, obbligatori i cartelli “antidisturbo”

cartello pubblici esercizzi bergamocartello pubblici esercizi bergamo 2Per i pubblici esercizi di Bergamo scatta l’obbligo di esporre la cartellonistica sulle norme di convivenza civile.

La decisione è stata presa dal Consiglio comunale cittadino che ha approvato a metà giugno il “Regolamento per la convivenza tra le funzioni residenziali e le attività degli esercizi commerciali e artigianali alimentari, dei pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e di svago nel territorio cittadino”.

La cartellonistica da esporre invita ad evitare rumori molesti e schiamazzi e al rispetto dell’ambiente, indicando le sanzioni previste per il disturbo della quiete pubblica e la violazione delle norme a tutela dell’igiene e del patrimonio artistico, culturale ed ambientale.

I cartelli predisposti dall’Amministrazione comunale sono due: uno è per tutti gli esercizi della città, l’altro solo per i locali interessati da specifiche ordinanze. Per gli esercizi che non prevedono consumo sul posto, non c’è alcun obbligo di esporre i cartelli.

I cartelli sono a disposizione all’area accoglienza dell’Ascom di Bergamo in via Borgo Palazzo 154, oppure si possono scaricare qui:




Benzinai, entro il 31 agosto il versamento al Fondo indennizzi

benzinaio.jpgIl 31 agosto 2015 scade il termine per il versamento, a titolo di conguaglio, del contributo del rifinanziamento del fondo per la razionalizzazione della rete di distribuzione dei carburanti (Cassa Conguaglio GPL).

La scadenza del 31 agosto 2015 è frutto di una doppia proroga, visto che il termine originario era stato fissato dapprima il 30 dicembre 2014 e poi il 30 aprile 2015.

Il quantum da versare viene calcolato, per quanto riguarda la componente variabile, sulla base dell’erogato relativo all’anno 2013, su ogni litro di carburante per autotrazione (benzina, gasolio, GPL) venduto sulla rete ordinaria, nella misura di 0,0015 euro a carico dei soggetti titolari di impianti e di 0,0005 euro a carico dei gestori.

Il 31 agosto 2015 scade dunque il termine per la seconda rata o conguaglio, mentre il primo versamento, pari al 50% di quanto dovuto,  andava versato entro il 30 aprile 2014.

L’Ascom ricorda che in assenza di accordo nazionale la quota gestore è a carico del benzinaio. I titolari degli impianti (proprietari dei decreti) possono comunque effettuare il versamento anche per l’importo a carico del gestore, su apposita delega.

Copia delle ricevute di avvenuto pagamento, insieme al rendiconto del dovuto, devono essere inviate alla Cassa Conguaglio GPL a : cassacan@cassaconguagliogpl.191.it; i versamenti dovranno essere eseguiti, indicando nella causale “secondo versamento – conguaglio art.6 DM 19 aprile 2013” con l’indicazione del “codice ditta”, a mezzo bonifico bancario a: Monte dei Paschi di Siena, Filiale di Roma – Via del Corso 232 – Iban: IT80J0103003200000005636791 intestato a: CASSA CONGUAGLIO GPL – Via Sicilia 50, 00187 Roma.

NOTA IMPORTANTE: i concessionari sono invitati a monitorare il sito della Cassa Conguaglio: www.cassaconguagliogpl.it/decreti/ per verificare la pubblicazione di apposito decreto che riporterà i bacini d’utenza ed i relativi importi da versare.




Longuelo, ecco le attività del nuovo mercato

l’attuale appuntamento del giovedì mattina

 

Due nuovi banchi di frutta e verdura, due rosticcerie e un banco di dolciumi sul versante alimentare. E tre attività non alimentari, ossia abbigliamento, intimo e calzature.

Vanno ad aggiungersi ai due fruttivendoli e al banco di formaggi già presenti in forma di posteggi isolati il giovedì mattina in via Mattioli a Longuelo per dare vita al nuovo mercato rionale – in totale 11 attività – che debutta il 3 settembre e potrà offrire un servizio in più alla zona, in carenza di attività di vicinato per la spesa quotidiana.

La composizione risulta dalla graduatoria approvata dal Comune di Bergamo dopo la chiusura del bando che metteva a disposizione otto posteggi, equamente divisi tra commercio alimentare e non alimentare. Le domande pervenute sono state nove, di cui sei per l’assegnazione di posteggi nel settore alimentare e tre nel settore non alimentare, più una richiesta di partecipazione di un produttore agricolo, escluso dalla graduatoria perché mancante dei prerequisiti alla partecipazione al bando, ma ammesso come spuntista.

Avvalendosi della possibilità di colmare l’assegnazione con la merceologia residua, il Comune ha destinato ad un ulteriore banco alimentare il posteggio che non ha ricevuto richieste per il settore non alimentare.

Queste le assegnazioni

  • Frutta e verdura – Pagliaroli Amedeo
  • Rosticceria – Giovannetti Franco
  • Frutta e verdura – Oasi di Ghisalberti Gianmario e C. Snc
  • Dolciumi – Willy & Dany di Nembrini Riccardo Snc
  • Rosticceria – Rebussi Roberta
  • Abbigliamento – Lancini Giuliano
  • Intimo – Vavassori Gianpietro
  • Calzature – Zonca Emiliano

In caso di rinunce, l’operatore che non ha ottenuto assegnazione di posteggio verrà invitato a manifestare, entro 10 giorni dalla comunicazione, l’interesse per il posto