Lo studio / In Europa aperture consentite fino alle 22

E’ vero che nel resto d’Europa le aperture h24 sono all’ordine del giorno? Uno studio accurato sulle liberalizzazioni degli orari del commercio effettuato da Confesercenti, protagonista della campagna “Liberaladomenica” ha mostrato come non sia esattamente così. In Francia, patria anche della catena Carrefour, la normativa fissa le aperture dalle 9 alle 21. La domenica, ad eccezione dei centri commerciali delle grandi aeree urbane e delle zone turistiche che possono stare aperti dalle 9 alle 22 e dei piccoli negozi alimentari (che possono stare aperti la mattina dalle 9 alle 13) il commercio si ferma. E’ possibile chiedere al sindaco di tenere aperto 5 domeniche. In Belgio le aperture possono avvenire all’alba, a partire dalle 5 e solo fino alle 20 in settimana e alle 21 il venerdì e nei prefestivi. La domenica resta un giorno di festa, salvo le zone turistiche dove alimentari, edicole e fiorai possono tenere aperto dalle 5 alle 20 e alcune tipologie di negozi che possono aprire dalle 5 a mezzogiorno. In Olanda le aperture sono dalle 6 alle 22, ma la domenica si chiude, eccezion fatta per 12 domeniche l’anno e per le zone turistiche. In Austria si apre bottega dalle 6 ma si chiude entro le 21 in settimana e al massimo alle 18 la domenica. In Germania la regolamentazione dei Lander consente l’apertura nelle 24 ore, Baviera e Saar restringono l’orario dalle 6 alle 20 e Renania e Sassonia stanno nel mezzo, con aperture dalle 6 alle 22. La domenica i tedeschi abbassano la saracinesca, eccezion fatta per fiorai, panettieri, edicole, musei, stazioni, aeroporti e luoghi di pellegrinaggio; dieci domeniche l’anno è possibile tenere aperto dalle 13 alle 20. La Spagna invece dà il via libera alle ore piccole, con aperture dalle 0-24, ma salva la domenica: si trovano negozi aperti nelle località turistiche, mentre vi è la deroga per solo 8- 12 al massimo domeniche l’anno. La Svezia non fa differenza tra settimana e domenica, ma garantisce almeno qualche ora di sonno al commercio: dalle 5 del mattino a mezzanotte però , come da regolamento, si lavora. Il Regno Unito consente l’apertura no stop, ma la domenica la grande distribuzione (+ 280 metri quadri) può tenere aperto al massimo 6 ore, mentre i piccoli esercizi non hanno limiti e possono tenere aperto 24 ore.




Fusini (Ascom): “Con le aperture indiscriminate salgono i costi ma non i consumi”

CarrefourDopo locali aperti h24, palestre che non chiudono mai, chi è impegnato in turni di lavoro notturni o chi soffre semplicemente di insonnia, potrà andare a fare la spesa mentre la città dorme o accompagnarne il risveglio sin dalle prime luci dell’alba. La scelta di Carrefour di aprire 24 ore su 24 il punto vendita di Via Baioni, lo storico ex Gs, sta scuotendo il commercio e animando un vero e proprio dibattito sull’opportunità – e la reale necessità – di darsi al rituale della spesa poco prima – o poco dopo – di essersi messo in libertà in pigiama, ciabatte e magari con i bigodini in testa. All’ora “X” manca poco: da sabato 18 luglio il vecchio cartello con gli orari non sarà più osservato e si scatenerà una danza di codici a barre e un concerto notturno di scontrini, mentre la tentazione di fare acrobazie, corse e gimkane con il carrello potrebbe farsi pressante con il favore della notte, al riparo dalle solite centinaia di occhi indiscreti. La spesa senza orario fa scalpore, ma prima di troncarla sul nascere, non resta che vedere quale sarà la risposta della nostra città.

«Non siamo contrari alle sperimentazioni, anche perché rappresentano un importante banco di prova per capire se esiste o meno una reale esigenza da assecondare – commenta Oscar Fusini, direttore Ascom -. E’ chiaro che la scelta di Carrefour porta con sé problemi e questioni: la decisione di dare la propria disponibilità a turni notturni deve essere su base volontaria e concordata con i lavoratori; vi sono poi problemi di sicurezza e potrebbero insorgere dissidi con il quartiere per eventuale caos creato di notte».

Finora la liberalizzazione degli orari aveva avuto come principale effetto quello di scatenare le aperture domenicali: «La liberalizzazione del Governo Monti non aveva prima d’ora portato ad un’estensione degli orari, ma si era limitata a portare aperture domenicali nella grande distribuzione organizzata, anche solo la mattina se non tutto il giorno. La legge precedente, la 114 del 1998 poneva invece un tetto di 13 ore consecutive di apertura, in una fascia oraria dalle 7 alle 22» continua Fusini. Ma il disegno di Legge sugli orari degli esercizi commerciali punta a mettere dei paletti alle aperture domenicali: «Il disegno di Legge approvato alla camera il 25 settembre prevede la chiusura obbligatoria in 12 festività nazionali, con la facoltà degli esercenti di sostituirne 6 con altrettanti giorni a loro libera scelta, previa comunicazione al Comune di competenza – continua il direttore dell’Ascom -. L’apertura indiscriminata finora non ha portato ad una crescita dei consumi, ma solo ad un incremento dei costi. Purtroppo i piccoli negozi non riescono a sobbarcarsi i costi legati all’apertura domenicale, che del resto mettono in difficoltà anche la stessa Gdo». La questione degli orari accompagna da sempre il commercio: le piccole insegne sono però sempre riuscite a trovare un equilibrio: «Prevale sempre il coordinamento di strada, vuoi per effetto imitazione, vuoi per evitare di rompere gli equilibri – continua Fusini -. Ogni città e quartiere ha i suoi orari. In centro, ad esempio, vi è una grande uniformità, ma si continua a discutere e valutare la possibilità di estendere l’apertura alla pausa-pranzo e la sera».

I sindacati non esitano a esprimere la loro sostanziale contrarietà alle saracinesche sempre alzate: «L’apertura 24 ore su 24 rappresenta una novità assoluta per la città – commenta Alberto Citerio, segretario generale della Fisascat Cisl – . Mi sembra di rivedere il film delle aperture domenicali, quando all’inizio si partì con un solo operatore che beneficiava di una normativa regionale che concedeva la deroga all’apertura ai centri in prossimità dell’aeroporto. Ora Carrefour sta facendo da pioniere agli orari, portando a Valtesse la formula dell’apertura no stop già sperimentata con successo in quattro punti vendita nell’area metropolitana milanese. Il rischio è che l’apertura “no stop” dilaghi, con il risultato di maggiori costi per la Gdo già in difficoltà, non giustificati da un effettivo aumento dei consumi». Il lavoro notturno prevede una maggiorazione del 25% della retribuzione: «Mi auguro che venga applicato – continua Citerio -. Purtroppo ad oggi la Gdo, che non ha sottoscritto il nuovo CCNL del commercio a marzo, si trova senza contratto nazionale». L’incontro con i sindacati avverrà dopo il primo week-end di sperimentazione: «Siamo riusciti a fissare un incontro solo all’inizio della prossima settimana. C’è grande preoccupazione tra i lavoratori» allarga le braccia Citerio. La portata del problema è sociologica. Il modello di consumo che ha accompagnato la crescita continua dei centri commerciali tra gli anni Novanta e Duemila è tramontato: «E’ la fine delle centinaia di metri di scaffalatura e degli assortimenti giganteschi. La grande distribuzione sta attraversando una crisi epocale e una trasformazione rapidissima- continua il segretario della Fisascat Cisl -. C’è davvero il rischio che le grandi catene diventino dei grandi scatoloni pieni di merce. Oggi i consumatori seguono le offerte, acquistano l’olio da una parte, il pomodoro dall’altra e la pasta da un altro ancora». La questione delle liberalizzazioni deve tornare ad essere gestita a livello territoriale: «Bisogna arrivare ad un accordo e gettare le basi di un nuovo equilibrio. In un regime di libero mercato non ci si può affidare alla libera scelta del singolo».

 




Zanica, commercio di vicinato in cerca di futuro

“Negozi di vicinato tra passato e futuro” è il tema del convegno in programma giovedì 16 luglio a Zanica, a partire dalla 20.45 al PalaZanica di via Padergnone.

Ultimo di tre appuntamenti organizzati all’interno di “Expo-Sito – mostra di attrezzi e oggetti d’uso quotidiano d’altri tempi” realizzata dall’Associazione culturale “Frammenti di Storia” con il patrocinio del Comune di Zanica, l’incontro vuole aprire una riflessione importante rispetto al ruolo che il commercio di prossimità ricopre nelle comunità locali, nonostante i cambiamenti socio-economici che hanno profondamente modificato il settore del terziario.

Dopo i saluti del sindaco di Zanica Luigi Locatelli, interverranno Simona Zonca, assessore al Commercio del Comune di Azzano San Paolo e consigliere del Distretto del commercio Morus Alba, Emanuela Tolotti e Umberta Ceruti, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione Esercenti il Commercio, Arti e Professioni di Zanica, Maurizio Regazzoni, della segreteria organizzativa della Uil di Bergamo a portare la voce di sindacati e Roberto Ghidotti, coordinatore dei Distretti del commercio per l’Ascom in rappresentanza delle associazioni di categoria.

Modera i lavori Luca D’Angelo, assessore al Commercio del Comune di Zanica e consigliere del distretto Morus Alba, che a riunisce i Comuni di Stezzano, Azzano San Paolo, Grassobbio, Orio al Serio e Zanica.




Mercato di Lovere: bando per 8 posteggi

mercato lovereIl Comune di Lovere mette a bando otto posteggi per il mercato di piazzale Marconi del sabato: quattro per attività ambulanti alimentari e quattro per attività non alimentari. La graduatoria terrà conto dell’anzianità di iscrizione al registro imprese, del numero di presenze maturate nell’ambito del singolo mercato e dell’anzianità acquisita nello stesso posteggio al quale si riferisce la selezione (Le domande vanno presentate agli uffici del Comune di Lovere entro sabato 18 luglio. Per informazioni: tel. 035.983623 – mail: info@comune.lovere.it.).



Negozi, «sì a una regolamentazione delle aperture festive»

negozioLa totale liberalizzazione del commercio avviata all’inizio del 2012 non ha prodotto né maggiore concorrenza né particolari stimoli ai consumi o all’occupazione. Lo ha evidenziato la Confcommercio nell’audizione presso la commissione Industria del Senato nell’ambito del disegno di legge sugli orari degli esercizi commerciali.

Il provvedimento, già approvato dalla Camera, prevede l’obbligo di chiusura per 12 giorni all’anno (primo e 6 gennaio, 25 aprile, Pasqua, lunedì dell’Angelo, primo maggio, 2 giugno, 15 agosto, primo novembre, 8 dicembre, Natale e Santo Stefano) e la facoltà per ogni singolo esercente di derogare per un massimo di sei date, comunicandolo al Comune.

Nella sua posizione Confcommercio ha sostenuto la necessità «di proseguire verso la realizzazione di una regolamentazione minima e ragionevole in materia di orari dei negozi, peraltro assolutamente compatibile con i principi e le prassi prevalenti in Europa in materia di libertà di concorrenza. L’obiettivo è quello di arrivare ad avere deroghe certe all’interno di un chiaro quadro normativo. Solo così si può contribuire a consolidare il modello distributivo italiano, fatto di piccole, medie e grandi imprese, consentendo ai territori di valorizzare la propria vocazione turistica e commerciale. Allo stesso tempo si rispetterebbe il valore sociale di queste imprese, mantenendo un adeguato livello nell’offerta dei servizi ai consumatori».

«Anche i dati più recenti indicano che le imprese del commercio al dettaglio continuano a chiudere», ha ricordato la Confederazione. «Poco meno di 23mila nei primi tre mesi di quest’anno con un saldo negativo per oltre 10mila unità rispetto alle nuove aperture – e i consumi continuano a mostrare ritmi di ripresa ancora inadeguati a recuperare quanto perso dal 2007 ad oggi (-7,6%) e comunque insufficienti a dare qualche beneficio ai negozi di vicinato».

Il testo del provvedimento ha intanto messo in allarme il mondo dell’e-commerce. Nel disegno di legge sono indicate attività escluse dalla chiusura obbligatoria (come ristoranti, bar, cinema, mercatini, edicole, negozi d’artigianato locale), ma tra queste non sono citati il commercio elettronico e i distributori automatici. Stando così le cose i siti di vendita on line italiani dovrebbero chiudere per sei giorni all’anno, risultando penalizzati rispetto alle piattaforme con sede negli altri Paesi.




Albino, la notte bianca è “doppia” e si ispira all’Expo

Albino ExponeCon l’avvio di Expo anche la via centrale di Albino si è vestita dei colori del mondo, grazie all’associazione Le Botteghe, che via ha appeso le bandiere di tutti gli Stati in omaggio ai temi della manifestazione internazionale.

Ora questo scenario accoglie la notte bianca dei commercianti, ugualmente ispirata alla rassegna milanese. Si chiama infatti Albino Expone ed è in programma venerdì 10 e sabato 12 luglio in via Mazzini e via Vittorio Veneto.

Radio Number One sarà la colonna sonora dell’evento, in filodiffusione, con due serate a tema, venerdì sarà incentrato sull’Irlanda e sabato sul Country. Venerdì l’appuntamento prende il via alle 18, sabato alle 15.30. Entrambi gli appuntamenti si conludono all’una di notte.

Si potranno trovare fattoria didattica, droni, gonfiabili, l’Associazione sportiva Dama di Albino, giocolieri, l’associazione sportiva Tango Argentino e poi bancarelle, punti ristoro, associazioni.

Un’occasione per animare la città e far conoscere l’offerta commerciale dei negozi e le proposte dei locali.




Santa Caterina, il 24 il secondo “Venerdì del Borgo”. Da lunedì il coprifuoco per i locali

Dopo il centro e Borgo Palazzo, la “movida” arriva questa sera in Borgo Santa Caterina per il primo dei quattro appuntamenti con “I Venerdì del Borgo” promossi dall’Associazione Borgo Santa Caterina. Come ormai da tradizione consolidata, la via sarà chiusa al traffico (dalle 19) e ci saranno negozi aperti, mostre, ristoranti all’aperto e bar con servizio in strada. Verranno proposti inoltre musica, balli, stand, laboratori creativi e attività d’intrattenimento per tutte le d’età.

Le prossime date della manifestazione sono il 24 luglio, il 28 agosto e l’11 settembre. Le ultime due in concomitanza con il calendario di Bergamo Balla, ossia le serate in centro con area pedonale, shopping e animazione  – con tutte le forme di danza e ballo – promosse dal Comune.

Da lunedì invece scatterà il “coprifuoco” per i locali serali della via. Entrerà infatti in vigore l’ordinanza del sindaco che, sulla scorta del nuovo Regolamento per la convivenza tra residenti ed esercizi, limita gli orari delle attività che creano problemi di vivibilità o di ordine pubblico e sicurezza e impone la chiusura a mezzanotte e mezza (e l’apertura dalle 6).

I locali interessati dall’ordinanza sono stati individuati in base ad un’istruttoria e possono ottenere un’ora in più di apertura, fino cioè all’1.30, impegnandosi attraverso la sottoscrizione di un accordo con il Comune a mettere in atto soluzioni che minimizzino il disagio.

In Borgo Santa Caterina il provvedimento riguarda tutti gli esercizi, comprese le attività artigianali, ad eccezione dei ristoranti Tijuana, La Gradisca, Enoteca Zanini, Chiringuito e per il bar Divina. Hanno presentando le proprie buone prassi per ottenere il bonus di apertura di un’ora Marika’sss e Doma.

Dal 13 luglio nell’intera via sarà inoltre vietata dalle 23 alle 7 la vendita di alimenti e bevande per asporto in contenitori di vetro o latta, fatta eccezione per la consegna a domicilio. L’uso del vetro è permesso all’interno dei locali o nei dehors mentre, nel caso i clienti che consumano al banco abbiano la possibilità di uscire all’esterno dei locali, dovranno essere utilizzati contenitori di plastica usa e getta o richiesta per il bicchiere una cauzione a rendere non inferiore a 2 euro.

La chiusura anticipata alle 00.30 riguarda anche altri singoli locali in città. Due in via Bonomelli, al numero 11 e 13/b, l’Arri’s Bar di via Piccinini (ex Hemigway), l’Elite Cafè di via Borfuro (che ha aderito al protocollo del Comune),  due in via Moroni (ai numeri 90 e 168), e ancora in via Previtali 14, in via Pitentino 2 e al 14/a di piazza Pontida.




Anche Bergamo dice “no” al libro di Schettino

SchettinoAlcuni librai italiani dicono “no” al libro di Francesco Schettino. Hanno deciso deciso di non proporre nei propri negozi “Le verità sommerse”, scritto dall’ex comandante della Costa Concordia, protagonista del tragico naufragio all’isola del Giglio. L’iniziativa è partita da una libraia di Livorno: qualche giorno fa, ha affisso sulla vetrina del negozio il cartello “’In questa libreria non vendiamo il libro di Francesco Schettino”, e ha spiegato che si sarebbe vergognata a venderlo, per rispetto delle vittime.

Il cartello è comparso poco dopo anche in alcune librerie di Saronno e di Brescia, e pure nella nostra città alcuni commercianti hanno deciso di non vendere il libro. L’iniziativa ha spopolato su Facebook e ha ottenuto moltissimi consensi dal popolo internauta. A Bergamo la maggior parte dei librai che abbiamo sentito non ha neppure valutato di prendere alcune copie del libro da tenere in negozio. “Ci sono valutazione etiche di fondo – dice Claudio Calzana, della Libreria Buona Stampa di via Paleopaca e membro del Gruppo librai dell’Ascom – ma ci sono anche valutazioni di mercato: quando ordiniamo un libro ci chiediamo se venderà o non venderà e questo a mio avviso non venderà”. Valentina Porta della Libreria Palomar di via Angelo Maj é d’accordo: “A dire il vero non me l’hanno ancora proposto – dice – ma comunque per me è no: sia per una valutazione personale sull’autore sia perché penso che non lo comprerebbe nessuno”. Per Laura Togni, del Gruppo Librai Ascom, titolare della libreria Fantasia in via Borgo Santa Caterina “ogni giorno come librai facciamo delle scelte rispetto ai libri da ordinare e proporre. Nella mia libreria cerchiamo di andare controcorrente rispetto alle mode. Così come non teniamo Peppa Pig, per esempio, e non terremo il libro di Schettino”. Antonia Pastore della libreria Mondo Libri di via San Bernardino la pensa invece in modo diverso: “Io l’ho ordinato. Come libraia penso che sia giusto non fare discriminazioni, mi sento di vendere anche titoli che a me magari non piacciono”.

A sentire i librai bergamaschi, in ogni caso, è prevedibile che il libro, edito da una piccola casa editrice e privo di una distribuzione, avrà comunque poche vendite. Anche il pubblico, è evidente, fa le sue scelte etiche.




Lotta all’abusivismo e alla contraffazione commerciale, la Regione cambia passo

Palazzo Lombardia“Regione Lombardia accoglie con favore queste nuove disposizioni assunte con tempestività dal ministro degli Interni Angelino Alfano ed è pronta a fare la propria parte, intensificando la collaborazione con i prefetti e i Comuni per contrastare e prevenire la contraffazione e l’abusivismo commerciale anche nelle nostre aree turistiche”. Lo ha annunciato Mauro Parolini, assessore al Commercio, Turismo e Terziario di Regione Lombardia, commentando l’annuncio, da parte del ministro degli Interni Angelino Alfano, di una direttiva rivolta ai prefetti, che promuove specifici piani d’intervento per il contrasto al fenomeno, soprattutto su litorali in prossimità degli stabilimenti balneari, nonché nelle zone di particolare pregio artistico, culturale e architettonico. Durante il periodo estivo questi fenomeni vivono un momento di esplosione grazie al potenziale aumento della domanda, tuttavia – ha dichiarato Parolini – contraffazione e abusivismo richiedono un impegno a monte, che riguarda anche il controllo doganale, il presidio delle vie di comunicazione, l’introduzione di misure straordinarie e la diffusione di una cultura di corresponsabilità e legalità che tuteli l’abnegazione e l’impegno dei commercianti onesti e dei consumatori”.

“Negli ultimi anni, con il supporto della tecnologia, – ha spiegato Parolini – abbiamo, ad esempio, introdotto strumenti sempre più accurati e innovativi per la mappatura e i controlli dei titoli autorizzativi degli ambulanti nei mercati, che si stanno rivelando molto utili per il contrasto all’abusivismo e che ci consentono di ottenere anche parecchie informazioni. Alla luce di questa evoluzione ideata da Regione Lombardia siamo pronti a mettere le nostre banche dati a disposizione delle Forze dell’Ordine e degli organi preposti ai controlli e a promuovere un protocollo d’intesa per sviluppare in Lombardia una forma stabile di coinvolgimento e di raccordo con tutti i soggetti pubblici e privati impegnati su questo fronte”.

“Intendo infine rimarcare con forza la vicinanza ai titolari di esercizi commerciali e confermare l’impegno di Regione Lombardia a sostegno del comparto commerciale – ha concluso Parolini -. Oltre ad avere messo in campo numerose iniziative sul fronte della lotta alla contraffazione e all’abusivismo abbiamo infatti sostenuto, attraverso un bando finanziato con oltre 2,4 milioni di euro, interventi specifici per la sicurezza dei negozi, sempre più esposti alla microcriminalità, come l’acquisto di sistemi di video allarme antirapina, videosorveglianza a circuito chiuso e sistemi antintrusione e antitaccheggio”.




A Trigona il grazie del presidente Sangalli

Lunedì, a Milano, alla presenza del direttore generale di Confcommercio Francesco Rivolta e del direttore centrale Rete Associativa Romolo Guasco, s’è tenuto il Comitato tecnico dei direttori di Confcommercio Lombardia. All’ordine del giorno gli assetti istituzionali lombardi in attuazione della legge “Delrio”, la riforma delle Camere di Commercio, gli scenari regionali sui temi strategici dell’attività associativa. Durante il Comitato, è intervenuto anche il Presidente Carlo Sangalli che ha ringraziato Luigi Trigona per il lavoro svolto nei suoi 36 anni di attività come direttore dell’Ascom di Bergamo.