Macellai all’opera, quando le botteghe fanno spettacolo

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La professionalità dei macellai bergamaschi si è fatta show. Un pubblico numeroso e interessato ha seguito la dimostrazione di lavorazione delle carni organizzata dal Gruppo Macellai dell’Ascom alla Fiera di Sant’Alessandro – lo storico appuntamento con l’agricoltura e il mondo contadino di scena al polo di via Lunga – nella giornata di ieri.

«Dopo il buon successo dell’anno scorso, abbiamo deciso di replicare l’iniziativa e il risultato è stato ancora maggiore – commenta con soddisfazione il presidente dei Macellai Ascom Ettore Coffetti -. Tanti i visitatori che si sono fermati per seguire le operazioni di disossatura e sezionamento, curiosi di conoscere le caratteristiche dei diversi tagli e le modalità di cottura».

Spesso infatti le “abilità” culinarie si fermano alla fettina e a qualche spezzatino. La buona riuscita di un piatto di carne, invece, comincia dalla carne stessa e materia prima di qualità, giusto taglio e cottura rispettosa possono regalare grandi soddisfazioni. Non a caso i macellai sono stati affiancati da uno chef, il giovane Daniele Cortesi, 28 anni, titolare del ristorante La Follia a Gazzaniga, che ha suggerito ricette per ogni tipologia e taglio di carne, da quelle più tradizionali a quelle più creative.

Al lavoro, nello stand della Regione Lombardia, padiglione A, Luciano Pandolfi di Cologno al Serio, Elio e Nicola Cazzaniga di Canonica d’Adda, impegnati su un posteriore di vitello, un anteriore di manzo e sul maiale. «Abbiamo scelto di realizzare questo evento – ricorda il presidente Coffetti – per mostrare non solo la varietà che si trova sul bancone, ma anche cosa avviene nei laboratori delle nostre macellerie, la manualità e la competenza che sta dietro ad ogni prodotto, che non si vede ma c’è ed è importantissima».

Un’operazione che serve su un piatto d’argento la voglia di cucinare carne.




Dimostrazioni e ricette, alla Fiera di Sant’Alessandro torna lo show dei macellai

macellai fiera sant'alessandro 2016 (9) rit

Anche quest’anno il Gruppo Macellai dell’Ascom di Bergamo ha scelto la storica Fiera di Sant’Alessandro (al polo espositivo di via Lunga fino al 3 settembre) per presentare al pubblico tutto il lavoro di selezione e preparazione che sta dietro ad ogni grande ricetta a base di carne, pietanza in cui la materia prima la vince su tutto.

Domenica 3 settembre dalle 16 alle 18 nello stand di Regione Lombardia (Padiglione A), i macellai Ascom Luciano Pandolfi di Cologno al Serio e Elio Cazzaniga di Canonica d’Adda terranno una dimostrazione di disossatura e sezionamento di manzo, vitello e maiale, illustrando le caratteristiche di ogni singolo taglio e i segreti per riconoscerne a vista d’occhio qualità e freschezza.

Allo chef Daniele Cortesi del ristorante “La Follia” di Gazzaniga sarà affidato il compito di spiegare come esaltare ogni pezzo di carne, dai tempi e dalle modalità di cottura, con tanto di ricette. «L’iniziativa mostra al pubblico tutto il lavoro che sta dietro al bancone, dalla selezione degli animali alla lavorazione delle carni – sottolinea il presidente del Gruppo Macellai Ascom, Ettore Coffetti -. Oggi, in tempi di supermercati e confezioni già pronte, non si conoscono in molti casi i diversi tagli di carne, quelli che il macellaio sa invece sempre consigliare al meglio a seconda della pietanza da preparare. In macelleria non si acquistano solo prodotti di qualità, controllati e con indubbi valori nutrizionali, ma si portano a casa anche consigli preziosi per l’ottimale cottura e presentazione dei piatti».

Le ricette dello chef si spera facciano tornar la voglia di mettersi ai fornelli per davvero, senza limitarsi a guardare in tv gli altri a cucinare: «Si parla sempre di cucina, ma in realtà oggi le giovani famiglie hanno rinunciato a preparare tanti piatti che fanno parte della nostra tradizione. Grazie alle ricette presentate in Fiera vorremmo far ritrovare la voglia di cimentarsi in qualche proposta, dalle preparazioni più classiche a quelle più veloci ed attuali», auspica Coffetti.




Spese obbligate in calo dopo vent’anni. E per beni e servizi ogni italiano spenderà 10mila euro

Dopo un ventennio di crescita (+5,3 punti percentuali tra il 1995 e il 2014), la quota di spese obbligate – quelle per le quali si ha poca, o nessuna, libertà di scelta – è diminuita di un punto percentuale (passando dal 41,8% del 2014 al 40,9% del 2017). È quanto emerge dall’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio condotta sul periodo 1995 – 2017, che individua come causa principale del cambio di rotta la decisa riduzione dei prezzi degli energetici e dei servizi finanziari.

Sull’aumento della quota destinata ai beni ha inciso, per contro, la dinamica dei mezzi di trasporto, la cui domanda è risultata in decisa espansione dopo un lungo periodo di crisi. Per il 2017 lo studio ipotizza che le spese obbligate per ogni italiano ammontino a 7.070 euro, dai quali quasi 4.100 euro (poco meno del 60%) vengono assorbiti dai costi relativi all’abitazione (affitti effettivi e imputati, manutenzione ordinaria dell’abitazione, energia, acqua, smaltimento rifiuti, ecc.).

L’ammontare dei consumi commercializzabili, quelli cioè determinati dalle scelte di spesa individuali, è invece stimato in oltre 10.200 euro pro capite, con i servizi che hanno assunto un ruolo sempre più significativo, anche se il 64% è assorbito dai beni. Continua il calo della quota destinata agli alimentari, ma questa voce aumenta nei valori pro capite (2.608 euro nel 2017).

La flessione delle spese obbligate non pare però destinata a proseguire. L’analisi prevede infatti un’inversione di marcia già nell’anno in corso con incrementi dei prezzi più sostenuti per questa parte dei consumi delle famiglie rispetto al dato generale.




Anche a Zogno l’arte entra in negozio

L'allestimento da Uv Shop Immagine
L’allestimento da Uv Shop Immagine

Continua, con la regia di Ascom Bergamo Confcommercio, il viaggio nei comuni bergamaschi delle opere vincitrici del concorso “L’acqua come slancio vitale”, prima edizione del Premio Arte UniAcque.

Dopo Trescore Balneario, che ha aperto il tour a giugno, i quadri si sono trasferiti, nel corso dell’estate, nelle località turistiche della nostra provincia (nell’ordine Sarnico, Lovere, Clusone, Castione della Presolana e Oltre il Colle) ed ora sono approdati a Zogno, dove saranno visitabili fino a domenica 3 settembre.

La particolarità della mostra è che non è ospitata in un unico spazio, ma si snoda tra le vetrine dei negozi. Frequentando bar, ristoranti, pasticcerie e alberghi o soffermandosi alla ricerca di buoni affari per lo shopping e la spesa ci si può così imbattere in immagini che, con tecniche e stili diversi, raccontano il valore dell’acqua: fonti e acquedotti, misteri della creazione, riflessi notturni, ma anche sguardi critici alle disuguaglianze nella distribuzione delle risorse idriche nel mondo.

A Zogno, dove l’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Comune e l’associazione di commercianti locale Punto Amico, sono coinvolte 17 vetrine. Queste:

  • Antica Trattoria Breve Respiro – via Romacolo, 28
  • Caffè Saint Laurence  – via XXV Aprile, 1
  • La Staletta ristorante pizzeria – via Campelmè
  • The Royal Pub ristorante pizzeria wine bar – via A. Locatelli, 91
  • Fresco Mio – piazza Italia, 6
  • Albergo Ristorante Da Gianni – via Tiolo, 37
  • Ottica Ceroni  – via V.Emanuele, 24
  • La Baita dei Saperi e dei Sapori – via Grotte delle Meraviglie, 14/a
  • Cucciolandia toelettatura e prodotti per animali – via G. Mazzini, 24
  • Enoteca Volpi Vini – via G. Mazzini, 28
  • Salvi Bike Store – via G. Mazzini, 34
  • Pasticceria e Caffetteria Ruffoni – via G. Mazzini, 61
  • Pizzeria Luna di Luiselli Camillo – via G. Mazzini, 65
  • Punto Abbronzatura Uv Shop Immagine – via G. Mazzini, 75
  • Eredi Busi Silvano Ferramenta – via Donatori di Sangue, 2
  • Centro Moda Colleoni – via Cavour, 15
  • Servizi Immobiliari agenzia immobiliare e assicurazioni – via Cavour, 30

La mostra proseguirà il suo viaggio ad Albino (dall’8 al 17 settembre) e per chiudersi a Romano di Lombardia (dal 22 settembre al primo ottobre).

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Pranzo di ferragosto, bergamaschi indecisi e i ristoratori restano in attesa

ristorante

Per il pranzo di ferragosto gli occhi dei ristoratori sono puntati al meteo. Quest’anno ancora di più, considerate le bizze climatiche degli ultimi giorni, saranno le condizioni metereologiche a decidere il programma di bergamaschi e visitatori.

Petronilla Frosio
Petronilla Frosio

In città e in provincia, salvo qualche eccezione dove già si registra il “tutto completo”, la maggior parte delle prenotazioni arriverà al photofinish. «Ferragosto non è una festività particolrmante sentita, dato che ormai le gite fuori porta sono all’ordine del giorno – spiega Petronilla Frosio, presidente del Gruppo Ristoratori Ascom Bergamo Confcommercio -. Ci si organizza quindi all’ultimo e il meteo gioca un ruolo fondamentale. Difficile fare previsioni, le prenotazioni al ristorante sono ormai talmente last-second che quando arrivano anche solo il giorno prima possiamo dirci contenti. La gente decide all’ultimo momento dove andare e quindi dove e cosa mangiare e anche per noi stabilire il menù con i continui cambi climatici non è facile».

Non mancano malumori sul moltiplicarsi delle sagre che diventano alternative più informali al tradizionale pranzo al ristorante. «La legge regionale non ha cambiato le cose – dice Frosio -. Ormai raddoppiano, dato che fanno servizio anche a pranzo».

Quanto alla proposta gastronomica, si palesa la tendenza a puntare sulla scelta alla carta, anche se non mancano ristoranti che continuano a proporre menù guidati a prezzo fisso (che spaziano dai 30 ai 50 euro) e locali che puntano a un menù più leggero e veloce, come ad esempio il ristorante Gritti dell’Hotel Miramonti a Rota Imagna (menù fisso a 30 euro). «Da qualche anno abbiamo deciso di non fare più il menù fisso e i clienti mostrano di apprezzarlo perché si sentono più liberi sia su quanto spendere che sui cibi da mangiare», conferma Ivano Gelsomino della trattoria gastronomica Selva di Clusone, già sold out per la data.

Anche a Riva di Solto il Ristorante Zu punta sulla carta e su un classico menù degustazione a 50 euro senza vini e anche qui le prenotazioni sono a buon punto. Lo stesso vale per l’Osteria Al Gigianca di Bergamo dove «si sta lavorando bene». Tra quanti credono ancora nel pranzo di ferragosto e si aspettano il tutto esaurito, il ristorante K2 di Foppolo che propone un menù a 40 euro e Cucina Cereda a Ponte San Pietro con una proposta fissa a 50 euro per il pranzo e alla carta la sera, mentre il Ristorante Corona di Branzi con il suo menù di carni e primi della casa a 40 euro è già al completo.

I piatti proposti seguono la tipicità della cucina e spaziano da ravioli, casoncelli, arrosti, faraone e conigli con polenta ai piatti di mare e di lago.




Pagamenti elettronici, allarme sanzioni. Fusini (Ascom): «In molti settori i costi del Pos sono insostenibili»

pos - carta di credito

L’annuncio ha messo in allarme il mondo del commercio: il viceministro dell’Economia Luigi Casero ha anticipato alla stampa l’imminente introduzione di sanzioni per esercenti e professionisti che non accettino il pagamento elettronico. Si tratta di una multa di 30 euro per ogni “no”, che – insieme anche a misure “premianti” – dovrebbe essere varata entro settembre, dando così piena attuazione all’obbligo di dotarsi di Pos (gli apparecchi che leggono le carte), in vigore dal giugno 2014, e di accettare pagamenti a partire da 5 euro (secondo la legge di Stabilità del 2016 che ha abbassato la precedente soglia dei 30 euro).

Oscar Fusini

«La notizia preoccupa fortemente alcune categorie del commercio per le quali oggi, di fatto, i costi per la gestione degli incassi con carte di credito e di debito sono insostenibili – evidenzia il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo, Oscar Fusini -. Parliamo, su tutti, di edicolanti, tabaccai e benzinai, che hanno margini imposti che vengono irrimediabilmente erosi dai canoni e dalle commissioni previsti per i pagamenti elettronici. Poi ci sono tutte quelle attività che hanno scontrini medi di bassa entità, come i bar e le panetterie, che devono sostenere costi fissi su operazioni “ridicole”».

Ma il Pos è un servizio ai clienti e non offrirlo può penalizzare ugualmente le attività, non crede?

«I nostri commercianti lo sanno bene, tanto è vero che dove esiste un’effettiva richiesta le attività si sono prontamente attrezzate per offrirlo. Francamente ritengo che le spinte del mercato siano un indirizzo sufficiente verso la moneta elettronica, non ha molto senso che venga imposto per legge ciò che non ha reale riscontro e per certi tipi di aziende, lo ripeto, può essere molto penalizzante».

A che punto è la diffusione dei pagamenti elettronici?

«I dati della Banca d’Italia ci dicono che i Pos attivi in Italia sono cresciuti negli ultimi tre anni del 40,5%. A fine 2013 erano un milione e mezzo, a fine 2016 sono saliti a oltre 2.220.000, quasi 650mila apparecchi in più. Crescono anche i numeri delle operazioni, quelle con carta di credito del 20,6%, del 54,3% quelle con carte di debito, e aumentano pure le carte attive (+3,6% le carte di credito, +21,5% di debito). Insomma, se è vero che l’Italia, per tanti motivi, è in ritardo sull’utilizzo della moneta elettronica è altrettanto vero che si sta recuperando terreno».

A Bergamo com’è la situazione?

«L’andamento è in linea con quello nazionale e probabilmente la copertura è anche maggiore. In settori come alberghi, ristoranti, negozi di moda, gioiellerie, arredamento, elettrodomestici e nel commercio all’ingrosso possiamo parlare di una diffusione dei Pos del 90%, se non totale».

Ci sono però, ci diceva, anche settori in difficoltà nell’adeguarsi. Avete delle stime su chi è in ritardo?

«Sono numeri non da poco. In Bergamasca calcoliamo che siano circa 8.600 aziende che non hanno ancora il Pos. Tra queste, tabaccai, edicole, fioristi, bar e negozi alimentari per i motivi illustrati sopra e soprattutto una grande fetta, oltre 3.200 attività, data dagli agenti di commercio e immobiliari che gestiscono i pagamenti con altri strumenti e l’ampia categoria dei servizi vari, pari ad altre 2.800 aziende. Si comprende bene che l’introduzione delle sanzioni annunciata dal viceministro avrebbe, solo nella nostra provincia, un forte impatto».

Quanto costa avere il Pos?

«I fattori che determinano il costo sono numerosi. Le commissioni vanno mediamente dall’1,25 all’1,50% per le carte di credito e dallo 0,5 allo 0,8% per quelle di debito. A queste vanno aggiunte le spese di installazione e il canone mensile per l’utilizzo, talvolta sostituito da un minimo di commissioni che incide più o meno nella stessa misura. Poi ci sono eventuali costi fissi per transazione e le spese telefoniche e bancarie. Un’azienda con un fatturato di 50mila euro spende circa 1.500 euro l’anno per un Pos mobile, 1.200 per uno fisso».

Ci si guadagna però in sicurezza e efficienza gestionale…

«Oggettivamente, oltre al servizio al cliente, l’unico vantaggio, certo non trascurabile, è quello della sicurezza. Il miglioramento dei costi di gestione rispetto al contante invece può valere come impatto generale non certo per negozi e locali che scontano i costi più alti in Europa. Anzi, in certe attività, il Pos può anche appesantire la gestione».

Ci faccia capire…

«Pensiamo ad un bar all’ora di colazione, un conto è ricevere il pagamento in contanti, più lungo e laborioso l’incasso con le carte».

E il contrasto all’evasione fiscale?

«È una motivazione strumentale della politica. L’evasione fiscale presuppone un accordo tra chi vende e chi acquista, qui stiamo parlando semplicemente di modalità di incasso. Oggi, poi, ci sono già tutti gli strumenti per contrastare l’evasione».

Se non fosse per i costi non ci sarebbero, quindi, ostacoli all’utilizzo del Pos. Quali soluzioni individua per abbatterli?

«Potrebbero aiutare delle offerte a pacchetto con un costo fisso oppure l’applicazione di condizioni favorevoli anche alle imprese che hanno minori incassi, come è avvenuto per la telefonia dove le offerte si sono allargate anche a chi non ha un traffico elevato. Molto interessante è anche tutto il versante degli strumenti innovativi e alternativi, a portata di smartphone».




Trescore, ambulanti contro il Comune: «Illegittimo il bando per il mercato»

trescore balneario - piazzale mercato

Il bando per il rinnovo delle concessioni del mercato settimanale nel comune di Trescore Balneario (158 posteggi nell’area di piazzale Pertini, via Pertini, piazzale Comi/Poma, il martedì mattina), approvato lo scorso luglio, solleva energiche critiche da parte delle associazioni degli ambulanti. Anva e Fiva Bergamo ne chiedono l’immediata sospensione ritenendolo illegittimo e, soprattutto, fortemente dannoso per gli operatori ambulanti.

Per informare gli imprenditori delle anomalie del “bando Bolkestein”, le due associazioni hanno organizzato, martedì 8 agosto, un incontro alla Casa del Giovane (Patronato San Vincenzo) di Bergamo in via Gavazzeni, 13 (Sala Angeli).

Al centro delle critiche c’è anche il regolamento per il commercio su aree pubbliche, manifestazioni fieristiche, mercato agricolo (DCC 31 del 19.12.2016). Secondo Fiva e Anva Bergamo bando e regolamento sono illegittimi perché contengono criteri di assegnazione dei posteggi in contrasto con la normativa regionale di riferimento.

In particolare, sotto accusa sono i punteggi della graduatoria che rendono non più necessariamente prevalente la pregressa anzianità di posteggio dei prestatori uscenti e l’articolo 3 che stabilisce che ogni operatore può avere un solo posteggio nel mercato (mentre il dettato normativo del 23 co. 11 bis l.r. 6/2010 prevede che “nello stesso mercato o nella stessa fiera nessun soggetto può avere la titolarità o il possesso di più di due concessioni per ciascun settore merceologico nelle aree mercatali con meno di cento posteggi [..]”. e lo stesso limite dei due posteggi veniva riportato anche dall’Intesa del 5.7.2012).

Oltre a questi vizi di merito «che denotano palesemente come i due testi siano contra legem», accusano le associazioni ambulanti, entrambi i provvedimenti sono stati adottati senza aver sentito preventivamente, come invece previsto, le associazioni di categoria per un parere non vincolante.

Il presidente della Fiva di Bergamo, Mauro Dolci
Il presidente della Fiva di Bergamo, Mauro Dolci

«Chiediamo che il provvedimento venga ritirato perché lesivo degli interessi degli operatori. Non si tratta di una presa di posizione fine a se stessa, ma di una doverosa difesa di posti di lavoro – dice Mauro Dolci, presidente di Fiva Bergamo -. Nei criteri e punteggi da attribuire nella redazione della graduatoria, non è stato rispettato l’impegno concordato in sede di conferenza unificata Stato – Regioni che prevedeva una maggior punteggio per anzianità di iscrizione dell’impresa in modo da tutelare gli esercenti in attività da più tempo. Attribuendo punteggi da 2 a 4 punti per l’anzianità, il bando di fatto ha “sminuito” tale criterio con l’effetto che per esempio un giovane esercente (con meno di 5 anni di iscrizione) se munito di autonegozio (solo gli alimentari hanno un vero autonegozio) viene parificato ad un soggetto con anzianità di iscrizione sino a 10 anni dotato di un “semplice” banco».

Criticata anche la classificazione merceologica operata per la nuova area mercatale in cui i banchi sono riuniti secondo la tipologia di articolo: «Da evitare per evidenti ragioni di concorrenza tra i diversi esercenti se posti l’uno vicino all’altro con la medesima merceologia».

«Il provvedimento ci ha colti di sorpresa perché è seguito a mesi di confronti che sono andati del tutto disattesi – dice Giulio Zambelli, presidente Anva Bergamo – c’è persino un verbale di una seduta di commissione commercio di fine anno 2016 redatto dalla stessa Amministrazione di Trescore completamente disatteso e che cita testualmente: “Le parti presenti infine concordano di procedere mettendo a bando le concessioni in numero e tipologia pari alle attuali e di rinviare ad un secondo momento la fase di riorganizzazione dei posteggi, in funzione delle aggiudicazioni per tipologia per come si verranno a configurare dopo il bando”».

«Siamo consapevoli – prosegue Zambelli – che l’applicazione della normativa regionale è competenza e responsabilità di ciascun Comune, ma con l’obiettivo di tutelare i diritti dei nostri operatori abbiamo deciso innanzitutto di informare Regione Lombardia dei provvedimenti presi dal Comune di Trescore che contrastano con il vigente testo normativo, pregando l’ufficio legale di Regione Lombardia di prendere una posizione in merito; inoltre abbiamo inviato all’Amministrazione di Trescore Balneario una formale diffida a portare avanti i provvedimenti e auspichiamo che li rettifichi assicurando il previsto confronto con le nostre associazioni rappresentative per il commercio su area pubblica».




Sicurezza alimentare, occhio al ghiaccio

barman - cocktail - ghiaccio - drink - bicchiere

Anche il locale più attento può scivolare… sul ghiaccio. Trasparenti alla vista e neutri nel sapore, i tintinnanti cubetti che rinfrescano bibite e drink – e che sciogliendosi vengono ingeriti – non sono esenti da rischi di carattere sanitario. Lo ha recentemente evidenziato la trasmissione della Bbc Watchdog, che ha analizzato il ghiaccio di alcune catene internazionali come Starbucks, Costa o Caffè Nero, trovando tracce di batteri coliformi fecali dal 30 al 70% dei campioni, a seconda dell’insegna. Qualche anno fa ci aveva già pensato Valerio Staffelli di Striscia la Notizia, con prelievi in incognito in bar, fast food e discoteche, a portare alla luce contaminazioni da batteri patogeni in alte concentrazioni.

Le indagini sino ad ora non sono state numericamente ampie, ma i risultati sono concordi nell’evidenziare una criticità, non certo una volontà fraudolenta, ma una sottovalutazione del tema sì. L’attenzione in ogni caso sta crescendo. Complice la nascita di numerose realtà industriali che si occupano di produzione e distribuzione di ghiaccio alimentare, l’Inga – Istituto nazionale del ghiaccio alimentare ha realizzato, nel 2015, il “Manuale di corretta prassi igienica per la produzione di ghiaccio alimentare”. Approvato dal Ministero della Salute, contiene anche un’utile sezione dedicata all’autoproduzione negli esercizi di somministrazione. In Sicilia, patria delle granite, invece, la Regione ha scelto di creare nell’ambito dei servizi di sicurezza alimentare una speciale sottosezione dedicata al ghiaccio.

Noi ci siamo rivolti ad Andrea Comotti, responsabile dell’area Gestionale dell’Ascom di Bergamo, per saperne di più e conoscere tutti i comportamenti corretti per servire un ghiaccio sicuro.

Andrea Comotti
Andrea Comotti

Quindi il ghiaccio non è un alimento sterile?

«Il congelamento dell’acqua evita lo sviluppo microbico, il ghiaccio però non possiede azione microbicida, i microrganismi presenti sono eliminati solo parzialmente e con tempi di congelamento lunghi».

Eppure l’acqua è potabile…

«La responsabilità dell’ente gestore della distribuzione dell’acqua termina nel punto di presa dell’utente, da lì in poi è in carico al gestore del locale. Per quest’ultimo, una buona prassi potrebbe cominciare dal prevedere un’analisi periodica della potabilità dell’acqua, dopodiché è fondamentale assicurare un’accurata pulizia e manutenzione della macchina per la produzione del ghiaccio. Se il ghiaccio è prodotto in buone condizioni igieniche e da acqua potabile non presenta rischi per la salute del consumatore sotto il profilo microbiologico».

Cosa può succedere dopo?

«La fasi critiche sono la manipolazione e la conservazione. Il ghiaccio deve essere raccolto in contenitori per alimenti, che devono essere mantenuti puliti e sanificati, utilizzando attrezzi dedicati come palette, cucchiai e pinze per evitare contaminazioni crociate con altri alimenti contenenti allergeni o sviluppi microbici. Non è sicuro, ad esempio, prelevare il ghiaccio direttamente con il bicchiere perché l’esterno viene toccato con le mani e quindi non è mai abbastanza pulito. Ovviamente vanno rispettate tutte le regole per la manipolazione degli alimenti, ossia l’igiene delle mani, degli abiti, della postazione. Durante l’utilizzo, inoltre, il ghiaccio deve essere conservato in contenitori isolati termicamente e richiusi dopo ogni prelievo, consiglia il Manuale».

Quali altre insidie può nascondere un cubetto di ghiaccio?

«Potrebbe contenere corpi estranei, dannosi se ingeriti, oppure essere contaminato da sostanze chimiche».

Insomma, gli esercenti devono occuparsi anche della sicurezza del ghiaccio…

«In realtà non si tratta di adempimenti troppo gravosi. Ciò che manca è probabilmente una consapevolezza diffusa dell’importanza di trattare il ghiaccio come si fa con gli altri alimenti. Dal canto nostro, come Ascom, stiamo integrando nel manuale di autocontrollo Haccp anche questo capitolo, così da rendere più semplice una produzione e un utilizzo corretto».

In Ascom il servizio di analisi dell’acqua

rubinetto acquaBar, ristoranti, negozi e alberghi possono verificare la qualità dell’acqua che utilizzano e che forniscono ai clienti grazie all’apposito servizio di analisi promosso dall’Ascom di Bergamo. Dei tecnici preleveranno dei campioni e restituiranno i dati sulla sicurezza di quanto sgorga da rubinetti, macchine di depurazione, gasatori e refrigeranti, ma anche sulle caratteristiche fisiche e chimiche dell’acqua.

Ascom Confcommercio Bergamo – Area Gestionale
tel. 035 4120181-129
gestionale@ascombg.it

 




Agosto, anche i negozi si concedono qualche giorno di ferie

via XX Settembre

Ad agosto negozi, bar e ristoranti non si fermano. Alla vigilia del week-end del grande esodo, con migliaia di bergamaschi in partenza, Ascom Bergamo Confcommercio ha promosso la tradizionale indagine per informare i bergamaschi che rimangono in città e i turisti sull’offerta di prodotti e servizi.

Anche nei giorni più “caldi” di ferragosto saranno pochi i cartelli “chiuso per ferie“. Chi non parte potrà, quindi, fare acquisti e godersi colazioni, pranzi, cene e spuntini fuori casa, senza problemi.

Secondo i dati raccolti dall’Associazione commercianti, in Città Alta la percentuale di bar, ristoranti e negozi (alimentari e non) aperti sfiora il 100% per rispondere all’afflusso turistico; nelle vie centrali di Città Bassa otto negozi su dieci terranno la saracinesca alzata e il 90% dei bar e ristoranti farà lo stesso.

Nelle vie periferiche della città le aperture diminuiscono ma rimangono comunque elevate: 7 negozi su 10 saranno aperti e 8 ristoranti e bar su 10 continueranno a lavorare.

In provincia, nelle località turistiche, pubblici esercizi, negozi e botteghe alimentari saranno tutti aperti, mentre nei paesi fuori dalle mete dei visitatori la percentuale si abbassa: sarà aperto il 50% dei negozi e il 70% di bar e ristoranti.

La durata media di chiusura sarà di 7-8 giorni, la maggior parte si concentrerà dal 13 al 20 agosto, con diverse serrande abbassate anche dal 20 sino al 27, dopo la festa di Sant’Alessandro.

«Quest’anno le aperture agostane saranno in lieve calo: in media il 10% in meno nel periodo di ferragosto rispetto al 2016 – evidenzia però il direttore dell’Ascom Oscar Fusini -. Un dato in controtendenza, dopo diversi anni in cui sempre più commercianti ed esercenti sceglievano di tenere aperto e garantire anche ad agosto tutti i servizi. Quest’anno saranno più i bergamaschi ad andare in ferie, in linea con il resto d’Italia, e per questo le aperture di negozi e bar caleranno, ma non in Città Alta e nelle località turistiche. C’è anche chi si adegua al mercato ed evita di appendere il cartello con le date delle ferie perché spera che l’afflusso di turisti continui e decide solo all’ultimo di fare una pausa».




Il Ddl concorrenza è legge. Confcommercio: «Ok le misure su turismo, energia e trasporti»

senatoDopo due anni e mezzo dal varo da parte del governo e numerose interruzioni e riprese, il Senato ha votato la fiducia (146 sì, 113 i no) al ddl concorrenza. Il provvedimento, che ha sollevato un acceso dibattito e polemiche, è valutato positivamente da Confcommercio relativamente agli interventi nei settori dell’energia, del turismo e dei trasporti

L’organizzazione delle imprese del terziario esprime soddisfazione, in particolare, «per l’abolizione delle clausole di parity rate che consentirà alle strutture turistico-ricettive di offrire sconti maggiori rispetto ai prezzi praticati dalle piattaforme on line».

Sul fronte energia, i principali interventi riguardano la cessazione della disciplina transitoria per i prezzi di elettricità e gas e la confrontabilità delle offerte di energia e gas, che «garantiranno una maggiore trasparenza attraverso la predisposizione di un portale curato dall’Autorità dell’Energia». Positiva anche la norma sulle maxi bollette «che ne garantirà la rateizzazione per importi significativi».

In materia di trasporti, infine, «l’approvazione della delega apre la strada ad un percorso di riforma organica della normativa sul settore del trasporto pubblico non di linea, taxi e Ncc, a lungo attesa da imprese e cittadini. L’auspicio è che si possa perseguire una più netta distinzione tra le attività di taxi e ncc, una regolazione delle piattaforme tecnologiche nel rispetto delle norme che disciplinano le due professionalità ed un adeguamento del sistema sanzionatorio».

Le principali misure

RC AUTO, TORNA IL TACITO RINNOVO

È uno dei temi ritoccati nell’ultimo passaggio parlamentare. Un emendamento approvato in commissione Attività produttive reintroduce il meccanismo del tacito rinnovo delle polizze in scadenza del ramo danni.

RC AUTO, SCONTI OBBLIGATORI

Previsti sconti per i clienti che installano la scatola nera, accettano di sottoporre il veicolo a ispezione o di collocare un dispositivo che impedisce alla persona di accendere il motore se ha bevuto troppo. Tariffe più basse anche per gli automobilisti “virtuosi” che risiedono nelle aree a più alta sinistrosità e con prezzi medi maggiori. I criteri per applicare la scontistica saranno indicati dall’Ivass a cui spetta anche la verifica. Nel caso di mancato sconto sono previste sanzioni amministrative per le assicurazioni da 5.000 euro a 40.000 euro.

ENERGIA, SLITTA LA FINE DEL MERCATO TUTELATO

Slitta dal primo gennaio al primo luglio 2018 la fine del mercato di maggior tutela per l’energia elettrica e il gas. Arriva, inoltre, la possibilità di rateizzare le maxi-bollette causate da ritardi o disguidi dovuti al fornitore del servizio.

ELIMINATA L’ASTA FORNITURE ELETTRICHE

Viene eliminata la possibilità di mettere all’asta la fornitura di energia elettrica per quegli utenti che non avranno optato per un operatore alla scadenza del regime di mercato tutelato.

TELEMARKETING

Sono state abolite le norme che obbligavano gli operatori dei call center a dichiarare l’identità del soggetto per il quale avviene la chiamata, specificare la natura commerciale e proseguire la chiamata solo in presenza di assenso del destinatario.

ODONTOIATRI

Ogni società deve avere un direttore sanitario iscritto all’albo degli odontoiatri e possono operare solo i soggetti in possesso di titoli abilitanti. La norma è stata introdotta durante l’ultimo esame in commissione Attività produttive alla Camera.

UBER

Entro un anno dall’entrata in vigore del ddl il governo è delegato ad adottare un decreto legislativo per la revisione della disciplina in materia di autoservizi pubblici non di linea, come Uber e Ncc.

BANCHE, TETTI SUI COSTI PER CHIAMATE DI ASSISTENZA

Gli istituti bancari e le società di carte di credito assicurano che l’accesso ai propri servizi di assistenza ai clienti, anche attraverso chiamata da telefono mobile, avvenga a costi telefonici non superiori rispetto alla tariffa ordinaria urbana.

CAMBIO OPERATORE TV O TELEFONO

I clienti dovranno essere informati in partenza di quali spese dovranno affrontare in caso di cambio operatore per il telefono o l’abbonamento tv. Cambiare operatore e annullare un contratto (con il recesso) sono operazioni che il consumatore potrà fare anche per via telematica. Il contratto non potrà essere superiore ai 24 mesi. Semplificate le procedure di migrazione tra operatori di telefonia mobile.

PAGAMENTI DIGITALIZZATI

I pagamenti per l’ingresso ai musei o a eventi culturali potranno essere effettuati anche tramite telefonino.

AVVOCATI

L’esercizio della professione forense in forma societaria è consentito a società di persone, a società di capitali o a società cooperative iscritte in un’apposita sezione speciale dell’albo tenuto dall’ordine territoriale nella cui circoscrizione ha sede la stessa società.

NOTAI

Il numero dei notai sale a uno ogni 5mila abitanti (oggi sono uno ogni 7mila abitanti). Il registro delle successioni sarà tenuto dal Consiglio nazionale del notariato. Per la costituzione delle srl semplificate continuerà a essere necessario l’intervento del notaio.

FARMACIE

Le società di capitali potranno essere titolari di farmacie ma dovranno rispettare un tetto del 20% su base regionale. I titolari potranno prestare servizio in orari o periodi aggiuntivi rispetto a quelli obbligatori previa comunicazione all’autorità sanitaria competente e alla clientela.

HOTEL, STOP AL “PARITY RATE”

Gli alberghi saranno liberi di fare alla clientela offerte migliori rispetto a quelle dei siti Internet di prenotazione online come Booking.

BONIFICHE DISTRIBUTORI BENZINA

Approvato in Aula alla Camera un emendamento che ritocca la norma già modificata al Senato che riguarda le attività di dismissione degli impianti di distribuzione dei carburanti che cessano definitivamente l’attività di vendita. Si conferma che in caso di riutilizzo dell’area i titolari di impianti di distribuzione dei carburanti procedono alla rimozione delle strutture interrate ma, nel caso di accertata contaminazione, si precisa che si procede alla bonifica in ogni caso.