Dal 24 ottobre nuove regole per uso termini cuoio, pelle e pelliccia

Da sabato 24 ottobre entrano in vigore le prescrizioni contenute nel decreto legislativo n.68 del 9 giugno 2020 su “Nuove disposizioni in materia di utilizzo dei termini “cuoio”, “pelle” e “pelliccia” e la relativa disciplina sanzionatoria ( ai sensi dell’articolo 7 della legge 3 maggio 2019, n.37). In particolare, il provvedimento vieta l’immissione e la messa a disposizione sul mercato con i termini, anche in lingua diversa dall’italiano, «cuoio», «pelle», «cuoio pieno fiore», «cuoio rivestito», «pelle rivestita» «pelliccia» e «rigenerato di fibre di cuoio», sia come aggettivi sia come sostantivi, anche se inseriti con prefissi o suffissi in altre parole o in combinazione con esse, ovvero sotto i nomi generici di «cuoiame», «pellame», «pelletteria» o «pellicceria», di materiali o manufatti composti da materiali che non rispettino le corrispondenti definizioni previste dalla norma.

Tra le condotte che saranno punite sono ricomprese la mancanza di etichetta o contrassegno e l’utilizzo di etichetta o contrassegno non conforme ai requisiti richiesti, prevedendo sanzioni per chi effettivamente etichetta i prodotti (produttori/importatori) che vanno da un minimo di 1.500 euro ad un massimo di 20.000 euro.

Ai commercianti è lasciata la sola verifica della presenza dell’etichetta e della corrispondenza delle informazioni in essa contenute con quelle indicate in fattura.
In caso di violazione, il distributore sarà assoggettato ad una sanzione da 700 euro a 3.500 euro, salvo che non dimostri la rispondenza di dette indicazioni con quelle rilasciategli dal suo fornitore nel documento commerciale di accompagnamento.

Grazie all’azione di Federazione Moda Italia, è stata accolta la possibilità di smaltire le scorte.
Il decreto infatti prevede: “I materiali ed i manufatti di cui all’articolo 2, comma 1, immessi sul mercato prima dell’entrata in vigore del presente decreto ed etichettati conformemente alla legge 16 dicembre 1966, n. 1112, possono continuare ad essere messi a disposizione sul mercato, ai fini dell’esaurimento delle scorte, entro il termine di ventiquattro mesi dall’entrata in vigore del presente decreto”.
Sarà possibile la vendita di prodotti in magazzino fino all’esaurimento delle scorte entro e non oltre il 23 ottobre 2022.




#Phygital, il futuro dei negozi fisici. Webinar il 13 ottobre

Il 13 ottobre alle 18, a Palazzo Giureconsulti di Milano per il secondo evento di l’età Ibrida. Dialoghi per le imprese alla vigilia di una nuova era, sarà ospite l’economista, consulente strategico e docente universitario Nicolò Andreula autore di #Phygital. Il nuovo marketing, tra fisico e digitale.
In un dialogo con Paolo Iabichino, Andreula, partendo dal suo saggio, offrirà delle tracce per aiutare i negozi di quartiere a sopravvivere alla polarizzazione tra fisico e digitale in cui sembravano relegati prima del lockdown.
Il Lockdown ha accelerato le vendite online portando l’e-commerce a crescere repentinamente anche in Italia e sempre più brand trasferiscono le loro vendite online. Anche il rapporto diretto con il consumatore, che negozi, marchi e produttori tradizionali hanno faticosamente costruito nel tempo, sembra diventare appannaggio dei e-marketplace che erodono i margini di profitto del retail. Se questa accelerazione può sembrare il tramonto dei negozi fisici, i comportamenti sul mondo retail offrono un’altra chiave di lettura.

MasterCardsvela che nei mesi del lockdown il 70% dei consumatori italiani ha fatto acquisti nei negozi dei propri quartieri, e che il 63% è convinto di poter continuare a farlo anche in futuro. Uno studio di Accenture ritiene che l’80% dei millennials preferisce effettuare acquisti nei negozi tradizionali, mentre una ricerca di Retail Dive ha evidenziato che la maggior parte della Generazione Z non percepisce la differenza tra store fisici e online. Cosa significa tutto questo? Che stiamo assistendo a una trasformazione radicale dei processi di vendita e di comunicazione.” Afferma Nicolò Andreula, economista, consulente strategico e docente universitario ospite di L’età ibrida. “Per affrontare il cambiamento è necessario essere analogici e digitali, fisici e virtuali, offrire servizi a portata di mano e di mouse sempre conservando l’essenza del contatto umano. Per cavalcare questo tsunami di innovazione sarà indispensabile comprendere i nuovi valori che un brand può e deve trasmettere nel nuovo umanesimo a trazione tecnologica, e ripensare al valore generato durante i processi d’acquisto.”

Una strada, seguendo come traccia il suo saggio Phygital. Il nuovo marketing, tra fisico e digitale, è lavorare su empatia, storytelling ed esperienze, investire in negozi fisici e risorse umane piuttosto che considerarli dei costi da tagliare.

Su questi punti cardine si concentrerà la seconda serata del ciclo di incontri guidato da Paolo Iabichino, Direttore Creativo e Fondatore insieme a Ipsos Italia dell’Osservatorio Civic Brands, coadiuvato da Marisandra Lizzi, Founder di Mirandola Comunicazione e di iPressLIVE, da sempre attenta ai temi del digitale e dell’innovazione tecnologica.

 Gli incontri voluti dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi serviranno per costruire ponti verso delle sensibilità nuove, nuove mentalità. A ogni incontro avremo una testimonianza e quella di Nicolò Andreula è una “traccia” lasciata da un “pioniere”.
Quasi sempre le riflessioni partono da una saggistica divulgativa e Nicolò è tra coloro che hanno avuto il coraggio di incamminarsi per un sentiero meno battuto, quello che un giorno, permetterà di essere come il funambolo che abbiamo scelto come logo: dove arriverà la magia di camminare sul filo non la paura di cadere.” 
afferma Paolo Iabichino, ideatore e direttore creativo del ciclo di eventi.
Dopo il secondo appuntamento sarà il turno, martedì 27 ottobre, di Giulio Xhaet, autore di #Contaminati: Connessioni tra discipline, saperi e culture; il 12 novembre, siccome l’età ibrida richiede soprattutto una riflessione che è anche linguistica, interverrà Vera Gheno – Sociolinguista e Traduttrice mentre il 26 novembre sarà il turno di Assunta Corbo, Fondatrice del Constructive Network – il primo network italiano di professionisti dell’informazione dedicato alla comunicazione costruttiva e al giornalismo delle soluzioni – e autrice di Empatia digitale – Le parole sono di tutti. A chiudere il ciclo di eventi, il 10 dicembre, sarà il Filosofo – Professore ordinario di Filosofia ed Etica dell’Informazione all’Università di Oxford Luciano Floridi autore di “Il verde e il blu. Idee ingenue per migliorare la politica”.

Gli eventi inizieranno alle 18,00 e dureranno circa un’ora, è possibile partecipare iscrivendosi attraverso la piattaforma GoToWebinar. A distanza di alcuni giorni, il video sarà disponibile sul canale Youtube della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi.

Al seguente link il video riassunto del primo appuntamento, mentre è possibile rivedere le interviste ai relatori cliccando sui rispettivi nomi: Elena Vasco – Segretario Generale della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, Roberta Cocco – Assessora a Trasformazione digitale e Servizi civici del Comune di Milano e  Paolo Iabichino – Direttore creativo.




Ecco le ultime scadenze dei bandi dei distretti

Roberto Ghidotti

I tempi stringono per la presentazione delle domande per ottenere il contributo delle spese sostenute dai piccoli negozi e pubblici esercizi di città e provincia per riorganizzare e riqualificare le loro attività. Sono oltre 22 i milioni di euro messi a disposizione dalla Regione per la ricostruzione economica del commercio nei distretti lombardi, messi a dura prova dalla pandemia. Il Distretto Urbano del Commercio Bergamo Centro riceverà 170mila euro, per tutti gli altri distretti della provincia la quota sarà di 100 mila euro.

il 30 settembre. La misura fa infatti sinergia con il programma di opere pubbliche per la riqualificazione urbana immediatamente messe in cantiere grazie alle risorse messe a disposizione dei Comuni da Regione Lombardia.

Per maggiori informazioni e consulenza per la presentazione delle domande: Roberto Ghidotti 035.4120201 roberto.ghidotti@ascombg.it

 

LE ULTIME SCADENZE DEI BANDI DEI DISTRETTI

12 settembre

Isola Bergamasca (Calusco d’Adda, Sotto Il Monte, Carvico, Villa d’Adda)

29 settembre

Romano di Lombardia

30 settembre

Commercio Lexena (Bonate Sopra, Bonate Sotto, Presezzo)

Ville e Torri dell’Isola (Ponte San Pietro, Ambivere, Mapello, Terno D’isola, Brembate Sopra)

5 ottobre

Distretto delle Torri (Trescore Balneario, Cenate Sotto, Gorlago)

6 ottobre

Seriate

15 ottobre

Bergamo Centro

525 (Dalmine, Osio Sopra, Treviolo, Lallio)

Lake & Hills Alto Sebino (Lovere, Castro, Pianico, Solto Collina, Sovere)

Morus Alba (Stezzano, Azzano San Paolo, Grassobbio, Orio al Serio, Zanica, Levate)

Dei Castelli e Fontanili Della Bassa (Cologno Al Serio, Urgnano, Spirano, Morengo, Bariano, Pagazzano , Fornovo, Castel Rozzone, Lurano)

19 ottobre

Fontium et Mercatorum (San Pellegrino, Bracca,Serina, Costa Serina, Oltre Il Colle, Cornalba ,Dossena, San Giovanni Bianco,Camerata Cornello, Lenna, Roncobello,Branzi, Isola Di Fondra, Selvino, Aviatico, Algua)

Honio (Vertova, Colzate, Fiorano, Gazzaniga, Cene)

Le Cinque Terre Della Val Gandino (Gandino, Leffe, Cazzano S.Andrea, Casnigo, Peia)

Asta Del Serio Valbondione (Gandellino, Gromo, Oltressenda Alta, Ardesio, Villa D’ogna, Premolo, Valgoglio, Oneta)

20 ottobre

La Porta della Val Brembana (Zogno, Sedrina, Brambilla)

29 ottobre

In Valle Imagna: tradizione e qualità (Comunità Montana Valle Imagna)

30 ottobre

Insieme sul Serio (Alzano, Albino, Nembro,Pradalunga, Ranica)

31 ottobre

Treviglio

Distretto dei Colli e del Brembo (Curno, Mozzo, Valbrembo, Almè,Paladina,Ponteranica,Villa d’Almè’, Sorisole)

Confcommercio, in Lombardia persi 22,6 miliardi di consumi causa Covid

Secondo un’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio ogni italiano spenderà 1.900 euro in meno. Il calo più forte in Lombardia con oltre 22 miliardi, mentre a livello percentuale il primato è del Trentino Alto Adige (-16%). E’ un effetto-Covid a diverse velocità quello che emerge dall’analisi dei consumi nelle regioni italiane per il 2020 effettuata dall’Ufficio Studi di Confcommercio.

Se a livello nazionale la previsione è di un calo del 10,9% (pari a una perdita di 116 miliardi, 1.900 euro pro capite), il Nord risulta l’area più penalizzata (-11,7%, con il Trentino Alto Adige capoclassifica a -16%), con quasi il 60% del calo complessivo concentrato nelle sue otto regioni e con la Lombardia che registra la maggiore perdita in valore assoluto (oltre 22,6 miliardi di consumi), mentre nel Mezzogiorno la riduzione della spesa sul territorio è più contenuta (-8,5%, Molise con -7,5% la regione meno penalizzata) a causa della minor presenza di turisti stranieri e di una minore caduta dei redditi. In ogni caso, il quadro complessivo appare sconfortante e in tutti i territori, per differenti ragioni, dovrebbero passare almeno cinque anni per tornare ai livelli di spesa pro capite del 2019.

“La Lombardia, regione produttiva per eccellenza e traino dell’economia nazionale, sta pagando un prezzo tra i più alti all’emergenza sanitaria e al conseguente lockdown; in più, settembre e l’autunno si preannunciano molto difficili: per questo bisogna agire subito con misure concrete per aiutare il sistema economico”.

Così Confcommercio Lombardia a commento dei dati dell’Ufficio studi Confcommercio che evidenziano una perdita di 22,6 miliardi di consumi nella regione per il 2020. Si tratta del dato più alto, in valori assoluti, a livello nazionale.

Il mese di agosto ha visto solo un parziale recupero, e soltanto nelle località di villeggiatura, in particolare su laghi e montagne. Assolutamente insufficiente per parlare di ripresa, sottolinea Confcommercio Lombardia, perché si tratta a tutti gli effetti di una “fiammata” agostana, e perché, al contrario, i centri storici delle grandi città, delle città d’arte e dei capoluoghi, a cominciare da Milano, hanno visto la quasi totale mancanza di turisti stranieri, scontando crolli di attività e consumi mai registrati prima. Il settore alberghiero nelle città non ha praticamente avviato la stagione, registrando cali di fatturato dell’80%, e anche le prospettive per settembre, con prenotazioni intorno al 10%, sono molto preoccupanti.

“Accanto alla mancanza dei turisti” aggiunge Confcommercio Lombardia “saranno ancora l’assenza dei lavoratori e il perdurare dello smart working nelle imprese a infliggere un altro durissimo colpo a molti operatori già in grave difficoltà”.

Per questo – rileva Carlo Massolettivicepresidente di Confcommercio Lombardia – sono più che mai urgenti misure per scongiurare un autunno nero sul fronte delle imprese e della perdita di posti di lavoro: a cominciare da fondi a sostegno di turismo e commercio, più contributi a fondo perduto, sgravi fiscali e contributivi a livello locale e nazionale e provvedimenti per una politica di forte rilancio dei consumi“.

“Rimangono pertanto fondamentali – sottolinea l’Ufficio Studi – riforme strutturali, da finanziare in parte con i fondi europei, per tornare a crescere a ritmi più coerenti con le legittime aspettative di famiglie e imprese”.

“Nessuna area del Paese è stata risparmiata dalle conseguenze del Covid. Nell’anno in corso perderemo oltre 116 miliardi di consumi e circa 9,5 punti di Pil. Per tornare a crescere, grazie anche ai fondi europei, servono provvedimenti più incisivi e rapidi nella loro applicazione. Il tempo non gioca a nostro favore e i nodi fiscali e burocratici che rallentano la crescita devono ancora essere risolti”: così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commenta l’analisi dell’Ufficio Studi della Confederazione sui consumi regionali.




Commercio e servizi, crollo del fatturato nel secondo trimestre

C’era da aspettarselo. Per le imprese bergamasche attive nel commercio al dettaglio la perdita di fatturato su base annua registrata nel secondo trimestre raggiunge il -17,1%, più che raddoppiando il divario negativo registrato nei primi tre mesi. Tale calo, pur molto rilevante, si conferma tuttavia più contenuto rispetto agli altri macro-settori analizzati (industria -20,3%, artigianato -22,3%), per via della presenza di segmenti importanti della distribuzione commerciale che non hanno subito gli effetti negativi della quarantena, rimanendo aperti durante tutto il periodo di confinamento. Si tratta, da un lato, degli esercizi specializzati alimentari, composti soprattutto da negozi di piccole dimensioni, e, dall’altro, di quelli non specializzati, che comprendono la grande distribuzione a prevalenza alimentare. I supermercati, in particolare, si sono trovati a fronteggiare un forte incremento della domanda, per via della crescita del consumo domestico di prodotti alimentari a scapito di quello esterno. Non va però dimenticato che i negozi non alimentari, che occupano la maggioranza degli addetti del settore, sono stati uno dei comparti più colpiti dall’emergenza sanitaria, con vendite inferiori di circa il 30% rispetto al livello del 2019.

I prezzi tornano a crescere (+0,8% rispetto al trimestre precedente) dopo la stabilità dei primi tre mesi dell’anno: anche in questo caso è determinante l’apporto degli esercizi non specializzati, dove la domanda in forte crescita di alcuni prodotti, sia alimentari sia legati all’igiene della casa, e le difficoltà di approvvigionamento hanno causato un rincaro dei listini. Le valutazioni sugli ordini ai fornitori, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, vedono una netta prevalenza delle indicazioni di diminuzione su quelle di aumento. I giudizi sulle scorte confermano la situazione di sovrabbondanza che caratterizza i magazzini. Entrambi gli indicatori risentono delle difficoltà dichiarate dai negozi non alimentari.

L’indice del fatturato scende a quota 72,6, il livello più basso raggiunto da quando sono disponibili i dati dell’indagine (2006); rispetto al livello del trimestre precedente la variazione è pari a -10,4%. Il risultato provinciale non solo è in aggravamento rispetto al primo trimestre, ma mostra anche una flessione più marcata rispetto alla media regionale. Si allarga di conseguenza il gap negativo tra l’indice di Bergamo e quello regionale.

La distribuzione delle risposte all’interno del campione mostra un’espansione della quota di imprese che dichiarano una diminuzione del fatturato su base annua (63%), tuttavia si conferma la presenza di una quota rilevante di imprese con fatturato in crescita (28%), con una componente significativa di imprese che registrano guadagni di fatturato superiori ai 5 punti percentuali (26%). Questa distribuzione estremamente polarizzata, con solo l’8% di imprese che dichiarano una situazione di stabilità, è la conseguenza del diverso impatto del confinamento sui canali commerciali, anche se l’evoluzione del secondo trimestre vede un generale peggioramento.

Analizzando i dati sulle vendite di ipermercati e supermercati in provincia di Bergamo, emerge un rafforzamento della dinamica positiva evidenziata nei primi tre mesi dell’anno. Le vendite risultano infatti in accelerazione sia in valore (+8,8% su base annua) che in quantità, evidenziando come la situazione di emergenza sanitaria abbia avvantaggiato questo canale distributivo per via del maggiore consumo di beni alimentari e di prodotti per la cura e l’igienizzazione della casa.

Tiene l’occupazione   
Nonostante il calo di fatturato complessivo, non si registrano ancora contraccolpi evidenti sul fronte occupazionale, dove il numero di addetti mostra un lieve incremento (+0,4%) tra l’inizio e la fine del trimestre. In particolare l’occupazione risulta in crescita nei negozi non specializzati, che hanno dovuto fronteggiare sia una crescita della domanda sia le difficoltà logistiche legate agli approvvigionamenti e all’adeguamento ai protocolli di sicurezza, mentre il numero di addetti cala in misura limitata nei negozi non alimentari, dove le misure di sostegno all’occupazione hanno per il momento evitato un tracollo occupazionale.
Le aspettative degli imprenditori bergamaschi attivi nel commercio al dettaglio mostrano un rasserenamento per il prossimo trimestre ma in misura meno marcata che negli altri settori.

Le imprese dei servizi si confermano tra le più colpite         
Le imprese dei servizi si confermano tra le più colpite dallo shock causato dal Covid-19: nel secondo trimestre 2020 a Bergamo il divario del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019 raggiunge il -24,2% (era il -12,1% nel primo trimestre). Si conferma l’estrema eterogeneità che l’impatto dell’emergenza sanitaria ha avuto sui diversi comparti dei servizi: le attività di alloggio e ristorazione in particolare hanno ricevuto il danno maggiore, con un calo dei livelli di attività che supera il 50%. Meno penalizzati sono risultati il commercio all’ingrosso, con un calo di circa il 25%, e soprattutto i servizi alle imprese (-15% circa), che pur risentendo delle difficoltà dei loro clienti hanno potuto nella maggior parte dei casi proseguire l’attività lavorando in remoto.  
I prezzi proseguono per ora la debole dinamica positiva (+0,2% la variazione rispetto al trimestre precedente), a differenza di quanto accade in regione. L’evoluzione futura dei prezzi sarà il frutto di due dinamiche che agiscono in senso opposto: da un lato la crescita sul fronte dell’offerta dei costi legati all’adeguamento ai protocolli di sicurezza, dall’altro la debolezza della domanda finale.

L’indice del fatturato scende al di sotto del minimo raggiunto nel 2014, attestandosi a quota 71,2; la variazione rispetto al trimestre precedente è pari al -13,6%, una velocità di caduta in ulteriore lieve peggioramento rispetto a quella registrata nei primi tre mesi dell’anno. In due soli trimestri la perdita cumulata dell’indice è stata di oltre 22 punti, un crollo senza precedenti nella serie storica: nella recessione del 2008-2009 i punti persi erano stati circa 11, mentre in quella del 2011-2012 il calo complessivo era stato di circa 10 punti. Il confronto con l’andamento regionale evidenzia un risultato simile.

Nonostante l’aggravamento della perdita media di fatturato su base annua, la quota di imprese che dichiarano un livello di fatturato inferiore al 2019 rimane di circa due terzi (67%), in linea con il trimestre precedente. Un segnale del deterioramento della situazione proviene però dall’assottigliarsi della percentuale di imprese che dichiarano una crescita di fatturato, che passa dal 27% al 20%.

A differenza degli altri macro settori analizzati dall’indagine, nei servizi cominciano a vedersi effetti negativi dell’emergenza sanitaria anche nei livelli occupazionali delle imprese, probabilmente per via della quota più elevata di contratti con un minor grado di protezione. La variazione del numero di addetti tra inizio e fine trimestre è pari al -0,6% e al netto degli effetti stagionali la diminuzione risulta ancora più significativa. Va detto che la tendenza positiva che aveva caratterizzato gli anni precedenti si era già interrotta alla fine del 2019.

Il settore dei servizi ha pagato probabilmente il conto più salato della pandemia, con un calo dei livelli di fatturato mai registrato in precedenza e una perdita significativa di posti di lavoro. Gli imprenditori, che nel primo trimestre avevano correttamente previsto l’entità della crisi, manifestano ora maggiore ottimismo riguardo al futuro: il saldo tra aspettative di crescita e di diminuzione per il prossimo trimestre mostra un netto miglioramento. Si tratta di valori ancora decisamente negativi e distanti dai livelli pre-Covid, che risentono del maggior pessimismo di comparti come le attività di alloggio e ristorazione.

Commenta il presidente della Camera di Commercio, Carlo Mazzoleni: «Commercio e servizi hanno subito un contraccolpo molto significativo dalla pandemia. Gli imprenditori del commercio al dettaglio esprimono aspettative in miglioramento, ma con cautela perché la crescita delle vendite alimentari dovrebbe rientrare nei prossimi mesi e la domanda espressa dai consumatori dovrà fare i conti con le ripercussioni sul reddito disponibile delle famiglie. Per quanto riguarda i servizi, c’è ancora molta incertezza sulle prospettive, ma il miglioramento delle aspettative testimonia la volontà degli imprenditori di continuare l’attività anche dove lo shock è stato più forte».




Il lockdown annulla le ferie di agosto: commercianti, baristi e ristoratori non si fermano

Il lockdown annulla le ferie di commercianti, baristi e ristoratori. In città e nei centri della provincia nel mese di agosto le attività commerciali resteranno aperte. Secondo un sondaggio fatto da Ascom Confcommercio Bergamo il 90% di bar e ristoranti e l’80% dei negozi alimentari e non alimentari non chiuderà per ferie, sia in provincia che in città. «Non è tempo di fermarsi – afferma Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo – È questo quello che dicono i nostri associati, che sono stati segnati dall’emergenza sanitaria che ha stravolto il nostro territorio».Commercianti, baristi e ristoratori non si fermano nonostante la presenza limitata di turisti.

Chi chiude lo farà nella settimana dal 15 al 22 agosto e per molti le ferie si restringeranno ad fine settimana lungo: da sabato 15 a lunedì 17 agosto. «È un agosto diverso da quello degli anni precedenti – prosegue il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo – non solo per ragioni climatiche ma anche perché sono molte le persone che non sono o non andranno in ferie e molte sono ancora al lavoro. Questo significa che le attività commerciali saranno per lo più aperte e non ci sarà il pericolo di serrate. Otto negozi su dieci non chiuderanno e per quanto riguarda il mondo della ristorazione nove bar e ristoranti su dieci resteranno aperti. Tutti sono impegnati a cercare di recuperare quei mesi di inattività che hanno fiaccato i bilanci delle imprese».

 




Saldi estivi, la Regione Lombardia li anticipa a sabato 25 luglio

Saldi anticipati di una settimana. La decisione è arrivata ieri da Regione Lombardia che con una delibera approvata dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Mattinzoli, ha deciso di far partire i saldi già sabato 25 luglio.
L’anticipo si è reso possibile in virtù della decisione assunta dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome lo scorso 7 maggio, che rimetteva alla valutazione delle singole Regioni l’eventuale anticipo rispetto alla data del 1° agosto, in relazione alla situazione economica derivante dal Covid-19. Un anticipo che non mancherà di causare in questi pochi giorni tempo disagi al mondo del commercio. Da sempre, infatti, i saldi, dividono gli operatori tra chi ritiene giusto ritardarli e chi anticiparli, ma una decisione così affrettata non giova a nessuno.

“L’augurio che facciamo è che questo anticipo possa realmente aiutare le nostre imprese – sottolinea il direttore Ascom Bergamo, Oscar Fusini -. Tutto dovrà essere organizzato nel giro di poco e la situazione è talmente grave che ci sono state pressioni sia da chi ritiene giusto ritardare i saldi, sia da chi invece li ha voluti riportare a luglio. Molti operatori si trovano in difficoltà perché non hanno tempo di programmare questo atteso appuntamento. La questione saldi ha sempre diviso gli operatori, ma dopo il lockdown era stato deciso di ritardarli pensando così di favorire la vendita della merce a margine pieno, anche la nostra categoria si era espressa per il posticipo”.

Ma non solo: quest’anno i saldi dovranno essere a prova di coronavirus, con l’obbligo di sanificazione delle mani prima di toccare la merce (a discrezione del commerciante invece la sanificazione degli indumenti) e una complessa gestione dei flussi.
“Il percorso che ha portato alla decisione di anticipare i saldi – ha spiegato l’assessore Mattinzoli – nasce da sollecitazioni scaturite da un confronto serrato con le categorie. La strada del dialogo è sempre stata e continuerà a essere alla base del rapporto tra la nostra Giunta e le associazioni di settore”.

IL DECALOGO DEI SALDI CHIARI E SICURI

  1. Mantenere la distanza di 1 metro tra i clienti
  2. Igienizzare le mani prima di toccare i prodotti
  3. Utilizzare obbligatoriamente la mascherina
  4. Il cambio dei prodotti è a discrezione del negoziante e solo se non danneggiati
  5. La prova dei capi è a discrezione del negoziante in questo caso indossare la mascherina e igienizzare le mani
  6. Favorire modalità di pagamento elettroniche
  7. Assicurare la stagionalità dei prodotti in saldo e il deprezzamento se non vengono venduti entro un certo periodo di tempo
  8. Ė obbligatorio esporre il prezzo di vendita, lo sconto e il prezzo finale
  9. Modifiche e/o adattamenti sartoriali sono a carico del cliente, salvo diversa pattuizione
  10. Sostare all’interno dei locali solo il tempo necessario all’acquisto di beni



Stop a fiere e feste, ambulanti in difficoltà dopo 143 giorni senza lavoro

Mauro Dolci

Gli ambulanti hanno scritto una lettera aperta ai sindaci dei comuni della provincia di Bergamo, che è stata inviata il 15 luglio, per portare alla loro attenzione le difficoltà vissute dagli operatori che svolgono fiere e sagre, fermi dal 23 febbraio. Nella lettera non manca un ringraziamento ai primi cittadini bergamaschi per la gestione in sicurezza dei mercati all’aperto, dalla loro prima apertura parziale il 29 aprile alla ripresa a regime il 18 maggio. Il presidente Fiva Bergamo, Giovanni Mauro Dolci, nel testo della lettera, a sua firma, sottolinea: “Malgrado siano arrivati i permessi per la ripartenza da parte del governo e della Regione Lombardia, i quali hanno già previsto misure anticontagio da adottare per lo svolgimento di queste attività, gli operatori commerciali che svolgono fiere e sagre sono fermi da 143 giorni. Nel corso di questi mesi sono state cancellate e non sono state più ripristinate: sagre patronali, notti bianche, street food, fiere a tema… eventi che appartengono al territorio, perché si rinnovano periodicamente e sanciscono un legame tra tradizione, folclore locale e spirito di appartenenza”.

Lo stop delle manifestazioni sta mettendo a dura prova gli operatori: “È necessario aggiungere ed evidenziare che ci sono centinaia di famiglie nella nostra provincia che vivono solo di questo lavoro e non possono permettersi di proseguire questa sospensione delle attività per altre settimane, la lunga chiusura delle loro attività ha già fortemente messo alla prova la loro situazione economica. Riteniamo che adottando le misure per la prevenzione dal rischio di contagio previste dalla Regione Lombardia, si possano far ripartire le manifestazioni fieristiche in calendario senza nessun rischio”.

La gestione della ripartenza è stata affrontata con grande responsabilità, ora ci sono le condizioni per riprendere le attività fieristiche, ribadisce nella lettera il presidente Dolci: “ Si sono previsti protocolli di sicurezza per qualsiasi professione, sono state messe gratuitamente a disposizione intere piazze per consentire lo svolgimento all’aperto di alcune attività, non è mai mancata la disponibilità a garantire la riapertura delle imprese, per questo ci appelliamo alla sensibilità e al buon senso che vi ha sempre contraddistinto, affinché si possa far ripartire al più presto fiere e sagre nei nostri paesi”. La lettera si chiude con l’impegno dell’associazione per lavorare a fianco dei comuni per trovare una soluzione: “Io e i miei collaboratori della Fiva Bergamo, ci rendiamo disponibili da subito per collaborare e garantire al più presto la riapertura in sicurezza delle manifestazioni fieristiche”.




Bando Distretti del commercio per il rilancio di paesi e città

Nove incontri sul territorio per presentare le novità del bando regionale «Distretti del commercio per la ricostruzione economica territoriale urbana». Il bando stanzia oltre 22 milioni di euro per sostenere, attraverso i Di-
stretti del commercio, negozi, bar e ristoranti.
«La nuova misura, che attendiamo da sei anni, ha come scopo il rilancio delle economie urbane e cerca di andare incontro alle nuove esigenze delle imprese dettate dalla situazione post-emergenziale – afferma Oscar Fusini , direttore di Ascom Confcommercio Bergamo –. Inoltre è un grande passo in avanti in quanto riconosce ai Distretti il ruolo di volano dello sviluppo e di veicolo di sostegno alle imprese. Pubblico e privato si mettono insieme per ricostruire il tessuto economico messo a dura prova dall’emergenza sanitaria».
Gli incontri promossi da Ascom hanno preso il via il 15 giugno (primo appuntamento dedicato a Treviglio e il secondo al Sebino) e continueranno fino al 26 giugno. Si svolgono tutti on line e sono indirizzati ai commercianti, baristi e ristoratori dei 25 Distretti del commercio presenti sul territorio bergamasco, che coinvolgono circa 150 comuni: La Porta della Val Brembana – Alto Brembo – Fontium et Mercatorum (17 giugno); Seriate – 525 (18 giugno); Bergamo (22 giugno); In Valle Imagna: Tradizione e Qualità (23 Giugno); Romano di Lombardia – Brebemi Shopping – Dei Castelli e Fontanili della Bassa (24 Giugno); Alta Val Seriana – Insieme sul Serio – Asta del Serio – Honio – Le Cinque Terre della Val Gandino (25 Giugno); Ville e Torri dell’Isola – Morus Alba – Isola Bergamasca – Distretti dei Colli e del Brembo – Commercio Lexena (26 giugno).

«È da alcuni mesi che ci stiamo preparando a questo bando – spiega Roberto Ghidotti, responsabile dei Territori di Ascom Confcommercio Bergamo -. Già prima dell’emergenza sanitaria e poi subito dopo il lockdown abbiamo sondato il terreno con i comuni e con gli imprenditori e abbiamo cercato di raccogliere gli interessi degli uni e degli altri. Da un sondaggio fatto con le amministrazioni comunali capofila dei distretti risulta che circa 700 imprenditori hanno intenzione di investire nei prossimi mesi. Ora come associazione abbiamo promosso nove incontri via webinar per presentare a tutti i commercianti le tipologie di investimenti, le spese ammissibili e le caratteristiche dei bandi che ciascun comune capofila di distretto dovrebbe presentare. Lo scopo è quello di raccogliere l’interesse degli imprenditori invitandoli a collaborare con le pubbliche amministrazioni in modo che possano predisporre progetti legati alle effettive necessità dei commercianti».

Allestimento negozio

Cosa prevede il bando: da 100 a 170 mila euro
Il bando di Regione Lombardia prevede che i distretti presentino progetti integrati di supporto alle reti delle attività commerciali, di servizio e dei pubblici esercizi. Ciascun distretto può presentare una domanda per ottenere fino a 100.000 euro di contributo per le attività commerciali di somministrazione o di vendita di beni o servizi con vetrine sul fronte strada (il contributo per le imprese sale a 170.000 euro nel caso del Duc di Bergamo). Oltre a questo, sono previsti anche contributi per le opere pubbliche e le attività organizzate dai comuni e dagli altri partner dei distretti.

Le imprese possono richiedere un cofinanziamento per le proprie iniziative di miglioramento o abbellimento delle attività commerciali, oppure per tutti gli adeguamenti e investimenti che si stanno rendendo necessari per fronteggiare l’emergenza Covid-19 e per adeguare le procedure di sicurezza, a tutela di clienti e collaboratori.

Per chiedere il cofinanziamento (che si applicherà alle spese sostenute a partire dal 5 maggio 2020 e le coprirà al massimo fino al 50%) gli imprenditori devono attendere che ciascun comune capofila pubblichi il bando relativo al
proprio distretto.

Domande dal 1° luglio

Le domande di contributo devono essere presentate a partire dal 1° luglio 2020 e il progetto da finanziare deve essere promosso da un partenariato di soggetti pubblici privati che comprenda obbligatoriamente i comuni aderenti al distretto e le associazioni di categoria maggiormente rappresentative. Gli incontri promossi da Ascom si tengono on line sulla piattaforma Google meet e prendono il via alle ore 15. Per iscriversi ai webinar, gratuiti e aperti sia agli associati che ai non associati, occorre compilare il format.

Il calendario degli incontri
Gli incontri promossi da Ascom si tengono online sulla piattaforma Google meet e prendono il via alle ore 15. Per iscriversi ai webinar, gratuiti e aperti sia agli associati che ai non associati, occorre compilare il format sul sito di Ascom www.ascombg.it.

17 giugno La Porta della Val Brembana – Alto Brembo – Fontium et Mercatorum

18 giugno Seriate – 525

22 giugno Bergamo

23 Giugno In Valle Imagna: Tradizione e Qualità

24 Giugno Romano di Lombardia – Brebemi Shopping – Dei Castelli e Fontanili della Bassa

25 Giugno Alta Val Seriana – Insieme sul Serio – Asta del Serio – Honio – Le Cinque Terre della Val Gandino

26 Giugno Ville e Torri dell’Isola – Morus Alba – Isola Bergamasca – Distretti dei Colli e del Brembo – Commercio Lexena

Calendario degli appuntamenti
Iscriviti per partecipare agli incontri di presentazione
Video presentazione evento




Dolci (Fiva): “Riapertura sperimentale dei mercati ambulanti passo avanti importante”

“E’ importante la riapertura sperimentale dei mercati ambulanti per i beni di prima necessità: ringraziamo Regione Lombardia, il Governatore Attilio Fontana, il presidente della Quarta Commissione Gianmarco Senna, qui a Bergamo il Sindaco Giorgio Gori”: lo afferma Mauro Dolci, presidente regionale di Fiva Confcommercio.

“Una sperimentazione – prosegue Dolci – che, senza dubbio, costituisce un passo avanti per tutti, operatori e clienti, verso quel ritorno all’auspicata ‘nuova normalità’ nella fase che dobbiamo affrontare per mettere finalmente alle spalle l’emergenza sanitaria”.

“A questa sperimentazione daremo il nostro contributo – sottolinea Dolci – con le nostre imprese familiari che sanno di poter garantire la piena sicurezza ai consumatori. Guardando al futuro quando il commercio ambulante potrà riprendere pienamente il proprio ruolo”.