Città Alta, lo “Street casoncello” fa il bis

DE CASONCELLO 2016Dopo l’edizione inaugurale del 2016, che celebrava il 650° anniversario del casoncello bergamasco, si è pensato per il 2017, anno in cui la Lombardia Orientale è stata eletta “Regione Europea dell’Enogastronomia”, di approfondire la conoscenza delle paste ripiene di questo territorio. L’evento è organizzato da DeCibo e dalla Comunità delle Botteghe Bergamo Alta, con il supporto di Camera di Commercio di Bergamo, Comune di Bergamo, Visit Bergamo e Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus e con il patrocinio di East Lombardy.

Il programma

“Di che pasta siamo fatti. Casoncelli e paste ripiene della Lombardia Orientale” è il titolo del convegno che il 12 maggio (9,30-12,30), si terrà al Palazzo dell’ex Borsa Merci in Piazza della Libertà a Bergamo. Il critico gastronomico Paolo Marchi, l’antropologo e giornalista Marino Niola e la direttrice scientifica del progetto East Lombardy Roberta Garibaldi evidenzieranno diversi aspetti di questo piatto identitario, che è un importante richiamo turistico per i territori. Le paste ripiene di Bergamo, Cremona, Mantova e Brescia verranno raccontate dagli esperti locali di East Lombardy e da chef internazionali quali Giovanni Passerini di Parigi. Prevista la degustazione di paste ripiene. Ingresso libero, prenotazione posti su www.bg.camcom.gov.it/decasoncello/convegno/iscrizione/

La sera, dalle 19, in Città Alta addobbata a festa con drappi e stendardi, sfogline, cuochi, ristoratori, musici e figuranti allieteranno la seconda edizione dello Street casoncello. Si potranno gustare varie tipologie di questi scrigni golosi, infatti, ogni famiglia, ogni ristorante, ogni cuoco ha la sua ricetta che naturalmente, considera la migliore. Da Piazza Mascheroni e da Piazza Mercato delle Scarpe partiranno due percorsi gemelli che, attraverso diverse tappe, racconteranno la storia dei casoncelli. Infine, in Piazza Vecchia, attraverso pannelli narranti, verranno svelate le particolarità delle diverse paste ripiene della Lombardia Orientale. Tutto sarà “condito” con balli, musiche e per finire con uno spettacolo in costume che riporterà un fatto delittuoso “a base di casoncelli” realmente accaduto nel 1393. L’ormai famosa sfoglina bergamasca Giusy si esibirà nella chiusura di scarpinòcc, casonsèi e dei “casoncelli storici” sotto i portici del Palazzo della Ragione.

Nel pomeriggio di sabato 13 maggio sarà possibile assistere alla “Lezione di casoncelli”, con lo chef Francesco Gotti del direttivo della Nazionale Italiana Cuochi. Trucchi, segreti e tecniche di cottura verranno svelati da chi tutto il giorno ha “le mani in pasta”.

Infine, domenica 14 maggio in Piazza Vecchia verrà allestito il Palo della Cuccagna per bambini e adulti con “gustosi” premi e animazione, e alle 17.00 i campioni in carica “Gli acrobati della cuccagna” parteciperanno alla tappa bergamasca del Campionato Italiano. Al convegno e durante lo Street Casoncello sarà distribuito il libretto contenente la storia e alcune ricette di casoncelli bergamaschi e delle altre paste ripiene della Lombardia Orientale.

 




L’Antitrust boccia il disegno di legge sugli home restaurant

 home restaurant

L’Antitrust boccia il disegno di legge sugli home restaurant. Secondo l’autorità garante della concorrenza e del mercato la normativa è discriminatoria, sproporzionata e restrittiva della libertà di iniziativa economica. È inoltre in contrasto con le raccomandazioni europee che prevedono una regolazione minima.

Il disegno di legge, approvato dalla Camera lo scorso gennaio e nato per tutelare il cliente vista la delicatezza del settore, impone forti limiti: massimo 500 coperti l’anno, iscrizione su una piattaforma web e pagamento con moneta elettronica.

L’Autorità stigmatizza punto per punto le restrizioni previste dalla normativa sui ristoranti domestici: a partire dall’utilizzo delle piattaforme digitali come unica modalità per lo svolgimento dell’attività di home restaurant, che dal lato della domanda «riduce l’offerta dei servizi di ristorazione per i clienti meno avvezzi all’uso di sistemi digitali/elettronici di acquisto» e dal punto di vista dell’offerta, «crea una discriminazione con i ristoratori tradizionali, che, oltre a poter promuovere la propria attività e ricevere prenotazioni mediante siti internet, mantengono la possibilità di avere un contatto diretto con la clientela».

Bocciato anche l’obbligo di pagare la prestazione  mediante le piattaforme digitali prima di averne beneficiato perché si impedisce o si rende più oneroso per il cliente avvalersi, ad esempio, della possibilità di disdire sul posto un servizio rivelatosi inadeguato e all’operatore di farsi interamente carico del rischio del cosiddetto no show. Così come secondo l’Autorità, appaiono ingiustificate la quantificazione normativa del numero massimo di coperti che possono essere allestiti e del reddito annuo che l’attività in esame può generare” (500 coperti e 5.000 euro annui); e il divieto di organizzare le cene in abitazioni affittate a turisti, come bed and breakfast e case vacanza.

Ora il provvedimento passerà al Senato che dovrà tenere in considerazione i rilievi dell’Authority.




Vino, la Gdo fa concorrenza ai grossisti. «Fenomeno in crescita, ma solo per certi prodotti»

La Grande distribuzione si conferma il canale di vendita di gran lunga più ampio nel mercato del vino, con 505 milioni di litri venduti nel 2016 per un valore di un miliardo e mezzo di euro, come ribadisce la ricerca Iri presentata al Vinitaly. In un anno di sensibile contrazione dei consumi familiari, il mercato italiano del vino gode di una -relativamente – buona salute, come testimoniato anche dalle vendite nei supermercati.

I vini a denominazione d’origine (in bottiglia da 0,75 l) aumentano del 2,7% in volume (e del 4,4% in valore) con 224 milioni di litri venduti, proseguendo nel trend già promettente del 2015 (+1,9%). Per il secondo anno consecutivo le vendite in promozione rimangono statiche ed i prezzi medi sono in risalita. Va sottolineato il successo degli Spumanti che fanno segnare nel 2016 una crescita di oltre il 7% con 54 milioni di litri venduti, bissando l’ottimo risultato del 2015. I vini biologici fanno registrare una crescita a due cifre  impressionante per un mercato ancora giovane, soprattutto nella Grande distribuzione: +25,7% in volume con 2 milioni e mezzo di litri venduti. Nonostante la leva delle promozioni, che tuttavia si mantiene ferma al 50% da due anni, i valori del vino venduto continuano a salire: le bottiglie a denominazione di 75 cl hanno un prezzo medio di poco inferiore ai 5 euro (4,81 euro al litro).

Giampietro Rota
Giampietro Rota

Ad acquistare bottiglie al supermercato sono non sempre solo privati: la Gdo sottrae alla distribuzione tradizionale a suon di offerte e volantini “spot”, attraendo anche il canale Ho.re.ca. «Le offerte della grande distribuzione sottraggono inevitabilmente qualcosa, ma il punto è che determinati prodotti non dovrebbero nemmeno andare in promozione – commenta il presidente dei Grossisti di Vino e Bevande dell’Ascom di Bergamo, Giampietro Rota della “4R” di Torre de’ Roveri -. Sui marchi arci-noti e brand affermati la tentazione dell’offerta non risparmia inevitabilmente  ristoratori e gestori di bar e locali, ma di contro gli stessi clienti di ristoranti vanno magari in cerca di prodotti meno inflazionati o magari, avendo acquistato le stesse bottiglie per sé per un consumo casalingo, sono disposti ad accettare solo un ricarico minimo da parte dei pubblici esercizi, dato che hanno bene in mente il prezzo del prodotto in offerta».

Bisognerebbe governare la politica commerciale con un corretto posizionamento di ogni prodotto, sostiene Rota: «Il divario diventa infatti enorme quando il prodotto va in offerta sugli scaffali. Molte case produttrici hanno optato per la separazione dei canali di vendita. La gestione caotica delle promozioni genera scontento da parte di tutta la filiera della distribuzione e crea anche confusione nel consumatore». Va da sé che i ristoratori e gli esercenti più attenti prediligono i distributori tradizionali, che offrono maggiori garanzie sulla qualità del prodotto, a partire dallo stoccaggio e dalla gestione del magazzino. «Supermercati e grandi catene non possono garantire la nostra stessa cura nello stoccaggio di vini, un aspetto fondamentale per preservarne le caratteristiche – continua Rota -. Il distributore tradizionale ha anche maggiore flessibilità rispetto alla Gdo, grazie anche ad un confronto diretto con il cliente e ad un’interpretazione più fedele delle sue esigenze».

Pietro Pellegrini
Pietro Pellegrini

Pietro Pellegrini, presidente di Pellegrini Spa di Cisano Bergamasco, dal 1904 specializzata nella selezione, importazione e distribuzione su scala nazionale di vini e distillati di alta qualità, valuta ancora come residuale la concorrenza della Gdo, anche se in preoccupante ascesa. «È un dato di fatto che i nostri clienti del canale Ho.re.ca. si rivolgano anche alla grande distribuzione o ai cash&carry per tamponare la mancanza di un prodotto all’ultimo o per acquistare prodotti più inflazionati e di largo consumo, dal distillato che bisogna per forza avere in casa alle bottiglie che si può dire si vendano da sole. È altrettanto vero che gli acquisti presso il canale della Gdo dicono molto della capacità organizzativa che sta dietro ad ogni insegna di pubblico esercizio: più la gestione è improvvisata e caotica più alto è lo scontrino di cash&carry e supermercati. Chi gestisce al meglio la propria cantina programma e pianifica gli acquisti».

Il prezzo medio delle bottiglie presenti sugli scaffali della grande distribuzione in Italia è ancora molto basso, anche se l’offerta è stata senza dubbio ampliata: «Siamo ancora lontani dai livelli della Francia, dove la Gdo ha sottratto ad enoteche e distributori importanti fette di mercato, con un’offerta più ricca e seguita, con personale preparato e una corretta gestione di magazzino – afferma Pellegrini -. Certo la selezione sugli scaffali – anche di alcuni discount – spesso si avvale del contributo di sommelier ed esperti, con tanto di campagne massicce di marketing volte a promuovere la “selezione di”. Ed è chiaro che i vini proposti sono contraddistinti da un buon rapporto qualità prezzo, perché il sommelier e l’esperto di turno non possono certo rimetterci la faccia. Ci sono poi etichette Private Label su vini esteri, frutto di un accordo diretto tra grandi catene e produttori».

Non manca una riflessione sulla crescita a due cifre del biologico: «È uno dei trend più evidenti che interessa il mondo del vino – conferma Pellegrini -. Occhio però alle fregature: se è vero che nel mondo bio ci sono ottimi prodotti e produttori, il rischio è che l’etichetta bio venga percepita come sinonimo di qualità. Conta solo il risultato finale: la qualità si sente nel bicchiere e non importa a mio avviso come venga conseguita. O c’è o non c’è. Credo che la vera differenza si giochi sul biodinamico di qualità, dove la vite cresce in equilibrio con se stessa e con il territorio».

Quanto alle altre tendenze è la ristorazione che anticipa i futuri trend: «Si promuove e va per la maggiore una ristorazione leggera, che si presta ad una gradazione alcolica sui 12-13 gradi. Credo che le bollicine abbiano toccato il picco, anche se continueranno a farla da padrone all’aperitivo. Prevedo un grande successo dei vini bianchi: il Soave per anni quasi snobbato credo sia uno dei vini più interessanti per i prossimi anni».

Giuseppe Betti
Giuseppe Betti

Tornando alla concorrenza della Gdo, anche Giuseppe Betti di Betti &C di Cividate al Piano non nasconde una certa sofferenza del comparto: «Sentiamo ovviamente la concorrenza della grande distribuzione, che oltre ad aver ampliato enormemente la sua offerta, porta avanti una politica di marketing sempre molto aggressiva per quanto riguarda il prezzo, promosso con i classici volantini e sottocosto. Il fenomeno non interessa tanto i ristoratori, più attenti alla qualità e al costruire una cantina che promuova prodotti più ricercati e meno inflazionati, quanto i bar che “sbicchierano” all’aperitivo e il settore della banchettistica».

 

 




Distribuzione automatica, in Italia il record di “macchinette”

distributori automatici - generica (2)
Il Made in Italy è da primato anche nella distribuzione automatica. Secondo uno studio realizzato da Accenture per Confida (Associazione Italiana Distribuzione Automatica), il mercato dei prodotti alimentari venduti attraverso i distributori automatici arriva a toccare circa 3,4 miliardi di euro tra le cosiddette “vending” (1,8 miliardi) e Ocs (il mercato di capsule e cialde). Ed è un settore nel quale l’Italia fa segnare un doppio record: siamo infatti il Paese con il maggior numero di macchine in funzione (800mila distribuite in uffici, scuole, ospedali, aeroporti, stazioni ecc) e di macchine prodotte, con un “cuore” nelle industrie meccaniche delle aree di Bergamo e Vicenza.

Una combinazione che oggi dà lavoro a circa 30mila persone in Italia. La crescita del mercato si deve soprattutto all’aumento dei consumi alimentari fuori casa (che rappresentano oggi il 35% del totale della spesa alimentare) e alla stagionalità: l’estate molto calda del 2015 ha infatti portando a un aumento (10,5%) della vendita delle bevande fredde. «Per il 2016, che invece ha avuto invece un’estate mite – spiega Piero Lazzari, presidente di Confida l’unica associazione di categoria che rappresenta i diversi comparti della filiera della distribuzione automatica – si prevede una chiusura in sostanziale pareggio, in un contesto in cui consumi alimentari delle famiglie italiane sono scesi dell’1%».

Il mercato delle macchine da vending vale circa 500 milioni di euro (escluso il mercato delle macchine da caffè per hotel, bar e ristoranti, un altro mercato in cui l’Italia è leader) di cui il 70% è esportato all’estero (stima Osservatorio Accenture per Confida). Alla fabbricazione vanno poi aggiunti il settore dei sistemi di pagamento, che vale 31 milioni di euro, e quello degli accessori: bicchierini (42 milioni di euro), palette (30 milioni di euro) e filtri (7,6 milioni di euro).

È ancora il caffè il prodotto più venduto alle “macchinette” (54,8% del totale), seguito dalle bevande fredde (19,6%) e tra queste si registra le crescita dei succhi di frutta (+4% nell’ultimo anno). C’è poi una crescita degli snack (+1,1%): sia salati (grissini, taralli, frutta secca ecc) sia dolci (prodotti da forno, biscotti) e anche degli snack a base di cioccolato. Crescono infine i prodotti freschi (+7,2%) in particolare panini e i pasti pronti (+18,8%), dati che mostrano che il settore si sta allargando la propria offerta alimentare.

In Italia operano circa 3.000 aziende che si occupano del servizio di distribuzione automatica (i cosiddetti “gestori”). Tra queste, i primi dieci grandi player rappresentano circa il 21% del mercato. Il restante 80% del mercato è composto da medie e piccole imprese che operano su base territoriale e che nelle proprie aree di attività possono avere anche un’importante quota di mercato in quanto la distribuzione automatica è un’attività che per la sua stessa natura opera in un mercato circoscritto.

Nella classifica europea per numero di macchine installate, l’Italia (800mila) è seguita da Francia (590mila), Germania (545mila), Inghilterra (421mila). I distributori automatici di cibi e bevande nel frattempo si evolvono e integrano funzioni “intelligenti”. Si parla oggi di smart vending in relazione a distributori automatici che integrano schermi touch, sistemi di telemetria, pagamento tramite mobile, controllo da remoto della macchina e dell’assortimento dei prodotti, incrocio tra i dati (“Big Data”) della macchina con dati esterni (ad esempio temperatura, numero di dipendenti dell’azienda ecc) fino a modelli di comunicazione interattiva col cliente e analisi delle sue preferenze. Le smart vending machine secondo i dati dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano sono già 80.000, circa il 10% dei distributori automatici.




Val Seriana, scatti una bella foto e vinci buoni spesa nei negozi

Locandina_concorsoLa promozione del territorio può passare anche da uno scatto fotografico. Nasce così “Foto sul Serio” il concorso indetto dal distretto del commercio “Insieme sul Serio”, e patrocinato anche da Ascom Bergamo Confcommercio, che si rivolge ai fotografi amatoriali e chiede loro si raccontare la natura, i luoghi, i paesaggi, l’arte, l’artigianato, i negozi e le tradizioni della media e bassa Valle Seriana, per la precisione di Ranica, Alzano Lombardo, Nembro, Pradalunga e Albino, ossa i comuni che compongono il distretto.

Con l’obiettivo di valorizzare le professionalità e i servizi presenti sul territorio, l’iniziativa coinvolge gli studi di fotografia e stampa. Per partecipare è necessario infatti consegnare le immagini su supporto digitale o negativo a uno dei sei esercizi convenzionati, che provvederanno alla compilazione della scheda di iscrizione e alla stampa nella dimensione 20×30 al costo di 1,50 euro ciascuna. La stampa è obbligatoria, in quanto la giuria esaminerà solo le immagini stampate, che riceverà in forma anonima. Ma è protagonista anche l’intera rete commerciale, dal momento che i vincitori saranno premiati con buoni acquisto da utilizzare nei negozi del distretto (del valore complessivo di 400 euro per il primo classificato, 200 per il secondo, 100 al terzo e di 50 euro per le due menzioni speciali) oltre che con un mini treppiede Manfrotto.

Le fotografie dovranno realizzate appositamente per il concorso e scattate dal 2 al 31 maggio, con macchine digitali, analogiche o telefoni cellulari. I temi, nel dettaglio, sono: luoghi, paesaggi, cime e panorami; natura, fauna e flora locale; storia, arte, personaggi e tradizioni del territorio; artigianato, insegne, vetrine, negozi di vicinato e storici; ambientazioni, allestimenti artistici e spettacoli tipici o tradizionali. La giuria di qualità, composta da professionisti del settore e fotoamatori, si riunirà nel mese di giugno, a fine mese si terrà la premiazione dei vincitori. Le foto giudicate meritevoli dalla giuria saranno esposte anche in cinque mostre nelle biblioteche e nei circoli fotografici in ognuno dei comuni del distretto.

I negozi dove iscriversi

Foto Ottica Skandia  – via Borgo Palazzo 102/104 – 24125 Bergamo. Tel. 035 238230 email nicola.viscardi@otticaskandia.it

Foto Ottica Redcolor – corso Roma 88 – 24068 Seriate. Tel. 035298374 email redcolorsnc@libero.it

Foto In Snc  – piazza Italia 25 – 24020 Ranica. Tel. 035 516230 email fotoin1986@gmail.com

Foto Magia Sas – via Salesiane 27 – 24022 Alzano Lombardo. Tel. 035.511110 email fotomagia.alzano@gmail.com

Foto 40 Color Snc – via Roma 14 24027 Nembro. Tel. 035 520417 email info@fotoquaranta.it

Studio Fossati Snc – viale Libertà 11 24021 Albino. Tel. 035.751224 email fotostudio.fossati@gmail.com

>> Il regolamento

 




Botteghe storiche, il governo ipotizza sgravi fiscali. “Così si tutelano anche i centri storici”

“L’annuncio del ministro Dario Franceschini rappresenta una svolta radicale per la vita e il futuro del commercio di qualità e della tradizione”. A parlare è Alfredo Zini, portavoce dell’Associazione Botteghe Storiche di Milano, che aggiunge: “La svolta mette al centro due esigenze: la necessità di tutelarne il patrimonio culturale (fatto dagli antichi saperi, tradizioni, artigianato e gastronomia) e il bisogno di salvaguardare i centri storici delle nostre città. L’annuncio del ministro, che il governo sta lavorando ad un progetto per uno sgravio fiscale delle botteghe storiche coincide con un orientamento diffuso nel nostro mondo. E – qualora realizzato – sarebbe di ottimo auspicio. Ma se si vuole salvaguardare il profilo identitario dei centri storici di molte città occorre consentire alle Amministrazioni locali di tutelare i beni demaniali permettendo alle attività commerciali che li affittano una corsia preferenziale che consenta loro di sostenere l’assalto delle grandi firme e dal mondo della finanza, che stanno occupando i centri storici delle più belle città italiane. D’altra parte – conclude Zini – le Amministrazioni comunali – falcidiate dai tagli economici del governo – puntano al massimo profitto per fare cassa. Ma così si decreta la morte delle antiche botteghe e si favorisce un appiattimento e una omologazione che fa male alle nostre città”.




Urgnano in festa con “Donna è…”, coinvolti anche gli esercizi commerciali

Donna è_UrgnanoE’ l’evento rosa dell’anno. Il 28, 29 e 30 aprile prossimi, infatti, si terrà la prima edizione di “Donna è… Il fascino della normalità” che troverà spazio nel Castello Albani di Urgnano e in piazza Libertà. Il palinsesto è fitto di incontri, conferenze, laboratori, degustazioni, movimento, street food, musica, arte e tanto altro tutto rigorosamente a tema donna. “ Donna è… Il fascino della normalità” è un evento organizzato dal comune di Urgnano con la collaborazione della Pro Loco Urgnano; è un evento frutto di una lettura di un territorio e di un tempo che fortemente e inequivocabilmente riconoscono la donna nella sua poliedricità: madre, moglie, compagna, lavoratrice, amica ecc. Un evento nell’evento con itinerari aperti che si incroceranno tra conversazioni e provocazioni sul palco negli spazi dedicati alla formazione e nei momenti di gioco ed espressioni libere di mente e corpo. Si parte in piazza venerdì 28 aprile, alle 21, con Debora Villa che presenterà il suo spettacolo “Sogno di una notte di mezza età”, una lettura in chiave comica con uno sguardo disincantato sulla crisi di mezza età al femminile. Si prosegue sabato 29, dalle 14 alle 19, al castello Albani, con un pomeriggio ricco di riflessioni e conferenze con tanti momenti di formazione guidati da esperti e professionisti di vari settori (su prenotazione). Nello stesso pomeriggio spazio all’arte, alla storia e alla cultura ma anche allo svago, allo sport e alla cura di sé con momenti di benessere, lezioni di yoga, gossip terapeutico, respirazione per sperimentare tecniche e guadagnarsi un’ora di pace in equilibrio tra corpo, mente e parola.  Alle 21 si torna in piazza con le note di “Le Bond Band” con un repertorio di canzoni tutto al femminile. Domenica 30 aprile, alle 9.30, la camminata enogastronomica con un percorso di 9 km adatto ad adulti e bambini con golosi assaggi di prodotti tipici locali (su prenotazione).

Domenica pomeriggio proseguono gli appuntamenti al castello e nei vari esercizi commerciali del territorio con laboratori e workshop.  Dalle ore 21 in Piazza vi aspetta “Notte di note al femminile” a cura della New Pop Orchestra. Per favorire la partecipazione, per tutta la giornata ci sarà lo street food con sorprese e innovazioni “Food and Beverage” provenienti direttamente dal Salone del Design di Milano. Infine, non per importanza, si vuole sottolineare la volontà benefica dell’evento: durante il periodo dell’evento sarà possibile acquistare una spilla, al valore simbolico di 3€, che consentirà di accedere a una serie di agevolazioni esclusive presso i vari esercizi commerciali segnalate su un’apposita mappa. L’intero ricavato della vendita delle spille sarà devoluto a F.R.O.M. – Fondazione per la Ricerca Ospedale Maggiore, che da anni si spende nella ricerca medica nazionale ed internazionale in tutti i settori ospedalieri, cercando di migliorare la qualità della cura e della salute.

 

 




Pasqua, la Fipe: “Aperti otto ristoranti su dieci”

Secondo le previsioni di Fipe a Pasqua e Pasquetta Fipe 8 ristoranti su 10 saranno aperti, in leggero aumento rispetto al 2016. I ristoranti in attività saranno il 92,6% del totale contro il 91,2% dell’anno scorso. La spesa stimata, considerando il prezzo del menu tutto compreso, è di 108 milioni di euro con 2,7 milioni di clienti con un lieve decremento (-0,6%) sul 2016, dovuto con tutta probabilità alla maggiore propensione alla gita fuoriporta data la primavera inoltrata.

 

 

 




In bar e ristoranti il lavoro è giovane, femminile e cosmopolita

sala - ristorante - cameriere

I pubblici esercizi danno lavoro soprattutto a giovani, donne e stranieri. È la fotografia scattata dalla Fipe in occasione della fiera Bit ad evidenziare le principali caratteristiche e tendenze dell’occupazione nel settore e a metterle a confronto con l’andamento dell’intero sistema del turismo.

Tra le informazioni più interessanti la forte presenza femminile, soprattutto in bar e ristoranti, dove le donne rappresentano circa il 55% del lavoro dipendente. «I dati positivi testimoniano il prezioso contributo che il nostro settore porta all’intero comparto turistico, facendone un modello di qualità ed eccellenza nel mondo – ha dichiarato il presidente Fipe Lino Enrico Stoppani -. La professionalità, l’attenzione al dettaglio, la passione con cui gli operatori lavorano ogni giorno nei bar e ristoranti italiani costituiscono un motivo di grande orgoglio, insieme al fatto che il settore dei pubblici esercizi consente a molti giovani, donne e mamme di intraprendere un percorso professionale stabile e duraturo anche se con proprie caratteristiche di flessibilità. Desideriamo tuttavia esprimere ancora una volta forte preoccupazione per uno scenario in cambiamento a seguito dell’abolizione dei voucher, la quale sta creando un vuoto normativo da colmare al più presto. Servono a questo punto modalità alternative che consentano di preservare la legalità e contrastare forme di lavoro nero che i voucher avevano contribuito a limitare».

Entrando nel dettaglio dei dati, emerge che il maggiore numero di lavoratori dipendenti nel turismo è occupato presso i pubblici esercizi, dove il valore medio annuo è di 703.110 unità, pari al 73% del totale nazionale.

Largo ai giovani

Bar e ristoranti possono contare su un numero particolarmente elevato di addetti giovani: il 16,9% dei dipendenti ha meno di 20 anni, il 31,1% è tra i 20 e i 30 anni, mentre i lavoratori dipendenti tra i 30 e i 40 anni si attestano su una percentuale del 24,2%. Sempre nei pubblici esercizi risulta impiegato il numero più alto di apprendisti: su un totale di circa 65mila unità, 54.631 hanno trovato impiego nel 2015 in bar, ristoranti, mense, stabilimenti balneari e discoteche.

Le tipologie contrattuali

Il lavoro a tempo parziale è una modalità particolarmente diffusa nei pubblici esercizi, che nel turismo costituiscono il comparto con la maggiore incidenza di rapporti di lavoro a tempo parziale (62,4%). La forma di part time a cui si ricorre maggiormente è quella di tipo orizzontale, con 451mila addetti su 508mila lavoratori complessivi con orario di lavoro part time. Per quanto riguarda il lavoro “intermittente” o a chiamata, nel 2015 circa 49mila addetti sono stati impiegati dalle imprese del comparto dei pubblici esercizi, con una prevalenza per il contratto a tempo indeterminato.

Un settore cosmpolita

Passando alla provenienza del personale, lo scenario dei pubblici esercizi è il più cosmopolita del comparto turismo: i lavoratori stranieri, coerentemente al resto del lavoro dipendente si concentrano per il 73% nei pubblici esercizi, con un’incidenza del 24,7% e una percentuale di donne pari al 47%.

La stagionalità

Nei mesi di punta dell’estate i livelli occupazionali crescono circa del 10%, mentre il numero delle aziende operative subisce una variazione più contenuta raggiungendo il picco massimo in luglio (+8,4% sulla media annua), e il picco minimo in febbraio (-9% sulla media annua).

L’evoluzione delle dinamiche occupazionali

Nel periodo 2014-2015, il numero delle imprese con dipendenti ha fatto registrare un lievissimo aumento (0,6%), dovuto esclusivamente alla performance delle aziende di pubblico esercizio (0,8%), mentre tutti gli altri comparti del turismo hanno fatto registrare un saldo negativo. Tra il 2010 e il 2015 l’occupazione del settore turismo è cresciuta in larga misura grazie alle dinamiche interne di comparto dei pubblici esercizi, dove l’occupazione media è aumentata di circa 95mila unità, in gran parte attribuibile ad un incremento del numero delle imprese con dipendenti di 16mila unità. In particolare nei pubblici esercizi il numero di occupati ha registrato una crescita del 2,9%




Bergamo, assegnati i quattro spazi estivi

estivo spalto san michele ritAssegnati come da tradizione gli spazi estivi in vista della bella stagione 2017: il Comune di Bergamo ha esaminato le richieste pervenute nelle scorse settimane e ha decretato le attività destinate ad animare il parco di Sant’Agostino e lo spalto di San Michele in Città Alta, il parco della Trucca e il Goisis per Città Bassa fino a settembre. Sono stati in tutto 7 i progetti presentati: solo per lo spazio esterno al Parco Goisis è pervenuta più di una richiesta, ben tre. Per tutti gli altri spazi è giunta negli uffici di Piazza Matteotti un’unica proposta. Confermato il format degli ultimi anni al Parco Sant’Agostino, dove una quindicina di attività commerciali di Bergamo Alta propongono un’aggregazione coordinata dalla Comunità delle Botteghe del Centro Storico. Un format che nel 2017 raddoppia: stesso tipo di aggregazione, sempre comprendente attività di Bergamo Alta, anche allo spalto di San Michele. Progredisce quindi l’aggregazione delle attività del Centro Storico, in un’ottica di collaborazione sempre più allargata e nella quale confluiscono attività commerciali vecchie e nuove. Tra le novità della proposta 2017, la “giornata delle Cannoniere” e l’assenza di un palco per le esibizioni, in direzione di una musica di sottofondo dal volume contenuto, a tutela dei residenti. Le proposte della Comunità delle Botteghe sono state le uniche presentate per gli spazi di Bergamo Alta.

Conferma anche al Parco della Trucca, dove il 30&Lode Café di via dei Caniana si aggiudica (unico proponente) lo spazio di aggregazione e somministrazione all’interno del più grande parco cittadino. Particolarmente accentuata la proposta sportiva all’interno del parco, con corsi e giornate all’insegna di acroyoga, sambafit, crossfit, aikido, capoeira, rugby e l’installazione di campi da calcio tennis e da volley. Competizione serrata invece per quello che riguarda lo spazio esterno al Parco Goisis, novità molto apprezzata dell’estate 2016: Tassino e Nutopia si aggiudicano la competizione con un progetto all’insegna della musica (con un’articolata proposta di giovani band bergamasche e internazionali), dello sport (tra le competizioni in calendario anche tornei di volley a cura di Uisp Bergamo e Baskin), martedì con i burattini, cineproiezioni in collaborazione con Lab80. Per quello che riguarda la parte enogastronomica, spicca l’offerta legata alla Regione Gastronomica Europea 2017 EastLombardy, con una speciale attenzione alle paste ripiene delle province della Lombardia Orientale, al torrone di Cremona e ai vini della Franciacorta. Una proposta anche per il piazzale degli Alpini: la Commissione del Comune di Bergamo ha attentamente esaminato la busta pervenuta sul quinto e ultimo spazio estivo disponibile per il 2017, ma la documentazione è risultata incompleta e pertanto la proposta è stata per il momento archiviata. Non si escludono futuri approfondimenti da parte della Giunta del Comune di Bergamo, nel tentativo di fornire un servizio e una proposta d’animazione anche in quest’area della città, molto apprezzata e frequentata durante i fine settimana dedicati ai mercatini di Natale e allo street food.