Donizetti Opera, i numeri del successo. “Un grazie anche a Duc e Ascom”

Il direttore artistico della Fondazione Donizetti, Francesco Micheli
Il direttore artistico della Fondazione Donizetti, Francesco Micheli

Un festival internazionale a Bergamo dedicato a Donizetti è possibile: lo hanno dimostrato a fine novembre la città, il pubblico e la critica internazionale, il mondo culturale e politico, che hanno risposto all’appello del direttore artistico Francesco Micheli e sono accorsi alla prima edizione del Donizetti Opera per rendere palese il loro amore per il compositore bergamasco e partecipando numerosissimi alle tante iniziative e agli spettacoli in programma (6 le serate festivaliere sold out). «Donizetti Opera – afferma Francesco Micheli – è la lunga festa di compleanno che la città di Bergamo offre a Gaetano Donizetti e al mondo; ed è da tutto il mondo che il pubblico accorre per celebrare un artista ancora così eloquente: lo dimostrano le produzioni operistiche che ce ne fanno riscoprire gioielli sconosciuti; lo dimostra l’affetto con cui Riccardo Muti è stato accolto dall’abbraccio di tutta Bergamo, felice di festeggiare cinquant’anni di carriera inaugurata proprio qui; lo dimostra la solenne presenza del Presidente Mattarella; lo incarna l’entusiasta e generosa presenza di tanti bergamaschi, a partire dalla Fondazione Meru; lo incoraggia la presenza dei tanti ragazzi che affollano le nostre anteprime. A tutti, uno per uno, il nostro grazie. Buon compleanno, Gaetano!»
Nel 2016, dopo la seconda edizione della Donizetti Night in Città Alta a giugno, la vita e l’arte del Maestro hanno segnato la programmazione culturale cittadina dal 23 novembre al 4 dicembre 2016: 12 intensi giorni di Donizetti Opera, il primo festival internazionale nel segno di Gaetano, che ha toccato il suo apice con la messa in scena in prima moderna di due rarità, Olivo e Pasquale e Rosmonda d’Inghilterra, e con il concerto diretto da Riccardo Muti alla presenza del Presidente della Repubblica nel dies natalis, un’occasione storica per il primo anno di programmazione del festival che ha avuto proprio in Muti e Mattarella due padrini di eccezione.
L’analisi su un campione significativo di pubblico (i due terzi dei possessori di biglietto) conferma le intuizioni programmatiche del Festival: la percentuale di stranieri (al netto degli abbonati) supera infatti il 40%, con presenze significative, oltre che dai maggiori paesi europei, anche dalla Russia, dagli Stati Uniti, dalla Cina e dal Giappone. Da questi dati si evince quindi che la formula di Donizetti Opera è vincente anche nella collocazione in un periodo di bassa stagione per attrarre così su Bergamo il turismo musicale italiano e internazionale, un turismo di prestigio e qualità, aiutato dalla presenza dell’aeroporto di Milano Bergamo, che rimane in città per alcuni giorni interessato alla programmazione artistica e pronto a scoprire una meta con enormi potenzialità culturali, naturali e di alta gastronomia. Il Donizetti Opera 2016 ha anche mostrato un festival sempre più radicato nel territorio: la città di Bergamo, grazie anche alla collaborazione con il DUC e con l’ASCOM, ha per la prima volta partecipato attivamente: colori del Festival hanno così caratterizzato le attività commerciali del centro che hanno adottato con entusiasmo l’immagine di “Gaetano 2016”, ospitando con creatività e fantasia nei diversi esercizi commerciali i colori del festival 2016, i programmi, le note – proprio quelle vere della sinfonia di Rosmonda d’Inghilterra – che, riprodotte su speciali vetrofanie, hanno decorato le vetrine di via Tasso e Pignolo accompagnando in musica il passeggio giornaliero, così come in Città Alta, due volte al giorno, si potevano ascoltare in diffusione sulla Corsarola alcune delle più celebri melodie del compositore.

I risultati alla biglietteria nel 2016

  • +49% degli abbonati rispetto al 2015 (considerando sia gli abbonamenti ai turni A e C, sia i carnet con un minimo di due date)
  • +14,66% di presenze totali rispetto al 2015 (seppur con tre date in meno rispetto all’anno scorso e considerando sempre spettacoli per “adulti” e spettacoli per gli studenti)
  • +35,18% di presenze negli spettacoli per le scuole
  • +24,32% di incassi, che hanno raggiunto una quota di quasi 400mila euro
  • Sold out per 10 serate (Olivo e Pasquale, Rosmonda d’Inghilterra, Turandot, La traviata, concerto Muti)
  • Rosmonda (oltre 66mila euro) è lo spettacolo donizettiano che ha incassato di più negli ultimi 6 anni, superando Anna Bolena 2015
  • La traviata (oltre 72mila euro) è il titolo d’opera che ha incassato di più in assoluto negli ultimi 6 anni

Il progetto artistico del 2017

Da queste premesse prende vita il progetto artistico del 2017 che fa tesoro dei successi ottenuti e si consolida in due momenti dedicati esclusivamente al compositore: il prossimo anno la Donizetti Night avrà luogo sabato 17 giugno, mentre il festival Donizetti Opera sarà concentrato intorno al Dies Natalis (29 novembre) con due fine settimana dedicati alle recite operistiche dei titoli donizettiani e negli altri giorni una serie di appuntamenti che comporranno il ricco programma musicale festivaliero.
Nel 2017 le opere andranno in scena tutte nel bellissimo e raccolto spazio del Teatro Sociale, un luogo del quale la città deve ancora riappropriarsi completamente e non considerare come “minore” rispetto al più grande teatro sito in città bassa che sarà chiuso per restauri. Il Teatro Sociale va anzi scoperto, e amato come luogo assai adatto all’ascolto della musica di Donizetti, soprattutto del repertorio giovanile e buffo, che poi è quello meno noto al pubblico e che si potrà vedere in scena soltanto a Bergamo. Per questo luogo così speciale sono state scelte per il 2017 delle opere speciali, rarissime: Il borgomastro di Saardam e Pigmalione, due assolute rarità che coinvolgeranno in prima linea anche la sezione scientifica della Fondazione diretta da Paolo Fabbri e che faranno nuovamente accendere i riflettori sulla città di Bergamo, impegnata verso una sempre maggiore identità con il compositore.
Si comincia con Il borgomastro di Saardam, che è stato scelto per i legami con la storia russa. La Fondazione Donizetti partecipa, infatti, alle celebrazioni per il 200° anniversario della scomparsa di Giacomo Quarenghi, architetto bergamasco autore di imponenti edifici per San Pietroburgo. Per questa importante occasione, l’Amministrazione comunale, tramite l’Assessorato alla Cultura, ha deciso di coordinare, insieme all’Osservatorio Quarenghi, una programmazione di eventi sia a livello internazionale sia con l’attivazione di una rete locale per riscoprire il celebre architetto.
Il secondo titolo donizettiano sarà Pigmalione, primo lavoro teatrale del giovanissimo Donizetti che viene proposto insieme alla farsa di Giovanni Simone Mayr Che originali!: un dittico che nasce da una comunanza di soggetti fra i due lavori che si basano entrambi sull’amore per la musica e l’arte. La scelta di affiancare Mayr e Donizetti, nella prospettiva di una nuova ricognizione del catalogo donizettiano, vuole sottolineare il passaggio di testimone maestro-allievo: si potrà così ascoltare la prima opera di Donizetti (Pigmalione è del 1816) e dar vita al Donizetti200, il cui obiettivo è di eseguire ogni anno un’opera che compie 200 anni.

 

 




Alberghi e pubblici esercizi, dalla Regione 35 milioni per la riqualificazione

ristorante - tavolo - coperto (4)“Con questa misura stanziamo 35 milioni di euro per finanziare interventi di riqualificazione delle strutture ricettive gestite in forma imprenditoriale, dei bed & breakfast, dei bar e dei ristoranti per continuare a migliorare la qualità della nostra offerta turistica”. Lo ha detto l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia Mauro Parolini nel corso della conferenza stampa dopo la Giunta illustrando la delibera “Turismo e Attrattività” approvata nella seduta odierna, su sua proposta. “Questa misura – ha spiegato Parolini – arriva alla fine di un anno straordinario per il turismo. Il 2016 rappresenta infatti l’anno del successo internazionale del Floating piers sul Lago d’Iseo, l’anno dell’affermazione della nostra grande vocazione turistica e, soprattutto, l’anno della svolta politica e amministrativa che abbiamo voluto imprimere a questo settore, che è uno degli ambiti più promettenti e in crescita dell’economia lombarda”.

“Durante questa legislatura – ha continuato l’assessore – abbiamo approvato una nuova legge, abbiamo stanziato oltre 60 milioni di euro per valorizzare il turismo, inaugurato un nuovo modo di gestirlo, un nuovo brand, che in un anno con l’hashtag #inLombardia ha raggiunto oltre 1 miliardo di impressions online e, soprattutto, una più moderna ed organica strategia di promozione della destinazione Lombardia, grazie anche alla rilancio della società Explora, che è diventata a pieno titolo la nostra Destination management organization, affermandosi in poco tempo come un strumento efficiente per tutto il sistema turistico”. “Il nostro obiettivo dichiarato – ha sottolineato Parolini – è quello di diventare la prima regione italiana anche nel turismo. Per questo abbiamo predisposto una serie di misure organiche rivolte anche agli operatori della filiera, per accompagnarli in maniera sussidiaria a compiere insieme un salto di qualità”. “Per migliorare poi la qualità dell’accoglienza stiamo rivoluzionando i nostri punti informativi sul territorio e offrendo agli operatori un percorso innovativo di formazione. La misura che presentiamo oggi sarà operativa entro marzo dell’anno prossimo ed è la più importante della legislatura in questo ambito. Con uno stanziamento di ben 35 milioni di euro – ha concluso Parolini – completa infatti questa prospettiva e offre agli imprenditori del settore la possibilità di ricevere contributi fino a 50mila euro, a fondo perduto, per finanziare i progetti di riqualificazione delle loro strutture”.

I punti principali della  delibera

DOTAZIONE ECONOMICA

35 milioni di euro, di cui 32 come fondo principale e 3 milioni come riserva destinata ai soggetti con sede nell’Area interna di Val Chiavenna.

DESTINATARI

Pmi in forma singola quali strutture ricettive alberghiere, extra-alberghiere gestite in forma imprenditoriale, ivi compresi i bed & breakfast, e pubblici esercizi intesi come attività dei servizi di ristorazione (bar, ristoranti, street food).

INTERVENTI AMMISSIBILI

I progetti di riqualificazione devono riguardare i seguenti macrotemi del posizionamento strategico regionale di Regione Lombardia ad alto potenziale di attrattività e competitività: Enogastronomia & food experience; Natura & green; Sport & turismo attivo; Terme & benessere; Fashion e design; Business congressi & incentive.

SPESE AMMISSIBILI

Arredi, impianti, macchinari e attrezzature; acquisto di hardware e software; opere edili-murarie e impiantistiche.

INTENSITA’ AIUTO

Contributo a fondo perduto: per il Fondo principale 40% dell’investimento ammissibile, fino ad un contributo massimo di 50.000 euro (investimento minimo di 20.000 euro); per l’Area interna Val Chiavenna 40% dell’investimento ammissibile fino ad un contributo massimo di 200.000 euro (investimento minimo di 20.000 euro).




Fioristi / Allestimenti minimal per un bianco Natale. E la concorrenza dei temporary shop si fa sentire

Adriano Vacchelli
Adriano Vacchelli

Sarà un Natale in bianco, colore dell’anno 2016, e all’insegna del minimalismo come impone il clima di austerity. Adriano Vacchelli, presidente del Gruppo Fioristi Ascom, fa il punto sulle tendenze per riscaldare l’atmosfera natalizia in ogni ambiente e sull’andamento degli allestimenti per la categoria: «Le aziende hanno tagliato anche quest’anno gli allestimenti per le feste, così i fioristi hanno perso parte del lavoro. I temporary shop tematici sul Natale che continuano ad aprire in città e in provincia portano ancora più difficoltà per la categoria e anche supermercati e centri commerciali arricchiscono ogni anno la loro offerta. I fioristi stanno mettendo in campo tutta la loro creatività per personalizzare e rendere unico ogni prodotto».

Quanto alle tendenze sotto l’albero, a Natale vince il minimalismo con i colori della tradizione: «Le stelle di Natale vengono ormai acquistate in larga misura nei supermercati, nei nostri negozi vengono personalizzate in composizioni o rese più importanti da vasi particolari, ma non rappresentano più da anni il prodotto di punta del Natale. L’articolo più richiesto è il centrotavola, che porta subito in casa aria di festa. C’è chi preferisce l’impiego di materiali naturali intrecciati, chi la candela decorata, chi un semplice bulbo inserito in vaso per interpretare il Natale in modo originale. Quanto ai colori, cresce il bianco che ha sempre la meglio per un Natale più moderno ed elegante e si conferma colore del Natale 2016. Il rosso non perde colpi e non passa mai di moda e anche i tradizionali oro, argento e blu continuano a piacere». Se ad una tavola ben imbandita non si rinuncia, il budget per l’allestimento è comunque sempre più risicato: «Fino a qualche anno fa non si spendevano meno di 25-30 euro per decorare la tavola. Quest’anno, come l’anno scorso, non si superano in genere i 15-20 euro».

Nel mese da sempre dedicato ai bilanci , Vacchelli tira le somme dell’anno che sta per chiudersi. Per i fioristi l’anno è stato positivo solo a metà: sei mesi di lavoro a tutto ritmo che a giugno hanno subito un brusco arresto: «Purtroppo il 2016 non ha visto alcun miglioramento per noi. Nei primi mesi dell’anno avevamo registrato una crescita rispetto al 2015 che lasciava sperare in una ripresa che però non è arrivata a settembre. Ci troviamo in una situazione di stallo ormai da anni». Non mancano però aspetti positivi: «Nonostante la crisi, la nostra categoria conta su un continuo ricambio generazionale della clientela di riferimento. I giovani continuano ad acquistare e regalare fiori, in particolar modo mazzi di tulipani e girasoli, anche se fuori stagione».

 

 




Festività natalizie, le chiusure della sede e delle delegazioni Ascom

In occasione delle festività natalizie la sede cittadina di Ascom e gli uffici di Calusco d’Adda, Osio Sotto, Sarnico, Trescore e Zogno rimarranno chiuse nel pomeriggio del 23 dicembre. Gli uffici di Albino, Clusone e Romano di Lombardia saranno chiusi il 23 dicembre di pomeriggio, il 30 dicembre e il 2 gennaio; la delegazione di Treviglio sarà chiusa tutto il giorno il 23 dicembre, mentre gli uffici di Lovere resteranno chiusi dal 24 dicembre all’8 gennaio.




Turismo, crescita a “doppia cifra” per Natale e Capodanno

bernabo bocca presidente Federalberghi
Bernabo Bocca

Ben 14,2 milioni di italiani si muoveranno, dormendo almeno una notte fuori casa, per Natale e Capodanno. I vacanzieri sono in aumento dell’11,6% rispetto al 2015 e genereranno un giro d’affari di 8,7 miliardi di euro (+9,5%). Lo dice l’indagine realizzata dalla Federalberghi con il supporto tecnico dell’Istituto Acs Marketing Solutions, in previsione delle prossime festività. L’Italia è quest’anno ancor di più la meta preferita: la scelgono 9 italiani su 10 per il Natale e l’83% per il Capodanno.

A Natale gli italiani che si muoveranno dalla propria città saranno circa 6,9 milioni (+4,8% rispetto al 2015) e dormiranno in media 5,6 notti fuori casa per una spesa media pro-capite, comprensiva di trasporto, alloggio, cibo, divertimenti, di 529 euro in Italia e  1.463 euro all’estero. Il giro d’affari stimato è di circa 4,35 miliardi di euro (+1,3% rispetto al 2015). La maggior parte (il 31%) preferisce trascorrere la vacanza in una città diversa dalla propria di residenza e sceglie come accomodation la casa di parenti o amici e in seconda battuta l’albergo, la casa di proprietà, i B&B e i rifugi alpini. Sempre gettonata, anche se in leggero calo rispetto allo scorso anno, la montagna (la sceglie il 27% degli italiani), seguita dalle città d’arte (21%) e il mare (11% rispetto al 12%). Mentre tra chi andrà all’estero, il 60% preferisce le grandi capitali europee (nel 2015 era il 63%).

A Capodanno invece, i vacanzieri saranno circa 7,3 milioni – in crescita del 18,9% rispetto al 2015 – e dormiranno in media 3,9 notti fuori casa rispetto alle 4,1 notti del 2015, per una spesa media pro-capite, comprensiva di trasporto, alloggio, cibo, divertimenti di 596 euro suddivisi in Italia da 489 euro ed all’estero da 1.063 euro, pari ad un giro d’affari di 4,4 miliardi di euro (+18,9%). Per chi resterà in Italia la vacanza preferita sarà ancora in montagna, seguita da una città diversa da quella di residenza, dalle città d’arte maggiori e minori, dal mare. Mentre per chi andrà all’estero le grandi Capitali europee assorbiranno l’84% della domanda. Quanto all’alloggio sarà preferita la casa di parenti o amici, seguita da albergo, B&B e appartamento in affitto. Oltre ai motivi economici (decisivi per quasi 23 milioni di italiani) per chi non andrà in vacanza durante le prossime festività ci sono motivi familiari nel 18% dei casi, motivi di salute nel 15% dei casi, chi dichiara che farà vacanze in un altro periodo nel 13,5% dei casi, chi per impegni di lavoro nel 10% dei casi ed appena l’1% per motivi legati alla sicurezza.

Bocca: “Segnali di inequivocabile rafforzamento”

Un segnale di inequivocabile rafforzamento del settore quello che arriva dalle previsioni turistiche delle imminenti festività natalizie”. E’ il commento a caldo del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, all’indagine last minute realizzata dall’associazione che raggruppa quasi 33 mila alberghi italiani. “Che il 2016 dovesse connotarsi come l’anno della ripresa – prosegue Bocca – lo si era capito dai vari appuntamenti clou disseminati nell’arco dei dodici mesi ed il risultato atteso per gli ultimi giorni di dicembre rappresenta una gradita conferma”. “Inoltre la circostanza che gli italiani scelgano maggiormente il proprio Paese, per trascorrere qualche giorno di meritato riposo – evidenzia il presidente degli albergatori – è la conferma di come il sistema turistico nazionale rappresenti ormai un insostituibile punto di riferimento”. “Certo – aggiunge – il risultato positivo non cancella gli anni di crisi che sono alle spalle e per ritornare ai livelli pre-recessione occorrerà ancora del tempo, ma guardiamo ormai il bicchiere sempre più mezzo pieno. “Confidiamo – conclude Bocca – che il Governo ed il Parlamento supportino uno dei settori più vitali per lo sviluppo economico del Paese, in grado di crescere ancora, a patto che si varino al più presto alcuni provvedimenti concreti per il rilancio, – conclude Bocca – primi tra tutti quelli in materia di contrasto all’abusivismo ed all’evasione fiscale, sviluppo del mercato (liberalizzazione dei servizi ancillari) e tutela della concorrenza (parity rate)”.

 

 




Il premio/ Vesuvio, quattro fratelli paladini della pizza e dei sapori del Sud

Domenica 18 dicembre alla Fiera di Bergamo è avvenuta l’assegnazione del Riconoscimento del Lavoro e del Progresso economico, il premio della Camera di Commercio di Bergamo, giunto alla 56esima edizione. Sono state consegnate quattro benemerenze e 82 premi a coloro che, con l’esempio di una vita dedicata al lavoro, hanno contribuito con impegno costante alla crescita dell’economia locale, nei diversi settori economici.

Nella categoria imprese – con più di 33 anni di ininterrotta e benemerita attività, sia in forma individuale sia in forma societaria – i premi sono stati 14, quattro dei quali ad attività commerciali. Si tratta del fiorista F. lli Ravasio di Bergamo (77 anni e 5 mesi), il negozio di calzature di Francesco Pezzoli di Villa d’Ogna (68 anni e 4 mesi), del Panificio Vanotti di Bergamo (54 anni e 7 mesi) e del ristorante pizzeria Vesuvio di Bergamo (46 anni e 1 mese).

Ecco la storia del ristorante pizzeria Vesuvio

vesuvioLa data di nascita ce l’ha scritta nell’indirizzo internet, www.vesuvio1970.it. Facile perciò fare il conto: il ristorante pizzeria Vesuvio di via Borgo Santa Caterina ha 46 anni e la Camera di commercio gli assegna il riconoscimento per la lunga carriera. Lo si sa, del resto, che è uno dei locali storici per la pizza a Bergamo e per la cucina mediterranea, ideale completamento di una proposta tutta ispirata ai sapori del sud.

A fondarlo sono stati Giovanni Ferrara e la moglie Oliva Filomena, originari di Tramonti, il comune in provincia di Salerno che ha dato i natali a tanti pizzaioli sparsi per il mondo, con una buona rappresentanza anche in terra bergamasca. Poi la gestione è passata nelle mani dei quattro figli, Salvatore, Teresa, Alfonso e Luigia, che si sono divisi i compiti tra amministrazione, cucina e forno della pizza. La sede è sempre stata lì, alla fine (o all’inizio per chi viene dalla Valle) del Borgo d’oro, ma si è prima rinnovata, negli anni Novanta, e poi ingrandita, negli anni Duemila, raddoppiando la capienza a 250 posti.

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Salvatore Ferrara

«Che cosa ci ha permesso di arrivare a questo traguardo? Semplice, lavorare da mattina a sera», afferma con schiettezza Salvatore Ferrara. «La pizza, naturalmente, è il nostro punto di forza – prosegue -. Adesso c’è la tendenza a trasformarla in un piatto gourmet con ingredienti e abbinamenti ricercati. Noi invece continuiamo a prepararla nel modo tradizionale, puntando sulla selezione delle materie prime e la preparazione accurata. Del resto, con una clientela così ampia e consolidata come la nostra è difficile pensare di proporre cambiamenti netti, non ci si può scostare troppo dalla linea che ha sempre caratterizzato il locale. Le novità le inseriamo gradualmente, abbiamo cominciato con gli impasti integrali, ora ci stiamo muovendo per il senza glutine». Quando parla di clientela consolidata vuole dire di generazione in generazione, con i bimbi di un tempo che tornano con i propri figli. «Il resto della proposta è rappresentato dalla cucina mediterranea con piatti soprattutto di pesce e citerei anche i dolci – conclude – quasi tutti fatti da noi».




Il premio/ Cèco, il calzolaio novantenne che ha fatto le scarpe anche a una mucca

Domenica 18 dicembre alla Fiera di Bergamo è in programma l’assegnazione del Riconoscimento del Lavoro e del Progresso economico, il premio della Camera di Commercio di Bergamo, giunto alla 56esima edizione. Saranno consegnate quattro benemerenze e 82 premi a coloro che, con l’esempio di una vita dedicata al lavoro, hanno contribuito con impegno costante alla crescita dell’economia locale, nei diversi settori economici.

Nella categoria imprese – con più di 33 anni di ininterrotta e benemerita attività, sia in forma individuale sia in forma societaria – i premi sono 14, quattro dei quali ad attività commerciali. Si tratta del fiorista F. lli Ravasio di Bergamo (77 anni e 5 mesi), il negozio di calzature di Francesco Pezzoli di Villa d’Ogna (68 anni e 4 mesi), del Panificio Vanotti di Bergamo (54 anni e 7 mesi) e del ristorante pizzeria Vesuvio di Bergamo (46 anni e 1 mese).

Ecco la storia di Francesco Pezzoli

Francesco Pezzoli
Francesco Pezzoli

Novant’anni compiuti, 78 dei quali passati a realizzare, aggiustare e vendere scarpe. Un curriculum che se non è da record poco ci manca quello di Francesco Pezzoli, strenuo difensore dell’unico negozio di calzoleria di Villa d’Ogna, che solo alla fine dello scorso anno, con ben 89 primavere sulle spalle, ha alzato bandiera bianca e chiuso l’attività. Lo ha fatto a malincuore perché lui ci tiene a mostrare il suo lavoro e perché il suo laboratorio, in via Beato Alberto, è una sorta di museo, dove vedere le forme in legno con cui si realizzano le diverse scarpe, gli attrezzi del mestiere e pezzi storici come gli scarponi con i chiodi che realizzava per i soldati e i partigiani.

Ad affiancarlo in negozio la moglie Anna Maria Cagninelli, 85 anni, altro monumento alla longevità lavorativa, mentre le figlie hanno scelto altre strade professionali. «Ho cominciato come garzone a 12 anni – ricorda Pezzoli, più noto come Cèco -. A 16 mi sono messo in proprio e attorno ai 25-26 anni ho aggiunto la vendita di scarpe. Sono andato avanti fino ad adesso, ma oggi voler fare questo mestiere sarebbe da stupidi».

In tempi in cui le scarpe si possono anche acquistare on line senza nemmeno provarle è difficile persino immaginare cosa sia una calzatura fatta a mano e cosa significa confezionarla. Ma Cèco riesce benissimo a dare un’idea del suo su misura, citando il suo cliente più speciale: una mucca di proprietà di una famiglia di Nasolino. «Aveva un problema alle unghie delle zampe anteriori e non usciva più dalla stalla – ricorda -. Ho realizzato uno stivaletto ed è tornata al pascolo. Mi hanno pagato il lavoro e regalato uno stracchino».

Da abile maestro artigiano Pezzoli ha anche rivolto manualità e creatività nella scultura del legno arrivando a realizzare, da autodidatta, opere molto apprezzate, che raffigurano soprattutto animali e figure umane che lavorano.




Il premio / Ravasio, il negozio di fiori che fa crescere i papaveri sui Colli

Domenica 18 dicembre alla Fiera di Bergamo è in programma l’assegnazione del Riconoscimento del Lavoro e del Progresso economico, il premio della Camera di Commercio di Bergamo, giunto alla 56esima edizione. Saranno consegnate quattro benemerenze e 82 premi a coloro che, con l’esempio di una vita dedicata al lavoro, hanno contribuito con impegno costante alla crescita dell’economia locale, nei diversi settori economici.

Nella categoria imprese – con più di 33 anni di ininterrotta e benemerita attività, sia in forma individuale sia in forma societaria – i premi sono 14, quattro dei quali ad attività commerciali. Si tratta del fiorista F. lli Ravasio di Bergamo (77 anni e 5 mesi), il negozio di calzature di Francesco Pezzoli di Villa d’Ogna (68 anni e 4 mesi), del Panificio Vanotti di Bergamo (54 anni e 7 mesi) e del ristorante pizzeria Vesuvio di Bergamo (46 anni e 1 mese).

Ecco la storia di Ravasio Fiori

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Ravasio Fiori, un’immagine del negozio negli anni Cinquanta

«Mi piace talmente, che quasi non è un lavoro». È la felice sintesi nella quale Adriano Ravasio, 68 anni, racchiude la propria attività, il negozio di fiori in largo Belotti, nel centro di Bergamo, dove sarà capitato a tutti di soffermarsi almeno una volta ad apprezzare le accurate composizioni. Dietro le vetrine, l’azienda ha sempre avuto anche una seconda anima, la coltivazione diretta dei fiori sui colli di Bergamo, nella zona di Borgo Canale, più protetta e quindi adatta allo scopo.

«Tutto ha avuto inizio nei primi del ‘900 con il prozio Ernesto, che faceva il giardiniere ed ha trasmesso la passione ai nipoti, ossia mio padre Vittorio e mio zio Eugenio». Sono loro i Fratelli della denominazione aziendale ed entrambi ci hanno messo del proprio nello sviluppo dell’attività. È stata aperta da Eugenio, di ritorno a Bergamo dopo aver lavorato ai giardini vaticani, affiancato poi da Vittorio che dal campo di prigionia inglese in Sudafrica è tornato con i preziosi semi di un papavero allora sconosciuto in Italia, “Iceland Popy” o “Papaver Nudicaule”, molto simile al papavero di campo ma più robusto e con un doppio ordine di petali, del quale i fratelli Ravasio sono riusciti ad ottenere molteplici colori: rosso, arancio, rosa e bianco.

«È un po’ l’emblema della nostra attività – afferma Adriano – e continuiamo a coltivarlo, insieme ad altri fiori, soprattutto quelli “dimenticati” come le zinnie, le dalie, i fiori di pisello e i non ti scordar di me. La produzione diretta, curata da Giovanni Battista, figlio di Eugenio, è un elemento che ci caratterizza, l’altro è la capacità di proporre qualcosa di diverso da ciò che si può trovare normalmente: una stella di natale confezionata con gusto è un’altra cosa».




Vanotti, il fornaio che si fa strada con i prodotti senza glutine

Antonio e Fabio Vanotti - immagine tratta da www.bakeitaly.eu
Antonio e Fabio Vanotti – immagine tratta da www.bakeitaly.eu

Frumento, glutine e lievito – i protagonisti della panificazione – sono diventati prodotti da evitare per tanti consumatori? Il panettiere allora si dedica al senza glutine, realizzando gallette e snack di mais e riso con il valore aggiunto del gusto e della produzione artigianali. Succede al panificio Vanotti di via Ghislandi 2 a Bergamo ed è solo l’ultima delle evoluzioni dell’impresa, tra le 14 di lunga e benemerita tradizione che domenica in Fiera hanno ricevuto dalla Camera di commercio il Riconoscimento del lavoro e del progresso economico (le altre tre del settore commercio sono Ravasio Fiori e il ristorante pizzeria Vesuvio di Bergamo e il calzolaio Francesco Pezzoli di Villa d’Ogna).

A guidare l’attività c’è Antonio, erede di una dinastia di fornai valdimagnini cominciata con il bisnonno, ma con in più un legame con il panificio “segnato nelle stelle”. È infatti nato lo stesso giorno – il 2 novembre del 1961 – in cui papà Emanuele apriva il negozio, scegliendo l’orizzonte della città per proseguire il mestiere di famiglia. «Faccio presto a sapere da quanto siamo in attività, è la mia età, 55 anni – dice sorridendo Antonio -. Sono cresciuto tra negozio e laboratorio e di cambiamenti ne abbiamo affrontati tanti in questi anni. Siamo passati da quattro tipi di pane ai 40 al giorno di oggi, più tutti gli altri prodotti: focacce, pizze, salatini, brioche, frittelle. Da una quindicina di anni facciamo anche il panettone e poi i sormonté, chi l’avrebbe detto? Il fatto è che bisogna cercare di rimanere agganciati a quanto chiede il mercato».

vanottiE visto che ora l’attenzione è per i prodotti “senza”, ha scelto di dedicarsi al senza glutine, in una prospettiva molto diversa da impasti e lievitazioni. «Abbiamo cominciato circa due anni fa – racconta Vanotti – e le richieste sono presto decollate, portandoci a creare per ragioni sia gestionali che logistiche una nuova ditta, Vanotti Snack, e un laboratorio dedicato, sempre qui in Borgo Palazzo, in via Vivaldi, recuperando tra l’altro uno spazio che era ormai preda del degrado».

«Produciamo gallette di mais e riso e una linea di snack, sempre di riso o mais, a forma di triangolo. Non sono fritti, non hanno glutine né lievito e ci sbizzarriamo negli aromi, dalla paprica al rosmarino, e nello scegliere le materie prime». Ci sono, ad esempio, quelli integrali e poi le “Nuovole rosse” a base di riso Ermes, che è rosso, appunto, ed è ricco di antociani, utili per tenere a bada il colesterolo, i “Fiocchi di neve”, di riso Apollo, un riso aromatico dal chicco sottile, e non manca il richiamo bergamasco: i “Crustulì”, che nel nome e nel sapore richiamano le, ambitissime, crosticine croccanti che rimangono sul paiolo della polenta.

vanotti-snack-crustuli«Li abbiamo chiamati così in omaggio alla tradizione – rivela – e oggi se ne vanno in giro per tutto il nord Italia». La Vanotti Snack è arrivata infatti a vendere anche in Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. «Siamo stati i primi, posso dirlo con certezza – prosegue Antonio -, a realizzare questi prodotti in maniera artigianale, c’è voluto un impegno non da poco, prima per individuare le macchine e soprattutto, poi, per trovare il modo di farle funzionare al meglio». Ma è questo che sta determinando il successo di snack e gallette. «Come per il pane, anche qui la differenza tra lavorazione industriale e artigianale si percepisce facilmente – evidenzia -. Sono prodotti più curati, a partire dalla selezione delle materie prime, chi li prova se ne rende conto».

Di essere pronto a percorrere strade nuove lo aveva, del resto, dimostrato anche una decina di anni fa, installando il primo distributore automatico di pane fresco della città, che mette a disposizione fragranti bocconcini anche quando il negozio è chiuso. «Lo avevo visto durante un viaggio in Olanda – ricorda Vanotti -, non è stato un boom, ha un’incidenza ridotta sulla redditività, ma ha il suo perché e se lo togliessi so che sarebbe un disastro per molti che ormai fanno affidamento su questo servizio. E poi ci ha dato un grandissimo ritorno di immagine».

vanotti1Nell’attività Antonio è affiancato dalla moglie Silvia, dal figlio Fabio e da cinque dipendenti. Una buona fetta della storia del panificio, oltre che da papà Emanuele, è stata scritta da mamma Paolina, che ha 86 anni e continua a seguire da vicino le vicende del negozio. L’esercizio è anche parte integrante del quartiere attorno a piazza Sant’Anna, al quale la famiglia Vanotti ha voluto regalare quest’anno un defibrillatore, utilizzabile da tutti. «Ci auguriamo che non debba servire mai – dice Antonio -, ma è fondamentale per salvare delle vite. In città gli apparecchi si contano sulle dita di una mano, noi siamo sensibili al problema ed abbiamo voluto fare questo gesto. L’installazione, per la verità, era in programma per il 50esimo di attività, poi ci si è messa di mezzo un po’ troppa burocrazia e ce l’abbiamo fatta a consegnarlo per il 55esimo, almeno adesso c’è», conclude, sempre pronto a guardare avanti.

 




Bergamo, il Comune stanzia 100mila euro per sostenere il commercio

Il Comunbandoconfidi_bergamoe di Bergamo stanzia 100mila euro per sostenere il commercio cittadino: è un segnale positivo e innovativo, per dare una mano concreta alle imprese commerciali di quartiere e di vicinato.

La Giunta ha approvato in questi giorni uno schema di convenzione che si tradurrà in tempi brevi in un bando di gara: con la convenzione il Comune prevede un contributo massimo pari al 70% (e con un tetto massimo di 2.000 euro) dei costi comprensivi delle spese istruttorie (al netto delle spese associative) applicate dai Confidi per le spese di rilascio delle garanzie. Il che significa che il Comune interviene concretamente per aiutare le piccole imprese commerciali nella stipula di accordi con i Confidi e accedere così a finanziamenti per avviare un nuovo esercizio commerciale, allargare o anche solo migliorare la propria attività.

Il fondo è di 100mila euro (che saranno distribuiti su tre tranche mano a mano che i soldi vengono spesi – la prima da 40mila, le successive da 30mila euro) e la Giunta non ha individuato particolari o specifiche aree geografiche, proprio per dare un segnale incoraggiante a tutto il mondo del commercio cittadino: l’Amministrazione è vicina a chi vuole aprire, migliorare, rilanciare la propria attività commerciale.

«Ne risulta – spiega il sindaco di Bergamo Giorgio Gori -, vista la scelta del Comune di Bergamo di stabilire un tetto di 2.000 euro per ogni finanziamento, che potranno essere finanziate almeno 50 richieste. Si tratta di attività commerciali che sono di vicinato e di quartiere, indi per cui parliamo anche di presidi sociali di grande importanza per la città, ma tra gli obiettivi del provvedimento vi è anche il chiaro tentativo di contrastare l’eventuale desertificazione commerciale di alcune zone di Bergamo».

I Confidi rendiconteranno ogni sei mesi al Comune i costi fideiussori e tutte le caratteristiche degli accordi, in modo che l’Amministrazione comunale possa conoscere quali caratteristiche e finalità hanno i progetti sostenuti attraverso il bando.«Il provvedimento voluto dal Comune di Bergamo – sottolinea il vicesindaco Sergio Gandi – diviene anche motore di meccanismo virtuoso che consente di ottenere un’estensione della garanzia da parte dei Confidi ai vincitori del bando e abbiamo avviato un dialogo con gli istituti di credito cittadini per ottenere inoltre tassi di favore sui finanziamenti».