Fisco, Agenzia delle Entrate e Associazioni di categoria a confronto

agenzia entrate 1Prosegue l’operazione dell’Agenzia delle Entrate per l’adempimento spontaneo e per migliorare il dialogo e la collaborazione con i cittadini. Sono 14.680 le nuove lettere dell’Agenzia in arrivo in Lombardia – 1280 a Bergamo – in questi giorni, con le informazioni utili per permettere ai contribuenti persone fisiche di rimediare agli errori commessi nelle dichiarazioni dei redditi 2012. Nelle lettere, l’Agenzia spiega ai contribuenti che, dall’incrocio con i dati in Anagrafe tributaria, risultano delle somme non correttamente indicate nella dichiarazione. Chi riceverà la lettera del Fisco potrà mettersi in contatto con l’Agenzia per chiarire subito la propria posizione, evitando che l’anomalia si traduca in futuro in un avviso di accertamento vero e proprio. Questo sia se dal confronto emergerà che il contribuente non ha commesso errori, sia nel caso in cui il cittadino voglia regolarizzare in maniera agevolata la propria posizione con le sanzioni ridotte previste dal nuovo ravvedimento operoso. Con queste comunicazioni l’Agenzia fornisce ai cittadini informazioni su alcuni redditi, che, dai dati in possesso delle Entrate, risulterebbero non dichiarati, in tutto o in parte, nella dichiarazione modello Unico o 730 presentata nel 2013. Le lettere saranno recapitate tramite posta ordinaria. Il dettaglio di tutti gli elementi di anomalia riscontrati sarà invece disponibile all’interno del cassetto fiscale, nella nuova sezione “L’Agenzia scrive”, dedicata alle comunicazioni pro compliance. Se il contribuente riconosce i propri errori, può correggerli tramite il ravvedimento operoso, presentando una dichiarazione integrativa e versando le maggiori imposte dovute, i relativi interessi e le sanzioni correlate alla infedele dichiarazione in misura ridotta. Per effettuare il pagamento, occorre indicare nel modello F24 il codice atto riportato in alto a sinistra sulla comunicazione. In alternativa, è possibile rivolgersi presso uno degli Uffici Territoriali della Lombardia o utilizzare “Civis”, il canale di assistenza dedicato agli utenti dei servizi telematici, che consente di inviare in formato elettronico gli eventuali documenti utili. Grazie a questa nuova e più avanzata forma di comunicazione con il Fisco, i contribuenti che riceveranno la lettera potranno regolarizzare gli errori e le omissioni eventualmente commesse con le modalità previste dall’istituto del ravvedimento operoso (articolo 13 del d.lgs. n. 472/1997).

Agenzia e associazioni di categoria a confronto

In seguito all’invio delle lettere, l’Agenzia ha avviato una serie di incontri, anche nella sede di Bergamo, che coinvolgono i centri di assistenza fiscale (Caf) e le associazioni che rappresentano il mondo delle imprese e delle categorie professionali della Lombardia per organizzare al meglio l’attività di assistenza fiscale. Nel primo incontro informativo, rivolto ai Caf e alle Associazioni di categoria e delle imprese, l’Agenzia ha illustrato i vantaggi delle nuove iniziative per favorire la “compliance fiscale”, meccanismi che prevedono per i contribuenti la possibilità di regolarizzare la propria posizione fiscale in modo semplice e agevolato. Tra gli argomenti in programma, anche un approfondimento su come gestire l’attività di assistenza attraverso i canali telematici messi a disposizione dall’Agenzia. Gli incontri nascono nell’ambito del rapporto di collaborazione già avviato da tempo con il mondo delle associazioni e delle imprese per semplificare e facilitare gli adempimenti fiscali e garantire la comprensione condivisa delle norme. Nel segno della nuova stagione, improntata al dialogo e alla trasparenza, l’Agenzia punta, da un lato, a intensificare la collaborazione con il cittadino e con le associazioni che rappresentano il mondo imprenditoriale, dall’altro, a promuovere momenti di confronto mirati a rafforzare la cultura del dialogo preventivo anche sulle questioni fiscali che emergono dallo sviluppo del mondo produttivo.

 




Negozi di Valore, scopriamo le idee premiate dalla Regione

Attività che sanno rinnovarsi e guardare al futuro grazie a marketing e a strategie di vendita innovative o a virtuosi rapporti di rete e di filiera. E ancora start up che portano avanti nuovi punti di vista, ma anche iniziative che legano il commercio all’arte e alla cultura. A loro la Regione ha dedicato il concorso Negozi di Valore, che ha eletto nei giorni scorsi i propri “campioni”, ossia 22 insegne – tra le 138 domande di partecipazione ricevute da tutta la Lombardia – riconosciute come modelli vincenti in dieci diverse categorie e come tali capaci di ispirare il sistema delle micro, piccole e medie imprese del commercio. In questo ristretto novero, la pattuglia bergamasca è nutrita, con ben cinque attività premiate, seconda posizione nel “medagliere” dopo gli otto riconoscimenti andati a Milano. In base al piazzamento, i vincitori si sono aggiudicati premi da 8mila a 2mila euro e parteciperanno alle azioni di promozione legate al concorso. Saranno inoltre al centro di un evento a loro dedicato che si terrà il prossimo 20 ottobre al Palazzo della Regione.

PANIFICIO MARCHESI

Fatto il brand ora punta al franchising

panificio-marchesi

Quinto assoluto e primo dei bergamaschi, il panificio Fratelli Marchesi di Bergamo si è contraddistinto per la capacità di unire tradizione e innovazione e, in particolare, per la creazione di un brand che ha fatto fare un salto di qualità all’immagine (e alle vendite!). «L’attività nasce con il panificio nel quartiere di Boccaleone nel 1961, al quale si poi è aggiunto il negozio in via Borgo Palazzo (all’altezza dell’incrocio con viale Pirovano ndr.), dove è stato anche trasferito il forno», ricorda Roberto Marchesi, che nel 2012 ha scelto di dare continuità all’azienda di famiglia lasciando il lavoro nell’organizzazione di fiere.

«Innanzitutto ho lavorato sulla comunicazione, dovevamo essere riconoscibili, non avevamo un marchio né un’insegna. Il prodotto era di livello, ma nessuno sapeva da dove venisse e che i nostri due negozi erano la stessa cosa – spiega -. Così abbiamo deciso di studiare il cliente più a fondo e creato il marchio “Panificio Marchesi”, in modo che fosse coerente con l’idea che aveva di noi». Viene quindi creato il logo, vengono rifatte le insegne dei negozi e parte del layout, rivisto il mix merceologico. Si investe su alcuni prodotti di punta, “Il Panettone Marchesi” e “La Colomba Marchesi”, che hanno anche un sito web proprio, si sviluppa la pasticceria secca a marchio e diventa una promozione stabile “LaBorsaMarchesi”, un paniere di specialità a prezzo fisso.

Il terzo punto vendita, aperto nel 2013 in centro città, in piazza Pontida, diventa il luogo che sintetizza al meglio l’immagine aziendale, valorizzando la produzione propria, la qualità e la disponibilità di prodotti sempre freschi». Il tutto si accompagna ad un’accurata promozione, che naturalmente passa anche dal web e dai social. «Questa nuova impostazione – prosegue Marchesi – ha dato risultati positivi sul fronte delle vendite e dello sviluppo dell’attività, che abbiamo misurato e documentato nel dossier presentato in Regione. Dal punto di vista delle risorse umane, ad esempio, rispetto al 2012 abbiamo inserito quattro nuove persone, di cui tre sotto i trent’anni».

Ulteriori novità sono dietro l’angolo. Entro la fine dell’anno il panificio aprirà un nuovo punto vendita in un altro quartiere della città e si sta valutando l’idea di creare un franchising. «Il modello è il negozio di piazza Pontida – riferisce il vulcanico titolare – piccole dimensioni, poco personale, solo prodotti del nostro forno o selezioni di alta qualità e un’offerta sempre fresca durante tutta la giornata».

FOTO OTTICA SKANDIA

Il negozio di fotografia diventa “emozionale”

ottica-skandia - gruppoQualche metro più in là, un altro dei negozi “di Valore” è Foto Ottica Skandia. «Che dei cinque negozi premiati a Bergamo due siano di Borgo Palazzo non mi sembra un caso», rileva il giovane titolare Nicola Viscardi che è anche presidente dell’associazione Botteghe di Borgo Palazzo e crede fortemente nella capacità degli imprenditori del commercio di essere protagonisti in città.

Nicola Viscardi«Abbiamo partecipato al concorso nella categoria “Legacy di Valore”, dedicata alla continuità aziendale lungo le generazioni e al connubio tra tradizione e innovazione – racconta -. Dopo il riconoscimento di Negozio Storico, che abbiamo ottenuto nel settembre scorso, è un altro premio che ci dà grande soddisfazione anche per rendere omaggio a nonna Ornella, che resta una colonna della nostra attività. È stata lei, nel ’57, insieme al nonno Nicola ad aprire il negozio di fotografia. Tornavano dalla Svezia dove erano emigrati per lavoro». «Ripercorrere le tappe della nostra storia per documentarle alla Regione – evidenzia – è stato interessante prima di tutto per noi, ci ha infatti permesso di leggere meglio il nostro percorso e di inquadrare con più chiarezza i passi futuri. Quello dei nonni è stato il momento del coraggio e dei sacrifici. La seconda generazione, ossia mio padre Giovanni e mio zio Roberto, ha affrontato lo sviluppo nel settore dell’ottica, con me, che sono la terza generazione, l’attenzione passa dall’interno all’esterno del negozio. Ciò che oggi può fare la differenza – spiega – è fare rete con gli altri commercianti, a livello di associazione di via e di settore. Significa poter dare un messaggio più forte, realizzare economie di scala sul versante della promozione e non solo. Per quanto riguarda nello specifico l’ottica, che è una professione tecnica e sanitaria, significa poter contare su una formazione continua altamente professionalizzata».

L’evoluzione non si ferma. La prossima novità riguarda l’area della fotografia. Il negozio sarà rinnovato entro dicembre e diventerà un “luogo d’ispirazione” per realizzare con le proprie fotografie oggetti e opere. «Ai tempi dell’analogico si calcolava che ogni italiano utilizzasse un rullino da 36 pose all’anno e lo facesse sviluppare. Oggi si scattano migliaia di foto ma non se ne stampa nessuna, logico ripensare la nostra attività – rileva -. Il negozio darà la possibilità di realizzare con le proprie fotografie home decor, magliette e tantissimi altri oggetti. Sarà organizzato per postazioni e fortemente emozionale. Il fotografo non sarà più colui che esegue un’operazione ma colui che aiuta a raccontare la vita per immagini, a cominciare dai bellissimi fotolibri».

https://www.youtube.com/watch?v=mARdSzurs8I

WHY NOT cooperativa sociale

Ciborobico: un negozio, tre missioni

Da sinistra, Andrea Vezzoli, Davide Minola e Massimo Radaelli
Da sinistra, Andrea Vezzoli, Davide Minola e Massimo Radaelli

Di valori ne esprime parecchi Ciborobico, il negozio della cooperativa sociale Why Not, aperto da marzo 2015 in via Promessi Sposi a Bergamo, premiato dal concorso nella sezione “Start up di Valore”. Tanto per cominciare sta contribuendo a ripopolare di servizi il Villaggio degli Sposi, tra i quartieri cittadini più sguarniti di botteghe; si occupa inoltre di accompagnare nel mondo del lavoro minori in difficoltà e infine punta in maniera convinta sulle piccole produzioni locali, offrendo uno sbocco commerciale alle aziende e un’accurata selezione ai consumatori. L’ordine dei tre fattori può anche essere diverso, a seconda del punto di vista che si vuole privilegiare, ma il risultato non cambia: è un progetto che mette in primo piano gli aspetti sociali.

Nasce da tre amici con esperienze diverse, Massimo Radaelli, 45 anni, ingegnere elettronico in una multinazionale americana prima che chiudesse, Andrea Vezzoli, educatore, e Davide Minola, occupato in precedenza nella cooperazione sociale e nel sindacato. Hanno fondato la cooperativa nel dicembre 2014 ed oggi contano su una quindicina di altri soci. «Non è una cooperativa di consumo, non serve la tessera per fare acquisti – precisa Radaelli -. Ciborobico è un negozio, ma lo pensiamo soprattutto come uno strumento: per far conoscere il buon cibo che viene prodotto a Bergamo e per aiutare ragazzi che vivono situazioni di fragilità nel loro primo approccio al mondo lavoro». La fascia è quella tra i 16 ed i 19 anni, effettuano tirocini nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro o percorsi di inserimento lavorativo. «Solitamente le cooperative sociali si occupano di assemblaggio meccanico o pulizie – prosegue -, con questo progetto abbiamo voluto offrire un’alternativa, la possibilità di conoscere diversi aspetti del lavoro. Accompagniamo i ragazzi nei loro primi passi, aiutandoli a capire le loro inclinazioni, a scrivere il curriculum, a cercare le opportunità di lavoro, a sostenere un colloquio, costruendo un percorso ad hoc per ognuno».

Sugli scaffali la scelta è il più possibile a chilometro zero, compatibilmente con la stagione per il capitolo frutta e verdura, che è comunque sempre biologica. Poi ci sono i formaggi (della Val di Scalve, Val Imagna, l’agrì di Valtorta Presidio Slow Food), il latte, le farine del mulino di Cerete, il mais rosso di Rovetta, marmellate, sughi, pane a lievitazione naturale, il miele dell’apicoltura Grisa che ha sede proprio al Villaggio degli Sposi. E ancora vini e birre artigianali. Non mancano le serate per far conoscere prodotti e produttori, che spesso e volentieri vanno oltre la semplice degustazione e diventano veri e propri momenti culturali e di approfondimento.

Il negozio vuole essere un punto di riferimento per chi cerca alimenti locali di qualità, ma si sta rivelando anche un servizio per il quartiere. «Abbiamo prodotti buoni ma non siamo una gioielleria – conclude Radaelli -, i prezzi sono accessibili e si sta facendo avanti anche per la spesa di tutti i giorni l’idea di preferire un formaggio tipico a quello industriale».

LIBRERIA SPAZIO TERZO MONDO

La voce dei libri portata nelle scuole e nelle manifestazioni

Giorgio Personelli con l'attrice Anna Bonaiuto che ha aperto l'edizione 2016 di Fiato ai Libri
Giorgio Personelli con l’attrice Anna Bonaiuto che ha aperto l’edizione 2016 di Fiato ai Libri

La libreria Spazio Terzo Mondo di Seriate è un esempio di longevità ma soprattutto di capacità di reinventarsi in un settore colpito più di altri dalla crisi, dalla distribuzione organizzata e dai nuovi canali di acquisto. È stata premiata nella sezione “Arte di Valore” dedicata a chi promuove l’arte nelle sue diverse forme. «Difficile resistere solo vendendo libri – annota Giorgio Personelli, uno dei sei soci che compongono l’attuale assetto aziendale della libreria, aperta nel 1984 -, per questo abbiamo rivolto sempre più la nostra attività all’esterno e integrato servizi e proposte».

È la libreria, per citare l’iniziativa più nota, che cura la direzione artistica del festival Fiato ai Libri, ricco cartellone di letture con attori e autori di grande livello organizzato con i sistemi bibliotecari e giunto quest’anno all’11esima edizione. Con il trasferimento, 11 anni fa, nella nuova sede in via Italia si è inoltre dotata di un bistrot che offre cibi, vini e birre selezionati e di spazi, compreso un giardino, dove organizzare serate ed eventi.

spazio-terzo-mondo«Siamo sei soci, potrebbe sembrare che siamo in tanti, invece siamo tutti impegnati a tempo pieno, ognuno nell’area di competenza: la somministrazione, la gestione della libreria e l’attività in esterno, che è quella che ci impegna di più – evidenzia Personelli -. In pratica non c’è un giorno in cui non siamo presenti in una scuola o una biblioteca della Bergamasca, ma anche fuori provincia, con iniziative legate ai libri e alla lettura rivolte agli studenti delle medie e delle superiori: è parte integrante del nostro lavoro. Certo le ore non si contano, siamo aperti con orario continuato dalle 9 alle 19.30, il venerdì e sabato fino alle 24 e poi ci sono tutte le iniziative. Partecipiamo anche manifestazioni, rassegne e festival, siamo una vera libreria di territorio, che intreccia collaborazioni in tutti i sensi, sviluppa progetti, collabora con i diversi soggetti».

MOGI CAFFÈ

Arte, letteratura e aggregazione attorno a una tazza di caffè

Monica e Gianluigi Forcella
Monica e Gianluigi Forcella

Anche Mogi Caffè è stata premiata nella categoria “Arte di Valore”. Fondata nel 2007 dai fratelli Monica e Gianluigi Forcella, la torrefazione ha sede in via Moroni a Bergamo ed ha tra i propri obiettivi non solo offrire miscele per un ottimo espresso a bar e caffetterie, ma anche creare relazioni salde e durature con i luoghi in cui è presente, optando per una politica di marketing che fa della letteratura, dell’arte e della cultura i propri valori fondativi e distintivi. «Mogi Caffè – spiega Monica Forcella – si è sempre impegnata a sostenere quelle manifestazioni che “aprissero” al territorio contenuti ad alto valore aggiunto (umano, letterario, artistico, aggregativo) soprattutto quando tali manifestazioni erano al loro esordio e quindi necessitavano di fiducia ed incoraggiamento oltre che di un fattivo supporto economico».

Nel 2012 nasce così l’idea di sponsorizzare la redazione itinerante “l’Eco Cafè” del quotidiano cittadino, che sino ad ora a collezionato 61 tappe in piazze e centri storici. Negli anni 2009 e 2010 l’azienda ha sostenuto, in veste di main sponsor, le prime due edizioni del festival della letteratura “Presente Prossimo”, promuovendo l’incontro tra autori e pubblico negli auditorium delle biblioteche della Bergamasca e nelle scuole, trasformando la letteratura individuale in letteratura collettiva, in luoghi solitamente orfani di tali occasioni (biblioteche di piccoli paesi o collocate in zone difficilmente raggiungibili). «La cultura è per tutti, di tutti, tramite questi appuntamenti Mogi ha voluto che fosse anche accessibile a tutti», sintetizza la titolare.

Per quanto riguarda l’arte, nel 2010 ha aderito alla prima edizione del progetto “The Blank: Bergamo modern and contemporary art”, il cui scopo è la promozione dell’incontro tra arte contemporanea e pubblico mettendo in rete tutte le gallerie, i musei, le istituzioni pubbliche e private, gli artisti ed i project spaces presenti sul territorio bergamasco, diventato una tappa obbligata di formazione per i giovani professionisti.

Ha anche sostenuto Made in Bergamo, associazione di giovani designer, architetti e creativi bergamaschi, negli eventi di auto-promozione sia sul territorio – animando il Sentierone per tutto il 2012 ed il 2013 – che all’estero (Londra e New York), offrendo quelle occasioni di visibilità che le nuove leve faticano a trovare.

«Abbiamo sostenuto il territorio valorizzando gli attori stessi del territorio – riassume Monica Forcella -: comuni cittadini che sono ritornati a “vivere” i loro paesi, artisti, amanti della letteratura e creativi indipendenti, utilizzando a tal fine il caffè quale naturale “aggregante”».

https://www.youtube.com/watch?v=PdYWw6CxvCs




La Rsu della Camera di Commercio: “La riforma del sistema va cambiata”

La Camera di Commercio di Bergamo
La Camera di Commercio di Bergamo

La Rsu della Camera di Commercio di Bergamo chiede un tempestivo e mirato intervento sindacale per cambiare la riforma del Sistema camerale. In una lettera, firmata da Cinzia Tribbia, Maurizio Gualandris, Carolina Cugnetto,  Nadia Gaglio, Stefania Manzoni, Eleonora Vavassori e Raimondo de Vivo, la Rsu  ricorda “come il 25 agosto scorso il Governo, con l’approvazione in via preliminare dello schema di decreto legislativo di riforma del sistema camerale, sia intervenuto con una scure normativa”, disponendo tra l’altro:

  • la riduzione delle sedi delle Camere di Commercio, che passeranno da 99 a 60, con una sola sede per le nuove Camere; di fatto un dimezzamento degli enti camerali e una perdita di contatto con il territorio produttivo, indispensabile per un rilancio delle economie locali; questo, in contrasto con quanto affermato nelle relazioni accompagnatorie allo stesso decreto di riforma (favorire la ripresa economica con una pubblica amministrazione più vicina ai cittadini) e in conferenza stampa del Governo
  • la conferma della riduzione del diritto annuale nella misura del 50% rispetto al 2014 a decorrere da gennaio 2017. Il 50% viene individuato, nelle relazioni accompagnatorie, come misura minima di riduzione, e quindi passibile di ulteriore riduzione, cosa insostenibile per la maggior parte degli enti camerali
  • la riduzione dei costi del personale e del personale, compresa la riduzione dei fondi per la contrattazione collettiva decentrata integrativa, con possibili mobilità fra le nuove Camere di Commercio e in altre Pubbliche Amministrazioni, fino ad arrivare al collocamento in mobilità per 24 mesi all’80% dello stipendio
  • l’Unioni Regionali quali enti facoltativi e non più obbligatori
  • la dismissione del patrimonio immobiliare non più essenziale

“Il decreto – ricorda la Rsu – richiama la condizione del personale delle Unioni e delle Aziende speciali ma tace su quello alle dipendenze delle società in house del sistema camerale. Va anche a riformulare le funzioni e i compiti delle Camere di Commercio: su questo punto la scrivente RSU è solo marginalmente d’accordo sulle disposizioni di riforma, in quanto detta riformulazione, che intenderebbe riqualificare e ammodernare gli enti presenta in realtà punti di incertezza e confusione: per fare solo un esempio, non sono ben chiari il significato e le conseguenze della riforma in materia di risoluzione delle controversie (organismi di mediazione e arbitrato). Va inoltre precisato che le diverse nuove funzioni attribuite sono a costo zero e non comportano entrate per le Camere: questo potrebbe anche essere accettabile se non fosse che le Camere sono già duramente colpite dalla pesante riduzione del diritto annuale”.

Precisato tutto questo, la Rsu della Camera di Commercio di Bergamo chiede  alle organizzazioni sindacali che si facciano portavoce di un immediato e coordinato intervento al fine di:

  • mantenere le sedi territoriali delle Camere di Commercio accorpate, in modo che gli accorpamenti non compromettano il necessario e indispensabile contatto degli enti con il territorio e con le imprese che lo vivono, e in modo che il personale non sia costretto a trasferimenti anche di lungo chilometraggio che, oltre a risolversi in un disagio notevole sulla qualità della vita, darebbero luogo a una sostanziale diminuzione di stipendio a fronte dei costi di trasferimento
  • bloccare la riduzione del diritto annuale al 40%, così come è attualmente. Un’elevazione al 50% della riduzione non sarebbe infatti sostenibile per la maggior parte degli enti camerali e ciò causerebbe ulteriori disservizi alle imprese
  • far rimanere il personale camerale sui territori, sia pure con la massima disponibilità a reinventarsi professionalmente al fine di offrire i nuovi servizi alle imprese previsti nel decreto di riforma, ma è necessario che venga mantenuto un contatto umano, vivo e immediato con il tessuto imprenditoriale delle proprie zone economiche di riferimento
  • salvaguardare gli attuali livelli occupazionali degli organismi di tutto il sistema camerale (personale delle camere di commercio e delle relative aziende speciali), società in house comprese;
  • non considerare le Unioni Regionali enti facoltativi, perché costituiscono un raccordo essenziale e territoriale delle Camere di Commercio nelle proprie Regioni

Chiede, oltre alla manifestazione del 29 settembre, che vengano messe in atto azioni sindacali forti e decise, atte a contrastare il decreto che diventerà attuativo a fine novembre.

“Vogliamo essere noi lavoratori del sistema camerale – si legge nella nota – , insieme a voi, a decidere quale sarà e che forma avrà il nostro futuro professionale, che non può essere descritto e identificato con le sole parole “riduzione, rideterminazione, mobilità, trasferimenti, razionalizzazione”. Queste non sono le parole di un sistema che cresce ma di un sistema che viene fortemente penalizzato a tutto danno delle imprese italiane e dei lavoratori. A questo proposito sottolineiamo che non siamo assolutamente d’accordo con quanto affermato dal Presidente Unioncamere Nazionale (Lo Bello) nel documento del 26 agosto, nel quale la riforma camerale viene positivamente definita “un passaggio determinante di un percorso di modernizzazione che rafforzerà il sistema delle camere di commercio italiane”, senza traumi per il personale. Non è così. I lavoratori del sistema camerale vengono pesantemente colpiti, e non sono stati i primi né saranno gli ultimi lavoratori pubblici a subire riforme irragionevoli che sostanzialmente riducono gli stipendi fermi tra l’altro da 7 anni. Noi vogliamo, con voi, fermare questa tendenza, perché la Pubblica Amministrazione sia ciò per cui è nata: un imprescindibile riferimento per tutti i cittadini e le imprese del nostro Paese, perché noi siamo lo Stato e lo Stato per chiamarsi tale deve valorizzare e far crescere la Pubblica Amministrazione, non mortificarla come sta accadendo in questi ultimi anni”.

 

 




Anche l’Ascom all’incontro sull’efficienza energetica 2.0

energia-solareL’idea di efficienza sta al centro dello sviluppo del sistema produttivo, dei servizi del prossimo futuro e dei cambiamenti globali in atto a cui le imprese dovranno dare risposte. Essere efficienti significa saper arrivare a una produzione sempre più precisa flessibile, dinamica e qualitativamente alta. Significa ridurre i cicli innovativi e i margini di errore, abbattere il time to market, rispondere alle esigenze dei clienti con soluzioni di massa personalizzate. Dell’efficienza assoluta propria della Rivoluzione 4.0, quella energetica è l’elemento primo, fondante. Un miglior uso delle risorse è la base solida da cui partire per costruire i progetti più innovativi, per far crescere il proprio business, per rispondere con prontezza alle nuove sfide. Per generare valore aumentando la competitività. Energy Efficiency 2.0 On Tourin programma il 21 settembre, dalle 14, nella sala Giunta di Confindustria Bergamo – si pone l’obiettivo di affrontare, con il supporto di esperti del settore, una serie di tematiche in grado di trasferire conoscenza e formare in modo diretto organi decisionali delle imprese italiane. Creando al tempo stesso occasioni di networking per i soggetti del territorio che potranno, a valle dell’incontro, trovare motivi concreti di collaborazione.

Dopo lo scenario che verrà tratteggiato da Giacomo Angeloni, assessore all’Innovazione del Comune di Bergamo e da Federico Frattini, professore Energy Strategy Group MIP al Politecnico di Milano, è in programma il “Focus PMI”: parleranno Giancarlo Losma, presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Bergamo, Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo. Sulle “Soluzioni per la competitività” interverranno Avvenia – EOS Consulting – Vendor e Gianluigi Piccinini, presidente Ressolar. Alle 16,30 si terrà iul Focus sulla grande industria con interventi del Consorzio Intellimech, di Flavio Bregant, direttore Generale Federacciai, Giorgio Mottironi, Chief Strategic Officer Avvenia e Andrea Casalgrandi, Responsabile Marketing & Comunicazione Sorgenia. Le conclusione sono affidate ad Armando De Crinito, direttore Generale Vicario Ambiente Energia e Sviluppo Sostenibile della Regione Lombardia.

 




Negozi di Valore, la cinquina vincente di Bergamo

Dei 22 “Negozi di Valore” lombardi, ben cinque sono bergamaschi. I loro dossier sono stati infatti premiati tra le 138 candidature al concorso “Negozi di Valore” promosso da Regione Lombardia per valorizzare la capacità delle attività commerciali di generare attrattività, grazie a iniziative di marketing, a strategie di vendita innovative o per la capacità di dare valore pubblico alla propria funzione.

Sono il panificio Fratelli Marchesi di G. Battista, con sedein via Borgo Palazzo a Bergamo  e altri due punti vendita in piazza Pontida e nel quartiere di Boccaleone (che si è classificato il 5° posto), l’Ottica Skandia, sempre in via Borgo Palazzo a Bergamo (15° posto), Why not – Cooperativa sociale Onlus che gestisce il negozio Ciborobico di via Promessi Sposi a Bergamo (16° posto), la libreria Spazio Terzo mondo di Seriate (17° posto) e Mogi Caffè di via Moroni a Bergamo (18° posto).

Il concorso era suddiviso in dieci categorie: Filiera di Valore, Shopping di Valore, Distretti di Valore, Brand di Valore, Innovazione di Valore, Legacy di Valore, Start up di Valore, Impegno sociale di Valore, Ecosostenibilità di Valore e Arte di Valore.

I negozi bergamaschi sono stati premiati come Legacy di Valore l’Ottica Skandia, Brand di Valore il Panificio Marchesi, Start up di Valore la Cooperativa Why not e Arte di Valore la Libreria Terzo mondo e Mogi Caffè.

A seconda del piazzamento, i 22 vincitori si sono aggiudicati premi da 8mila a 2mila euro e parteciperanno alle iniziative di promozione legate al concorso. Saranno premiati in occasione di un evento a loro dedicato che si terrà il prossimo 20 ottobre al Palazzo della Regione.




La pausa pranzo? In macelleria. A Nembro la nuova formula è un successo

macelleria-algeri-nembro-24Ebbene sì, con qualche ritocco e tanta voglia di mettersi in gioco, anche un piccolo negozio tradizionale può diventare una meta golosa e seguire una delle tendenze più in voga del momento, quella dei piatti espressi, specializzati e senza troppi fronzoli, come insegnano street food, hamburgerie, gastronomie regionali, etniche, vegetali e via con le formule. Solo che non siamo a Milano e nemmeno in centro città o in un moderno complesso commerciale, ma a Nembro e per di più in una zona defilata. E su format, ambienti studiati e strategie di marketing vincono schiettezza e semplicità.

Tipico esempio di casa con bottega, nessuna insegna, in via Marconi, poco distante dal vecchio ponte che collega con la sponda sinistra del Serio, “La Macelleria dei fratelli Algeri” è difficile persino da individuare se non la si sta cercando. Eppure in poco tempo è diventata un’apprezzata alternativa per il pasto di mezzogiorno o della sera (ma senza fare tardi, la chiusura è alle 22). Ha infatti cominciato a cucinare le carni del proprio bancone e ad offrire la possibilità di consumarle su alcuni tavoli a disposizione all’interno e all’esterno del negozio. Una modalità sancita lo scorso anno dalla Regione Lombardia, che permette il consumo non assistito di piatti di produzione propria anche nelle piccole attività commerciali, come macellerie e pescherie, estendendo un’opportunità già prevista per il settore artigianale, dalla pizza d’asporto alla gelateria.

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Da sinistra: Enrico, Maria, Elio e Antonio Algeri

«È cominciato quasi per caso – ricorda mamma Maria -. Proprio qui di fronte la Persico (la nota azienda di stampi ndr.), nei primi mesi del 2015, ha effettuato la riparazione di una delle imbarcazioni della Volvo Ocean Race. C’erano diversi addetti ma mancava un servizio per la pausa pranzo. Ha iniziato un signore a chiederci di preparare un panino, dopo qualche giorno gli abbiamo proposto un piatto di roastbeef, giusto per cambiare un po’. E i colleghi a domandargli da dove provenisse. Le richieste si sono moltiplicate, anche dalle aziende vicine». Dopo l’estate il negozio si è strutturato per offrire oltre al take away e alle consegne a domicilio qualche posto a sedere. «Avevamo già realizzato la cucina perché volevamo proporre alcuni piatti pronti – prosegue – ma abbiamo scoperto che c’era anche l’esigenza di fermarsi a mangiare e ci siamo organizzati». Richiesta in Comune, bagno accessibile ai disabili, le tasse per l’uso del parcheggio pubblico alcuni degli adempimenti e delle spese, non proprio irrisori, che sono stati necessari per dare alla bottega il suo nuovo volto.

Il sistema è rigorosamente self service. Il cliente entra, dà un’occhiata al banco, ordina, prende posto. Tovagliette di carta, posate e bicchieri usa e getta sono a disposizione su un tavolino insieme ai condimenti. Acqua, bibite, birra e vino si prendono dal frigo. Quando il piatto è pronto il macellaio chiama e lo si ritira. È buona norma sparecchiare.

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«Tutto è preparato al momento con grande semplicità ed è proprio questo che piace», spiega Enrico Algeri, 50 anni, che con il fratello Antonio, 49, rappresenta la terza generazione dell’attività, dopo il nonno, che ha aperto nel ’57 a Gavarno, per trasferirsi nel ’59 nella sede attuale, e papà Elio, in macelleria da una vita. La griglia fa la parte del leone ed è pronta ad accogliere il taglio preferito. Costata, filetto, tagliata, spiedini e ancora salamelle e petto di pollo, che possono finire anche in mezzo ad un panino. Come gli hamburger, tra i più gettonati. Il panino classico è fatto con due medaglioni da cento grammi l’uno, la versione maxi con uno o più “dischi” da 250 grammi. Oppure ci sono i piatti freddi, tartare, carpacci, roastbeef, carne salata. Chi vuole aprire con un antipasto (ma la tendenza è per un solo piatto) può optare per salumi (alcuni sono preparati in proprio) e formaggi. Per contorno patatine fritte, verdure grigliate e insalate. Insomma, nessuna divagazione dal tema carne e un’attenzione alla scelta locale per i “complementi”. Il pane è del fornaio del paese che utilizza la farina del progetto “Qui Vicino”, i formaggi provengono dal monte Farno, da Gorlago quelli di capra. «Non siamo cuochi – precisa Enrico -, ci limitiamo a cucinare i nostri prodotti, a far provare la nostra carne. Ma è proprio qui che probabilmente sta la differenza. Siamo specializzati, macelliamo noi ed acquistiamo le carni da piccoli allevatori, che hanno anche solo qualche capo e con i quali abbiamo un rapporto consolidato. Ci riforniamo qui in zona, Albino, Pedrengo, Calcinate, arriviamo al massimo a Zanica, Cologno, Cenate e Trescore. Sappiamo dove crescono gli animali, come vengono allevati. Alla fine questo si sente nel piatto e non c’è bisogno di grandi preparazioni o ricette». Anche se, per la verità, qualche specialità la propongono, come la “brascada”, un panino farcito di carne, cipolle e prosciutto crudo della tradizione valenciana che hanno rivisto in chiave bergamasca, utilizzando formaggio del Farno e pancetta fatta in casa. Da provare.

macelleria-algeri-nembro-tagliata-rit«La scelta di diversificare non è stata dettata da una flessione dell’attività della macelleria – precisa papà Elio -, continuiamo ad avere un buon giro di clientela, anche perché siamo conosciuti. Volevamo però costruire un’opportunità per la nuova generazione. Certo ora è impegnativo seguire macello, vendita e cucina, ma così ci sarà spazio anche per i nipoti». Il primo è Sebastiano, 20 anni, già al lavoro in bottega. «E poi le due attività si aiutano a vicenda – aggiunge Elio -. Se i clienti si fermano a mangiare possiamo parlare di più, migliorare il rapporto, raccontare meglio cosa facciamo. Le vendite sono migliorate».

In accordo con il principio della normativa, l’atmosfera è talmente libera e informale che un cliente affezionato alla costata arriva con le proprie posate, per non accontentarsi di quelle di plastica, qualche compagnia porta il proprio vino e alcuni piatti nascono al momento. «Un cliente un giorno ha visto il fegato nel banco ed ha chiesto quello, un altro ha voluto la salsiccia con le cipolle – rileva Enrico –, è un periodo in cui si guarda più cosa c’è nel piatto che a ciò che ci sta attorno». Ma anche il prezzo gioca la sua parte. I ricarichi sono contenuti e così per una tagliata da 200 grammi si spendono 7-8 euro, per l’hamburger maxi 8 euro, per quello standard con patatine e bibita 6 euro. L’attività è aperta dalle 8 alle 14 e dalle 15.30 alle 22.




Bonus 18enni, così librai e cartolai possono accreditarsi

librai sticker 18appPer i diciottenni è scattata l’operazione cultura e librai e cartolai hanno la possibilità di presentare le proprie proposte iscrivendosi al sito www.18app.it.

Il bonus cultura di 500 euro, che il Governo ha messo a disposizione dei ragazzi che compiono i 18 anni nel 2016, nati perciò nel 1998, può essere utilizzato per acquistare libri, anche scolastici, e biglietti di teatro, cinema, musei, mostre.

I ragazzi, una volta registrati sull’app, troveranno veri e propri negozi virtuali presso i quali fare acquisti. Il sito, operativo da ieri sera, ha iniziato a popolarsi di offerte.

Gli esercenti che intendono parteciparvi devono accreditarsi al portale 18app e da lì gestire tutte le fasi – dalla vendita alla fatturazione – degli acquisti fatti con il bonus cultura.

Il bonus si potrà utilizzare oltre che online anche fisicamente (il sistema permetterà di generare un codice-buono legato al nominativo di ogni ragazzo e che sarà riconosciuto automaticamente in negozio). Per consumare tutti i 500 euro, i ragazzi avranno tempo sino alla fine del 2017.

«È un’opportunità che i nostri librai e cartolai non devono perdere – affermano Cristian Botti e Giorgio Lazzari, rispettivamente presidente e segretario del Gruppo Librai di Ascom Confcommercio Bergamo -. È un’occasione per incrementare le vendite e una vetrina per farsi conoscere. Per questo invitiamo i nostri associati ad aderirvi secondo le modalità definite dal Governo. La nostra Associazione rimane un punto di riferimento e di aiuto per chiarire ogni dubbio a chi deciderà di aderire all’iniziativa».

Per informazioni su come accedere e registrasi al portale è possibile contattare la segreteria del Gruppo librai di Ascom allo 035 4120202.




Contributi per la sicurezza dei negozi, scatta il bando. Ecco cosa c’è da sapere

Si apre martedì 20 settembre il bando “Impresa Sicura”, che permette ai commercianti e agli artigiani lombardi di ricevere fino a 5.000 euro di contributo a fondo perduto per sostenere l’acquisto e l’installazione di sistemi innovativi di sicurezza nelle loro attività. La misura, finanziata dalla Regione e dal Sistema camerale, mette complessivamente a disposizione oltre 2 milioni di euro, in particolare per le pmi del commercio, della ristorazione, somministrazione e produzione artigiana con vendita. L’obiettivo è duplice, sostenere da un lato le micro e piccole imprese commerciali e artigiane nella realizzazione di investimenti innovativi per l’incremento della sicurezza, proteggere dall’altro le imprese e i consumatori dai fattori di rischio che si sono registrati negli esercizi di vicinato anche a seguito del perdurare della crisi economica

Per facilitare l’accesso a questo, come per altri bandi a favore del commercio e del terziario, l’Ascom di Bergamo offre il servizio di assistenza dello Sportello del Credito, curato dalla cooperativa di garanzia Fogalco (responsabile del servizio Matteo Milesi, tel. 035 4120231).

Ecco cosa c’è da sapere

DOTAZIONE

2.030.000 euro, di cui 515.000 messi a disposizione dalle Camere di Commercio lombarde

BENEFICIARI

MICRO E PICCOLE IMPRESE
  • COMMERCIO AL DETTAGLIO ABBIGLIAMENTO, CALZATURE
  • TABACCAI
  • FARMACIE
  • OROLOGERIE E GIOIELLERIE
  • PROFUMERIE
  • DISTRIBUTORI BENZINA
  • ERBORISTERIE
  • BAR E RISTORANTI
  • NEGOZI DI TELEFONIA
  • ORAFI (ARTIGIANI)
  • CONFEZIONI ABBIGLIAMENTO, PELLE (ARTIGIANI)
ALERT! SLOT MACHINE

Per accedere al contributo, le imprese che detengono apparecchi per il gioco d’azzardo lecito devono impegnarsi formalmente con autodichiarazione ai sensi del DPR 445/2000, a rimuovere, alla scadenza del contratto di installazione stipulato con il concessionario, gli apparecchi per il gioco d’azzardo lecito eventualmente detenuti – a qualsiasi titolo – e non possono procedere con nuove installazioni dalla data di presentazione della domanda di contributo e per i successivi tre anni dall’erogazione del contributo.

TIPO DI CONTRIBUTO

A fondo perduto al 50% fino a 5mila euro. Investimento minimo mille euro (per un contributo, quindi, pari a 500 euro)

SPESE AMMISSIBILI

  • VIDEO ALLARME E VIDEO SORVEGLIANZA
  • BLINDATURE, SISTEMI ANTI INTRUSIONE, SERRANDE, SARACINESCHE, VETRINE E PORTE ANTISFONDAMENTO
  • CASSEFORTI
  • SISTEMI DI PAGAMENTO ELETTRONICI, RILEVAZIONE BANCONOTE FALSE
  • ANTI TACCHEGGIO
  • ILLUMINAZIONE NOTTURNA ESTERNA
  • AUTOMAZIONE NELLA GESTIONE DELLE CHIAVI

PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE

Dalle ore 9 del 20 settembre 2016 fino alle ore 16 del 15 dicembre 2016. ESclusivamente tramite il sito di Unioncamere http://webtelemaco.infocamere.it

>>IL BANDO NEL DETTAGLIO

 




La crisi dei consumi è strutturale. Ora serve una vera scossa

di Oscar Fusini*

Quello che era sotto gli occhi di tutti, alla fine, ha trovato conferma nei primi dati ufficiali. Almeno per i consumi, la nostra è risultata un’estate “gelata”. Ad eccezione del turismo, delle immatricolazioni automobilistiche e dei consumi fuori casa, in tutti gli altri settori le vendite hanno segnato il passo. Anche a settembre, complice il prolungato tempo estivo, gli acquisti non sono ripartiti. Secondo lo studio di Confcommercio “Nota sui consumi delle famiglie, le spese obbligate e la povertà assoluta in Italia”, diffuso ieri, nei primi sette mesi di quest’anno l’Indicatore dei consumi segnala solo un timido +0,7% rispetto al +1,2% dello stesso periodo dell’anno scorso. A questi ritmi non si può certo parlare di ripresa. Altrimenti, dopo sette anni consecutivi di perdite a doppia cifra, possiamo immaginare un recupero solo nel quarto Millennio. La situazione economica coincide con il quadro del mercato bergamasco, anch’esso profondamente colpito dalla crisi nei redditi e nell’occupazione.

fiscoIl cambiamento è avvenuto in profondità. Perché se alle continue “ripresine” seguono immancabili le fasi di stagnazione, come quella che stiamo attraversando, non si può certo definire “congiunturale” la crisi dei consumi. È, piuttosto, il frutto di un’evoluzione, ormai consolidata, della nostra società. Pertanto, servono misure concrete e di effetto che ci facciano uscire dal circuito vizioso. Servono azioni forti, ovviamente. Non è sufficiente evitare gli aumenti dell’Iva, occorre, al contrario, agire coraggiosamente sulla riduzione dell’Irpef, lasciando ai consumatori risorse da destinare ai consumi. Del resto, in un sistema ormai incapace di creare ricchezza, l’unica via per rilanciare i consumi – non smetteremo mai di sostenerlo – è quella di ridurre la spesa pubblica improduttiva e, contestualmente, abbassare le tasse, lasciando così qualche euro in più nelle tasche degli italiani. Questo non farebbe bene solo ai consumi, quindi al commercio e al numero dei suoi addetti, ma anche agli investimenti che potrebbero essere rilanciati per creare nuova ricchezza. Non sono solo i numeri a preoccuparci, ma anche le tendenze che essi esprimono. Basti pensare che l’acquisto di prodotti alimentari è sceso dal 17% al 14% della spesa pro capite in vent’anni (dal 1995 al 2015). Questo ha visibilmente impattato sia sulla spesa quotidiana sia sul carrello mensile, che è il tradizionale specchio della spesa degli italiani e dei bergamaschi.

Il cambio di abitudini ha favorito – con la crescita di due punti percentuali nella struttura della spesa – alcuni nostri comparti del terziario, come alberghi, bar e ristoranti, che, pur nell’esplosione del numero degli esercizi, hanno goduto, e godono, delle tendenze alla crescita del turismo e dei consumi fuori casa. L’incremento maggiore è stato però registrato dalle spese per le abitazioni (acquisto e affitti), oltre alle utenze (gas, luce e acqua) cresciute di oltre il 5,5%. È un’escalation che ci preoccupa. Un po’ perché nelle utenze a guadagnare è ancora lo Stato con il suo prelievo massiccio, un po’ perché queste spese incomprimibili tolgono risorse al commercio. La spesa in questi anni s’è modificata: sempre meno merci, sempre più servizi, invisibili e intangibili. I numeri parlano chiaro: gli acquisti di prodotti pesano sempre meno (dal 46% della spesa nel ‘95 al 38% nel 2015) mentre i servizi predominano. Quest’ultimi, nel processo di terziarizzazione, non sono tutti uguali e non sono cresciuti nello stesso modo.

Gli acquisti di servizi in vendita o commercializzati (bancari, assicurativi, telefonici ecc.) sono passati dal 17,4% del ‘95 al 21,3% del 2015 mentre sono addirittura esplosi quei servizi obbligati, non commercializzati e spesso erogati in regime di monopolio (in un decennio sono passati dal 36,5% 40,7% della spesa) come affitti, gas, luce elettricità e carburanti. Sebbene i prezzi di benzina e gasolio siano scesi negli ultimi due anni, hanno di fatto costituito una delle più grandi batoste dell’ultimo ventennio per le tasche dei consumatori con l’aggravio che i proventi sono finiti ai paesi produttori e alle multinazionali distributrici e non ai nostri poveri benzinai! Per non dimenticare, poi, la crescita vertiginosa del gioco d’azzardo, altro sistema che drena risorse dalle famiglie ai concessionari e allo Stato.

Un altro fenomeno analizzato dallo studio di Confcommercio è l’evoluzione della povertà assoluta nel nostro Paese, ovvero l’aumento del numero del numero di persone e famiglie che non sono più in grado di comprare un paniere di beni e servizi considerati di sussistenza. Ebbene, il numero di queste persone è raddoppiato in dieci anni. Solo nel Nord Italia le famiglie sono passate da 274mila a 613mila pari a un numero di persone povere da 588mila a 1.843.000. Quasi il 7% degli abitanti del ricco Nord Italia è in condizione di assoluta povertà! Se l’impatto sociale è devastante per i diretti interessati, chiamati ad una vita di privazioni, lo è anche per la nostra società che resta ricca e spesso sprecona. Il fenomeno è allarmante, giusto per stare in tema, anche sulla società dei consumi, perché la concentrazione della ricchezza cozza con quel sistema diffuso di crescita e distribuzione della ricchezza che ha garantito il boom economico italiano ed aumenta ancor di più la spirale “minori consumi minore economia reale” a favore di un’economia solo finanziaria.

*direttore di Ascom Confcommercio Bergamo




Aprire un bar, dieci regole per non sbagliare

Aprire un bar? Più facile a dirsi che a farsi. Per qualcuno può essere un’ancora di salvezza dopo aver perso il lavoro, per altri la realizzazione di un sogno. La possibilità di veder nascere e crescere un progetto proprio, di lavorare a contatto con le persone, in un settore piacevole come quello del tempo libero, può essere in effetti allettante. Tuttavia, buttarsi nella mischia senza una professionalità alle spalle può rivelarsi un serio azzardo. La concorrenza è considerevole e il mercato oggi non perdona chi s’improvvisa.

Secondo i dati forniti dall’Ascom, a Bergamo oggi ci sono 2.640 bar, di questi 385 solo in città. Da maggio a giugno di quest’anno hanno aperto 77 attività e 47 hanno chiuso. Solo nel mese di luglio sono nate ben 17 nuove insegne e 12 sono sparite. Numeri che danno l’idea della “precarietà” del comparto.

Il consiglio, quindi, è di analizzare il mercato e progettare con cura la propria attività. Per facilitare il compito la rivista Affari di Gola ha stilato la lista delle dieci regole da seguire per partire con il piede giusto, dall’idea allo studio dei costi, dalla scelta della posizione alla promozione, compresi agli errori da non fare. Vi anticipiamo il decalogo, rimandandovi per i dettagli al mensile, in edicola e on line da oggi.

  1. AVERE UN’IDEA BEN DEFINITA

  2. FARE BENE I CONTI

  3. SCEGLIERE LA COLLOCAZIONE GIUSTA

  4. DIFFERENZIARSI DALLA CONCORRENZA

  5. TARGET E OFFERTA SU MISURA

  6. LA QUALITÀ VINCE

  7. CURARE LA VETRINA E L’INSEGNA

  8. SAPER ACCOGLIERE

  9. GESTIONE ANALITICA E PRECISA

  10. PROMOZIONE E SOCIAL NETWORK