Grumello, ennesimo supermercato. I commercianti: “Inutile parlare con l’Amministrazione”

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Non c’è pace per i negozianti del centro di Grumello del Monte. Dopo quattro mesi di cantiere e la chiusura a senso unico della strada principale affacciata sulla piazza, il commercio cittadino riceve un’altra “bastonata”. A distanza di poco tempo hanno aperto nella zona due supermercati, e presto nel nuovo centro commerciale dovrebbero essere inaugurati dei nuovi negozi. Tra gli esercenti, la rabbia lascia il posto allo sconforto. «Stanno aprendo un supermercato ogni cento metri. A maggio l’MD Discount, poche settimane fa il Penny Market. Ora sono tre a poca distanza l’uno dall’altro – dice Ivan Gottardi dell’alimentari Garbelli -. Noi abbiamo una clientela affezionata da tanti anni ma un giretto al Penny i nostri clienti lo fanno». «Gli affari hanno già risentito del senso unico della strada – spiega -. Ci siamo messi fuori dai negozi: se prima passavano cento auto ora ne passano 30 e soprattutto il sabato pomeriggio non vale quasi la pena lavorare. Senza contare la crisi generale dei consumi».

«Come comitato avevamo chiesto informazioni prima che aprisse il Penny, per sapere che tipo di supermercato fosse e se potevamo fare qualcosa per impedirlo. Ma ormai la decisione era stata presa» dice Ilary Belotti del Comitato Vivi Grumello, titolare del negozio di intimo Lullaby. Dopo la lotta fatta per impedire la chiusura a senso unico della strada, fatta a suon di manifesti che segnalavano la morte dei negozi, e l’ennesima richiesta inascoltata da parte degli amministratori, tra i commercianti è sopraggiunta la rassegnazione, anche se non mancano voci di forte dissenso nei confronti dell’amministrazione. «Non sappiamo nulla, né quando apriranno né che tipo di negozi saranno. Qualcuno ha detto Acqua e Sapone, altri Pittarello, ma non si sa nulla di certo. Siamo all’oscuro di tutto. Non ci resta che aspettare e vedere» dice Ilary Belotti.

 




Sagre, l’Ascom: “Bene la legge, ma ora la partita si sposta sui regolamenti comunali”

sagra2013.jpgSono state approvate dalla Giunta regionale le linee guida per la stesura dei regolamenti comunali per le sagre. I Comuni lombardi avranno a disposizione nuovi strumenti per valorizzare le vere sagre e ritrovare il giusto equilibrio fra il rispetto delle tradizioni, il principio della libera iniziativa e la tutela delle attività commerciali. «È una buona legge che coinvolge le Associazioni di categoria – commenta Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Sarà compito dei Comuni saperla interpretare e svolgere la funzione di vigilanza. Negli ultimi anni c’è stato un proliferare di spazi attrezzati di ristorazione all’aperto che fanno concorrenza agli operatori del settore. E’ stato necessario quindi intervenire sul tema come Associazioni di categoria per tutelare i nostri imprenditori della ristorazione, salvaguardando anche la tipicità delle sagre». Le novità più importanti approvate dalla Giunta riguardano l’obbligo per i Comuni di predisporre un elenco annuale delle fiere e delle sagre entro il 30 novembre. L’elenco dovrà essere successivamente caricato entro il 15 dicembre di ogni anno su un’apposita piattaforma informatica messa a disposizione da Regione Lombardia. Il nuovo strumento di pianificazione prevede il coinvolgimento delle Associazioni di categoria e, in caso di sovrapposizioni, introduce criteri di scelta che favoriscano le manifestazioni più longeve, con forti connotazioni tradizionali e che abbiano finalità di valorizzazione del territorio, del turismo e delle produzioni enogastronomiche locali. Inoltre le sagre devono rispettare la normativa igienico-sanitaria, di sicurezza e fiscale; dotarsi di parcheggi e servizi igienici (anche per disabili), della relazione di impatto acustico e della raccolta differenziata dei rifiuti. Infine c’è la possibilità per i Comuni di limitare l’orario di svolgimento per motivi di ordine pubblico e sicurezza e di destinare parte della superficie interessata dalla sagra agli operatori in sede fissa o ambulanti. «La legge approvata – continua Fusini – ha in primo luogo introdotto la definizione di sagra come occasione aggregativa in cui la somministrazione di alimenti e bevande è temporanea, accessoria e non esclusiva. Inoltre la creazione di un calendario regionale permette di monitorare quanto il territorio offre, premiando la tipicità e la qualità dell’offerta. Ora la partita è sui Regolamenti comunali, a tutela dei clienti e di chi lavora e come freno a evidenti casi di concorrenza sleale. Se la legge stabilisce l’intervento delle Associazione, noi vogliamo collaborare attivamente con i comuni per trovare un giusto equilibrio tra la tutela delle imprese e le necessità del terzo settore».




Terziario, Fusini: «Ecco i punti deboli della nuova classe imprenditoriale»

SedeAscom_x_Giornalidi Oscar Fusini*

Più nascite e meno cessazioni. Un mix virtuoso che ha fatto registrare al terziario bergamasco una vera e propria accelerazione nel secondo trimestre di quest’anno. A fronte delle 383 nuove aziende avviate nei comparti del commercio, del turismo e dei servizi si sono infatti registrate “solo” 248 chiusure, dando corpo a un saldo positivo che enfatizza una tendenza già visibile e affermata da alcuni mesi. L’evoluzione è confermata anche dall’Osservatorio del credito di Confcommercio, che ha registrato, nello stesso periodo, un aumento del fabbisogno di credito finalizzato a nuovi investimenti e alla costituzione di nuove imprese. L’aumento del numero degli esercizi rappresenta indubbiamente un indice positivo. Significa nuova linfa agli investimenti ma, soprattutto, nuovi posti di lavoro. Dobbiamo ringraziare anche l’Expo? Probabilmente sì, perché le scelte di aprire oggi sono state pianificate mesi fa dagli imprenditori, intersecando il clima di euforia generato dall’Esposizione universale. Certo, oggi ci dobbiamo chiedere, alla luce dell’andamento dei consumi negli ultimi due mesi, quale effettiva realtà, sul piano delle vendite, stiano affrontando queste nuove imprese. Ci preoccupano le reali prospettive che hanno davanti. Perché non è sufficiente la proverbiale solidità delle famiglie bergamasche, servono più di tutto soldi e tempo per sorreggere gli investimenti e portarli a regime.

Tornando ai numeri, c’è un primo dato da focalizzare ed è quantitativo. 383 nuove attività nel secondo trimestre – notoriamente non il migliore per un avviamento – fanno circa 1.500 nuovi negozi in un anno, circa il 7% del totale delle imprese del terziario orobico. Allo stesso modo, 248 chiusure nello stesso periodo, generalmente quello dove meno frequentemente si abbassano definitivamente le serrande, fanno 1.200/1.300 cessazioni in un anno, circa il 5,5% del totale (una su venti di quelle esistenti). Ne deriva che il turn-over nei settori del terziario resta altissimo, con una stabilità poco soddisfacente. Questo non significa solo un vano dispendio d’investimenti, ma anche di competenze. Le attività commerciali infatti non si cedono più o, comunque, ciò avviene in minima parte rispetto al passato. In altre parole, il mercato si è rarefatto, con una decrescente domanda e scarsità di capitali disponibili ad essere investiti nel commercio esistente. Oggi le attività si aprono per lo più ex novo. Assistiamo alla nascita di negozi che mettono radici in immobili nuovi o, in alternativa, in locali sfitti. Nel giro di una ventina d’anni s’è ribaltato un percorso che vedeva il subentro come un solido pilastro della continuità aziendale: due attività del commercio su tre, in passato, venivano difatti cedute tra familiari o vendute a terzi. Ora la percentuale s’è completamente capovolta: solo un’attività su tre è frutto di un subentro. Questo significa che nei settori del terziario si assiste spesso alla chiusura definitiva di negozi e all’apertura di nuove attività da parte di soggetti diversi, non collegati. Con le chiusure però si disperdono, più che in passato, preziose competenze, mentre chi decide di gettarsi nella mischia lo fa senza un avviamento, con il mercato da conquistare e privo di affiancamento sulla potenziale clientela lasciata “libera” da chi ha chiuso i battenti.

Oscar Fusini
Oscar Fusini

Cambia anche il profilo di chi parte. Storicamente, il commerciante era una persona tra i 30 e i 40 anni che coronava, con l’apertura, il suo sogno di lavorare in proprio dopo una discreta carriera come dipendente o come coadiuvante familiare. Oggi la percentuale di giovani che iniziano subito come imprenditore è cresciuta di molto, mentre si registrano anche numeri significativi di persone che si rimettono in gioco oltre i 50 anni. Esperienze di auto-imprenditorialità legate spesso a evidenti difficoltà a trovare valide alternative nel mondo del lavoro. È vero che questi nuovi imprenditori sono spesso portatori di maggiore scolarità, molti – anche nei settori tradizionali – sono addirittura laureati. In generale il nuovo imprenditore possiede il diploma di scuola media superiore. Inoltre, soprattutto nei giovani, c’è una maggiore conoscenza ed utilizzo dell’informatica e delle nuove tecnologie con una propensione maggiore all’innovazione. Vantaggi, questi, di non poco conto in un mondo in cui l’informazione e la vendita passano attraverso canali digitali. Dall’altra parte, però, è altrettanto vero che non possiamo tacere un fattore non secondario: il nuovo imprenditore spesso possiede qualche limite nelle competenze imprenditoriali e nella preparazione tecnica. Il tutto mentre il consumatore è diventato più informato, attento e in grado di selezionare. La platea dei nuovi imprenditori che si sta affermando, almeno nei numeri, si sta quindi profondamente mutando. È ancora più bisognosa, rispetto al passato, di formazione. Le associazioni, come la nostra, che ci piace definire un “corpo intermedio vivo”, devono pertanto rafforzare i programmi di formazione e di accompagnamento dei nuovi imprenditori. Formazione che dovrà abbracciare, accanto allo sviluppo delle competenze trasversali – su cui abbiamo puntato negli ultimi anni, come marketing, comunicazione e tecniche di vendita tanto per citarne alcune – anche percorsi di addestramento tecnico e di aggiornamento, che oggi non vengono più garantiti dalla successione nel negozio.

* direttore di Ascom Confcommercio Bergamo




Commercio, turismo e servizi: a Bergamo 135 attività in più

Crescono le attività del terziario a Bergamo e in provincia. Nel secondo trimestre sono 135 in più rispetto al primo trimestre 2016.

Lo dice l’analisi dell’Ascom di Bergamo sui dati relativi alle aperture e chiusure delle insegne del commercio, della somministrazione, della ricettività e dei servizi. Dalla ricerca risulta che nel periodo compreso tra aprile e giugno 2016 hanno aperto 383 imprese del terziario, mentre le chiusure sono state 248.

L’andamento ha segno “più” in tutti i settori. Nei pubblici esercizi hanno aperto 85 tra bar, ristoranti e alberghi (per un saldo positivo di 37 unità), nei servizi le nuove attività sono state 94 (+15), nel commercio alimentare 46 (+14). L’incremento maggiore è stato nel comparto “non alimentare”, dove hanno aperto 108 attività (+42), mentre tra gli ambulanti le nuove iscrizioni sono state 50 (+27).

Per quanto riguarda le aree, tutte le zone della provincia hanno registrato un segno positivo, ad eccezione del raggruppamento “Valle Brembana e Imagna” dove aperture e chiusure sono andate in pareggio: sono nate 12 nuove e altrettante hanno abbassato la saracinesca. A Bergamo hanno aperto 76 attività (+24), nell’hinterland 68 (+18), nella Bassa bergamasca 76 (+27), in Valle Seriana e Scalve 48 (+15), nell’Isola Bergamasca 51 (+23), in Val Cavallina 30 (+15), in Valcalepio 22 (+13).

«I dati evidenziano la vitalità del terziario, con un aumento della natalità, che conferma quanto già rilevato nel trimestre precedente. Si stima che entro fine 2016 nasceranno 1.500 imprese, il 7% del numero complessivo di attività del terziario bergamasche, e ne moriranno circa 1.200 – afferma Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. È un turnover molto alto che ha elementi positivi e negativi. Tra i positivi il fatto che il terziario resta uno sbocco occupazionale. Analizzando i profili emerge che chi apre oggi un’attività è per lo più giovane o over 50; tra i giovani c’è un’alta scolarità e un’attenzione e una propensione alle tecnologie. Tra gli aspetti negativi ci sono la scarsa competenza di tipo imprenditoriale e la poca conoscenza del settore merceologico di riferimento. Manca inoltre per l’imprenditore un periodo di avviamento e di affiancamento. Questi fattori, uniti al fatto che i consumi sono al palo, possono mettere in difficoltà le nuove imprese e sono la causa dell’alto turnover, che risulta essere il doppio di quanto accadeva negli anni Novanta. Formazione, assistenza e accompagnamento diventano le chiavi strategiche per la crescita delle nuove attività imprenditoriali».




Credito, «il terziario bergamasco investe sul rilancio»

Cresce il fabbisogno finanziario delle imprese del terziario. Secondo i risultati dell’Osservatorio del Credito realizzato da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Research, nel secondo trimestre 2016, l’indicatore congiunturale relativo all’esigenza di finanziamenti da parte delle imprese del terziario è passato da un valore di 39,6 a 40,9.

L’incremento del fabbisogno non va però di pari passo con l’aumento della richiesta formale agli istituti di credito. Dallo studio emerge infatti che nei mesi di aprile, maggio, giugno 2016 è rimasta invariata la percentuale delle imprese del commercio, del turismo, dei servizi che si sono recate in banca per chiedere il credito del quale avevano bisogno (un finanziamento, un affidamento o la rinegoziazione di un finanziamento o di un affidamento esistente): tale percentuale è risultata pari al 22,1% contro il 22% registrato a dicembre.

Antonio Arrigoni
Antonio Arrigoni

«L’indicatore nazionale rispecchia quanto sta avvenendo anche nella nostra provincia – afferma Antonio Arrigoni, direttore di Fogalco, la Cooperativa di credito di Ascom Confcommercio Bergamo -. Il fabbisogno aumenta, mentre il numero di finanziamenti è consolidato al dato dello scorso anno. Continua ad esserci una domanda di credito da parte delle imprese sia sul fronte degli investimenti che su quello relativo a nuove iniziative imprenditoriali. E stiamo esaminando richieste relative a piani di rientro da parte di aziende in difficoltà ma che hanno un buon progetto imprenditoriale e che intravedono una prospettiva di crescita. È un dato positivo che speriamo si mantenga anche nei prossimi mesi».

I dati della ricerca

Dalla ricerca confederale emerge invariata nel secondo trimestre 2016 la percentuale delle imprese del commercio, del turismo, dei servizi che si sono recate in banca per chiedere il credito del quale avevano bisogno: tale percentuale è risultata pari al 22,1% contro il 22% registrato a dicembre.

Si conferma, tuttavia, una percentuale di imprese (24,3%) che pur avendo bisogno di credito evita di chiederlo in banca a causa della scarsa fiducia nella situazione economica o per il timore di vedere respinta la propria richiesta (si tratta della domanda “inespressa”).

Per quanto concerne l’offerta, flette leggermente la percentuale delle imprese che hanno ottenuto il credito richiesto senza alcun problema (l’area di stabilità scende dal 38,7% al 38,2%) facendo ristagnare la percentuale di imprese effettivamente finanziate (8,4% contro il precedente 8,5%).




Auto, la crescita rallenta. A luglio è “solo” del 2,9%

Due giorni lavorativi in meno influenzano il risultato delle immatricolazioni di auto del mese di luglio che si attesta su un incremento fisiologico del 2,9%, continuando di fatto il rallentamento della crescita già rilevata in giugno rispetto ai mesi precedenti.

Le vetture immatricolate nel mese sono state 136.275, rispetto alle 132.485 dello stesso periodo 2015. Rallenta anche il cumulato dei 7 mesi che comunque evidenzia ancora una buona crescita a doppia cifra: +17,1% con 1.179.068 vetture vendute rispetto alle 1.006.867 del gennaio-luglio 2015.

«Ce lo aspettavamo – commenta Massimo Nordio, presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – considerati i primi cinque mesi nei quali il mercato si è sviluppato prevalentemente per le poderose campagne promozionali delle Case con le proprie Reti, che ovviamente non potevano protrarsi a lungo. Per mantenere i benefici effetti sul rinnovo del parco e intercettare il prevedibile rallentamento della domanda sarebbe ora necessario l’intervento di politiche mirate come, ad esempio, la proposta di detraibilità di parte dei costi di acquisto».

Intanto il mese di luglio ha mostrato il primo calo dell’anno degli acquisti delle famiglie: -6% con 86.451 vetture immatricolate ed una quota che scende di quasi 6 punti al 62,9% del totale. Il cumulato dei primi 7 mesi rimane in attivo del 17,4%, confermando la rappresentatività al 61,6% del mercato. Parallelamente, spicca il segmento del noleggio a breve termine che cresce nel mese del 57,9%. Grazie anche alla buona dinamica del lungo termine (+13,6% nel mese), il noleggio nel suo complesso in luglio evidenzia un incremento del 21,9% a 21.856 immatricolazioni di autovetture, giungendo a rappresentare il 15,9% del totale mercato.

Anche le vendite a società segnano una poderosa crescita: +21,3% a 29.060 vetture immatricolate, un risultato non imputabile solo all’accelerazione degli acquisti per sostituzione o ampliamento del parco da parte delle società.

Conseguentemente, flettono i segmenti A (city car) e B (utilitarie), rispettivamente a -8,6% e -3,2% determinando anche un leggero calo delle immatricolazioni di vetture a benzina (-0,7%) che interrompono la serie positiva della prima parte dell’anno, con un cumulato che rimane in attivo del 27,2%. Sul fronte delle alimentazioni solo le vetture diesel e quelle ibride segnano in luglio un incremento dei volumi: +12% per il diesel che ottiene il 59% di quota (+19,9% in volume nei 7 mesi) e un incremento del 49,7% per le vetture ibride, all’1,9% del totale.

Buona dinamica di crescita a doppia cifra per gli altri segmenti del mercato, in particolare, C al +10% e D al +23,6%, grazie anche all’andamento positivo di società e noleggi.

Dall’analisi della distribuzione territoriale emerge un andamento di leggera crescita per le 3 aree del Centro-Nord del Paese, mentre in luglio flettono il Sud e le Isole, mantenendosi comunque, tutte in buona crescita a doppia cifra nel cumulato dei primi 7 mesi.

Primo calo nell’anno anche per il mercato delle vetture usate che, in luglio, ha segnato una flessione del 5,9% e 382.689 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture (le intestazioni temporanee a nome del concessionario, in attesa della rivendita al cliente finale) rispetto ai 406.614 dello stesso periodo 2015. Il cumulato gennaio-luglio scende ad un +5,5% con 2.838.956 vetture trasferite rispetto alle 2.690.806 dei primi 7 mesi 2015.

«Superata la pausa estiva – prosegue Nordio – si ripresenteranno i temi irrisolti della mobilità, come i piani antismog e la varietà di provvedimenti sulla circolazione, disomogenei, con una logica spesso emergenziale come i blocchi del traffico, le targhe alterne e le restrizioni a livelli di Direttiva estemporanei anche nella durata. Pertanto la nostra visione del mercato dei prossimi mesi sarà una conseguenza di quanto la mobilità potrà essere a resa fruibile per le persone. Capito che l’auto resta un bene centrale nella mobilità dei cittadini, l’Unrae avverte il bisogno che si crei una valida cabina di regia, coordinata da un Mobility Champion, per mutuare l’esperienza del Digital Champion, che sia promotore della “nuova cultura della mobilità”, che nella sua autorevolezza e indipendenza, tra le varie, possa assicurare anche il coordinamento e l’esecuzione armonizzata dei piani della mobilità definiti dalle Autonomie locali».




Montagna, 5 milioni per rilanciare le piccole imprese

Uno stanziamento di 5 milioni di euro per lo sviluppo dei territorio montani. Lo prevede una misura approvata da Regione Lombardia annunciata nei giorni scorsi dall’assessore allo Sviluppo economico Mauro Parolini. «Il nostro obiettivo – ha spiegato l’assessore – è aiutare questi territori a trovare in modo sussidiario la modalità con cui valorizzare punti di forza e vocazioni, sostenendo con un impegno economico significativo progetti strategici di sviluppo economico con ricadute positive sull’occupazione locale».

«Un terzo dei comuni lombardi – ha aggiunto – è costituito da aree montane che hanno subito negli ultimi anni fenomeni di spopolamento demografico, malgrado le potenzialità e la presenza di  importanti tradizioni imprenditoriali e risorse turistiche. E questa misura nasce proprio come antidoto contro questi fenomeni, un aiuto concreto ai comuni montani che punta a favorire il partenariato e a finanziare progetti di sviluppo che faranno leva sull’integrazione tra produzione, commercio, artigianato, turismo e servizi di pubblica utilità».

«L’aggregazione tra imprese – ha concluso Parolini -, la contaminazione tra settori differenti, tra imprese di dimensioni differenti, e la valorizzazione delle filiere di eccellenza sono un driver di sviluppo essenziale e rappresentano un obiettivo che stiamo perseguendo in modo sistematico attraverso le nostre iniziative per accrescere la competitività del sistema produttivo e l’attrattività dei territori».

Ecco i punti principali della misura a favore dello sviluppo dei territori montani.

FINALITÀ

L’intervento regionale è finalizzato a favorire il mantenimento/reinsediamento di imprese produttive (artigiane e industriali), della distribuzione commerciale, del turismo e dei servizi in aree montane a debole densità abitativa.

DOTAZIONE FINANZIARIA

Sono destinati alla misura 5 milioni di euro che saranno trasferiti a Unioncamere Lombardia, in qualità di soggetto gestore.

DIMENSIONE TERRITORIALE

L’intervento si sviluppa nei 532 comuni classificati come “montani” ai sensi della D.g.r. 8 maggio 2014. Verranno previste priorità per progetti di territori che non hanno già beneficiato di contributi per le Aree Interne, individuate in attuazione dell’Accordo di Partenariato tra Stato Italiano e Unione Europea.

PARTENARIATO E CAPOFILA

Il compito di capofila e referente del progetto per Regione Lombardia è affidato ad un Comune, una Comunità Montana o una Unione di Comuni. Nel partenariato, che deve aggregare minimo 5 Comuni, dovrà essere previsto il coinvolgimento delle associazioni più rappresentative delle imprese del commercio, produttive (artigiane e industriali), del turismo e dei servizi.

SOGGETTI BENEFICIARI

Il contributo regionale è destinato alle Micro e PMi produttive (artigiane e industriali), della distribuzione commerciale, del turismo e dei servizi.

DIMENSIONE FINANZIARIA

È ammesso per ogni capofila un progetto complessivo di dimensione minima di 50.000 euro con un contributo regionale in conto capitale massimo del 50% destinato alle imprese e loro aggregazioni. Il contributo regionale, destinato esclusivamente a copertura di spese di investimento, non potrà eccedere l’importo massimo di 300.000 euro.

TIPOLOGIA DI AGEVOLAZIONE E INTENSITÀ DI AIUTO

Contributo a fondo perduto, in regime “de minimis” nella misura massima del 50% del costo totale delle spese ammissibili.

INTERVENTI

Il progetto, la cui durata massima dovrà essere di 24 mesi, potrà essere articolato nelle seguenti aree di intervento:

  • reinsediamento e valorizzazione delle produzioni di tradizione locale, dell’artigianato di qualità, dell’industria;
  • creazione e potenziamento di reti territoriali e/o di filiera;
  • sviluppo dell’offerta commerciale e produttiva con interventi finalizzati all’avvio di nuove imprese;
  • sviluppo dell’offerta turistica e promozione di prodotti e itinerari turistici basati sulla scoperta dell’identità;
  • riutilizzo e riqualificazione dei beni demaniali a fini commerciali, produttivi e turistici;
  • misure di incentivazione degli esercizi commerciali, dell’artigianato e turistici per il mantenimento dell’offerta commerciale;
  • riutilizzo di spazi sfitti per nuove attività ad uso commerciale, produttivo e di servizi;
  • lavori e opere di pubblica utilità strettamente finalizzati allo sviluppo dell’offerta commerciale, produttiva e turistica; attività di animazione, eventi;
  • strumenti, iniziative e materiali di marketing;
  • iniziative e strumenti di promozione e fidelizzazione commerciale e turistica basati su tecnologie digitali, uso di big data e open data.



Bergamo, l’industria torna a crescere trainata dall’export. Commercio ancora in sofferenza

cinese-shoppingLa produzione industriale di Bergamo cresce nel secondo trimestre dell’anno sia su base trimestrale (+0,7%) che nel confronto tendenziale (+2,4%). Il risultato del campione provinciale è allineato alla dinamica media dell’intera Lombardia (+0,8% nel trimestre, +2,2% sull’anno). La tenuta della fase di ripresa è confermata dall’aumento della quota di aziende in crescita rispetto a quelle in contrazione con un saldo positivo che supera i 20 punti percentuali. La crescita della produzione è molto marcata nelle imprese di maggiore dimensione ma comunque positiva in tutte le classi dimensionali. Il fatturato cresce del +1% nel trimestre e del +4% sull’ anno, con variazioni più brillanti per le vendite sui mercati esteri rispetto a quello nazionale. La quota dell’export sul fatturato totale raggiunge il massimo livello (41,5%) nella serie storica provinciale. Gli ordinativi sono in crescita nel trimestre ma, nel confronto tendenziale, al balzo di quelli dall’estero si contrappone una lieve flessione degli ordini interni. Sul versante occupazionale la variazione a saldo nel secondo trimestre dell’anno è positiva e in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, e questo nonostante la riduzione degli incentivi fiscali alle assunzioni. Le previsioni delle imprese industriali per il prossimo trimestre restano sostanzialmente invariate e improntate all’ottimismo per quanto riguarda la produzione. Si delineano segni di peggioramento nelle attese su domanda interna e occupazione, che scivolano in territorio negativo, e di indebolimento della domanda estera. Va ricordato che l’indagine fa riferimento ai dati a consuntivo del trimestre aprile-giugno, ma è stata effettuata nelle prime settimane di luglio, nel pieno dell’incertezza sulla reazione dei mercati e delle istituzioni europee alla Brexit. L’artigianato manifatturiero registra una dinamica positiva analoga a quella dell’industria per quanto riguarda la produzione su base trimestrale (+0,7%) e annuale (+2,9%) e una crescita del fatturato. Gli addetti risultano invece in riduzione nel trimestre. 4 Segnali negativi vengono dal commercio al dettaglio con volumi d’affari in calo sia in Lombardia che a Bergamo. A Bergamo il volume d’affari dell’intero commercio al dettaglio scende su base annua del -1,7%, con una diminuzione delle vendite sia nel settore alimentare (-2,1%) che in quello non alimentare (-2,6%). Anche nel commercio non specializzato, che comprende la grande distribuzione, il giro d’affari è in flessione (-0,8%). L’andamento trova conferme in informazioni di altra fonte (IRI – Information Resources) secondo la quale volumi e valori delle vendite di prodotti del largo consumo confezionato in ipermercati e supermercati sono in calo tendenziale a Bergamo nel secondo trimestre dell’anno (e da tre trimestri consecutivi). Nel campione dell’indagine congiunturale, le imprese commerciali di Bergamo che segnalano una riduzione delle vendite prevalgono su quelle in ripresa con un saldo negativo consistente. Sostanzialmente invariata la dinamica del giro d’affari dei servizi a Bergamo, sia su base congiunturale che annuale, mentre l’andamento medio regionale è più marcatamente positivo, secondo una tendenza in corso da tempo e in accelerazione dal 2015. Le vendite a Bergamo crescono nel commercio all’ingrosso e nei servizi di alberghi e ristoranti e diminuiscono nei servizi alle persone e alle imprese. L’occupazione risulta in crescita nel trimestre, stagionalmente favorevole alle assunzioni, sia nel commercio che nei servizi. Infine, nelle costruzioni si segnala un calo del volume d’affari a livello regionale (-3,9% su base annua).

Il commercio al dettaglio

Il volume d’affari nel secondo trimestre dell’anno è in calo su base annua sia a Bergamo (-1,7%) che in Lombardia (-0,3%). La variazione destagionalizzata nel trimestre è negativa sia a Bergamo (-1,1% ) che in Lombardia (-0,6%) Le vendite nel settore alimentare tradizionale calano su base annua del -2,1% a Bergamo e del -0,9% in Lombardia. Nel non alimentare flessione del -2,6% a Bergamo e lieve aumento dello 0,4% in Lombardia. Il giro d’affari nel commercio al dettaglio non specializzato – che comprende anche, ma con insufficiente copertura campionaria, esercizi della grande o media distribuzione – è in calo a Bergamo (-0,8%) e in Lombardia (-1,1%). Il saldo percentuale tra variazioni di aumento e diminuzione su base annua delle vendite totali è negativo sia a Bergamo (-16,7 contro lo scorso +5,6) che in Lombardia (-11,8 contro il +4,4). In particolare, a Bergamo si osserva una netta riduzione (al 16,7%) delle imprese in espansione e un altrettanto netto aumento di quelle in fase di forte contrazione delle vendite, pari a un terzo del campione. I prezzi sono in aumento nel trimestre tanto in provincia (+0,5%) che nella media regionale (+0,8%). Gli addetti del commercio nel secondo trimestre del 2016, aumentano a Bergamo (+1% a saldo di un tasso d’ingresso del 3,2% e di un tasso di uscita del 2,2%) e del +0,7% in Lombardia. L’indice dell’occupazione, fatto 100 il livello medio del 2007, è a Bergamo a quota 88,6, mentre in Lombardia è al 93,8. Per quanto riguarda le prospettive per il trimestre successivo, il saldo tra segnalazioni di segno opposto registra un peggioramento e una prevalenza di attese negative sull’andamento di volume d’affari e occupazione.

I servizi

Il volume d’affari nell’insieme dei servizi indagati è invariato su base annua a Bergamo e in aumento in Lombardia (+1,4%). La variazione congiunturale, destagionalizzata, è positiva a Bergamo (+0,2%) e in Lombardia (+1%). L’indice di Bergamo (a quota 79,3 fatto 100 il livello del 2007) è lontano dal livello medio regionale (a quota 86,3) e, a differenza di quest’ultimo, non ha ancora recuperato la quota raggiunta nel corso del 2013. Per quanto riguarda i comparti dei servizi, la variazione tendenziale grezza del volume d’affari è del +1,5 % nel commercio all’ingrosso (in Lombardia: +2,8%), del – 2,7% per alberghi e ristoranti (in Lombardia: +3,4%), -0,7% nei servizi alle persone (in Lombardia: -0,1%) e -1,2% nei servizi alle imprese (+0,6% in Lombardia). I prezzi dei servizi risultano sostanzialmente stazionari nel trimestre a Bergamo (-0,1%) e in lieve risalita in Lombardia (+0,2%). L’occupazione nel complesso dei servizi è in aumento a Bergamo (+0,5%) a saldo di un tasso d’ingresso del 2,9 e di uscita del 2,4; in crescita ancor più marcata (+1,5%) in Lombardia. Le prospettive per il volume d’affari e l’occupazione nel trimestre successivo formulate dalle imprese di servizi di Bergamo sono in lieve ripiegamento ma con una ancora netta prevalenza di attese positive.

 

 




Contributi per la sicurezza dei negozi, ecco chi può partecipare

telecamera negozioSi apre il prossimo 20 settembre il bando “Impresa Sicura”, che permette ai commercianti e agli artigiani lombardi di ricevere fino a 5.000 euro di contributo a fondo perduto per sostenere l’acquisto e l’installazione di sistemi innovativi di sicurezza nelle loro attività. La misura, finanziata dalla Regione e dal Sistema camerale, mette complessivamente a disposizione oltre 2 milioni di euro, in particolare per le pmi del commercio, della ristorazione, somministrazione e produzione artigiana con vendita. «I negozi di vicinato sono spesso esposti ad odiosi episodi di microcriminalità – ha evidenziato l’assessore allo Sviluppo economico della Lombardia Mauro Parolini, in occasione della pubblicazione del bando (Burl del 25 luglio 2016, serie ordinaria n.30) -. Gli ultimi dati disponibili descrivono infatti un quadro preoccupante nella nostra regione con più di 24.000 denunce raccolte dalle Forze dell’ordine. Di fronte a questa situazione abbiamo quindi deciso di rilanciare il nostro sostegno al comparto e rimarcare con forza la vicinanza ai titolari di esercizi commerciali e agli artigiani, soprattutto in un momento in cui perdura la crisi dei consumi».

Per facilitare l’accesso a questo, come per altri bandi a favore del commercio e del terziario, l’Ascom di Bergamo offre il servizio di assistenza dello Sportello del Credito, curato dalla cooperativa di garanzia Fogalco (responsabile del servizio Matteo Milesi).

LE FINALITÀ

Regione Lombardia e il Sistema camerale lombardo nell’ambito degli impegni assunti in Accordo di programma per lo sviluppo e la competitività del sistema economico lombardo (Asse 2 – Attrattività e competitività dei territori) attivano una nuova misura di intervento a sportello per promuovere la realizzazione di investimenti innovativi per la sicurezza e la prevenzione di furti, rapine ed atti vandalici, finalizzata a proteggere sia le micro e piccole imprese commerciali che i consumatori, dai fattori di rischio registratisi negli esercizi di vicinato, anche a seguito del perdurare della crisi economica e dell’acuirsi dei disagi sociali e della microcriminalità. Il bando è finalizzato in particolare alla realizzazione di investimenti per la sicurezza (ad esempio sistemi di video allarme antirapina, videosorveglianza a circuito chiuso, sistemi antintrusione con allarme acustico) nonché all’acquisto di dispositivi di pagamento e stoccaggio per la riduzione del flusso di denaro contante.

DOTAZIONE FINANZIARIA

La dotazione finanziaria ammonta a 2.030.000 euro, di cui 1.030.000 euro ripartiti su base provinciale e destinati alle imprese ricadenti nei territori delle singole Camere di Commercio e 1.000.000 destinato alle imprese ricadenti nell’intero territorio lombardo sino al suo completo esaurimento, a seguito del quale i singoli territori potranno avvalersi della dotazione ripartita su base provinciale.

Regione Lombardia e le Camere di Commercio si riservano di integrare, tramite apposita deliberazione, tale dotazione finanziaria, anche su base provinciale, qualora si rendessero disponibili ulteriori risorse a valere sul bilancio regionale e sui bilanci delle singole Camere di Commercio.

SOGGETTI BENEFICIARI

Le micro e piccole imprese del commercio e dell’artigianato, con almeno un punto vendita ubicato in Lombardia, che alla data di presentazione della domanda di contributo e fino all’erogazione del saldo del contributo, sono in possesso dei seguenti requisiti:

  • a) essere micro o, piccola impresa con riferimento all’Allegato I del Regolamento UE 651/2014, del 17 giugno 2015;
  • b) essere iscritte e attive al Registro Imprese delle Camere di Commercio della Lombardia;
  • c) essere in regola con il pagamento del diritto camerale annuale;
  • d) non rientrare nel campo di esclusione di cui all’art.1 del Reg. (CE) 1407/2013 (de minimis);
  • e) non trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi situazione equivalente secondo la normativa vigente;
  • f) avere legali rappresentanti, amministratori (con o senza poteri di rappresentanza) e soci per i quali non sussistano cause di divieto, di decadenza, di sospensione previste dall’art. 67 del D. Lgs. 06/09/2011, n. 159 (c.d. Codice delle leggi antimafia);
  • g) svolgere un’attività classificata con i codici ATECO 2007 compresi nel seguente elenco:
IMPRESE COMMERCIALI
  • G.46.48 Commercio all’ingrosso di orologi e di gioielleria
  • G.47.26 Commercio al dettaglio di prodotti del tabacco in esercizi specializzati
  • G.47.30 Commercio al dettaglio di carburante per autotrazione in esercizi specializzati
  • G.47.73 Commercio al dettaglio di medicinali in esercizi specializzati
  • G.47.75 Commercio al dettaglio di cosmetici, di articoli di profumeria e di erboristeria in esercizi specializzati
  • G.47.77 Commercio al dettaglio di orologi e articoli di gioielleria in esercizi specializzati
  • G.47.42 Commercio al dettaglio di apparecchiature per le telecomunicazioni e la telefonia in esercizi specializzati
  • G.47.71 Commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento in esercizi specializzati
  • G.47.72 Commercio al dettaglio di calzature e articoli in pelle in esercizi specializzati
  • I.56.10.11 Ristorazione con somministrazione
  • I.56.30 Bar e altri esercizi simili senza cucina
IMPRESE CON QUALIFICA DI “IMPRESA ARTIGIANA”
  • C. 32.12 Fabbricazione di oggetti di gioielleria e oreficeria e articoli connessi
  • C.14 Confezione di articoli di abbigliamento, confezione di articoli in pelle e pelliccia)
  • C.15 Fabbricazione di articoli in pelle e simili
  • C.26.52 Fabbricazione di orologi

Il codice ATECO deve essere riferito al punto vendita indicato in visura camerale e oggetto di intervento a valere sul presente bando.

Ciascuna impresa può presentare una sola domanda di contributo a valere sul presente Bando.

Le imprese che detengono apparecchi per il gioco d’azzardo lecito, per accedere al contributo, devono impegnarsi formalmente (autodichiarazione ai sensi del DPR 445/2000) a rimuovere, alla scadenza del contratto di installazione stipulato con il concessionario, gli apparecchi per il gioco d’azzardo lecito eventualmente detenuti – a qualsiasi titolo – e non possono procedere con nuove installazione dalla data di presentazione della domanda di contributo e per i successivi tre anni dall’erogazione del contributo.

TIPOLOGIA DI INTERVENTI AMMISSIBILI

Gli interventi devono essere realizzati unicamente presso il punto vendita ubicato in Lombardia. In presenza di più unità locali ubicate in Lombardia, l’impresa dovrà sceglierne una sola ed indicarla in fase di domanda.

Sono ammesse a contributo le spese per l’acquisto e installazione (ivi compresi montaggio e trasporto), al netto dell’IVA, dei seguenti sistemi innovativi di sicurezza e dispositivi per la riduzione dei flussi di denaro contante:

  • A. sistemi di video-allarme antirapina
  • B. sistemi di video-sorveglianza a circuito chiuso e sistemi antintrusione con allarme acustico; blindature
  • C. casseforti
  • D. sistemi antitaccheggio
  • E. serrande e saracinesche
  • F. vetrine e porte antisfondamento e/o antiproiettile, inferriate e porte blindate
  • G. sistemi biometrici
  • H. telecamere termiche
  • I.sistemi di pagamento elettronici
  • J. sistemi di rilevazione delle banconote false
  • K. dispositivi aggiuntivi di illuminazione notturna esterna
  • L. automazione nella gestione delle chiavi

Sono ammissibili solo impianti o sistemi nuovi di fabbrica. Sono escluse le seguenti spese:

  • per fornitura di beni e servizi da parte di società controllate e/o collegate e/o con assetti proprietari sostanzialmente coincidenti e comunque tutte le spese riguardo alle quali si ravvisi una effettiva elusione del divieto di fatturazione fra imprese appartenenti “all’impresa unica” (ex art. 2 c. 2 del Regolamento (CE) n. 1407/2013) come specificato all’art. 11, c. 2.1, lettera b);
  • per la gestione ordinaria dell’attività di impresa, ad esempio: materiali di consumo e minuterie, cancelleria, scorte di materie prime, semilavorati, utenze, spese o canoni di manutenzione ed abbonamenti, affitti di terreni, fabbricati e immobili;
  • meri adeguamenti ad obblighi di legge;
  • sostenute a valere su contratti di locazione finanziaria (leasing);
  • relative a contratti di manutenzione;
  • relative a atti notarili, registrazioni, imposte e tasse;
  • per noleggio impianti/attrezzature;
  • per adeguamento/manutenzione di preesistenti impianti o sistemi;
  • per l’acquisto di beni/impianti usati;
  • in autofatturazione;
  • per lavori in economia.

Gli interventi dovranno essere realizzati e conclusi entro l’11 luglio 2017, termine eventualmente prorogabile su richiesta del beneficiario, per un periodo non superiore a 180 giorni secondo quanto previsto dall’art. 27 comma 3 della l.r. 34/78. Le spese dovranno essere fatturate (fa fede la data di emissione della fattura) a partire dalla data di pubblicazione del bando sul BURL ed entro e non oltre l’11 luglio 2017.

Tutte le spese ammissibili devono:

  • essere intestate al soggetto beneficiario;
  • essere comprovate da fatture interamente quietanzate, o documentazione fiscalmente equivalente, emesse dal fornitore dei beni/servizi;
  • essere comprovate da documentazione bancaria o postale attestante il pagamento per intero del titolo di spesa esclusivamente da parte del soggetto beneficiario;
  • riportare la dicitura “Spesa sostenuta a valere sul Bando “Impresa Sicura” specificando gli estremi del presente Bando.

ENTITÀ DEL CONTRIBUTO

L’agevolazione consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto pari al 50% delle sole spese considerate ammissibili, nel limite massimo di 5.000 euro. L’investimento minimo è fissato in 1.000 euro. Le spese ammissibili saranno considerate al netto di IVA e il contributo è al lordo della ritenuta di legge del 4%. Il contributo è cumulabile con altre agevolazioni pubbliche nel limite massimo del 100% della spesa sostenuta e fino alla concorrenza dei limiti previsti dal regime “De Minimis”.

MODALITÀ E TERMINI DI PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE

Le domande di contributo devono essere presentate a partire dalle ore 9 del 20 settembre 2016 fino alle ore 16 del 15 dicembre 2016 a Unioncamere Lombardia esclusivamente tramite il sito http://webtelemaco.infocamere.it, accedendo alla sezione “Servizi egov” e selezionando la voce “Contributi alle Imprese”. Il manuale per la profilazione e la presentazione della domanda è disponibile sul sito di Unioncamere Lombardia alla sezione “bandi – contributi alle imprese”. Le istruzioni per profilarsi e compilare la domanda sono disponibili sul sito www.unioncamerelombardia.it nell’apposita sezione “Bandi e contributi alle imprese”. Non saranno considerate ammissibili altre modalità informatiche/telematiche, oppure cartacee di trasmissione/presentazione delle domande di contributo. È necessario indicare un indirizzo PEC presso il quale l’impresa elegge domicilio ai fini della procedura relativa alla domanda di contributo. Unioncamere Lombardia è esonerata da qualsiasi responsabilità derivante dal mancato ricevimento della domanda per disguidi di natura tecnica. Attenzione: la registrazione al sito www.registroimprese.it necessaria per accedere al sito http://webtelemaco.infocamere.it ed inviare la domanda di contributo, va richiesta almeno 48 ore prima della chiusura del domanda di contributo. Per l’invio telematico è necessario essere registrati ai servizi di consultazione e invio pratiche di Telemaco secondo le procedure disponibili all’indirizzo: www.registroimprese.it. (link al video tutorial per registrarsi disponibile sul sito di Unioncamere Lombardia); immediatamente si riceveranno due e-mail con credenziali (user e password). Qualora l’impresa sia già in possesso delle credenziali di consultazione + invio pratiche al registro imprese, potrà riutilizzarle.

Maggiori informazioni e assistenza allo
Sportello del Credito della cooperativa Fogalco
via Borgo Palazzo, 137 – Bergamo
tel: 035 4120321 (responsabile del servizio Matteo Milesi)




Distretto di Curno, 90 negozi sfitti in cerca di rilancio

curno piazza papa giovanni e chiesa parrocchiale

Nel Distretto del commercio dei Colli e del Brembo, in particolare nei Comuni di Curno, capofila, Almè, Mozzo, Paladina, Ponteranica, Sorisole e Villa d’Almè ci sono 90 negozi sfitti contro 700 tra bar, ristoranti, take away e negozi di vicinato attivi. Ovvero l’11,4% del totale (786 attività). Lo indica la rilevazione effettuata dal Distretto stesso che ha voluto fotografare la situazione commerciale, le dinamiche e le criticità per poter impostare meglio le iniziative di rilancio.

Con 25 locali sfitti contro 120 attività di piccolo commercio attive (pari al 17,2% del totale di 145 esercizi), Almè è in cima alla classifica dei paesi dell’area con maggiori serrande abbassate. Lo segue Paladina, con 10 negozi sfitti (16,9% del totale) contro 49 insegne attive, mentre il rapporto più favorevole lo si registra a Villà d’Almé, dove i locali liberi sono 10 (8,1% del totale) contro i 113 operativi. Attorno al 10% la media negli altri Comuni, con Curno che ha 15 vetrine vuote contro 141 in attività, Mozzo (10 contro 91), Ponteranica (7 contro 70), Sorisole (10 contro 113).

L’analisi, effettuata presso i Comuni, indica anche che in 7 casi su 10 la “desertificazione” è concentrata in determinate vie e che il fenomeno non è recente, ma dura da oltre cinque anni a questa parte. Il 71,4% degli intervistati giudica la situazione critica, mentre per la percentuale restante non ci sono motivi di preoccupazione.

Per quanto riguarda l’andamento dei settori, le chiusure hanno riguardato in maniera più intensa la somministrazione e i servizi, in seconda battuta il commercio non alimentare e solo marginalmente quello alimentare. Tra le nuove aperture, inoltre, il turn over è generalmente ampio.

La ragione che porta alla chiusura emerge chiaramente: la redditività insufficiente, soprattutto per il calo delle vendite, motivazione indicata da tutti i Comuni e che influisce mediamente per il 53,3%. Seguono la decisione dei figli di non proseguire l’attività, una nuova destinazione dell’immobile, una redditività insufficiente a causa dei costi di locazione e delle tasse e, infine, la ricerca di affitti più convenienti. I Comuni hanno anche indicato le maggiori richieste, lamentele e proposte ricevute negli ultimi cinque anni dai commercianti. In tutti è emerso il problema dei parcheggi, che si tratti di numero insufficiente o di regolazione, seguito da quello dell’accessibilità e della viabilità, dalla richiesta di maggiori eventi ed attività di animazione, dal problema della sicurezza. Meno frequenti le lamentele su tasse, caro affitti e zone a traffico limitato o pedonali.

Roberto Ghidotti
Roberto Ghidotti

«Con questa indagine, realizzata da TradeLab – evidenzia Roberto Ghidotti, coordinatore dei Distretti per l’Ascom di Bergamo – il Distretto è voluto andare più a fondo nelle proprie attività, scattando una mappa precisa di un fenomeno che sta investendo tutti i centri urbani, quello dei negozi sfitti, per il quale si è alla ricerca di soluzioni, come dimostra il bando innovativo della Regione sul franchising, che però riguarda le aree cittadine». «L’analisi effettuata nel distretto dei Colli e del Brembo fa parte di quel salto di qualità al quale sono chiamati oggi i distretti, che non possono più limitarsi ad organizzare e coordinare manifestazioni ed eventi, ma possono dare un indirizzo alle politiche commerciali di un’area. Oggi abbiamo i numeri e la distribuzione dei locali commerciali sfitti nel Distretto dei Colli e del Brembo ed anche una lista delle principali cause che portano alla chiusura e alla mancata riapertura, un passo fondamentale per impostare iniziative di rilancio, magari anche innovative».