Effetto passerella, gli alberghi sorridono ma il commercio non vola

Americani, tedeschi, francesi, spagnoli, inglesi, olandesi e anche qualche cinese. Sul Lago è record di stranieri. È questo il primo “bottino” ottenuto dai comuni di Sarnico, Lovere e Predore con l’apertura della passerella dell’artista Christo.

«Sembra di essere a Miami. C’è in giro il mondo. È un momento magico per la nostra zona. Si respira l’aria internazionale che ho sempre cercato tutta la vita – dice con emozione Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo Caffè bar dell’Ascom e titolare del Bar Centrale a Lovere –. L’impressione è che i turisti gradiscano molto l’offerta italiana, il nostro gelato, la nostra pastasciutta. Fanno un sacco di sorrisi. Non c’e un grande aumento di lavoro, ma se ce la giochiamo bene questa vetrina può dare grandi frutti per il futuro».

Il grande via-vai di turisti è confermato dagli albergatori. Antonella Conti dello storico Albergo Moderno affacciato su piazza Tredici Martiri a Lovere è entusiasta: «Sta andando benissimo. È come un ferragosto iniziato a giugno. Abbiamo il tutto esaurito anche per i prossimi giorni». I clienti sono quasi tutti stranieri, vengono da tutta Europa e dagli Stati Uniti. Il turnover è di tre-quattro giorni. Oltre alla passerella visitano Lovere, la pinacoteca. Alcuni  ne approfittano per muoversi nei paesi vicini e per conoscere gli altri laghi lombardi, con buona pace di Vittorio Sgarbi e di quanti sostengono che i turisti della passerella non sono interessati alla cultura e al territorio. «Sono contenti del loro soggiorno – afferma Conti – e non si lamentano delle code e dei disagi, sono abituati, gli italiani invece…». benvenuti a lovere

«Siamo consapevoli che questa è una grande opportunità di lancio per la nostra località e il lago in genere – dice Sara Raponi, presidente dell’Asarco, l’associazione dei commercianti -. Stiamo seminando bene, ci stiamo impegnando per  dare ai visitatori l’immagine e il servizio migliori. L’obiettivo è far sì che i turisti apprezzino Lovere e ritornino».

A Sarnico l’assedio annunciato non c’è stato, ma anche qui il bilancio del comparto ospitalità è molto positivo: gli alberghi sono al completo e i B&B hanno moltissime prenotazioni, anche se durante la settimana, con un po’ di fortuna, qualche posto lo si trova ancora. Per il commercio la partenza è in sordina rispetto a quanto previsto. Lavorano un po’ di più i bar, i ristoranti e le pizzerie. In generale, gli operatori non si scompongono e prevale un clima di positività e di attesa.

sarnico imbarcadero floating piers«Non ci aspettavamo niente di diverso – dice Luigi Arcangeli, presidente dell’associazione Sarnicom -. Abbiamo sempre saputo che il flusso importante di visitatori si sarebbe riversato su Sulzano e la bresciana. Col senno di poi, sarebbe stato utile comunicare meglio e distribuire i visitatori su tutti i paesi, anche per evitare gli ingorghi e le lunghe attese che si stanno verificando, ma per noi va bene così. C’è molta più gente, tanti stranieri. Per noi la passerella è una vetrina, è come se avessimo fatto uno spot alla Rai». «Tanti ci chiedono se siamo pronti ad accogliere i turisti – dice Arcangeli – a me viene da ridere. Noi siamo sempre pronti, ci mancherebbe. Abbiamo solo adeguato gli orari».

«La viabilità impone una percorrenza obbligata che non lascia tempo libero per visitare il territorio – spiega Oscar Sarzi Amadè del Bar Centrale a Sarnico -. È vero anche che il tempo non ci ha aiutato. I primi visitatori della passerella erano quelli dei viaggi organizzati, sono venuti con zaino e panini. Io aspetterò il fine settimana per fare un primo vero bilancio». «Non mi demoralizzo – aggiunge -. Per lavorare noi siamo pronti. Non abbiamo cercato niente. Tutto quello che arriva, anche poco, è sempre in più».

A Predore si vede più gente ma la chiusura della strada a Riva di Solto ha penalizzato i passaggi: «Non ci voleva – dice Margherita Benigna del Bar Garden -. Ora speriamo riapra presto. In ogni caso si vedono tanti turisti stranieri».




Mercato immobiliare, Fimaa nella consulta dell’Osservatorio parlamentare

FimaaFimaa, la Federazione italiana mediatori agenti d’affari aderente a Confcommercio, entra nella Consulta dell’Osservatorio Parlamentare sul mercato immobiliare, presieduto dal senatore Vincenzo Gibiino. L’Organismo riunisce oltre cento parlamentari e le principali Associazioni di categoria della filiera immobiliare con l’obiettivo di promuovere e sensibilizzare l’azione legislativa per favorire la crescita del comparto. “L’Osservatorio è uno strumento trasversale fondamentale per focalizzare meglio l’attenzione del Parlamento sul settore immobiliare -commenta il presidente nazionale Fimaa Santino Taverna -. Ringraziamo il presidente dell’Osservatorio che ha ritenuto importante l’ingresso di Fimaa nella Consulta per finalizzare il contributo che la nostra Federazione è in grado di fornire per il rilancio del comparto. Il settore immobiliare e il suo indotto hanno una valenza macroeconomica determinante per la crescita economica dell’intero sistema Paese”.




Bergamo, tutto pronto per la notte di shopping e ballo

bergamo balla 2È l’ora del debutto. Slittata per via delle incerte condizioni meteo, la prima delle quattro notti bianche dell’estate 2016 nel centro di Bergamo sarà giovedì 23 giugno nella consolidata formula che vede le strade chiuse al traffico (dalle 19.30 alle 24.30), negozi aperti e tanta animazione.

Per il primo appuntamento, la manifestazione organizzata dal Comune di Bergamo in collaborazione con il Distretto urbano del commercio riprende i temi del ballo e della danza, che già lo scorso anno erano stati al centro delle serate. Sotto l’insegna “Bergamo Balla” numerosi gruppi di danza e scuole trasformeranno piazze e vie in palcoscenici e piste da ballo, costellando la passeggiata di diverse performance e offrendo la possibilità di cimentarsi in prima persona in passi e coreografie.

Sarà possibile scegliere tra musica hip hop, danze popolari e tradizionali, spazi riservati al tango e alla milonga, dimostrazioni di ballo latino americano.

Largo Medaglie d’oro sarà dedicato alle etniche, in via Paglia si esibiranno gruppi di danza boliviani con i loro variopinti costumi, in via Tiraboschi e via Zambonate sarà il turno dei balli latino americani, al Quadriportico del tango argentino e flamenco, mentre sul palco installato davanti a Palazzo Frizzoni c’è un programma densissimo di esibizioni offerto da ben 13 scuole di danza e di ballo.

Al menù si aggiungono le attività di animazione e intrattenimento realizzate da commercianti ed esercenti, scatenando il proprio spirito di iniziativa e la propria fantasia. In largo Rezzara, ad esempio, hanno organizzato il Dj Set Vinnie Barbarino, in Largo Porta Nuova, presso l’Hotel Cappello d’Oro, il concerto live di due giovani band e poi rinfreschi, aperitivi, bolle di sapone, esposizioni, sfilate e street food.

Anche per il 2016 saranno attivi spazi di somministrazione a cura di associazioni di volontariato (Associazione Paolo Belli – Lotta contro la Leucemia) con lo scopo di sostenere raccolte fondi in sostegno a fragilità sociali.

Le altre serate previste per la manifestazione saranno, sempre di giovedì, il 7 luglio (quando la festa sarà anche in Borgo Palazzo), il 21 luglio e l’8 settembre.

IL PROGRAMMA

Danza e ballo

PALCO PIAZZA MATTEOTTI (DANZA CLASSICA, MODERN, HIP HOP)
  • Accademia Arte Bergamo
  • Americana Exotica
  • Ambra Fassari
  • Ambra Bellydance
  • C.s.c. Anymore- corsi hip hop di Silvia Iacono
  • C.s.c. Anymore – Erica Natali cor. Serena Marossi
  • Je Danse
  • Liceo coreutico Antonio Locatelli
  • Modern Ballet
  • On Stage
  • Pavlova International Ballet School
  • Scuola di danza Dshine
  • Studio danza Attitude
LARGO MEDAGLIE D’ORO  (MUSICA E DANZE ETNICHE)
  • Radio Italia Network
  • Harem Danza
VIA PAPA GIOVANNI (DANZE POPOLARI)
  • La Compagnia Del Re Gnocco
VIA TIRABOSCHI  (LATINO AMERICANO)
  • Latin Space
VIA ZAMBONATE (LATINO AMERICANO)
  • Es Pujols
QUADRIPORTICO DEL SENTIERONE (TANGO E MILONGA)
  • Csc anymore – Davide Mosconi
  • Tango tambien
  • Tangolpe
  • Ass. Cult. Tangobergamo el ultimo tren
  • Mitica milonga- anna maria rota
  • Tango pasion
  • Scuola di tango argentino bruno calvo e elena precise rota
VIA PAGLIA  (DANZE DAL MONDO)
  • Associazioni Boliviane

Somministrazione

PIAZZA MATTEOTTI (dalle 20.30 alle 24)
  • Associazione Paolo Belli per la lotta alla leucemia e altre patologie

Aggiornamenti costanti sul sito www.bergamoballa.it e sulla pagina FacebookBergamoballa




Più servizi e svago, il supermercato visto dai consumatori

Il 29% degli italiani vorrebbe poter usufruire di servizi postali quando fa la spesa al supermercato ma non ne ha la possibilità, il 27% di una farmacia, il 25% del benzinaio. Farmacie e stazioni di rifornimento sono disponibili in prossimità dei negozi della Gdo frequentati rispettivamente dal 52% e dal 42% degli intervistati. Ma sono molti i consumatori che vorrebbero poter fruire di questi servizi se fossero disponibili.

Sono dati che emergono dalla Global Survey di Nielsen Retail Growth Strategies, analisi sul “supermercato del futuro” eseguita su un campione di 30mila persone in 61 Paesi tra i quali l’Italia. All’interno della ricerca si rileva anche che il 60% degli intervistati dichiara che nelle catene della Gdo è disponibile il bar e il 50% sostiene che è presente un servizio di ristorazione/fast food. Il 36% degli italiani beve il caffè quando fa la spesa, il 18% coglie l’occasione per mangiare qualcosa.

«L’ampliamento dello spettro di esigenze relativo ai servizi offerti dal punto vendita – ha dichiarato Giovanni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen Italia – è un fenomeno che va interpretato alla luce del cambiamento radicale che sta investendo il mondo della grande distribuzione in questi anni. Ciò è ascrivibile all’impatto del mondo digitale e della Rete sulla compagine dei produttori e retailer. Il consumatore richiede nel momento dell’acquisto la possibilità di fare una “esperienza di valore”, quella shopping experience che permette di identificare nell’insegna i fattori che la distinguono dalle altre. Il processo di scelta del prodotto va allungandosi sia prima di entrare nel negozio che dopo, dal punto di vista della relazione che la multicanalità/multimedialità permette di instaurare con il singolo distributore. La richiesta di servizi aggiuntivi, come uffici postali, luoghi di ristorazione, stazioni di rifornimento si colloca dunque all’interno di un quadro competitivo più ampio, che vede il momento dell’acquisto sempre più costituito da una molteplicità di fattori. Questo è tanto più vero in Italia, rispetto agli altri Paesi europei, visto che il consumatore considera l’andare a fare la spesa come un’opportunità di svago piuttosto che un obbligo da adempiere. La variabile prezzo perde allora la posizione trainante avuta negli scorsi anni, lasciando spazio anche a driver in linea con le istanze del cognitive business».

La ricerca mette infatti in luce che al 60% dei consumatori italiani fare la spesa piace, quota di gran lunga superiore a quella osservata in altri Paesi come Francia (42%) o Regno Unito (44%). Quanto al comportamento degli italiani davanti allo scaffale, il 55% riserva particolare attenzione alle informazioni nutrizionali riportate sulle etichette, mentre ben il 65% ammette di ricercare prodotti con ingredienti salutari. La percentuale si posiziona ad un livello nettamente superiore se raffrontata con quella di Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna, dove il dato si colloca tra il 50 e il 53%.

Sulla scelta del negozio dove fare la spesa, i fattori che influenzano variano in funzione del prodotto che si desidera acquistare. Se per panificati, latticini, carni, frutta e verdura la ricerca degli ingredienti naturali è importante nella scelta per il 20% del campione, la percentuale risulta del 15% per quanto riguarda frutta o verdura bio. Nello stesso tempo, risulta elevato il livello di interesse verso nuovi prodotti: il 48% si orienta preferibilmente verso nuovi brand e il 39% intende essere “fra i primi” a testare le novità offerte dalla Gdo, a fronte del 29% di Germania e al 33% di quanto avviene in Francia.

L’analisi di Nielsen non si limita a mettere sotto la lente il prodotto, ma anche il punto vendita. I fattori che spingono a frequentare un negozio piuttosto di un altro non possono essere riferiti alla sola variabile prezzo, ma anche al servizio di vicinato e, soprattutto, alla convenienza, vale a dire al rapporto qualità / prezzo. Se il prezzo è il driver fondamentale per il 48% di chi varca la soglia del supermercato, indipendentemente dalla superficie del punto vendita, sono il 55% coloro che dichiarano che la componente qualità debba essere declinata simultaneamente con quella del prezzo. D’altra parte anche la raggiungibilità del negozio si colloca tra le prime posizioni nelle motivazioni che spingono verso un determinato punto vendita, parallelamente all’ampiezza della gamma dei prodotti offerti. Quest’ultimo elemento risulta vero tanto per l’acquisto dei generi alimentari (49%) che non (48%). La qualità, intesa come elemento che può indirizzare verso un determinato negozio al di là del prezzo, è indicata da ben il 52% dei consumatori quando devono acquistare prodotti freschi, mentre scende al 39% per ciò che concerne i reparti delle carni.

Il 74% del campione, si legge ancora nello studio di Nielsen, dichiara di “prendersi del tempo per valutare l’offerta”, segnale del fatto che la scelta del prodotto si può qualificare “complessa”, in quanto su di essa incidono, insieme al prezzo, una molteplicità di fattori, tra i quali segnatamente il brand e il gusto, per quel che riguarda gli alimentari. In Italia questa propensione a riflettere sulle scelte di acquisto è decisamente più alta di quella rilevata nel Regno Unito (58%) e Francia (60%). Si fa notare, a questo proposito, che un sempre crescente numero di prodotti viene offerto in promozione, cosa che, tuttavia, aumenta la difficoltà di attirare consumatori con prezzi più bassi, provocando un’assuefazione a prodotti promozionati e, sul lato del distributore, una difficoltà ad avere ritorni dagli investimenti.

La ricerca di Nielsen, volendo esaminare la reazione dei consumatori a variazioni nei prezzi dei prodotti, ha testato come cambierebbe il comportamento d’acquisto in presenza di un aumento del prezzo. Il 32% degli intervistati dichiara che gli piacerebbe trovare sugli  scaffali pacchi di maggiori dimensioni con un miglior rapporto quantità/prezzo, mentre scendono al 14% quanti si dicono più attratti da una piccola diminuzione dei volumi delle confezioni dei prodotti con lo stesso prezzo unitario precedente. Più nello specifico, a fronte di un incremento pari al 10% del prezzo dei prodotti, le reazioni sarebbero diverse in funzione delle categorie di beni acquistati a seconda che appartengano a prodotti di  prima necessità o a quelli di cui si può fare a meno. Il 56%taglierebbe sulla quantità acquistata nel caso dei latticini, il 52% se ad aumentare di prezzo fossero frutta e verdura. Circa la metà degli intervistati dichiara invece che potrebbe rinunciare all’acquisto se l’aumento interessasse i piatti pronti, frutta e verdura in scatola e le bevande alcoliche, generi di prodotto di cui non viene indicata la primaria necessità. In particolare il 47% potrebbe decidere di rinunciare a parte degli acquisti  di frutta/verdura, il 52% a bevande alcoliche e il 59% ai piatti già preparati.




Giovani Ascom, dall’evento solidale 5mila euro per i bambini

L’evento benefico dei Giovani imprenditori dell’Ascom ha fatto ancora centro. La tradizionale serata organizzata dal Gruppo under 40 lo scorso 17 giugno al Chiostro alle Grazie, in città, ha permesso di raccogliere 5mila euro che saranno devoluti all’associazione “Un naso rosso per…”, onlus di Bergamo che sostiene progetti per i bambini ricoverati in ospedale e, in particolare, per supportare le situazioni in cui vi siano disagi economici.

La manifestazione, dal titolo “Per un sorriso in più”, ha riunito gli imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi ed aziende sponsor nel segno della solidarietà e di un programma che ha saputo coniugare alla buona cucina e al piacere dell’incontro la musica, il cabaret di Roberto Valentino – conosciuto per le imitazioni di Carlo Verdone, Renato Pozzetto, Giampiero Galeazzi e Romano Prodi -, la bellezza e la moda, con una sfilata di capi per l’estate e da sera.

«Da quando siamo nati, nel 2004, abbiamo sempre avuto un’attenzione particolare verso il sociale – ha ricordato Luca Bonicelli, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Ascom -. Con quest’ultima iniziativa sale a oltre 70mila il totale di fondi raccolti negli anni, che abbiamo destinato al sostegno di diverse realtà di volontariato, legate al mondo della medicina neonatale, della pediatria, dell’ambiente e della tutela artistica. Siamo vicini, in particolare, ai bambini perché sono il nostro futuro e cerchiamo di fare squadra per chi è meno fortunato».

La festa si è conclusa con l’estrazione della lotteria che ha messo in palio come primo premio un viaggio.

Questi i numeri vincenti:

  • primo premio n. A729 (viaggio)
  • secondo premio n. A289  (set valigie)
  • terzo premio n. A352  (robot da cucina)
  • primo premio speciale n. B594 (cesto di tipicità)
  • secondo premio speciale n. B868 (completo bici)

I premi devono essere ritirati entro il 30 settembre in Ascom ( via Borgo Palazzo 137 – Bergamo).

 




Lotta alla ludopatia, Fusini: «Ecco perché riteniamo sbagliata l’ordinanza del Comune»

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di Oscar Fusini*

La premessa è d’obbligo. Non amo il gioco, ma questo non m’impedisce di condividere il pensiero di quanti ritengono che una società solidale debba fare il possibile affinché esso rimanga nella sfera del ludico allontanando i rischi di uno sconfinamento nel patologico. Il quadro d’insieme non è dei più confortanti, ne siamo ben consapevoli. Complice anche la crisi, che non dà tregua, la spesa in lotterie, gratta e vinci e dintorni continua a crescere e troppo spesso contribuisce a generare drammi e a sottrarre risorse ai consumi primari e al reddito delle famiglie. Il flusso di denaro che il gioco muove è imponente. Ma, va detto, in larghissima parte resta ai gestori nazionali e allo Stato. Ai commercianti – che rischiano di pagare un prezzo anche in termini d’immagine quali “erogatori” del gioco – rimane davvero ben poco, anche se utile al sostegno dell’attività. Oggi, per fortuna, la consapevolezza generale sul fenomeno – che ha assunto dimensioni allarmanti – è diffusa e condivisa. È un primo traguardo, importantissimo, a cui deve tuttavia far seguito un secondo e più delicato passaggio: prevenire il dramma che il gioco spesso porta con sé e contribuire a far tornare la spesa su canali più “sani”.

Già, ma come si può arrivare a questa difficile meta? Qui le differenze di veduta sono purtroppo abissali. Per noi, raggiungere l’obiettivo significa, innanzitutto, porsi una questione fondamentale di approccio al fenomeno: meglio agire sull’offerta di gioco, come ha scelto di fare il Comune di Bergamo, o è preferibile agire sulla domanda, sulle persone più esposte al rischio di sconfinare nell’abuso patologico? Non abbiamo dubbi: molto meglio intervenire là dove il problema ha la sua genesi, lavorare sulle cause che possono aprire la strada al dramma, aiutare le persone più esposte al rischio ludopatia. È un punto cruciale, una scelta metodologica che riteniamo virtuosa. Dobbiamo quindi, in prima battuta, porci degli interrogativi e cercare delle risposte per capire perché un ragazzo, disoccupato o meno, sceglie di passare una serata davanti a una slot; perché un’anziana decide di gettare via la pensione in Gratta e vinci; perché la solitudine, la difficoltà economica, sociale e affettiva agiscono spesso come motivazioni che spingono al gioco compulsivo.Aiutare queste persone “fragili” è decisivo, per noi un passo irrinunciabile nell’ottica di una strategia di contenimento del gioco patologico. Bisogna però essere pronti all’ascolto, confidando in quella “squadra” di medici, psicologici, assistenti sociali, educatori, ma anche volontari (spesso ex giocatori, passati dall’altra parte della barricata) ai quali va la nostra stima per il lavoro che svolgono. Certo, poi servono progetti, risorse finanziarie e organizzazione e, soprattutto, grandi sforzi, non sempre accompagnati da altrettante gratificazioni. Ma tant’è.

Da non esperto, mi vien da dire che la partita da giocare non è molto dissimile da quella di contrasto alla droga (che è illegale, ma circola) e all’alcol (che è legale oltre una certa età, ma è consumato spesso oltremisura, anche da giovanissimi che non potrebbero comprarlo). È vero, bisognerebbe investire in un momento in cui le casse degli Enti pubblici non sono particolarmente ricche. Questo tuttavia non avviene. E allora dovremmo forse avere il coraggio di dircelo che i Comuni preferiscono destinare risorse su altre priorità. E così accade che la risposta al problema del gioco diventa sempre univoca e mirata verso l’offerta, trovando facili ordinanze, grandi proclami e gettando il ruolo di capro espiatorio sulle spalle di chi possiede slot machine o vende i “Gratta e vinci”. Con l’aggravio di cartelli obbligatori da esporre (e che nessuno legge), obblighi, divieti, sanzioni, sanzioni e ancora sanzioni. Questa è l’attuale, diffusa e migliore risposta che la politica sa dare al problema? Solo annunci, leggi ed ordinanze? I risultati? Consensi bipartisan e molti “Mi piace” su Facebook.

Oscar Fusini
Oscar Fusini

La scelta del divieto, che sfocia nel proibizionismo, come unica soluzione al problema non funziona. Lo racconta la storia e la nostra esperienza nelle campagne condivise con l’Ast (ex Asl) sull’alcol. È inutile nascondersi dietro a un dito: chi vuol giocare continuerà a farlo, troverà altre strade per alimentare la sua fame di azzardo, virerà anche sulle piattaforme internet, a volte ai limiti del legale, con tanti saluti ai controlli e alla possibilità di aiuto. Giocherà finché non si sarà rovinato se qualcuno non interverrà prima per fermarlo. E non saranno certo i divieti, in certi orari, a cambiare le sue abitudini. Pura utopia. Chi è sceso nel baratro, è disposto a muoversi, a percorrere chilometri pur di giocare, basta vedere cosa accade addirittura in Autogrill, in autostrada. L’unico limite del giocatore patologico lasciato al suo destino sono i soldi che ha in tasca. Finché riuscirà a trovarne continuerà sulla strada dell’azzardo. Ecco perché, anziché bastonare con obblighi, divieti e multe l’incolpevole barista, dovremmo “sfruttare” la sua sensibilità, perché lui, a volte, è l’unico che conosce e potrebbe fermare il giocatore: non chiudendogli la porta in faccia, ma parlandoci insieme.

Bisogna poi essere credibili nell’azione, e non possiamo esserlo se scegliamo la strada di vietare il gioco quando, contestualmente, è lo stesso Stato che lo alimenta, opera rincari e trae ingenti profitti. Mettere paletti non serve e, alla fine, colpisce anche il gioco non patologico. È giusto questo? Noi crediamo che il gioco, se lecito e responsabile, è anche una forma di svago, oltre che una fonte di guadagno per gli esercenti, per i baristi-tabaccai e per i loro dipendenti. Tanti locali senza slot rischiano di abbassare la serranda e di lasciare senza lavoro i propri collaboratori. È questo che si vuole? Siamo convinti che esista il percorso virtuoso che può salvare il gioco ludico, prevenire le ludopatie e salvaguardare le attività sul territorio. Ma questo percorso non può passare dai divieti, perché allora bisognerebbe dire no anche a chi si batte per la riapertura del Casinò a San Pellegrino (quanta gente si è rovinata al tavolo verde!).

Noi siamo gente concreta, pronta a dare un contributo alla causa. Dove ci sono le condizioni economiche, suggeriamo all’esercente (ma lui già lo sa) di togliere le slot e di investire sull’attività prevalente (servizi per bevande e cibi) e, comunque, su proposte che aumentino la qualità complessiva dell’offerta al cliente. Come associazione offriamo assistenza legale e contrattuale per chi deve risolvere problemi e contratti con i gestori dei giochi. Questo è il nostro lavoro! Garantiamo il credito per gli investimenti necessari a rilanciare i locali, collaboriamo con l’Ast nelle campagne di prevenzione. Eroghiamo in convenzione la formazione agli esercenti per la prevenzione della ludopatia, partecipiamo a convegni, campagne promosse dai consorzi dei Comuni, scriviamo per informare gli esercenti degli obblighi e dei divieti. Pochi “Mi piace”, molta sostanza.

*direttore di Ascom Confcommercio Bergamo

 




Solstizio d’estate, nei panifici un omaggio alle future mamme

Con l’arrivo dell’estate ecco un altro appuntamento di Stagioni di Pane, il progetto dell’Aspan, realizzato in collaborazione con Ascom, che coinvolge panificatori e consumatori finalizzato a promuovere la ricchezza culturale e sociale del pane nelle diverse occasioni dell’anno a seconda delle stagioni e delle ricorrenze più significative.

Il 21 giugno segnerà il primo appuntamento estivo del programma con un tributo speciale alle donne in dolce attesa. Del resto, la natura si scopre in primavera e in estate è nel pieno della sua energia vitale, proprio come quella che si nasconde dietro una nuova nascita. Ed il pane è lì ad accompagnare ogni momento della nostra vita, in ogni stagione!

Le future mamme che domani si recheranno nei panifici aderenti all’iniziativa potranno esprimere le loro emozioni provate durante la gravidanza (gioia, apprensione, aspettativa, immaginazione…) nel Pan… cione appositamente predisposto e ricevere un gustoso omaggio. La loro attesa sarà così premiata come del resto quella dell’agricoltore che, proprio in questo periodo, potrà raccogliere il prezioso grano dopo averlo seminato in autunno!

Per ulteriori informazioni: www.aspan.it www.facebook.com/Stagioni-di-Pane-di-Aspan

I panificatori aderenti all’iniziativa

1. Panificio Giovanni Paolo Rota – via Campofiori, 17 – Almè
2. Panificio Bravi snc – via Santissimo Redentore, 31 – Bagnatica
3. Capello srl – via Corridoni, 39  – Bergamo
4. Panificio Rota Biasetti – p.zza Pontida – Bergamo
5. Panificio Ghirardi Marcello – via Broseta  – Bergamo
6. Panificio Zucca snc – piazza Giovanni Battista, 18 – Casnigo
7. Panificio Bonadei Giuseppe – via A. Cifrondi, 5 – Clusone
8. Panificio Finardi snc – via Merena, 21 – Curno
9. Panificio Bana – via Largo Vittoria, 15 – Curno
10. Dal Furner di Fraschetta snc – via Roma, 7 – Fontanella
11. Panificio Musoni snc – via Grandi, 25 – Lovere
12. Panificio Ricuperati Armando & C. – via Balilla, 20 – Romano di Lombardia
13. Panificio Ferrandi srl – via dei Mille, 25 – Treviglio
14. Panificio Suardelli di Suardelli Sergio & snc – via Antonio Locatelli, 54 – Urgnano




Treviglio, il Duc al nuovo sindaco: «Un piano contro il caro-affitti»

«Il Distretto del Commercio può essere lo strumento per il confronto tra amministrazione comunale e commercianti su tutti i temi e le iniziative che hanno un impatto sulle attività commerciali locali, in particolare per gli eventi culturali».

All’indomani delle elezioni che hanno portato Juri Imeri (centrodestra) alla guida dell’amministrazione trevigliese, il Distretto del commercio locale è pronto a svolgere un ruolo sempre più strategico per l’economia cittadina. «In campagna elettorale avevamo presentato a tutti i candidati sindaci della città un documento con diverse proposte – spiega il presidente Roberto Ghidotti -. Le nostre idee, a parole, sono state apprezzate da tutti. Ora che le elezioni sono terminate, chiediamo un confronto molto concreto e sereno sul commercio. Ci aspettano cinque anni per affrontare in maniera organica le prospettive e le potenzialità del commercio trevigliese».

Come è la salute dei negozi della città?

Roberto Ghidotti
Roberto Ghidotti

«Treviglio, nei dati, è uno dei pochi paesi della Bergamasca dove la rete commerciale è aumentata. È un buon punto di partenza, ma serve un flusso di clienti importante e possibilmente stabile. In questo senso le attività culturali e di animazione sono strategiche. Il Distretto ha al suo interno due soggetti che si occupano di animazione e promozione del territorio, la Pro Loco e la Fiera Agricola, inoltre collabora in alcuni casi con Pianura da Scoprire. Può essere un supporto importante all’Amministrazione, per pianificare e coordinare iniziative efficaci di valorizzazione del territorio. Nei prossimi giorni chiederemo un incontro con il sindaco e gli assessori. Proporremo una programmazione periodica, almeno trimestrale, degli eventi e delle manifestazioni che raggruppi il maggior numero possibile di iniziative, distinguendo tra eventi a valenza locale ed eventi a valenza sovra-locale o caratterizzanti. Questo per migliorare la distribuzione degli eventi in calendario e consentire una migliore pianificazione della comunicazione».

Nello specifico, quali proposte farete?

«Cercheremo di trovare insieme misure che favoriscano l’utilizzo delle strutture e degli spazi comunali per la realizzazione di iniziative private e soluzioni per razionalizzare il calendario delle iniziative in modo da evitare sovrapposizioni o iniziative gemelle. Sul fronte più propriamente commerciale un tema molto sentito in centro storico è quello degli affitti elevati e dei locali sfitti. Proponiamo all’Amministrazione di occuparsi del problema aprendo un tavolo di confronto con i proprietari e le agenzie immobiliari che gestiscono i locali commerciali per modulare l’affitto e ridurre l’Imu sui locali affittati in via continuativa e di dare luogo a qualche misura di sostegno per i commercianti, ad esempio un contributo per l’affitto alle nuove attività per il primo anno».

Altre questioni calde sono i parcheggi e il centro storico…

«Vanno trovate nuove soluzioni per regolamentare le soste in modo da facilitare lo shopping e va migliorata la segnaletica dei parcheggi. Si può verificare la disponibilità dei commercianti a omaggiare ai clienti dei buoni parcheggio magari anche con un sistema di carte fedeltà inter-attività che trasformi i punti in buoni parcheggio. Per vivacizzare il centro storico rimangono valide le propose fatte dai commercianti di via in passato: predisporre una segnaletica commerciale adeguata a inizio via, introdurre elementi di arredo urbano, e sviluppare attività di animazione in più punti del centro storico e non solo nelle piazze centrali».

E in merito alla Ztl?

«È un tema molto delicato che divide a metà i commercianti tra i favorevoli alla soluzione attuale e quelli che vorrebbero ridurre l’area riportando le auto in centro per un orario più esteso o addirittura liberando completamente dalla limitazione alcuni tratti. Si tratta di valutare le opinioni di operatori e cittadini e affrontare la questione su basi oggettive».




Turismo estivo, Bocca (Federalberghi): “C’è fiducia”. Lombardia in testa per gli arrivi

lovere porto turistico“È ormai ai blocchi di partenza la stagione turistica estiva 2016, alla quale guardiamo con profonda fiducia, nonostante le incognite determinate sia dalle incerte condizioni meteorologiche registrate finora nel nostro Paese, sia dall’ormai imminente referendum sulla Brexit che per il mese di giugno sta facendo segnare qualche rallentamento dai mercati europei, sia dalle tensioni internazionali dovute alla crisi economica ed agli attacchi terroristici”. È questo il commento del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, alle analisi realizzate dal Centro Studi della Federazione che mettono in luce l’importanza che i grandi flussi del turismo estivo rivestono per l’economia nazionale e per la creazione di posti di lavoro. Nel periodo giugno-settembre gli esercizi ricettivi italiani (alberghiero ed extralberghiero) accolgono circa 54,9 milioni di persone, per un totale di 235,7 milioni di pernottamenti, che equivalgono al 50% degli arrivi annui ed al 61% delle notti dormite.

I turisti stranieri in Italia generano quasi il 51% degli arrivi estivi (27,9 milioni), quota di mercato che si è sensibilmente ampliata negli ultimi anni (era infatti al 46% nel 2010), mentre il numero degli italiani è rimasto pressoché stabile. La Germania è di gran lunga il nostro principale mercato con 6,2 milioni di arrivi e 34,7 milioni di presenze durante l’estate, seguita dagli Stati Uniti (2,4 milioni di arrivi e 5,9 milioni di presenze) e dalla Francia (quasi 2 milioni di arrivi e 6,8 di presenze). Le località preferite dai maggiori fruitori stranieri dell’Italia in estate sono il mare, i laghi e la montagna per i tedeschi, le terme e le città d’arte maggiori e minori per austriaci, francesi ed inglesi, le città d’arte maggiori e minori nonché le aree interne per gli statunitensi e le città d’affari/shopping ed il mare per i russi.

Per quanto riguarda i flussi interni sono gli accenti lombardi quelli che maggiormente si riconoscono nelle varie località turistiche. È infatti la Lombardia la regione che offre il maggior contributo all’economia delle vacanze estive con 6 milioni di arrivi, seguita dal Veneto con 2,5 milioni e dal Lazio con 2,4 milioni. Sul fronte occupazionale durante l’estate le imprese del turismo diventano una vera e propria ‘fucina’ dando lavoro a poco più di 1,1 milioni di dipendenti, con un picco nel mese di agosto pari a circa 1,12 milioni. Il comparto alberghiero è quello che risente maggiormente della stagionalità con un numero di dipendenti ad agosto pari a 316 mila unità che risulta più che doppio (+111%) rispetto per esempio al mese di novembre (quando gli occupati sono 150 mila). La regione con più lavoratori è la Lombardia con circa 171 mila dipendenti, seguita dall’Emilia Romagna (113 mila), dal Veneto (108 mila) e dal Lazio (104 mila). “In vista dell’approvazione del piano strategico nazionale sul turismo – conclude Bocca – ribadiamo l’esigenza di incentivare la riqualificazione dell’offerta, contrastare l’abusivismo, ridurre la pressione fiscale, investire sulla promozione, potenziare le infrastrutture di supporto alla mobilità, semplificare le procedure, riformare il modello di governance”.




Il terziario continua a sostenere l’economia bergamasca

Camera di CommercioTiene l’economia orobica, almeno a guardare il numero delle imprese attive. In un anno, da maggio 2105 al maggio scorso, sono salite di 30 unite, passando da 85.574 a 85.604. È quanto emerge dall’ultimo Dossier dell’Osservatorio della Camera di Commercio, elaborato sui dati di Infocamere. Più nel dettaglio, a maggio il saldo tra iscrizioni (505) e cessazioni (354) è risultato positivo per 151 imprese. Per quanto riguarda le forme giuridiche, aumentano le società di capitale (+2%), mentre continuano ad essere in sofferenza le società di persone (-1,8%) e quelle individuali (-0,3%).

A guidare la crescita è il settore noleggio-agenzie viaggi e servizi di supporto alle imprese che segna la crescita più alta, +6,6%, con un  numero di imprese che salgono da 2.391 a 2.549 e un saldo positivo di 158 attività. La crescita ha riguardato anche le attività artistiche, sportive e di intrattenimento (+4,4% con 43 nuove attività), i servizi di informazione e comunicazione (+3,6% e 66 nuove imprese), la sanità e l’assistenza sanitaria (+2,9%), l’istruzione (1,8%) e le attività finanziarie e assicurative (+1,7%), e le attività professionali (+1,6%). Trend positivo anche per il turismo dove le imprese di alloggio e ristorazione crescono dell’1% (+60), e per il commercio: grande distribuzione e negozi tradizionali registrano un aumento dell’0,4% (+86). Continua la sofferenza dell’edilizia (-2,2% con una perdita di 420 unità) e si osservano ancora variazioni negative nei settori delle attività immobiliari (-0,5%), delle attività manifatturiere (-0,6%), dei trasporti (-0,8%), e dell’agricoltura (-0,3%).