Nuova sede Ascom, «segnale positivo per l’economia di Bergamo»

C’erano tutte le istituzioni e alcuni tra i protagonisti del mondo della finanza e dell’economia locale al taglio del nastro delle nuova sede di Ascom Bergamo. Amministratori, politici locali e nazionali, rappresentanti nazionali e regionali del sistema Confcommercio, ovvio, e poi Università, Sacbo, Questura, Prefettura, imprenditori, istituti bancari. L’inaugurazione della nuova struttura di via Borgo Palazzo è stata salutata da tutti come un segno importante di vitalità per l’economia bergamasca, in un clima di sintonia e di collaborazione.

«Che a Bergamo ci sia ancora chi ha coraggio di investire e di intraprendere un progetto tanto importante è un segno molto positivo – ha detto Miro Radici, presidente di Sacbo -. Ascom fa un servizio indispensabile per il territorio, svolge un grande lavoro e mette a disposizione dei soci il suo know how». Anche per il questore di Bergamo Girolamo Fabiano «la nuova sede è una cosa magnifica, un gesto di grande speranza che dovrebbero fare tutti. Complimenti al presidente e a tutto il suo staff per avere avuto il coraggio di buttarsi». Per il rettore dell’Università di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini, «non si inaugura solo un luogo, ma soprattutto una comunione di intenti. Ascom è un’associazione che ha un forte impatto sulla comunità e svolge un lavoro importante per il commercio e l’economia bergamasca. L’Università è vicina al suo lavoro e impegno». Anche Giorgio Frigeri, presidente della Banca Popolare di Bergamo, ha sottolineato la stima per l’associazione dei commercianti: «La nostra presenza oggi suggella il rapporto di collaborazione con le persone che è iniziato molti anni fa e che si è rafforzato e consolidato nel tempo – ha dichiarato -. Come banca abbiamo dato attenzione al commercio, è un settore cruciale per l’economia che ci auguriamo riprenda vitalità».

Secondo Renato Borghi vice presidente di Confcommercio nazionale e presidente di Federmoda Italia «l’inaugurazione della nuova sede è la conferma della volontà di una delle Ascom più efficienti del sistema lombardo di essere ancora più vicina e al servizio delle imprese, in questo momento ancora non facile». «Siamo entusiasti di questa inaugurazione – ha aggiunto Giovanna Mavellia, segretario generale di Confcommercio Lombardia -. È un momento di svolta rispetto a questa crisi che ancora continua a mordere in Lombardia. Ma i segni si sono fatti importanti, offrono uno sguardo sul futuro. La nuova sede di Ascom permette ancora di più di sentirsi parte di una associazione e di non sentirsi soli come imprenditori e offre agli associati e ai collaboratori un luogo di lavoro più tecnologicamente avanzato e con un design al passo con i tempi».

Anche i politici hanno espresso apprezzamento ed entusiasmo per il nuovo “progetto” di Ascom. «Si prova un sentimento di gratitudine ad essere qui oggi, per Bergamo e per l’economia bergamasca è una salto importante. Il fatto che Ascom Confcommercio abbia scelto di investire su una struttura particolarmente elegante e funzionale è segno che c’è consapevolezza di una vitalità del territorio» ha affermato la deputata bergamasca Elena Carnevali. Per il collega Giovanni Sanga «quando le associazioni riescono a svolgere nel migliore dei modi il loro compito è sempre una ricchezza per la comunità. La società di oggi, così complessa, ha bisogno sempre più di punti di riferimento e di aggregazione. L’Ascom consente alle imprese di mantenere un legame».
«Per la comunità bergamasca è un momento bellissimo – ha commentato l’onorevole Antonio Misiani -. L’Ascom è una realtà molto solida e rappresenta un settore cruciale per la nostra economia. È il segno di una realtà radicata sul territorio. Non è un caso che siano presenti oggi tutte le istituzioni. Non posso che augurare buon lavoro. La sede è bellissima. In uno spazio così moderno e funzionale credo che Ascom saprà portare avanti ancora meglio il lavoro che svolge per il sistema produttivo bergamasco». Anche il deputato Giuseppe Guerini ha evidenziato il ruolo di Ascom come «attore fondamentale dell’economia della provincia». «Vedendola in maniera ottimistica – ha proseguito – se è vero che l’economia ha ripreso, sono occasioni come questa che dimostrano la vicinanza delle associazioni di categoria al sistema produttivo economico bergamasco».

L’ex primo cittadino oggi consigliere del Comune di Bergamo Franco Tentorio ringrazia il presidente Malvestiti e i suoi collaboratori per aver reso possibile la realizzazione della struttura: «La provincia di Bergamo è la provincia delle 100mila imprese, di queste molte sono del commercio – ha ricordato -. Il lavoro dell’associazione di categoria è importantissimo e ha una funzione sociale».




Borgo Santa Caterina, arrivano i sabato dello shopping

I lavori stradali accendono la voglia di fare in Borgo Santa Caterina. E il disagio rappresentato dal rifacimento del pavè diventa l’occasione per organizzare qualcosa di nuovo per tenere accesi i riflettori sull’area.

Oltre ai tradizionali Venerdì del Borgo, che saranno quattro anche nel 2016 (tutti i venerdì tra il 19 agosto e il 9 settembre), arrivano i Sabati del Borgo, un’iniziativa che coinvolge la via dalle 15 alle 21 con sconti, promozioni, eventi, laboratori nella strada pedonalizzata per l’occasione. Si tratta di sei sabati, a partire dal 28 maggio, ma Comune, residenti e commercianti hanno già immaginato di arrivare a 12 se la proposta funziona: «Crediamo si tratti di un lavoro molto positivo – sottolineano il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il consigliere comunale Niccolò Carretta, che ha seguito da vicino la questione – soprattutto per l’avvio e il consolidamento di un dialogo tra le componenti che vivono e lavorano in Borgo Santa Caterina. Grazie anche alla mediazione della Rete Sociale, si sono condivisi obiettivi e strategie per il rilancio condiviso della via: si tratta di un percorso lungo, ma l’individuazione di un punto di equilibrio intorno ai tradizionali venerdì del borgo e l’istituzione di nuove iniziative al sabato rappresentano un elemento positivo per la costruzione di un modello di gestione del Borgo».

Eleonora Piccinni - commercianti Borgo Santa Caterina
Eleonora Piccinni

«Il sabato nel Borgo – sottolinea Eleonora Piccinni, presidente dell’Associazione Commercianti del Borgo – è un’opportunità per far conoscere tutte le sue attività commerciali e le bellezze di una via ricca di storia. La pedonalizzazione della via al sabato è elemento di grande importanza che va sottolineato, soprattutto perché permette alle persone di riappropriarsi dello spazio pubblico, non solo in termini di “movida”, ma anche come luogo di passeggio. Il Borgo può divenire il contraltare di via XX Settembre per quello che riguarda le attività artigiane».

«Siamo arrivati a un compromesso accettabile per i residenti – commenta Tullia Valsecchi, presidente del Comitato residenti della via –, che nonostante il disagio capiscono le esigenze dei commercianti e quindi si adeguano alle chiusure diurne dei sabati. Stiamo lavorando con commercianti e Comune di Bergamo per arrivare a una organizzazione condivisa anche dei venerdì del Borgo, in modo che abbiano regole chiare e che non siano disagevoli, come avvenuto in passato, per coloro che abitano nella via».

In cantiere c’è anche una campagna di sensibilizzazione dell’utenza, in collaborazione con i gestori dei bar e il progetto dell’ATS “Safe Driver”, affinché si attutiscano il più possibile i disagi verso i residenti durante gli appuntamenti dei venerdì del Borgo.

«Il fatto che i venerdì del Borgo nascano quest’anno da una organizzazione condivisa con residenti e Comune di Bergamo – spiega Luca Rebuzzi, gestore di uno dei bar più frequentati della via – ci fa sperare che le serate risultino ancora più piacevoli, ben fatte e apprezzate anche dai residenti».




La nuova Ascom, «dedicata a tutti coloro che hanno la forza di fare impresa»

La fiducia come prima pietra della nuova Ascom e una dedica «a tutti coloro che hanno la forza e la volontà di fare impresa, a tutti coloro che aprono convinti che ne valga la pena non soltanto perché lo dicono i bilanci ma perché credono nelle idee, nelle fatiche e nei successi. A chi resiste e spera e ha il coraggio di dire “sono un imprenditore”».Così il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha sintetizzato il valore della rappresentanza nella giornata di inaugurazione della nuova sede dell’Ascom di Bergamo, ricordando come sia responsabilità delle associazioni oggi dare un segnale forte per il futuro, riscrivendo la propria mission all’insegna dell’innovazione e della competitività, per essere sempre all’altezza delle esigenze degli associati. «Questa inaugurazione – ha detto – avviene in un momento giusto. Le imprese hanno bisogno di ottimismo e hanno bisogno di un riferimento per guardare al futuro con certezza. Stiamo registrando lievi segnali di ripresa – ha ricordato – ora questo risveglio deve trasformarsi in vera crescita. E la strada è una sola: tagliare la spesa pubblica improduttiva così da trovare risorse per una riduzione generalizzata delle aliquote Irpef, aumentando la possibilità di spesa. Perché è con il rilancio dei consumi che si può uscire prima e presto da questa incertezza».

In quest’ottica apprezza la decisione di anticipare al 2017 il taglio dell’Irpef. «Siamo ad un bivio tra stagnazione e crescita – ha ribadito – ed ognuno deve fare la propria parte. La nostra è quella di dare voce ad un settore che rappresenta più del 40% del Pil e dell’occupazione. Siamo sì il settore terziario, ma non certo secondi a nessuno». E la stoccata va ai piani del governo di eliminare i corpi intermedi. «I corpi intermedi che lavorano e che funzionano non sono la zavorra del Paese, ma hanno obiettivi e capacità di connessione. Senza di loro una società sana non può stare in piedi, nel tempo si indebolisce»

Che l’Ascom di Bergamo abbia interpretato appieno questo ruolo lo ha testimoniato la platea ampia a trasversale presente all’evento, dagli amministratori alle istituzioni, al mondo delle imprese. Di un buon lavoro portato avanti insieme ha parlato il ministro delle Politiche agricole, ambientali e forestali Maurizio Martina in un video. «Expo ha dato risultati importanti e non scontati per i territori – ha ricordato -, ma era solo il primo tempo, ora bisogna tenere il punto e continuare lo sforzo per il futuro. C’è stato un buon lavoro di squadra, il governo ha messo in campo misure significative, il 2016 sarà fondamentale per la ripresa. La nuova e bella sede è una metafora delle pagine ancora da scrivere insieme».

Anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha evidenziato «la vitalità e la capacità di innovazione dell’Ascom, che presidia attività che sempre più definiscono l’identità della città». «Nel confronto non ci si è mai fermati al lamento, ma si sono affrontati e si stanno affrontando cambiamenti rilevanti. Il mondo del commercio è chiamato ad un’ulteriore forte evoluzione, sempre più rivolta al servizio, e l’Ascom può fornire agli imprenditori gli strumenti per affrontarla».

Da parte del presidente della Provincia Matteo Rossi e dell’assessore regionale alle Infrastrutture e mobilità Alessandro Sorte la consapevolezza che «nessuno può trainare da solo», parole di Rossi. «Bergamo in questo senso ha inaugurato una strada e la sta portando avanti con buoni risultati paradossalmente nel momento in cui le risorse sono sempre meno». «La politica – ha dichiarato Sorte – deve unirsi per portare infrastrutture e opere pubbliche sul territorio perché è questo che può fare ripartire l’economia. Bergamo in passato è stata divisa, ora siamo orgogliosi del modello che abbiamo messo in campo».

Di un gran giorno ha parlato giustamente il presidente dell’Ascom Paolo Malvestiti, «perché segna l’inizio di un nuovo percorso e allo stesso tempo corona il lavoro fatto nei nostri 70 anni di vita». «La nostra Associazione è cambiata e continuerà a farlo per essere più efficace, più aperta e ricettiva rispetto alle sfide dei nuovi mercati e dei nuovi consumi. Abbiamo infatti l’obiettivo che la nostra associazione diventi sempre di più la casa del commercio del turismo dei servizi e del terziario e per farcela dovremo convergere sempre più il nostro operato sull’innovazione, favorendo processi di investimento, di qualificazione e di crescita».




Piano sosta, l’Ascom: «Bene la salvaguardia della rotazione». Rivoluzione per i residenti, pagano anche loro

A Bergamo aumentano i costi della sosta su strada e si pagherà anche la domenica nell’area più centrale, ma in compenso si potrà lasciare l’auto un’ora in più rispetto al limiti oggi previsti per ogni zona, il che significa che in centro si passa da una a due ore, rendendo possibile fermarsi con tranquillità anche in un locale o prendersi il tempo per guardare le vetrine e fare qualche acquisto oltre alla rapida commissione.

A pagare da ora in poi saranno però anche i residenti che per parcheggiare negli spazi a loro riservati, quelli delimitati dalla strisce gialle, dovranno versare 60, 90 o 120 euro all’anno a seconda della zona per ottenere il permesso.

Queste le principali novità del Piano della Sosta, contenuto nel documento di indirizzo varato ieri dalla Giunta cittadina. L’obiettivo è contrastare l’inquinamento e il congestionamento delle aree centrali e migliorare la mobilità alternativa, aggiornando uno strumento che risale a più di venti anni fa.

«È l’area C di Bergamo – ha spiegato l’assessore alla Mobilità Stefano Zenoni -, un tentativo di limitare l’utilizzo del mezzo privato e rendere più convenienti l’utilizzo del mezzo pubblico e incentivare la sosta nei parcheggi in struttura. È un piano coraggioso e di certo non mancheranno le critiche, ma era necessario per adeguare il sistema Bergamo alle attuali esigenze».

L’ultimo intervento significativo sulla sosta a Bergamo è infatti datato 1992 e tra l’altro non è stato nemmeno attuato del tutto. «Da allora la città è notevolmente mutata: Bergamo Alta è diventata uno dei luoghi più attrattivi dell’intera Lombardia, si sono modificate le abitudini dei cittadini, è cresciuta notevolmente la richiesta di spazi da vivere senz’auto ed è cresciuto il numero di autoveicoli, con effetti sulla domanda di spazi di sosta. La revisione della sosta è uno dei punti cardine del programma di questa Amministrazione – ha ricordato l’assessore -, una priorità per migliorare la vivibilità delle aree delicate».

La sosta a pagamento oggi è prevista per circa 2.300 stalli degli oltre 32.600 su strada presenti in città. Nelle tre diverse zone tariffarie, indicate come zona gialla (la più esterna), arancione e rossa (è quella relativa a Città alta e al centro) le tariffe vengono portate rispettivamente alla cifra tonda di 1 euro (da 0,80), 1,50 euro (da 1,40) e 2 euro  (da 1,80). In centro città viene poi introdotto, come detto, il pagamento della sosta su strisce blu anche nei giorni festivi dalle ore 9 alle 19 (cosa che invece in Città Alta avviene da molti anni).

La previsione è anche di ridisegnare leggermente le zone, estendendo la zona rossa, la più cara, fino alla stazione sull’asse sud (oggi arriva a via Mai e Paleocapa), a ovest fino ai varchi della Ztl sulle vie San Bernadino e Moroni e all’incrocio tra via Broseta e Palma il Vecchio, e alla parte alta di via Locatelli in direzione di Città alta.

Nella revisione è stata invece scartata l’ipotesi di abolire le strisce gialle e di prevedere per i residenti la possibilità di parcheggiare nelle strisce blu con tariffe agevolate. «Così facendo, però – ha spiegato Zenoni -, le zone residenziali avrebbero attirato la circolazione di chi è alla ricerca del posto auto, abbiamo inoltre tenuto in considerazione le richieste delle zone a vocazione commerciale di mantenere un certo ricambio nella sosta».

A portare avanti l’istanza c’era anche l’Ascom. «Il tema dei parcheggi e della sosta è senza dubbio uno degli elementi cardine per il rilancio del centro e delle attività commerciali di Bergamo. Esprimiamo soddisfazione per la decisione della Giunta comunale che ha accolto la nostra richiesta di non rendere promiscui gli stalli delimitati dalle strisce blu a pagamento con i parcheggi gialli riservati ai residenti – commenta Giorgio Lazzari, responsabile relazioni esterne di Ascom Confcommercio Bergamo -. Il cambiamento avrebbe rappresentato un problema per le attività commerciali della città con una minore rotazione di molti parcheggi a raso. Abbiamo chiesto all’Amministrazione comunale una riflessione sull’opportunità di aumentare il costo dei parcheggi da 1,80 a 2 euro all’ora nelle zone centrali della città, anche se oggettivamente giudichiamo positiva l’estensione della sosta massima da una a due ore. In questo modo si permette una maggiore fruizione dei negozi e dei pubblici esercizi, con un tempo adeguato per lo shopping e per la pausa pranzo».

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Quanto ai residenti, pagheranno per ciascun permesso 60 euro nella zona gialla, 90 nella zona arancione e 120 nella zona rossa. «Sono comunque in linea con quelle di altre città – ha fatto notare Zenoni – e non ci sono limitazioni nel numero dei permessi». A Milano, ad esempio, i residenti pagano l’ingresso nell’area C (40 ingressi gratis e poi 2 euro a ogni ingresso), a Como la cifra è di 368 euro all’anno per la sosta dei residenti, mentre a Varese i residenti pagano 120 euro all’anno per sostare negli stalli blu.

I permessi di transito rimarranno invece gratuiti: il Comune ne allungherà inoltre la validità, che passa a 10 anni, con un conseguente risparmio di circa 95 euro di spese di bollo allo Stato per la presentazione delle domande all’Ufficio Permessi. Non solo: la gestione sarà digitalizzata nei prossimi mesi nelle aree protette da telecamere, in modo da migliorare e snellire anche le procedure.

Allo stato attuale i permessi per residenti sono 2,5 volte superiori agli stalli su strada disponibili in Città Alta, quasi 3 volte superiori in Città Bassa (il rapporto ideale è di 1 parcheggio per 2 permessi): «Con l’attuazione del piano – ha continuato Zenoni – prevediamo una riduzione del numero di permessi “superflui”, di chi cioè oggi li richiede senza una necessità stringente, pari al 10-15%. Verranno inoltre ridisegnate le aree entro cui ciascun residente può lasciare l’auto, favorendo un riequilibrio tra le zone più congestionate e quelle in cui il rapporto tra stalli e permessi è più favorevole».

Con l’ampliamento della “Zona a particolare rilevanza urbanistica” (Zpru) potranno essere inoltre creati parcheggi gialli in quartieri dove ora non ci sono, ma sono oggetto di richiesta da parte dei cittadini, come Malpensata, Carnovali e la parte di Santa Lucia oggi esclusa (via Legionari di Polonia e limitrofe), che subiscono dinamiche di traffico e di congestione paragonabili a quelle del centro cittadino.

Gli introiti dall’attuazione completa del piano (stimati intorno ai 650mila euro rispetto ad un totale di circa 3 milioni oggi ricavati dalla gestione della sosta) sono destinati ad essere investiti su mobilità sostenibile e trasporto pubblico da parte dell’Atb, cui passa l’attività di riscossione e rilascio dei permessi, garantita in forma “smart”.

Il Piano della Sosta dovrà essere reso attuativo da specifiche delibere e provvedimenti. La stima dell’Amministrazione è che possa realizzarsi entro l’anno. Le novità che arriveranno per prime sono la rimodulazione delle zone, le nuove tariffe per la sosta nelle strisce blu e il pagamento nei festivi.

«È un passo importante – ha affermato il sindaco Giorgio Gori – di cui si è parlato molto in passato ma che non era mai stato affrontato. Bergamo era rimasta indietro ma ora riguadagna tempo e fa anche qualcosa di più, con un piano non solo meno costoso per i cittadini rispetto ad altre realtà, ma anche più curato, frutto di un lavoro più fine grazie anche al confronto, perché preserva l’accessibilità agli esercizi commerciali e agevola la sosta dei residenti». «D’accordo, la sosta diventa onerosa ma – ha fatto notare – il problema era la mancanza di posti. E in più si trovano risorse per interventi sulla mobilità».




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ASCOM
LO SPECIALE SULL’INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SEDE

 

 

 

 

 

 




Oggi l’Ascom inaugura la nuova sede. Presenti Sangalli e Martina

SedeAscom_x_Giornali“Ascom Bergamo: nuova sede, nuovi servizi” è lo slogan che accompagnerà, lunedì 9 maggio, l’inaugurazione della nuova sede dell’Ascom. Appuntamento alle 18.30 con una conferenza sul tema della rappresentanza di impresa, a cui prendono parte, oltre al presidente dell’Ascom Paolo Malvestiti, Carlo Sangalli, presidente Confcommercio Imprese per l’Italia e Maurizio Martina, ministro delle Politiche Agricole. Momento clou dell’evento è alle 20.30 con la cerimonia ufficiale che prevede la benedizione della struttura e degli uffici da parte di Monsignor Lucio Carminati, aperitivo e intrattenimento musicale. «L’inaugurazione della nostra sede corona tutti gli sforzi che sono stati fatti in questi anni, che ci hanno permesso di essere una realtà ben radicata sul territorio e nel tessuto sociale ed economico bergamasco, con uno sguardo sempre proteso verso il futuro – spiega Paolo Malvestiti, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo -. La nostra è la casa del commercio, del turismo, del terziario e dell’innovazione e il nostro compito è quello di essere sempre più al servizio degli associati, puntando l’operato sull’innovazione, sui processi di investimento, di qualificazione e di crescita. In questo la nuova struttura è del tutto funzionale, perche ci permette di accogliere l’associato nel modo migliore e offrirgli tutti i servizi utili alla crescita e allo sviluppo della sua impresa». E conclude: «Perché è importante avere un partner qualificato, un consulente affidabile che sappia aiutare nelle varie fasi di sviluppo dell’azienda».

La sede dell’Ascom ristrutturata si presenta in una veste completamente rinnovata, con un concept moderno, innovativo e più funzionale alle mutanti esigenze degli associati. L’operazione ha portato ad un ampliamento della superficie di circa 1.500 mq, che si sono aggiunti ai 1.800 già a disposizione. La nuova sede ruota tutta attorno alla parola “trasparenza”, che si percepisce anche dal punto visivo in quanto dotata di ampie vetrate, che suddividono anche gli spazi interne. Tra le novità: sale riunioni, che permettono di lavorare in staff, una sala corsi e una sala convegni con le migliori soluzioni multimediali e a disposizione anche delle aziende associate.

I numeri della nuova sede Ascom

3.300 mq

5 piani

90 dipendenti  in sede (totale dipendenti Ascom 130)

3 sale convegni per un totale di 180 posti

13 mesi di lavoro per la realizzazione




Pane, «fondi europei per sostenere la filiera locale»

fava aspanIl progetto di filiera del pane, nato a Bergamo ed esteso ora anche in altre province lombarde, riceve il sostegno dell’assessorato regionale all’Agricoltura che ne propone l’inserimento nel Psr, il Piano di sviluppo rurale finanziato dall’Europa. Lo ha annunciato a Grassobbio, nella sede dell’Aspan, l’assessore Gianni Fava al Consiglio direttivo dell’Unione regionale panificatori, di cui è presidente il bergamasco Roberto Capello.

Il progetto – contraddistinto dal marchio QuiVicino, utilizzato dai panificatori lombardi a segnalare l’utilizzo di cereali coltivati localmente – promuove la conversione delle colture a grano e cereali per poter produrre un pane che sappia coniugare la professionalità dei produttori artigiani a una farina frutto del territorio, con vantaggi per l’economia e minori costi ambientali.

«Come Regione riteniamo utile che si apra un dialogo tra panificatori e assessorato per il sostegno alle vostre progettualità all’interno di un percorso di filiera integrata – ha detto Fava -. In un contesto di tendenza alla riconversione in campo agricolo, il primo obiettivo è quello di garantire ai produttori cerealicoli la giusta redditività e un adeguato valore di mercato così da mantenere a voi il bacino di fornitura attuale». «Quello che vi consente – ha continuato – di valorizzare il grano a km zero e di fare risparmiare tonnellate di CO2 nel nostro ambiente, grazie ai progetti sul grano lombardo, su quello di segale e su quello milanese». «In quest’ottica – ha evidenziato l’assessore – sono da incoraggiare i progetti che consentano alla gente di vedere come un artigiano panificatore realizza il prodotto che arriva sulle tavole».

E  ha assicurato la volontà di supportare il percorso. «Potremo sostenere un progetto di filiera integrata complessa – ha affermato Fava – che unisca le vostre progettualità a quelle dei produttori cerealicoli grazie al Psr, un Piano che è in fase di autorizzazione da parte dell’Unione europea».




Notte bianca e “Espo”, le attività di Osio Sopra si mettono in mostra

made espo osio sopra ritLe attività commerciali, artigianali e industriali di Osio Sopra si mettono in mostra nella quinta edizione di Made Espo Osio Sopra, in programma nella serata di sabato 7 maggio e per l’intera giornata di domenica 8.

La manifestazione è promossa dalla Proloco Osio & dintorni e dal Comune con l’obiettivo di far conoscere il mondo produttivo del territorio e aprire una vetrina sulle aziende che quotidianamente operano nel paese e nell’intera provincia di Bergamo. La novità di quest’anno è che la festa anticipa l’apertura al sabato con una grande notte bianca nel centro storico, a partire dalle 19, e un programma ricco di iniziative, dallo sport alla musica dal vivo, dalla sfilata di moda ai balli, alla sfida di playstation.

La domenica sarà dedicata interamente all’esposizione della attività e delle associazioni e ci saranno ancora concerti, ristorazione, giochi, tornei sportivi. Un’altra novità di questa edizione è rappresentata dal trenino offerto da Tenaris Dalmine, che girerà per tutto il giorno nelle strade del paese trasportando adulti e bambini.

programma made espo Osio Sopra




Commercio, dalla Regione oltre 3,2 milioni per valorizzare i negozi sfitti

La Regione Lombardia lancia un nuovo progetto anticrisi per sostenere il commercio tradizionale. Si chiama “Stoà 2020”, per esteso Successful Shops in Towncenters Through Traders, Owners & Arts Alliance, ovvero negozi di successo nei centri urbani grazie all’alleanza tra commercianti, proprietari e arti, ed ha l’obiettivo di sostenere e rilanciare le attività del commercio in aree urbane, attraverso il recupero di spazi sfitti.

Per questa iniziativa il Pirellone ha stanziato più di 3,2 milioni di euro. Ad essere interessati sono i Duc, ovvero i Distretti urbani del commercio, che in Bergamasca sono quattro, quello della città di Bergamo, Treviglio, Seriate e Romano di Lombardia. Il progetto prevede l’introduzione di nuovi e più moderni servizi che rendano più vive e attraenti le vie commerciali delle città lombarde, progetti coordinati sui negozi sfitti e sull’arredo urbano.«Abbiamo voluto chiamare questa misura Stoà –  spiega  Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia – per evocare quello che nel mondo greco e romano era il portico colonnato che contornava la piazza, l’Agorà, dove si concentravano tutte le attività sociali ed economiche. Quei portici rappresentano ancora oggi, nei centri dei nostri paesi e nelle città, un centro commerciale naturale all’aria aperta, una unicità tradizionale che merita di essere ripensata, rilanciata e valorizzata attraverso azioni moderne ed innovative, che tengano conto dei profondi cambiamenti economici che, negli ultimi anni, hanno portato alla chiusura di molte saracinesche».

L’iniziativa continua idealmente le finalità della precedente iniziativa regionale di rivitalizzazione commerciale attraverso il franchising, che ha coinvolto 25 Comuni, oltre 100 imprese del settore, associazioni, soggetti pubblici e privati impegnati a rioccupare oltre 820 negozi sfitti.

Anche in questo caso la Regione farà leva sulla corresponsabilità dei Comuni, incentivando la creazione di nuove forme di aggregazione organizzate. Regione Lombardia concede  ai Comuni contributi fino a 100.000 euro per sostenere i progetti che nasceranno. Il contributo è destinato a sostenere, tramite il Comune capofila, Micro e PMI del commercio, del turismo, dell’artigianato e dei servizi. Per ogni Comune è ammesso un progetto complessivo di dimensione minima di 40.000 euro e non superiore ai 100.000. I progetti dovranno avere una durata minima di 12 mesi e massima di 24.




Il dettaglio alimentare resiste, «ma il fisco frena»

Fida-Confcommercio ha presentato a Roma l’osservatorio sulle imprese del dettaglio alimentare che riporta i dati sull’andamento del secondo semestre 2015 e le previsioni per il primo semestre 2016. L’osservatorio, realizzato dalla Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione in collaborazione con Format Research, registra un incremento nel clima di fiducia delle imprese del dettaglio alimentare ma appare chiaro come la via della ripresa, per quanto imboccata, sia ancora lunga e complessa.

«Manca ancora un miglioramento della redditività delle imprese – spiega Pierluigi Ascani, presidente Format Research – e persiste la stagnazione dei prezzi. Migliora la situazione relativa all’occupazione, aspetto che più degli altri concorre a configurare il 2015 come il primo anno di vera ripresa. Cresce, leggermente, la capacità delle imprese del dettaglio alimentare di far fronte ai propri impegni finanziari ma la metà di esse è riuscita solo con molta difficoltà a reggere il peso della pressione fiscale».

Nel dettaglio, l’indagine ha evidenziato che il 9,6% delle imprese del dettaglio alimentare ha già utilizzato il Jobs Act per assumere personale a tempo indeterminato. Di queste sette su dieci hanno approfittato delle nuove forme contrattuali per assumere personale ex-novo. Il 9,7% del campione, invece, afferma che è intenzionato a fare ricorso al Jobs Act per assunzioni nel prossimo semestre. Tuttavia il 22,7% di chi avrebbe voluto approfittare del bonus occupazionale dichiara di avervi rinunciato per il fatto che nel 2016 è previsto in forma ridotta.

Il 6,7% delle imprese del dettaglio alimentare ha registrato un incremento dello scontrino medio nel secondo semestre 2015 rispetto al secondo semestre 2014 e il 10% una crescita del numero di accessi al punto vendita, con indici più positivi per le pescherie rispetto ai negozi di alimentari e di ortofrutta. La quota di prodotti venduti in offerta risulta in calo. L’indicatore congiunturale (imprese che hanno dichiarato che i prodotti in offerta sono aumentati più la metà di quelle che hanno dichiarato che sono rimasti invariati) è pari a 52,2, in diminuzione rispetto al 54,1 registrato sei mesi fa.

Sul fronte della pressione fiscale, l’81,6% la considera aumentata, solo per lo 0,8% è diminuita. Nel periodo 2014-15 il 92% delle imprese è riuscita a far fronte al peso della pressione fiscale, ma di queste il 48,3% ci è riuscito con molta difficoltà. Si tratta in prevalenza di imprese fino a 5 addetti, imprese del Mezzogiorno e del Centro Italia e imprese della frutta e verdura. Esiste però un 8% di imprese che non è riuscito affatto a reggere il peso della pressione fiscale.

«Il settore del dettaglio alimentare, da molti erroneamente considerato ormai superato, conferma la propria capacità di resistere alle burrasche del mercato meglio di altri settori» commenta Donatella Prampolini Manzini, presidente nazionale Fida e vicepresidente nazionale Confcommercio: «Ciò non significa che la strada per l’uscita dalla crisi sia ormai spianata, ma che puntare sulla qualità del servizio e sulla specializzazione di funzione sono caratteristiche che meglio di altre mettono le imprese in condizioni di agganciare la ripresa dei consumi. Sul lato delle politiche occorre affrontare il tema della pressione fiscale che rimane un fattore di ostacolo alla crescita delle imprese». «Il taglio all’irap – ha detto Prampolini- è stato positivo soprattutto per le imprese di grandi e medie dimensioni ma non è stato avvertito dalle piccole imprese. Per questo motivo chiediamo l’adozione dell’Iri (imposta sul reddito imprenditoriale ndr.) per le piccole imprese e le ditte individuali». «Un altro aspetto che va affrontato, è quello degli studi di settore che devono cambiare logica: devono essere percepiti come uno strumento di “compliance” tra imprese e amministrazione».