“Maestri del commercio”: ecco i premiati

Diciassette imprenditori sono stati premiati domenica 24 febbraio nell’ambito della cerimonia dei “Maestri del Commercio” promossa da 50 & Più di Bergamo, l’Associazione che riunisce gli anziani del commercio aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia. Ai “veterani” del terziario è stata assegnata l’Aquila di Calimala, simbolo della più antica corporazione dei mercanti italiana e distintivo che celebra una vita dedicata al lavoro e allo sviluppo della vitalità dell’economia locale.
Questi sono i premiati:

Aquile di diamante – Da 50 anni 

Osvaldo Basetti di Bonate Sotto Agente. Nato a Bergamo ha lavorato come agente di commercio nel settore di petrolio per 55 anni, dal 1 ottobre del 1961 al 31 dicembre del 1973, presso ‘Alfa Petroli spa’.

Pierino Gastoldi di Bariano, ha 50 anni di attività nel settore alimentari come titolare della macelleria salumeria gastronomia Gastoldi a Bariano, insignita del riconoscimento di Negozio storico. La macelleria Gastoldi nasce nel 1905 a Bariano, in via Roma. Il titolare è Antonio e insieme a lui ci sono anche i suoi tre figli: Rino, Giovanni e Cesare. Ben presto le loro strade si dividono, poiché Rino va a vivere altrove; Giovanni sposa Teresa e rileva la drogheria che la giovane aveva con sua madre sempre sulla via Roma, mentre Cesare rimane nel negozio del padre. Ma Giovanni porta nel cuore la passione per la professione del padre, così nel 1943 acquista i locali in via Roma al civico 1, dove ancora oggi ha sede l’attività, e nel 1951 acquisisce anche la licenza di macelleria. Lavora i migliori capi di bovini della zona e produce con le sue mani i prosciutti e gli insaccati che vende alla sua clientela affezionatissima. Negli anni Settanta la macelleria Gastoldi diventa una vera e propria azienda di famiglia che vede impegnati anche tutte e cinque i figli di Giovanni; è il 1978 quando Piero, l’unico figlio maschio, rileva l’attività con la moglie Beatrice e traghetta questa storica esperienza fino ai giorni nostri. Ancora oggi la qualità dei prodotti e delle materie prime è il punto di forza della macelleria Gastoldi. Pierino ha affiancato il padre Giovanni dal 1965 fino al 1978 e dal 1978 guida la macelleria.

Francesca Giupponi. Nata ad Albano Sant’Alessandro, abita a Carona. Dal 1953 al 1964 ha lavorato come cameriera all’Albergo Alpino. Dal 1975 a tutt’oggi è titolare del Bar del Centro a Carona.
Agli inizi lavorava come cameriera nei ristoranti. Poi si è messa in proprio con un bar ristorante a Carona, da sola perché il marito aveva una attività in proprio. Da 26 anni è il volto e l’anima del Caffè del centro in via Angelo Bianchi. A quasi 85 anni (li compie ad aprile) è ancora lei ad aprire il locale e ad accogliere i clienti, con il solo aiuto di una collaboratrice. Il bar è stata ed è la sua vita. Il segreto di tanta longevità è la gestione famigliare, il suo carattere solare e il rapporto di affetto costruito con generazioni di bambini, adulti e anziani. “Sempre andata avanti da sola”, afferma.

Maria Elisabetta Minuscoli. Nata a Nembro, abita a Clusone. É stata coadiuvante di Luigi Minuscoli dal 1959 al 1961 in panificio, e dal 1962 al 2012 ha affiancato suo marito, Giovanni Canova, nella sua attività di cartoleria. “Vendevo il pane e quando mi sono sposata con Giovanni Canova sono andata ad aiutarlo in cartoleria”, racconta la signora Minuscoli e spiega che il suo lavoro da fornaia era completamente diverso. “Nel panificio era tutto molto veloce e si lavorava tanto. Mentre in cartoleria era tutto più calmo e ovviamente non ci si doveva alzare alle 5 del mattino”, ricorda e aggiunge ridendo che quello che le manca di più dal suo lavoro precedente è la possibilità di mangiare qualche biscotto o grissino appena sfornato. Nonostante ciò, il suo lavoro in cartoleria è sempre stato gratificante soprattutto quando i clienti sceglievano libri come regalo. “Gialli, di autori italiani o stranieri, di politica i libri sono stati da sempre i più venduti del negozio. Scherzando dicevo ai clienti che non c’era bisogno di andare a Milano a recupare libri, ma che dovevano restare a Clusone perché la nostra cartoleria aveva tutto”, aggiunge anche se nota che negli ultimi anni si lavora di più coi turisti che amano viaggiare fino a Clusone per qualche giorno di vileggiatura. Non a caso articoli e libri di turismo locale sono tra i più venduti.

Aimone Peracchi. Nato a Gazzaniga, vive a Vertova. È stato coadiuvante commerciante dal 1967 al 1972 di un negozio di casalinghi e ferramente. Dal 1973 è titolare. Nato e cresciuto nel negozio del papà, Aimone Peracchi non avrebbe potuto scegliere diversamente che seguire il progetto del padre: il negozio di casalinghi e ferramenta. Già dal 1959 è iscritto all’Inps come coadiuvante commerciante dell’attività e dal 1973 diventa lui il titolare. “Dopo 60 anni di continuo lavoro i clienti storici vengono da me perche sanno che troveranno quello che gli serve che magari da altre parti non riescono a recuperare”, afferma Peracchi che aggiunge che è rimasto l’unico negozio di casalinghi e ferramenta nella zona. Piccoli elettrodomestici, oggetti e tutto quello che serve per avere una casa completa lo si può trovare nel negozio Peracchi che non immagina la sua vita senza la sua attività. “I miei figli sono contenti che vado avanti con il negozio e ho qualcosa a cui pensare”, aggiunge l’imprenditore.

Francesco Previtali. È nato a Spinone del Lago. Dal 1967 è titolare del ristorante pizzeria L’Arlecchino a Bergamo. Era il 12 giugno del 1967 quando Franco Previtali aprì la pizzeria che ormai è diventata un locale storico per i bergamaschi. Di certo sono in pochi a non essersi mai seduti ai suoi tavoli. L’Arlecchino, in piazza Sant’Anna, è una delle pizzerie storiche di Bergamo, aperta 50 anni fa, era il 12 giugno 1967. Franco Previtali, nativo di Bianzano, classe 1943, fu uno dei primi bergamaschi a credere nella «pizzamania», dopo che a Bergamo le prime pizzerie erano state aperte da meridionali trapiantati al nord, leggasi «Pio», «Ciro» e «Mimmo». Franco festeggia mezzo secolo di attività in piena forma, sua e del locale, alla cui conduzione collaborano le figlie Enrica e Francesca, insieme al genero Gianfranco Rotini. Esemplare «self-made man», Previtali non ha frequentato scuole alberghiere, si vanta di avere imparato tutto sul campo, lavorando al forno delle pizze, al bar, in cucina, in sala, in gelateria. A Franco tutti riconoscono grande passione per il suo lavoro, fantasia, simpatia e capacità di comunicare con i clienti. «Sì – ammette – molti dei nostri clienti vengono qui da anni, anche due-tre volte la settimana, intere famiglie che mi dicono di trovarsi come a casa”.

Isaia Vassalli. Nato a Bergamo, abita a Sorisole. È stato titolare commerciante ambulante dal 1965 al 2015. Ha iniziato nel 1956 nei mercati di Bergamo con i primi banchetti: “Vendevo i baby doll e sottovesti, intimo. Ora maglieria e abbigliamento”. Ha avuto banchetti a Bergamo, Cologno Monzese, San Pellegrino, Ponte san Pietro, Treviglio, Como. “Gli anni più belli dagli anni ’60 agli anni ’80 l’Italia era il giardino d’Europa, poi è cambiato tutto ed è diventato difficile. Mi ricordo che andavo a Como il sabato. Tutti gli svizzeri venivano a comprare. Mia moglie ha lavorato sempre con me. Mi piaceva stare con la gente”, afferma. Il mese prossimo compie 84 anni ma ‘continuo a girare i mercati con mio figlio. Non riesco a stare a casa. In quegli anni venivano tante belle signore, è sempre stato bello soprattutto il mercato di Bergamo aveva una tradizione”.

Aquile d’oro – 40-49 anni
Claudio Breviario. Nato a Bergamo, abita a Azzano San Paolo. È stato titolare commerciante agente di commercio dal 1974 al 2014.

Giovanni Mauro Dolci. Nato a Zogno. È stato aiutante del padre Mauro dal 1975 al 1982. Dal 1983 è titolare ambulante di vendita di formaggi e salumi. È presidente provinciale della Fiva, Federazione Italiana Venditori su Area pubblica, e vicepresidente vicario della Fiva. Tra pochi mesi cede l’attività alla terza generazione così la tradizione di famiglia continua. “Il tempo è volato ma piangere sul latte versato non ha senso. Anzi, si deve sempre guardare in avanti e ogni anno che passa è sempre importante”, afferma Dolci e aggiunge che nel lavoro è necessario anche divertirsi perché “se si pensa solo al denaro e non anche al piacere si smette prima”. Prodotti locali, tradizionali, come il branzi, il taleggio, il grana ma anche altri prodotti tipici delle valli formano un puzzle goloso di tutte le pietanze che i clienti possono trovare dall’attività di Dolci. La sua fama è tale che ha superato anche i confini arrivando anche in Ucraina, grazie alle clienti che preferiscono e suoi prodotti che di seguito inviano alle loro famiglie. “Sanno cosa vogliono, sono esigenti e guardano il rapporto qualità-prezzo. Scelgono soprattutto formaggi come il grana, il branzi, il taleggio e quasi ogni 15 giorni spediscono a casa”, aggiunge Dolci che ritiene necessario adeguarsi alle esigenze dei clienti, ai nuovi gusti e alle abitudini che cambiano. Bisogna, come sostiene, avere un pensiero innovativo, pensare ai bisogni dei clienti e cercare di conquistarli, avere la loro fiducia e risolvere i loro problemi. Non è un caso che i clienti affezionati tornano sempre da lui per acquistare i prodotti di qualità.

Marcello Ghirardi. Nato a Bergamo. È stato dipendente dal 1972 al 2008 in una panetteria. Dall’88 è titolare della Panetteria Ghirardi Marcello. È un panificio storico che segue le tecniche di una volta per offrire il meglio alla sua clientela. Nel panicifio Ghirardi si trova il pane tradizionale che difficilmente si recupera altrove, preparato nel forno di vecchi tempi con la farina 0, 00, di segale, al farro, ai cereali. Non è un caso che i clienti storici non rinunciano all’abitudine di comprarlo dalla panetteria di via Broseta ogni giorno. “Nonostante sia un lavoro difficile perchè ci svegliamo all’una di notte per impastare, ci piace molto. È tutta la nostra vita”, commenta Ghirardi Elda, moglie di Marcello.

Riccardo Loda e Rita Raccagni. Nato a Palosco e nata a Pantoglio. Anche se notizie inerenti al Bar Torre si trovano persino in un testamento del 1475 del condottiero Bartolomeo Colleoni, l’attività è documentata dal 1937 ed è gestita sempre dalla stessa famiglia: prima da nonna Maddalena Macetti e successivamente dalla figlia Rosina Loda che nel 1978 passa la gestione alla terza generazione, rappresentata dal figlio Riccardo, aiutato dalla moglie Rita Raccagni. Gli ampi spazi e le numerose iniziative promosse dai titolari hanno reso il bar un punto di ritrovo apprezzato da tutto il paese. In particolare, a partire dalla stagione 1982-83 il Bar Torre è sede del Club Amici dell’Atalanta Palosco, facendo da raccordo per la tifoseria, organizzando serate con i giocatori e i dirigenti della società calcistica e supportandone le campagne solidali. “Siamo cresciuti insieme ai clienti e ora c’è il cambio generazionale, per questo pensiamo sempre a nuove iniziative per restare sempre giovani”, afferma con energia Rita Raccagni e aggiunge: “Tutta la nostra vita è qui e ci piace molto il nostro lavoro. C’è l’entusiasmo del primo giorno”.

Luigi Prandi. Nato a Pontida, abita a Pontida. È stato aiutante del padre Battista dal 1974 al 1986 poi titolare dal 1987 ad oggi di una stazione di carburante per autotrazione insieme ai due fratelli.
“Nel 1974 un conoscente aveva preso una stazione e ci consigliò di farlo anche noi. Ne parlai con i miei fratelli e ci sembrò una buona opportunità. I primi anni sono stati abbastanza duri, c’erano pochi soldi ma siamo riusciti ad avviare l’attività senza bisogno di aiuto dalle banche. In quegli anni percorrevo la strada da Pontida a Bergamo e viceversa quattro volte al giorno rischiando anche incidenti. Poi ho deciso di avvicinarmi alla città. Le cose sono andate abbastanza bene fino ai primi anni ‘90 poi c’è stata una ripresa e gli ultimi anni si sono fatti ultimi anni ancora. Fino a qualche anno scendevo in stazione felice, da qualche anno ho perso entusiasmo, forse perché sono in pensione da 5 anni e mezza”, commenta. Prandi aggiunge che c’è stato l’affetto e la simpatia dei clienti, i riscontri della gente. “Ma -aggiunge- ci sono stati anche brutte persone che non hanno pagato. Ora siamo tre fratelli, due in pensione, quando anche il terzo andrà in pensione chiuderemo. L’attività di famiglia non ha prosperità”.

Rosanna Rota. Nata a Carvico, abita a Calusco d’Adda. È stata assistente commerciante di Aldo Dadi dal 1969 al 1980 e dal 1980 al 2016 titolare di un negozio di abbigliamento e merceria. Nel lontano 20 gennaio 1931 con l’autorizzazione dell’allora Podestà, Emilio Dadi insieme alla moglie Teresa Regazzi fonda l’attività di vendita al dettaglio di tessuti, mercerie, grano, cascami e pasta nell’edificio, che comprendeva abitazione e negozio, di Via Vittorio Emanuele 10 a Calusco D’Adda. Lì infatti venne apposta l’insegna di tessuti e merceria. Nel 1951, l’allora sindaco Airoldi sostituì la vecchia licenza autorizzando Emilio a vendere anche prodotti di cancelleria e profumi. Nel 1954 si aggiunse anche l’autorizzazione per la vendita di cappellerie da uomo, terraglie e porcellane. Il 15 febbraio, i figli Aldo, Angelo e Maria subentrarono nella gestione dell’attività aggiungendo alla vecchia licenza la vendita di ombrelli e giocattoli.L’attività viene svolta dai tre figli fino al 1970, quando la sorella Maria cede la sua parte ai due fratelli Aldo e Angelo che continuarono l’attività insieme fino al 11 giugno 1979 quando è Aldo a continuare l’attività di vendita al dettaglio di merceria, ombrelli, profumi, giocattoli, carrozzelle per bambini, carta e cancelleria. A lui succede la moglie Rosanna Rota che ristruttura e rimoderna completamente il negozio, eliminando la zona adibita a magazzino. Dal 1993 ad oggi, l’attività continua ad essere svolta da Rosanna Rota con l’aiuto del figlio Omar, sempre nell’edificio costruito dal nonno, completamente sistemato. “Nonostante l’età ci so fare ancora con i clienti. Mi chiedono consigli su come vestirsi ma anche sulla vita. Ormai siamo diventati amici. L’importante è che hanno fiducia di noi. Si può comprare tutto, ma non la fiducia e questo è fondamentale e ci ha fatto affrontare anche la crisi”, racconta la signora Rota. Suo figlio Omar Dadi, continua con la stessa passione da 25 anni a servire le clienti e ad assecondare ogni loro esigenza stilistica, anche se nota che ultimamente sono tutte molto informate sulle tendenze della moda.

Aquile d’argento – Da 25 anni a 39 anni
Maria Teresa Besana. Nata a Bonate Sotto. Dal 1991 è coadiuvante di Giuseppe Ravasio nel negozio di salumeria e gastronomia.

Alba Rosa Pezzotta. Nata a Berzo San Fermo e abita a Ranica. È stata titolare di una salumeria gatronomia dal 1985 al 2016.

Pietro Rossetti. Nato a Caravaggio, abita a Calvenzano. Dal 1989 affianca il padre Carlo nella salumeria di famiglia in Largo Cavernaghi che da pochi anni ha aggiunto alla sua bacheca di riconoscimenti anche l’Aquila di diamante della Confcommercio. Dopo 52 anni nella sua salumeria di Largo Cavenaghi, dove è ancora attivo insieme al figlio Pietro, Carlo Rossetti aveva accettato con soddisfazione la benemerenza di Maestri del commercio, il premio alla carriera assegnato da 50&Più, l’associazione per la rappresentanza e la tutela degli over 50 dei settori commercio, turismo e servizi di Confcommercio Imprese per l’Italia. Il punto di forza sono i salumi e gli insaccati freschi, ma anche il perfetto equilibrio della salsiccia al formaggio, la specialità più amata della salumeria. L’artigianalità dei Rossetti è una preziosa eccezione e non stupisce che chi è andato ad abitare lontano da Caravaggio richieda ai parenti qualche loro salame o salamella come souvenir. «Il segreto? È la freschezza – afferma Carlo -. Prepariamo gli insaccati ogni martedì e se serve anche il venerdì. La salsiccia al formaggio, per esempio, va mangiata subito, altrimenti prende acidità. Poi, ovviamente, contano la selezione della carne e dei tagli, che non siano nervosi, l’uso di spezie e aromi di buona qualità, la cura nella lavorazione», tutti elementi sapientemente affinati in tanti anni di lavoro.

Giovanni Mauro Dolci

Francesco Previtali

Aimone Peracchi

Luigi Prandi

Marcello Ghirardi

Maria Elisabetta Minuscoli

Maria Rosa Pezzotta

Maria Teresa Besana

Osvaldo Basetti

Pietro Rossetti

Riccardo Loda e Rita Raccagni

Rosanna Rota




Premiazione “Maestri del Commercio”

Diciassette imprenditori sono stati premiati domenica 24 febbraio nell’ambito della cerimonia dei “Maestri del Commercio” promossa da 50 & Più di Bergamo, l’Associazione che riunisce gli anziani del commercio aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia.

Ai “veterani” del terziario è stata assegnata l’Aquila di Calimala, simbolo della più antica corporazione dei mercanti italiana e distintivo che celebra una vita dedicata al lavoro e allo sviluppo della vitalità dell’economia locale.

“Premiamo con il titolo di ‘Maestri del commercio’ 17 imprenditori e lavoratori bergamaschi che si sono distinti nella propria attività professionale, per aver espresso valori positivi come l’impegno, la capacità professionale, la passione e la tenacia di resistere di fronte agli inevitabili momenti di difficoltà”, spiega Giuseppe Capurro, presidente di 50 & Più Bergamo.

Sono tre le “Aquile” assegnate, in base al numero di anni di attività: per i 25-39 anni l’aquila d’argento, per i 40-49 l’aquila d’oro e oltre i 50 l’aquila di diamante.

«È un’onorificenza che mi sta molto a cuore perché premia una vita di lavoro e la capacità di guidare con successo la propria attività, di radicarla sul territorio, in alcuni casi di tramandarla a figli e nipoti», aggiunge Capurro.

L’Aquila d’Argento (25-39 anni) va a tre imprenditori, l’Aquila d’Oro (40-49 anni) a sette, come anche l’Aquila di Diamante (oltre 50 anni).

La cerimonia di consegna delle onorificenze si è svolta in sala conferenze di Ascom Confcommercio Bergamo, in via Borgo Palazzo 137 con i saluti di benvenuto da parte del presidente Ascom Confcommercio Bergamo, Giovanni Zambonelli, del direttore Ascom Confocommercio, Oscar Fusini, del presidente 50& Più Bergamo, Giuseppe Capurro, del presidente 50&Più, Renato Borghi, del referente regionale 50& Più, Domenico Copreni, del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori e del consigliere di provincia di Bergamo, Ezio Deligios.

I ‘Maestri del commercio’ premiati

Osvaldo Basetti, Agente di commercio nel settore del petrolio Bonate Sotto

Pierino Gastoldi, Macelleria Salumeria Gastronomia Bariano

Francesca Giupponi, Bar del centro Carona

Maria Elisabetta Minuscoli, Cartoleria Clusone

Aimone Peracchi, Casalinghi ferramente Gazzaniga

Francesco Previtali, Ristorante Arlecchino Bergamo

Isaia Vassalli, Ambulante abbigliamento Sorisole

Aquile d’oro – dai 40 ai 49 anni

Claudio Breviario, Agente di commercio Azzano San Paolo

Giovanni Mauro Dolci, Ambulante vendita formaggi e salumi Zogno

Marcello Ghirardi, Panetteria Ghirardi Bergamo

Riccardo Loda e Rita Raccagni, Bar Torre Palosco

Luigi Prandi, Benzinaio Bergamo

Pietro Rossetti, Salumeria Calvenzano

    

 




Lombardia: approvata la legge che punta sulla valorizzazione delle attività storiche di tradizione

E’ stata approvata dal Consiglio Regionale la nuova Legge sulle Attività Storiche e di Tradizione. La nuova legge abbassa a 40 anni la soglia per potere richiedere il riconoscimento regionale e attiva una norma finanziaria ad hoc con lo stanziamento di 2,8 milioni di euro per l’inserimento lavorativo di giovani in attività storiche e di tradizione, fiscalità di vantaggio, premialità nei bandi regionali.

“Giusto e doveroso difendere la nostra tradizione. Ringrazio dunque il Consiglio per aver approvato un provvedimento mirato a salvaguardare la passione, l’impegno e la grande energia con cui alcuni commercianti, artigiani e piccoli imprenditori lavorano ogni giorno per tutelare e valorizzare il grande grande patrimonio delle attività storiche. La Lombardia ha un grande merito: quello di saper coniugare l’importanza della tradizione all’innovazione restando sempre al passo con i tempi”. Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha commentato l’approvazione all’unanimità della legge regionale sulla ‘Valorizzazione delle attività storiche di tradizione’. Si conclude in questo modo l’iter del progetto di legge approvato in Giunta lo scorso 26 novembre, su proposta del presidente Fontana di concerto con l’assessore allo Sviluppo Economico, Alessandro Mattinzoli.

LA LEGGE
Una legge nata per riconoscere, valorizzare e sostenere le imprese storiche commerciali e per la prima volta quelle artigiane. Il provvedimento introduce misure di sostegno come incentivi, agevolazioni e possibili sgravi fiscali. Fra gli obiettivi anche il ricambio generazionale finalizzato ad assicurare la continuità di impresa storica in un’ottica di
innovazione. La dotazione finanziaria della legge ammonta a 3 milioni e 400 mila euro sul triennio 2019-2021.

“Oggi con grande senso di responsabilità – ha detto l’assessore Alessandro Mattinzoli – raggiungiamo un traguardo importante nella storia del nostro commercio e artigianato. Vogliamo proseguire in modo più incisivo nella valorizzazione delle botteghe storiche commerciali e artigiane che, nonostante le grandi difficoltà di questi anni, hanno vinto le sfide più complesse, riuscendo a rimanere sul mercato. Se da una parte hanno una funzione economica, dall’altra non dimentichiamo la loro funzione sociale: sono un punto di riferimento fondamentale per la nostra vita quotidiana contro l’abbandono e la
desertificazione”.

Lara Magoni, assessore regionale al Turismo, Marketing Territoriale e Moda, ha aggiunto: “Un provvedimento fondamentale che attraverso la valorizzazione delle attività e dei luoghi storici del commercio, incluse le botteghe artigiane, contribuisce a rafforzare la competitività e l’attrattiva turistica di Regione Lombardia. È questo un percorso che
riconosce a livello legislativo il sostegno alle tradizioni e al ‘saper fare’ tipico della nostra regione”.

Soddisfazione di Confcommercio Lombardia per l’approvazione, da parte del Consiglio Regionale, della nuova legge sulle attività storiche di tradizione. Con la legge, sottolinea in particolare Confcommercio Lombardia, si potrà realizzare un bando a sostegno degli esercizi storici: dall’innovazione, al passaggio generazionale, agli interventi di valorizzazione dei negozi e dei locali. Bene, inoltre, la premialità sui bandi e la possibilità di individuare forme di agevolazione sui tributi locali e per l’accesso al credito.

“La legge per la valorizzazione delle attività storiche e di tradizione – afferma Carlo Massoletti, vicepresidente di Confcommercio Lombardia – dimostra l’impegno di Regione Lombardia. Per la prima volta, infatti, si riconosce in Italia il ruolo dei negozi storici per l’economia di una regione e per la comunità locale. In particolare, si guarda al futuro sostenendo imprese che sono riuscite a fare della tradizione e dell’innovazione due punti di forza. Imprese che generano valore economico, rendono identificabili brand a livello internazionale e diventano luoghi di incontro per turisti e cittadini”.

“Il fascino delle imprese storiche – aggiunge Alfredo Zini, coordinatore del Club Imprese Storiche di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza – è parte integrante dell’attrattività di tutte le nostre città. Gli esercizi storici sono imprese vive che esprimono e restituiscono al territorio in cui operano un grande valore non solo economico”.




Continuano i saldi ma gli acquisti segnano calo

Nonostante la partenza promettente il periodo dei saldi invernali, che continuano per le prossime tre settimane, si è contraddistinto da un calo dei consumi per l’abbigliamento del 15% rispetto all’anno scorso.

“Il calo è stato netto, senza appello -commenta sull’Eco di Bergamo il presidente del Gruppo Abbigliamento e Calzatura di Ascom, Diego Pedrali, che è anche consigliere di FedermodaItalia-. La gente spende meno principalmente per due fattori: il reddito delle famiglie e la poca voglia di fare acquisti”. Quest’anno poi a complicare le cose ci si è messo il Black Friday che “ha inciso tantissimo, chi doveva comprare ha comprato in novembre rinunciando agli acquisti nei mesi di dicembre e gennaio”.

Abbigliamento e calzature i settori che ne hanno risentito maggiormente. Ascom indica uno scontrino medio di 40 euro per le scarpe, poco più alto per l’abbigliamento.

“Nell’assemblea di FedermodaItalia che sei terrà lunedì prossimo a Pisa valuteremo se è il caso di proporre un posticipo dei saldi. Dalla fine di gennaio ai primi giorni di febbraio e non oltre”, annuncia Pedrali, che chiede un inasprimento delle sanzioni per chi fa il furbo.

“Servono multe più elevate per contrastare le svendite celate sotto altre forme e regole più rigide anche per il commercio online”, aggiunge Pedrali che propone di limitare per legge gli sconti sulla merce venduta sul web, “senza dimenticare che fare acquisti nei negozi di vicinato consente al cliente di valutare il prodotto e di godere della professionalità del negoziante, cosa che non accade sul web”.




A Bergamo i certificati anagrafici si fanno nelle edicole

Un facile e comodo modo per ottenere certificati senza doversi recare alle sedi dell’anagrafe: dalle prossime settimane sarà possibile richiedere certificati direttamente nelle edicole della città di Bergamo grazie all’accordo che il Comune di Bergamo ha siglato con ASCOM Bergamo e DIF spa. Si tratta di un passo importante per quello che riguarda il decentramento dei servizi da parte del Comune di Bergamo: le edicole rappresentano, per visibilità dell’ubicazione e per numero di persone che le frequentano, un luogo privilegiato per l’informazione del cittadino e la rete di questi esercizi si estende capillarmente su tutto il territorio cittadino.

Il Comune di Bergamo provvederà, a titolo gratuito, ad abilitare il personale delle edicole interessate, fornendo loro le buste contenenti le credenziali di autenticazione (password) oltre a materiale informativo necessario per la stampa dei certificati. Le edicole (saranno 10 nella fase iniziale, ubicate soprattutto in periferia) non potranno pretendere il pagamento di somme, corrispettivi, provvigioni o quant’altro da parte del Comune di Bergamo: la somma massima che potrà essere richiesta al cittadino sarà di € 1,00 per certificato, con obbligo di esposizione del tariffario relativo da parte degli edicolanti. L’eventuale imposta di bollo sarà corrisposta dal cliente richiedente un certificato tramite l’acquisto di una marca da bollo da consegnarsi all’edicola. L’edicola, al momento del rilascio del certificato, sarà tenuta ad indicare nel servizio online il numero seriale riportato sulla marca da bollo e apporlo sul certificato. Il Comune non richiederà il pagamento di diritti di segreteria per il rilascio dei certificati con procedure online.

Non solo: l’Amministrazione sarà in grado anche di rafforzare la comunicazione istituzionale e dei propri servizi attraverso nuovi canali di comunicazione, degli appositi “rotor” che saranno installati sulle edicole (anche in questo caso una decina, in questo caso più vicine al centro città) che possano intercettare l’attenzione dell’utenza in luoghi di forte passaggio e frequenza: un ottimo modo per informare i propri concittadini e i visitatori delle iniziative che li riguardano e che avvengono a pochi passi da loro. Il Comune di Bergamo potrà infatti utilizzare per la comunicazione e passaggi pubblicitari dei suoi eventi fino ad un massimo di 5’ ogni ora, concordandone tempi e modalità con il concessionario. Per il resto del tempo i dispositivi installati, di proprietà della società Dif spa (alla quale compete la manutenzione), potranno trasmettere messaggi e suggerimenti commerciali.

 “L’iniziativa che presentiamo oggi – sottolinea il Sindaco Giorgio Gori – rappresenta un punto qualificante in ottica di attuazione del piano dei tempi e degli orari e per la conciliazione lavoro-tempo libero dei nostri concittadini: le edicole hanno orari di apertura molto estesi (compreso il sabato e la domenica mattina), in cui i bergamaschi potranno vedersi erogare servizi. Si tratta di un altro passo: ci avviciniamo così al ruolo che le edicole stanno assumendo in altri paesi europei, dove si stanno affermando come reali centri di erogazione di servizi per i cittadini.”

“L’attivazione del servizio di erogazione dei certificati anagrafici presso le edicole – spiega l’Assessore ai servizi demografici Giacomo Angeloni – è un altro passo avanti nel lavoro fatto sul decentramento dei servizi da parte del Comune di Bergamo. Si tratta di un percorso che ci ha visto sperimentare molto in questi anni, dai totem anagrafici ai punti facili nei Centri Terza età della città. Questa iniziativa rappresenta una nuova opportunità per le persone, soprattutto per quelle cosiddette “non digitalizzate”, che potranno evitare di usare l’auto per venire in centro per l’erogazione del certificato.”

“La convenzione – dichiara il direttore di ASCOM Bergamo Oscar Fusini – segna una novità per la nostra città: l’accordo pubblico privato che da una parte sostiene le rivendite esclusive di giornali oggi in difficoltà, dall’altro offre un servizio di informazione e di assistenza ai cittadini. Da anni anche con Giorgio Corno stiamo cercando delle leve di sostegno ai punti vendita di giornali, soprattutto i chioschi che sono più in difficoltà. Il mercato non sta premiando per numeri e i margini sono spesso limitati. Molti di questi edicolanti fanno fatica, lavorano 7 su 7 con orari estesi. Oggi c’è sempre più bisogno di dare informazioni ai visitatori e dobbiamo trovare dei canali semplici e smart per comunicare con loro. Abbiamo, quindi, incorporato una funzione di informazione. Il comune ad esempio avrà la possibilità di potere utilizzare questo strumento in maniera simultanea per eventi di particolare rilievo, come è successo a Milano con la prima della Scala. Inoltre, molte persone oggi con problemi di mobilità possono trovare molto più comodo avere un certificato in edicola al costo di 1 euro anziché spostarsi presso un ufficio comunale. Ci sono dei vantaggi di decentramento di questo tipo”.

“Il nuovo canale di comunicazione – secondo il presidente di DIF spa Giorgio Corno – sarà semplice immediato e fruibile, collegato con il codice di E015 offrirà servizi utili ai cittadini. Dall’altro la rete di edicole erogherà servizi ai cittadini 7/7 giorni senza bisogno di spostarsi. La convenzione firmata oggi tra il Comune di Bergamo, Ascom e Dif spa, porta in sé due grandi novità, sostenendo le rivendite esclusive di giornali: da un lato, il Comune si avvicina ai cittadini, dando loro la possibilità di rivolgersi a edicole selezionate per ottenere i certificati anagrafici; dall’altro le informazioni utili al cittadino e al turista saranno divulgate attraverso un innovativo mezzo di comunicazione: il Rotor Digitale, installato sull’edicola, che rappresenta un passo verso la digitalizzazione metropolitana. In questo modo, quindi, si metterà a disposizione ai clienti la possibilità di produrre certificati anagrafici del comune. Si tratta di un vero progetto di comunicazione e siamo molto soddisfati come coordinatori di questa iniziativa. La prima installazione dei rotor sarà disponibile entro i primi giorni di marzo, a un mese da oggi, quindi si tratta di operazione imminente e siamo sicuri che riusciremo a realizzare gli obiettivi”.

Il sindaco Gori racconta l’iniziativa: https://www.youtube.com/watch?v=Z6C-RjoKulI




Il Distretto del commercio di Treviglio allarga il perimetro d’azione a tutta la città

La Giunta di Regione Lombardia ha approvato la richiesta avanzata dall’Amministrazione Comunale di Treviglio di estendere il perimetro del Distretto Urbano del Commercio (DUC) all’intero territorio cittadino, comprese le frazioni. Sarà così possibile superare la limitazione territoriale finora vigente, che consentiva di operare solo all’interno della prima circonvallazione, per attuare con l’intero sistema del commercio trevigliese nuove iniziative di promozione e valorizzazione delle attività commerciali ed attrattive della Città.

«L’allargamento del perimetro porta benefici a tutti commercianti trevigliesi anche in vista dei prossimi bandi che regione Lombardia sta per emanare inerenti i distretti del commercio – commenta il presidente del DUC, Roberto Ghidotti -. Inoltre l’unitarietà di tutto il territorio ci permette di favorire progetti integrati e condivisi tali da permettere un salto di qualità nelle politiche commerciali con l’obiettivo di creare le condizioni di uno sviluppo economico e di tutela dei negozi di vicinato».

Anche Gabriele Anghinoni, presidente dell’Associazione Commercianti, Professionisti ed Artigiani Trevigliesi, approva la decisione della Regione ed aggiunge: «Associazione e DUC possono ora avere gli strumenti per proporsi concretamente e più efficacemente a tutte le attività commerciali trevigliesi, coinvolgendole nella partecipazione a bandi di finanziamento così come alla promozione e realizzazione di iniziative e manifestazioni che interessino tutta la Città. Un grazie a chi ha lavorato per raggiungere questo risultato e l’augurio perché sappiamo tutti insieme far fruttare le occasioni di crescita che abbiamo creato».

Beppe Pezzoni, assessore al Commercio della Città, chiude: «Si trattava di un punto essenziale del programma di mandato: favorire la promozione del “sistema-città” nel suo complesso e non solo per le attività del centro. Abbiamo a disposizione un’arma in più, che già abbiamo rafforzato anche delegando alcune politiche di coordinamento per le iniziative di grande attrattività e che intendiamo, superata questa fase iniziale, far andare a regime come una delle principali agenzie di promozione del territorio».




Sospeso lo sciopero dei gestori di distributori di carburanti

E’ stato sospeso lo sciopero dei gestori dei distributori di carburanti, che era previsto per la giornata di mercoledì 6 febbraio prossimo.
A pochi giorni dall’annunciato stato di agitazione dai gestori di carburante, le organizzazioni di categoria hanno deciso di procedere alla sospensione dello sciopero, che era stato motivato da una serie di problematiche legate alla fatturazione elettronica e alle commissioni sulle carte di credito.
Faib, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio hanno, quindi, deciso di “congelare” sia lo sciopero, che l’avvio dell’iniziativa -programmata per domani 1° febbraio- che avrebbe portato all’emissione della fattura elettronica solo per i rifornimenti carburanti pagati con bonifico anticipato o assegno circolare.
Resta, comunque, alta la tensione e anche lo stato di agitazione soprattutto nel fatto della questione della fattura elettronica che sta mettendo in ginocchio la categoria.
Le sigle sindacali sono state convocate per il giorno 5 febbraio prossimo.
“Il fatto dell’apertura del negoziato è positivo, ma la nostra categoria ha bisogno di risposte certe e durature perché è allo stremo delle forze”, nota il presidente dei benzinai di Ascom Bergamo Confcommercio, Renato Mora.




Supermercati e piccoli centri commerciali, serve un salto di qualità nella programmazione

Girando qua e la con la macchina per le strade dei comuni della bergamasca ci accorgiamo che al di fuori dei centri abitati e nelle periferie stanno sorgendo sempre di più strutture commerciali adibite a medie strutture di vendita.
I dati regionali del commercio attestano l’inarrestabile avanzata di questi format che per talune amministrazioni sembrano aver assunto il ruolo di panacea per la soluzione dei problemi della crisi economica e occupazionale dei nostri paesi.
Oltre a questo, assistiamo a dichiarazioni da parte delle amministrazioni come “chiederemo all’operatore di ricavare una nuova sala civica e di costruire una strada”. Come a dire: ti concedo l’autorizzazione a costruire, in cambio, in modo lecito ovviamente, mi paghi e realizzi queste opere pubbliche.
Di per sé non c’è nulla di negativo in questo atteggiamento; a fronte di un investimento immobiliare privato si chiede la realizzazione di opere di interesse per l’intera collettività.
Quello che manca è il senso di responsabilità e di lungimiranza delle amministrazioni nella gestione del territorio in tutte le sue sfaccettature.
Il concetto di programmazione urbanistica commerciale ha il significato di un nuovo sapere che con conoscenza e lungimiranza punti a valorizzare il territorio, e non solo a riempirlo con scatoloni di cemento per la vendita di prodotti.
Non si vuole banalizzare l’importanza della moderna distribuzione fatta di medie e grandi strutture. Il punto è che le amministrazioni comunali dovrebbero rendersi conto che programmare significa anche valorizzare quello che esiste e rendere i nostri paesi sempre più vivi, potenziando la rete commerciale dei centri storici.
Il commercio non ha solo una funzione economica ma riveste anche il ruolo di aggregazione di una comunità perché una migliore e diversificata offerta di beni e sevizi rendono i paesi più vivaci e accoglienti.
La legislazione regionale e la famosa direttiva Bolkestain non aiutano le associazioni di categoria ad accompagnare le amministrazioni verso uno sviluppo armonico del comparto commerciale.
Viviamo in una sorta di deregulation dove le singole amministrazioni gestiscono e dispongono del proprio territorio senza un coinvolgimento diretto di tutti gli attori o, peggio, monetizzando l’insediamento delle medie strutture con opere pubbliche che nulla hanno a che fare con analisi del tessuto commerciale.

Palestre centri civici strade sono si importanti ma occorre essere lungimiranti e valutare l’impatto che queste medie strutture possono avere nei confronti dei negozi di vicinato.
A questo punto che fare ?
Un salto di qualità sarebbe anche riconoscere ai distretti del commercio un ruolo prioritario nella discussione, non solo per organizzare eventi e manifestazioni, ma anche come momento di programmazione e di condivisione di scelte di politica urbanistica e commerciale.
Oggi questo binomio appare imprescindibile, non sempre di facile attuazione ma comunque interessante per le prospettive di un commercio in profonda trasformazione.
Le idee ci sono, ma devono camminare con le gambe degli uomini. Di più: dobbiamo metterci anche cuore e lungimiranza se vogliamo creare uno sviluppo armonico del nostro territorio.




Rischio chiusura per gli impianti di rifornimento

E’ iniziato lo stato di agitazione anche dei benzinai bergamaschi per le vicende che caratterizzano sia il versante della fatturazione elettronica, sia quello delle commissioni sulle carte di credito.

In primo luogo il problema della fatturazione elettronica non è terminato con l’inizio dell’anno ma bensì sta portando delle complicazioni nuove. In particolare, la fatturazione dei carichi di carburante

avvenuti negli ultimi giorni dell’anno e fatturate elettronicamente nei primi giorni del 2019 comporta l’indetraibilità dell’Iva nell’anno di competenza, quindi un aggravio di costi legati alla maggiore tassazione che i gestori di carburante subiranno quest’anno.

Questo sta allarmando una categoria che da anni sta soffrendo sia per i margini molto bassi sia per delle condizioni contrattuali molto difficili con le compagnie petrolifere.

Un elemento in più della problematica è anche la formazione di code per la fatturazione elettronica, che si somma a questa situazione difficile con il rischio di chiusure a raffica di gestori di pompe di benzina per mancanza di liquidità.

Le misure di agitazione riguardano il versante delle commissioni per carte di credito.

Le principali federazioni nazionali hanno già annunciato lo stato di agitazione con i primi provvedimenti, che verranno presi dal 1 febbraio, tra cui l’emissione della fattura elettronica solo dietro il pagamento effettuato attraverso ordine di bonifico anticipato o assegno circolare, mentre incombe lo sciopero il prossimo 6 febbraio.

Il presidente dei benzinai di Ascom Bergamo Confcommercio, Renato Mora, nota che: “La situazione della categoria si fa sempre più complicata perché si attendeva l’utilizzo del credito d’imposta, invece questo non è più possibile. La questione riguardante l’Iva e la più importante: in questo momento non possiamo dedurre l’Iva delle fatture di fine anno ma dovremo aspettare alla fine del prossimo trimestre e l’Iva in eccesso diventa un redditto sul quale dobbiamo pagare le tasse e questo comporta un rischio di liquidità. In più i gestori sono costretti a pagare alla scadenza del trimestre, quindi al 16 febbraio prossimo, anche l’eccedenza di Iva del fine anno. Tutto ciò costringe molti gestori, che di solito sono famiglie, a farsi prestare del denaro per anticipare le tasse che verranno compensate con le scadenze fiscali del 2020”.




Distretti del commercio, in dieci anni investiti 12 milioni

Sono passati 10 anni da quando Regione Lombardia ha lanciato il primo bando sui distretti del commercio. Secondo i dati di Ascom Bergamo In Bergamasca sono nati 29 distretti, 4 Duc e 25 Did che risultano essere il 14% del totale della Lombardia. Questi 29 distretti hanno coinvolto 133 Comuni su 244 totali, più del 60% dei negozi di vicinato e oltre mille operatori privati. Dal 2008 i distretti orobici sono riusciti a ottenere 12 milioni di euro di risorse regionali e a mettere in campo, grazie a queste, più di 1.200 iniziative a favore dei negozi. Ai quali si sono aggiunti fondi provenienti da Comuni, Camera di Commercio, associazioni, sponsor e singoli imprenditori.

La maggior parte delle risorse sono state impiegate per la riqualificazione di negozi e arredo urbano, ma sono state finanziate anche feste con musica e animazione in strada, azioni di comunicazione via internet e campagne di marketing.

“I primi distretti nati, già nel 2008, sono stati il Duc Bergamo, il Duc Treviglio e il Did le Cinque terre della Val Gandino. L’ultimo a prendere vita è stato, invece, il Did Castelli e fontanili della Bassa che ha capofila Cologno al Serio” ricorda Roberto Ghidotti, responsabile dei Distretti per l’Ascom. “La scelta di istituire i Distretti è stata presa per sviluppare in modo integrato le nostre comunità; ci siamo confrontati con tutti gli attori in campo e questo ha dato vita a un accordo di responsabilità, partenariato e fiducia nella libera iniziativa che ha fatto crescere i territori. In questi dieci anni si è lavorato sodo, si è cercato di capire come far convivere esigenze pubbliche e private e, soprattutto, di rafforzare l’idea che la condivisione e la voglia di essere protagonisti sul territorio è una sfida da vincere anche per dar slancio alle attivita commerciali”. La sfida è stata ed è impegnativa “ma è l’unica strada da percorrere per creare una nuova generazione di commercianti capaci di essere protagonisti nei propri territori ” sottolinea Ghidotti.

Dialogo e collaborazione rilanciano le attività e il territorio

Il distretto è lo strumento pensato per rendere più competitivi i negozi e gli esercizi pubblici e per trasformarli in motori di sviluppo, di coesione e di qualificazione dei paesi e del territorio. “I Comuni hanno un ruolo di perno nei distretti – spiega Ghidotti – perché coinvolgono le associazione imprenditoriali, le istituzioni e le parti sociali, e permettono di integrare le proposte progettuali, le risorse economiche, sociali, ricreative e imprenditoriali dell’area interessata. L’adozione di un unico progetto di sviluppo, condiviso dai principali soggetti economici di un territorio, che punti al miglioramento dell’efficienza commerciale, a una maggiore soddisfazione dei consumatori, alla valorizzazione della dimensione territoriale del commercio e dell’attrattività dei contesti urbani, è una grande sfida per gli operatori commerciali e per le istituzioni”.

I risultati ottenuti sin qui spingono ad andare avanti sulla strada tracciata e a sostenere gli enti locali anche nei progetti più ambiziosi.

“I distretti del commercio devono diventare autonomi nella gestione delle attività e impegnarsi per valorizzare tutti gli aspetti dell’attrattività bergamasca (cultura, turismo, bellezze ambientali e prodotti tipici), secondo una logica coordinata di marketing territoriale. È la stessa sfida di Ascom, che oggi è impegnata a elaborare un nuovo modello di associazionismo legato al territorio”.

Fare sistema è la ricetta per rispondere alla crisi dei negozi di vicinato facendoli diventare un piccolo volano di sviluppo e di aggregazione sociale per rivitalizzare i centri urbani, a vantaggio dei residenti e turisti.

“La strada è stata tracciata, sta a noi proseguire con correttezza e senza sbandamenti la trasformazione in atto con serietà e volontà – afferma Ghidotti -. Non c’e’ Bergamo e provincia senza commercianti, non c’è futuro del paese senza terziario. Non c’è impresa diffusa senza centralità della persona, delle sue difficoltà e del suo coraggio per superarle”.

L’esperienza dei distretti del commercio di Bergamo