Pasqua al ristorante, la Fipe: “Pesa l’incertezza del dopo Bruxelles”

ristoranteBene ma non benissimo. Questo il quadro tracciato dalla Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi per quanto riguarda le previsioni del fuoricasa nel week end pasquale. In base alle ultime elaborazioni dell’Ufficio Studi si segnala infatti un lieve calo delle presenze in ristoranti e trattorie per domenica, in un quadro che resta comunque positivo, come conferma Luciano Sbraga, direttore dell’Ufficio Studi di Fipe : “La leggera flessione riscontrata dalla nostra indagine previsionale è con tutta probabilità da attribuire al calendario che vede quest’anno la Pasqua “bassa” ,in un periodo non particolarmente favorevole dal punto di vista climatico per le gite fuori porta. Tuttavia i ristoratori quest’anno non sembrano particolarmente preoccupati e confermano l’impegno nella valorizzazione della tradizione con una maggiore attenzione verso i prodotti biologici ed a filiera corta. Sforzi apprezzati dai consumatori e anche a livello internazionale, se pensiamo che l’11,1% dei turisti che a Pasqua siederà al ristorante sarà di provenienza straniera. C’è da dire, però, che l’indagine è precedente ai tragici fatti di Bruxelles e pertanto non risente dell’impatto negativo che tali eventi sicuramente avranno nel brevissimo termine anche nelle nostre città”.

Le presenze per il giorno di Pasqua

Entrando nel dettaglio dei dati, dall’indagine Fipe emerge che quest’anno i ristoranti in attività saranno il 90,2% del totale contro il 92% dell’anno scorso. Per il 25% dei ristoratori intervistati la clientela da servire per il pranzo di Pasqua sarà inferiore a quella dell’anno scorso, tuttavia non manca un 8% che al contrario, dichiara di essere più ottimista. Il bilancio complessivo è di un numero di clienti pari a 3,5 milioni di unità, in calo dell’1,1% rispetto al 2015, per una spesa totale prevista di 164 milioni di euro. Quanto alla tipologia di clientela, circa il 50% delle presenze sarà di turisti, principalmente italiani (36,5%). In base all’indagine della Fipe emerge che molti di loro saranno escursionisti che hanno programmato di trascorrere una giornata fuori porta, e tanti italiani che si recano presso le seconde case nelle località di villeggiatura del nostro Paese. Sul fronte delle destinazioni prescelte prevarrà in linea generale la montagna rispetto al mare, scelta favorita dalle previsioni meteo e dalle nevicate tardive. L’11,1% dei turisti sarà invece di provenienza straniera, mentre la clientela dei ristoranti a Pasqua vedrà per il 52,6% la presenza di residenti. Proprio sui turisti, in particolare italiani, confidano i ristoratori per ottenere buoni risultati o comunque per non peggiorare quelli dello scorso anno. Fipe segnala che per la gestione delle prenotazioni il 69,5% dei ristoranti si appoggia a sistemi on line.

Il menù pasquale: tradizionale, tutto compreso e a filiera corta

Anche per il 2016 la parola d’ordine dal punto di vista dell’offerta è “tradizione”. I menù dei ristoranti si caratterizzeranno per la prevalenza di piatti tipici (72,4%), mentre in un locale su quattro si darà spazio alla reinterpretazione creativa della gastronomia locale (23,5%). Solo il 4,1% dei ristoranti proporrà piatti della cucina internazionale. Rispetto alla Pasqua 2015 aumenta la presenza di prodotti a filiera corta, tipici e biologici: in particolare per il 37% dei ristoranti si segnala l’inserimento nel menù di prodotti bio e a chilometro zero, mentre l’11,1% darà maggiore spazio ai prodotti della tradizione. L’attenzione alle richieste specifiche sul fronte delle allergie e intolleranze diventa sempre più prioritaria per gli operatori della ristorazione: nell’83,5% dei ristoranti i clienti con esigenze di questo tipo troveranno ciò di cui hanno bisogno. Ben il 37% degli esercizi proporrà menù specifici per i bambini. A fianco dell’aumento di prodotti a chilometro zero e biologici, non mancheranno da parte dei ristoratori interventi sulla struttura dei menù (numero delle portate, formule tutto compreso ecc.) con lo scopo di migliorare il rapporto qualità/prezzo a favore della clientela. Tra le formule primeggia il menù “a pacchetto” (61,7% del totale), ad un prezzo medio di 46 euro in leggero aumento rispetto al 2015. La spesa prevista complessiva è di 164 milioni di euro. Quattro ristoratori su dieci confermano invece il menù pasquale dell’anno scorso.

Le presenze per il giorno di Pasquetta

Per quanto riguarda i dati previsionali per lunedì 28 marzo, giorno di Pasquetta, lo scenario è positivo: otto ristoranti su dieci saranno aperti (l’82,4%), in leggero aumento rispetto al 2015. Il 14% dei ristoratori intervistati fa previsioni meno favorevoli rispetto all’anno scorso mentre una percentuale simile si aspetta, al contrario, risultati migliori. Il bilancio complessivo è di 2,8 milioni di clienti con un incremento dell’1,5% sul 2015 e un indice di riempimento dei locali del 66%. A Pasquetta il ristorante sarà meta soprattutto di turisti, sia italiani (47,1%) che stranieri (14,9%), mentre la percentuale di residenti sarà del 38,2% per la maggiore propensione alla gita fuori porta che contraddistingue questa fascia di pubblico. Per quanto riguarda l’offerta il menù all inclusive riguarderà un ristorante su quattro ad un prezzo medio di 37 euro, in crescita dell’1,4% rispetto all’anno scorso, per una spesa attesa di 104 milioni di euro.




Musica ed eventi, il Comune di Bergamo snellisce le regole. L’Ascom: «Vantaggi per i locali»

Musica fino a mezzanotte e non più fino alle 23.30, con una sostanziale semplificazione delle procedure, ma anche una più immediata possibilità di controllo di eventuali abusi o irregolarità: è questo in sostanza il profilo del nuovo regolamento che disciplina lo svolgimento di manifestazioni temporanee in deroga rispetto alla zonizzazione acustica vigente, documento approvato oggi dalla Giunta del Comune di Bergamo.

«Una città più viva, ma senza arrecare disagi ai residenti dei quartieri – spiega Leyla Ciagà, assessore all’Ambiente del Comune di Bergamo -. L’obiettivo del regolamento è proprio questo, ovvero manifestazioni (vengono in mente soprattutto concerti) che possono arrivare fino a mezzanotte, con un limite massimo di 80 decibel, e con una più semplice e più  puntuale possibilità di richiedere autorizzazioni».

Diversi infatti gli elementi di novità. Oltre all’estensione dell’orario, il Comune di Bergamo ha steso un documento in grado di prevedere diverse categorie di manifestazioni: nascono prescrizioni specifiche per cantieri, manifestazioni all’interno dei locali, attività legate agli spazi di somministrazione estivi, ecc. «Non più un provvedimento calderone – prosegue Ciagà – che prevedeva le stesse procedure e una più frequente richiesta di autorizzazioni, con il carico burocratico che ne consegue, ma un regolamento che disciplina con precisione il numero di deroghe alla zonizzazione nell’arco di qualsiasi manifestazione (migliorando il rapporto con gli abitanti delle aree in cui esse avvengono) e che consente un più efficace controllo di ogni situazione».

Aumentano i casi in cui si prevede una semplice comunicazione dell’attività agli uffici comunali, invece di presentare una complessa richiesta autorizzativa. Alla base del vecchio regolamento vi era una ratio riassumibile nella durata della manifestazione: se l’attività avesse previsto durata di 4 giorni consecutivi o di 10 giorni complessivi, si sarebbe dovuto ricorrere a un’autorizzazione previsionale, anche se si fosse trattato di un torneo di scacchi o di una tombolata parrocchiale.

«Alla luce del documento approvato oggi – sottolinea Ciagà – si focalizza l’attenzione sul reale impatto acustico della manifestazioni». Un esempio concreto: per svolgere al massimo dieci concerti acustici (con un massimo di 60 db dalla domenica al giovedì e di 65 il venerdì e il sabato) in un anno, non è più necessario chiedere autorizzazioni, ma semplicemente inviare comunicazione all’assessorato all’Ambiente del Comune di Bergamo. I decibel vengono nella maggior parte dei casi rilevati in corrispondenza della residenza più vicina e non più alla fonte e i controlli possono essere svolti con maggiore facilità, visto che il Comune dispone di un calendario preciso degli eventi previsti (e non più di un periodo generico nei quali si sarebbero svolti tali eventi).

Il nuovo regolamento trova approvazione anche da parte dell’Ascom, che valuta positivamente la semplificazione nelle domande da predisporre (che devono essere fatte solo per via telematica e solo per un numero di eventi superiore a 10) e la diversa valutazione del limite, rilevato non più alla fonte, ma al recettore più vicino.

«Le novità introdotte dal regolamento vanno nella direzione di una maggior semplificazione e sburocratizzazione e sono a vantaggio dei nostri pubblici esercizi – afferma Giorgio Lazzari, responsabile relazioni esterne e segretario dei Pubblici esercizi di Ascom Bergamo -. È importante per i nostri operatori poter organizzare in modo semplice e veloce eventi all’interno dei locali o, con l’arrivo della bella stagione, nei dehors, senza attendere troppo le autorizzazioni richieste. La presenza di un maggior numero di eventi rende più attrattiva la nostra città sia per i cittadini stessi che per i turisti, assimilandola alle mete più gettonate di chi vuole passare una serata all’insegna del divertimento»




Indennizzo per chi cessa l’attività commerciale, assistenza in Ascom

Enasco Per chi cessa definitivamente l’attività commerciale e resta in attesa della pensione, si chiuderà quest’anno la possibilità di ottenere un indennizzo pari a 502 euro mensili. Il beneficio, già previsto dal 1996 e di cui i commercianti hanno potuto usufruire fino al 31 dicembre 2011, è stato ripristinato con la legge di stabilità 2014 (legge n. 147 del 2013, comma 490).

Un atto fortemente voluto dalla Confcommercio, vista la persistente crisi del settore. La prestazione funziona come un ammortizzatore sociale, per accompagnare fino alla pensione coloro che lasciano definitivamente l’attività.

L’opportunità è stata nuovamente prevista fino al 31 dicembre 2016 e le istanze possono presentarsi fino al 31 gennaio 2017. Non è assistenza a carico dello Stato, ma autogestione. La concessione dell’indennizzo viene finanziata – fino al 31 dicembre 2018 – con la maggiorazione dello 0,09% dell’aliquota contributiva prevista per i commercianti in attività iscritti all’Inps.

Destinatari

Sono tutti coloro che esercitano, titolari o collaboratori, l’attività commerciale al minuto in sede fissa o ambulante, i gestori di bar e ristoranti, gli agenti e rappresentanti di commercio.

Requisiti e condizioni

È necessario che gli interessati che hanno cessato o cesseranno l’attività entro il 31 dicembre 2016, abbiano più di 62 anni di età, se uomini, o più di 57 anni, se donne, e vantino un’iscrizione al momento della cessazione dell’attività per almeno 5 anni, in qualità di titolari o collaboratori, nella gestione degli esercenti attività commerciali istituita presso l’Inps.

Sono necessari inoltre:

  • la cessazione definitiva dell’attività;
  • la riconsegna dell’autorizzazione per l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande (nel caso in cui quest’ultima sia esercitata con l’attività di commercio al minuto);
  • la cancellazione del titolare dell’attività dal Registro delle Imprese;
  • la cancellazione del titolare dal Registro degli Esercenti il Commercio per l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande;
  • la cancellazione dal ruolo provinciale degli Agenti e Rappresentanti di Commercio.
Incompatibilità del beneficio

L’indennizzo è incompatibile con attività di lavoro autonomo o subordinato e la corresponsione del beneficio termina dal primo giorno del mese successivo a quello in cui sia stata ripresa l’attività lavorativa, dipendente o autonoma. Il beneficiario deve comunicare all’Inps la ripresa dell’attività entro 30 giorni dal suo verificarsi. A sua volta l’Inps deve effettuare i controlli sul rispetto della norma.

Misura, durata e modalità di erogazione

L’indennizzo compete dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda e fino al momento in cui si potrà percepire la pensione di vecchiaia. Ciò significa che, rispetto al passato, l’indennizzo avrà una durata superiore ai tre anni, visto che l’assegno viene erogato fino al momento di compimento della nuova età pensionabile, adeguata agli incrementi della speranza di vita (vedi riquadro).

L’importo – pari quest’anno a 502 euro mensili – è identico al trattamento minimo di pensione concesso dall’Inps ai commercianti iscritti alla gestione.

L’Istituto ritiene che la titolarità di un trattamento pensionistico non impedisca la concessione dell’indennizzo. In una situazione del genere potrebbero trovarsi i titolari di assegno di invalidità, di pensione di anzianità, nonché le vedove ed i vedovi che hanno una rendita di reversibilità.

Per ottenere la prestazione occorre inoltrare all’Inps un’apposita domanda. I periodi in cui viene riscosso l’assegno si considerano come lavorati ai fini della pensione. Attenzione però: la contribuzione figurativa si somma a quella di lavoro solo per raggiungere il diritto, in quanto lo scopo della prestazione è di evitare che il commerciante con pochi versamenti possa restare senza reddito e pensione.

La domanda, per “nuovi” e “vecchi” commercianti

La legge di stabilità 2014 non ha solo riattivato l’incentivo per chi matura i requisiti e le condizioni dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2016; ha pure riaperto i termini per le “vecchie” chiusure, ossia per quelle avvenute entro il 31 dicembre 2011 da parte di coloro che hanno maturato i requisiti tra il 1° gennaio 2009 al 31 dicembre 2011.

Pertanto, attualmente può presentare domanda di indennizzo:

  • chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2016;
  • chi, pur avendo maturato i requisiti nel periodo dal 1° gennaio 2009 al 31 dicembre 2011, non aveva presentato domanda o gli era stata rigettata perché presentata oltre il termine ultimo (era fissato al 31 gennaio 2012).

L’Inps ha precisato che, in ogni caso (ai “nuovi” e/o ai “vecchi”), la decorrenza dell’indennizzo non può essere antecedente al 1° febbraio 2014, primo giorno del mese successivo all’entrata in vigore della legge e, comunque, l’indennizzo viene concesso dal 1° giorno del mese successivo alla presentazione della domanda.

Gli uffici del Patronato 50&Più Enasco di Bergamo sono a disposizione per la verifica dei requisiti, la predisposizione della domanda e all’inoltro all’Inps. Via Borgo Palazzo, 133 – tel. 035 4120302




Ho mangiato nel locale ”stroncato” da Lara Magoni”. Ecco com’è andata

Più che la pruderie di conoscere chi si nascondesse dietro lo scontrino senza l’intestazione del locale, sventagliato  su Facebook come prova “del delitto gastronomico”, ha potuto un frigo vuoto all’una e mezza di una giornata feriale. Chiusa la gastronomia dell’Angelino Mangili, fornitrice di bresaola, che si fa? Vivere in Città Alta ha i suoi (s)vantaggi, non si trova mai posteggio, ma perlomeno non si muore di fame. In zona Piazza Mercato delle Scarpe, si contano dieci tra bar e ristoranti nel brevissimo raggio di cento metri, sempre aperti. Ebbene sì, ho mangiato nel ristorante “incriminato”. Quello dove Lara Magoni, consigliera regionale si era attovagliata lo scorso 9 marzo per un pranzetto riassunto in un cahier de doleances, postato con indignazione su Facebook. “Personale maleducato, qualità del cibo scandalosa. Hamburger crudo…la bambina non l’ha mangiato…(€ 14.00), la mia bresaola era secca…(€ 16.50)» scrive la Magoni. «La mia amica una piadina tipo-autogrill…€ 12.00; un piattino di zucchine surgelate-grigliate per € 12.50… Una torta “industriale” € 6.00; coperto e tre coche… per un totale di € 77.50».

Lo scontrino di Lara Magoni
Lo scontrino di Lara Magoni

Confesso, ho peccato. Pardon, ho mangiato. Non tutto, ovviamente, solo la bresaola che anche la Magoni aveva ordinato. Ed è vero. E’ secca, ma semplicemente perché la Cecina de Leon è così. “Leggermente affumicata e secca”, mi ha spiegato il cameriere porgendomi un piatto composto da un tris di bresaole, in quantità accettabili, oltre a quella spagnola anche quella della Val Brembana e della Valtellina (trattasi di bresaole “morbide” e non secche, in questi due casi, garantiamo). Trilogia perfettamente descritta, anche in inglese, nel menù dove il prezzo, 16.50 euro è scritto nero su bianco.  A dire il vero ero stata tentata anche da “Mac-che-bù” il goloso maxi hamburger della casa (14 euro, anche in questo caso scritto nero su bianco), ma la dicitura sottostante “tempo di preparazione da 10 minuti a tre ore” mi ha fatto desistere. Tre ore? “Maciniamo la carne al momento e, quando il locale è pieno – si è affrettato a spiegare il cameriere – è possibile che i tempi di attesa si allunghino. Tutto qui”. Niente coca (cola, per carità, troppo zuccherina), ma solo acqua minerale gasata. Non posso dire delle torte della casa, ma la carrellata dei dolci in bella vista su fronte strada era abbastanza allettante per giustificare i 6 euro messi in conto alla consigliera. Sulle zucchine ci asteniamo. La verdura non ci piace. Sono grigliate–surgelate quelle che vengono servite? Ai posteri l’ardua sentenza.

Lo scontrino di Donatella Tiraboschi
Lo scontrino di Donatella Tiraboschi

Servizio veloce e nel più perfetto stile bergamasco. Cioè senza grandi sorrisi, né profusioni ma nella norma di una… normale cortesia, appunto, con la piccola sorpresa di uno sconticino nel conto finale. Non che l’avessi chiesto. La mia è stata una puntatina casuale modello “cliente misterioso”(rubrichetta che il direttore della Rassegna.it, ai tempi mi faceva curare per BergamoSette, spedendomi in avanscoperta anonima nei locali di Bergamo; si mangiava, si pagava e si recensiva senza mai rivelare l’identità onde evitare captatio benevolentiae gastronomiche al recensore).  «Per ovvi motivi non mostro il nome del locale sperando che «qualcuno» di loro si riconosca e si vergogni” aveva concluso la Magoni. Il commento, sia il mio che quello di Lara, vale come una recensione su TripAdvisor, né più ne meno. Non ci trovo nulla di scandaloso. Esiste la libertà, vivaddio, di stampa e pure di tavola. Ognuno è libero di esercitarla come crede. “Questi atteggiamenti rovinano tutti: chi per sbaglio ci capiterà, si porterà con sé un pessimo ricordo di Bergamo» aveva concluso laconicamente la Magoni. Ci sono capitata, per sbaglio, ma il mio ricordo e il mio parere della Bergamo della ristorazione, in questo caso, resta quello che è. Per inciso, tutt’altro che pessimo.




Seriate, i vincitori della Caccia al tesoro nei negozi

seriate - vincitori caccia al tesoro Botteghe 2016
La squadra prima classificata

Complice il bel tempo, la Caccia al tesoro, promossa dall’Assessorato al Commercio e dall’associazione Botteghe di Seriate, sabato 19 marzo si è conclusa con successo per le vie della città. Oltre che per i partecipanti, divisi in 19 squadre, è stata infatti una festa collettiva, che ha coinvolto negozianti e famiglie. «È stato un sabato allegro e divertente che ha visto la partecipazione di un centinaio di persone e a vincere sono stati i sei gruppi spostatisi per le vie della città in bicicletta, a dimostrazione del fatto che la bici fa bene – dichiara soddisfatta l’assessore al Commercio, Paola Raimondi -. Ma tutta Seriate è stata coinvolta: dai commercianti, che hanno dimostrato spirito d’accoglienza e voglia di mettersi in gioco, sino ai cittadini. È stata una festa per famiglie e bambini».

La gara, iniziata alle 15.30, è terminata alle 18.30 in piazza Matteotti con la premiazione delle sei squadre vincitrici. La classifica, stesa a seguito del miglior punteggio totalizzato nelle tappe della prima manche, tenutasi dal 12 al 18 marzo, e della seconda manche, disputata sabato 19, è la seguente:
1 Siamo i kiwi
2 Giovani esploratori
3 M&M’s
4 Coniglietti Namm
5 Ginemama
6 Micietti
A ogni squadra vincente è stato consegnato un voucher spesa del valore di 100 euro.




Seriate, la brochure delle Botteghe? La finanzia il centro commerciale

brochure Botteghe di Seriate - coverI commercianti di Seriate ci mettono la faccia sulla brochure che in questi giorni sarà distribuita nei punti vendita cittadini, nella biblioteca civica e nei centri sportivi, promossa dall’assessorato al Commercio in collaborazione con l’associazione delle Botteghe di Seriate e finanziata da Iper alle Valli e Galleria centro commerciale.

«Progetto promozionale a costo zero per l’Amministrazione comunale, è uno strumento utile e pratico per dare visibilità al volto del commercio seriatese legato a persone che svolgono con passione il proprio mestiere, al servizio della comunità – dichiara l’assessore al Commercio Paola Raimondi -. Questa brochure è un altro segno del dialogo tra Comune e Botteghe di Seriate e anche grande distribuzione per promuovere i negozi del territorio a capo del distretto Gate».

L’opuscolo, distribuito in 10mila copie, presenta l’elenco dei 71 soci dell’associazione Botteghe di Seriate, divisi per settore merceologico: 27 negozi per il commercio, spaziando da attività per gli animali domestici alle idee regalo, da ottici a oreficerie, dall’abbigliamento all’arredamento ed elettrodomestici, dalle farmacie alla fotografia; 14 per la ristorazione; 19 riferiti ai servizi, che comprendono parrucchieri, autonoleggio, immobiliari e assicurazioni; 2 per il turismo e 9 alimentari. Ogni attività commerciale è localizzata sulla cartina della città.

Seguendo il motto «Chi parla semina. Chi ascolta miete» riportato sul retro di copertina per le Botteghe di Seriate «questa comunicazione è come un seme lanciato alla città per dare visibilità ad attività e servizi che possono essere conosciuti e raccolti dalla gente».




Locali aperti fino alle 2.30 per le festività pasquali. L’Ascom: “Ok la deroga in Borgo Santa Caterina”

Ascom apprezza lo sforzo fatto dall’Amministrazione comunale di Bergamo che ha concesso, in deroga all’ordinanza numero 4 del 1° luglio 2015, la chiusura posticipata alle 2.30 dei locali di somministrazione di alimenti e bevande di via Borgo Santa Caterina per il 25, 26 e 27 marzo 2016. «Con questa delibera è stata accolta la richiesta fatta da alcuni esercenti ed è stato riconosciuto il lavoro svolto dalle Associazione di categoria – afferma Giorgio Lazzari, responsabile relazioni esterne e segretario dei Pubblici Esercizi di Ascom Bergamo -. Nello stesso tempo è stato premiato il corretto comportamento tenuto dai gestori dei locali pubblici dall’entrata in vigore dell’ordinanza lo scorso luglio».




Ecco il “Pane dell’Atalanta”. Lo firma l’Aspan

pane atalanta - allestimento rit
pane atalanta - dettaglioChissà che non abbia contribuito a sbloccare l’Atalanta. Del resto lo stesso allenatore Edy Reja aveva detto qualche settimana prima che la vittoria «serviva come il pane». E così domenica scorsa il pane è arrivato allo stadio di Bergamo. Un panino speciale, fatto con ricetta appositamente studiata per un risultato di alta qualità, a base di farina locale tipo 1, germe di mais, miele ed olio extravergine d’oliva, tondo e con impressa l’effigie della Dea. Un nuovo prodotto che farà la felicità dei tifosi, che potranno trovare in tavola e o portare con sé nel cestino delle scampagnate la propria squadra del cuore.

L’iniziativa nasce da un accordo tra la società calcistica e l’Aspan, l’associazione dei panificatori bergamaschi, fornitore ufficiale del team nerazzurro, e offre ai fornai che vi aderiscono la possibilità di produrre e vendere il panino “a marchio”. Le farine utilizzate (realizzate e distribuite per l’Aspan dalla Alpi, qualificata azienda del settore con sede a Filago) sono quelle del progetto di filiera QuiVicino, ricavate cioè dal grano coltivato in provincia di Bergamo. La partnership con l’Atalanta rappresenta quindi un’importante occasione di comunicazione dei valori legati al rilancio – fortemente voluto dall’Aspan – di tutta la filiera locale del pane, dal campo al negozio, con interessanti riflessi commerciali per le attività coinvolte, grazie all’alto impatto emozionale e al forte legame con il territorio della griffe atalantina. Ma non di dimentica la solidarietà, una parte del valore del venduto, infatti, sarà devoluta in beneficenza.

L’Atalanta ha definito il progetto «un ulteriore atto d’amore verso il territorio bergamasco ed indirizzato a valorizzare le eccellenze locali». Le nuove forme sono state presentate nel corso del lunch match di domenica scorsa con il Bologna, che ha visto, per la cronaca, il ritorno alla vittoria della squadra cittadina dopo 13 turni. Presente, insieme al presidente dell’Aspan Roberto Capello, il presidente dell’Associazione Panificatori di Bologna, Thomas Giardini, invitato per l’occasione.

Il presidente dell'Aspan Roberto Capello (a destra) con il presidente dei panificatori di Bologna Thomas Giardini
Il presidente dell’Aspan Roberto Capello (a destra) con il presidente dei panificatori di Bologna Thomas Giardini




Le immagini della festa

Non sono mancati i ricordi e gli aneddoti alla piccola festa con la quale l’Ascom di Bergamo ha salutato Francesco Cortinovis, funzionario dell’associazione che dopo 31 anni di servizio ha raggiunto il traguardo della pensione. I nuovi spazi della sede di via Borgo Palazzo 137 hanno fatto da bella cornice all’incontro che ha visto la presenza del direttore Oscar Fusini, di Diego Pedrali in rappresentanza del Consiglio direttivo dell’Ascom e dell’ex direttore Luigi Trigona, definito da Cortinovis – affezionato alle citazioni letterarie – “il mio Virgilio” in quella che è stata la sua svolta professionale all’età di 35 anni.

Nato a Clanezzo nel 1949, Cortinovis si è occupato, in particolare, del commercio al dettaglio alimentare ed ha curato il collegamento con le associazioni presenti nei comuni della provincia, oltre a essere consulente dell’area tecnica amministrativa della sede e delle delegazioni di Albino e di Clusone.

Lascerà l’incarico a fine mese, ma continuerà ad essere il responsabile fiscale del Caf In Ascom e il segretario nella Pia Unione San Lucio, sodalizio che dal 1938 promuove momenti di solidarietà, di spiritualità e di svago tra i dettaglianti alimentari della Bergamasca.

Dirigenti e colleghi gli hanno tributato la propria stima professionale e un allegro brindisi.




“Insieme per Enasarco”, a Bergamo nasce la coalizione per l’elezione degli organi della Fondazione

agenti di commercio - Insieme per Enasarco - Bergamo
da sinistra: Giorgio Lazzari (Ascom Bergamo), Antonio Bellini (Usarci Bergamo), Pierluigi Signorelli (consigliere nazionale Usarci), Alberto Citerio (Fisascat Cisl Bergamo), Stefano Merisio (consigliere territoriale Anasf), Massimo Bottaro (Fnaarc – Ascom Bergamo), Pierluigi Boschini (Fiarc Confesercenti Bergamo)

Per la prima volta gli agenti di commercio e le ditte mandanti aderenti ad Enasarco possono eleggere l’assemblea dei delegati che procederà alla nomina del presidente. Un momento importante per la Fondazione che negli ultimi anni ha subito cambiamenti di indirizzo e di gestione. L’elezione dei nuovi organi avverrà dal 1 al 14 aprile e solo per via telematica. Nella nostra provincia sono interessati 3.775 Agenti rappresentanti e 1.504 case mandanti. Bergamo è la quarta provincia lombarda per numero di agenti, dopo Milano, Brescia e Monza Brianza; mentre è la terza per imprese mandanti, dopo Milano e Brescia. Per l’elezione degli organi della Federazione si è costituita la coalizione “Insieme per Enasarco”, che riunisce le principali rappresentanze degli agenti di Commercio con la lista “Agenti per Enasarco” e delle Imprese mandanti con la lista “Imprese per Enasarco”.

Anche a Bergamo il Comitato ha una sua sezione locale, sostenuta da Fiarc–Confesercenti Bergamo, Fisascat–Cisl Bergamo, Fnaarc-Ascom Confcommercio Bergamo, Usarci Bergamo, Confcooperative e Anasf. Compito del Comitato è quello di rilanciare l’attività di Enasarco sul territorio all’insegna della trasparenza e dell’efficienza gestionale e finanziaria, per far tornare protagonisti gli agenti e le imprese. Questi stessi temi verranno illustrati il 29 marzo 2016 nel corso del convegno che si svolgerà Bergamo e che vedrà protagonisti il coordinatore della lista “Insieme per Enasarco”, Gianroberto Costa, e i rappresentati della coalizione: Mimma Cominci per Fiarc, Mirco Ceotto, per Fisascat Cisl, Simonetta Maffizzoli per Fnaarc, Giovanni Montato per Usarci e Stefano Merisio per Anasf. Nel corso dell’incontro sarà presentato il programma per il futuro della Fondazione e per la salvaguardia della pensione integrativa degli agenti di commercio. L’appuntamento è alle ore 17 nella sala convegni del Palazzo dei Contratti e delle manifestazioni in via Petrarca 10 a Bergamo.

Le votazioni

Dureranno quattordici giorni, dalle ore 9.00 alle ore 18.00 nei giorni dal lunedì al venerdì e dalle ore 9.00 alle ore 20.00 nei giorni di sabato e domenica, secondo quanto previsto dal Regolamento elettorale. Per esprimere il proprio voto l’elettore dovrà essere presenti negli elenchi elettorali, avere a disposizione il proprio certificato elettorale, avere un cellulare a portata di mano e conoscere il proprio identificativo Enasarco (numero di matricola agente o posizione ditta); l’elettore sarà accompagnato al voto, passo dopo passo, da spiegazioni puntuali presenti in ogni schermata dell’urna elettorale. Nelle sedi delle Associazioni aderenti alla Coalizione “Insieme per Enasarco” è previsto un sistema di assistenza al voto. La Fondazione Enasarco ha attivato un numero verde gratuito dedicato alle elezioni: 800 901 451

Le modalità di voto

  1. L’elettore grazie al certificato elettorale apre l’urna elettorale.
  2. Nell’urna elettorale indica il proprio numero di cellulare.
  3. Sul cellulare riceve un codice PIN di sei cifre.
  4. Il PIN di sei cifre va riportato sull’urna in un apposito campo. In un altro campo della stessa schermata bisogna indicare il numero di matricola (per gli agenti) o di posizione (per le aziende).
  5. L’elettore deve confermare la propria identità con un’assunzione di responsabilità.
  6. Voto:ogni elettore può scegliere una sola lista.
  7. Per esprimere un voto bisogna cliccare sul simbolo o sul nome della lista e poi dare conferma con un click sul tasto “Vota”.
  8. Non è possibile votare scheda bianca.
  9. Non è possibile annullare la scheda.
  10. Dopo aver espresso il voto, l’elettore riceve un messaggio con una ricevuta dell’operazione appena conclusa.