Albino, un nuovo direttivo per le Botteghe. Duci presidente: «Ecco le nostre idee per il rilancio»

albino orizzLe Botteghe di Albino ripartono da un organizzatore di eventi. Dopo alcuni mesi in cui l’associazione dei commercianti è rimasta senza un direttivo “ufficiale” per la mancanza di candidati allo scadere naturale del mandato, i consensi sono confluiti su Beppe Duci, albinese doc e figura nota per le attività di animazione, musica e spettacolo di cui si occupa da sempre. È il presidente di un Consiglio tutto nuovo, composto da Ilario Busetti dell’omonima gioielleria, Silvio Zanga della gelateria Peccati di Gola, Grazia Gandossi della tabaccheria Rivellini, la parrucchiera Monica Tinti, Michele Carrara di Carrara Arredamenti e Danilo Pasini, come referente per i contatti con la frazione di Desenzano.

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Emanuela Poli e Beppe Duci

Duci succede ad Emanuela Poli, della Caffetteria Mazzini, che ha guidato con impegno ed entusiasmo riconosciuti dai colleghi le Botteghe negli ultimi anni, e segna una novità nella rappresentanza e nella visione. «Non ho un negozio ma sono figlio di commercianti – spiega il neopresidente – ed ho il mio ufficio di organizzazione eventi e matrimoni in paese, ho inoltre già lavorato per l’organizzazione di alcune iniziative, in particolare ad Albino alta. Mi è stato chiesto di dare una mano a rilanciare le iniziative dell’associazione ed ho accettato insieme ad una squadra di persone affiatate e motivate. Diciamo che i commercianti ultimamente erano un po’ scoraggiati, avevano bisogno di qualcuno che li aiutasse a vedere le cose in maniera diversa ed io mi sono prestato a mettere a disposizione la mia esperienza».

Data la sua professione, punta sul consolidamento e lo sviluppo delle manifestazioni, su un’area che vuole però essere più ampia rispetto al centro storico, rappresentato da via Mazzini. «Vorremmo coinvolgere anche Albino alta e Desenzano – annuncia Duci – così da “allargare la cartina”, spalmare le iniziative e creare maggiore coinvolgimento. È vero, oggi i negozi di via Mazzini sono alle prese con i progetti per la nuova viabilità e l’istituzione della zona 30 promossa dal Comune, ma altre zone hanno altri problemi. Non vanno nascosti, ma non conviene nemmeno lamentarsi e basta. Il nostro approccio è molto pratico e tiene conto di ciò che noi per primi possiamo fare per animare il paese e portare gente. Il vero ostacolo da superare è una mentalità che guarda sempre e solo al proprio orticello, nostro obiettivo invece è fare iniziative che diano visibilità e facciano da richiamo di tutto il paese, toccherà poi ad ogni esercizio dimostrare di essere bravo in quel che fa e vendere il proprio prodotto».

Entro la metà di aprile il nuovo direttivo prevede di presentare alle attività imprenditoriali il programma delle iniziative e di raccogliere, quindi, le adesioni. «Saranno confermati appuntamenti ormai consolidati come lo Shopping festival estivo e l’Albino Christmas Village – evidenzia -, ai quali vorremmo aggiungere ancora uno o due eventi nel corso dell’anno, puntando anche sulla ricerca di fondi e sponsorizzazioni. Un altro importante versante su cui lavorare sarà il metodo ed i mezzi di comunicazione, in modo da dare la giusta vetrina ai commercianti».

Grazie a queste attività, e al suo curriculum super partes, al nuovo presidente piacerebbe anche abbattere quella frontiera, invisibile ma ben presente, che divide commercianti e abitanti. «A Natale non mi sono proprio piaciute le polemiche sugli addobbi low cost – sottolinea -. Non si devono avere delle pretese nei confronti dei negozi per il solo fatto che ci sono e che magari si fa la spesa da loro. So che è utopistico, ma lasciare da parte i battibecchi e le prese di posizione gratuite e pensare un po’ di più alla comunità in cui tutti viviamo sarebbe di certo più utile. Sono comunque dell’idea che la città di Albino meriti di più dei suddetti addobbi low cost!», puntualizza.

Quanto ai punti di forza dell’offerta albinese, Duci ricorda il difficile periodo storico che sta vivendo il piccolo commercio, ma cerca ispirazione nelle imprese grandi e di successo che si trovano sul territorio. «Realtà internazionali come Albini, Fassi, Acerbis, Persico – nota – e tante altre aziende eccellenti che vogliamo contattare anche solo per capire come a loro avviso possiamo avere successo nel nostro intento e ricevere consigli utili. Trarre, insomma, l’esempio e l’ambizione a crescere e guardare lontano».




Mercato immobiliare, i Notai bergamaschi: “Segnali di ripresa”

Condominio-Settore-immobiliare-Appartamenti-ImcRipresa del mercato immobiliare e diminuzione delle donazioni. E’ il quadro emerso all’assemblea annuale del notariato bergamasco che ha parzialmente rinnovato i componenti del Consiglio notarile distrettuale (sono entrati Marco Ruggeri e Raffaele Tartaglia, che resteranno in carica fino al 2019). La situazione attuale nel Distretto è la seguente: su 107 posti disponibili sono operativi 72 notai (67,2% %). Le donne sono 21 (1 in più dello scorso anno) e l’età media nel Distretto è di 49 anni. In calo il numero di dipendenti e collaboratori presso gli studi a quota 352, -14% rispetto al 2010 e nonostante il numero dei notai in esercizio faccia registrare un aumento del 12% rispetto allo stesso periodo considerato. Sostanzialmente stabile, anche se in leggera diminuzione, il numero degli atti: nell’anno 2015 sono stati 69.346 rispetto ai 71.861 del 2014 (-3,5%). Si riscontra tuttavia un aumento degli onorari complessivi, segno di una timida ripresa del settore immobiliare. Si registra un’ulteriore riduzione dei protesti che, nel 2015 sono stati 10.717 contro i 14.654 del 2014 (-26,8%).  Anche questo dato può essere letto in prima battuta come un segnale positivo, anche se non si esclude una lettura meno ottimistica: la riduzione dei protesti potrebbe essere anche dovuta ad una ulteriore riduzione dei consumi, e quindi delle insolvenze. L’andamento del lavoro ha conosciuto anni di gravissima crisi: dal 2006 ad oggi si è perso più del 50% del lavoro. I pignoramenti immobiliari presso il Tribunale di Bergamo continuano ad evidenziare numeri importanti. Nel 2015 sono stati 1.570, rispetto ai 1.345 del 2014 (+16,7%). A causa dell’invenduto aumenta il numero dei procedimenti pendenti: nel 2015 sono 6.701, rispetto ai 6mila del 2014 (+11,7%). Tuttavia si registra un aumento delle aste concluse positivamente, che passano da 224 nel 2014 a 292 nel 2015 (+30,3%), con conseguente aumento dell’importo totale ricavato dalle aggiudicazioni, da 13.425.355 a 18.912.023 euro: anche questo è un segnale di una lieve ripresa del settore immobiliare, seppure nel campo dell’edilizia da “sofferenza”. Le 1.122 pratiche (nel 2014 erano n. 1.100) affidate all’Associazione Bergamo, tra aste ed esecuzioni immobiliari nel 2015, si distinguono così:

creditori: banche 75% (in aumento rispetto al 57% del 2014), condomini 15%, altri 10%.

debitori: extracomunitari 55% (in leggera diminuzione rispetto al 57% dello scorso anno), società e imprese 15%, altri 30%.

Il numero degli atti di trasferimento di immobili aumenta di 1.025 unità rispetto al 2014: da 13.234 a 14.259 (+7,7%). Cala invece il numero delle donazioni che scende di 601 unità rispetto al 2014: da 3.180 a 2.579 (-23,3%), mentre il numero dei finanziamenti ipotecari cresce di 957 unità rispetto al 2014: da 6.314 a 7.271 (+15,1%). Il numero delle costituzioni di società sale di appena 3 unità rispetto al 2014 (da 1.866 a 1.869) mentre il numero degli scioglimenti di società scende di 84 unità rispetto al 2014 (da 1.120 a 1.036). Il dato è positivo: le nuove società superano in numero quelle che muoiono. Per il presidente Maurizio Luraghi “il trend che registriamo nella nostra provincia, attraverso la stipula degli atti, pur rimanendo sostanzialmente in linea con la perdurante crisi economica, fa sperare in una ripresa per il futuro, soprattutto nel settore immobiliare, e in questo la realtà bergamasca non si discosta da quella generale del Paese. Tale ripresa appare tuttavia troppo timida per far registrare un’inversione di tendenza, anche nel settore immobiliare, tradizionalmente trainante. Negli ultimi nove anni la mole degli atti si è ridotta del 50%, portando con sé una riduzione degli organici degli studi notarili, in linea con il trend degli studi professionali in generale. Subisce una battuta d’arresto la tendenza dei bergamaschi a pianificare la sorte dei propri beni attraverso lo strumento della donazione tra parenti (soprattutto da genitori a figli): infatti questo tipo di atti fa registrare nel 2015 una diminuzione del 23,3%, in controtendenza rispetto al 2014, che aveva fatto registrare un aumento di circa il 20% rispetto al 2013”.




Lego, a Bergamo la città che fa giocare le generazioni

 

città del mattoncino - bergamo - via pignoloEntro l’estate sarà inaugurato il primo LEGO Certified Store nel nuovo centro commerciale di Arese, in provincia di Milano. Sarà il primo di una serie di negozi, gestiti dalla business company Percassi, che saranno aperti nei prossimi anni su tutto il territorio nazionale. Gli appassionati da zero a 99 anni bergamaschi ma anche di fuori provincia però hanno già il loro paradiso. È “La città del mattoncino” e si trova in via Pignolo. L’hanno creato circa un anno e mezzo fa Pierluigi Cervati, 37 anni, e la moglie Beatrice Da Ros, 35. Cinque vetrine che fanno angolo su piazzetta Santo Spirito per un negozio di novanta metri quadrati tutto dedicato ai mattoncini più famosi al mondo.  Non solo è l’unico negozio di Bergamo di soli prodotti LEGO, ma in vetrina al posto delle scatole c’è una città in mattoncini di 20 metri quadrati con treni e giostre in movimento illuminata da oltre 800 led, che cambia secondo le stagioni.

Oltre che per l’allestimento, il negozio si caratterizza per la specializzazione e l’alto assortimento. Vi si possono trovare set esclusivi provenienti dall’estero, linee rare e da collezione, ma anche pezzi sfusi per completare le proprie creazioni (si può acquistare e ordinare anche un solo mattoncino) e accessori e abbigliamento a marchio. Inoltre ci sono un’area giochi dove i bambini possono andare a giocare gratuitamente, disponibile anche per piccoli eventi, e un servizio di assistenza per chi vuole illuminare il proprio diorama, renderlo dinamico o applicare soluzioni tecnologiche.

lego - città del mattoncino BergamoIl format è originale.  La clientela arriva da tutta la Bergamasca, ma anche da Brescia e Milano. In occasione dell’esposizione di opere in mattoncini, organizzata lo scorso ottobre tra via Tasso e via Pignolo all’interno degli spazi degli Istituti educativi, sono stati addirittura più di 30mila gli appassionati accorsi per ammirarli.

Il negozio in pochi mesi ha aumentato il fatturato del 50% e in progetto c’è una nuova location. Il titolare Cervati spiega così il successo di questo divertimento senza età. «È un gioco che sviluppa la mente – dice -, dà la possibilità di usare la creatività e di dare forma a qualsiasi cosa venga in mente. Inoltre aiuta a stare insieme genitori e figli. Questo è un aspetto a cui teniamo molto, per questo in occasione della festa della mamma e del papà organizziamo momenti di gioco in cui genitori e figli costruiscono insieme un modello LEGO».

Il fenomeno dei mattoncini negli ultimi anni ha visto una continua crescita. «Dopo il periodo buio dei primi anni 2000 in cui l’interesse era calato, LEGO è tornata a concentrarsi su questi articoli e la generazione che è cresciuta con questo gioco è diventata adulta e ha riscoperto la passione dell’infanzia – spiega Cervati -. La linea City, sempreverde della gamma, è la più richiesta. I bambini amano molto le linee ispirate ai cartoni animati come Nijango e Nexo Knighs, che è la novità di quest’anno. Mentre i collezionisti chiedono per lo più i vari modulari che riproducono interni e esterni di case».

Per i papà e i bambini di Bergamo appassionati ai mattoncini, l’appuntamento è per il 19 marzo, dalle 10 alle 19 al negozio di via Pignolo. Il papà e figlio, divisi in categorie per fasce di età, che realizzeranno nel tempo minore il modello LEGO proposto riceveranno uno speciale omaggio dal mondo LEGO®.




Confcommercio, il grido d’allarme dei laboratori di orologeria

Dopo la riuscita manifestazione del 13 novembre 2015 davanti al Ministero dello Sviluppo Economico, l’Associazione Orafa Lombarda (aderente a Federpreziosi–Confcommercio) che ospita al suo interno la categoria nazionale degli Orologiai Riparatori, ha raccolto le Dichiarazioni dello stato di disagio economico di laboratori e magazzini di fornitura di orologeria a causa delle restrizioni distributive delle parti di ricambio messe in atto dalle case produttrici. Ben 267 (e si tratta di un numero in continua e costante crescita) tra laboratori e magazzini hanno dichiarato il loro attuale stato di collasso, preludio di prossime, se non imminenti, chiusure. E ciò, è strano a dirsi, in un contesto di forte domanda di lavoro e di assistenza orologiera. Negli ultimi mesi, poi, la morsa dei divieti e delle restrizioni delle case orologiere svizzere si è accentuata ancora di più.  L’Europa, invece di stare dalla parte degli artigiani orologiai europei, ha mostrato indifferenza e per ben due volte, nel 2008 e nel 2014, la Commissione Europea ha voltato la faccia dall’altra parte. Tuttora pende un secondo ricorso presso la Corte di Giustizia Europea. La posizione assunta dall’Europa e i tempi troppo lunghi della sua giustizia rischiano di cedere il campo al monopolio di fatto delle grandi multinazionali dell’orologeria svizzera che porta alla definitiva scomparsa dei laboratori orologiai indipendenti. Il ministero dello Sviluppo Economico, il governo italiano rappresentano per gli orologiai italiani l’ultima spiaggia di “resistenza” per non morire. orologi

L’Associazione Orafa Lombarda si appella alla più volte proclamata volontà del nostro governo di salvaguardare il lavoro, e in particolare quello artigiano, per scongiurare la scomparsa di un mestiere storico molto diffuso. La nostra convocazione, insieme con Confcommercio e Confartigianato, presso il ministero dello Sviluppo Economico il 15 marzo 2016 sia il primo passo per una soluzione equa e concertata del problema delle forniture che garantisca presente e futuro agli orologiai italiani. Si uniscono a questo appello le migliaia di orologerie distribuite sul territorio che pure subiscono, direttamente o indirettamente, il danno economico delle mancate assistenze e, ne siamo certi, dei consumatori italiani.




Prodotti agroalimentari, l’export bergamasco cresce del 26%

vinoProdotti agroalimentari e bevande: è di oltre 10 mila euro al minuto l’export di cibo lombardo nel mondo nel 2015, pari a circa 7 tonnellate di prodotti esportati ogni 60 secondi, tutti i giorni, tutto l’anno. L’export parte soprattutto da Milano (oltre un quarto), Bergamo e Mantova (oltre un decimo). Aumentano di più in un anno Bergamo (+26%), Sondrio (+18,5%) e Como (+7,3%). In generale le esportazioni sono stabili rispetto all’anno scorso (+0,2%) ma sono in forte crescita vini e bevande (+14,2%) e pesci, crostacei e molluschi lavorati e conservati (+12,7%). Come destinazioni: la carne, la frutta, i formaggi e i prodotti farinacei lombardi vanno sulle tavole francesi, il pesce in Grecia, gli oli e i vini negli Stati Uniti, le granaglie e gli amidi in Germania, i prodotti per l’alimentazione degli animali nei Paesi Bassi. Regno Unito in crescita, soprattutto per pane e prodotti da forno (+22%) e per vini e bevande (+11%) così come gli Stati Uniti (+14%), il Giappone per gli oli (+29,5%) e la Svizzera per le carni (+9,8%) e i pesci (+7,6%).

Le destinazioni

La Lombardia ha come primo partner per l’export di prodotti alimentari la Francia, così come Bergamo, Sondrio, Pavia e Lodi. Varese preferisce il Regno Unito, Como la Svizzera, Mantova e Lecco la Germania, Cremona e Monza e Brianza i Paesi Bassi, Milano gli Stati Uniti.

I prodotti esportati

Brescia, Cremona, Mantova e Lodi esportano di più latte e formaggi, Varese pesce lavorato e conservato, Sondrio e Lecco carni, Pavia granaglie e prodotti amidacei, Milano bevande e pane e prodotti da forno, Bergamo vino e bevande, Varese e Monza altri prodotti alimentari (che comprendono zucchero, caffè, tè, cioccolato, caramelle, condimenti, piatti pronti e omogeneizzati).




“Negozi di valore”, al via le candidature per partecipare al concorso regionale

Sono aperte fino al 15 aprile le candidature per il concorso “I negozi di valore”, promosso dalla Regione per premiare le attività che, grazie a iniziative di marketing, strategie di vendita innovative o grazie all’essere presenze “storiche” sul territorio, riescono a generare attrattività nei centri urbani. Il montepremi è di 80mila euro. In palio ci sono 22 premi da 2mila a 8mila. Il concorso è aperto a chi ha saputo fare rete e creare percorsi, itinerari di shopping, filiere di prodotto legate al territorio e iniziative promozionali, puntando sulla creatività, l’arte, l’attenzione alla bellezza, o sulla promozione di esperienze ecosostenibili e di valore sociale. Possono partecipare al concorso micro, piccole e medie imprese singole o associate, che operano nel settore del commercio e hanno sede operativa in Lombardia, inclusi negozi e locali storici, imprese artigiane e della ristorazione che si candidano in rete con un’impresa del commercio. Dieci le categorie di premio previste: Filiera di valore’: reti tra negozi, artigiani e produttori locali che operano nell’ambito di una filiera di prodotto specifica (per esempio, la filiera della carne, o quella del pane o della vendita al dettaglio); ‘Shopping di valore’: reti tra negozi che promuovono itinerari di shopping; ‘Distretti di valore’: reti tra negozi e artigiani situati negli stessi ambiti urbani (strade, piazze, borghi e quartieri storici o emblematici del commercio o distretto urbano del commercio); ‘Brand di valore’: iniziative di marketing e immagine coordinata di successo, offerta di servizi al cliente a elevato valore aggiunto, iniziative di promozione territoriale mediante la figura del negoziante testimone-narratore del territorio; ‘Innovazione di valore’: politiche e modalità di vendita che utilizzano tecnologie innovative (marketing digitale, anche mediante siti web, concept e spazi creativi, multicanalità, nuove tecnologie); ‘Legacy di valore’: capacità di operare con successo nella trasmissione d’impresa, garantendo la continuità, il passaggio generazionale, ma anche l’innovazione dell’attività commerciale; ‘Start up di valore’: livello e velocità di crescita di un’attività commerciale; ‘Impegno sociale di valore’: responsabilità sociale di impresa determinata da modalità e principi adottati nell’attività di vendita (per esempio, accoglienza e attenzione a categorie speciali di clienti come disabili, anziani, famiglie numerose e minori), partecipazione a iniziative di educazione al consumo o di recupero delle giacenze di prodotti per il riuso, partecipazione a reti sociali o di quartiere; ‘Ecosostenibilità di valore’: riduzione dei consumi energetici dei punti vendita, modalità di rapporto con produttori, fornitori e consumatori che valorizza il territorio lombardo, la sostenibilità ambientale e la vendita di prodotti biologici o ecocompatibili; ‘Arte di valore’: bellezza e originalità dei palinsesti, degli eventi, degli arredi, delle vetrine e degli allestimenti, anche in relazione al rapporto con la letteratura, lo spettacolo, il cinema, la musica, la cultura e l’arte in generale.
L’iniziativa ha l’obiettivo di valorizzare le migliori idee di chi, attraverso la propria attività, contribuisce ad accrescere l’interesse turistico e la competitività del territorio in cui opera, grande città, singolo quartiere o piccolo centro urbano. Un modo per premiare l’originalità e la grande professionalità degli imprenditori del settore e per far emergere buone pratiche che possano essere un modello replicabile anche per altre realtà lombarde del commercio al dettaglio.
L’ufficio consulenza di Ascom Confcommercio Bergamo è a disposizione per dare maggiori informazioni e assistere nella presentazione delle candidature al numero 035.4120201 (Roberto Ghidotti).

 




Torna la Caccia al tesoro. In campo le Botteghe di Seriate

municipio seriateSiete pronti a risolvere enigmi e prove pratiche girando per le vie e i negozi di Seriate con in testa una bella bandana blu? Sabato ritorna l’attesa «Caccia al tesoro pasquale». Alla terza edizione presenta una grossa novità: raddoppia. Per venire incontro alle numerose richieste, l’Assessorato al Commercio e l’associazione Botteghe di Seriate hanno pensato a una gara in due manche per permettere a più gruppi di partecipare e soprattutto per prolungare il divertimento e il coinvolgimento della città. La sfida partirà sabato 12 e si chiuderà il 19 marzo con la premiazione delle 6 squadre migliori, ossia quelle che avranno superato correttamente tutte le prove nel minor tempo possibile. Cosa aspettate a iscrivervi entro venerdì 11 marzo nei 23 negozi aderenti all’iniziativa? E poi pronti, partenza, via … aguzzate l’ingegno e scaldate i muscoli!

«Quest’anno la gara sarà più articolata e strutturata pensata per coinvolgere più persone – afferma l’assessore al Commercio Paola Raimondi -. E sembra che si sia colpito nel segno. A partecipare non solo le famiglie seriatesi, ma anche le istituzioni civili. Tra le squadre sinora iscritte, una è formata da alcuni docenti, un collaboratore scolastico e 7 alunni dell’istituto Majorana. Inoltre il divertimento è raddoppiato, essendo una caccia al tesoro distribuita in due fine settimana in 23 negozi, che ringrazio per l’organizzazione, e dal premio davvero allettante: in palio 600 euro in voucher spesa da distribuire tra le 6 squadre vincenti. Non mi resta che sperare nel bel tempo e augurare a tutti un buon divertimento».

Dal 12 al 18 marzo tutte le squadre iscritte, o anche alcuni componenti, avranno una settimana di tempo per raggiungere le tappe del percorso, indicato nella prima Mappa del Tesoro, consegnata al momento dell’iscrizione. In ogni tappa la squadra potrà svolgere una facile e simpatica “prova” della durata di 10 minuti circa, con l’aiuto dei Pirati Pasqualini, presenti in ogni tappa. Per sapere cosa vi aspetta ogni giorno sulla pagina facebook dedicata si potranno avere delle anticipazioni. Un esempio? Preparare i colori base per un’acconciatura o dei biscotti, riassettare un letto, contare noci e mandorle in un contenitore, cucire un bottone, risolvere un sudoku. Al termine della prova sarà rilasciato un pezzo del Tesoro Pasquale, che dovrà essere conservato e consegnato sabato 19 marzo, al punto di ritrovo di piazza Matteotti, prima di iniziare la seconda manche, da svolgersi a tutta velocità. Il ritrovo sarà nel piazzale vicino al corso Roma alle 14.30. Dopo la consegna dell’oggetto del tesoro a tutte le squadre sarà consegnato il kit gara, con la bandana e la seconda Mappa del Tesoro. Alle 15.30 si parte! Tutta la squadra (possibilmente dotata di mezzi di trasporto) potrà seguire le indicazioni della mappa e muoversi per le vie di Seriate, alla ricerca dei pezzi che completeranno il Tesoro Pasquale. Alle 18.30 ritrovo di nuovo in piazza Matteotti e premiazioni. A vincere saranno le 6 squadre che hanno completato correttamente tutte le tappe della prima e della seconda manche, totalizzando il miglior punteggio. In palio 6 voucher spesa del valore di 100 euro. La quota di partecipazione è di 3 euro a persona. Le iscrizioni sono aperte sino a venerdì 11 marzo. Per iscrivere la squadra, composta da un minimo di 3 a un massimo di 10 partecipanti, con almeno 1 maggiorenne, è possibile rivolgersi ai seguenti commercianti:

  • 4 ZAMPE E 1 CODA – Via Decò e Canetta, 8
  • ANDREA SANA OTTICO – Via Italia, 16/B
  • ANGOLO NATURA 3 – Via Tiepolo, 9
  • ARKUS BAR PIZZERIA – Via Dante, 2
  • ARRICCIA SPICCIA HAIR STYLE – Via S. Grisogono, 3
  • CAFE’ DE PARIS – Via S. Grisogono, 7
  • CAFFE’ DEL PARCO – C.so Roma, 70/A
  • CASA DELL’OROLOGIO – Via Italia, 12
  • CFB ARREDAMENTI – Via Cominte, 14/H
  • EREDI CONSOLI ORTOFRUTTA – Via Italia, 77
  • GELATERIA GINEVRA – Via Nazionale, 53
  • IL FORNAIO ECC… – Via Paderno, 17
  • INFO-SOLUTIONS – Via Dante, 22
  • MAGIE E COLORI – Via Italia, 121
  • MAGIK PIZZA – Via C. Battisti, 37/A
  • MARINO ORTOFRUTTA – C.so Roma, 70/B
  • MINIMALUX – Via Marconi, 29/B
  • PESENTI L’ARREDAMENTO – Via Brusaporto, 1
  • PUNTO E LINEA – C.so Roma, 70/C
  • STAR MARKET’S DUE – Via Paderno, 25
  • STUDIO CINQUE – Via Paderno, 4
  • SUSY ACCONCIATURE – Via Madonna delle Nevi, 15
  • 3 STORE – Via Paderno, 38



Negozianti alimentari, «non siamo antiquariato ma un settore che sa innovare»

Un nuovo concetto di negozio basato su una distribuzione innovativa degli spazi e dei prodotti e sull’uso strategico delle tecnologie, a partire dall’illuminazione, e poi iniziative in rete con i negozi vicini e studi georeferenziali per orientare le nuove aperture. E ancora: professionalizzazione, specializzazione e innovazione.

Sono queste le strategie vincenti per rilanciare il settore alimentare emerse a Gargnano sul Lago di Garda, nel corso della prima convention nazionale della Federazione dei dettaglianti dell’alimentazione (Fida) di Confcommercio, realtà che raccoglie circa 60mila imprese alimentari. Alla riunione sono intervenuti Carlo Sangalli, presidente confederale, Donatella Prampolini Manzini, presidente Fida e vicepresidente Confcommercio, i consiglieri nazionali della federazione.

La due giorni ė stata un momento di confronto tra gli operatori, provenienti dal Friuli sino alla Puglia, sul presente e sul futuro del settore alimentare e sulle sfide che il comparto deve affrontare. «Dai lavori è emerso l’orgoglio di essere alimentaristi e di essere ancora oggi la spina dorsale del commercio, un format destinato a restare un solido punto di riferimento per le città – ha detto la presidente Prampolini -. Il dettaglio alimentare non è stato mai così attivo come ora. Si comincia a intravedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel della crisi. Abbiamo fatto il punto della situazione su chi è sopravvissuto alla crisi e con quali strumenti ne è uscito. Tra questi, l’innovazione è sicuramente fondamentale come pure lo è la capacità di gestire il ricambio generazionale».

Prampolini ha evidenziato, come dal 2009 al 2015, la maggior parte dei negozianti che hanno chiuso non si era specializzata e ha parlato di una crescita culturale distorta che ha portato l’opinione pubblica a considerare il negozio specializzato come un oggetto da antiquariato. Quindi ha evidenziato le criticità rappresentate dall’arrivo della grande distribuzione e dei nuovi format distributivi, dai discount, ai farmer’s market, sino ai negozi “monoprodotto”, che vendono solo detersivi, cibo per cani, ecc, indicati come dei “category killer. Quindi ha puntato il dito contro la liberalizzazione delle licenze che «ha portato sul mercato poca professionalità». «Magari chiudono dopo pochi mesi – ha detto – ma nel frattempo creano danni e penalizzano il settore».

Convention Fida 2016 platea

Durante il convegno sono state presentate esperienze innovative nei diversi settori del food, con riferimenti anche al mondo dell’ortofrutta, nuovi concept in grado di affrontare la crisi, e un focus sulle strategie di sviluppo della rete distributiva in Europa e in Italia. «Per troppo tempo – ha spiegato Prampolini – ci hanno considerati un settore maturo, non più in grado di reinventarsi; invece gli esempi di innovazione del servizio di vicinato sono numerosi e possono servire per accompagnare il ricambio generazionale in un mercato sempre più competitivo».

Roberto Ravazzoni, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha sottolineato come oggi «vince chi è più veloce, non chi è più grande» e che «bisogna essere diversi dalla grande distribuzione. Copiare le idee brillanti e farle meglio. Essere semplici, flessibili e veloci». Per Fabrizio Valente di Kiki Lab «le acque in pochissimo tempo sono diventate agitate e molto veloci – ha sottolineato parlando del mercato – Come nel rafting, se qualcuno sbaglia cade in acqua e se cadono in tanti dopo un po’ il gommone affonda. Ma se impariamo a governare la barca in queste condizioni andiamo molto più veloce. È difficile, ma possibile». Alessandro Seravalli di Sis.Ter ha illustrato la novità degli studi georeferenziali, sorta di fotografie-mappe che indicano la presenza e l’ubicazione di esercizi commerciali in una determinata zona, e di come questi strumenti possono rivelarsi preziosi per orientare gli imprenditori nell’apertura di un nuovo negozio.

Tra i temi emersi, anche l’importanza dell’ecosostenibilità dei punti vendita con nuove tecnichee di refrigerazione, nuove modalità di gestione dei rifiuti e la possibilità di collaborare con i mercati ortofrutticoli per la gestione delle cassette in legno. Interessanti spunti sono venuti dai relatori tecnici che hanno presentato soluzioni e strumenti innovativi per il punto vendita: promozioni personalizzate in base ai clienti e tematiche in base a occasioni speciali e/o eventi, e iniziative di comarketing, ovvero sinergie tra negozi vicini per fare sistema e gruppo (Toshiba); l’evoluzione del mestiere in chiave moderna (Università dei Sapori), le tecnologie sostenibili per esporre (Isa), e l’illuminazione strategica del punto vendita (Philips).

convention fidaAl convegno hanno partecipato anche Livio Bresciani, vicepresidente Fida e presidente del gruppo dettaglianti ortofrutticoli dell’Ascom di Bergamo (a destra nella foto), e Giorgio Lazzari, responsabile relazioni esterne della Associazione e segretario del gruppo. «Abbiamo definito una strada comune e condivisa che porteremo avanti – afferma Bresciani -. Finora ci siamo mossi in ordine sparso. Il convegno ci ha dato l’opportunità di fare squadra, di mettere insieme e portare alla luce le criticità e tutte le nostre esperienze e capacità. Con l’assistenza di tecnici specializzati e di una struttura importante come è Fida, abbiamo finalmente lo strumento per affrontare tutti i nuovi scenari commerciali e fare tutti insieme comunicazione, per far vedere cosa siamo noi dettaglianti alimentari. Perché molte volte si tende a dimenticare quasi la nostra presenza, che invece i dati dimostrano essere importante, apprezzata e in alcune zone insostituibile».

Convention Fida - Lazzari rit
Giorgio Lazzari

«La vision della Fida è corretta e quanto mai reale – commenta Lazzari -. Condivido il pensiero della presidente Prampolini, quando dice che “Il futuro siamo noi dettaglianti alimentari”. Come rimarcato dal presidente Confcommercio Carlo Sangalli, il dettaglio alimentare è un servizio del, per e sul territorio, di cui difende le differenti tipicità, favorendo l’attrattività turistica come leva per lo sviluppo dell’economia locale, con importanti implicazioni legate all’identità sociale, alla vivibilità e alla qualità dei territori». «Attori protagonisti della partita saranno indubbiamente Governo ed Enti locali: se con l’Amministrazione centrale l’obiettivo è abbassare l’imposizione fiscale, intesa anche come giorni di lavoro persi dall’imprenditore per gli adempimenti burocratici, con i Comuni occorrerà sempre più instaurare un dialogo costruttivo per discutere le misure idonee a tutelare gli esercizi di dettaglio alimentare. Una saracinesca che viene sollevata è una vittoria per tutto il sistema, viene accesa una luce, si creano posti di lavoro, aumenta la qualità e migliora la vivibilità di un quartiere – conclude Lazzari -. Sono convinto che il dna della Fida consentirà di raccogliere e vincere le sfide presenti e future, con l’aiuto della presidente Donatella Prampolini, che sta portando avanti un grande lavoro, come avrebbe certamente voluto il compianto Dino Abbascià».

 




Dopo l’appello dell’Ascom, sequestrati a Bergamo 1.300 mazzi di mimosa

Mimose1.289 mazzi di mimose sequestrati, 34 di rose: è il risultato di una ampia operazione svolta dalla Polizia Locale del Comune di Bergamo il 7 e l’8 marzo per contrastare il commercio abusivo di fiori nella giornata dedicata alle donne.

Il Comando di via Coghetti ha in questo modo raccolto e recepito l’indicazione che Ascom ha rivolto la scorsa settimana, chiedendo più controlli sulle vendite abusive di fiori con l’avvicinarsi della ricorrenza.

Il Comando di Polizia Locale ha predisposto specifici servizi di prevenzione per limitare tale fenomeno. A poche ore dalla chiusura del pattugliamento sono stati identificati e sanzionati 12 venditori abusivi.

«In una giornata in cui il fenomeno della vendita abusiva di fiori raggiunge probabilmente il suo apice – spiega il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Sergio Gandi – abbiamo lavorato in questi giorni per contrastare un fenomeno molto diffuso e che giustamente le associazioni di categoria hanno segnalato e portato all’attenzione dell’opinione pubblica. Sappiamo però che il problema sta altrove e non nei disperati che stanno sulle strade».




Fusini (Ascom): “No alla shadow economy. Sì a un equilibrio tra ricettività alberghiera ed extralberghiera”

“La ricerca di un equilibrio sostenibile tra ricettività alberghiera ed extralberghiera”. Un titolo, quello dell’intervento all’incontro promosso dall’Università di Bergamo sull’“Ospitalità in appartamento a Bergamo”, ma anche un auspicio. Per il direttore dell’Ascom, Oscar Fusini, “si può dire sì alla sharing, ma no alla shadow economy”. “I nostri obiettivi, del resto – afferma -, sono noti: vogliamo contribuire alla tutela degli ospiti, degli operatori extralberghieri, degli albergatori e dei lavoratori del settore e, inoltre, promuovere la salvaguardia della qualità ricettiva, dell’immagine turistica. Il tutto contrastando l’illegalità e l’abusivismo. Insomma, stesso mercato, stesse regole!”. Per Fusini è importante che sul mercato si possa competere ad armi pari semplificando le regole attuali (quando possibile), imponendone l’applicazione da parte di tutti (in ogni caso). “C’è, per esempio, – annota il direttore – ancora una forte differenza nella pressione fiscale e pressione normativa tra ricettività alberghiera e non alberghiera”.

convegno Appartamento FusiniLa ricerca dell’equilibrio

Spesso, le regole esistono ma non vengono applicate. Gli organi di vigilanza devono essere dotati di poteri e strumenti adeguati e tutti gli stakeholders possono giocare un ruolo attivo. “L’equilibrio di lungo termine nella convivenza tra ricettività alberghiera ed extralberghiera – sottolinea Fusini – è possibile, ma in un sistema di integrazione e di completamento di offerte differenziate, basate su servizi diversi proposti da operatori imprenditoriali e non imprenditoriali entrambi qualificati e che competono sui servizi (uniformi per qualità, affidabilità e trasparenza del rapporto) e sul prezzo e soggetti alle stesse regole e imposizioni fiscali. Questo scenario – aggiunge Fusini – non è utopia, ma un sistema obiettivo ricercato con la regolamentazione nazionale e regionale e promosso con autodisciplina e codici etici in modo che le violazioni della legalità siano riconoscibili, controllate e sanzionate come in qualsiasi ambito civile ed economico”. “Oggi l’equilibrio – ammette il direttore dell’Ascom – è ancora lontano dal realizzarsi perché alla crescita del turismo e al cambiamento delle preferenze dei consumatori ci si è approcciati senza regole certe. Accanto all’offerta qualitativa e rispettosa delle regole si è sviluppata anche una parte speculativa di ricettività extralberghiera. In alcuni paesi europei, per lo più dell’area mediterranea, alcuni fattori come la crisi economica e l’assenza di sbocchi occupazionali, la pressione fiscale eccessiva soprattutto sulla casa, la difficoltà del mercato immobiliare residenziale hanno contribuito ad aumentare in modo esponenziale l’offerta parallela di stanze e appartamenti per il turismo. Lo sviluppo è avvenuto senza una precisa regolamentazione tanto che in alcuni paesi, come l’Italia, l’ordinamento non è in grado nemmeno di censire in maniera certa la dimensione del fenomeno con gravi rischi in tema di evasione fiscale e sicurezza. In alcuni casi è passato molto velocemente il messaggio come in questo settore sia possibile pagare meno tasse e guadagnare di più rispetto agli altri settori economici. La risposta non si è fatta attendere. Se così è avvenuto fino ad oggi la coscienza della necessità dell’aggiustamento sta velocemente diffondendosi a livello territoriale, nazionale e europeo. C’è però bisogno dell’aiuto di tutti”.

L’azione locale

“Noi, come Associazione del commercio, da ormai un decennio abbiamo avvertito il problema. E in questo periodo – afferma Fusini – abbiamo fatto la nostra parte per sensibilizzare sul tema e arrivare a una soluzione. Tra dossier sull’abusivismo, interventi contro la pubblicità ingannevole sul portale booking.com, impegni a livello regionale con Confcommercio Lombardia, abbiamo cercato di dare una scossa. L’abbiamo fatto anche attraverso Federalberghi, in particolare ottenendo che il CCNL si applicasse anche a b&b, ostelli e affittacamere. La stessa Federalberghi e gli altri soci di Hotrec – conclude il direttore dell’Ascom – hanno indicato i dieci principi per un corretto svolgimento della sharing economy. Il decalogo europeo va adattato alla realtà istituzionale e normativa di ogni Paese. Si tratta di uno strumento operativo, in continua evoluzione da arricchire con il contributo di tutto il sistema organizzativo”.

Il decalogo per la sharing economy

– Definire le locazioni brevi di alloggi privati come attività turistico ricettive;
– Stabilire procedure di registrazione e autorizzazione;
– Misurare il flusso turistico negli alloggi privati;
– Tutelare la sicurezza;
– Rispettare le normative fiscali;
– Verificare l’identità dei visitatori come previsto nella convenzione di Schengen;
– Tutelare i diritti dei lavoratori;
– Tutelare la qualità della vita dei residenti;
– Differenziare la proprietà ad uso residenziale dalla proprietà ad uso produttivo;
– Controllare la diffusione di locazioni brevi di alloggi privati.