Betti (Ascom): «I voucher nel terziario? Sono un analgesico, non la cura»

Enrico Betti
Enrico Betti

Il 2015 ha registrato un boom di voucher lavoro. Secondo i dati Inps analizzati in un dossier della Uil, un voucher su due è utilizzato nel commercio, turismo e servizi. Bergamo non è nella top 10 nazionale per l’utilizzo dei buoni lavoro ma non è nemmeno tra fanalini di coda delle province che ne impiegano pochi: si attesta al 14esimo posto della classifica, con 2.224.376 voucher venduti. «I voucher hanno trovato terreno fertile in un’area di attività che non ha una risposta adeguata da parte della contrattazione nazionale o territoriale e Bergamo, purtroppo, non si discosta dall’analisi nazionale», spiega Enrico Betti, responsabile area Politiche del lavoro di Ascom Confcommercio Bergamo.

Quali attività utilizzano di più i voucher e che età hanno i “voucheristi”?

«Non sono nelle condizioni di supportare la mia risposta con numeri analitici e certificati, ma ritengo di non sbagliarmi nel dire che i voucher sono utilizzati in ogni mansione in modo trasversale e che i giovani sono un importante bacino da cui le imprese “pescano” per le attività svolte con questo strumento».

Quali sono le opportunità offerte dai voucher per il commercio, il turismo e i servizi? Crede che rispondano adeguatamente alle esigenze di flessibilità del comparto, soprattutto per i lavori stagionali?

«Sono certamente una risposta a un’esigenza che, a livello sindacale, abbiamo cercato di esaudire. Purtroppo non abbiamo trovato terreno di discussione con le organizzazioni che rappresentano i lavoratori. Il risultato è quello che vediamo: il legislatore si sostituisce, peraltro senza avere le adeguate competenze e conoscenze, al nostro mestiere».

Quali sono le criticità che intravede?

«Trovo i voucher un analgesico, non certo la cura per un settore e un imprenditore che ha necessità di regole chiare e non vuole incorrere in rischi di contenzioso. I voucher, inoltre, possono alterare l’equilibrio tra la necessità di flessibilità per le imprese e le tutele essenziali e minime per chi lavora. La risposta migliore sarebbe agire sui contratti di lavoro già in essere, come il part time, e renderli più fruibili in termini di elasticità e monte ore complessivo».

I voucher, con il tempo e per la dimensione che hanno acquisito, possono alimentare indirettamente il mercato irregolare?

«Se utilizzati con dolo e senza controlli sì».

Il presidente Insp Tito Boeri ha definito i voucher come possibile nuova frontiera del precariato…

«Ha ragione. 7mila euro di massimale significano almeno 700 ore di lavoro, più di 4 mesi a tempo pieno, se lo riportiamo a un part time a 24 ore settimanale sono più di 7 mesi di lavoro senza ferie e permessi».

Quali misure crede siano necessarie per meglio regolamentare questo strumento?

«Bisogna ricondurli alla loro origine che è bene ricordare. Il lavoro accessorio è stato introdotto nel nostro ordinamento dagli artt. 70 e ss., D.Lgs. n. 276/2003. Nella versione originale, l’uso dei voucher era previsto solo per attività lavorative di natura meramente occasionale rese da soggetti a rischio di esclusione sociale o comunque non ancora entrati nel mercato del lavoro, o in procinto di uscirne, nell’ambito di precise attività, ovvero: piccoli lavori domestici a carattere straordinario, compresa la assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con handicap; insegnamento privato supplementare; piccoli lavori di giardinaggio, pulizia e manutenzione di edifici e monumenti; manifestazioni sociali, sportive, culturali o caritatevoli; collaborazioni con enti pubblici e associazioni di volontariato per lo svolgimento di lavori di emergenza, come quelli dovuti a calamità o eventi naturali improvvisi o di solidarietà. È facile vedere la deviazione che il sistema voucher ha avuto nelle successive riforme del lavoro».

 




Esselunga, i dipendenti approvano l’accordo sul lavoro domenicale

ESSELUNGA-1Con il 60,3% di voti favorevoli, le lavoratrici e i lavoratori dei 155 negozi di Esselunga, chiamati ad esprimersi, nelle giornate di venerdì 26 e sabato 27 febbraio, hanno approvato l’ipotesi di accordo sperimentale per la regolamentazione del lavoro domenicale, firmato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.

Hanno votato più di 15.000 addetti: un dato altissimo che conferma come il tema, nell’epoca delle liberalizzazioni degli orari commerciali, sia tra i più delicati e sentiti per chi opera nella Gdo. A Bergamo, nei quattro punti vendita di città e provincia, ha votato il 70% degli aventi diritto, in 309 si sono espressi per il “sì” all’accordo (76.9%), 88 sono stati i contrari.

L’intesa, dal carattere fortemente innovativo, prevede una programmazione trimestrale del lavoro domenicale che valorizzi la disponibilità volontaria dei lavoratori. Entrerà in vigore il 2 maggio 2016 e avrà la durata di un anno. Le parti si sono impegnate a monitorarne costantemente gli effetti. Nei negozi si effettueran­no confronti preventivi per definire gli organici necessari a garantire il presidio domenicale; la volontarietà rimarrà il criterio prioritario.

Ai lavoratori assunti con obbligo della prestazione verranno garantite domeniche libere dal lavoro che la contrattazione decentrata potrà ampliare nella numerica di partenza prevista dall’accordo nazionale. Sempre la contrattazione di punto vendita potrà agire sul numero massimo delle domeniche potenzialmente lavorabili e introdurre compensazioni quali un sabato e domenica liberi ogni 10 domeniche lavorate.

«Riteniamo questo accordo uno strumento utile a migliorare le relazioni sindacali con una delle più importanti imprese italiane della Grande Distribuzione – sottolinea Alberto Citerio, segretario generale Fisascat Cisl Bergamo – e auspichiamo che Esselunga dimostri nella fase di gestione disponibilità ad accogliere con spirito costruttivo le proposte che verranno avanzate a livello territoriale. Speriamo – continua Citerio – che questa occasione sia un buon viatico per il settore della Gdo, ancora in attesa del rinnovo del Ccnl. Ringraziamo tutte le lavoratrici e i lavoratori che hanno partecipato attivamente alle tante assemblee informative e massicciamente al referendum, contribuendo alla riuscita di questo importante momento di partecipazione e democrazia».

 

 




Lavoro, è boom di voucher. A Bergamo ne sono stati utilizzati oltre due milioni

voucher_lavoro_1217È boom di buoni lavoro. Dal commercio al turismo, all’edilizia, alle attività agricole, i voucher da 10 euro lordi all’ora nati per pagare ore di lavoro accessorio chiudono il 2015 con numeri record. Nell’anno sono stati venduti 115 milioni di voucher, con una crescita del 66%o rispetto al 2014. I lavoratori pagati con almeno un voucher sono stati quasi 1,7 milioni (almeno 1 su 10 tra gli occupati dipendenti; 8 su 100 se si considera l’intera platea dei 22 milioni di occupati e ben 7 su 10 se si rapportano i voucheristi ai 2,2 milioni di lavoratori temporanei e stagionali subordinati).

Dal 2008 al 2015 sono stati venduti quasi 278 milioni di voucher per un importo complessivo di circa 2,8 miliardi di euro. La stima è della Uil ed è contenuta nel rapporto realizzato dal Servizio politiche del lavoro del sindacato. La Lombardia è la regione che più ha utilizzato i voucher, con 21 milioni seguita da Veneto (15,2 milioni) e Emilia Romagna (14,3 milioni).

A livello provinciale, secondo i dati Inps, svetta Milano con 7,3 milioni di buoni-lavoro venduti, seguita da Torino con 4,5 milioni di voucher, Roma con 3,8 milioni, Verona (circa 3,3 milioni di voucher), Brescia (3,2 milioni) e Bolzano (3,2 milioni). Bergamo si posiziona al quattordicesimo posto con 2.224.376 voucher venduti.

Il terziario è il settore che più ha utilizzato questo strumento di pagamento: commercio, turismo e servizi detengono quasi il 50% dei voucher emessi. Mentre i settori che dovevano essere protagonisti quasi assoluti, giardinaggio, lavoro domestico, attività sportive, coprono meno del 15% dei buoni venduti e la stessa agricoltura solo l’1,3%. La crescita costante negli anni dei voucher è legata alle modifiche normative che hanno dilatato, anno dopo anno, il loro campo di utilizzo. L’ampliamento della platea degli utilizzatori e l’innalzamento, con il jobs act, da 5mila a 7mila euro netti del tetto massimo di retribuzione annua tramite buoni ha fatto dilagare l’uso dello strumento avviato in via sperimentale nel 2008 per le vendemmie.

Nel 2012 la riforma Fornero ha tolto ogni limite di settore per l’utilizzo, consentendolo anche negli enti pubblici. Ciò ha portato il presidente dell’Inps Tito Boeri ha definire i voucher una possibile nuova frontiera del precariato. Entro qualche settimana il governo dovrebbe definire un intervento per stringere i bulloni e eliminare i comportamenti illegali e scorretti. «Stiamo facendo una valutazione – ha detto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti – la chiuderemo rapidamente. Non vogliamo buttare il bambino con l’acqua sporca. Ci sono elementi positivi ma anche comportamenti illegali o scorretti. Sono questi ultimi che vogliamo eliminare».




L’Ascom: “La scelta del Comune porterà a un centro senza più negozi”

La decisione del Comune di Bergamo di far pagare i parcheggi in centro anche nei giorni festivi, nell’ambito di una più ampia revisione della sosta su strada, non incontra i favori dell’Ascom. Il direttore dell’Associazione, Oscar Fusini, ribadisce che il tema della mobilità cittadina “sta molto ai nostri commercianti” e attacca: “Temiamo che la scelta di Palazzo Frizzoni porti ad un centro senza più negozi. Bergamo diventerà, certamente, una città meno caotica, di grande pregio architettonico, ma di nessun richiamo commerciale e con una qualità della vita tutta da verificare per sicurezza, vivibilità e anche pregio, perché senza appeal commerciale gli investimenti in ristrutturazione degli immobili saranno fatalmente ridotti”. “Sul fatto che gli autobus saranno pieni siamo dubbiosi – aggiunge Fusini -, mentre è certo che l’operazione complessiva renderà qualche milione di euro in più all’Atb, almeno all’inizio. Il vantaggio economico si avrà nel breve termine, finché la città continuerà ad essere ancora appetibile. Nel lungo termine città bassa perderà l’appeal che ora molti gli attribuiscono, e di conseguenza gli afflussi si ridurranno così come gli stessi profitti dei parcheggi”.

Fusini
Il direttore dell’Ascom, Oscar Fusini

“Senza voler essere catastrofisti e senza essere contrari a priori alle proposte di maggiore pedonalizzazione del centro – puntualizza Fusini – , dobbiamo ribadire il concetto che su temi così delicati è necessario agire con criterio, rispettare e salvaguardare tutti gli interessi in gioco, anche quelli dei commercianti, e soprattutto avere obiettivi dichiarati e una strategia lineare. Dubito che a strappi e a tentoni si possa fare qualcosa di buono”. Fusini si dice preoccupato in merito al pagamento domenicale del parcheggio. “Razionalizzerà il traffico, ridurrà i disagi e farà cassetto (se gli stalli blu non saranno già pieni delle macchine dei residenti) nelle domeniche di pienone del centro, ma contribuirà a svuotarlo nelle domeniche in cui la gente viene solo per fare colazione, pranzare o una passeggiata, ma dovendo pagare il parcheggio sceglierà altre mete. Il clima e le manifestazioni saranno quindi ancor più determinanti nel decidere le sorti dell’afflusso domenicale”.

“Le nostre preoccupazioni – continua il direttore dell’Ascom – si concentrano anche sull’altro aspetto anticipato dai giornali, e allo studio in Comune, ossia alla possibilità di concedere ai residenti, previo pagamento, di parcheggiare oltre che negli stalli a loro dedicati – quelli gialli – anche a quelli blu e destinati alla rotazione e, generalmente, ai clienti dei negozi. I numeri dicono già tutto: se i permessi per i residenti sono oltre 5.000 – tanti quanti gli attuali spazi gialli e blu – allora il rischio è che in settimana, ma più spesso il sabato e la domenica, saranno sempre occupati. Il centro diventerà terra di parcheggio a raso dei soli residenti. Per la funzione commerciale non resteranno che i parcheggi in struttura e nei sotterranei. Ma attenzione, ci sono acquisti incompatibili con il parcheggio lontano e sotterraneo ossia tutti gli acquisti di alimentari e, in ogni caso, pesanti o ingombranti (carne, frutta, alimentari ecc.). Prepariamoci al definitivo addio di quei negozi alimentari che ancora sopravvivono in centro città”.

“La scommessa e i rischi esistono anche per tutti gli altri negozi. A pagare – conclude Fusini – saranno soprattutto le attività poste lontano dai principali parcheggi in struttura. Il centro perderà accessi di persone che arrivano in centro per fare acquisti, ossia di coloro che, dovendo comprare una camicia o un paio di scarpe, ancora oggi preferiscono il centro alle struttura commerciali extraurbane, mentre il maggior afflusso di visitatori con gli autobus pieni o vuoti è tutto da verificare.  Speriamo bene”.

 

 

 

 

 




Salvi i Gros Market, la rete dei cash&carry passa alla Sogegros

Lombardini“Così come è stata una doccia gelata la decisione di Carrefour di restituire i Gros Market a Lombardini, altrettanto inaspettata e veloce arriva la conclusione felice della vicenda, grazie alla trattativa serrata che ha condotto all’acquisizione della rete dei Cash&Carry da parte di SoGeGros”. Alberto Citerio, segretario generale di Fisascat Cisl di Bergamo, saluta con soddisfazione la comunicazione che Lombardini e la società genovese fanno del trasferimento dei rami di azienda di 4 punti vendita Gros Market: Cernusco sul Naviglio, Costa Masnaga (Lecco) e Montano Lucino (Como), oltre naturalmente a Dalmine. Non verranno assorbiti i punti vendita di Cologno Monzese e Lecco. Il “passaggio” da Carrefour, che tuttora detiene la gestione dei Gros Market, al nuovo titolare avverrà il prossimo 1° aprile, alla scadenza del contratto con Lombardini, che i francesi hanno interrotto prematuramente, permettendo così la continuazione del lavoro ai 140 dipendenti che verranno assunti dalla SoGeGros, tra i primi dieci gruppi privati in Italia nel settore della grande distribuzione organizzata.

Il Gruppo, che mantiene il suo centro direzionale a Genova, è attivo nella maggior parte delle regioni del Centro-Nord Italia con una presenza capillare nelle più importanti tipologie distributive attraverso Punti Vendita che vanno dai 200 ai 7000 mq di superficie. “La trattativa è finita bene, almeno per quanto riguarda Dalmine, che rimane tra i più appetibili punti vendita dell’intero settore – aggiunge Citerio – . L’abbiamo sempre detto: Dalmine ha la sua storia, la sua tradizione, non poteva chiudere. Siamo contenti che Bergamo non perda questa esperienza pluridecennale. Era necessario per la salvezza dell’attività trovare un soggetto interessato: si è trovata un interlocutore serio, per dimensioni e tradizione. Ora, al più presto chiederemo un incontro per capire le condizioni del passaggio. Chiederemo che l’intero organico sia salvaguardato, così come le retribuzioni dei dipendenti. L’obiettivo nostro era questo, e questo ancora rimane”.




I fioristi bergamaschi scrivono ai sindaci: più controlli contro la vendita abusiva di fiori

fioristiI fioristi dicono no alla vendita abusiva di fiori e scrivono ai sindaci dei 242 comuni bergamaschi chiedendo più controlli da parte delle Forze dell’ordine. Il gruppo fioristi di Ascom ha lanciato una campagna per denunciare le vendite illegali di fiori, che con l’avvicinarsi della Festa della donna e della mamma si moltiplicano sulle strade e ai crocicchi dei semafori. «E’ un fenomeno che si acuisce ogni anno ed oggi, a causa delle difficoltà e del perdurare della crisi, la nostra categoria è in grave difficoltà e risente ancora di più del dilagare delle vendite abusive – afferma Adriano Vacchelli, presidente del Gruppo Fioristi di Ascom -. Sappiamo bene che chi vende abusivamente fiori in strada è vittima del racket ed è l’ultimo anello di una catena che riguarda la sfera della malavita, ma la conseguenza di questa illegalità ricade su tutti perché non si parla solo di sfruttamento ma anche di evasione di imposte e tasse». Il settore dei fiori è uno dei comparti più colpiti dal fenomeno dell’abusivismo commerciale. «Noi, di fronte a questo fenomeno ci sentiamo impotenti e chiediamo con forza l’aiuto della pubblica amministrazione, dei sindaci e delle Forze dell’ordine. La legge impone controlli, applicazione di sanzioni e ritiro immediato della merce, per questo ci rivolgiamo a chi ha il compito di contrastare il problema». I fioristi hanno inviato un appello a tutti i sindaci bergamaschi e hanno diffuso una locandina che reca una margherita con un petalo nero e lo slogan: “Rispondi no alla vendita abusiva. Compra i fiori in negozio”.

La locandina è disponibile sul sito di Ascom Bergamo www.ascombg.it.




Prezzo dei libri, «la legge è un flop». I librai chiedono correzioni

Era stata accolta come l’opportunità della svolta da parte delle piccole librerie. La legge sulla disciplina del prezzo dei libri, n. 128 del 27 luglio 2011, meglio conosciuta come Legge Levi, dopo un iter lungo e travagliato, ha introdotto una serie di paletti per frenare la corsa agli sconti e alle promozioni, leva ampiamente utilizzata dai grandi gruppi editoriali ma insostenibile per le realtà indipendenti. L’obiettivo era tutelare il mercato librario e garantire la diffusione del libro e della lettura, ma oggi, a distanza di più di quattro anni, il provvedimento non pare proprio aver raggiunto quel risultato. Lo denuncia l’Ali, l’associazione dei librai italiani Confcommercio, che lancia una raccolta firme per chiedere al Governo una ridefinizione dell’impianto normativo.

«L’applicazione della Legge 128/2011 nei fatti non ha raggiunto gli obiettivi per i quali era stata adottata – spiega l’Ali -. Infatti la situazione che si è determinata nel nostro mercato ha visto la chiusura di molte librerie, che in alcuni casi erano l’unico presidio culturale del territorio, la difficoltà di molte altre, il calo di lettori, e il dilagare di pratiche commerciali disinvolte in particolare da parte della grande distribuzione organizzata e del principale competitore on line. Diversamente, altri Paesi europei, in particolare la Francia e la Germania, che si sono dotati di normative più efficaci, hanno garantito lo sviluppo delle librerie indipendenti e il mantenimento o il consolidamento dei livelli di lettura già alti in quei Paesi».

Evidenziando le troppe scappatoie trovate alle legge, ampliando il concetto di promozione, ad esempio, o prevedendo ulteriori vantaggi oltre lo sconto, i librai chiedono, in particolare, una riduzione della percentuale di sconto al pubblico, un chiarimento interpretativo che definisca in senso restrittivo le singole modalità operative delle campagne promozionali, l’elimininazione di ogni dubbio sul divieto di sconti aggiuntivi alla percentuale massima di legge mascherati da benefit e la definizione di più efficaci strumenti di controllo e di sanzionamento.

L’associazione invita i librai a firmare e a diffondere tra i colleghi la petizione. Il testo e le modalità sul sito www.libraitaliani.it

Cosa prevede oggi la legge sul prezzo dei libri

15%

il tetto massimo di sconto al pubblico sul prezzo di copertina per chiunque venda libri al dettaglio (anche per corrispondenza e on line)

25%

lo sconto massimo in occasione delle campagne promozionali, che possono essere effettuate solo dagli editori, ad esclusione del mese di dicembre. Le campagne devono essere distinte fra loro, non reiterabili nel corso dell’anno solare e di durata non superiore ad un mese. I venditori al dettaglio hanno la facoltà di non aderire ma devono in ogni caso essere informati e messi in condizione di partecipare alle medesime condizioni

20%

la percentuale massima di sconto in occasione di manifestazioni di particolare rilevanza internazionale, nazionale, regionale e locale. E in favore di organizzazioni non lucrative di utilità sociale, centri di formazione e di ricerca, biblioteche, archivi e musei pubblici, scuole e università.

La norma per la definizione del prezzo di copertina e il tetto allo sconto non si applica a: libri per bibliofili (intesi come quelli pubblicati a tiratura limitata per un ambito ristretto e di elevata qualità formale e tipografica); libri d’arte (stampati, anche parzialmente, con metodi artigianali per la riproduzione delle opere artistiche, quelli con illustrazioni eseguite direttamente a mano e quelli che sono rilegati in forma artigianale); libri antichi e di edizioni esaurite; libri usati; libri posti fuori catalogo dall’editore; libri pubblicati da almeno venti mesi e dopo che siano trascorsi almeno sei mesi dall’ultimo acquisto effettuato dalla libreria o da altro venditore al dettaglio; edizioni destinate in via prioritaria ad essere cedute nell’ambito di rapporti associativi.

Spetta al comune vigilare sul rispetto delle disposizioni e provvedere all’accertamento e all’irrogazione delle sanzioni (di cui agli articoli 22, comma 3, e 29, commi 2 e 3, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114).




Musica in negozio, tariffe Scf scontate per gli associati Ascom

Scade il 31 marzo il termine per il pagamento agevolato da parte degli esercizi commerciali dei diritti Scf, il consorzio che gestisce in Italia la raccolta e la distribuzione dei compensi, dovuti ad artisti e produttori discografici, per l’utilizzo in pubblico di musica registrata, come stabilito dalle direttive dell’Unione Europea e dalla legge sul diritto d’autore. La scadenza riguarda gli esercizi commerciali ed artigianali – incluse panetterie, rosticcerie, etc – mentre per pubblici esercizi, strutture ricettive, acconciatori ed estetisti il termine è il 31 maggio e la raccolta è affidata alla Siae.

Agli associati Ascom che effettuano il pagamento entro il 31 marzo è riservato uno sconto sulle tariffe del 30%. Per poterne usufruire è necessario contattare l’ufficio Accoglienza dell’Associazione, nella sede di Bergamo, in via Borgo Palazzo 137 (tel. 035 4120304). Le modalità di pagamento sono due. È possibile sottoscrivere un modulo di licenza, che permette di ricevere direttamente la fattura con l’importo già definito ed effettuare successivamente il versamento, nonché di ricevere automaticamente negli anni successivi la fattura con le tariffe di miglior favore previste dalla convenzione associativa senza dover più compilare nulla e solo comunicando eventuali variazioni intervenute in corso d’anno. In alternativa è possibile effettuare il versamento tramite l’apposito bollettino postale con le tariffe scontate. Ai possessori della Confcommercio Card è riconosciuto uno sconto del 40%, anziché del 30%, esclusivamente per la sottoscrizione del modulo di licenza.

I titolari di più punti vendita riferiti ad un’unica partita Iva – lo si ricorda – devono compilare ed inviare un solo modulo di licenza; se i negozi fanno invece capo ad imprese diverse occorre sottoscrivere una licenza per ognuna. Per il pagamento tramite bollettino postale è sempre necessario effettuare un versamento per ciascun punto vendita.




Auto, a febbraio boom di vendite a Bergamo

Continua su ritmi molto alti la ripresa delle vendite auto. E a Bergamo, questa volta, l’incremento è maggiore rispetto alla media nazionale. Secondo i dati diffusi dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, febbraio si è chiuso con un immatricolato di 172.241 auto, in crescita del 27,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, con circa 37.000 immatricolazioni in più. Il primo bimestre 2016  segna una crescita del 22,6% e 327.963 auto vendute rispetto alle 267.428 del gennaio-febbraio 2015.

Nella nostra provincia, la crescita a febbraio è stata di dieci punti superiore, + 37,7%, grazie a 2.863 auto nuove vendute contro le 2.079 del 2015. Nei primi due mesi dell’anno le vetture immatricolate sono state invece 5.598, 1.392 in più dello stesso periodo del 2015, per un incremento del 33%. A guidare la classifica è Fiat, seguita da Volkswagen, Ford e Opel.

Auto e fuoristrada, le immatricolazioni a Bergamo

tabella immatricolazioni auto Bergamo - feb 2016

tabella immatricolazioni auto Bergamo - gen-feb 2016
dati Unrae

A livello nazionale, l’analisi del mercato nel dettaglio per canale di vendita fornita dall’Unrae indica per gli acquisti dei privati 107.808 immatricolazioni in febbraio, in aumento del 38,1% ed una quota di mercato che aumenta di 4,7 punti percentuali rispetto all’anno scorso, portandosi al 62% del totale mercato. L’eccezionale risultato di febbraio consente al primo bimestre di segnare una crescita dei privati del 31% e di raggiungere una rappresentatività del 63,8% del totale. Le vendite a noleggio crescono del 16,7% nel mese, al 24,6% del totale, due punti di quota in meno rispetto allo scorso anno. La spinta del noleggio deriva soprattutto dal breve termine, che segna in febbraio un incremento del 28,6%, mentre il lungo un +5,6%. Nel cumulato gennaio-febbraio l’incremento è pari al 16,4%, con un impulso del breve termine (+29%). Anche le vendite a società incrementano i propri volumi: +7,8% in febbraio, con una quota in flessione al 13,4% del totale, allineata a quella del bimestre gennaio-febbraio.

Sul fronte delle alimentazioni ottimo trend di crescita a doppia cifra per diesel e benzina, rispettivamente +26,7% e +44,8% in febbraio, con la benzina che incrementa la sua quota di 4 punti, raggiungendo il 33,7% del totale, grazie alla riduzione dei prezzi dei carburanti tradizionali. Aumentano del 78,5% le vetture ibride, mentre continuano a flettere le vetture a GPL (-16,1%) e metano (-15%). In riduzione anche le immatricolazioni di vetture elettriche, che scendono in febbraio del 35,3%.

Tutti i segmenti in cui è scomposto il mercato presentano un buon profilo di crescita a doppia cifra nel mese che, per quanto riguarda le vetture medie (C), le superiori (E) e l’alto di gamma (F), supera il 30% in volume.

Anche il mercato delle vetture usate segna in febbraio una buona crescita a doppia cifra: +13,6% grazie ai 428.860 trasferimenti di proprietà, al lordo delle minivolture (le intestazioni temporanee al concessionario, in attesa della rivendita al cliente finale), oltre 51.000 in più rispetto ai 377.619 del febbraio 2015. Nel primo bimestre l’incremento è pari a +10,1% con 803.044 trasferimenti di auto usate, rispetto ai 729.488 del gennaio-febbraio 2015.




Piscine Italcementi, entro l’estate il bando per la gestione del ristorante

piscine ItalcementiUn questionario da sottoporre agli utenti per migliorare ulteriormente una struttura sportiva che è punto di riferimento per la provincia di Bergamo e che ha fatto registrare numeri record nel 2015: Comune di Bergamo e Bergamo Infrastrutture sono al lavoro nel tentativo di arricchire ulteriormente l’offerta delle Piscine Italcementi e hanno pertanto deciso di interrogare gli sportivi che ogni giorno frequentano lo spazio ai piedi di Bergamo Alta. Un’offerta non solo sportiva, ma anche legata al bando che entro la prossima estate sarà istruito per la gestione, al momento scaduta, del bar/ristorante delle Piscine. “Nell’estate del 2015 – sottolinea Vittorio Rodeschini, presidente di Bergamo Infrastrutture – 44.226 persone hanno acquistato un biglietto d’ingresso per accedere alle Piscine Italcementi: è vero che è stata una stagione calda e priva di piogge, ma è altrettanto vero che i dati di giugno (4.060, numero inferiore anche a quello del piovoso giugno 2014) sono stati fortemente compromessi da alcune prestigiose manifestazioni internazionali che hanno occupato l’impianto. Sono numeri interessanti, che potranno crescere. Per questo, prima di definire i termini del bando per la gestione del bar/ristorante per la prossima estate, abbiamo pensato di conoscere meglio le persone che scelgono il nostro impianto: chi sono e cosa desiderano. E’ la prima volta che un esperimento del genere viene fatto ed è per tutti una grande occasione: per Bergamo Infrastrutture, per chi potrebbe essere interessato a gestire lo spazio e – soprattutto – per i cittadini, che possono partecipare attivamente ad una scelta che li riguarda”.

44.226 ingressi: un numero record per quello che riguarda la stagione estiva 2015, con un picco di 29.041 ingressi segnato nel mese di luglio. Non c’è paragone con la piovosa stagione 2014, trimestre in cui i numeri parlano di un -50% rispetto all’anno successivo, con 22.498 ingressi (10.945 nel mese di luglio). Numeri importanti anche per quello che riguarda la stagione invernale 2014/2015 con 1.094 abbonati alle Piscine e 6.784 ingressi, che, sommati ai dati estivi, portano il computo complessivo della stagione sportiva 2014/15 a ben 51.010 biglietti strappati per quello che riguarda lo scorso anno. “L’intenzione è quella di confermare e, se possibile, migliorare ulteriormente i dati dello scorso anno – commenta l’Assessore allo Sport del Comune di Bergamo Loredana Poli -. Il percorso che abbiamo intrapreso, ovvero quello di una valorizzazione della multidisciplinarità dello sport in città, passa anche dal miglioramento dell’offerta infrastrutturale e la nostra Amministrazione per questo motivo ha avviato già da un anno un piano di manutenzione e riqualificazione del patrimonio cittadino (vedasi la pista d’atletica e i prossimi lavori al campo CONI, la ristrutturazione della tribunetta del PalaNorda prevista per la prossima estate, la sistemazione del parquet della palestra Italcementi, il nuovo Palaghiaccio realizzato da Italcementi, ecc). Attraverso il questionario saremo in grado di realizzare interventi mirati alla soddisfazione dell’utenza, nel tentativo di incrementare la qualità dell’offerta e rendere le Piscine uno spazio da vivere a 360°.”

Le Piscine Italcementi si stanno inoltre affermando sempre più come punto di riferimento a livello nazionale per quello che riguarda gli sport acquatici: nella sola estate 2015 sono state scenario di manifestazioni di grande rilievo, come il meeting internazionale di nuoto Azzurri d’Italia, delle finali nazionali di Pallanuoto Under17, dei Campionati Italiani Assoluti di tuffi e infine delle fasi finali della World League di Pallanuoto, uno degli appuntamenti più importanti al mondo per quello che riguarda questo sport. Il questionario sarà disponibile sia in versione cartacea all’interno della struttura delle piscine Italcementi, sia sul sito web ufficiale di Bergamo Infrastrutture (al link http://tiny.cc/81pr9x).