Borgo Palazzo, le Botteghe rinnovano il direttivo. Marchesi lascia la presidenza

Roberto Marchesi
Roberto Marchesi

È tempo di elezioni per le Botteghe di Borgo Palazzo. Lunedì 22 febbraio l’associazione dei commercianti terrà l’assemblea per il rinnovo del Consiglio direttivo, giunto alla scadenza dei due anni di mandato. L’appuntamento è alle ore 20 all’Artilab, lo spazio al numero 93 riaperto e riempito di iniziative dai Giovani di Confartigianato.

La serata suggellerà il cambio alla guida dell’organizzazione. L’attuale presidente, Roberto Marchesi, dell’omonimo panificio, non intende infatti riproporsi per la carica, rimanendo a disposizione per un eventuale ruolo da consigliere. La decisione risponde ad una linea ben precisa. «Penso che una rotazione sia necessaria – afferma Marchesi -, in questi due anni le attività ed i programmi sono sempre stati gestiti all’insegna della condivisione e collaborazione, siamo riusciti a darci una struttura e a definire strategie tali per cui il precorso possa comunque andare avanti. È giusto fare spazio a qualcun altro».

Marchesi ha presieduto la squadra giovane e in gran parte rinnovata che ha messo in campo molte nuove sfide per l’associazione, che interessa un’arteria commerciale di quasi 2 chilometri e 200 negozi. «Il bilancio del mandato è senza dubbio positivo – dice –. Siamo riusciti a ricongiungere la via, che si stava spezzando in due “fazioni”, abbiamo dimostrato qualcosa che sembrava impossibile, ovvero riaprire le vetrine sfitte, facendo spazio a degli artisti, abbiamo portato la prima notte bianca, siamo entrati a far parte del Distretto del commercio della città, abbiamo avviato la collaborazione con il Gruppo Giovani di Confartigianato».

Un fermento che sembra abbia anche stimolato la partecipazione e la volontà di mettersi in gioco da parte degli operatori. «Prevediamo un’assemblea partecipata – evidenzia -, l’invito è a farsi avanti, per infoltire il direttivo e dare nuova linfa all’associazione. Il concetto di fondo è che si può essere incisivi, attirare interesse e proporsi come alternativa ai centri commerciali solo se si ragiona come un unico insieme, non certo singolarmente».




Negozi storici, riconoscimento alla “Gioielleria Rosaspina”

Via Borgo Palazzo e la Gioielleria Rosaspina in uno scatto del 1959

 

«Quello dei luoghi storici del commercio in Lombardia è un patrimonio che vogliamo continuare a valorizzare e sostenere, perché sono punti di riferimento ed elementi di attrattività per i centri urbani; e poi perché rappresentano un’identità e un modo di fare attività economica in grado di durare nel tempo, nonostante i morsi delle crisi e i rapidi cambiamenti imposti dal mercato».

Così Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, annunciando il riconoscimento e l’inserimento nel Registro regionale dei luoghi storici del commercio di 33 nuove attività, di cui 31 con la qualifica di “Storica attività”, una con quella di “Negozio storico” e una con il marchio di “Locale storico”.

Tra i riconoscimenti anche quello alla Gioielleria Rosaspina di via Borgo Palazzo, a Bergamo, la cui fondazione risale agli inizi del 1900 e dal 1939 occupa la sede attuale, recentemente ristrutturata, al numero 39 ab. Nella gestione del negozio si sono succedute tre generazioni, con la quarta pronta a raccogliere il testimone e a portare avanti la lunga esperienza nella selezione di gioielli, pietre preziose, perle, orologi, argenti e cristallerie.

A fondare la Gioielleria è stato Luigi Rosaspina, seguito dalla figlia Giulia e dal marito Angelo Marchesi. L’attuale proprietaria è Luisa Marchesi, figlia di Angelo e Giulia, affiancata dal marito Pierangelo Manzoni, con il figlio Stefano già occupato nella gestione del negozio pronto proseguire la tradizione.

All’interno del negozio si trovano, operativi, un laboratorio orafo ed un laboratorio orologiaio attrezzati con moderne apparecchiature affiancate anche da storici attrezzi tramandati di generazione in generazione.

Nell’ultimo decennio l’attività si è ingrandita e ammodernata, con l’acquisto dei  locali adiacenti alla sede storica, ma è stato mantenuto il nome originario Rosaspina, diventato un punto di riferimento nel settore di gioielli e orologi, in città e provincia. Gli arredi e la distribuzione degli spazi interni sono stati modificati per rendere gli ambienti moderni e luminosi mantenendo però  significativi particolari, come il recupero di una cassaforte originale e risalente ai primi del ‘900.

Il negozio oggi si compone di due vetrine e ingresso su via Borgo Palazzo, un’area espositiva di circa 80 metri quadri con salottino privato per le vendite, un locale separato adibito ad ufficio e ricevimento rappresentanti, più un ulteriore locale laboratorio, attrezzato per riparazioni di gioielleria-oreficeria-orologeria.

Insomma memoria, passione e competenze capaci di stare al passo con i tempi e guardare avanti.

 

gioielleria rosaspina -novembre_2015 rid

 

 




Elezioni Enasarco, a Bergamo nasce il Comitato unitario

Da sinistra: Giorgio Lazzari (Ascom), Pierluigi Boschini (Fiarc- Confesercenti), Antonio Bellini (Usarci), Massimo Bottaro (Fnaarc –Confcommercio), Pierluigi Signorelli (Usarci), Alberto Citerio (Cisl Bergamo), Filippo Caselli (Confesercenti)

 

Si è costituito anche a Bergamo il Comitato Unitario a sostegno della lista “Insieme per Enasarco”, che riunisce le principali organizzazioni di categoria di agenti e promotori (Fnaarc, Usarci, Fiarc, Anasf e Fisascat-Cisl) e gode dell’appoggio di Confindustria, Confcommercio, Confesercenti e Confcooperative.

Per la prima volta, infatti, nella storia dell’Enasarco, gli iscritti sono chiamati a scegliere i nuovi organi di vertice dell’Ente, che ogni anno eroga oltre 100mila pensioni e 70mila liquidazioni.

L’elezioni si svolgeranno dall’1 al 14 aprile e gli elettori esprimeranno il proprio voto con la modalità elettronica on-line, attraverso credenziali personali ed altre misure idonee ad assicurare la personalità e segretezza del voto e la regolarità delle procedure elettorali. L’Assemblea dei delegati, una volta costituita, eleggerà il nuovo Consiglio di Amministrazione.

Il Comitato Unitario locale riunisce gli agenti di commercio e le imprese mandatarie associate a: Fiarc–Confesercenti Bergamo, Fisascat–Cisl Bergamo, Fnarc-Ascom Confcommercio Bergamo, Usarci Bergamo. Compito del comitato è quello di rilanciare l’attività di Enasarco sul territorio all’insegna della trasparenza e dell’efficienza gestionale e finanziaria, per far tornare protagonisti gli agenti e le imprese.

Entro finelogo insieme per enasarco marzo il Comitato organizzerà un convegno di presentazione della lista e delle modalità di voto.

«Dopo 40 anni siamo riusciti ad ottenere una diretta partecipazione al controllo e alla gestione dell’Ente da parte degli agenti – afferma Pierluigi Boschini, presidente Fiarc Confesercenti Bergamo – È una grande conquista perché potremo decidere direttamente sui temi che riguardano la nostra attività presente e futura».

Per Massimo Bottaro, presidente Fnaarc Ascom Confcommercio Bergamo: «È l’occasione che ci permette di mettere al centro la figura dell’agente con i suoi diritti e doveri. Ci auguriamo, con questo nostro impegno pubblico, di riuscire a sensibilizzare anche i più giovani, che devono diventare elemento trainante per la nostra associazione».

«È un momento importante – aggiunge Pierluigi Signorelli, consigliere nazionale Usarci Bergamo e candidato nella lista “Insieme per Enasarco – perché è un’opportunità unica che ci permette di far parte della gestione dell’Ente, rappresentando la nostra categoria».

Del Comitato locale fa parte anche il sindacato. «Il Comitato che si è costituito ha il valore di mettere insieme i rappresentanti degli agenti con le case mandanti per gestire il patrimonio comune del Fondo di previdenze e assistenza – rileva Alberto Citerio, segretario Fisascat Cisl Bergamo-. È la strada giusta per valorizzare un settore così importante per la nostra economia».

Gli agenti iscritti all’Enasarco sono oltre 250 mila e le ditte mandanti 100.000. Le pensioni e le prestazioni erogate sono rispettivamente 112.000 e circa 12.00.

In provincia di Bergamo si contano 3.775 agenti rappresentanti e 1.504 case mandanti. Bergamo è la quarta provincia lombarda per numero di agenti, dopo Milano, Brescia e Monza Brianza; mentre è la terza per imprese mandanti, dopo Milano e Brescia.

 




Spazi commerciali, rimane aperta la questione dell’ex Mirage

ex Mirage ClsuoneRimane aperta la questione “ex Mirage” a Clusone. L’Ammnistrazione non ha sciolto le riserve sul possibile aumento degli spazi commerciali della struttura. Il sindaco Paolo Olini, in un consiglio comunale molto partecipato dai cittadini, si è limitato a ribadire che «non è stata presa nessuna decisione in merito». In altre parole, i volumi rimarrebbero quelli concessi nel 2009 – 1.500 metri quadrati destinati a spazi commerciali e altrettanti dedicati a uffici – e non ne verrebbero aggiunti altri.

Le minoranze nelle scorse settimane avevano presentato un’interpellanza all’amministrazione perché prendesse una posizione chiara e definitiva sulla vicenda. In particolare, riguardo la destinazione d’uso degli spazi e gli aspetti architettonici della costruzione che presenterebbero delle difformità rispetto al progetto originale. Difformità che hanno causato la sospensione il 19 gennaio scorso di tutte le opere di rivestimento delle facciate esterne del fabbricato. A questo proposito, il primo cittadino ha spiegato che sarà la Commissione del paesaggio a pronunciarsi, rassicurando che con una variante la questione dovrebbe risolversi in tempi brevi.
Le risposte del sindaco non hanno soddisfatto i commercianti.

«Quello che fa specie – dice Franca Canova, titolare della libreria Canova di via Bartolomeo Nazzari – è che l’amministrazione abbia già richiesto in Regione un parere preliminare sul possibile aumento delle superfici commerciali. Non si capisce se ci siano già state richieste o no. Il piano integrato deve essere mantenuto come è stato approvato, devono essere previsti gli spazi direzionali come previsto dalla convenzione. Aumentare gli spazi commerciali nella nuova struttura, significherebbe spostare l’asse commerciale dal centro storico che già è in sofferenza».

Dice Luigi Percassi, presidente della neonata associazione “Clusone centro”: «Sentire un sindaco, che è il responsabile amministrativo e politico del suo territorio, dire che non sa ancora cosa deve fare ma si è portato avanti a chiedere un parere in regione è sconcertante. In una situazione di crisi generalizzata, non si può immaginare che i nuovi interventi possano dare beneficio alla cittadinanza e ai commercianti. Creare nuovi spazi commerciali con negozi di vicinato non favorisce nessuno e peggiora la situazione del centro storico che è già in condizioni di abbandono. Non si guarda al valore aggiunto offerto tradizionalmente dal centro storico, non si ha attenzione per quello che rappresenta Clusone. Il turista è ormai l’unica fonte economica. Pensare di avere maggiore utenze creando un centro commerciale significa non capire e non riconoscere la realtà di Clusone».

L’opera, lo ricordiamo, prevede la realizzazione di parcheggi interrati e aree commerciali e artigianali nello spazio all’ingresso di Clusone, dove sorgeva il cinema Mirage. La preoccupazione delle minoranze e dei commercianti è che i 1.500 metri quadrati (divisi su due piani) destinati nella convenzione ad uso terziario direzionale, piuttosto che alle attività di artigianato e servizi, vengano invece destinati ad attività di vendita al dettaglio penalizzando il centro storico e trasformando quella che deve essere la porta d’entrata di una cittadina turistica nell’ingresso di una zona industriale. “Clusone centro” ha già annunciato che la prima iniziativa dell’associazione sarà quella di promuovere un sondaggio tra i commercianti per conoscere la loro opinione sull’ipotizzata variazione al piano Ex Mirage.

 

 

 




Nasce “Clusone Centro”, commercianti in campo per tutelare e rilanciare il cuore cittadino

Luigi Percassi
Luigi Percassi

«Porre l’attenzione sul centro storico con uno sguardo diverso e creare un nuovo dialogo». Si presenta così “Clusone centro”, la nuova associazione che riunisce commercianti, professionisti e residenti, uniti dal desiderio di tutelare e promuovere il cuore della città. Il nuovo sodalizio nasce dopo la fine dell’esperienza delle Botteghe, la tradizionale associazione dei commercianti e si pone come una assoluta novità.

Spiega il neopresidente Luigi Percassi: «C’è l’alchimia di un ritrovato entusiasmo e il desiderio di proporci come interlocutori propositivi e di costruire basi solide per la crescita dell’intera comunità. Non vogliamo duplicare il passato, l’associazione nasce per salvaguardare le attività commerciali, ma insieme ai commercianti comprende i professionisti e i residenti perché vogliamo creare una nuova fase di dialogo sul centro storico, promuovere un dibattito costruttivo, scambiarci idee e condividerle anche all’esterno, con l’amministrazione, la Pro Loco e le altre associazioni del paese».

Per ora il nuovo sodalizio conta 24 associati ma il numero potrebbe salire a 130.  Accanto a Percassi, ingegnere di 64 anni, ci sono Franca Canova (vicepresidente), Alessandro Pellegrini (segretario), Roberto Fornoni (tesoriere) e i consiglieri: Cinzia Catania (titolare del negozio Ecobebè), Moira Bigoni (Bar latteria Bosio), Mario Giudici (Salumificio Giudici), Ivo Ferrario (Il Petalo) e Silvia Ferri (panificio Minuscoli).

«La prima iniziativa dell’associazione – anticipa Percassi – sarà di promuovere un sondaggio tra i commercianti per conoscere la loro opinione sull’ipotizzata variazione al piano Ex Mirage perché se la ritenessero inutile non si capirebbe la finalità di farla».

Ma il neonato sodalizio si propone di affrontare presto altre due tematiche strategiche: l’analisi dei parcheggi di servizio al centro storico e l’ipotesi di nuovi orari per le attività commerciali. «La liberalizzazione ha creato un po’ di confusione, non c’è coerenza nelle aperture – dice Percassi – senza voler imporre niente a nessuno vorremmo confrontarci per trovare una linea comune in merito».




Confcommercio: in 20 anni le tasse locali sono cresciute del 250%

calcolatrice - fisco - tasseL’aver eliminato la tassazione sulla prima casa ha sì interrotto l’aumento del livello delle imposte locali che imperversava da quindici anni, ma ciò non toglie che la pressione fiscale riconducibile alle Amministrazioni locali resti al massimo storico. E’ una realtà facilmente verificabile grazie ai dati della ricerca “La legge di stabilitá 2016 e le prospettive della tassazione locale in Italia”, realizzata dal Cer in collaborazione con Confcommercio. Ebbene, negli ultimi venti anni (1995-2015) le tasse locali sono passate da 30 a 103 miliardi di euro (+248%), mentre nello stesso periodo di tempo le tasse centrali sono cresciute del 72% da 228 miliardi  a 393 miliardi. Di più: se nel 1998 meno del 9% dell’imposizione diretta era riconducibile alle Amministrazioni locali a fine 2014 tale quota è salita al 15%.

Entrando nel particolare dell’analisi, si scopre che dal 2011 al 2015 le imposte sugli immobili sono cresciute del 143%, passando da 9,8 miliardi a 23,9 miliardi di euro (ma nel 2016 ci sarà un calo del 19% su 2015 grazie alla riduzione sulla prima casa) e che la tassa sui rifiuti è cresciuta del 50%. Nell’anno in corso, infine, le imposte sugli immobili e sui rifiuti cresceranno complessivamente dell’80% rispetto al 2011, passando da 15,4 miliardi a 27,8 miliardi di euro. Notevoli anche le differenze territoriali: un contribuente romano con imponibile Irap e Irpef pari a 50mila euro paga oltre 2mila euro l’anno in più di un “collega” trentino,. mille euro in più di un milanese e 1.550 in più di un fiorentino. Quanto alle prospettive, nel 2016-17 la tassazione locale dovrebbe scendere al 5,5% del Pil, sempre grazie alla decisione governativa di eliminare l’imposizione sulla prima casa. Il peso delle imposte dirette locali resterebbe invece fermo al suo livello massimo (2,2% del Pil) per tutto il 2016, per scendere di due decimi solo nel 2017. Per quanto concerne infine la spesa pubblica, il responsabile dell’Ufficio Studi Confcommercio, Mariano Bella, ha sottolineato che “sarebbe scorretto negare che non si sia fatto nulla negli ultimi tempi, ma una vera e propria riduzione non c’è ancora”.




Fiavet e sindacati, accordo contro la crisi e l’abusivismo

viaggio aereo vacanzaRicorso prioritario agli ammortizzatori sociali applicabili (come la Cassa integrazione in deroga, i contratti di solidarietà, i fondi di integrazione salariale) che devono essere rapidamente erogati dalla Regione. Attivazione di tutti gli strumenti contrattuali e legislativi per ridurre l’attività all’effettivo fabbisogno di ore lavorative. Sono alcuni fra gli strumenti indicati nell’accordo tra Confcommercio Lombardia, Fiavet Lombardia e le organizzazioni sindacali dei lavoratori Filcams-Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil Lombardia siglato a Milano per affrontare le gravi difficoltà delle agenzie di viaggio lombarde e dare sostegno alle imprese. “Chiediamo alla Regione Lombardia il riconoscimento dello stato crisi del nostro settore – spiega Luigi Maderna, presidente di Fiavet Lombardia – e la convocazione di un tavolo di gestione con il quale, finalmente, si punti l’attenzione in particolare contro l’abusivismo che danneggia le agenzie di viaggio. Le nostre imprese sono gravate di costi e imposizione fiscale che chi svolge abusivamente l’attività di agente di viaggio non ha”. “Ma in quest’accordo sindacale – aggiunge Maderna – è anche molto importante la programmazione, coerentemente con l’organizzazione aziendale, di corsi di formazione per accrescere competenze e conoscenze dei lavoratori”.




Agenti immobiliari, più facile lavorare nell’Ue

agente_di_comme.jpgLavorare nei Paesi dell’Unione Europea diventerà più facile, almeno per alcune professioni. È entrata in vigore la European Professional Card (EPC), una certificazione elettronica che velocizza e rende meno oneroso il riconoscimento dei titoli professionali negli altri Paesi. La tessera per ora interessa cinque categorie: infermieri, farmacisti, fisioterapisti, agenti immobiliari e guide alpine. Ma potrebbe essere presto estesa ad altre professioni. La novità è contenuta nel decreto legislativo che recepisce la direttiva 2013/55. Il testo è stato approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri a novembre scorso per essere sottoposto al parere della Conferenza Stato-Regioni e delle competenti Commissioni parlamentari, prima dell’approvazione definitiva dell’Esecutivo. Grazie alla nuova tessera, agenti immobiliari, farmacisti, fisioterapisti e guide alpine potranno trasferire la propria attività in un altro Paese dell’Unione, anche solo in via temporanea, evitando le pratiche e i tempi burocratici necessari alla conversione dei titoli. Si tratta di un passo importante, perché nonostante i vari tentativi compiuti finora per armonizzare i sistemi scolastici, negli stati europei rimangono ancora molte differenze (chi ha provato a lavorare in un altro paese Ue sa quanto sia difficile far riconoscere i titoli di studio).  La tessera vale sia per i professionisti italiani che intendono esercitare in un altro Paese sia per i professionisti europei che vogliono esercitare in Italia e consente di esercitare in tutto il territorio comunitario.  Funziona come un passaporto’ elettronico e testimonia che il professionista ha superato tutte le procedure per ottenere il riconoscimento della qualifica professionale nel Paese ospitante.
Per Annarita Fioroni responsabile Confcommercio Professioni «la tessera professionale deve essere un’opportunità per i professionisti del nostro Paese per l’accesso al mercato europeo».«L’esperienza maturata  dall’applicazione della tessera professionale europea ai settori che attualmente possono richiederla – dice – sarà un banco di prova per capire punti di forza e debolezza e fare una valutazione complessiva dell’efficacia dello strumento per la competitività dei nostri professionisti. Soprattutto in un momento in cui c’è bisogno di interventi di sostegno per questa categoria in  un mercato che tende a svalutare competenza e professionalità».
In un momento di forte difficoltà per tutto il mondo professionale la EPC rappresenta una possibilità per i professionisti di allargare il proprio orizzonte di lavoro aprendo a un mercato  europeo in cui fino ad oggi solo in  pochi hanno potuto confrontarsi, spesso proprio a causa di difficoltà burocratiche.
Spiega Luciano Patelli, presidente di Fimaa provinciale «con la tessera europea la categoria degli agenti immobiliari acquista una buona carta per equipararsi agli altri agenti europei ed essere riconosciuti tra professionisti all’interno della Ue. Da anni ci sono grandi investitori italiani che acquistano dove il mercato è in buona salute: a Praga, a Londra, sulla costa Mediterranea della Spagna. La tessera europea ci accredita in modo istantaneo, e così ci dà la possibilità di collaborare con i colleghi europei, senza il timore da parte loro di incorrere in truffatori, e anche di aprire agenzie fuori dai confini italiani in modo semplice».

LA PROCEDURA PER IL RILASCIO DELLA TESSERA EUROPEA

– Per ottenere la tessera basta collegarsi al sito dell’Unione europea e registrarsi, compilare tutti i campi richiesti dalla domanda telematica (generalità, professione, formazione, esperienza lavorativa, modalità con la quale si prevede di esercitare la professione, Paese ospitante), allegare copie digitali dei documenti richiesti, e inviare la propria domanda. Per avere risposta bisognerà attendere tre settimane per le domande di esercizio temporaneo all’estero e fino a 3 mesi se si intende stabilirsi definitivamente in un altro Paese Ue, con il vantaggio di poter seguire on line l’avanzamento della domanda. La  concessione della card prova il superamento dei controlli amministrativi previsti dalle norme comunitarie e attesta che le qualifiche del professionista sono state riconosciute dal Paese ospitante o hanno soddisfatto le condizioni per la prestazione temporanea di servizi. Dopo la verifica in alcuni casi (a seconda delle proprie qualifiche e del paese indicato) potrebbero essere indicate al richiedente misure compensative per il riconoscimento delle qualifiche nello stato estero (si parla di eventuali prove attitudinali o tirocini). La direttiva sulla EPC prevede anche un meccanismo di allerta: segnalerà su tutto il territorio UE i professionisti colpiti da una sanzione disciplinare o penale che abbia incidenza sull’esercizio della professione.

 




Musica d’ambiente, la Siae proroga i termini per il pagamento

SiaeLa Siae ha deciso di prorogare il termine di pagamento per l’abbonamento di musica d’ambiente al 18 marzo prossimo. La proroga si è resa necessaria poiché la Siae, su sollecitazione della Fipe, la Federazione che riunisce i pubblici esercizi, sta attivando un nuovo portale web per consentire agli operatori di svolgere tutte le operazioni relative all’abbonamento attraverso il canale on line. La Fipe, con la propria delegazione, si è da tempo attivata presso gli uffici Siae per la realizzazione di questo servizio innovativo che servirà a semplificare ed accelerare tali adempimenti burocratici, con un notevole risparmio di tempo per gli operatori del settore, giustamente impegnati nelle loro attività. Il portale si affiancherà alle consuete modalità di pagamento dei diritti d’autore (uffici territoriali Siae e Mav) fermo restando l’obbligo di munirsi del certificato Fipe per ottenere lo sconto. In fase di prima applicazione, il portale sarà attivo solo per i rinnovi degli abbonamenti, pertanto, qualora un’attività debba richiedere per la prima volta l’abbonamento alla musica d’ambiente dovrà recarsi, come di consueto, presso le sedi territoriali competenti della Siae. Siae che sta provvedendo in questi giorni all’invio dei Mav per il pagamento, che riporteranno il codice di accesso al nuovo portale. Le indicazioni per il suo utilizzo verranno fornite a breve, la Siae sta infatti predisponendo un manuale per l’utenza che verrà pubblicato sul sito e inviato anche alla Fipe per la sua maggiore diffusione.




Sangalli (Confcommercio): “Tagli alla spesa pubblica per sostenere le pmi”

Carlo Sangalli
Carlo Sangalli

“Una rete che funziona nasce da una scintilla, da un innamoramento tra imprese che vogliono fare un pezzo di strada insieme. Per fare una buona rete ci vogliono, anche, metodo, gli strumenti giusti. E, proprio, sugli strumenti, si sono concentrate le nostre attenzioni, in questi anni”. Lo ha detto il presidente di Confcommercio Milano e Lombardia, Carlo Sangalli, durante il suo intervento al convegno “Reti di impresa. Opportunità di sviluppo”, nella sede di Confcommercio, a Milano. “C’è chi si è mosso in rete per sopravvivere alla crisi, chi per cogliere opportunità per Expo, chi per seguire il cambiamento del mercato”, ha sostenuto Sangalli proponendo tre punti di riflessione, “con cui Confcommercio ha abbracciato, con convinzione, il metodo delle reti. Le reti sono ante in una logica manifatturiera ma funzionano, anche, nel terziario, dove, dal 2012, sono cresciute del 10%, con poco meno di 2.500 imprese del commercio, del turismo e dei servizi. Le reti sono, anche, un cambiamento culturale perché il problema delle dimensioni si supera con la collaborazione, sono strumenti di rilancio ma non bisogna creare reti fragili, e qui è il ruolo delle istituzioni e delle associazioni”. Il secondo punto riguarda “il boom delle reti di impresa, tra il 2012 e il 2013, quando Regione Lombardia ha investito risorse e le associazioni si sono impegnate a promuoverle. L’azione pubblica e delle associazioni e il successo delle reti dimostrano che, quando le istituzioni e le associazioni si muovono insieme, si ottengono risultati importanti. I corpi intermedi sono strumenti indispensabili, non una zavorra. Senza di loro, una società sana non può stare in piedi”, ha sottolineato. Terzo e ultimo punto, “la ripresa economica. Dopo sette anni di crisi che hanno indebolito il sistema produttivo e ridotto la ricchezza italiana, tornare a crescere è difficile, i segnali sono fragili, timidi e incerti: il Pil del quarto trimestre del 2015 è stato deludente. Il governo deve vincere la scommessa di trasformare la ripresa statistica in crescita duratura e stabile per il Paese. Il governo deve tagliare la spesa pubblica improduttiva per trovare le risorse necessarie per la riduzione delle aliquote Irpef. Abbiamo il triste primato della pressione fiscale tra le più alte del mondo, creando meno crescita. La ricetta per un Paese equo che torna a crescere e scongiurare il ricorso alle clausole di salvaguardia è meno spesa pubblica e meno tasse”, suggerisce. “Le imprese, mettendosi in gioco, accettano la sfida del cambiamento e i corpi intermedi devono supportarle e accompagnarle con gli strumenti giusti. Le istituzioni devono mettere in condizioni le imprese di lavorare bene”, ha concluso Sangalli.