Dagli Enti Bilaterali oltre mezzo milione a supporto di imprese e lavoratori

Ascom i8ngressoL’Ente Bilaterale del Commercio e Servizi e l’Ente Bilaterale Alberghiero e dei Pubblici Esercizi per il 2016 stanziano 560mila euro per le imprese e i lavoratori del terziario: 460 mila euro per le imprese del commercio e 100 mila euro per quelle del turismo.  Le imprese interessate sono 7000, i lavoratori coinvolti circa 20 mila: quasi 16 mila addetti nelle 5.500 attività del commercio e oltre 3 mila dipendenti nelle 1500 imprese dell’ospitalità. Al commercio vanno 460 mila euro, al turismo 100 mila euro. Entrambi suddivisi in egual misura tra lavoratori e imprenditori.

I sussidi per i lavoratori
Per il 2016, diverse le novità per i lavoratori: sostegno alle spese per la mensa scolastica, per l’abbonamento al trasporto pubblico proprio e dei figli e per l’acquisto dei libri per i lavoratori studenti. Rimangono confermate e presentano agevolazioni maggiori, sia dal punto di vista dell’accesso ai rimborsi che economico, i sussidi a sostegno dei figli disabili, per l’acquisto dei libri di testo, per il concorso spese per l’asilo nido, per la compilazione del Modello 730 e il sussidio straordinario ai dipendenti in malattia o in infortunio oltre il 180 giorno.

 Il sostegno alle aziende
Per tutte le aziende del terziario aderenti ai due Enti bilaterali le novità per il 2016 sono il concorso spese per l’acquisto di libri, per la mensa scolastica e per l’abbonamento al trasporto pubblico dei figli.
Restano confermati i contributi per la formazione del responsabile della sicurezza aziendale, per l’addetto antincendio e pronto soccorso e per il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (dal 70 all’80% delle spese sostenute per la partecipazione ai corsi); per i corsi sostitutivi libretto sanitario (dall’80 al 100% della spesa sostenuta); per promozione dei sistemi di qualità (massimo 5 mila euro e comunque non oltre il 50% dell’ammontare di costi sostenuti).

 Incentivi a sostegno dell’occupazione
Anche quest’anno entrambi gli Enti mettono a disposizione delle aziende aderenti un contributo a sostegno dell’occupazione
Commercio e Servizi: massimo di 4 mila euro a chi assume giovani tra i 18 e i 35 anni (disoccupati, inoccupati o con contratto a tempo determinato) o disoccupati iscritti ai Centri per l’impiego da almeno sei mesi. Il contributo complessivo erogabile diventa 6 mila euro per le aziende aderenti all’Ente da almeno 5 anni.
Alberghiero e Pubblici Esercizi: massimo di 2 mila euro a chi assume giovani tra i 18 e i 35 anni (disoccupati, inoccupati o con contratto a tempo determinato) o disoccupati iscritti ai Centri per l’impiego da almeno sei mesi. Il contributo complessivo erogabile diventa 3 mila euro per le aziende aderenti all’Ente da almeno 5 anni.
Le risorse finanziarie sono complessivamente così ripartire: 85 mila euro per i giovani dai 18 ai 35 anni e 40 mila euro per i disoccupati.

 www.eblink.it
Accanto ai sussidi e al sostegno alle imprese, i due Enti bilaterali hanno realizzato il portale www.eblink.it che offre gratuitamente alle aziende e ai lavoratori la possibilità di un servizio dedicato alla domanda e offerta per la ricerca di opportunità lavorative. Tutta la documentazione per i vari rimborsi è scaricabile dal sito www.entibilateralibg.it. I due Enti Bilaterali hanno sede presso l’Ascom di Bergamo in via Borgo Palazzo 154 (tel. 035.4120140-116).

I Sussidi dell’Ente Bilaterale Commercio_2016

I Sussudi dell’Ente bilateriale Alberghiero_2016

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Nati negli anni ’90 dall’accordo tra Ascom e le associazioni di categoria sindacali Filcams- Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs Uil, gli Enti Bilaterali si pongono come interlocutori privilegiati tra dipendenti e imprenditori e agiscono nel campo della formazione a tutti i livelli e della promozione dell’occupazione con servizi rivolti al sostegno e alla qualificazione dei settori del commercio e del turismo.




Si va in pensione più tardi. E i banchi del mercato perdono clienti

Il commercio ambulante vive un periodo di boom. Nel 2015, in Italia, secondo le ultime indagini, sono state più di 9.700 le nuove attività su suolo pubblico, per un aumento percentuale del 15,5%.

Anche a Bergamo la tendenza è confermata, ma con valori di crescita più bassi (+4,9%) e non per tutte le categorie. A fine 2015 il saldo è stato di 2.335 attività, 110 imprese ambulanti in più rispetto alle 2.225 registrate al dicembre 2014. Le categorie più in crescita sono tessuti-scampoli con 46 attività in più, abbigliamento (+27), seguiti da articoli regalo e fotografia (+15), bigiotteria (+11) e i libri (+8). In lieve calo la biancheria intima, i prodotti per animali (ciascuna ha perso due attività) e un po’ tutto l’alimentare, in particolare dolciumi e pasticceria (-6). Fa eccezione la categoria carni che ha visto nascere due imprese e i prodotti ittici freschi, stabili con 15 imprese.

Il fenomeno è complesso. «Tra cessazioni e nuove aperture c’è una variazione positiva, ma il dato “reale” è di certo inferiore» dice Mario Dolci, presidente di Fiva Bergamo, la federazione dei venditori ambulanti. «Il fatto – spiega – è che chiunque può fare richiesta e aprire un’attività ambulante, basta non avere pendenze o precedenti penali. E in molti casi questo rappresenta un escamotage che permette a chi è extracomunitario di dichiarare di avere un lavoro e, così, chiedere il permesso di soggiorno. Ci vogliono sei mesi per attivarla poi chi va a verificare se davvero l’attività è stata aperta? Senz’altro i dati sono falsati da questo fenomeno».

Che momento è, in realtà, per il commercio ambulante?

«C’è un grande turnover. Gli ambulanti nuovi si notano, quelli che se ne vanno meno. I nuovi imprenditori puntano soprattutto su abbigliamento e articoli per la casa a basso costo. Non è facile resistere sul mercato: per poter continuare a esercitare, in Lombardia, i commercianti su area pubblica devono dimostrare di essere iscritti all’Inps, alla Camera di Commercio, all’Inail e dichiarare di avere fatto dichiarazione dei redditi dell’anno prima. Nessun altro commerciante è tenuto a dimostrare di avere questi requisiti».

Il caro affitto e le tasse sembra stiano spingendo le attività fuori dai negozi…

«Se è così, saltano dalla padella alla brace. È tutto relativo. In una zona di pregio i costi sono alti, a volte anche esagerati, in altre zone, in periferia e in provincia, c’è ancora la possibilità di aprire con pochi soldi, poi però bisogna vedere se si riesce a sopravvivere. Come si fa a pensare di aprire e far sopravvivere un negozio in centro a Bergamo se chiudono quelli storici. Lo stesso vale nel commercio ambulante. Se uno vuole acquisire il giro di affari di un ambulante che va in pensione, se il giro vale costa. Oggi per una azienda strutturata è difficile mantenersi. La possibilità di andare avanti si gioca soprattutto sulla professionalità».

Quali sono i problemi maggiori del settore?

«L’allungamento dell’età pensionabile ha fatto perdere una fascia importante di clienti ai mercati. È una faccenda da non sottovalutare. Le persone più anziane vengono a mancare, gli altri devono lavorare quindi non frequentano i mercati. E gli affari ne risentono. Un altro problema è che il ricambio generazionale è limitatissimo: chi va in pensione spesso cede a ambulanti extracomunitari, alcuni sono bravissimi ma altri sono confusionari. Nell’ultimo anno c’è un leggero aumento degli ambulanti italiani che entrano sul mercato: nella nostra provincia conosco circa 7/8 casi di extracomunitari che hanno ceduto a italiani, qualcosa si sta muovendo. Quello che conta è che le aziende abbiano tutte gli stessi diritti e gli stessi doveri».

Qual è la situazione dei mercati in città e in provincia?

«Dipende dai Comuni. Ci sono amministrazioni attente, con cui collaboriamo in modo produttivo e con le quali si riesce ad arginare ad alcune criticità. Altre in cui il vigile di turno rende improduttivo questo dialogo. In linea di massima, però, il bilancio è positivo.  Certo il fatto di operare su area pubblica ci espone alla possibilità di finire coinvolti in qualche cantiere. Al momento non ce ne sono, ma possono nascere da un momento all’altro».

L’abusivismo è un problema pressante?

«Rispetto ad altre realtà del sud Italia dove il fenomeno è conclamato ed è più ufficiale del commercio ambulante ufficiale, da noi il fenomeno è più limitato; riguarda l’abusivo che stende il lenzuolo con la sua merce. A livello nazionale si vedono situazioni molto critiche».

Che rapporto c’è con i negozianti?

«Fino a qualche anno fa si vedeva il mercato come qualcosa che portava via ai negozi, ora si è capito che non è così e si lavora in sinergia. La prima cosa per entrambi è portare gente in paese, sottraendoli ai centri commerciali, poi ciascuno se la gioca in base alla sua bravura e professionalità».

A livello di associazione su cosa siete impegnati?

«A livello nazionale siamo in dirittura di arrivo sulla Bolkerstein, ci sono ancora alcuni problemi sul peso da dare all’anzianità dell’azienda, ma sono risolvibili. In un momento difficile come questo vediamo disaffezione verso la rappresentanza di categoria. Vorremmo fare passare il messaggio che siamo sempre impegnati a rappresentare i bisogni e le istanze dei commercianti».




Reti d’impresa in Lombardia, oggi Confcommercio premia l’Ascom di Bergamo

Carlo Sangalli
Carlo Sangalli

Lunedì 15 febbraio, a partire dalle 10.30, alla la Sala Colucci di Palazzo Castiglioni a Milano, Confcommercio Lombardia presenterà i risultati e le aspettative delle reti d’impresa in Lombardia e premierà le migliori aggregazioni tra imprese del Terziario attive in tutte le province lombarde. I lavori saranno aperti dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. Per la Regione Lombardia saranno presenti il presidente Roberto Maroni e l’assessore allo Sviluppo Economico Mauro Parolini. Per il Comune di Milano sarà presente Cristina Tajani, assessore alle Politiche per il lavoro, e allo Sviluppo economico. Conduce Oscar Giannino. Tra i relatori Renato Borghi, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia sul tema “Perché fare rete nel terziario” e Luca Zanderighi, Ordinario di Economia e Gestione delle imprese all’Università di Milano che parlerà di “Reti d’imprese: aspettative e risultati – Presentazione dello studio di Confcommercio Lombardia e Tradelab”. Previste anche testimonianze dirette di imprenditori di reti nel terziario: Dario Bossi di Photop, Luigino Poli di La Milano che conviene e Diana Da Ros di MB Wedding. Uno dei riconoscimenti andrà ad Ascom Bergamo per il progetto “GoinBergamo – I Distretti del Commercio in Rete”, che mette in rete i distretti dell’attrattività, le loro attività commerciali, i punti di interesse e le manifestazioni tramite l’ecosistema digitale E015 e la realizzazione del portale e della webapp www.goinbergamo.it. Per Ascom saranno presente il presidente Paolo Malvestiti, il direttore Oscar Fusini, e i referenti del progetto: Roberto Ghidotti e Giorgio Puppi. Tra le realtà premiate, anche la All in One, rete d’impresa (http://www.allinonegroup.it) con sede a San Paolo d’Argon, che si occupa di comunicazione integrata ed organizzazione di eventi.




Filago, contributo di 5mila euro per chi apre una nuova attività in centro

filagoUn contributo di 5mila euro per la creazione di una nuova impresa o l’apertura di una nuova unità locale nel centro storico di Filago. Lo mette a disposizione il Comune per favorire e migliorare l’accoglienza e l’offerta commerciale del centro cittadino.

Possono partecipare al bando le seguenti attività:

  • attività commerciale di vendita al dettaglio in sede fissa;
  • attività di pubblico esercizio riconducibile alla tradizione culinaria (agroalimentare) del made in Italy con riferimento alle cucine locali e regionali;
  • attività di impresa artigiana nei seguenti settori: produzioni alimentari tipiche artigianali riconducibili alla tradizione gastronomica e dolciaria italiana (es. gelateria, yogurteria, gastronomia, pasticceria,…); lavorazioni artistiche e tradizionali.

Sono escluse le attività che includono anche parzialmente la vendita di:

  • armi, munizioni e materiale esplosivo, inclusi i fuochi d’artificio;
  • articoli per soli adulti;
  • articoli monoprezzo;
  • sigarette elettroniche.

Come pure le attività di:

  • vendita attraverso distribuzione automatica;
  • vendita e servizi di telefonia mobile;
  • tabaccherie;
  • attività di scommesse e gioco che comprendono anche parzialmente apparecchi automatici;
  • attività di “compro oro”;
  • monomarca;
  • money transfer;
  • banche;
  • studio professionali;
  • call center.

L’impresa beneficiaria dovrà impegnarsi a non cessare l’attività per almeno tre anni dalla data di concessione del contributo, mantenere in centro storico la sede operativa dell’attività per almeno tre anni dalla data di concessione del contributo e a non installare per i tre anni successivi alla concessione del contributo, nei locali sede dell’attività, apparecchi con video giochi e slot machine

Il contributo di 5mila euro sarà assegnato al primo progetto classificato secondo la graduatoria, a condizione che il costo complessivo dell’iniziativa sia almeno il doppio di tale importo.

La domanda dovrà essere inviata entro le ore 12 del 31 marzo 2016.




Commercio, consumi in ripresa nell’ultimo trimestre del 2015

commessa_optLa produzione industriale di Bergamo, dopo l’anomala battuta d’arresto della scorsa rilevazione, mette a segno nell’ultimo trimestre dell’anno un risultato positivo sia su base trimestrale (+1%) che nel confronto tendenziale (+0,4%).  Sono dati convergenti con la tendenza moderatamente espansiva che prosegue e si consolida a livello dell’intera regione (+0,5 nel trimestre, +1,9 sull’anno). L’accidentata successione dei risultati provinciali delle ultime rilevazioni condiziona in negativo il profilo medio dell’intero 2015; in compenso il cambio di passo del trimestre finale alza la “velocità d’ingresso” nel nuovo anno. L’accentuarsi della fase positiva del ciclo è confermata dal continuo progresso dell’indicatore di diffusione della ripresa: più della metà delle industrie di Bergamo segnala incrementi della produzione tendenziale e il 37,3 per cento del totale del campione viaggia a tassi di crescita superiori ai 5 punti percentuali. Il fatturato cresce, in uno scenario di disinflazione dei prezzi, a buoni ritmi (+1,2% nel trimestre, +2,6% anno su anno), con variazioni ancora molto più brillanti per le vendite all’estero rispetto al mercato nazionale. Gli ordinativi sono promettenti: accelerano sul fronte interno e, nonostante qualche segnale di indebolimento che compare nel dato regionale (e nell’indagine sulla produzione industriale di Istat a livello nazionale), tengono anche sui mercati internazionali. L’occupazione, al netto della stagionalità, cresce nel trimestre finale e consente di chiudere il 2015 in pareggio, dopo tre anni consecutivi di contrazione degli addetti dell’industria.

Le previsioni delle imprese restano complessivamente improntate all’ottimismo, soprattutto per produzione e domanda estera, ma senza ulteriori progressi rispetto alla precedente rilevazione. Segni squillanti di risveglio del ciclo emergono dalle piccole imprese dell’artigianato di produzione con variazioni ampie del +3,3% nel trimestre e del +4,3% sull’anno. Netto il miglioramento del saldo tra variazioni in aumento e in diminuzione, con una quota del 44,3% di aziende in forte crescita. Gli irraggiungibili livelli della produzione pre-crisi (e dello stesso stock di imprese in attività) non sono più utilizzabili come termine di confronto, ma è degno di nota che per il secondo anno consecutivo la dinamica produttiva dell’artigianato manifatturiero (non ancora quella occupazionale) sia positiva e in accelerazione. Nel commercio prosegue, a Bergamo come in Lombardia, una moderata ripresa dei consumi interni. Nel commercio al dettaglio continua e si rafforza il recupero su base annua: il volume d’affari dell’intero commercio cresce del +2%. Le imprese commerciali che segnalano un aumento tendenziale delle vendite prevalgono su quelle in difficoltà con un saldo positivo di 12,7 punti percentuali. Nell’insieme del commercio l’occupazione al netto della stagionalità registra un incremento nell’ultimo trimestre dell’anno. Le vendite sono in crescita per il secondo trimestre consecutivo nel settore alimentare, (+1,6%) e nel non alimentare (+2,9%) si conferma una tendenza positiva in corso da tempo.  Nel commercio non specializzato il giro d’affari risultante dal campione è in crescita del +1,1%. In miglioramento anche il quadro congiunturale nei servizi. Il giro d’affari sale del +0,9% su base annua – con variazioni più ampiamente positive nel commercio all’ingrosso e nelle attività di alberghi, bar e ristoranti – e continua ad aumentare la quota delle imprese in espansione. Anche nei servizi l’indice destagionalizzato dell’occupazione è in aumento nell’ultimo trimestre. Infine, nelle costruzioni sembra proseguire a livello regionale un lento miglioramento, che appare più vivace nell’ultimo oscillante dato del campione provinciale.  Anche a Bergamo si delinea un maggior equilibrio tra aspettative positive e negative sull’evoluzione di fatturato e occupazione.

L’industria

Nel quarto trimestre del 2015 la produzione destagionalizzata è aumentata su base congiunturale (+1 %) portando l’indice a quota 96,4, in base 2005.  La variazione sul corrispondente periodo del 2014 è del +0,4 per cento. Il dato medio regionale – statisticamente più affidabile del risultato provinciale – conferma la fase positiva del ciclo: +0,5% nel trimestre, in accelerazione sul trimestre precedente, +1,9% su base annua. A Bergamo, nel quarto trimestre 2015, la variazione tendenziale grezza è del +0,7% nelle piccole imprese (fino a 49 addetti), di poco negativa (-0,2%) nella media dimensione (da 50 a 199 addetti) e del +1% tra le imprese maggiori (oltre i 200 addetti). Per quanto riguarda i settori merceologici, 7 sono in crescita tendenziale, mentre 6 sono in contrazione. Tra i settori più rilevanti e con sufficiente copertura campionaria, è positiva la performance dell’industria meccanica (+3,5%), della gomma-plastica (+2,3%), della siderurgia e del legno-mobili.

Variazioni negative hanno invece riguardato il tessile (-4,1%), l’abbigliamento, i minerali non metalliferi (in larga misura produzione destinata all’edilizia), carta-editoria  e, marginalmente, la chimica. Il risultato dell’ultimo trimestre dell’anno di Bergamo è migliore del dato medio della Lombardia e “corregge” l’anomala battuta d’arresto della precedente rilevazione; anche se in misura insufficiente a rialzare il dato medio dell’intero anno 2015 che per Bergamo risulterebbe in territorio negativo (-0,6%). Le vendite all’estero, che rappresentano nella media dell’intero 2015, il 37,1% del fatturato totale, crescono del 2,2% nel trimestre e del +5,3% su base annua. Positiva anche la dinamica del fatturato interno: +0,4% nel trimestre, +1,1% su base annua. Le aspettative delle imprese industriali sono prevalentemente positive ma in lieve attenuazione per la domanda estera (saldo al +15,3), la produzione (+10,8) e l’occupazione (+4,1). Marginalmente in territorio negativo (-0,4) per la domanda interna che si mantiene ben al di sopra dei livelli attesi un anno fa. Gli addetti delle imprese del campione sono sostanzialmente invariati nel trimestre (-0,08 per cento la variazione grezza) a saldo di un tasso d’ingresso di 1,98 e di un tasso di uscita di 2,06. Tuttavia, al netto della stagionalità – che vede tipicamente un aumento delle cessazioni verso la fine dell’anno – la variazione occupazionale nella nuova serie è significativamente positiva (+0,3%).  In termini di variazione grezza nei settori con sufficiente copertura campionaria, il saldo è positivo nella meccanica (+0,2%), nella gomma-plastica (+0,5%), nell’abbigliamento, nel legno-mobili e carta-stampa; negativo nel tessile (-0,3%) e nei restanti settori. La variazione è positiva nelle piccole imprese (fino a 49 addetti), e nelle medie (fino a 199 addetti), negativa nelle imprese oltre i 200 addetti.

Il commercio

Il volume d’affari nel quarto trimestre dell’anno è in crescita su base annua sia a Bergamo (+2%) che in Lombardia (+2,7%), in netto miglioramento rispetto alla precedente indagine. La variazione destagionalizzata nel trimestre è positiva a Bergamo (+0,2%) e ancora più nettamente in Lombardia (+1,3%). Le vendite nel settore alimentare tradizionale crescono su base annua del +1,6% a Bergamo e del +0,9% in Lombardia. Nel non alimentare si consolida il trend in crescita che raggiunge il +2,9% a Bergamo e il +3,4% in Lombardia. Il giro d’affari nel commercio al dettaglio non specializzato, corrispondente in linea di massima alla grande o media distribuzione, è in aumento sia a Bergamo (+1,1%) che in Lombardia (+2,1%). Il saldo percentuale tra variazioni di aumento e diminuzione su base annua delle vendite totali è in crescita e si consolida in positivo sia a Bergamo (+12,7) che in Lombardia (+15,1). I prezzi sono in aumento nel trimestre a Bergamo (+1,3%), più che in Lombardia (+1,1%). Gli addetti del commercio nel quarto trimestre del 2015, aumentano a Bergamo (+0,8% a saldo di un tasso d’ingresso grezzo del 3,9% e di un tasso di uscita del 3,1%) e in misura più contenuta in Lombardia (+0,2%). L’indice dell’occupazione, fatto 100 il livello medio del 2007, è a Bergamo a quota 88,8, mentre in Lombardia è al 93,8. Per quanto riguarda le prospettive per il trimestre successivo, il saldo tra segnalazioni di segno opposto è stazionario e registra un sostanziale equilibrio tra attese di aumento e di diminuzione.

I servizi

Il volume d’affari nell’insieme dei servizi indagati è in crescita su base annua a Bergamo (+0,9%) e in Lombardia (+1,7%) La variazione congiunturale, destagionalizzata, è positiva a Bergamo (+0,7) e in Lombardia (+0,2). Il saldo percentuale tra segnalazioni di aumento e diminuzione migliora e si conferma in territorio positivo a Bergamo (+14,2 contro il precedente +6). Per quanto riguarda i comparti dei servizi, la variazione tendenziale grezza del volume d’affari è del 3 % nel commercio all’ingrosso (in Lombardia: +2,5%), del +2,5% per alberghi e ristoranti (in Lombardia: +5,2%), +1,1% nei servizi alle persone (in Lombardia: -1,3%) e – 0,2% nei servizi alle imprese (+1% in Lombardia). I prezzi dei servizi risultano sostanzialmente stazionari  nel trimestre sia a  Bergamo (-0,1%) che in Lombardia (+0,1%). L’occupazione nel complesso dei servizi è in crescita in termini destagionalizzati a Bergamo (+0,4%) come in Lombardia. Le prospettive per il volume d’affari e l’occupazione nel trimestre successivo formulate dalle imprese di servizi di Bergamo, dopo un prolungamento miglioramento, sono stazionarie in territorio, di poco, negativo.

 




“Negozi di valore”, la Regione lancia un concorso

Mauro Parolini
Mauro Parolini

«Valore è la parola chiave di questo concorso, perché descrive in maniera sintetica ed efficace quello che rappresentano le attività commerciali per la vitalità dei centri urbani e quanto esse siano fattori fondamentali in grado di definire l’attrattività della nostra regione». Lo ha detto Mauro Parolini, assessore regionale allo Sviluppo economico, annunciando l’apertura di “Negozi di Valore”, il concorso a premi promosso da Regione Lombardia, in collaborazione con Unioncamere Lombardia, rivolto ai negozi e alle reti di attività commerciali che si sono distinti per la capacità di generare attrattività con iniziative di marketing, strategie di vendita innovative o attraverso la storicità e la tipicità dell’attività.

«Con questa iniziativa – ha spiegato l’assessore – che mette in palio ben 22 premi da 2.000 a 8.000 euro, ci impegniamo a valorizzare le migliori idee di chi, nel silenzio, attraverso la propria attività, contribuisce ad accrescere l’interesse turistico e la competitività del territorio in cui opera, sia esso una grande città, un singolo quartiere oppure un picciolo centro urbano. È questo un modo per premiare l’originalità e la grande professionalità degli imprenditori del settore, ma anche per far emergere le best practice, in modo che esse possano costituire un modello replicabile anche per altre realtà lombarde del commercio al dettaglio».

«Questo concorso – ha aggiunto Parolini – è quindi aperto a chi ha saputo fare rete e creare percorsi, itinerari di shopping, filiere di prodotto legate al territorio e iniziative promozionali, puntando sulla creatività, l’arte, l’attenzione alla bellezza o anche attraverso la promozione di esperienze ecosostenibili e di valore sociale. Abbiamo individuato ben dieci categorie proprio per includere il maggior numero di soggetti e per sottolineare il valore dell’integrazione e dell’innovazione su cui Regione Lombardia sta puntando nelle proprie politiche legate al turismo, al commercio e al mondo delle imprese».

«Negozi di Valore – ha concluso l’assessore – è infatti inserito in un ampio contesto di iniziative e di incentivi economici che l’Assessorato allo Sviluppo economico ha messo in campo per il settore del commercio sul fronte della lotta alla contraffazione, all’abusivismo e alla desertificazione commerciale, per il sostegno di interventi specifici di riqualificazione egli esercizi commerciali e per la sicurezza dei negozi, che sono sempre più esposti alla microcriminalità, oppure per lo sviluppo del franchising e la valorizzazione dei negozi storici».

Le imprese commerciali, in forma singola o associata, possono presentare la propria candidatura dal 7 marzo al 15 aprile 2016, descrivendo e documentando esperienze, attività svolte, iniziative intraprese, impatti e risultati conseguiti. Per approfondire i contenuti del concorso e le modalità di partecipazione è possibile consultare il sito dedicato http://negozidivalore.in-lombardia.it.

Le categorie di premio

  • Filiera di valore: reti tra negozi, artigiani e produttori locali nell’ambito di specifiche filiere di prodotto (per esempio, filiera delle carni o filiera del pane: dall’allevamento o dalla coltivazione, alla vendita al dettaglio)
  • Shopping di valore: reti tra negozi finalizzate alla promozione di itinerari di shopping
  • Distretti di valore: reti tra negozi e artigiani appartenenti ai medesimi ambiti urbani (strade, piazze, borghi e quartieri storici o emblematici del commercio) o ai Distretti urbani del Commercio
  • Brand di valore: iniziative di marketing e immagine coordinata di successo, offerta di servizi al cliente a elevato valore aggiunto, iniziative di promozione territoriale mediante la figura del negoziante testimone-narratore del territorio
  • Innovazione di valore: politiche e modalità di vendita che utilizzano tecnologie innovative (marketing digitale, anche mediante siti web, concept e spazi creativi, multicanalità, nuove tecnologie)
  • Legacy di valore: capacità di operare con successo nella trasmissione d’impresa, garantendo la continuità, il passaggio generazionale, ma anche l’innovazione dell’attività commerciale
  • Start up di valore: livello e velocità di crescita di un’attività commerciale; Start up dinamiche e di successo
  • Impegno sociale di valore: responsabilità sociale di impresa determinata da modalità e principi adottati nell’attività di vendita (per esempio, accoglienza e attenzione a categorie speciali di clienti come disabili, anziani, famiglie numerose e minori), partecipazione a iniziative di educazione al consumo o di recupero delle giacenze di prodotti per il riuso, partecipazione a reti sociali o di quartiere
  • Ecosostenibilità di valore: Ecosostenibilità, riduzione dei consumi energetici dei punti vendita, modalità di rapporto con produttori, fornitori e consumatori che valorizza il territorio lombardo, la sostenibilità ambientale e la vendita di prodotti biologici o ecocompatibili
  • Arte di valore: Bellezza e originalità dei palinsesti, degli eventi, degli arredi, delle vetrine e degli allestimenti, anche in relazione al rapporto con la letteratura, lo spettacolo, il cinema, la musica, la cultura e l’arte in generale.

I premi

In relazione al montepremi di 80.000 euro, saranno conferiti 22 premi, dal 1° al 22° classificato, in ordine di graduatoria. Il valore del premio potrà variare, in relazione al punteggio conseguito dai candidati, da un minimo di 2.000 euro a un importo massimo di 8.000, a cui deve essere applicata la ritenuta d’imposta del 25 per cento, ai sensi dell’art.30 del Dpr 600/1973.




Sicurezza, Upag punta l’attenzione su motoseghe e decespugliatori

motosegaProsegue l’impegno per la promozione della sicurezza in agricoltura da parte dell’Upag, l’Unione dei professionisti Agri Garden aderente all’Ascom di Bergamo che, in collaborazione con Confai, Coldiretti e Confagricoltura (con cui condivide la presenza al tavolo provinciale per la sicurezza in agricoltura, al quale siedono anche Regione, Asl, Inail e sindacati), propone l’annuale convegno di informazione, sensibilizzazione e approfondimento.

Quest’anno l’attenzione è puntata su “Utilizzo in sicurezza delle attrezzature manuali nel settore agricolo, forestale e della manutenzione del verde”, ossia strumenti come motoseghe, falciatrici e decespugliatori, che non sono solo in uso tra imprenditori agricoli e utilizzatori professionali, ma anche nel vasto panorama degli hobbysti.

L’appuntamento è a Treviglio giovedì 18 febbraio a partire dalle ore 8 nell’auditorium della Same Deutz-Fhar (via F. Cassani, 15). «Dopo aver trattato, nelle scorse edizioni, di trattori agricoli e di fitofarmaci – spiega Giuseppe Ogliari, segretario dell’Upag –, allarghiamo la platea degli interessati, andando a coinvolgere anche il mondo degli appassionati e dei gardenisti. Il tema, del resto, è cruciale perché le operazioni con le motoseghe sono la seconda causa di infortunio in agricoltura dopo gli incidenti dovuti al ribaltamento di trattori e moto agricole. Il convegno sarà quindi l’occasione per illustrare come queste attrezzature si usano in sicurezza, quali requisiti devono avere per essere a norma e come si effettua la corretta manutenzione».

Grazie a qualificati relatori, l’incontro farà anche il punto sulle normative in tema di patentino trattori e revisione delle macchine agricole, due capitoli annosi per aziende e addetti, rispetto ai quali si evidenzieranno le ultime evoluzioni. Saranno inoltre illustrati gli aggiornamenti sul versante della sorveglianza sanitaria in agricoltura e nella manutenzione del verde.

La partecipazione è libera, previa prenotazione. Segnalandolo al momento dell’iscrizione, sarà possibile partecipare, al termine dei lavori, alla visita guidata dello stabilimento Same Deutz-Fahr sino ad esaurimento dei posti.

  • Programma

ore 8

accoglienza e registrazione dei partecipanti

ore 8.45

saluti Same Deutz-Fahr e Camera di Commercio di Bergamo

ore 9

Giorgio Mura, “Protezioni attive e passive nell’utilizzo della motosega e del decespugliatore”

ore 9.45

Giorgio Mura, “Utilizzo in sicurezza e manutenzione della motosega e del decespugliatore”

ore 10.30

intervento a cura di Same Deutz-Fahr, “La tecnologia e la sicurezza Same Deutz-Fahr per il garden e per l’hobbistica”

ore 11

Renato Delmastro, “Novità in materia di sicurezza in agricoltura: evoluzione normativa, focus su patentino trattori e revisione macchine agricole”

ore 11.30

Giovanni Pietro Mosconi, “Aggiornamenti in tema di sorveglianza sanitaria in agricoltura e nella manutenzione del verde”

ore 12

dibattito, spazio per domande e chiusura lavori

ore 13

pranzo a buffet

ore 14

inizio visite guidate stabilimento Same Deutz-Fahr

  • Relatori

GiorgioMura, responsabile tecnico Andreas Stihl S.p.A

Giovanni Pietro Mosconi, dirigente responsabile della Struttura Complessa di Medicina del Lavoro dell’Ospedale di Bergamo

Renato Delmastro, Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto per le Macchine Agricole e Movimento Terra

  • Moderatore

Marco Limina, direttore MAD Macchine Agricole Domani

  • Direzione scientifica

Matteo Guerretti, dottore Agronomo, dottore di Ricerca in Genio Rurale

Per le adesioni: giuseppeogliari@libero.it; c.cisana@confaibergamo.it; giuseppe.paro@coldiretti.it; l.gusmini@confagricolturabergamo.it

 




“Dimmi che pane scegli e ti dirò chi sei”. I fornai regalano il Paneoroscopo

pane-2.jpgIl tuo pane preferito è la ciabatta? Sappi allora che sei un tipo accogliente, un po’ abitudinario e una vera icona del relax domestico al quale gli astri consigliano di fare più sport e “camminare” molto. Se invece scegli l’arabo, ogni tanto ti piace “farcirti” con sapori forti e in amore sogni spesso ad occhi aperti, ma attenzione ai miraggi perché le oasi felici, del deserto, non sono poi molte!

Per San Valentino, nei panifici bergamaschi scatta il “Paneoroscopo”, un simpatico gioco grazie al quale chi, sabato 13 e domenica 14 febbraio, acquista panini e pagnotte riceverà un divertente profilo astrologico legato al prodotto scelto, ideale pensiero per gli eterni innamorati, sempre pronti a interrogare le stelle per saperne di più sulle inclinazioni del proprio carattere e la propria vita a due.

L’iniziativa è il secondo appuntamento del Calendario del Panificatore, un programma di eventi all’interno del progetto “Stagioni di pane” promosso dall’Aspan che, di mese in mese, coinvolge i fornai ed i loro clienti nella riscoperta di antiche usanze e tradizioni e nella valorizzazione del pane nella quotidianità.

Il percorso ha preso il via lo scorso 17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate, patrono dei panificatori. In quella circostanza sono stati coinvolti gli over 65, chiamati a recarsi nei panifici aderenti e a scrivere frasi e ricordi sul mondo contadino dove il pane era protagonista. Per San Valentino, sono i fornai per primi a mostrare la propria passione, che dà origine ai tanti tipi di pane che accompagnano la vita di tutti i giorni. Scelte date per scontate e alle quali non si fa magari più caso e che l’originale Paneoroscopo, invece, rende speciali.

Ma c’è di più. Poiché l’evento vuole celebrare tutti coloro che vogliono bene e hanno delle passioni, i clienti che vorranno partecipare potranno scrivere il nome della loro grande passione nel “Pancuore” esposto nei panifici aderenti, oppure scattando un selfie e pubblicandolo sulla Pagina Facebook “Stagioni di Pane di Aspan”.

I negozi premieranno la partecipazione dei clienti con omaggi e con la consegna del Paneoroscopo a seconda del tipo di pane che hanno scelto di acquistare. Condividendo messaggi e iniziative creative il progetto punta a valorizzare il lavoro dei panificatori e i loro prodotti.

Non resta che scoprire cosa ci riserva il Paneoroscopo se amiamo la Garibalda, l’integrale, la michetta o la mantovana… I profili sono tratti da Ciboroscopo di Stefania Pendezza, referente dello sportello “Per e oltre Expo” dell’Ascom che supporta il progetto dell’Aspan.




Caffè al bar, «serve un rilancio di prodotti e servizio»

 

Un bar italiano serve in media 175 tra caffè e cappuccini al giorno per un incasso quotidiano di 184 euro. «Cifre che fanno ben comprendere quanto sarà complicato per colossi come Starbucks fare breccia nel mercato italiano» dichiara Luciano Sbraga, direttore dell’Ufficio Studi della Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi che ha fatto il punto su come si evolve il mondo del caffè in un recente convegno organizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana Torrefattori.

«La caffetteria è il prodotto di punta del bar italiano e costituisce circa un terzo del relativo volume d’affari – dichiara Luciano Sbraga -. Si tratta di un bene dal consumo estremamente ampio su tutto il territorio italiano, ma che ha bisogno di un rilancio in termini di qualità, sia del prodotto stesso che del servizio. Questi attori sono spesso pregiudicati da una competitività serrata e dalla presenza di realtà poco qualificate lungo tutta la filiera produttiva e distributiva. Serve una svolta anche per quanto riguarda il rapporto con i fornitori che deve essere improntato ad una maggiore qualità degli approvvigionamenti, insieme all’esigenza di rinnovare il parco attrezzature, come ad esempio il bancone, l’attrezzatura più importante di un locale: secondo la ricerca Fipe “Il bar – I rapporti di filiera” infatti, nel 94% dei casi l’acquisto risale ad oltre 6 anni fa, e in 8 casi su 10 ad oltre 10 anni».

Entrando nel dettaglio delle vendite di caffè per tipologia di pubblico esercizio, le 175 tazzine di caffè e cappuccino sono così ripartite: una media di 220 è venduta nei lunch bar, seguita da 202 dei morning bar e 200 nei bar non specializzati. Chiudono la classifica con 170 tazze i bar multipurpose e solo 85 gli evening bar.

Dal punto di vista occupazionale, nel mondo del bar sono impiegate 363mila persone, di cui 206mila dipendenti (media annua 2014). Nel corso del 2014 il 18% delle richieste di personale espresse dalle imprese ha riguardato la professione del barista. In diversi casi le imprese hanno lamentato la difficoltà di reperimento del personale per l’inadeguatezza dei candidati.

I dati della Fipe toccano anche la questione dei rapporti di filiera, che registrano un elevato tasso di fidelizzazione: nell’80% dei casi infatti i fornitori sono gli stessi da oltre sei anni e nel 60% dei casi (più nel beverage che nel food) da oltre 10 anni. La fiducia è la parola a cui più ricorrono gli esercenti per descrivere i criteri sulla base dei quali seleziona i fornitori. Seguono professionalità e qualità dei prodotti; solo nel 16% dei casi i gestori fanno riferimento al prezzo che il fornitore pratica.

La multicanalità è un requisito a cui gli operatori non rinunciano alla ricerca della migliore opzione: il 60% infatti effettua confronti tra fornitori prima di acquistare la merce. Non manca tuttavia uno zoccolo di esercenti per i quali la ricerca di fornitori alternativi non ha motivo di essere, grazie alla piena fiducia nei confronti dei fornitori abituali.

Per quanto riguarda infine le attrezzature, le macchine del caffè nella maggior parte dei casi vengono prese in comodato d’uso dai torrefattori; in ogni caso per il futuro le intenzioni di investimento per rinnovare o arricchire la propria dotazione di attrezzature riguarda un buon numero di imprese. In particolare nel biennio 2015 – 2016 il 14% delle imprese ritiene di dover acquistare nuove attrezzature e nel triennio successivo la percentuale sale al 25%. In definitiva il 40% circa degli intervistati acquisterà nuove attrezzature nell’arco dei prossimi cinque anni.

Per quanto riguarda la catena del valore, infine, i dati di Fipe mettono in luce come il prezzo del caffè subisce un incremento di 9 volte nel passaggio dai crudisti ai torrefattori fino agli esercenti.




Seriate, «non è col coprifuoco che si rilancia il centro»

Anche Seriate, per cercare di arginare il disturbo ai residenti nelle ore notturne che si verifica nel centro storico, ha scelto limitare gli orari di apertura delle attività commerciali ed artigianali. In piazza Bolognini, via Colombo, via Dei Tasca, via 4 Novembre, via Parietti e nella parte alta di via Decò e Canetta (dal civico 1 al 46) una modifica al regolamento di Polizia Urbana, approvata dal Consiglio comunale del primo febbraio, impone la cessazione alle 22 di «tutte le attività di somministrazione di alimenti e bevande, di esercizi di vicinato, di artigianato alimentare e non alimentare, e in generale di servizi vari alla persona», e stabilisce una sanzione di 500 euro per le infrazioni.

Nell’area – da tempo un nodo critico che la città vorrebbe risolvere e riscattare dal declino – coesistono alcune attività diurne, come il tappezziere, il parrucchiere, il negozio di abbigliamento, quello di articoli per animali e di abiti usati, con bar e kebab che lavorano anche la sera e sono gestite per lo più da stranieri. Hanno trovato sede qui anche alcune associazioni con l’obiettivo di far vivere un po’ di più la piazza, che è stata riqualificata, e aumentare il presidio.

«L’obbligo di chiusura alle 22 è stato colto con un certo favore dai negozi aperti di giorno – commenta il presidente dell’Associazione delle Botteghe di Seriate, Marino Esposito -, perché in effetti il problema della sicurezza è avvertito, ci sono state liti, vociare e schiamazzi da parte delle persone che si ritrovano in questi locali e la percezione è che sia sempre di più un luogo a rischio. È però solo un intervento tampone, non certo una soluzione. Non si può pensare di rilanciare una zona facendo chiudere in anticipo le attività. Il rischio è che arrivi ancor meno gente di prima, che diventi una  ancor più isolata, dove possono addirittura avere più buon gioco delinquenza e attività illegali».

L’aspetto sul quale intervenire è semmai quello della vigilanza. «Con più controlli di certo la zona potrebbe essere percepita come più sicura – prosegue Esposito –, ma probabilmente sono costi che l’Amministrazione non può sostenere e così ha deciso la via più breve. Capisco che ci siano delle ragioni oggettive e serie, in linea generale non si può però pensare di penalizzare le attività commerciali, che se sono in regola devono poter lavorare, anche perché poi chiudono e se ne vanno si siamo di nuovo daccapo con il problema dell’abbandono».

Difficile dire cosa si potrebbe fare per far rinascere il centro storico «è un problema complesso, bisognerebbe decidere innanzitutto cosa si vuole per questa zona e procedere ad una completa ricostruzione – afferma il presidente delle Botteghe -. Così com’è, dal punto di vista commerciale ha un’attrattività pari a zero. Non c’è passaggio, non ci sono parcheggi, non ci sono servizi o strutture, come la posta o una scuola, che in qualche modo portino la gente a frequentarlo, in pratica non c’è un motivo che spinga a passarci: è al centro della città ma per la gente è come se fosse lontano 10 chilometri. Ed è un peccato perché la piazza riqualificata è davvero bella».

A chiedere un piano che vada oltre l’emergenza è anche l’associazione Seriate Recuperare il Centro Storico. «Da anni – scrive in un comunicato sul proprio sito -, segnaliamo la presenza di esercenti di attività commerciali che non si preoccupano di rispettare le norme del vigente regolamento di polizia locale determinando una difficile convivenza civile con i residenti e determinando spesso condizioni di invivibilità e forte insicurezza. Ad oggi la situazione è decisamente degenerata. Ciò richiede un intervento immediato, anche se è vero che, come da anni la nostra l’associazione chiede, è necessario attuare un progetto di rigenerazione urbana capace di ricostituire condizioni sociali ed economiche indispensabile ad un recupero duraturo ed integrato con il sistema della città». «Ad oggi questo non si è visto – denuncia l’associazione -, abbiamo sempre osservato azioni strumentali a spot che, come dimostra la necessità di introdurre una variante al regolamento di Polizia urbana, non hanno determinato nessun miglioramento».

L’Associazione chiede ora una «strategia risolutiva questa volta però condivisa e concertata con tutte le parti interessate sedute al tavolo di lavoro». Una richiesta che avanzano anche le minoranze, che evidenziano anche una certa contradditorietà nelle azioni dell’Amministrazione. «All’indomani del Consiglio comunale che ha approvato la limitazione degli orari – scrivono Stefania Pellicano e Damiano Amaglio, rispettivamente capogruppo di Pd e Lista Civica Albarto – analizzando la bozza di bilancio preventivo 2016 in Commissione bilancio, abbiamo appreso che sono previsti incentivi per gli operatori del centro storico. Ora, con una mano si dà e con l’altra si toglie, ma qual è il criterio? Chiediamo al Sindaco di aprire un confronto vero e di coinvolgere anche le associazioni di categoria invitandole al prossimo tavolo istituzionale per il recupero del centro storico, affinché ci offrano il loro prezioso supporto nel tentativo di mettere ordine e delineare un progetto organico ed efficace». «Le questioni di ordine pubblico si affrontano con gli strumenti di ordine pubblico, non certo limitando la libertà di chi lavora ed è vittima dell’inciviltà e del degrado al pari di tutti gli altri», concludono.