La Lombardia entra in zona bianca. Il ritorno alla normalità si avvicina

Abolito il coprifuoco e via libere a fiere, convegni, congressi, centri termali e parchi tematici di divertimento. Ancora in stand by invece le discoteche e le sale da ballo

Anche la Lombardia entra in zona bianca: da oggi, lunedì 14 giugno, la nostra regione (insieme a Lazio, Piemonte, Emilia Romagna, Puglia e provincia autonoma di Trento) cambia di colore ed entra nella fascia più bassa di rischio covid, con regole meno rigide e niente coprifuoco. Rimane comunque l’obbligo della mascherina sia all’aperto sia al chiuso e il divieto di assembramento. Regole meno vincolanti per i ristoranti: nessun limite alle presenze al tavolo all’aperto, 6 commensali al tavolo se il locale è al chiuso. I locali pubblici potranno osservare orari liberi.

Per chi si trova in fascia bianca il coprifuoco viene abolito immediatamente. Ciò vuol dire che non è più necessario rientrare a casa entro una certa ora: ci si può insomma spostare senza limiti di orario. In questa zona i bar, i ristoranti e le altre attività di ristorazione sono aperti ed è possibile consumare cibi e bevande al loro interno, senza limiti orari.
Sono consentite senza restrizioni anche la vendita con asporto di cibi e bevande e la consegna a domicilio, che deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti. Le nuove regole prevedono che in zona bianca all’aperto non ci siano limiti di persone ai tavoli (tra i quali deve esserci comunque il distanziamento di un metro), mentre nei bar e nei ristoranti al chiuso potranno sedere allo stesso tavolo massimo sei persone salvo che siano tutti conviventi. Resta invece il divieto di assembramento e l’obbligo di mascherina, sia all’aperto sia al chiuso.

In zona bianca sono consentite, anche al chiuso, le feste e i ricevimenti successivi a cerimonie civili o religiose, rispetto alle quali permane l’obbligo per i partecipanti di possedere una delle certificazioni verdi Covid-19, come chiarito dal Ministero della salute e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Sono, inoltre, consentite le attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò, anche se svolte all’interno dei locali adibiti ad attività differenti e lo svolgimento in presenza di fiere e congressi. Restano sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso.

 




Costi e ricavi del caffè: per i bar è una gestione insostenibile

A Bergamo costa in media meno di un euro, il prezzo più basso in Lombardia. Ma per un barista il guadagno è 0,08 centesimi

 

Quanto costa un caffè a Bergamo? In media meno di un euro. Il prezzo più basso di tutte le province lombarde e tra i più economici a livello nazionale. È questo il dato che emerge dal Rapporto annuale della ristorazione, edito da Fipe Confcommercio, secondo cui a dicembre 2020 il prezzo di una tazzina di caffè al banco a Bergamo si attestava a 0,98 euro. Un valore inferiore a quello registrato in diverse città del Nord e del Centro Italia, e ben al di sotto della rilevazione massima che vede, ad esempio, Trento con 1,21 e Bolzano 1,19. Bergamo si piazza addirittura al primo posto in Lombardia dove a Milano il prezzo medio è di 1,03 euro e a Brescia di 1,12.

In vent’anni l’incremento è stato troppo basso per ripagare i costi di gestione e l’aumento delle materie prime. “Fino all’entrata in vigore dell’euro il prezzo della tazzina è sempre rimasto ancorato al costo del quotidiano – sottolinea Giorgio Beltrami, presidente gruppo Caffè Bar e Gelaterie Ascom Confcommercio Bergamo e consigliere Fipe nazionale -. Poi il prezzo del caffè si è ‘congelato’, mentre i costi nel frattempo sono raddoppiati. Il risultato è che una giornata di espressi al banco risulta davvero poco remunerativa per gli esercenti”.

A ciò si aggiunge un secondo rischio: quello di minimizzare l’importanza del servizio e della qualità del prodotto. “Bisogna sfatare il luogo comune secondo cui il prezzo di una tazzina di caffè dovrebbe essere uguale in tutti i bar – aggiunge Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Il caffè non è un prodotto ma un servizio e il suo prezzo è la risultante di moltissimi fattori che giustificano appunto la differenza di costo tra un bar e l’altro. Per non proporre un caffè sotto costo si rischia di penalizzare il servizio e la qualità del prodotto. Occorre, invece migliorare entrambe, come già avviene per il pane e il gelato artigianale, perché il consumatore è oggi più attento ed esigente e la qualità paga, sempre e comunque”.

 

Il guadagno per una tazzina di caffè inferiore a 10 centesimi

Secondo uno studio di Ascom Confcommercio Bergamo che prende in considerazione il prezzo più alto di un caffè al bar (1,10 euro) emerge che il rapporto tra costi e ricavi è sbilanciato. Al netto dell’Iva e dei costi (costo del caffè, costo dello zucchero/dolcificante/latte, costo del personale, spese per affitto/corrente/acqua), il barista guadagna infatti 0,08 centesimi a tazzina. E ponendo l’esempio di un bar che consuma un chilogrammo di caffè al giorno, pari a circa 130 tazzine, il profitto giornaliero è di 10,40 euro. Se pensiamo, infine, che una miscela di media qualità costa 18 euro (+Iva) al chilo – ma può arrivare fino a 25 euro e oltre – emerge che un barista è destinato ad andare in perdita.




 “Connettersi al cambiamento. La sfida della ripartenza”. Il 14 giugno l’assemblea di Ascom

Tra gli interventi anche il contributo del professor Roberto Ravazzoni, ordinario di Marketing distributivo all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

“Connettersi al cambiamento. La sfida della ripartenza”: è questo il tema dell’assemblea generale 2021 di Ascom Confcommercio Bergamo in programma lunedì 14 giugno, alle ore 15, presso la sala Conferenze della sede in via Borgo Palazzo 137. L’assemblea si svolgerà in presenza ma con capienza ridotta nel rispetto delle attuali normative sanitarie. Sarà possibile seguire la parte pubblica collegandosi alla pagina Facebook o al canale Youtube dell’Associazione.
All’ordine del giorno, la relazione del presidente Giovanni Zambonelli, gli interventi delle autorità e il contributo del professor Roberto Ravazzoni, ordinario di Marketing distributivo all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. A seguire si terrà la parte associativa e straordinaria che prevede l’esame e approvazione del bilancio 2020, del conto preventivo 2021 e la modifica dello Statuto Associativo (art.17).

IL PROGRAMMA

Ore 15,00 – Relazione di Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio Bergamo

Ore 15,30 – Intervento delle autorità

Ore 15,45 – “Connettersi al cambiamento. la sfida della ripartenza”
Roberto Ravazzoni, Ordinario di Marketing Distributivo – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

Ore 16,30 – Interventi

Ore 17,00 – Parte Associativa e straordinaria




Bollo auto, via libera al rimborso per agenti e rappresentanti di commercio colpiti dalla crisi

Regione Lombardia a breve definirà le modalità per fare domanda e partecipare al bando che in Bergamasca riguarda oltre 3.800 liberi professionisti

Promessa mantenuta e un sollievo economico dopo mesi di difficoltà. Fnaarc, la Federazione degli agenti e rappresentanti di commercio Confcommercio, commenta positivamente il rimborso del bollo auto 2020 agli agenti e rappresentanti di commercio che potranno richiedere un contributo a fondo perduto pari al valore della tassa automobilistica pagata lo scorso anno. La misura riguarderà gli agenti che hanno avuto un calo di fatturato di almeno un terzo tra marzo e dicembre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.

Grande soddisfazione, quindi, per Fnaarc e Confcommercio per il risultato ottenuto dopo mesi di lavoro e interlocuzione insieme agli assessori regionali Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico, e Davide Caparini, Assessore al Bilancio e Finanza, che hanno mostrato interesse e impegno per la categoria che rappresenta un intermediario fondamentale delle Piccole e Medie Imprese del territorio. Il provvedimento di ieri della Giunta di Regione Lombardia dà infatti attuazione alla mozione approvata mesi fa dal Consiglio Regionale con l’impegno a sospendere il bollo auto per tutte quelle attività dove l’utilizzo dell’autoveicolo risultava essenziale per lo svolgimento dell’attività.

In Bergamasca coinvolti oltre 3.800 agenti di commercio

Il sostegno sarà quindi disponibile per le micro imprese iscritte e attive al Registro delle imprese: circa 36.600 agenti e rappresentanti di commercio presenti in Lombardia, di cui oltre 3.800 in provincia di Bergamo. Saranno interessati al rimborso del bollo auto tutti gli intermediari del commercio, gli intermediari di autovetture e di autoveicoli leggeri, di altri autoveicoli, di parti e accessori di autoveicoli, di motocicli e ciclomotori e di parti e accessori per motocicli e ciclomotori.

“Il rimborso del bollo auto 2020 – commenta Fabio Fracassi, vicepresidente del Gruppo Agenti di Ascom Confcommercio Bergamo – è una misura che abbiamo fortemente sollecitato e che auspicavamo da tempo, così come già avvenuto per taxi, ncc e bus turistici. Del resto l’auto è come l’ufficio per un agente di commercio, uno strumento di lavoro fondamentale e con l’emergenza Covid gli agenti sono stati tra le categorie maggiormente penalizzate nello svolgimento della propria attività. L’aumento dei costi legati alla mobilità, i ricavi in discesa e i sostegni governativi non del tutto sufficienti: un mix devastante che ha messo a rischio il lavoro di tanti professionisti. Ora finalmente Regione Lombardia ha deciso il rimborso del bollo auto pagato nel 2020 agli intermediari di commercio come sostegno ai mancati introiti e al calo di fatturato dovuti alle limitazioni dalla pandemia. Ora non resta che attendere le modalità per fare domanda e partecipare al bando”.




Credito, bene la moratoria fino a fine anno ma la pianificazione finanziaria deve essere un must

Riccardo Martinelli, presidente Fogalco: “Sei mesi passano veloci e occorre riprogrammare la tenuta finanziaria della propria azienda in vista del nuovo anno”

“Bene la proroga al 31 dicembre del termine della moratoria sui prestiti bancari ma attenzione a non farsi trovare con le spalle scoperte perché la proroga non riguarda la sospensione dell’intera rata ma della sola quota capitale. Inoltre, il Decreto Sostegni Bis prevede la possibilità di allungare i finanziamenti, a fronte però di una riduzione della copertura statale delle garanzie statali. Quindi se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno possiamo essere soddisfatti e gli imprenditori possono tirare il fiato, ma sei mesi passano veloci e occorre quindi pianificare e riprogrammare la tenuta finanziaria della propria azienda in vista del nuovo anno”. A suonare la sveglia sul tema dell’accesso al credito è Riccardo Martinelli, presidente di Fogalco, Cooperativa di Garanzia di Ascom Confcommercio Bergamo che favorisce l’accesso al credito degli imprenditori del settore del commercio, terziario e turismo attraverso Asconfidi Lombardia, intermediario finanziario che riunisce altre 14 realtà regionali oltre a Fogalco.

Il 31 dicembre rappresenta quindi una data spartiacque per rivedere il proprio orizzonte finanziario: tra rate più o meno sostenibili, contributi pubblici e rinegoziazioni dei piani di ammortamento, in questo scenario Fogalco si pone come un vero e proprio ente facilitatore per l’accesso al credito. “Le banche hanno bisogno di garanzie, oggi ancora di più di prima – prosegue Martinelli -. La priorità per le imprese è la liquidità ma l’allungamento della durata dei finanziamenti garantiti si accompagna alla riduzione della copertura della garanzia pubblica a seguito del negoziato, in via di definizione, tra l’Italia e l’Europa che, di fatto, apre la strada a minori garanzie statali. In quest’ottica, noi di Fogalco siamo pronti a entrare in gioco per implementare la garanzia statale e consentire alle imprese di mantenere l’operatività necessaria per la ripresa ormai alle porte”.

Pensare oggi alla liquidità del domani

Pensare oggi alla liquidità del domani per garantire la salute finanziaria della propria impresa è quindi il must da seguire per il terziario come conferma anche il Rapporto di ricerca (Osservatorio sulle imprese del terziario) realizzato da Format Research per conto di Ascom Confcommercio Bergamo: l’offerta di credito erogata dalle banche alle imprese del terziario in provincia di Bergamo è cresciuta del 9% da quando è scoppiata la pandemia, con 607 milioni di euro erogati e una media di 25 mila euro ad azienda, a fronte di uno stock di credito di circa 7 miliardi di euro. I prestiti erogati da parte delle banche alle imprese del terziario di Bergamo, circa 24 mila in tutta la provincia, sono stati necessari per sostenere i costi fissi e non per gli investimenti.

Il rapporto conferma il trend in atto da ormai più di un anno e cioè che la liquidità continua ad essere la reale criticità per il terziario – prosegue il presidente di Fogalco che ha chiuso il 2020 con circa 4,5 milioni di finanziamenti erogati, di cui 450 mila euro di finanziamenti diretti -. Per ottenere un prestito, inoltre, ci vogliono in media 45 giorni e bisogna fare attenzione anche ai tempi di preammortamento che tra qualche mese porteranno l’imprenditore a pagare sia la quota capitale sia la quota interessi, con un esborso molto alto a fronte magari di volumi di fatturato ancora lontani dai livelli pre-covid”.

Una situazione da tenere sotto controllo e che chiama in causa Fogalco, vero e proprio braccio finanziario di Ascom ma non solo: il consorzio, che il 22 giugno si riunirà in assembla elettiva per la presentazione del bilancio e il rinnovo cariche, svolge infatti un’attività molto importante di assistenza e consulenza finanziaria. “Si parte sempre dall’esigenza dell’impresa, che sia una start up o un’azienda navigata poco importa, poi si studia la soluzione giusta cercando anche di cogliere le opportunità legate ai bandi pubblici. Ricordo che a giugno arriveranno dalla Regione Lombardia nuovi contributi interessanti come quello a fondo perduto per la patrimonalizzazione dell’azienda e per l’abbattimento del tasso di interesse applicato ai finanziamenti bancari. Inoltre, in merito ai finanziamenti diretti per piccoli importi, Asconfidi sta rinforzando il proprio patrimonio per poter allargare il servizio alla platea dei nostri imprenditori più meritevoli. L’obiettivo è quello di continuare a essere a fianco delle imprese per aiutarle a ottenere credito alle migliori condizioni e supportare nuovi investimenti”.




Da oggi coprifuoco spostato alle 24. E in zona bianca scatta il limite di 6 persone al tavolo al chiuso

Limite ai commensali salvo che siano tutti conviventi. Fusini, direttore di Ascom Bergamo: “Una misura di precauzione un po’ eccessiva rispetto alla situazione epidemiologica in continuo miglioramento”

Si attenua la stretta sul coprifuoco e viene posto un nuovo limite sui commensali a tavola. In base a un decreto approvato dal Consiglio dei ministri, da oggi – 7 giugno – il coprifuoco è stato spostato alle 24 e verrà abolito del tutto dal 21 giugno. Inoltre, da oggi e fino al 21 giugno 2021, in zona bianca il consumo al tavolo negli spazi al chiuso è consentito per le attività dei servizi di ristorazione per un massimo di sei persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi.

Per quanto riguarda gli altri contenuti, in ordine cronologico i centri commerciali sono tornati ad aprire dal fine settimana del 22 maggio; le palestre dal 24 maggio; i ristoranti hanno ripreso il servizio anche al chiuso dal primo giugno, a pranzo e cena; i parchi tematici riapriranno il 15 giugno; matrimoni e feste dal 15 giugno, ma solo con il “green pass”; i congressi si potranno di nuovo organizzare dal primo luglio; sale giochi e bingo dal primo luglio; discoteche ancora chiuse.

L’altra decisione importante riguarda il cambio dei parametri del monitoraggio con il quale vengono stabiliti i colori delle Regioni. L’Rt, l’indice di diffusione del contagio, non sarà più determinante: conteranno il tasso di occupazione di terapie intensive e reparti ordinari e l’incidenza dei casi. Con meno di 50 casi per 3 settimane consecutive e un rischio basso si va in zona bianca, in cui le uniche misure in vigore sono il distanziamento e l’uso della mascherina. Nei primi 15 giorni di giugno, se il calo dei contagi si confermerà, potrebbero andarci 6 regioni: Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna (dal 7), Abruzzo, Veneto e Liguria (dal 14).

In zona bianca al massimo 6 persone al tavolo (al chiuso)

Con Ordinanza del 4 giugno pubblicata in Gazzetta Ufficiale ed efficace a partire dal 6 giugno, il Ministero della Salute prova a fare finalmente chiarezza con riferimento al tema del numero massimo consentito di commensali seduti al medesimo tavolo in zona bianca. L’art. 1 della predetta Ordinanza prevede testualmente che “fino al 21 giugno 2021, in zona bianca il consumo al tavolo negli spazi al chiuso è consentito per le attività dei servizi di ristorazione per un massimo di sei persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi”. Da tale dettato normativo è possibile evincere che: in zona bianca, all’interno dei locali degli esercizi di ristorazione, fino al 21 giugno 2021, il numero massimo di commensali che potranno sedere contemporaneamente allo stesso tavolo è pari 6. Laddove le persone siano tutte conviventi, il numero potrà essere più ampio; a partire dal 22 giugno, il predetto limite non troverà più applicazione; sempre in zona bianca, negli spazi all’aperto, già da ora, non è applicabile alcun limite massimo di capienza dei tavoli.

In zona gialla, rimane confermato il limite di 4 persone per tavolo (anche in questo caso derogabile solo laddove le persone siano tutte conviventi), stabilito dall’art. 27, comma 1, secondo periodo, del DPCM dello scorso 2 marzo, disposizione espressamente richiamata nel preambolo dell’Ordinanza in commento.

“A onore del vero da noi la questione è relativa, perché la Lombardia dovrà affrontare un’altra settimana in zona gialla, l’ultima prima del passaggio in fascia bianca previsto per il prossimo 14 giugno – sottolinea Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Imprese Bergamo -. Detto questo, l’ordinanza può essere considerata come una misura di precauzione un po’ eccessiva rispetto alla situazione epidemiologica in continuo miglioramento. Una restrizione che forse è più frutto della paura che non altro. Insomma, si poteva soprassedere sul limite dei posti a sedere al chiuso: l’anno scorso, infatti, quando ancora la campagna vaccinale era un miraggio, con il termine delle restrizioni non ci furono limitazioni nei ristoranti e, di fatto, durante l’estate non si verificò un rialzo dei contagi. Ridurre quindi adesso a 6 i posti all’interno ci pare un po’ eccessivo anche perché i ristoranti dovranno adeguarsi ancora per gestire le prenotazioni e, soprattutto, i clienti dell’ultimo minuto.

Riapertura discoteche, Silb: “Pronti a collaborare per riaprire”

Il Commissario per l’emergenza, Francesco Figliuolo, ha inviato al Comitato tecnico scientifico e alla Conferenza delle Regioni il protocollo messo a punto dal Silb-Confcommercio chiedendo di valutare una possibile riapertura in sicurezza sulla base delle indicazioni contenute nel documento e di considerare l’ipotesi di far vaccinare i più giovani proprio all’interno dei locali. Quest’ultima è una proposta avanzata proprio dal Sindacato, che aveva dato la disponibilità ad organizzare degli open day.

“Siamo pronti a collaborare per riaprire discoteche e locali da ballo in piena sicurezza”. Lo ha affermato, Maurizio Pasca, presidente del Silb, il Sindacato italiano locali da ballo aderente a Fipe-Confcommercio, commentando le indiscrezioni su un incontro con il ministero della Salute che si dovrebbe tenere martedì proprio per discutere della riapertura delle discoteche. “Una riapertura nei tempi e nei modi dovuti – ha spiegato Pasca – naturalmente in totale sicurezza per le persone. Chiederemo la riapertura con il green pass, cioè potranno entrare in discoteca coloro che sono vaccinati, che hanno contratto e sono guariti dal virus o che hanno tamponi negativi nelle 36 ore precedenti. Insomma siamo pronti a creare delle ‘bolle di sicurezza’ nei locali da ballo”. “Credo sarebbe giusto incontrarsi e aprire un tavolo di lavoro anche perché noi non siamo pulsanti o interruttori che accendi e spegni, abbiamo bisogno di programmazione e per questo non vogliamo aprire domani, ma il 21 giugno verrà abolito il coprifuoco su tutto il territorio nazionale e programmare una riapertura i primi luglio darebbe la possibilità di poter salvare almeno la stagione estiva. Riaprire in sicurezza per dare divertimento sano e sicuro. Anche perché altrimenti tre milioni di ragazzi, nel fine settimana specialmente, con le discoteche chiuse andranno ad affollare, andranno ad assembrarsi nelle piazze o in luoghi non controllati: meglio le discoteche dove invece il controllo c’è”ha concluso il presidente del Silb.




Terziario, un’impresa bergamasca su tre è pronta a investire sul digitale e la formazione

Presentati i risultati del nuovo rapporto di ricerca (Osservatorio sulle imprese del terziario) realizzato da Format Research per conto di Ascom Confcommercio Bergamo sulle imprese

Da una parte la piena consapevolezza del cambiamento degli stili di consumo in atto, accelerato dalla pandemia, dall’altra la volontà di reagire investendo in innovazione. Nel mezzo un dato confortante e cioè che una impresa su tre è pronta per fare il salto tecnologico e affrontare le sfide legate all’evoluzione digitale. Come? Introducendo metodologie e strumenti di innovazione e investendo in figure nuove e con competenze ad hoc da inserire in organico, soprattutto per le attività legate all’e-commerce. È quanto emerge dal nuovo Rapporto di ricerca (Osservatorio sulle imprese del terziario) realizzato da Format Research per conto di Ascom Confcommercio Bergamo sulle imprese del terziario.

I cambiamenti dei modelli di business

Crescono ancora le imprese che si sono attivate per modificare i propri modelli di business: rispetto all’inizio della pandemia, passano dal 15% al 37,7% le imprese (+152%) che utilizzano il canale e-commerce o lo hanno intensificato. Boom anche del delivery: le imprese bergamasche del terziario che utilizzano la modalità delle consegne a domicilio – o l’hanno intensificata – passano dal 7% al 24% (+242%).
Queste innovazioni hanno consentito di minimizzare le perdite (38%), evitare di chiudere l’attività (28,4%), mantenere lo stesso livello di ricavi rispetto al periodo precedente la crisi (24,1%), crescere e migliorare (9,5%).

La formazione e il ricorso a nuove figure professionali

È in aumento rispetto al secondo semestre 2020 la percentuale di imprese che si sono dotate di nuove figure professionali (dall’8% al 9,3%). Tra coloro che hanno fatto ricorso a nuove competenze emergono i servizi (12,1%) seguiti dal commercio (10%) e dal turismo (5,8%). Il 90,7% delle imprese, invece, non si è ancora dotato di nuove figure professionali: a livello settoriale emerge il ritardo del turismo (94,2%) seguito dal commercio (90%) e dai servizi (87,9%).
Delle imprese che non hanno fatto ricorso a nuove figure professionali il 12% ha intenzione di farlo entro i prossimi due anni: un trend che dovrebbe portare ad un cambiamento di un’impresa su cinque. Anche in questo caso, la spinta è delle imprese dei servizi (15%), contro il 14% del commercio e il 7,4% del turismo.
Delle imprese che non hanno fatto ricorso a nuove figure professionali il 22,2% ricorrerà a corsi di formazione. In questo ambito sono più sensibili i servizi (24,7%) e il turismo (22,6%), seguiti dal commercio (19,6%).

Strumenti di innovazione digitale

Il 30,1% delle imprese del terziario bergamasco sono interessate ad introdurre entro il prossimo anno metodologie e strumenti di innovazione digitali. Il settore più attento è quello dei servizi (+31,6%) seguito, dal commercio (29,3%) e dal turismo (27,9%). Coloro che investiranno nel digitale si rivolgeranno alle associazioni di categoria (23%), formeranno una o più persone (22%), si appoggeranno a fornitori e consulenti (21%), assumeranno una o più persone con le skills adeguate (12%). Il 2,8% non ha ancora un’idea chiara in merito e il 19,2% non ritiene servano interventi particolari perché crede di avere già le competenze necessarie.

Infine, secondo una ricerca condotta sempre da Format Research e commissionata dagli Enti Bilaterali del Terziario di Bergamo – presentata a gennaio 2021 – le figure considerate chiave sono quelle commerciali (35,7% sales assistant, 17,8% marketing consultant, 16% agenti di commercio con competenze digitali evolute), seguite da figure con skill specifiche nell’innovazione digitale (14,3% informatici programmatori e sistemisti, 7,1% digital strategist/social media specialist, 7,1% data analyst).

Per Ascom Confcommercio Bergamo mentre nella quasi totalità degli imprenditori del terziario è noto il cambiamento degli stili di consumo in atto, accelerato dalla pandemia, solo un terzo degli stessi ha cercato di reagire con l’innovazione. Il problema non è nella volontà ma nelle competenze di titolari e dipendenti: servono skills nuove e figure professionali ad hoc e non solo nelle imprese che hanno attivato l’e-commerce. La sfida dell’evoluzione digitale è quindi aperta su più fronti e sono sempre di più le competenze digitali oggi necessarie per poter gestire nel migliore dei modi la propria attività e il business. A riguardo, il termine del blocco dei licenziamenti aprirà nuovi scenari occupazionali: le imprese avvertiranno, infatti, un cambiamento molto marcato del personale, collegato proprio all’acquisizione di queste nuove competenze.

L’Osservatorio sul terziario delle imprese di Bergamo

L’Osservatorio sul terziario delle imprese di Bergamo è basato su un’indagine continuativa, a cadenza semestrale, effettuata su un campione statisticamente rappresentativo dell’universo delle imprese del terziario (commercio, turismo e servizi) della provincia di Bergamo (n. 700 interviste a buon fine ogni semestre). L’obiettivo dell’indagine è quello di rilevare, descrivere e analizzare il clima di fiducia (sentiment), l’andamento dell’impresa e i livelli di occupazione delle imprese del terziario di Bergamo sia a livello congiunturale (ultimi sei mesi rispetto ai sei mesi precedenti) sia a livello prospettico (situazione nei sei mesi successivi alla rilevazione rispetto ai sei mesi precedenti).




Turismo in timida ripresa, per il weekend e il ponte del 2 giugno male la montagna, bene il lago

Mancano ancora gli stranieri ma sul Sebino le prenotazioni sono in aumento. E l’estate è ormai alle porte

Bene il lago, male la montagna. In vista del weekend e del ponte del 2 giugno il turismo in Bergamasca non spicca il volo a differenza di quanto rilevato da Federalberghi, secondo la quale saranno quasi nove milioni gli italiani in viaggio per il 2 giugno, il 99,3% dei quali resterà entro i confini nazionali. Sulla base, infatti, di una indagine effettuata da Ascom Confcommercio Bergamo intervistando alcuni alberghi delle principali località turistiche della provincia, emerge che le prenotazioni latitano ancora, soprattutto nelle valli dove  il tempo instabile e le temperature ancora poco miti frenano i turisti, in particolare gli over 60.

Chi invece può già sorridere sono gli albergatori del Sebino dove cresce la voglia di trascorrere un weekend sul lago d’Iseo. A Sarnico e a Lovere già dai primi di maggio si sono visti dei segnali di ripresa e anche in questo fine settimana gli alberghi contano diverse camere prenotate da famiglie o coppie, provenienti soprattutto dalla Lombardia. Si tratta di un turismo mordi e fuggi e le prenotazioni arrivano all’ultimo momento ma la tendenza in atto è positiva e non a caso sono sempre di più le richieste di informazioni anche per l’estate alle porte.

L’unica nota dolente è la mancanza di stranieri, tedeschi e olandesi soprattutto, ma le riaperture dei ristoranti al chiuso e il coprifuoco posticipato alle 24 fanno ben sperare per la ripresa del comparto, soprattutto per ciò che riguarda la stagione estiva.

A continuare fare i conti con il perdurare dell’emergenza sanitaria e l’assenza di turismo straniero è invece la città: escludendo, infatti, la clientela business, le prenotazioni negli alberghi di Bergamo si contano sulle dita di una mano.




Lavoro, nei bar e ristoranti bergamaschi mancano oltre 4 mila camerieri e addetti in sala

La situazione paradossale in vista della riapertura totale dei ristoranti: i posti ci sono ma le candidature mancano anche a causa della fuga verso altri settori

Allarme camerieri e addetti in sala in Bergamasca. I posti di lavoro ci sono ma le candidature mancano anche a causa della fuga verso altri settori. Nonostante il blocco dei licenziamenti, infatti, il numero degli addetti è calato di 4.146 dipendenti (-18,7%) nel corso del 2020. Mentre hanno tenuto gli occupati delle imprese che producono pasti preparati (-2,3%) sono crollati i dipendenti dei ristoranti (-25,4%) e dei bar -(26,2%), categorie in cui sono andati persi oltre 3.485 dipendenti. Un crollo pesante a cui però non corrisponde un aumento delle candidature in un settore che in provincia conta circa 3.900 imprese tra bar, ristoranti, alberghi con ristorante, mense e imprese catering, in cui sono occupati più di 5.200 addetti indipendenti (titolari, coadiuvanti e soci) e oltre 22.100 dipendenti.

“Stiamo assistendo a una situazione paradossale proprio in questi giorni in vista anche della riapertura dei ristoranti al chiuso – sottolinea Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Per i ristoratori questo problema c’è sempre stato per mancanza di profili idonei più che di candidature. Oggi, invece, il crollo è anche delle candidature ed è specchio della fuga verso altri settori, in primis logistica, trasporti ed edilizia, senza contare chi è ancora coperto dagli ammortizzatori sociali. A riguardo va valutato anche un ripensamento dello stesso sistema degli ammortizzatori che deve essere modificato per motivare il lavoratore alla ripresa dell’impiego più che al godimento della Naspi”.

Occupazione pesante, incertezza del lavoro nel lungo periodo e sostegni al reddito troppo deboli sono i motivi secondo cui camerieri e addetti in sala sono “scappati” verso altri settori come conferma Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo Bar Caffè di Ascom e vicepresidente regionale del coordinamento di Fipe Lombardia: “Anche la Fipe sta manifestando preoccupazione in merito alla carenza di figure professionali in tutta Italia. In Ascom abbiamo investito molto in formazione perché, di fatto, ci vogliono anni a formare personale qualificato. E adesso non solo dobbiamo ripartire da capo ma dobbiamo trovare persone volenterose, soprattutto tra i giovani, che però non rispondono all’appello. A riguardo nel 2018 avevamo lanciato il progetto ‘Formati e Occupati’ perché eravamo già in allerta e avvertivamo questo pericolo all’orizzonte che poi la pandemia ha accelerato”.

“Non è facile ripartire in questo modo – aggiunge Petronilla Frosio, presidente del Gruppo Ristoratori Ascom Confcommercio Bergamo -. Nel settore della ristorazione in un anno i dipendenti sono calati di oltre il 18% e quindi ci sono migliaia di posti vacanti e altrettante persone sul mercato del lavoro pronte al reimpiego ma che non rispondono alla chiamata. I motivi sono forse da ricercare nel tipo di lavoro che non è più allettante: fare il cameriere, infatti, comporta diversi sacrifici, dal lavoro in orari serali all’impiego il sabato e la domenica”.

Il problema è ancora più evidente nelle zone turistiche dove è partita la caccia allo “stagionale”: “In questo momento, nel quale le imprese preferirebbero puntare al lavoro a chiamata piuttosto che in assunzione per via delle restrizioni, le difficoltà nell’assumere i profili richiesti è molto alto – ribadisce Fusini -. Se il problema sta montando nelle grandi località turistiche, come la Romagna dove è già in atto la ‘caccia allo stagionale’, è molto probabile che il disagio si riscontrerà con la riapertura anche per le valli bergamasche, augurandoci che l’afflusso di turisti sia tale da portare nuova occupazione”.




Imprese & Territorio: firmata la convenzione per le vaccinazioni anti-Covid delle Pmi bergamasche

Alla Fiera di Bergamo 4 specifiche linee dedicate alle imprese. La conclusione delle somministrazioni, prima dose ed eventuale richiamo, è prevista per il 31 luglio

È stata siglata il 20 maggio tra l’ASST Papa Giovanni XXIII, le organizzazioni datoriali e sindacali delle Pmi bergamasche e i relativi enti Bilaterali, la “Convenzione per la messa a disposizione di linee vaccinali presso il centro vaccinale presidio Fiera di Bergamo” che consentirà di vaccinare al più presto contro il Covid-19 gli imprenditori titolari delle Pmi bergamasche e i loro dipendenti.
I firmatari della convenzione, insieme all’ASST Papa Giovanni XXIII, sono le 9 organizzazioni aderenti a Imprese & Territorio (Confartigianato Imprese Bergamo, Ascom Bergamo- Confcommercio Imprese per l’Italia, Confimi Apindustria Bergamo, Federazione Provinciale Coldiretti Bergamo, Confcooperative Bergamo, Unione Autonoma Esercenti – Confesercenti, CNA Federazione Artigiani Bergamo, FAI Federazione Autotrasportatori Italiani, L.I.A. Liberi Imprenditori Associati), l’Associazione Compagnia delle Opere di Bergamo, i sindacati bergamaschi (CGIL, CISL e UIL) e gli enti bilaterali (Eba – Ente Bilaterale Artigiano di Bergamo, Edilcassa Artigiani di Bergamo e CPTA).
La firma porta all’operatività il percorso iniziato lo scorso 5 maggio, quando era stato sottoscritto tra ATS Bergamo e le Parti Sociali un “Protocollo d’intesa provinciale per l’estensione della campagna vaccinale anti Covid-19 alle aziende bergamasche” nel rispetto dei principi contenuti nel “Protocollo nazionale” del 6 aprile 2021.

La convenzione

La convenzione prevede la messa a disposizione da parte di ATS Bergamo delle dosi di vaccino e da parte dell’ASST Papa Giovanni XXIII, degli spazi dell’hub della Fiera di Bergamo per la realizzazione di 4 specifiche linee vaccinali dedicate alle imprese. L’intero percorso vaccinale (prenotazione, accettazione sul portale dedicato, raccolta anamnesi, informazione e acquisizione del consenso, somministrazione, registrazione, osservazione post-somministrazione) verrà coordinato da un Ente Sanitario incaricato dalle organizzazioni firmatarie e partirà nei prossimi giorni con le prenotazioni che, nelle prossime settimane, saranno seguite dalle somministrazioni in base alla disponibilità dei vaccini.
La conclusione delle somministrazioni, con la prima dose e l’eventuale richiamo, è prevista per il 31 luglio, data di scadenza della concessione della Fiera di Bergamo: “Dopo la lunga emergenza imposta dalla pandemia, ritengo importante restituire al sistema delle piccole e medie imprese del territorio il pieno diritto di adeguare la forza lavoro alle proprie necessità e strategie – sottolinea Maria Beatrice Stasi, Direttore Generale ASST Papa Giovanni XXIII -. Con l’auspicato ritorno alla normalità negli scambi di merci e servizi sul territorio locale, italiano e anche estero è fondamentale, attraverso il vaccino, impedire efficacemente la diffusione dei contagi. Sottoscrivere l’accordo è stato un percorso naturale avviato sin dall’inizio della pandemia con interlocutori solidi e concreti con cui, al Presidio in Fiera, abbiamo trovato soluzioni per poter attivare le cure che, di mese in mese, la pandemia rendeva urgenti, superando qualsiasi ostacolo. Una sinergia che oggi registra un nuovo tassello, non solo nella condivisione degli spazi. Sarà infatti il personale del Papa Giovanni a fornire il necessario tutoraggio alle equipe che, non appena arriveranno i vaccini, potranno procedere con la somministrazione nelle linee dedicate”.

“Si tratta di un passo importante per il sistema associativo bergamasco delle Pmi – conferma il presidente di Imprese & Territorio Alberto Brivio -. Fin dall’inizio le nostre Organizzazioni si sono poste come obiettivo prioritario quello della vaccinazione dei titolari e dei lavoratori delle piccole imprese del territorio provinciale, con l’obiettivo di tutelare la loro salute e rendere più sicura la prosecuzione delle attività commerciali e produttive contro il rischio di interruzioni dovute ai contagi Covid e, allo stesso tempo, con il proposito di facilitare l’accelerazione della campagna vaccinale nella nostra provincia”.
Nei prossimi giorni verrà comunicato a tutte le aziende, che nelle scorse settimane hanno aderito alla campagna vaccinale mediante l’Organizzazione di riferimento, un link attraverso il quale titolari e dipendenti potranno confermare la prenotazione presso la struttura sanitaria incaricata.