Vendevano empanadas e birra in auto. Sanzionati otto boliviani

Panini, empanadas, birre e bibite: otto cittadini di origine boliviana hanno avviato una vendita di prodotti davvero appetitosi nel parcheggio antistante il Mercato Ortofrutticolo di via Borgo Palazzo. Peccato che vendessero i propri prodotti dal bagagliaio della loro auto, utilizzato a mo’ di bancone di un improbabile bar ambulante.

Gli agenti della Polizia Locale del Comune di Bergamo sono quindi intervenuti sabato scorso per sequestrare la merce e sanzionare gli otto sudamericani: i controlli sono scattati a seguito di segnalazioni da parte dei residenti della zona e dei dipendenti del Mercato stesso. Gli 8 cittadini di origine boliviana sono stati identificati e conseguentemente sanzionati per la violazione delle norme sul commercio: sequestrati 105 kg circa di prodotti alimentari, oltre a 157 bottiglie di bevande e birra, contenute nei bauli delle 5 autovetture dalle quali effettuavano la vendita.




L’afa cede il passo. Ma stasera possibili forti temporali

temporale 2«Una saccatura di origine atlantica interesserà il Nord Italia tra il pomeriggio di oggi, venerdì 24 luglio, e la serata di domani, sabato 25 luglio, aumentando l’instabilità temporalesca su tutta la Lombardia, seppur in modo irregolare ed intermittente e favorendo anche una contenuta graduale diminuzione delle temperature e dell’afa, specie domenica 26 luglio. Il passaggio perturbato previsto sulla Lombardia non è particolarmente intenso ed esteso, ma il forte riscaldamento dei bassi strati (oggi e parzialmente domani) è sufficiente per poter innescare fenomeni temporaleschi di forte intensità, isolati ma possibili ovunque. La fase acuta dei fenomeni temporaleschi, che interesserà in particolare il Nordovest e la Pianura Occidentale, va dalle ore 20 di oggi 24 luglio alle ore 8 di domani 25 luglio». Lo scrive una nota della Protezione Civile della Regione Lombardia




Sequestrati 4 quintali di carne e pesce in un ristorante di via Carnovali

polizia localeNuovo importante intervento della Polizia Locale del Comune di Bergamo: circa 4 quintali di cibi sono stati sequestrati in un ristorante cino-giapponese di via Carnovali nella giornata di ieri. I controlli sono scattati dopo la segnalazione da parte di alcuni clienti, che avevano lamentato forti dolori e problemi fisici dopo aver cenato nel ristorante qualche giorno fa. Ieri mattina gli agenti della Polizia Locale del Comune di Bergamo, in stretta collaborazione con il personale medico dell’Unità operativa Igiene degli Alimenti Dipartimento Veterinario Asl di Bergamo, sono entrati in azione. L’intervento è durato ben 5 ore: dalle ore 10 alle 15 gli agenti hanno passato al setaccio tutto il ristorante e alcuni locali di sua pertinenza e hanno riscontrato varie violazioni penali ed amministrative sulla conservazione degli alimenti. È quindi scattato il sequestro penale di prodotti alimentari (carne e pesce), in cattivo stato di conservazione, per un totale di circa 100 Kg, deferendo all’Autorità Giudiziaria il titolare dell’esercizio pubblico per la violazione dell’art. 5 Legge 283/62 (mal conservazione degli alimenti).

Inoltre, nei frigoriferi e nelle celle frigo della cucina, 300 kg di alimenti congelati (carne di bovino e di suino, pesce, mitili, crostacei e altri prodotti confezionati) risultavano privi di etichettatura e di tracciabilità e/o scadenza o con scadenza superata: è scattato l’immediato sequestro amministrativo. Si tratta del terzo intervento della Polizia Locale in poche settimane in questo ambito: “I sequestri nella macelleria etnica di Loreto, quelli dell’operazione Nautilus all’interno di un market di via Quarenghi e quelli di ieri – spiega l’assessore alla sicurezza Sergio Gandi – dimostrano un’attenzione altissima da parte della Polizia Locale e del Comune di Bergamo nel tutelare la salute dei cittadini bergamaschi e il rispetto delle regole da parte degli esercenti. Vorrei sottolineare infine la professionalità e l’impegno degli agenti e degli ufficiali della Polizia Locale: il lavoro di prevenzione e contrasto della microcriminalità nei quartieri è costante”.




Si è spento l’architetto Roberto Spagnolo. Era docente al Politecnico di Milano

Roberto Spagnolo
Roberto Spagnolo

Si è spento all’ospedale di Pavia, dove era ricoverato in terapia intensiva da qualche settimana, l’architetto brindisino Roberto Spagnolo. Partito per l’università, non ha mai fatto rientro a Brindisi e si è stabilito a Milano, dove si è laureato diventando presto docente ordinario di Composizione architettonica e urbana presso il Politecnico. Viveva a Bergamo insieme alla moglie Manuela Bandini con la quale condivideva la passione per l’architettura, e il figlio Tommaso.

Spagnolo, nonostante la lontananza non ha mai dimenticato le sue origini e le sue radici. Per questo quando poteva, se pure per una toccata e fuga, faceva sempre ritorno in città, dove rincontrava la sorella Gabriella e tutti gli amici. A tal proposito, vale la pena ricordare, che era stato in Puglia, a Brindisi proprio nei mesi scorsi: prima a gennaio 2014 in occasione di un corso nazionale di formazione per insegnanti, organizzato da Italia Nostra, e poi, lo scorso mese di novembre per un convegno sulla città jonico-salentina secondo Radaelli, svoltosi a Palazzo Nervegna nel salone dell’Università. E fu, proprio quel giorno, infatti, che il professore brindisino, nel suo lungo intervento, fece riferimento alla Puglia. “Credo – disse – che sia tornato ad essere un valore mentre guido tra Bari e Lecce, ritrovare, riconoscere tutti i centri urbani, di scala diversa, che punteggiano il paesaggio pugliese. Passare nei paesi o nelle circonvallazioni vedendo i campanili, e poi, attraversare pezzi di campagna, di uliveti, vigneti e di nuovo incontrare una nuova città. E di nuovo la campagna. Questa intermittenza, questi ritmi dello spazio sono grandi valori che, per esempio, quando guidi da Milano a Venezia non riesci più a distinguere. Una città lineare continua, isotropa, senza ritmo si estende per chilometri e chilometri, senza soluzione di continuità e …ti priva di emozioni.”

Se ne va un uomo raffinato, un architetto di qualità. Così lo ricorda Massimo Guastella, professore aggregato di Storia dell’Arte contemporanea presso l’Università del Salento, nonché direttore scientifico del Map (Museo Mediterraneo dell’Arte Presente) di Brindisi.

“Roberto – dice Guastella – insieme con suo fratello Stefano, era per me un grande amico. Ero affascinato dalla sua intelligenza e ogni volta era un piacere immenso confrontarsi con lui. L’ultima volta che l’ho visto è stato a gennaio 2014 in occasione di un convegno al quale intervennero anche Domenico Saponaro, presidente di Italia Nostra e l’architetto Carlo Sciarra. Lo ricordo come uno studioso sempre molto attento, ma soprattutto come un bravo professore, amato dai tutti i suoi studenti. Credo, oltretutto, che questa città alla quale lui era davvero molto legato, avrebbe potuto sfruttare meglio il suo ruolo, la sua professionalità, le sue doti, dal momento che sono convinto che Roberto rappresentasse, nel vero senso della parola, un punto di riferimento nel mondo dell’architettura. Che dire, resterà sempre nel mio cuore e in quello di tanti.”

http://www.brindisireport.it




Bergamo, la Prefettura cerca nuove strutture per i profughi

profughiLa perdurante esigenza di fronteggiare l’afflusso di cittadini stranieri sul territorio nazionale ha reso necessaria la prosecuzione degli interventi finalizzati ad assicurare, il mantenimento delle misure di accoglienza nei confronti di quanti sono già ospitati nelle strutture individuate a tal fine e, dall’altro, il reperimento di nuove strutture che possano consentire una efficace risposta agli ulteriori arrivi di migranti. Lo evidenzia la Prefettura di Bergamo che, a tal proposito, in linea con le direttive impartite dal Ministero dell’Interno – Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, ha pubblicato un ulteriore avviso pubblico esplorativo, mirato “all’acquisizione delle manifestazioni di interesse a partecipare ad una procedura negoziata ex art. 27 del D.L.gs n. 163/2006 per assicurare continuità alle suddette misure di accoglienza, nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e proporzionalità di cui al D.L.gs. 163 del 2006”. La Prefettura di Bergamo comunica che sul sito internet www.prefettura.it/bergamo è pubblicato l’avviso esplorativo per l’affidamento in convenzione del servizio di accoglienza in favore di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale (servizi esclusi ai sensi dell’art. 20 DLGS 163/2006).

L’avviso pubblico, in particolare, prevede che il servizio dovrà espletarsi preso idonee strutture site sul territorio della provincia di Bergamo, con esclusione dei comuni di seguito indicati: Casazza, Cerete, Monasterolo del Castello, Roncobello, Sedrina, Valbondione e Vigano San Martino, attesa la presenza su detti territori di strutture già adibite all’accoglienza dei migranti.

Inoltre, il numero di posti offerti potrà collocarsi tra 4 (quattro) e 100 (cento) per singola struttura, fermo restando che dovranno essere garantiti tutti i servizi previsti nel medesimo avviso (es. servizi di gestione amministrativa per l’integrazione, etc.). Durata prevista dell’affidamento: 1° settembre – 31 dicembre 2015. Per partecipare all’indagine esplorativa, i soggetti interessati dovranno far pervenire, entro le 12 del 27 luglio 2015 (all’indirizzo: Prefettura di Bergamo – Ufficio Protocollo – via T.Tasso 8 – 24121 Bergamo ovvero a mezzo pec all’indirizzo protocollo.prefbg@pec.interno.it), il plico contenente l’istanza e la documentazione richiesta, disponibile sul sito internet www.prefettura.it/bergamo.

 




Torre Boldone, ladri di ruote scatenati

ladri di ruote - CopiaIl primo episodio è accaduto lo scorso maggio. Una Y10, parcheggiata in via Martinella, è stata ritrovata al mattino senza le quattro ruote. Come nel più classico dei copioni, i ladri hanno inserito due pile di mattoni sotto l’auto e sganciato cerchioni e gomme. Un’amara sorpresa che non è rimasta solitaria. Nei giorni scorsi, sempre a Torre Boldone, un nuovo episodio. Davanti al Municipio i ladri hanno preso di mira una Audi A3. Via le ruote, l’auto è rimasta a terra sul lato destro e appoggiata su mattoni su quello sinistro. “Con la crisi – afferma Rino Tomaselli dei Vot (i Volontari Osservatori del Rerritorio, ndr) è evidente che i ladri stanno tornando alle vecchie abitudini. Come negli anni ’70, riecco i cannibali delle carrozzerie, pronti ad azzannare le auto parcheggiate in strada e a fare man bassa di pezzi di ricambio. Dalle città all’estrema periferia, passando per i paesi delle basse-medie valli non c’è zona immune”.ladri-di-gomme-a-torre-boldoneun-lettore-ci-sentiamo-abbandonati_f52c0498-005f-11e5-977f-c95028c9903e_998_397_big_story_detail

“Sono furti – continua Tomnaselli – che generalmente vengono attuati nelle ore che vanno dalle 2 alle 4 del mattino, orario in cui durante i giorni infrasettimanali c’è la quasi assenza di persone in circolazione nelle vie più tranquille e di basso scorrimento di traffico. Per chi non ha box dove posteggiare consigliamo l’uso dei kit di dadi antifurto uno per ruota, e di non lasciare il dado in auto durante le soste. Anche se dovessero frantumare un cristallo per cercarlo, mal che vada, il vetro è assicurato e quindi rimborsato”.




“Fermo dei trasporti? Solo se costretti, ma sarà durissimo”

camiono646.jpgCon la riduzione di quasi il 70% degli importi per la deduzione di spese non documentate resa nota pochi giorni fa con un comunicato stampa dell’ Agenzia delle Entrate, gli autotrasportatori hanno ormai superato il limite della tolleranza; le micro e le piccole imprese del settore che contavano da anni su questa forma di agevolazione anti crisi, si sono ritrovate a termini praticamente scaduti a dover rifare tutti i calcoli e a dover versare alle casse dell’erario una consistente somma di denaro in più rispetto al previsto, e per molte di loro questa somma rappresenta il guadagno di un intero mese di lavoro!

“Non è possibile essere trattati in questo modo dal governo” sostiene Dario Mongodi, Capo Area Trasporto di Confartigianato Bergamo, che in provincia rappresenta oltre quattrocento tra micro, piccole e medie imprese di trasporto merci e persone “specialmente per i più piccoli trasportatori questa agevolazione influiva positivamente e sostanzialmente sulla denuncia dei redditi, e la sua drastica quanto inaspettata riduzione dopo tanti anni di applicazione, getta nel panico e nello sconforto tante imprese, molte delle quali potrebbero dover arrivare alla chiusura. Molte imprese si troveranno a dover sborsare dalle duemila alle tremila euro in più di tasse che, anche se può sembrare difficile crederlo, è una somma che per molti monoveicolari (i padroncini con un solo veicolo) soprattutto di portata ridotta può spesso superare addirittura il guadagno di un intero mese di lavoro!”.

Ma questa è solo la punta di un iceberg che da anni rischia di affondare l’autotrasporto italiano, altri e altrettanto (se non più ) gravi problemi minacciano di portare la categoria direttamente allo sfascio.

“Il problema della concorrenza dei vettori stranieri e di quelli Italiani, soprattutto i grandi, che hanno delocalizzato o aperto agenzie di trasporto all’estero e che assumono lavoratori stranieri pagati la metà dei nostri” continua Mongodi “ facendo ai vettori Italiani con autisti italiani o stranieri pagati regolarmente una concorrenza insostenibile, deve essere assolutamente risolto, si deve limitare drasticamente il cabotaggio anche con interventi drastici che scoraggino questa pratica di concorrenza sleale, come hanno fatto i tedeschi con apposite leggi: è ora che i nostri politici la smettano di dire che le leggi sono europee; i governi che lo vogliono devono e possono tutelare i loro lavoratori, le loro imprese… il trasporto sottocosto porta soldi e guadagni solo alla furba committenza, ma la delocalizzazione sottrae risorse al territorio e allo stesso stato”.

Anche il problema della burocrazia, la cui reale semplificazione è solo una parola tanto abusata quanto vaga, resta una catena, che rende sempre meno competitive le imprese di trasporto Italiane: ll recente passaggio delle competenze dalle province alle Motorizzazioni Civili sta creando ad esempio non pochi problemi di ritardi e intoppi vari, cui la buona volontà degli impiegati delle UMC locali spesso non basta a supplire le inefficienze burocratiche del sistema. Sempre in tema di Motorizzazione Civile è di recente introduzione la modifica incomprensibile dei tempi di verifica nelle revisioni dei veicoli, che ha portato in breve tempo ad accumuli impressionanti di arretrato, costringendo veicoli in perfette condizioni a restare fermi nei piazzali delle imprese perché privi della necessaria documentazione.

Un altro esempio su come la sburocratizzazione può essere una pericolosa lama a doppio taglio, è stata l’abolizione della scheda di trasporto, altro balzello inconcluso delle leggi italiane: in Europa non esiste, ma le sanzioni a carico delle imprese purtroppo sono rimaste!

I tempi di guida poi sono un’altra palla al piede, in nome della sicurezza stradale si costringono i mezzi a fermarsi a poche ore di strada dalla destinazione, magari in siti dove manca ogni forma di parcheggio e di conforto per gli autisti, in attesa di ripartire dopo il “riposo” mentre se si studiasse seriamente il problema con l’apporto di chi sulla strada ci vive davvero, si potrebbe rendere più flessibile questa normativa, per esempio con la possibilità di spalmare sui viaggi più lunghi le ore risparmiate su quelli più corti ,naturalmente sempre nel rispetto sacrosanto del riposo intermedio.

“Parlando poi di costi minimi o di riferimento, in tanti anni di militanza nelle Associazioni di Categoria – prosegue Mongodi – non ho mai creduto (pagando anche di persona le mie convinzioni) che possano essere la soluzione dei nostri problemi…e infatti lo dimostrano le continue estenuanti lotte con la committenza per farli applicare o per doverli applicare anche quando la situazione contingente e il tipo di trasporto consentirebbe guadagni più elevati. E alla fine comunque quello che conta di più è la sicurezza nei pagamenti, non le tariffe minime! A cosa serve avere un tariffario se con la normativa attuale chi non paga la fa sempre franca? E non parlo solo del nostro settore , qui tutti gli imprenditori onesti sono danneggiati: dobbiamo pretendere che tutta la legislazione sui mancati pagamenti dei beni e dei servizi cambi drasticamente, con l’introduzione di pesanti penalizzazioni per chi non onora i propri debiti, occorre impedire che soggetti inaffidabili e truffaldini possano agire impunemente trascinando con loro decine di famiglie e poi si ripresentino ripuliti e immacolati con altri nomi o con scatole cinesi. Dateci leggi che ci garantiscano la tutela del giusto pagamento e poi alle tariffe ci pensiamo noi, anzi ci penserà il mercato stesso”. “E per il fermo minacciato dalle Associazioni di categoria – conclude Mongodi – io spero vivamente che non dovremo arrivare a tanto, spero che il Ministro Delrio e i suoi colleghi coinvolti si rendano conto in quale tragica situazione ci stiamo dibattendo, ma se il fermo dovrà essere attuato, allora spero che questa volta le Associazioni non si limitino al solito fermo di un paio di giorni o meno, accontentandosi di qualche promessa o di decreti che rimandano ad altri decreti per revocarlo, ma proseguano con coraggio e ad oltranza una lotta tra l’altro impopolare finché si vedano nero su bianco le nostre rivendicazioni accolte. In caso contrario prepariamoci a cantare il De Profundis dell’Autotrasporto Italiano tra le risate di chi si ingrasserà alle nostre spalle”.

 

 

 




Uova preistoriche e Stradivari, le mille sorprese alla Dogana di Orio

Orio sorpassa Linate e diventa il terzo scalo italiano anche per le merci, dopo Fiumicino e Malpensa. Le spedizioni, complice la crescita dell’export, sono in continuo fermento. Quando le aziende chiudono la sera ed affidano i loro prodotti destinati all’export alle aziende di spedizioni che fanno base ad Orio, lo scalo merci inizia la sua fervida attività che continua con gli arrivi, dalle 5 del mattino in poi. Il via vai e il movimento di carrelli, gru, forklift, nastri elevatori, montacarichi, fanno pensare ad un gigantesco formicaio, con migliaia di persone all’opera, che non si fermano mai e caricano, trasportano, smistano e accumulano. Da gennaio alla fine di giugno da Orio sono passati 60 milioni 475 mila e 606 chili di merci- 10 milioni e 166 mila e 310 chili, nel solo mese di giugno- con una crescita del 12% rispetto all’anno scorso, sulla base dei più recenti dati Sacbo.  Dato che basta a far salire sul podio italiano Orio – da tempo eletto quartier generale di Dhl e Ups-  anche per le merci. La crescita è costante, anche se inferiore a quella del numero dei passeggeri trasportati, che è pari al 32% in più dello scorso anno, con 948.546 persone in transito nello scalo bergamasco nel solo mese di giugno e quasi 5 milioni (4.913.717 per l’esattezza) dall’inizio dell’anno, in base ai più recenti dati Sacbo.  E mentre Orio cresce per merci e passeggeri con 230 voli al giorno, il lavoro dell’Agenzia delle Dogane aumenta in modo esponenziale, ed è sempre attivo e operativo 24 ore su 24.

Marina Zanga
Marina Zanga

Marina Zanga, responsabile della sezione operativa aeroportuale, dopo aver lavorato per oltre vent’anni nella sezione dell’Ufficio Dogane in Largo Belotti, traccia la nuova geografia delle merci in transito da Orio e fa il punto su controlli e sequestri effettuati, che impegnano sempre più gli agenti rispetto all’attività storica di riscossione dazi. «Nel quarantesimo anniversario dell’unione doganale europea celebrato nel 2008  il nostro motto era e  resta quello di “Proteggere i cittadini e facilitare il commercio”- spiega Zanga -. Dobbiamo assicurare controlli in tempi rapidi per non bloccare l’enorme flusso di merci e intercettare nuove modalità di scambio illegali. Le irregolarità non mancano e la crescita dell’e-commerce non fa che alimentare il commercio illegale. I corrieri aerei trasportano piccole spedizioni ad alto valore aggiunto, inviate dalle imprese e scambiate tra privati. Ma spesso da una piccola spedizione si risale ad interi container che seguono altre rotte commerciali. In questo senso l’informatizzazione- in cui l’Italia è all’avanguardia-  aiuta, grazie ad un’analisi puntuale dei rischi, effettuata in base ai flussi di traffici, dal Paese di origine a quello di arrivo, dall’Iran ad esempio come destinazione di prodotti hi-tech a merci prodotte nel Sud-est asiatico. All’attività di controllo sulle merci si somma quella, crescente, sui passeggeri».  Quanto alla geografia delle merci- e delle relative irregolarità riscontrate – Orio ormai è un aeroporto davvero globale: «Per il traffico passeggeri prevalgono i voli comunitari e nazionali, con una flessione, dettata dai recenti eventi e fattori geopolitici, dell’area del Nord Africa, in particolare la Tunisia,  un calo dell’Egitto e un azzeramento dell’Ucraina.  Quanto alle merci, continua a crescere senza sosta l’export con la Cina, troppo spesso considerato solo come Paese produttore, e vi è un forte sviluppo negli ultimi anni del commercio di beni di lusso indirizzati negli Emirati Arabi. Con gli Stati Uniti il rapporto commerciale è ormai consolidato. L’export interessa diversi settori e rappresenta un vero e proprio volano per la nostra economia. La velocità ed efficienza dei controlli è fondamentale per garantire la sicurezza di tutti, senza bloccare i flussi commerciali. Capita di dover accompagnare spedizioni di ricambi per l’industria, senza cui la  produzione può addirittura bloccarsi o  di controllare l’invio di capi per sfilate di alta moda in Italia . Il rispetto dei tempi è fondamentale».
I sequestri spaziano da droga e valuta, anche su voli comunitari, grazie anche alla collaborazione con la Guardia di Finanza delle unità cinofile specializzate nel fiutare la minima traccia di sostanze stupefacenti; dall’autunno scorso si può contare anche sul prezioso aiuto del “cash-dog”, pronto a riconoscere a distanza la cellulosa delle banconote. valutaConti on-line e carte ricaricabili non hanno ancora fatto tramontare la classica valigetta piena di mazzette. Molti non dichiarano di portarsi appresso somme in contanti superiori a 10 mila euro, tetto imposto per il rispetto della tracciabilità della valuta e della normativa anti-riciclaggio: «Da gennaio sono stati effettuati  154 controlli su 1.870.000 di euro, con eccedenze pari a 552 mila euro e sanzioni per 64 mila euro – spiega Zanga-. Il taglio preferito per il trasporto è la classica banconota da 500 euro, ma l’anno scorso abbiamo sequestrato anche lingotti e piastre d’oro. I diamanti, per la facilità con cui possono essere nascosti, rappresentano un’altra modalità per trasportare valori elevati, come evidenziano le perizie degli esperti chiamati a quantificare la qualità e il valore commerciale delle preziosissime pietre. Dalle classiche valigie a doppio fondo, ai preziosi nascosti tra la biancheria, i passeggeri cercano in ogni modo di occultare anche grosse somme». Anche il contrabbando di tabacchi viaggia ormai low-cost : «Dall’inizio dell’anno, abbiamo effettuato diversi sequestri. Il più rilevante pochi giorni fa, in collaborazione con la Guardia di Finanza, ha portato al  fermo di quattro passeggeri di nazionalità georgiana, in arrivo a Orio da Istanbul, che trasportavano 788 stecche per un peso complessivo di 157 chili di sigarette. L’autorità giudiziaria ha condannato per direttissima i trasgressori al pagamento di 380 mila euro».

Continua a destare preoccupazione il traffico di farmaci: «Siamo riusciti a bloccare 21 spedizioni contenenti prodotti farmaceutici non autorizzati, dal viagra addirittura agli antibiotici. Due spedizioni dalla Cina, indirizzate a privati, contenevano diverse sostanze dopanti proibite. Il commercio di anabolizzanti è purtroppo destinato a circuiti di attività sportive di dilettanti e non solo di professionisti ed è in costante crescita»medicinali. La contraffazione non conosce mai tregua e studia nuove vie per sfuggire ai controlli: «La crescita è alimentata anche dall’e-commerce. Da gennaio abbiamo sequestrato 87 mila pezzi di merci tra le più disparate per un valore complessivo di 2 milioni e 400 mila euro, dallo smartphone a borse e scarpe, dall’abbigliamento agli orologi. La nuova tendenza è quella di spedire etichette e marchi contraffatti separati da borse e accessori, che vengono poi confezionate e finite una volta giunte a destinazione: nei mesi scorsi siamo riusciti a bloccare la spedizione di 55 mila etichette tessili delle principali case di moda. La collaborazione con i titolari dei marchi e i loro esperti è costante, come l’aggiornamento e la formazione.

Dalla contraffazione non riesce ormai a difendersi nemmeno l’industria. Abbiamo individuato telai di biciclette e altre componenti d’imitazione asiatica, che dovremo spedire negli Stati Uniti alla casa madre, interessata a esaminarli ulteriormente».  orologiNon mancano le ondate di tarocchi stagionali, concentrate in particolare sotto Natale: «La marchiatura CE tutela la sicurezza e la salute di ogni prodotto, dalle classiche luci di Natale ai giocattoli. Un gesto banale come illuminare l’albero con materiale elettrico non conforme agli standard europei espone inutilmente al rischio di incendi e folgorazione. La stessa attenzione va posta per i cosmetici e per tutto ciò che si indossa: orecchini e bigiotteria possono contenere sostanze allergizzanti o metalli dannosi per la salute».  Le mode alimentano ed influenzano l’industria illecita del tarocco: «Negli anni di exploit dei tatuaggi abbiamo sequestrato aghi e coloranti di provenienza asiatica. Con il boom dell’e-cigarette, l’anno scorso sono stati bloccati moltissimi kit di sigarette elettroniche e liquidi di ricarica provenienti dalla Cina». Appare invece in calo il sequestro di droga: «Il traffico illecito  di droga continua a riadattarsi, anche in base ai controlli effettuati e a trovare sempre nuovi canali. Da gennaio alla fine di giugno abbiamo effettuato 52 sequestri per piccoli quantitativi di stupefacenti: 530 grammi, per la maggior parte-  450 grammi- di hashish». Capita anche di bloccare in dogana armi e componenti: «In collaborazione con la Polizia di Stato abbiamo sequestrato alcune componenti di  fucili e pistole, ma soprattutto armi bianche, coltelli con lame oltre i 30 centimetri. Tra i sequestri più grossi dei coltelli prodotti in Pakistan, ma spacciati ,con tanto di simbolo contraffatto, come prodotti artigianali sardi. Il Made in Italy è un mito che resiste e dietro ai segni e  ai simboli che richiamano, spesso in modo fin troppo ostentato, all’italianità, si nascondono spesso prodotti di dubbia o infima fattura, come accade del resto nel settore alimentare».

Le curiosità

Il sequestro dell’uovo preistorico

A volte i sequestri vanno oltre l’immaginazione: «Abbiamo sequestrato a marzo un uovo gigante ricomposto di “uccello elefante”( “Aepyornis Maximus”), una specie originaria del Madagascar dal Pleistocene fino ad epoche più recenti, definitivamente estinta, che sfiorava i tre metri di altezza- spiega Marina Zanga-. L’uovo, destinato agli Stati Uniti con un valore dichiarato di 550 dollari, è stato invece valutato 100 mila dollari. La perizia del paleontologo del Museo di Storia naturale di Milano ne ha confermato l’interesse come reperto, tanto da richiedere di poterlo conservare e mettere a disposizione di tutti i visitatori». Oltre all’uovo “preistorico”, più grande addirittura di quello di un dinosauro come sostengono alcune enciclopedie, a Orio sono state bloccate anche piante rare: « Un passeggero occultò in valigia piante grasse protette, ora accudite dall’Orto Botanico in Città Alta». C’è spazio anche per arte e antiquariato: «In passato abbiamo anche sequestrato un violino Stradivari e  recentemente delle abat-jour d’epoca. L’anno scorso siamo riusciti a bloccare schizzi di grandi artisti come Picasso e Mirò».




No al formaggio col latte in polvere. Slow Food lancia la petizione

slow food latte“Il formaggio si fa con il latte! Firma entro luglio per dire NO all’uso del latte in polvere”: è questa la petizione lanciata da Slow Food su Change.org a sostegno della legge italiana 138 dell’11 aprile 1974, che vieta l’uso di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per fare yogurt, caciotte, robiole e mozzarelle. Questa norma, che fino a oggi ha permesso all’Italia di tutelare la sua biodiversità casearia, secondo Bruxelles dovrebbe essere abrogata in quanto rappresenterebbe una restrizione alla libera circolazione delle merci.

L’intento della petizione lanciata da Slow Food è mobilitare l’opinione pubblica italiana – consumatori e pastori, contadini e casari, artigiani e chef – sull’ultimo attacco della burocrazia europea alla produzione agroalimentare di qualità del nostro paese. “Abbiamo tempo fino alla fine di luglio per sostenere il ministro Martina alle Politiche agricole alimentari e forestali, che ha già affermato di voler difendere la legge italiana, e con essa centinaia di piccole produzioni e il patrimonio di latti, mestieri, tecniche, tradizioni e comunità che custodiscono” – asserisce Slow Food.

“I prodotti lattiero-caseari con il latte in polvere sono solo l’ultimo tentativo di livellare verso il basso la qualità dei cibi che portiamo sulle nostre tavole, a favore delle grandi aziende interessate più al profitto che non alla biodiversità – continua Slow Food -. Vogliamo davvero assistere all’ennesimo attacco diretto alle vere ricchezze dell’Italia, come il vino con il wine kit e il cioccolato senza burro di cacao? Ogni firma in più ci permetterà di allargare il fronte e far sentire all’Unione europea la voce degli italiani che difendono la loro agricoltura.

La petizione è infatti diretta anche alle istituzioni comunitarie (Commissione, Parlamento e Consiglio europei e Direzione Generale Agricoltura e sviluppo rurale) e con essa Slow Food auspica che anche gli altri paesi europei scelgano la strada della qualità e della sostenibilità, sposando la legge italiana.

Dopo 15 anni Slow Food si impegna nuovamente con una raccolta di firme a favore del settore lattiero-caseario di qualità. Era infatti il 2000 quando partì la mobilitazione a difesa dei formaggi a latte crudo, all’epoca guardati con sospetto e a rischio divieto. Quella petizione aveva portato centinaia di migliaia di firme, consegnate al Commissario Europeo per l’Agricoltura. Da allora l’associazione della Chiocciola ha continuato a impegnarsi, con i tanti Presìdi Slow Food che tutelano produzioni casearie e razze bovine, ovine e caprine e con Cheese, la manifestazione che si tiene ogni due anni a Bra. Anche quest’anno Cheese – dal 18 al 21 settembre 2015, ormai giunta alla decima edizione – vedrà centinaia di casari e pastori italiani ed europei riuniti per presentare i loro prodotti, discutere vecchie e nuove sfide del mestiere e confrontarsi su normative e prospettive offerte dal mercato. Un’occasione in più per ribadire che Il formaggio si fa con il latte!

 




Treni e autobus, ecco di cosa si lamentano i bergamaschi

TrenordDopo l’episodio accaduto mercoledì scorso sulla linea ferroviaria Bergamo – Treviglio, Federconsumatori interviene nuovamente in quanto riceve quotidianamente segnalazioni da utenti esasperati dai disservizi imputabili ai gestori del servizio di trasporto pubblico. Per la parte ferroviaria riassumiamo per difetto: difficoltà per l’acquisto e la timbratura dei biglietti di viaggio; caos assicurato quando alla medesima scala che porta ai binari deve accedere chi è in partenza e si scontra con coloro i quali sono appena arrivati; immondizia sparsa sui binari; carrozze insufficienti a ospitare dignitosamente i passeggeri; ritardi cronici; soppressione di corse; gelo d’inverno; caldo torrido d’estate; condizioni igieniche delle carrozze e impraticabilità dei bagni; vetri oscurati dalla patina di sporco; sedili a volte inutilizzabili e rischio sicurezza per la presenza di sbandati che importunano e derubano i passeggeri. A questo quadro si aggiunge il fenomeno dilagante dell’abusivismo. Per fortuna almeno il piazzale antistante la stazione ha assunto un aspetto perlomeno gradevole: sull’efficienza c’è ancora molto da fare.

Per il trasporto su strada, date le condizioni diverse del servizio e la gestione più attenta alla qualità, le rimostranze sono relativamente inferiori rispetto a quanto succede sui treni. Questo non evita che alcuni problemi si ripresentino: autobus gremiti all’inverosimile quando iniziano le lezioni; linee dal percorso tortuoso e ultra chilometrico dove chi deve prendere il bus a metà strada lo trova inevitabilmente intensamente occupato con i posti a sedere esauriti; automezzi vecchi per alcuni tragitti e nuovi per altri, con una particolarità i “nuovi” sono privi di sostegni (maniglie) per coloro che sono obbligati a viaggiare in piedi; segni evidenti di vandalismo e sottostimato fenomeno riguardante coloro che non pagano il biglietto ( “soltanto” a un 6/7% di “portoghesi”); gli autisti non vendono i biglietti in vettura.

Queste situazioni portano all’esasperazione chi le deve sopportare con sacrifici di tempo, disagi e, molte volte, costi aggiuntivi. Federconsumatori ritiene che le carenze strutturali e organizzative debbano essere risolte da chi il servizio lo gestisce, e che i rappresentanti politici eletti in Comuni, Provincia e Regione debbano vigilare e intervenire a garanzia della qualità dovuta ai Cittadini. E però anche noi Cittadini dobbiamo fare la nostra parte rispettando i regolamenti di viaggio e sostenendo le ragioni di chi i regolamenti deve far osservare.