Anche Bergamo dice “no” al libro di Schettino

SchettinoAlcuni librai italiani dicono “no” al libro di Francesco Schettino. Hanno deciso deciso di non proporre nei propri negozi “Le verità sommerse”, scritto dall’ex comandante della Costa Concordia, protagonista del tragico naufragio all’isola del Giglio. L’iniziativa è partita da una libraia di Livorno: qualche giorno fa, ha affisso sulla vetrina del negozio il cartello “’In questa libreria non vendiamo il libro di Francesco Schettino”, e ha spiegato che si sarebbe vergognata a venderlo, per rispetto delle vittime.

Il cartello è comparso poco dopo anche in alcune librerie di Saronno e di Brescia, e pure nella nostra città alcuni commercianti hanno deciso di non vendere il libro. L’iniziativa ha spopolato su Facebook e ha ottenuto moltissimi consensi dal popolo internauta. A Bergamo la maggior parte dei librai che abbiamo sentito non ha neppure valutato di prendere alcune copie del libro da tenere in negozio. “Ci sono valutazione etiche di fondo – dice Claudio Calzana, della Libreria Buona Stampa di via Paleopaca e membro del Gruppo librai dell’Ascom – ma ci sono anche valutazioni di mercato: quando ordiniamo un libro ci chiediamo se venderà o non venderà e questo a mio avviso non venderà”. Valentina Porta della Libreria Palomar di via Angelo Maj é d’accordo: “A dire il vero non me l’hanno ancora proposto – dice – ma comunque per me è no: sia per una valutazione personale sull’autore sia perché penso che non lo comprerebbe nessuno”. Per Laura Togni, del Gruppo Librai Ascom, titolare della libreria Fantasia in via Borgo Santa Caterina “ogni giorno come librai facciamo delle scelte rispetto ai libri da ordinare e proporre. Nella mia libreria cerchiamo di andare controcorrente rispetto alle mode. Così come non teniamo Peppa Pig, per esempio, e non terremo il libro di Schettino”. Antonia Pastore della libreria Mondo Libri di via San Bernardino la pensa invece in modo diverso: “Io l’ho ordinato. Come libraia penso che sia giusto non fare discriminazioni, mi sento di vendere anche titoli che a me magari non piacciono”.

A sentire i librai bergamaschi, in ogni caso, è prevedibile che il libro, edito da una piccola casa editrice e privo di una distribuzione, avrà comunque poche vendite. Anche il pubblico, è evidente, fa le sue scelte etiche.




Senza biglietto sul treno, ma i passeggeri “attaccano” il capotreno

TrenordL’episodio è accaduto il 7 luglio sul treno Bergamo-Treviglio delle 16.51. E non si tratta dell’ennesimo disservizio causato da Trenord o Centostazioni. A segnalare un comportamento discutibile di alcuni viaggiatori è Federconsumatori Bergamo. Che annota: “Ieri, in prossimità della fermata di Levate il Capotreno che stava controllando la regolarità dei biglietti individuava un passeggero privo del titolo di viaggio. Sollecitato più volte inutilmente il viaggiatore a pagare biglietto e sanzione, approfittando della fermata in corso il controllore lo invitava a scendere.

In seguito a molti tentativi rivelatisi inutili (il passeggero non voleva pagare e nemmeno scendere), il Capotreno si vedeva costretto a chiamare le forze dell’ordine e conseguentemente bloccare la ripartenza del convoglio. Alla comunicazione della temporanea sospensione del servizio hanno iniziato a farsi sentire, con toni alterati, alcuni passeggeri. Non contro l’abusivo ma nei confronti di chi stava compiendo il proprio dovere. Diverse persone hanno iniziato a prendere di mira il Capotreno sostenendo fosse esagerato fermare il treno “soltanto” perché un passeggero era sprovvisto di biglietto, si rifiutava di pagare il dovuto e, in alternativa al pagare, invitato a scendere non ne volesse sapere.

Trascorsi all’incirca 15 minuti dall’inizio della spiacevole vicenda senza che le forze dell’ordine fossero arrivate (e già questo potrebbe essere motivo di riflessione), considerato l’inasprirsi della contestazioni il Capotreno per evitare ulteriori conflitti, decideva di dare il via libera alla ripartenza. Risultato: alla stazione di Treviglio (fine corsa) chi non aveva pagato il biglietto se ne andava impunito e al Capotreno non rimaneva altro da fare che “ringraziare” i contestatori per il sostegno morale dimostrato nei suoi confronti”. “Al Capotreno – conclude Federconsumatori – va la nostra solidarietà … nella speranza che non si arrenda al quieto vivere e continui a svolgere il proprio lavoro coscienziosamente”.




Via Quarenghi, sequestrate due tonnellate di cibo avariato e nocivo

merce sequestrata cinesiUn sequestro di circa 2 tonnellate di alimenti avariati, scaduti, alterati e nocivi, tra i quali una varietà praticamente sconosciuta di molluschi: questo il risultato di una maxi operazione, coordinata dal PM Emanuele Marchisio, degli agenti della Polizia Locale del Comune di Bergamo e degli operatori del Dipartimento Veterinario dell’ASL effettuata in un market cinese in una delle vie centrali di Bergamo, via Quarenghi. 70 kg circa di pesce vario in cattivo stato di conservazione, 21 kg circa di molluschi di vario genere in stato di alterazione, 13 kg circa di merci con scadenza modificata in modo fraudolento, 17,3 kg circa di merci in vendita con presenza di parassiti, 334,7 litri circa e 1649 kg circa di merci in vendita con data di scadenza superata (in alcuni casi addirittura di 3 anni): questo il risultato di quasi 2 mesi di lavoro, un intervento iniziato a fine aprile e scattato in seguito ad un controllo su un auto in transito nella via che stava consegnando al market merce chiaramente avariata. Vermi e camole in confezioni di cipolle affettate, molluschi sconosciuti conservati in sacchi per il cemento, veleno per topi a contatto con prodotti in vendita, etichette contraffatte con scadenze falsificate, condizioni igieniche dei locali non adeguate, nessun documento a comprovare lo smaltimento di qualunque merce o prodotto: gli agenti della Polizia Locale hanno svolto numerosi controlli, sia all’interno del market che del relativo deposito.

Singolare il ritrovamento di un mollusco bivalvo proveniente dal Senegal: si è reso necessario l’invio della merce all’Istituto Zooprofilattico di Adria per stabilirne l’esatta identificazione. Cymbium: questo il nome del mollusco, di cui è vietata in Italia l’importazione e conseguentemente la vendita. Denunciate 4 persone, tutti di origine cinese, con numerose ipotesi di reato: frode nell’esercizio del Commercio, truffa, commercio di sostanze alimentari nocive, mal conservazione di alimenti, introduzione in Italia di alimenti in assenza dei prescritti controlli presso i punti di frontiera e di prodotti non importabili per specifico divieto di importazione dal Senegal. Riscontrate infine violazioni amministrative per lo stato di conservazione dei prodotti, presenza di alimenti scaduti e le gravi carenze igieniche.

 




La Regione: “Nessuna tendopoli per i profughi”

migranti“Le attrezzature della protezione civile lombarda non devono essere utilizzate per l’accoglienza dei clandestini. Se i prefetti non sanno gestire i flussi imposti da Roma e non hanno il coraggio di ribellarsi, allora ospitino gli immigrati nelle prefetture”. E’ quanto dichiara l’assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione di Regione Lombardia, Simona Bordonali. “Non posso permettere – ha proseguito l’assessore Bordonali – che i volontari della protezione civile vengano esposti a rischi per attività non connesse al loro ruolo e che le tende adibite a ospitare gli sfollati in casi di emergenze di protezione civile vengano usate per tappare i buchi di una gestione fallimentare del problema dell’immigrazione”. “Con queste temperature inoltre – ha aggiunto – non possiamo pensare di sistemare i richiedenti asilo in tendopoli di fortuna. Per questo ho scritto una lettera alle Province per diffidarle dall’utilizzo delle attrezzature della colonna mobile regionale per attività diverse da quelle stabilite”. “Il governo – ha concluso l’assessore Bordonali – deve immediatamente bloccare gli sbarchi. Il territorio lombardo, per voce degli stessi prefetti, è saturo e non può assolutamente accogliere altri immigrati. Se a Roma non sanno come gestire questo fenomeno, facciano una telefonata a Roberto Maroni”.




“No Slot”, dalla Regione oltre 600mila euro ai progetti bergamaschi

furto-slot20141.jpg“Tre milioni di euro per finanziare 68 progetti ‘no slot’ sul territorio lombardo. Un segnale forte, che Regione Lombarda lancia a livello nazionale sul tema del gioco d’azzardo patologico, una piaga sociale sempre più diffusa in Italia, che stiamo combattendo con una legge coraggiosa e con il coinvolgimento concreto degli Enti locali e del mondo dell’associazionismo e del volontariato”. Lo ha detto l’assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo Viviana Beccalossi nel corso della conferenza stampa dopo Giunta, presentando i risultati del “Bando per lo sviluppo di azioni di prevenzione e contrasto alle forme di dipendenza dal gioco d’azzardo lecito”. I tre milioni di euro, messi a disposizione dal Bilancio regionale, serviranno per premiare i migliori progetti con un importo massimo di 50.000 euro, cifra che non potrà essere superiore all’80 per cento del costo complessivo del progetto. “Al nostro appello – ha detto l’assessore – hanno risposto decine di Comuni da tutta la Lombardia, che, insieme ai loro partner di progetto, hanno dimostrando di voler lavorare con noi per contrastare e limitare gli effetti di questa malattia del nuovo millennio. Le richieste sono pervenute da tutte le province, con un valore di circa cinque milioni di euro, superando quindi ampiamente le nostre aspettative”.

“L’impegno della Lombardia – ha aggiunto – non deve essere vanificato da provvedimenti statali, che promettono colpi di spugna sulle nostre norme. E’ già una buona notizia che il Governo non abbia impugnato la riforma lombarda sulla ludopatia e non abbia presentato nei giorni scorsi il Decreto sui giochi. Se dovesse davvero trattarsi di un ripensamento, la notizia e’ indubbiamente positiva. Mi posso solo augurare che questo ulteriore periodo di riflessione possa servire per approfondire il tema in tutti i suoi aspetti, a partire dal coinvolgimento delle Regioni, finora escluse da qualsiasi possibilita’ di confronto e dialogo”. “I progetti presentati – ha continuato Viviana Beccalossi – sono veramente molto ricchi di idee e azioni, a partire dalla valorizzazione dei locali che rinunciano alla presenza di macchinette, attraverso i notiziari comunali, con convenzioni per il pasto dei dipendenti comunali, oppure organizzando flash mob con aperitivi o degustazioni di prodotti tipici nei bar che promuoveranno giochi da tavolo tradizionali”. “Un altro aspetto sul quale hanno puntato molti Comuni – ha concluso Beccalossi – riguarda le azioni di prevenzione indirizzate soprattutto alle categorie più esposte al rischio ludopatia: si passa dalla formazione dagli educatori degli oratori agli animatori dei centri anziani, dal personale comunale agli operatori, agli assistenti sociali, al fondamentale coinvolgimento degli insegnanti e dei loro studenti e utilizzando teatro, animazione di piazze, convegni, orientamento, sportelli di ascolto mobili”. Altri progetti finanziati hanno puntato sulla mappatura del territorio comunale in base alle distanze minime di 500 metri dai luoghi sensibili, che consentono quindi di individuare tutte le aree sul territorio in cui, per vicinanza a chiese, scuole, ospedali, oratori e centri di aggregazione, non sarà più possibile installare macchinette.

Questi i progetti bergamaschi ammessi al bando

 

Bergamo 50.000

Albino  49.000

Bolgare  49.500

Clusone  16.000

Comunità Montana Laghi bergamaschi  50.000

Comunità Montana Val Brembana    18.981

Dalmine  50.000

Lurano  27.410

Paladina  50.000

Palazzago  50.000

Presezzo 40.700

Romano di Lombardia  27.410

Seriate  49.900

Trescore Balneario  49.500

Villongo 46.500

 




Yara, la difesa di Bossetti subito all’attacco

BossettiGrande folla fuori dal Tribunale di Bergamo dove stamattina è iniziato il processo a Massimo Bossetti, il muratore accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, la ragazza scomparsa da Brembate il 26 novembre del 2010 e trovata morta, tre mesi dopo, in un campo a Chignolo d’Isola. Tantissimi  i giornalisti accreditati e numerose le troupe televisive anche se per ora telecamere e macchine fotografiche non sono state ammesse in aula. Bossetti è apparso nervoso. I suoi difensori sono subito partiti all’attacco chiedendo ai giudici della Corte d’assise di Bergamo la nullità del prelievo del Dna con un boccaglio, prelievo avvenuto nel corso di un controllo stradale simulato, da cui si scoprì che il Dna del muratore era lo stesso di Ignoto 1. Secondo i legali Claudio Salvagni e Paolo Camporini, quel prelievo doveva essere eseguito con le garanzie difensive in quanto «non si può dire che il signor Bossetti il 15 giugno dell’anno scorso non fosse indagato» (l’arresto fu eseguito il giorno successivo). Per la difesa sarebbe nullo anche il capo d’imputazione che fa riferimento a due luoghi diversi per l’omicidio di Yara Gambirasio: Brembate di Sopra e Chignolo d’Isola. I giudici decideranno il prossimo 17 luglio sulle eccezioni preliminari sollevate dalla difesa di Bossetti a cui si è opposta la Procura. La Corte, sempre in quella data, deciderà anche sull’ammissione in aula delle telecamere. Anche in questo caso il pm e le parti civili non hanno dato il loro consenso.




Il presidente della Provincia: “Palestre inadeguate per i profughi”

Matteo RossiIl presidente della Provincia di Bergamo, Matteo Rossi, interviene sul tema dell’accoglienza dei migranti e “ribadisce quanto già espresso nel comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza dove siamo stati convocati d’urgenza nei giorni scorsi con alcuni Sindaci”. “Le palestre – precisa Rossi – sono luoghi inadeguati e non dignitosi per ospitare i profughi e vanno liberate al più presto. Non era e non è nei poteri del presidente della Provincia né dei sindaci impedire questa scelta, di fatto imposta, che abbiamo contestato nel merito e nel metodo, insieme alla contrarietà ad una ipotesi di tendopoli, chiedendo un’altra modalità di intervento e di organizzazione. Per quel che riguarda altri immobili dismessi di proprietà della Provincia che sono stati oggetto di sopralluoghi da parte delle autorità competenti, come ad esempio l’ex Enaip di Lovere, non sussistono, per quel che riguarda i tecnici dell’Amministrazione provinciale, le condizioni per l’agibilità. Chiedo con forza – prosegue Rossi – che venga presa in considerazione una diversa modalità di accoglienza, e che il prefetto convochi, attraverso i presidenti degli Ambiti per le politiche sociali, i sindaci che stanno costruendo con le loro comunità soluzioni dignitose, sostenibili e condivise. La questione va affrontata concretamente, senza soffiare sul fuoco, evitando ad ogni costo l’apertura di campi sul territorio bergamasco. Bergamo è capace di accogliere e le nostre comunità lo hanno dimostrato in tutti questi mesi, ma non può continuare un metodo impositivo che va a ricadere solo sulla testa di pochi Sindaci”.




A Trezzo i rifiuti dalla Campania. Terzi: “Controlli a tappeto”

Terzi assessore
L’assessore regionale Claudia Terzi

“L’azienda non ci ha comunicato nulla. Siamo venuti a saperlo dal sindaco di Trezzo, Danilo Villa”. L’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Claudia Terzi non nasconde tutto il proprio disappunto: “Dal prossimo 6 luglio verranno conferite all’impianto di Trezzo ben 20mila tonnellate di rifiuti provenienti dalla Campania, distribuiti nell’arco di otto mesi”. “Il sospetto – annota l’assessore Terzi – è che i rifiuti provenienti dalla Regione del Sud non siano speciali. bensì urbani. Se così fosse, ossia se venisse confermata questa nostra preoccupazione, vorrebbe dire che qualcuno non sta rispettando l’obbligo di intesa tra le due Regioni. In più dalla Campania non è arrivata nessuna comunicazione in Lombardia”. “Ricordo – precisa Terzi – che c’è una norma regionale approvata con la Legge di Bilancio di quest’anno che equipara gli urbani e gli speciali decadenti dal trattamento di urbani. Dispiace che in Lombardia ci siano aziende che non si preoccupino nemmeno di avvisare l’Ente competente o almeno di verificare il rispetto della normativa vigente. Anche per questo motivo abbiamo già richiesto formalmente alla società Prima srl di Trezzo tutte le informazioni sui carichi in arrivo per prendere le misure conseguenti nei loro confronti e nei confronti della Regione Campania”.

“Credo sia anche giusto anche rimarcare – continua Terzi – che la rete nazionale degli inceneritori contenuta nello ‘Sblocca Italia’ non è ancora in vigore”. “Come Regione – promette l’assessore bergamasco – abbiamo già richiesto formalmente ad Arpa (l’Agenzia regionale per l’Ambiente) di fare dei controlli a tappeto sui carichi in arrivo all’inceneritore. Perché va bene l’emergenza della Liguria ma così facendo si punta a stravolgere il potere programmatorio di Regioni come la Lombardia che hanno raggiunto negli anni, grazie agli sforzi dei suoi cittadini, la piena autosufficienza”. “Terremo alta, anzi altissima l’attenzione sulla vicenda – conclude Terzi -. E saremo al fianco del Comune e della sua comunità nel verificare attentamente ogni singolo passaggio di questa procedura oltre che dei rifiuti in arrivo dalla Campania”.




Poste, aperture a singhiozzo tra valli e città

PosteAnche quest’anno il funzionamento degli uffici postali durante il periodo estivo sarà a singhiozzo. Per i prossimi due mesi, infatti, in provincia di Bergamo saranno 17 gli uffici a chiudere il pomeriggio, mentre, a partire dal prossimo 7 agosto, saranno in 25 a essere chiusi per tutta la giornata, anche se non in maniera continuativa.

A pagare il prezzo più alto saranno la provincia e, in misura maggiore, i piccoli centri, anche se, di fatto, l’estate 2015 produrrà minori tagli sui turni rispetto all’anno scorso: sono in totale 465 mezze giornate (235 a luglio, 230 a agosto) e 86 giornate intere a agosto (però in 18 casi si tratta della vigilia di Ferragosto). Nelle chiusure totali, la scure più affilata si è abbassata sugli uffici di Berbenno e Cividino di Castelli Calepio. A Berbenno l’orario estivo è iniziato in questi giorni e produrrà alcune serrate infrasettimanali. A luglio non si segnalano chiusure, che invece riprenderanno ad agosto, con ben 10 giorni senza ufficio postale funzionante. A Cividino, invece, la chiusura è prevista solo a agosto, per 8 giorni non consecutivi. In città, le filiali si alterneranno nelle chiusure. Bergamo centro, Bergamo 2 e Bergamo 7 osserveranno “riposi” pomeridiani tra luglio e agosto, mentre gli uffici 4, 5, 6, 9, 12, 13 e 14 si alterneranno nelle chiusure totali dal 7 al 26 agosto.

“A differenza del passato l’azienda per quest’anno ha attivato in Lombardia un massiccio piano di razionalizzazione degli orari estivi negli uffici postali che vede per i mesi di luglio ed agosto la quasi totale soppressione dei turni pomeridiani in molti degli uffici aperti di pomeriggio (circa 200) e la chiusura a giorni alterni per circa 400 uffici a turno unico – ha commentato Giuseppe Marinaccio, responsabile di Cisl Poste Lombardia -. Questo dimostra che siamo solo all’inizio di un piano di forte ridimensionamento della rete degli uffici e dei servizi postali in Lombardia”.




Risparmio idrico, in campo il Consorzio di Bonifica

autopompa irrigazione a pioggiaÈ stato inaugurato in via F.lli Kennedy, a Bolgare, l’impianto di irrigazione a pioggia situato nel distretto nord-orientale del comprensorio di bonifica della media pianura bergamasca, tra il fiume Cherio ed il fiume Oglio. Il reticolo artificiale oggetto di intervento è costituito da un’unica derivazione primaria (la roggia Bolgare, che deriva dal fiume Cherio), dalla quale si dipartono poi cinque rami secondari (rogge Gorlaga, Cicola, Lanzi, Castrina e Bolgare). L’opera irrigua in questione è stata progettata dal Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca grazie a fondi provenienti dal Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 per un costo complessivo dell’opera pari a 1.100.000 euro.

L’intervento s’inserisce nel contesto del “Progetto di manutenzione straordinaria della rete irrigua e di colo” redatto dal Consorzio di Bonifica nel 2009. Un vero e proprio progetto pilota riguardante il bacino del fiume Cherio, che consiste nella sperimentazione di sistemi irrigui alternativi allo scopo di conciliare il risparmio della risorsa idrica da un lato e, dall’altro, salvaguardare la tradizionale multifunzionalità delle rogge storiche. Le ripetute crisi idriche, verificatesi negli ultimi anni in Lombardia, hanno infatti messo in luce l’esigenza di porre mano al riassetto dei sistemi irrigui razionalizzando l’impiego delle acque, in modo da colmare il divario fra la domanda irrigua espressa dal territorio e la disponibilità fornita dalle fonti e dai sistemi irrigui tradizionali, soprattutto nei periodi di magra estiva. La strategia adottata per conseguire risultati apprezzabili, in settori tanto diversi e in parte conflittuali, prevede perciò, come in questo caso, interventi limitati per razionalizzare i canali principali ed azioni più radicali per convertire i metodi di gestione della rete terziaria e d’irrigazione su campo.

reduzzi, scaini e Gatti con il sindaco di Bolgare Serughetti
Da sinistra Mario Reduzzi, direttore del Consorzio, il vicepresidente Mario Scaini, il sindaco di Bolgare, Luca Serughetti, e il presidente del Consorzio Franco Gatti

Per quanto riguarda i metodi irrigui il Consorzio di Bonifica ha pensato, ove possibile, di passare dall’irrigazione a scorrimento (che comporta un massiccio impiego d’acqua) all’irrigazione ad aspersione (ovvero a pioggia), come nel caso specifico (altri impianti di irrigazione a pioggia sono già funzionanti a Telgate e nell’Isola Bergamasca).

L’irrigazione ad aspersione prevede il prelievo di acqua dai corpi idrici da pozzetti di pescaggio in cemento armato, alloggiati a fianco degli alvei dei canali. A completare l’operazione di irrigazione sono macchine completamente equipaggiate e pronte al funzionamento, con gruppo autonomo motopompa e pescante dotato di valvola, succhieruola e cesti antierba, completate nella parte superiore da griglie anticaduta incernierate. Questa tipologia di irrigazione, se ben calibrata e gestita, consente infatti di ottenere una maggiore efficienza nella fornitura dell’acqua alla coltura e di ridurre la lisciviazione di fertilizzanti e fitofarmaci; d’altra parte gli impianti di irrigazione a pioggia possono essere realizzati senza intervenire radicalmente sull’assetto delle reti di adduzione e distribuzione. Gli obiettivi futuri del Consorzio di Bonifica sulla rete consortile sono quelli di:

– realizzare un nuovo modello irriguo sostenibile (dal punto di vista economico, ambientale ed agronomico) riproducibile altrove;

– salvaguardare la multifunzionalità della rete irrigua e di colo principale;

– risolvere la crisi idrica del distretto irrigato del fiume Cherio.

Le azioni principali del Consorzio volte al risparmio della risorsa idrica, sono invece costituite da:

– azioni su campo, miranti alla riconversione parziale dallo scorrimento all’aspersione;

– azioni finalizzate a contenere le perdite continue lungo i canali di distribuzione, causate dalla permeabilità degli alvei.

In questo modo, riducendo il consumo idrico grazie all’uso della tecnica irrigua ad aspersione (ovvero a pioggia) e contenendo le perdite dei canali mediante parziale impermeabilizzazione, è così possibile modellare il sistema in funzione della risorsa idrica disponibile.

Riguardo al contenimento delle perdite in alveo, invece, in prevalenza i canali attuali sono scavati in terra e non impermeabilizzati. Di conseguenza presentano perdite d’acqua notevoli, con percentuali del 30-35%. Per questo motivo è prevista un’opera di impermeabilizzare verso i tratti con le maggiori perdite (complessivamente 8.000 m), mediante interventi differenziati, secondo le tipologie di canali e di tecnologie adottate.

Per risolvere questa problematica sono state così definite due tipologie di intervento:

– rivestimento del fondo e della parte inferiore delle sponde con calcestruzzo legato a rete elettrosaldata;

– rivestimento del fondo e della parte inferiore delle sponde con argille bentonitiche, confinate entro teli in polipropilene pesante, previa asportazione del materiale sul fondo e sui fianchi e sua successiva posa a impermeabilizzazione avvenuta.

Per quanto concerne il distretto irriguo, infine, esso è stato suddiviso in tre distinte classi d’utenze:

– le serre, già provviste di dotazioni dimensionate per l’irrigazione ad aspersione, che praticano in proprio;

– le aziende di piccola dimensione, aventi superficie massima di 5 ha, per le quali si prevede di mantenere il sistema d’irrigazione a scorrimento, perché quello ad aspersione non è economico;

– le aziende di dimensione superiore a 5 ha, che saranno tutte convertite al sistema ad aspersione.