Guerra del latte, Brivio (Coldiretti Bergamo): “Aziende ormai al collasso”

latteI produttori di latte bergamaschi, circa 200, erano in prima fila, ieri , alla guerra del latte in programma presso il centro di distribuzione dei prodotti della multinazionale del latte francese Lactalis, che dopo aver conquistato i grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli è diventata il primo gruppo del settore. “La situazione del comparto latte è ormai insostenibile –  ha sottolineato il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio – e la produzione italiana di questo prezioso alimento è seriamente a rischio, con tutto ciò che questo può comportare: territori a rischio abbandono, aumento della disoccupazione, dipendenza dall’estero per  l’approvvigionamento di latte con l’incognita qualità. Abbiamo fatto sentire la nostra voce perché la remunerazione del latte alla stalla ha ormai raggiunto  valori che non consentono neppure di coprire i costi per l’alimentazione del bestiame, figurarsi il resto”.

Alla guerra del latte hanno partecipato allevatori  provenienti da diverse regioni  con trattori e mucche al seguito  per difendere  il loro  lavoro, gli animali, le stalle, i prati ed i pascoli custoditi da generazioni. “Questa mobilitazione è per noi una è stata una scelta obbligata – puntualizza Brivio-  perché il futuro dei nostri allevamenti  è ormai appeso a un filo e non possiamo continuare a lavorare in perdita. Abbiamo chiesto con tutte le nostre forze il rispetto della legge 91 del luglio 2015 che, in esecuzione dei principi comunitari, impone che il prezzo del latte alla stalla debba commisurarsi ai costi medi di produzione. Per sottolineare questo  aspetto  Coldiretti ha presentato il Dossier  “L’attacco al latte italiano, fatti e misfatti”. Il maxi assedio s’è tenuto in via Guglielmo Marconi 10 a Ospedaletto Lodigiano.




Sanità, la denuncia dell’Adiconsum: “Nelle strutture bergamasche situazione inaccettabile”

medico lastra rxTempi di attesa biblici e situazioni kafkiane: dall’Osservatorio di CISL FP emerge che per una visita cardiologica, chi prenota oggi trova il primo posto libero nel 2017, così come per dermatologia. “Meglio” diabetologia (4-5 mesi di attesa) e ortopedia (“solo” 4 mesi). Così gli ospedali della Provincia rispondono all’emergenza del personale sollevata da Fp Cisl e oggi denunciata da ADICONSUM Bergamo che, in risposta alla lettera che Mara Azzi, direttore generale dell’ASL di Bergamo, ha dato all’esposto Cisl, porta l’esperienza di una signora, Donatella Rosati di Valbrembo, che , dice Eddy Locati, segretario generale dell’associazione dei consumatori della Cisl, “denota una volta di più come la Sanità pubblica si stia deteriorando dal punto di vista dei tempi d’attesa, raggiungendo livelli insopportabili e creando non poco disagio a chi li deve subire”. La situazione è stata sollevata, un mese fa, da un esposto di Cisl fp, che ha denunciato i turni massacranti cui sono sottoposti medici e infermieri per la cronica mancanza di personale.

“Operatori sanitari con centinaia di ore di straordinario non recuperabile sulle spalle; specialisti che lavorano ininterrottamente per 28 ore; reparti che non sono in grado di rispettare le linee guida regionali sulla presenza continua del medico; 120.000 ore di arretrati accumulati in un solo Ospedale. E questo non ha impedito di compilare liste di attesa per alcune prestazioni che vanno dai 6 ai 10 mesi”.  Questa è la situazione denunciata dalla Funzione Pubblica della Cisl di Bergamo nelle aziende ospedaliere provinciali: Papa Giovanni, Bolognini, Treviglio non riescono da tempo a far diga contro il continuo diminuire del personale, l’aumento delle richieste e la scarsità delle risorse. E tutto questo a poco meno di un mese dall’ultimatum dell’Unione Europea: il 25 novembre, infatti, entrerà inderogabilmente in vigore la Direttiva dell’Ue che impone orari rigidi e trasparenti per ogni lavoratore, riposi obbligatori e certificati…insomma una pianificazione degna di strutture all’altezza della tanto conclamata qualità della vita.

A questo esposto, indirizzato anche all’Asl, responsabile territoriale della salute pubblica, di utenti e lavoratori, Mara Azzi ha risposto che “l’Azienda non ha mai ricevuto segnalazioni in merito all’esistenza di queste situazioni” e dei problemi che ne conseguono. “Una cosa ridicola, se non fosse drammatica – tuona Locati -. Ai nostri uffici giungono decine di segnalazioni e all’ASL non ne sanno niente? La storia della signora Rosati è solo una, ma ben esplicativa della qualità dell’offerta sanitaria in provincia”.

Alla signora di Valbrembo, nell’agosto del 2014, venne prenotato un intervento per togliere dei calcoli alla cistifellea, presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII. Ad aprile 2015 viene finalmente invitata a recarsi in ospedale per gli esami pre-operatori di routine. Viene ricoverata il 7 luglio 2015, alle 11 della mattina presso il reparto di chirurgia. Dopo una visita e un esame del sangue, gli viene assegnato il posto letto. Verso le 17 un medico le comunica che ci sono stati dei ritardi, ma che l’intervento sarebbe stato effettuato (era la terza paziente del pomeriggio). Alle 18 gli viene invece consegnata la lettera di dimissioni, con l’impegno di richiamarla il prima possibile, addirittura dopo qualche giorno, senza particolari motivazioni. Dopo 20 ore di digiuno totale, la paziente si riveste e torna a casa. Passano circa 10 giorni, e con una telefonata le viene comunicato di ripresentarsi in ospedale; peccato che due ore dopo la telefonata viene comunicato all’interessata  che il tutto è stato sospeso, a causa di una urgenza. Dopo ben 114 giorni, finalmente, viene fissato il secondo ricovero. Alle 7 del 30 ottobre 2015 la paziente viene ricoverata non più nel reparto di chirurgia, ma in day surgery. Viene prelevato il sangue, viene assegnato il posto letto e viene comunicato che sarebbe stata la seconda ad essere operata.

Dopo le  ore 14, al cambio turno, un infermiera chiama la sala operatoria per chiedere informazioni sull’intervento programmato, ma alle ore 17.15 si presenta il chirurgo in camera comunicando le dimissioni della paziente (tra l’altro offendendosi per le proteste dell’interessata e di suo marito). “In sostanza – racconta Locati -, ancora una volta, probabilmente per casi più gravi, il previsto intervento è saltato e la signora è tornata a casa con i suoi calcoli, dopo altre 21 ore di digiuno totale e, ovviamente, con tanta rabbia. La paziente sa benissimo che ci sono persone con problemi più gravi delle sue coliche, ma ritiene anche che quello a lei successo sia assurdo, così come l’atteggiamento del chirurgo. Adiconsum, insieme alla Funzione Pubblica della CISL di Bergamo, monitorerà la situazione, soprattutto in vista dell’entrata in vigore della direttiva UE, aiutando così l’ASL a avere una visione più reale di quanto succede nella sanità bergamasca”.




Sicurezza in città, vertice in Prefettura. Si rafforzano i controlli

La situazione della sicurezza pubblica in città è stata al centro della riunione tecnica delle forze di polizia presieduta dal prefetto Ferrandino ed alla quale è stato invitato a partecipare il Sindaco Gori. Nel corso della riunione, alla quale ha preso parte anche il vicesindaco Gandi, è stato svolto un esame dei dati concernenti i reati che incidono sulla percezione di sicurezza dei cittadini.

Il raffronto tra i primi dieci mesi del 2014 con quelli del 2015 ha confermato la fotografia della realtà cittadina ed anche della provincia nel suo complesso (tenuta costantemente sotto controllo nel corso degli ultimi due anni), che vede una significativa flessione dei delitti in generale, non solo con riferimento ai furti in abitazione, ma anche con riguardo alle fattispecie dei furti in generale (furti in esercizi commerciali) ed alle rapine. Tuttavia, l’attenzione dei responsabili della sicurezza si è focalizzata, in particolare, sull’analisi dei recenti, gravi episodi che nei giorni scorsi hanno riguardato: il bar “Lunapiena” di via Moroni, dove, nella serata del 31 ottobre, è stato accoltellato a morte Diouf Pape Amadou; – la tabaccheria di via Carnovali, dove, nella giornata del 1° novembre, il titolare è stato rapinato e violentemente percosso. Per quanto riguarda il bar “Lunapiena”, il questore Fabiano ha confermato di aver notificato il provvedimento di rigore adottato nei confronti del titolare del bar, che ne dispone la sospensione per quattro mesi. Al centro della riunione anche il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, oggetto di mirata attività di contrasto attraverso specifici servizi svolti dalle Forze di Polizia. Al riguardo: sono state confermate le linee operative di contrasto dello spaccio di stupefacenti all’esterno delle scuole, concordate nella riunione tecnica di coordinamento delle Forze di Polizia svoltasi in Prefettura in occasione dell’inizio dell’anno scolastico; è stata disposta un’ulteriore intensificazione delle attività di contrasto a tale fenomeno nelle zone della città ritenute particolarmente esposte ed in prossimità delle discoteche. I responsabili della sicurezza, d’intesa con il sindaco ed il vicesindaco, hanno esaminato anche la situazione delle seguenti aree della città, sempre, monitorate:

Quartieri Clementina e Boccaleone

Per tali zone il Consesso ha concordato, all’unanimità, la prosecuzione sia dei servizi di controllo, anche con riferimento alle attività di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, sia delle attività di analisi e monitoraggio svolte dal tavolo tecnico, operativo da tempo in Questura ed al quale partecipa anche un rappresentante del Comune di Bergamo

 

Stazione ferroviaria, Stazione Autolinee, via Bonomelli e zona scalo merci (Malpensata)

Nel mese di ottobre, oltre alle attività di controllo ordinariamente disposte, si sono svolti ulteriori mirati servizi presso l’area della Stazione ferroviaria ed Autolinee, sempre con riferimento al contrasto dello spaccio di stupefacenti. I servizi di controllo continueranno ad essere svolti, sotto il coordinamento del Questore, con il concorso della Polizia Locale e con l’impiego della Stazione mobile dell’Arma dei Carabinieri.




Web e strani annunci, un amatore bergamasco vende locomotiva del 1915

locomotiva-breda_740_267L’inserzione è così curiosa che il portale MMT Italia, specializzato in macchine edili, industriali ed agricole, ha voluto segnalarla.

Nella sezione “macchine usate”, tra gli annunci di escavatori, pale, piattaforme, trattori e camion è infatti comparso anche quello di una locomotiva a vapore del 1915, messa in vendita a Chiuduno.

Si tratta di una Breda 740 247 ed è in grado ancora di funzionare, secondo la descrizione del rivenditore di macchine edili Global Macchine che ha pubblicato l’avviso sul portale. Tutte le parti sono in ottimo stato, gli impianti sono stati messi a nuovo e sono in grado di riprodurre i rumori, l’aspetto, il fumo del camino e lo scarico di vapore a lato della locomotiva.

locomotiva breda_740_267_latoLa Breda 740 247 è uno dei pochi esemplari rimasti in buono stato tra i 470 prodotti nei primi del ‘900, l’ultima ad essere stata prodotta prima della Grande Guerra.

La locomotiva effettuava il suo onorato servizio sulla tratta Viareggio Ventimiglia. Si è occupata principalmente del traino di convogli merce per poi andare in pensione in un deposito di Novi Ligure dove c’è rimasta 60 anni, fino a quando una segnalazione delle FS ha fatto sì che venisse esposta al museo delle Comunicazioni di Cormano.

Ora appartiene a un amatore bergamasco che ha deciso di metterla in vendita. Nel prezzo (la trattativa è riservata) sono inclusi tender e binari.




Sempre più badanti irregolari. A Bergamo sono almeno 20mila

“È in atto uno spostamento verso il nero, continuo e costante, nel campo del lavoro privato di cura. Sempre più badanti “spariscono” dal censimento delle centrali di gestione del lavoro, andando a rinforzare l’esercito di clandestini, evasori fiscali a tutti gli effetti”. Onesto Recanati, responsabile nella segreteria della Fnp Cisl di Bergamo dell’area welfare, non usa giri di parole nell’analisi dei dati forniti dal servizio Colf&badanti della Cisl e di Apicolf Bergamo. “Una tendenza che prosegue dal 2012. Speriamo sinceramente che la nuova legge sulla cura familiare della Regione Lombardia, pur tra mille contraddizioni, possa porre un freno a questo andazzo, e porti professionalità e regole certe in questo settore sempre più importante nella nostra società e nella nostra economia”. In provincia di Bergamo ci sono 325.472 abitanti con un’età superiore ai 65 anni, più del 30% della popolazione totale. Di questi, si può facilmente stimare che quasi 60mila siano non autosufficienti. Se si aggiungono gli anziani che vivono soli o quelli che per motivi “passeggeri” hanno bisogno di sostegno, si può facilmente comprendere come il problema dell’assistenza sia uno degli aspetti più importanti nella discussione politica e sociale. La Regione Lombardia ha cercato di muovere alcuni passi, promulgando la legge 15, “Interventi a favore del lavoro di assistenza e cura degli assistenti familiari”, nella quale si possono ritrovare spunti cari alle sigle sindacali che da tempo si battono per una regolamentazione del lavoro di cura e per un intervento di sostegno alle famiglie. “Abbiamo salutato con interesse l’approvazione della legge – dice Recanati -, adesso vorremmo capire quali gambe verranno date alla stessa, dal momento che il provvedimento regionale è stato finanziato con 700mila euro, che ripartiti sul centinaio di ambiti territoriali della Lombardia equivarrebbero a 7mila euro a testa”. Eppure, le ambizioni della “15” sono notevoli, a partire da quella dell’emersione dal nero di un vero e proprio esercito di badanti, soprattutto straniere, che da qualche anno sostengono le famiglie nella cura degli anziani. Badanti

A Bergamo, risultano 11.000 badanti regolari, e se ne stimano almeno 20.000 “clandestine”. Negli archivi del servizio Colf & Badanti della Cisl figurano, nell’anno 2013, 1.615 contatti, scesi a 1.585 lo scorso anno. Tra i dati forniti da Apicolf, invece, la discesa del “lavoro regolare” è censita dal 2012. Erano 779 tre anni fa, 614 nel 2013 e 411 nel 2014. Tra gli altri obiettivi della Regione, creare corsi di formazione per le badanti; istituire un albo professionale delle assistenti familiari e aprire sportelli per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. “Tutto questo lavoro ricadrà inevitabilmente sugli ambiti e sui comuni – insiste Recanati -, e la Regione pensa di favorirli con 7mila euro ad ambito? Non crede che il lodevole impegno di far emergere il nero, si scontrerà con le esigenze delle famiglie che non riusciranno a sostenere una spesa “regolamentata e qualificata professionalmente”? Non inseguiamo certo le voglie di evadere il fisco ben presenti in questo settore (sia da parte delle famiglie, che delle badanti, che hanno ben imparato a sfruttare le pieghe delle assistenze sociali), ma è innegabile che senza incentivi fiscali o “in contante”, un lodevole obiettivo come questo finirà per scontrarsi con cinismi e interessi personali certamente meno nobili”. A tal proposito, dunque, va ricordato che i comuni lombardi servivano attraverso l’assistenza domiciliare socio – assistenziale l’1,8% degli anziani nel 2009, quota scesa all’1,4% nel 2012.

Tra le pieghe della legge regionale, la Fnp Cisl bergamasca, comunque, trova altre pecche. Prima fra tutte, l’anticipazione della “resa” del pubblico nel campo dell’assistenza domiciliare. “Suona preoccupante l’idea da parte della Regione di liberare le Asl, alla vigilia della nuova regolamentazione territoriale, di un’incombenza pesante come quella dell’Adi e del Sad, in pratica legittimando il privato ad arrangiarsi. Questa “pratica” si aggiunge alle liste d’attesa per le RSA che, nel 2014, vedevano Bergamo primeggiare in regione con oltre 7000 domande giacenti”.




Reti abusive per catturare uccelli, nei guai sessantenne di Gazzaniga

A Gazzaniga, in località “Masserini”, a seguito di segnalazione giunta alla Sala Operativa del Corpo di Polizia provinciale, una pattuglia del Nucleo Ittico/Venatorio dopo perlustrazioni e appostamenti specifici ha individuato e posto sotto sequestro un impianto abusivo per la cattura di avifauna migratoria, costituito da diverse reti a tramaglio per l’uccellagione all’interno delle quali risultavano catturate anche specie protette, quali pettirossi. Nell’ambito del controllo sono state accertate le responsabilità dirette di un sessantenne del posto, in possesso di licenza di caccia, conduttore del terreno dove sono state rinvenute le reti. Nel corso del controllo dell’automezzo con il quale lo stesso era giunto sul posto veniva rinvenuta – nascosta sotto il sedile anteriore – un’altra rete per l’uccellagione e nel baule posteriore alcuni esemplari di Merlo sprovvisti di qualsivoglia sigillo identificativo, evidentemente appena catturati.

Presso l’abitazione sono state poi trovate sette reti per l’uccellagione, di cui è vietata sempre la detenzione, altre specie di uccelli (tra i quali Fringuelli, Tordi Sasselli, Merli, Tordi Bottacci) illegalmente detenuti, sprovvisti di sigillo identificativo o con sigillo identificativo contraffatto o falso, oltre a numerose altre reti per l’uccellagione e ad alcuni sigilli identificativi originali e non utilizzati, verosimilmente nella disponibilità dello stesso per “legittimare” indebitamente l’avifauna catturata nell’illecita attività di cattura. Al soggetto sono stati contestati i reati di uccellagione, cattura di specie protette e altri illeciti di natura amministrativa per la detenzione dei richiami non autorizzati in quanto sprovvisti dei sigilli identificativi previsti dalla normativa vigente. Tutti i beni sono ovviamente stati posti sotto sequestro, nel complesso le reti avevano uno sviluppo esteso di circa 80 metri, mentre gli uccelli di cattura sono stati rimessi in libertà, trattandosi di fauna selvatica viva  e in condizione di essere liberata poiché di recentissima cattura.




Non disturbate l’insetto che sta salvando i castagni

castagne - insetto antagonista - Torymus-sinensis-su-una-gallaSe quest’anno i raccoglitori di castagne possono sorridere e le sagre approvvigionarsi di prodotti locali lo si deve al piccolo Torymus Sinensis, insetto antagonista del tanto famoso quanto funesto Cinipide che negli scorsi anni aveva danneggiato i boschi e drasticamente compromesso i bottini.

La lotta biologica innescata dall’introduzione dell’imenottero ha infatti permesso di ridurre fortemente le popolazioni del Cinipide, ma per far sì che l’equilibrio tra le due specie venga mantenuto nel tempo è bene conoscere il ciclo di vita dell’insetto “salvatore”. «Il Torymus Sinensis trascorre l’inverno all’interno delle galle secche presenti sui rami e sulle foglie cadute a terra – spiega una locandina la Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi -. Gli adulti nascono infatti a partire dal mese di aprile. Per favorire la sua sopravvivenza è quindi importantissimo non eliminare o distruggere le galle secche ed è quindi opportuno non distruggere o asportare il fogliame o le ramaglie dalla selva castanile prima della fine di maggio di ogni anno».

L’invito è soprattutto quello di abbandonare la consuetudine di bruciare i residui della raccolta delle castagne (rami, foglie e ricci) prima della fine di maggio, tanto più che le recenti normative regionali impediscono la bruciatura di residui vegetali da ottobre ad aprile.

L’avviso




Lunedì nuovo interrogatorio. L’avvocato: “E’ provato, temo possa crollare”

Sarà interrogato dal pm Giovanni Polizzi nel pomeriggio di lunedì prossimo Mario Mantovani, l’ex vice presidente della giunta regionale della Lombardia, arrestato martedì scorso assieme ad altre due persone con le accuse di concussione, corruzione e turbativa d’asta. E’ stato il suo difensore, l’avvocato Roberto Lassini, a sollecitare un nuovo interrogatorio davanti al magistrato titolare del nuovo filone di indagine sulla sanità lombardo. La speranza del legale è che questo nuovo confronto (il secondo dopo l’interrogatorio di ieri durato più di 5 ore) serva a dimostrare l’insussistenza della custodia cautelare il carcere. “Mantovani è molto provato, temo che inizi a crollare”, ha detto il legale che ieri ha presentato istanza di scarcerazione al gip Stefania Pepe e che questa mattina ha presentato allo stesso giudice tutta la documentazione necessaria per dimostrare che Mantovani non ha più le deleghe di vicepresidente della giunta (si è autosospeso dall’incarico subito dopo essere stato arrestato) e che dunque, in un’ottica difensiva, non c’è più il rischio di reiterazione del reato, uno dei presupposti che giustifica la detenzione in carcere. La decisione del giudice è attesa a breve.




Starbucks pronta a sbarcare in Italia. In campo Percassi

StarbucksGli accordi dovrebbero essere firmati entro Natale. E il Frappuccino a marchio Starbucks potrebbe già essere servito al banco nel corso del 2016. Sono circa vent’ anni che Howard Schultz, fondatore e guida della più grande catena di caffetterie americana cerca di capire quale sia il modo giusto per vendere in Italia, patria del caffè, la miscela in versione yankee. Per di più a un prezzo quasi tre volte superiore alla tazzina nostrana. Adesso però si starebbe profilando la soluzione.

Da circa un anno la squadra di manager di Seattle, sede del gruppo che fattura circa 9 miliardi di dollari, ha aperto una trattativa con chi in Italia il retail lo conosce davvero. Si tratta di Antonio Percassi, 62 anni, natali a Clusone in provincia di Bergamo, ex calciatore del Cesena e dell’Atalanta di Bergamo, di cui ora è proprietario, ma soprattutto, guru dei centri commerciali. Come dire, colui che vanta nel curriculum l’espansione commerciale dei Benetton nonché quella del suo concorrente più acerrimo, la spagnolo Zara. L’imprenditore che quest’anno ha anche aperto la strada ai negozi di lingerie Victoria’s Secret. Adesso sarebbe la volta di Starbucks, il mito del caffè americano che si beve per strada ed è servito in un bicchiere di carta. Quel marchio nato dall’ispirazione di Schultz che trent’anni fa in occasione di un viaggio in Italia decise di ricreare in America lo spirito della caffetteria italiana, intesa anche come punto di incontro e di lettura dei quotidiani. Tanto che la sua prima iniziativa imprenditoriale nel caffè l’aveva battezzata Il Giornale. Ovviamente aveva dovuto adattare l’offerta del suo primo negozio ai gusti locali, più inclini alle miscele a base di latte. Da qui sono appunto nate le bevande con i nomi che si ispirano ai caffè italiani: Frappuccino, Caramel Mocha ma anche Espresso macchiato, Doppio e Americano. Adesso il grande passo. Forse il più delicato mai fatto su un mercato. Per questo l’imprenditore Usa si sarebbe affidato a un esperto come Percassi che, se l’accordo andrà a buon fine dovrebbe svolgere il ruolo di «franchising partner» per l’Italia, sul modello di quanto realizzato con Victoria’s Secret. La trattativa è in fase avanzata e gli americani stanno conducendo i colloqui con grande riservatezza.

Per sbarcare nel Paese che ha fatto dell’espresso una bevanda di tradizione e culto, l’imprenditore bergamasco e l’uomo d’affari della West Coast hanno valutato una formula originale per catturare i clienti italiani ,che avrà il suo punto di forza nel hi-tech e nell’offerta digitale. L’idea è di selezionare location nel centro città, quello degli affari, dove si incontrano banchieri, avvocati, imprenditori e professionisti che hanno bisogno di parlarsi in modo riservato e, soprattutto, necessitano di una buona connessione wi-fi. Un mix che anche a Milano, capitale del business, non è proprio facile trovare. Sul digitale Starbucks ha puntato molte carte, naturalmente partendo dagli Stati Uniti dove ha appena sciolto i rapporti con la compagnia telefonica At&t e ha firmato una partnership tecnologica con Google, diventato wi-fi provider che garantisce servizi gratuiti alla clientela dei negozi Starbucks, per ora a circa la metà del network di 22.500 coffee house in 68 Paesi. Non solo. La società ha sviluppato anche la Starbucks digital network che offre invece contenuti come film, serie tv e news, per una pausa relax ed entertainment dedicata ai più giovani. E questa novità sarebbe appunto uno dei piatti forti dell’offerta per lo sbarco in Italia. Di recente è nata anche la Starbucks app per la consegna di pranzi veloci ma tutti rigorosamente dietetici.

di Daniela Polizzi

dal Corriere della Sera del 15 ottobre 2015

http://www.corriere.it/economia/15_ottobre_14/starbucks-apre-anche-italia-f33a27aa-72ab-11e5-b015-f1d3b8f071aa.shtml




Promettono rimborsi al telefono, invece cambiano gestore elettrico

La Federconsumatori di Bergamo segnala che continuano i tentativi di carpire con l’inganno informazioni riguardanti i contratti di fornitura energetica (luce e gas). “Siamo in grado – spiga Federconsumatori – di riprodurre testualmente la telefonata ricevuta, registrata da una consumatrice attenta, da parte di una persona che millantava ipotetici fatti miranti a far riavere somme pagate erroneamente.

La telefonata da parte dell’utenza telefonica con numero telefonico 02-242….:

“ Sono ………. E la sto contattando dall’ufficio amministrativo di energia elettrica. Sto parlando con il titolare della fattura di energia elettrica?

Abbiamo notificato che hanno fatturato un importo più del dovuto e per questo motivo stiamo facendo una breve verifica tramite il consumo fatturato. Gentilmente trova un attimo una bolletta qualsiasi?”

“La nostra consumatrice – continua Federconsumatori – non è caduta nella trappola, ha messo in difficoltà la persona al telefono e, soprattutto, non ha dato l’informazione sottintesa, ossia il numero di codice della bolletta: P O D identificativo Energia Elettrica / P D R per la bolletta del Gas.

La conoscenza di questi codici permette ai malintenzionati di procedere al cambio di Gestore a insaputa del titolare del contratto”.