Gioiellerie, via libera a riparazioni e produzione con ritiro e consegna a casa

Federpreziosi chiarisce in una circolare (datata 2 maggio)le attività consentite per il comparto a partire dal primo avvio della fase 2, dal 4 maggio. Il via libera dal Governo è per le attività con codice ATECO 2007 32.12.10 Fabbricazione di oggetti di gioielleria ed oreficeria in metalli preziosi o rivestiti di metalli preziosi. E’ autorizzata, ai sensi dell’allegato 3 del decreto del 26 aprile (ed eventuali successivi aggiornamenti) la produzione ma non la vendita al dettaglio.
Ad affermarlo sono due FAQ pubblicate il 2 maggio sul sito della Presidenza del Consiglio.
Pertanto, nel caso delle attività artigianali del settore che contemplano la vendita a privati sono consentite unicamente altre forme di vendita previste dall’allegato 1 (via internet; per televisione; per corrispondenza, radio, telefono).
Per analogia, salvo ulteriori interventi della Presidenza del Consiglio, si ritiene che la ratio delle citate FAQ possa estendersi anche alle attività di ritiro/consegna di riparazioni, privilegiando i servizi di ritiro e consegna a domicilio.  Per tutte le attività Ascom è possibile aderire al progetto, con tanto di app, Compravicino. 

In materia di consegne a domicilio è obbligo rispettare le disposizioni in materia di sicurezza igienico- sanitaria previste dall’art. 2, comma 7, del DPCM 26 marzo 2020, al momento della consegna al domicilio quali: limitazione del contatto con il cliente e con il corriere, rispetto delle distanze di sicurezza, l’utilizzo di guanti nonché – ove prescritto, ma sempre consigliabile l’uso di mascherine protettive.
E’ sottinteso altresì il rispetto delle prescrizioni riguardanti la compilazione del modello di autodichiarazion;  dovrà essere posta particolare attenzione alla voce relativa alle comprovate esigenze lavorative, completata con tutte le indicazioni atte a consentire le verifiche sulla sussistenza di tali necessità. A tale autodichiarazione
dovrà essere allegata la documentazione – ove esistente – relativa da presentare su richiesta alle forze dell’ordine,

Per le attività di compravendita di oro usato assimilabili ai Codici ATECO 2007 consentiti dall’allegato 3 del DPCM 26 aprile 2020, alla luce delle citate FAQ del Governo, diviene indispensabile attivarsi presso le rispettive Prefetture di competenza per verificare la effettiva possibilità da parte dei cittadini di spostarsi dalla propria dimora per effettuare le suddette operazioni.




Federmobili, per negozi di arredo il vademecum per operare in sicurezza

Dal 4 maggio i negozi di arredo possono riprendere le attività di consegna e montaggio mobili, purché in possesso dei codici ateco 43.32.02 e/o 49.42.00, che debbono essere riportati 
nella visura camerale.  
L’emergenza sanitaria richiede sicuramente tuttavia di ripensare il proprio modo di lavorare. Per questo, al fine di accelerare il riavvio delle attività economiche in piena sicurezza, le parti sociali il 24 aprile 2020 hanno sottoscritto con il Governo il nuovo “Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”, che integra quello precedentemente siglato in data 14 marzo 2020. Il Protocollo (ed eventuali successive integrazioni dello stesso) rappresenta il punto di riferimento per le imprese rispetto alle misure atte a garantire gli adeguati livelli di protezione nei luoghi di lavoro

In particolare, alla ripartenza, nei modi e nei tempi che l’Autorità comunicherà, ci si dovrà occupare di come ripensare la fase di montaggio e installazione di mobili presso l’abitazione del cliente, dove, di solito, non sono presenti le figure professionali preposte al coordinamento delle misure di sicurezza, alle quali compete la definizione dei presidi sanitari minimi necessari.

Le linee guida, raccolte nel vademecum di Federmobili e Cna, intendono offrire uno schema di lavoro per adottare le misure minime di protezione sanitaria nei confronti del contagio, in attesa che vengano emanati precisi provvedimenti da parte delle autorità, per la gestione di piccoli cantieri temporanei presso le abitazioni dei clienti.

Le linee guida non sostituiscono a nessun effetto altre prescrizioni obbligatorie che venissero nel frattempo emanate, con particolare riguardo ad eventuali campagne di test immunologici che dovessero essere introdotte dalle competenti autorità, né autorizzano ad anticipare o aggirare le norme che presiedono la possibilità di effettiva esecuzione dei lavori.

 

 




Da Ascom e Appe un’intesa per garantire e assistere operatori del terziario e proprietari edilizi

Ascom Confcommercio Bergamo e A.P.P.E. – Confedilizia di Bergamo hanno raggiunto un’importante intesa per assistere e garantire i legittimi interessi e le aspettative dei proprietari di immobili e delle aziende commerciali in questo delicatissimo momento di lockdown, con particolare attenzione al prossimo periodo di riapertura delle attività.

Entrambe le Associazioni sono preoccupate riguardo alla ripresa e agli effetti che la prolungata inattività avrà sulle aziende e, di conseguenza, sui proprietari degli immobili, in quanto si teme che e l’atteggiamento dominante nei primi mesi di riapertura (con tutte le precauzioni del caso in tema di sicurezza) sarà la diffidenza della clientela.

Alcuni strumenti importanti di aiuto sono già stati messi in campo dal Governo, quali il credito d’imposta del 60% a favore dei negozianti per i canoni di locazione pagati nel mese di marzo e un prestito-liquidità garantito dallo Stato, ma c’è il timore che tutto ciò non basti anche se le due Confederazioni a livello nazionale premono affinché si adottino altri interventi quali: il credito d’imposta per i canoni non pagati e la “cedolare secca anche per i negozi”.

Nel frattempo, Ascom e A.P.P.E. hanno ricercato strumenti locali per venire incontro alle necessità delle rispettive categorie, salvaguardo specifici diritti e aspettative.

Il rischio, infatti, è di subire molte morosità che, viceversa, con piccoli aiuti potrebbero essere evitate, salvaguardando così il locatore da mancati introiti del canone di locazione (sui quali comunque si devono versare le tasse anche se non percepiti) ed evitando costose azioni giudiziarie.

Secondo un’indagine effettuata da Ascom risulta che 57,2% delle imprese del terziario bergamasco è in affitto, e, ad oggi, a causa della pandemia, risultano chiuse 4.718 imprese che non hanno locali propri. Di queste il 43% (2.028 imprese) non ha intenzione di continuare a pagare l’affitto; mentre il 33% vuole negoziare un nuovo accordo e il 32% contenere il canone.

Il canone medio mensile nella nostra provincia è di 1.050 euro (12.600 annui), si stima pertanto che il mancato pagamento dell’affitto potrebbe aggirarsi sui 2,2 milioni di euro al mese     

Tenuto conto di questi numeri, A.P.P.E. – Confedilizia e ASCOM hanno sottoscritto un protocollo d’intesa e propongono un servizio ai rispettivi soci per valutare, qualora proprietario e inquilino lo ritenessero necessario, le singole posizioni dei contratti di locazione e le contrapposte esigenze delle parti al fine di ricercare, con la massima professionalità possibile, un’intesa su come superare la difficile e rischiosa fase di transizione, c.d. Fase 2, cercando di salvaguardare al massimo le legittime aspettative delle parti coinvolte e, viceversa, contenendo al minimo l’eventuale contenzioso.

Si tratterà, quindi, di accordi personalizzati che permettano alle parti interessate di raggiungere un nuovo equilibrio, sostenibile e soddisfacente per entrambe.

A mero titolo esemplificativo, senza la pretesa di essere esaustivi, potranno essere contemplate le sospensioni del canone di una o più rate con un accordo prestabilito e cristallizzato da un idoneo piano di rientro, oppure potranno essere previste delle diminuzioni o deroghe temporanee del canone con eventuale possibilità di rientro in un tempo successivo.

In Ascom si aprirà uno sportello dedicato al tema che verrà seguito dall’Area ATA – Assistenza Tecnica Amministrativa-. Info: ata@ascombg.it – 035 4120340

 




Lockdown. La rivincita delle botteghe

Omobono Alessandro Maroni con la moglie Piera Maria Giussani del negozio La Piazza dei Sapori di Vidalengo

 

L’emergenza sanitaria e il confinamento stanno cambiando la geografia del commercio e offrendo la possibilità concreta di recuperare il patrimonio delle botteghe di vicinato.

Il lockdown ha valorizzato i punti forti del commercio di prossimità che sono la relazione e il servizio, in particolare di consegna a domicilio. Ha dato l’opportunità di scoprire – ma è più corretto dire riscoprire – le botteghe vicino a casa e di allacciare con i negozianti del paese e del quartiere nuove alleanze, che adesso, nel bisogno, sentiamo calde e umane.  

Nel rapporto di forza tra grande distribuzione e commercio tradizionale che negli ultimi anni ha visto primeggiare la prima, si è creato un – momentaneo – rovesciamento di potere. 
 
Tra tutte, abbiamo raccolto la testimonianza di un nostro lettore che esprime bene il sentimento della categoria in questo momento.Omobono Alessandro Maroni, titolare del negozio La Piazza dei Sapori di Vidalengo vicino a Caravaggio ci scrive: “Sono un commerciante, di 68 anni. Ho ancora tanta voglia e grinta di lavorare per me e ahimè, in questo momento, anche per per mia figlia che lavora solo tre ore per le consegne a domicilio in un ristorante chiuso e ha una figlia di 17 anni da mantenere. A causa di questo maledetto virus il mio settore lavora il doppio. Il confinamento ci ha restituito il mercato che le liberalizzazioni degli ultimi decenni ci avevano sottratto. In questi anni siamo stati tutti spettatori impotenti della distruzione sistematica del ceto medio in generale e del commercio in particolare. La rete commerciale del nostro paese, costruita in quasi 200 anni con grandi sacrifici dai nostri nonni e padri, in soli 23/24 anni è stata spazzata via.Trasferendo in continuazione la ricchezza dalla classe media alle grandi multinazionali abbiamo svuotato i centri storici e abbiamo costruito cattedrali del consumo sfrenato, smodato, compulsivo.

Da anni il sabato pomeriggio è un deserto; la domenica non si riposa. Non abbiamo la possibilità di pagare qualcuno per tenere aperto per nulla. Ora invece no,  non ci si può spostare più di tanto e il nostro mercato è ritornato. Siamo troppo pochi ormai, negli anni abbiamo fatto molta fatica, ci siamo indebitati per stare a galla solo perché credevamo nella nostra passione. Ora ci dicono che l’alimentari e la vendita di tabacchi sono servizi fondamentali. Noi lo sapevamo anche prima del confinamento. Se penso che in questi anni poteva essere tutto diverso, che le nostre figlie invece di scappare dalla nostra attività potevano essere qui con noi e portare avanti il negozio…Invece per restare in sella abbiamo continuato ad indebitarci; la passione, gli impegni già presi ci hanno costretto a continuare. Il mio auspicio è che i clienti numerosi che vediamo in questo periodo rimangano anche dopo che questa emergenza è finita”.

Un auspicio che hanno tutte le moltissime attività di vicinato che in questo momento stanno sostenendo le famiglie e le persone fragili con grande sacrificio e dedizione.

 



Ascom scrive ai comuni chiedendo la sospensione di sagre e feste

 La lettera è a firma di Giorgio Beltrami, vicepresidente vicario Ascom Confcommercio Bergamo e consigliere nazionale di Fipe, e di Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo.

“Chiediamo ai sindaci una misura di sostegno reale alle imprese della ristorazione e del turismo, che oggi sono in pesante difficoltà per gli effetti della diffusione del Covid-19 – spiega il vicepresidente Beltrami-. La categoria che rappresento è una delle più colpite e sarà forse una delle ultime che riaprirà”.

Da un sondaggio realizzato da Ascom, in collaborazione con Confesercenti e Bergamo Tv, risulta che una percentuale ben superiore alla media di imprenditori dei pubblici esercizi e della ristorazione non ha liquidità sufficiente per reggere nelle prossime settimane. “Bar e ristoranti, il cui numero è fortemente cresciuto con le liberalizzazioni, sono in forte difficoltà – commenta il direttore di Ascom, Fusini -. Molti di questi, stimiamo 1 su 3 ma temiamo anche di più, potrebbero non farcela a riaprire senza una prospettiva di pronta ripresa, con danni evidenti per le famiglie di chi ci lavora, del Comune e della comunità locale stessa”.

Per questo motivo Ascom chiede ai sindaci, per questo anno, lo sforzo, anche economico, di sospendere e annullare le concessioni e autorizzazioni per aree estive, sagre, feste che prevedano la somministrazione di alimenti e bevande.
“Riteniamo che stante la situazione di incertezza dell’andamento dell’emergenza sanitaria e economica, sia preferibile per tutti il rinvio a tempi migliori delle iniziative temporanee – conclude Beltrami-. È una richiesta che crediamo possa essere di aiuto ai nostri bar e ristoranti che saranno soggetti a rigide norme di accesso e di fruizione, secondo i piani di sicurezza che dovranno garantire la salute di clienti, lavoratori ed addetti”

Nella nostra provincia, nei mesi estivi, si stima, al netto dei grandi eventi e degli estivi della città, una media di quattro feste o sagre per paese (totale 976), della durata media di otto giorni che complessivamente fanno 7.808 giornate di attività per un fatturato di circa 20,9 milioni di euro.




Imprese e ripartenza: una guida a decreti, finanziamenti e voucher

Decreto Liquidità, Credito Adesso, voucher camerali, sono queste le principali misure dedicate al credito che a livello nazionale, regionale e locale sono state messe a disposizione degli imprenditori e sulle quali Ascom e Fogalco sono fortemente impegnate.
I provvedimenti contengono interventi importanti per le micro, piccole e medie imprese, per i lavoratori autonomi e per i professionisti e sono nate con lo scopo sia di assicurare la necessaria liquidità e il supporto finanziario in questa situazione di emergenza sia di assistere le stesse imprese per il raggiungimento del necessario riallineamento finanziario distorto dalla grave crisi.
Segnaliamo di seguito le più significative operazioni di sostegno alle imprese già in fase operativa Credito automatico con massimale di 25.000,00 euro.

La garanzia pubblica
La misura prevede la garanzia pubblica del 100%, senza valutazione sul merito del credito, con l’importo determinato dal 25% dei ricavi dell’ultimo bilancio chiuso dall’impresa beneficiaria (o ultima dichiarazione fiscale presentata), fino comunque all’importo massimo di euro 25.000.
“Ciò avverrà attraverso un’istruttoria veloce e semplificata – spiega Riccardo Martinelli, presidente di Fogalco, la Cooperativa di Garanzia di Ascom Confcommercio Bergamo – Il piano di restituzione del finanziamento potrà avere una durata massima di 72 mesi comprensivo di un periodo di preammortamento di 24 mesi, ovverosia con il solo pagamento degli interessi maturati in tale primo periodo”.

Dove trovare il modulo
Il modulo di richiesta del finanziamento è scaricabile dal sito del Ministero dello Sviluppo Economico oppure dal sito di Ascom www.ascombg.it.: dovrà essere compilato dal beneficiario e inviato per e-mail (anche non certificata) alla Banca o al Confidi, per richiedere il finanziamento, allegando copia di un documento di riconoscimento del sottoscrittore.

“Fogalco al vostro fianco”
“La nostra Associazione, attraverso la Cooperativa di garanzia Fogalco – afferma Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo – vuole continuare ad essere al fianco dei nostri Imprenditori, per assisterli nelle loro richieste come si è fatto sino ad oggi per l’ottenimento dei 600 euro, nell’aggiornare gli imprenditori su tutte le novità che sono state introdotte dai Decreti ministeriali e dalle ordinanze regionali, e riguardo alla miriade di domande che i nostri associati in queste settimane ci hanno rivolto ed alle quali abbiamo cercato di rispondere. Sul credito automatico abbiamo costituito un gruppo di lavoro che si è reso disponibile ad accompagnare e assistere gli associati nella predisposizione delle relative richieste di agevolazione”

Supporto alla liquidità delle Imprese da emergenza epidemiologica
Per assicurare la necessaria liquidità alle imprese con sede in Italia, durante la fase di ripresa economica e di ritorno alla normalità, attraverso garanzie di Stato e di Sace, si potranno ottenere, sempre in via semplificata e a condizioni particolarmente vantaggiose, tramite gli Istituti di Credito ed i Confidi, finanziamenti fino a 800.000 euro (il massimale di 5 milioni di Euro è raggiungibile da Imprese con più di 500 dipendenti) che prevedono piani di rimborso entro 6 anni agevolati dal preammortamento fino a 2 anni.

I parametri per il calcolo
Anche questa facilitazione ha come riferimento due parametri, per il calcolo dell’importo massimo finanziabile: il 25% del fatturato annuo 2019, ovvero dai dati certificati se l’Impresa non ha ancora approvato il bilancio; oppure il doppio dei costi del personale risultanti nel bilancio 2019. Invece, se l’impresa ha avuto inizio solo dopo il 31 dicembre 2018, si farà riferimento ai costi attesi del personale nei primi 2 anni.
“Sarà nostra cura accompagnare tutti gli Imprenditori, che lo richiederanno, per l’espletamento delle pratiche burocratiche nella ricerca delle migliori condizioni sia economiche che di garanzia: la stessa potrà raggiungere anche il 100%, se avrà l’intervento di Fogalco-Asconfidi Lombardia” riprende Martinelli, Presidente del Confidi di Ascom.

Linea di intervento per la riduzione del costo dei finanziamenti
Attraverso un accordo col Sistema Camerale Lombardo, la Camera di Commercio di Bergamo mette a disposizione delle micro, piccole, medie imprese del territorio un voucher (massimo 5.000 euro) per l’abbattimento dei tassi di interesse, richiesti dall’Istituto di Credito, fino al 3% attraverso un contributo in conto interessi. Il finanziamento minimo che l’imprenditore potrà richiedere è pari a 10.000 euro: l’abbattimento agirà in ogni caso entro il limite massimo di 100.000 euro, anche se la richiesta sarà superiore. Il contributo verrà concesso entro 30 giorni dalla richiesta.
L’aiuto facilitatore del Confidi vedrà, a favore dell’imprenditore, un secondo voucher (massimo 1000 euro) a sottrazione del 50% delle spese di Garanzia di accompagnamento.

I voucher di riduzione costi
Inoltre, si potrà accedere ai sopraddetti voucher di riduzione costi, richiedendo, tramite Fogalco-Asconfidi Lombardia, un finanziamento per liquidità di importo da 10.000 a 100.000 euro, durata fino a 36 mesi e con 6 mesi di preammortamento messo a disposizione da un importante Istituto Bancario di territorio.

Rifinanziamento della linea Credito Adesso di Regione Lombardia
È in corso di approvazione il rifinanziamento della linea Credito Adesso di Regione Lombardia. La misura prevede un prestito da parte della Finanziaria Regionale “Finlombarda”, unitamente alle banche convenzionate, e un contributo in conto interessi per l’abbattimento dei tassi. L’importo dei finanziamenti vedrà richieste da 18.000 a 200.000 euro a favore dei Professionisti e Studi professionali, fino a 750.000 euro per PMI e fino a 1,5milioni di euro per le MIDCAP quotate in borsa.
“Sarà inoltre nostra cura – conclude Martinelli- tenere informati e aggiornati i nostri associati in relazione all’attuazione delle altre disposizioni in materia di credito presenti e future non appena saranno chiariti i diversi aspetti normativi e procedurali dei provvedimenti”.

► Per informazioni e supporto: info@fogalco.it | tel. 035 4120321




Dolci (FIVA): riapertura sperimentale dei mercati ambulanti passo avanti importante

“E’ importante la riapertura sperimentale dei mercati ambulanti per i beni di prima necessità: ringraziamo Regione Lombardia, il Governatore Attilio Fontana, il presidente della Quarta Commissione Gianmarco Senna, qui a Bergamo il Sindaco Giorgio Gori”: lo afferma Mauro Dolci, presidente regionale di Fiva Confcommercio.
“Una sperimentazione – prosegue Dolci – che, senza dubbio, costituisce un passo avanti per tutti, operatori e clienti, verso quel ritorno all’auspicata ‘nuova normalità’ nella fase che dobbiamo affrontare per mettere finalmente alle spalle l’emergenza sanitaria”.
“A questa sperimentazione daremo il nostro contributo – sottolinea Dolci – con le nostre imprese familiari che sanno di poter garantire la piena sicurezza ai consumatori. Guardando al futuro quando il commercio ambulante potrà riprendere pienamente il proprio ruolo”.




Il terziario in grave crisi, un’attività su otto chiuderà. Il risultato dell’indagine promossa da Ascom, Confesercenti e BergamoTV

È drammatica la fotografia del terziario che emerge dal questionario promosso da Ascom, Confesercenti e Bergamo Tv.  L’indagine, realizzata la scorsa settimana, coinvolge 550 imprenditori di città e provincia e mette in evidenza come l’emergenza causata dal Covid-19 rischi realmente di mettere in ginocchio il commercio orobico. 

“Abbiamo aderito ad un invito fatto da Bergamo Tv e in collaborazione con loro e con Confesercenti abbiamo voluto sondare la situazione dei nostri imprenditori – afferma Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo-. La prima cosa che ci ha sorpreso è stata l’adesione immediata degli imprenditori, nel giro di poche ore avevamo già ricevuto un buon numero di risposte. Abbiamo raccolto circa 600 questionari che ci permettono di tracciare il sentiment delle imprese bergamasche. I risultati ci parlano di una situazione difficile e di un tessuto imprenditoriale che cambierà nei prossimi mesi”.

La maggioranza degli intervistati appartiene al settore pubblici esercizi, ristorazione e ricettività (375), che risultano essere i più colpiti; a cui seguono le attività di servizi, i negozi non alimentari, dove spiccano quelli di abbigliamento. “Hanno aderito anche una piccola fetta di negozi alimentari, che in questo momento stanno lavorando, riconfermando la loro vocazione di presidio del territorio. 

Sei gli argomenti trattati: affitto, liquidità, rapporto con i dipendenti, mancato guadagno, ipotesi di chiusura, richiesta al governo” continua Zambonelli.

Il dato più allarmante riguarda la riapertura dell’attività: uno su otto ha espresso la volontà di chiudere, l 12,1% degli intervistati ci sta pensando, il 31% non è in grado di rispondere e il 57% è pronto a ripartire.

Il tema più preoccupanti riguarda il pagamento dell’affitto: solo il 42,8% è proprietario dei muri del proprio negozi, il restante 57,2% è in affitto. “Su questo tema abbiamo cercato di capire un po’ di più l’intenzione dei nostri associati – spiega Zambonelli -. Tra chi è in affitto il 57% pensa di potere pagare le rate senza difficoltà, mentre il 43% non crede di riuscire e una parte di essi chiede di poter rinegoziare il contratto con il proprietario. Su questo tema stiamo cercando di trovare un accordo con l’associazione dei proprietari edilizi che presenteremo a breve e che possa dare un po’ di respiro ai nostri imprenditori”.

Più della metà degli intervistati (il 51%) dichiara di non avere liquidità sufficiente e il 26% stima una perdita che va dal 60 al 100% (il 38% dal 31 al 60 percento e il 36,1 fino al 30 per cento). “A questi imprenditori consiglio di confrontarsi con la nostra Cooperativa di Garanzia Fogalco per individuare le misure che Governo, Regione e Camera di Commercio stanno mettendo a disposizione per l’accesso al credito. Abbiamo creato in Ascom un gruppo di lavoro che sta rispondendo a tutte le domande e sta accompagnando gli associati nel predisporre la documentazione utile all’ottenimento dei diversi finanziamenti” 

Ed è proprio il contributo a fondo perduto quello che i commercianti chiedono al Governo, oltre che a detassazione e sgravi fiscali

Dal punto di vista del personale solo il 43% non rinuncerà a qualche dipendente, mentre il 21,7 teme di doverlo fare e il 35,7% sta valutando. 

“Il quadro che è emerge è veramente preoccupante – conclude Zambonelli -. Il nostro compito ora sarà quello di farci portavoce dei nostri imprenditori verso le istituzioni, mentre aspettiamo che venga definito settore per settore un piano di ripartenza con date certe e indicazioni ben precise e strutturate”.

Scarica l’indagine




Dagli albergatori Best Western “Grazie di cuore”, 3mila soggiorni gratuiti per il personale medico del Papa Giovanni

Anche gli albergatori Best Western hanno voluto ringraziare il personale sanitario attivo all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. L’hanno fatto mettendo a loro disposizione 3mila soggiorni in tutti i 180 hotel italiani del gruppo presenti in 120 destinazioni italiane: sarà possibile prenotare i soggiorni a partire dalla fine dell’emergenza, quanto sarà possibile tornare a viaggiare, fino al 31 dicembre 2021.

L’iniziativa si chiama “Grazie di Cuore” ed è resa possibile grazie alla collaborazione con Cesvi, onlus che opera a supporto dell’ospedale fin dall’inizio dell’emergenza.
Cesvi ha garantito finora oltre 700 mila dispositivi di sicurezza, 500 respiratori e attrezzature mediche urgenti per sostenere gli operatori sanitari e le persone in cura nella struttura sanitaria, oltre a supportare gli anziani soli attraverso servizi socioassistenziali a domicilio.

Con questo gesto la catena alberghiera vuole esprimere riconoscenza a medici, infermieri e personale sanitario che da molte settimane svolge un lavoro enorme, in condizioni critiche in una delle zone più colpite in Italia. “Noi albergatori Best Western, da nord a sud, vogliamo regalare un pensiero per il domani e offrire quello che sappiamo fare meglio: la nostra ospitalità – dichiara Walter Marcheselli, presidente di Best Western Italia –  Il nostro settore è stato molto colpito da molte chiusure: riaprire i nostri alberghi ripartendo con questi specialissimi ospiti è per noi motivo di gioia e orgoglio. L’altissimo esempio di abnegazione e sacrificio di medici, infermieri e di tutto il personale sanitario ispira tutti noi, ci rende immensamente riconoscenti e fieri. Il nostro è un piccolo gesto, ma vuole esprimere un’immensa stima verso chi è in prima linea”.

Si può sostenere la campagna di Cesvi a questo link: https://www.cesvi.org/andratuttobene/




CURA ITALIA – Misure a sostegno dei lavoratori

Il Decreto “Cura Italia” ha introdotto diverse misure a sostegno dei lavoratori, delle famiglie e delle imprese. Tra le misure, si prevedono anche tutele a sostegno del reddito per la sospensione o la riduzione dell’attività lavorativa, mediante l’utilizzo esteso dell’assegno ordinario e della cassa integrazione in deroga. Di seguito si illustrano sinteticamente le diverse prestazioni previste e si forniscono le prime indicazioni operative.

Fis – Assegno Ordinario

Si tratta di una prestazione di integrazione salariale erogata, nei casi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, in favore dei lavoratori dipendenti di datori di lavoro rientranti nel campo di applicazione dei Fondi di solidarietà e del Fondo di integrazione salariale. 

L’azienda che ha intenzione di attivare il Fis deve inviare una comunicazione alle Organizzazioni datoriali e sindacali; compilare, sottoscrivere gli accordi sindacali (Assegno Ordinario FIS, Assegno di Solidarietà FIS) e trasmetterli contestualmente alla domanda a mezzo posta certificata (PEC) a Serviziopaghe@pec.ascombg.it

Di seguito, le Organizzazioni Sindacali e datoriali, quest’ultime anche in rappresentanza del datore di lavoro, procederanno alla consultazione sindacale prevista dalla normativa e ne comunicheranno l’esito alla ditta. I documenti sono scaricabili dal sito www.ascombg.it

Ricordiamo che le aziende con meno di 6 dipendenti potranno accedere solo alla cassa integrazione in deroga che al momento non è attiva ed è in attesa del decreto regionale. 

Cassa integrazione in deroga COVID-19

Beneficiari 

Il Decreto Cura Italia riconosce trattamenti di cassa integrazione salariale in deroga con le seguenti caratteristiche: per un periodo non superiore a nove settimane; a tutti i datori di lavoro del settore privato escludendo i datori di lavoro rientranti nel campo di applicazione della CIGO, del FIS o dei Fondi di solidarietà; 

La prestazione 

Ai beneficiari è riconosciuto il trattamento d’integrazione salariale, la contribuzione figurativa e i relativi oneri accessori (ANF). limitatamente ai lavoratori del settore agricolo, per le ore di fruizione di CIGD, nei limiti previsti, il trattamento è equiparato a “lavoro” ai fini del calcolo delle prestazioni di disoccupazione agricola. 

Requisiti 

Per i datori di lavoro con più di 5 dipendenti è necessario l’accordo sindacale, concluso anche in via telematica, con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale relativamente alla durata della sospensione del rapporto di lavoro. Per datori di lavoro che occupano fino a 5 dipendenti, non è necessario l’accordo sindacale, neanche concluso in via telematica. 

Ai fini del riconoscimento del trattamento non si applicano le disposizioni relative al requisito dell’anzianità di effettivo lavoro; 

Come fare domanda 

La prestazione è concessa con decreto delle Regioni e delle Province autonome interessate, le quali provvedono anche alla verifica della sussistenza dei requisiti di legge. Le domande di accesso alla prestazione in parola devono essere presentate esclusivamente alle Regioni e Province autonome interessate, che effettueranno l’istruttoria secondo l’ordine cronologico di presentazione delle stesse. 

Le Regioni inviano all’Istituto, in modalità telematica tramite il Sistema Informativo dei Percettori (SIP), attraverso l’utilizzo del cosiddetto “Flusso B”: o il decreto di concessione, individuato con numero di decreto convenzionale “33193” e la lista dei beneficiari. 

Modalità di pagamento 

Si deve adottare esclusivamente il pagamento diretto. Il datore di lavoro dovrà inoltrare il modello “SR 41”, il contributo addizionale e la riduzione in percentuale della relativa misura in caso di proroghe dei trattamenti di cassa integrazione in deroga.

Sulla cassa in deroga si è in attesa del decreto regionale. Sarà premita di Ascom tenere informati i proprio associati.

Accordo quadro per accesso agli ammortizzatori.
Nella giornata di lunedì  è stata raggiunta l’intesa tra Sindacati, Associazioni Datoriali e Regione Lombardia per l'”Accordo quadro sui criteri per l’accesso agli ammortizzatori sociali in deroga e indennità per lavoratori autonomi in Lombardia”.
Dopo la firma, sarà approvato un decreto dirigenziale per l’Accordo Sindacale Standard e sarà resa operativa la piattaforma di Regione Lombardia per il caricamento delle domande degli ammortizzatori sociali.
Anche su questo Ascom terrà informati i suoi  associati.

 

Per informazioni paghe@ascombg.it